mercoledì 31 marzo 2021

Le elezioni, TIM e la Rai

Come ben sanno i tanti lettori che ci seguono assiduamente ormai da alcuni anni, abbiamo i cosiddetti “chiodi fissi”. Ne citiamo a caso: la transizione al DVB-T2, il Piano industriale, la CDN, la rete unica, e il tutto sempre con il pensiero ricorrente al futuro del servizio pubblico. Per l’anno in corso, un punto fermo che abbiamo proposto tante volte è quello relativo al “cambiamento” che avverrà non solo per la Rai ma per buona parte del sistema politico, economico e tecnologico dell’intero sistema delle TLC. Per quanto riguarda quello politico, la prima fase è già avvenuta ed è in pieno svolgimento con l’avvio del Governo Draghi. Attenzione, sul fondo di questa fase è rimasto insoluto un grande problema: quale Parlamento eleggerà il nuovo capo dello Stato che, come noto, dovrà avvenire i primi mesi del prossimo anno. Il nuovo Presidente sarà eletto da quello attuale, già “dimezzato” dall’esito referendario e quindi con un “vizio” di legittimità tutto da verificare oppure si dovrà cercare un percorso alternativo per fare in modo che il successore di Mattarella possa essere eletto dal nuovo Parlamento che però, formalmente, scade nel 2023?  

Interrogativo non irrilevante e le varie risposte possibili possono aiutare a comprendere cosa potrà avvenire nelle prossime settimane/mesi anche per quanto riguarda la Rai (nonché delle altre società partecipiate e controllate dalla Stato). Ci sono in ballo posizioni del calibro di CDP, Ferrovie, Banca MPS, Enel, Anas e, dulcis in fundo, appunto la Rai. Non ci addentriamo, ora, in fantasiose prospettive futuribili ma certamente sarà necessario tenerne conto per decifrare le scelte che si potranno fare o meno per decidere le sorti del Servizio Pubblico. Oggi ci sono tanti piccoli tasselli da mettere in ordine.

Il primo e più rilevate le propone La Stampa, con le firme di Ilario Lombardo e Michela Tamburino, che già dal titolo è tutto un programma: “Rai, conti in rosso e ascolti n calo il ribaltone di Draghi, dall’AD ai Tg”. L’articolo contiene notizia interessanti: Draghi ha preso in carico il “dossier” Rai e dentro ha trovato ragni e tarantole ed è “trasecolato”: conti in rosso e ascolti in calo, sia nelle reti generaliste sia nei contatti di RaiPlay, battuto dalla soap turca di MediasetPlay. Si legge ancora: piano industriale gettato al vento, nomine senza criteri trasparenti completano il quadretto di fine stagione di questo Cda. Poi una notizia “curiosa”: il ministro dl MISE, Giorgetti (Lega) avrebbe incontrato l’AD di TIM Gubitosi e avrebbero anche parlato di Rai (sic!!!). e cosa sarebbe venuto fuori? Che il buon Gubi avrebbe “sponsorizzato la candidatura di Paolo Del Brocco, da sempre considerato vicino a PD e IV ma apprezzato anche dalla Lega”. Ca va sans dire, è ricicciato pure il nome di Carlo Nardello, ora a TIM. Si legge poi che “si rafforzano soprattutto le quotazioni di Eleonora Andreatta, detta Tinny  …nel cuore del Presidente della Repubblica  che la considera un’assicurazione di equilibrio per tutti…”. Questo fatto che Gubitosi possa avere “sponsorizzato” qualcuno interno alla Rai sembra surreale. A quale titolo, in una sede istituzionale, un concorrente del Servizio pubblico si permette di entrare nel merito di scelte aziendali di tale rilievo? Il fatto che di tale fatto ne sia stata fatta trapelare la notizia rende ancora più grave l’ingerenza: è un preciso segnale di attenzione indirizzato a chi dovrà decidere, non solo sulla Rai ma anche su altri “dossier” non meno ingombranti dove TIM e Gubitosi sono impelagati.  

Ora che il tema “rinnovo vertici Rai” sia all’ordine del giorno è del tutto plausibile. Quello che non torna è l’evidente contraddizione tra quanti sostengono che si dovrebbe avviare una riflessione sull’Azienda, sul suo ruolo e la sua missione e la conseguente Governance per renderla autonoma e separata dalla politica, come ha deciso di fare la Vigilanza nei giorni scorsi, e invece il ricorrente richiamo all’appartenenza di Tizio o Caia a questo o quella parte politica. La verità che temiamo è molto semplice: i partiti non hanno alcuna intenzione di mollare l’osso di Viale Mazzini, proprio in vista di quanto detto in apertura di questo Post: controllare l’Azienda in vista di appuntamenti politici di assoluto rilievo strategico. Volete un piccolo ma significativo riscontro: ieri in Vigilanza Rai la proposta di risoluzione che richiedeva alla Rai di entrare in ItsArt (la Netflix della cultura voluta dal Ministro Franceschini) è stata bocciata quando, non più tardi di qualche settimana addietro, molti tra i suoi componenti ne avevano vivamente auspicato l’ingresso.  

Bene, a proposito di elezioni, oggi si dovrebbe sapere qualcosa sull’apertura delle procedure per le candidature da sottoporre a Camera e Senato per il rinnovo del Cda Rai e, allo stesso tempo, delle procedure per l’elezione del rappresentante dei dipendenti. Argomento spinoso: per quanto possiamo supporre, Riccardo Laganà potrebbe ricandidarsi. Questa elezione potrà costituire un piccolo “laboratorio” utile a comprendere equilibri e rapporti di potere a Viale Mazzini. Vediamo alcuni possibili passaggi. Nessuna tra le diverse sigle è in grado di avere certezza di vittoria da sola e sarà possibile/necessario un apparentamento. Per quanto abbiamo saputo, i primi a muoversi informalmente sono stati i vertici ADRai per capire se possono contare sul supporto di altre sigle. Per quanto abbiamo saputo, sempre informalmente, la risposta è stata: “non voteremo mai un dirigente”. Un possibile ago della bilancia potrebbe essere l’Usigrai, che per un verso vorrebbe sostenere un proprio candidato e, per altro verso consapevole anch’essa che non avrebbe i numeri, potrebbe essere orientata a sostenere, sia pure indirettamente, la ricandidatura di Laganà. La partita è al fischio di inizio.

La schedina del totonomine per il posto di AD è ferma all’elenco che vi abbiamo proposto. Non è stato inserito tra gli “emigranti di ritorno” un nome che pure è circolato: quello di Mauro Masi, sul quale pende ancora un contenzioso per il dimissionamento di due direttori (Buttiglione e Del Bosco) durante il suo mandato.

Infine, da segnalare che anche eri sera la Maionchi ha ripetuto la promozione del suo spettacolo in onda presto su Amazon Prime. Difficile supporre che non sia una chiara e ben definita strategia promozionale a tutto danno della Rai, salvo venire a sapere che si tratta di attività pubblicitaria regolarmente retribuita. A questo proposito, ci risulta che ieri è stata inviata una lettera da Laganà e Borioni al Cda, al Collegio Sindacale e al Magistrato della Corte dei Conti sulle continue partecipazioni di esponenti di reti concorrenti alla Rai nelle sue trasmissioni. Leggiamo : "Davvero in un grave periodo di crisi economica per l’Azienda con conti in rosso, tendenziale difficoltà nel mercato della raccolta pubblicitaria e un evidente calo degli ascolti nelle tre principali reti generaliste rispetto all’infotainment e intrattenimento prime time non si ha nulla di meglio da proporre che promuovere sulle proprie Reti programmi riferibili alla concorrenza? Chi trae vantaggio da queste operazioni? L’intelligenza col concorrente storico, in ogni caso ancora il diretto concorrente, si traduce in danno del marchio, danno all’immagine, sviamento di clientela, vendita di spazi di palinsesto e depauperamento delle risorse aziendali".

Vedremo se e come verrà data risposta.

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martedì 30 marzo 2021

FLASH !!!

Non vi perdete comunque il post di oggi. 

Intanto riteniamo utile questo aggiornamento sul quale torneremo. 

Quando si dice “innovazione tecnologica” oppure “cambiamento” oppure ancora nuovi linguaggi, sistemi piattaforme, prodotti audiovisivi e così via si corre spesso il rischio di esser superficiali, banali oppure ben che vada troppo sintetici, essenziali.

Oggi abbiamo una prova “provata”, tangibile, visibile e misurabile di cosa parliamo anche su questo Blog quando allarmiamo sul futuro della Rai, del Servizio Pubblico. Per chi non lo fa abitualmente, è pregato vivamente di comprare il Corriere della Sera di oggi e andare pagina 7 e trovate questa immagine:



Leggete bene che si tratta di un accordo tra TIM e Mediaset dove si sostiene la diffusione del prodotto “De Filippi” e i suoi Amici. "Grazie a TIM, da questa settimana lo studio di Amici è la prima realtà in Italia ad avere una connessione Fibra FTTH (Fiber to The Home) fino a 10 Gigabits al secondo". Ecco cosa significa il “mercato” delle tecnologie. A questo ci riferiamo quando avvertiamo sui rischi e i pericoli che la Rai corre quando il mondo del broadcast sarà sempre più broadband, a quando gli apparati televisivi oggi presenti nelle case di milioni di italiani saranno sempre più smart Tv e sempre meno DVB, sia pure nella versione aggiornata T2 che comincerà a dispiegare le sue prime conseguenze il prossimo settembre per completarsi entro il 2022.

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I grandi disegni di riforma Rai e la bassa, bassisima, cucina

Qualcosa si muoverà… forse. Nei giorni scorsi la Commissione Parlamentare per la Vigilanza Rai ha deciso di avviare un’indagine conoscitiva sui sistemi di governance dei servizi pubblici radiotelevisivi in ambito europeo per raccogliere – attraverso un ciclo di audizioni – contributi, valutazioni sulle prospettive di riforma della disciplina della governance della Rai. Ottima iniziativa, necessaria e doverosa. Necessaria anzitutto perché, come al solito, “ce lo chiede l’Europa”. L’ha chiesta la Corte di Giustizia d Bruxelles quando nel settembre scorso ha deliberato che l’Italia debba rivedere il proprio SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni) e il TUSMAR (Testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici). In verità lo avevano chiesto i due governi precedenti di Conte che avevano posto la riforma complessiva delle TLC nei programmi di governo. Ma, in ulteriore e più sostanziale verità, una riforma dell’intero sistema delle TLC ce lo chiede la storia, l’attualità, il futuro prossimo venturo con il quale si dovrà i conti già a partire da “ieri”. Attenzione, la CPV ha parlato di “governance” dove è sott’intesa la riforma della legge 220 del 2015 che si limita, appunto a ridefinire il modello la modalità di composizione del Cda Rai. Nulla dice invece rispetto agli altri capisaldi sui quali regge il servizio pubblico: anzitutto la sua “missione” il suo ruolo, il suo scopo, le sue finalità. Nulla dice rispetto alle risorse sulle quali debba contare (canone e pubblicità) e infine nulla dice rispetto al terzo pilastro sul quel poggia: le tecnologie. Dunque è assolutamente un bene che in ambito politico cominci a farsi strada la consapevolezza che è necessario avviare al più presto questo processo di riforma generale, complessivo, dove la riforma della governance Rai è solo un tassello, importante, ma non prioritario. Allo stesso tempo, se ci limita solo a questo aspetto, possono sorgere dubbi sulla finalità e i tempi di questa iniziativa. Si tratta infatti di una revisione di una legge che, come noto, può avvenire solo con un'altra legge. È pensabile allora che questo Parlamento, nelle attuali circostanze, possa avere la forza e la volontà di affrontare solo questo aspetto quando anche altri impegni rimangono “appesi” ad un calendario indefinito: vedi su tutte la riforma dell’intero sistema delle telecomunicazioni del quale Rai è solo una parte, rilevante ma pur sempre una parte. Non regge nemmeno la logica progressiva che alcuni sostengono: partiamo dalla governance e poi seguirà il resto. Sarebbe come dire che per costruire una vettura si parte da una delle quattro ruote non dal motore o dal telaio. In sintesi: riforma della governance si ma contestuale riforma non solo di tutta l’Azienda ma del perimetro entro il quale opera. Oggi l’emergenza per il Servizio Pubblico sta divenendo sempre più impellente sul combinato disposto risorse/tecnologie: se non ci sono soldi e non si affrontano gli adeguamenti tecnologici, non c’è modello di Cda che tenga. Se da qui ai prossimi mesi, anni, il modello di televisione si sposterà progressivamente verso altri “pubblici”, altre modalità di consumo e su diverse piattaforme e la Rai non sarà in grado di intercettare questa mutazione perché non avrà i mezzi, c’è poco da riformare. Dobbiamo osservare che questa iniziativa della CPV, peraltro, arriva con notevole ritardo rispetto a quanto già avviene in altri Paesi (per prima la BBC ormai da oltre 4 anni, da poco la Francia etc). Infine, contestuale all’iniziata della CPV sarebbe molto utile e interessante capire bene cosa hanno in mente i partiti sul tema riforma delle TLC. Sappiamo bene che su questo argomento non ci sono idee chiare e condivise e quelle poche che sono molto distinte e distanti. Morale della favola: non vorremmo che questa iniziativa finisse nel porto delle nebbie dove tutto annega: "...sopire e troncare, padre molto reverendo, troncare e sopire...".

Infine, ci sia consentita una sommaria riflessione sul ruolo e le funzioni della Vigilanza Rai. Poniamo un solo semplice problema. Che forza, quale credibilità, può avere un organo parlamentare di tale rilevanza se non ha, non ha avuto, la determinazione di far rispettare vincoli e impegni fondamentali che interessano la Rai: primo tra tutti il Contratto di Servizio. Ne ricordiamo solo alcuni: i canali in lingua inglese e istituzionale come pure la “rimodulazione delle testate giornalistiche” per non dire degli atti di indirizzo formulati dalla stessa CPV sul ruolo degli agenti di spettacolo e sul Piano industriale. Quest’ultimo, perla tra le perle: incompleto, sospeso, disatteso.

Bene, ora torniamo un momento nei bassifondi della cucina di Viale Mazzini. Ieri abbiamo scritto della pubblicità “occulta” ma nemmeno poi tanto che sulle reti Rai viene fatta gratuitamente ai suoi diretti e più minacciosi concorrenti (Neflix, Amazon Prime etc). Se non che ci era sfuggito quanto successo domenica sera nella trasmissione di Fabio Fazio con la partecipazione della Marcuzzi, volto noto di Mediaset, che ha avuto buon gioco nel pubblicizzare una sua particolare crema per il corpo, pur senza mai dire il nome. Ieri sera il solito Striscia la notizia ha avuto buon gioco nel “prendere per il culo” (scusate l’eufemismo) la trasmissione e l’Azienda tutta. 

Ora il problema, come abbiamo scritto è capire quale diabolica mente possa immaginare una simile perversione e perché. Forse abbiamo trovato due possibili risposte che ci propone un “esperto” del settore: quando si contrattano l’acquisto o la vendita di spot pubblicitari (e Netflix e Amazon Prime sono buoni “clienti”) implicitamente, in modo informale che non risulterà mai da nessuna parte, vengono loro proposti passaggi “redazionali” a titolo gratuito che somigliano esattamente a quanto avvenuto nei giorni scorsi e non solo. Non abbiamo modo di verificare se possa essere vero o meno questa ipotesi ma certamente è possibile che queste “partecipazioni” delle varie Maionchi, Fedez, De Filippi, Marcuzzi etc non avvengono per caso. L’altra ipotesi che ci viene suggerita è che si tratta di “valore aggiunto” sull’immagine e la visibilità dei vari personaggi: è noto, ad esempio, che ogni inquadratura, ogni volta che si cita un giocatore di calcio questo aumenta il suo valore di mercato, anche indipendentemente dalle sue capacità. “E’ tutta una partita di giro: io oggi invito te e tu domani ti ricordi me” e chi gode sono gli agenti di spettacolo dell’una o dell’altra “scuderia” alle quali tutti, più o meno, appartengono. Ma, per affrontare questo problema, ci vuole molto, molto coraggio e forza che pochi sembrano avere. La “presa per il culo” (riscusate l’eufemismo) si avverte quando si legge che la Rai ospita questi personaggi perché “…è da sempre orientata a criteri di rispetto e apertura verso tutte le opinioni…”. Questa la posizione ufficiale espressa in Vigilanza in risposta ad una interpellanza della Senatrice Fedeli. Qualcosa non torna.

Per finire, a proposito di conti che non tornano: il Sole di oggi riporta la notizia di una iniziativa PD, M5S e LEU per ridurre ulteriormente il canone speciale dovuto alla Rai dagli esercenti attività commerciali oltre a quanto già previso nel decreto “sostegni”. Per le casse di Viale Mazzini altro “piccolo” problema per i conti 2021.   

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lunedì 29 marzo 2021

Ottusità tetragona tra natura e cultura

Questo piccolo Blog fa gran fatica ad essere moderato, ragionevole, pacato, attento e sensibile ad intercettare tutte le possibili sfumature, a non toccare nervi sensibili, a non urtare facili permalosità. Inoltre, mettiamo sempre grande attenzione a cercare e proporre temi e problemi che sfuggono alla cronaca quotidiana per cercare soluzioni, intravvedere squarci di un possibile futuro che possa interessare, direttamente o indirettamente, il Servizio Pubblico radiotelevisivo. Ma, purtroppo, non sempre è possibile e allora anche una sana “indignazione” (e siamo educati) è giusta, doverosa, necessaria. I nostri lettori spero ci perdoneranno se oggi divaghiamo su questo “lato oscuro” della Rai anche se ci sarebbero altri argomenti da trattare.

Ci sono comportamenti umani che nemmeno le scienze cliniche possono spiegare. La mente genera spesso mostri dalla natura indefinita e questi traggono alimento da antiche e remote fratture sociali, familiari e culturali. Oppure si tratta di comportamenti primordiali, ancestrali, primigeni che milioni di anni non sono stati in grado di sanare e ricondurre alle sfere del razionale e del “civile”. Ancora una volta e per chissà quanti anni ancora, si ripropone l’eterno dilemma tra natura e cultura. Il primate che è dentro di noi vive ancora nella giungla (dove magari sta meglio di noi che viviamo nella “civiltà”) e, a quanto sembra, non ne vuole proprio venire fuori.

Tutto questo per cercare di capire cosa succede nei meandri oscuri delle menti di alcune persone che risiedono stabilmente a Viale Mazzini. L’argomento è noto e se ne parla (poco) da tempo: lo spazio, gratuito che Rai concede ai suoi concorrenti più agguerriti e famelici di erodere telespettatori a loro vantaggio. Una volta è Mediaset o altra volta Netflix o Amazon Prime, la musica è sempre la stessa: con la scusa di invitare un personaggio che appartiene a quella “scuderia”, di fatto, si regala visibilità, riconoscibilità e identità alla concorrenza senza nulla in cambio. È successo ancora una volta ieri con Mara Maionchi ospitata da Mara Venier su RaiUno che ha pubblicizzato una sua trasmissione presto diffusa appunto da Amazon Prime. Come già vi abbiamo riportato, la risposta della Rai su questo tema in Vigilanza si limita a dire che “la Rai è da sempre orientata a criteri di rispetto e apertura verso tutte le opinioni… anche laddove tali opinioni siano espressione di esponenti di media concorrenti. In tale quadro si collocano anche le presenze di volti legati a Mediaset all’interno dei palinsesti Rai, fenomeno che ha una sua reciprocità, sebbene la presenza di ospiti Rai nei programmi della concorrenza sia meno frequente”. Ma è chiaro come il sole che non si tratta di opinioni ma di pubblicità occulta ai danni della Rai, ai limiti del danno erariale. Allo stesso tempo, a proposito di reciprocità, non ci mai capitato di vedere o sapere che Mediaset, Amazon Prime o Netflix abbiano mai mandato in onda servizi “redazionali” a favore di Rai o di qualche suo prodotto. Chissà se a Pinuccio di Striscia la Notizia, sempre attento agli sprechi Rai, gli è mai venuto in mente che in questo caso non si tratta di “spreco” ma ben di peggio. A questo punto sorgono i dubbi: come è mai possibile che avvenga continuamente tutto questo? Si tratta di ottusità tetragona oppure qualcuno persegue interessi privati di natura non ben definita? Già, l’Azienda... la stessa Azienda dove regna indisturbato il potere palese o occulto dei vari agenti o delle case di produzione che dettano l’agenda, il palinsesto, i modi, i linguaggi, le scelte strategiche che invece gli dovrebbero essere del tutto estranee.

Bene. Anzi... male. Comunque andiamo avanti e spostiamo lo sguardo sul tema che seguiamo da tempo: la rete unica. Oggi sui supplementi economia del Corriere e La Repubblica compaiono due titoli quasi uguali: “Agenda Colao: terza via per la rete unica (tra pubblico e privato)” e “Banda larga pubblica o privata, un dilemma che dura da 25 anni”.  La lettura congiunta dei due articolo fornisce materiale sufficiente a rendere comprensibile il momento politico, economico e tecnologico in cui si colloca il problema dello sviluppo della rete digitale nel nostro Paese. L’articolo di Repubblica ricostruisce in modo attendibile lo scenario storico che fa da sfondo alla situazione attuale e le scelte che i vari governi, compresi di centrosinistra, hanno compiuto da quando si sono “invaghiti” delle grandi privatizzazioni ed hanno ceduto pezzi importanti di beni pubblici ai privati. Ora tornare indietro è assai difficile e non è nemmeno scontato che ci possa essere una nuova e diversa volontà in questa direzione: Draghi non sembra avere nel suo DNA un tale orientamento, non foss’altro perché nel suo CV questo tema è scritto in neretto. Anche in questo caso, come sopra, ritorna il solito eterno dualismo: Stato o mercato, pubblico o privato?

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domenica 28 marzo 2021

Quello che passa il Convento e la Rai

Se il buongiorno si vede dal mattino… uuuhhmmm… non si vede una gran bella giornata anche se è la Domenica delle Palme. Come abbiamo più volte scritto, per questo Governo ci sono grane da pelare grosse come meteoriti (ricordate il marziano? Dopo ne parleremo). Vedi anzitutto Recovery Plan, poi vaccini, e a seguire Alitalia, Autostrade, Ilva, rete unica e, a breve, la Rai. Come abbiamo scritto, si tratta di partite dove è in gioco la concezione, il ruolo stesso, che lo Stato intende assumere rispetto al mercato, nazionale e globale (vedi pure la partita del Golden Power esercitato da Draghi sulla questione Hawei- FastWeb- Rai Way).

Il Supertecnico Draghi comincia a fare i conti con la Politica, con la P maiuscola, con la SuperPolitica che tutto guida e tutto illumina. Lui stesso ha iniziato il processo di mutazione genetica: da SuperBanchiere a SuperSegretario di un partito che non c’è ma che presto ci potrebbe essere (come del resto è avvenuto con molti altri suoi predecessori che poi abbiamo visto come sono andati a finire).

A questo proposito, sempre con l'idea di essere utili ai nostri lettori, non so per quanto sarà possibile, ma abbiamo la possibilità di fornirvi un nuovo servizio, esclusivo e aggratiss: un focus sullo stato di salute del Paese che chiameremo “Quello che passa il Convento”. Si tratta di rimanipolazione di informazioni qualificate, riservate e di grande interesse (gentilmente fornite, in sintesi “rielaborata” da altro Marziano – il n. 3) utili a capire, appunto, l’aria che tira. Intendiamoci sul termine “rimanipolate”: come a noi è ben noto, di verità assolute ce ne sono ben poche e tantomeno quando si tratta di rilevazioni statistiche. Permettetemi una citazione classica: “Non mi fido molto delle statistiche, perché un uomo con la testa nel forno acceso e i piedi nel congelatore statisticamente ha una temperatura media” detta da uno che la sapeva lunga e la sapeva pure raccontare, Charles Bukowski. A farla breve, diciamo che si tratta di un servizio ai lettori di tipo “fiduciario”. Se vi fidate le prendete per buone, con il linguaggio “rimanipolato” altrimenti pace, amici come prima. Ma, se posso dare un consiglio (oste com’è il vino???), non disdegnate una sommaria lettura.

Allora: volete sapere come viene giudicato l’operato del Governo nella gestione della campagna vaccinale? Tra “male” e “così così” si va oltre il 60% (esattamente 40 e 20). Di chi è la colpa? Diciamo di tutti un po': Europa, Governo e Regioni. Alla domanda “come se la passa e come la vede?” La risposta è “maluccio, non mi sento preso in grande considerazione e per ripartire se ne parla tra un anno o due”. Va bene, ma allora il Governo e il suo Capo come si stanno comportando? “Le settimane dal suo insediamento passano, i figli crescono e la fiducia, poco, ma cala”. A farla breve: Italiani, come vi sentite? “Stanchi, un po' intristiti, con un pizzico di paura e pure un tantinello incavolati”. Una roba del genere, più ricca e circostanziata di numeri, grafici e tabelle, gira con regolarità su qualche tavolo tra quelli che contano e decidono.

In questo quadro, nei prossimi giorni si aprirà la “campagna elettorale” per il rinnovo dei vertici Rai. ieri vi abbiamo proposto la “schedina” per le scommesse. Vi abbiamo elencato solo nomi utili per l’AD (ma ce ne saranno altri che presto aggiorneremo alla lista) ma in ballo ci sono anche i posti da consigliere (i quattro nominati da Camera e Senato) e quello eletto dai dipendenti Rai. Diciamo pure che, nella logica della Legge 220 il potere vero è nella mani dell'AD mentre il resto del Cda (come questa esperienza per buona parte ha insegnato) non sembrano avere gran voce in capitolo. Però, la composizione “politica” dei componenti il Cda hanno rispettato e forse rispecchieranno bene gli equilibri politici che si verranno a determinare nelle prossime settimane. La scommessa è se rispetteranno altri criteri: la competenza, la conoscenza e l’esperienza necessari a mettere mano alla cosa pubblica che poi si dovrà trasformare in forza e autorevolezza necessari a competere con la politica. Di conseguenza, Draghi si sottometterà al bilancino tra il neo PD di Letta e post Lega di Giorgetti (Salvini si occupa d’altro) mentre il 5S sta cercando di capire cosa vuole fare da grande? Questi ultimi, quasi certamente, ora che a Palazzo Chigi non c’è più Conte, sarà difficile che possano trovare la forza (e il coraggio) di esprimere un nuovo AD per la Rai che, giocoforza, avrà altra “caratura” politica o forse meglio ancora “tecnica”. Fra pochi giorni si potranno presentare le candidature e pure all’interno di Rai inizierà la competizione per il rappresentante dei dipendenti.  Per quanto abbiamo potuto intuire, lo scorno delle precedenti elezioni non è stato dimenticato: tutti coloro che hanno partecipato ne sono usciti con le ossa rotte. Come si comporteranno i vari sindacati, l’Usigrai, l’Adrai di fronte alla possibile ricandidatura di Riccardo Laganà? Si dice spesso, e forse non sempre correttamente, che la Rai è lo specchio del Paese. Chissà quale immagine ne verrà fuori questa volta.

Intanto, ci limitiamo, per quanto ci interessa, a fare osservazioni su “piccoli” fenomeni che contribuiscono a comporre un quadro della transizione digitale assai complessa. Nei giorni scorsi DAZN, la piattaforma video streaming, si è aggiudicata il pacchetto più importante del calcio di serie A e chi ne ha subito beneficiato? Ca va sans dire: TIM che in poche ora ha avuto una ripresa del titolo in borsa dopo che le battute di Giorgetti sulla rete unica a forte controllo pubblico aveva fatto precipitare il titolo a – 7%. “Tutto in rete …tutti in streaming” è il grido di battaglia che si sente dal campo degli OTT e si vede, si avvertono forti i cambiamenti. In questo periodo chi vi scrive ospita in casa un caro parente, affermato professionista del mercato pubblicitario, che ogni mattina sfoglia i giornali per fare un check di suoi clienti e osserva sconsolato: “Questa pagina è autopromozione, questo è cambio merce, questo è un regalo dell’editore etc etc… per la carta stampata ormai c’è poco da fare… tutto sul digitale”. È la somma di tutti questi dettagli che compone il quadro che non sembra per nulla roseo per la televisione in chiaro delle prossime stagioni.

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sabato 27 marzo 2021

Rai: come farsi male da soli e volersi bene

Pensavamo che la partenza del Marziano, ci avesse tolto dalle scatole tutta 'sta storia di papielli che vanno e che vengono… tutta sta menata di fantascienza che certamente è gradita ai nostri lettori (tanto!!!) ma dopo un pò annoia. Ecco allora che compare un’altra “presenza” oscura e inquietante, misteriosa e fascinosa che chiameremo La Voce. Fatto sta che nel cuore della notte, quando il cellulare è attaccato alla spina e in ricarica, inizia a tintillare ed illuminarsi di immenso lanciando bagliori di fiamme verso il soffitto. Brutto segno quando si avvertono squilli di telefono improvvisi e inattesi. Ascolto: “Hai visto stasera su RaiUno la Maionchi???” Ho pensato ad uno scherzo di uno dei tanti mattacchioni che leggono questo Blog. Rispondo: “No…a mala pena so chi sia e poi, guardo poco o nulla le trasmissioni di intrattenimento di RaiUno”. E la Voce a me: “Sei il solito salottiero criticone, in questo modo ti perdi dettagli importanti della vita dell’Azienda che tanto ti interessa”. Ed io alla Voce: “e di che si tratta .. di grazia ???”. Vi risparmio una lunghissima e dotta conversazione (corredata di tanto materiale) e andiamo al dunque: la Voce ci segnala che ieri sera, durante la trasmissione de I soliti Ignoti, su RaiUno, la nota Mara Maionchi, volto esclusivo di Mediaset, ha promosso una sua prossima trasmissione in onda su Amazon Prime. Verrebbe da dire: robetta, che c’è di nuovo, da tempo la Rai usa fare questi “servizietti” aggratissss alla concorrenza. Già, infatti, è divenuta talmente consuetudine che quasi quasi non ci si farebbe più caso. La domanda è perché? Perché tanto masochismo? Perché tanta complicità con il nemico? Perchè tanta connivenza? Ecco che la Voce, stanotte appunto, ci ha fatto avere un documento di grande interesse, lungo oltre 20 pagine, da leggere attentamente e del quale vi riferiremo, dove a questo proposito, si legge la posizione ufficiale di Viale Mazzini: “In linea generale, si ritiene opportuno sottolineare che, coerentemente con la propria mission di servizio pubblico, la Rai è da sempre orientata a criteri di rispetto e apertura verso tutte le opinioni, da qualunque fonte provenienti, senza pregiudizi o atti di censura, anche laddove tali opinioni siano espressione di esponenti di media concorrenti. In tale quadro si collocano anche le presenze di volti legati a Mediaset all’interno dei palinsesti Rai, fenomeno che ha una sua reciprocità, sebbene la presenza di ospiti Rai nei programmi della concorrenza sia meno frequente”. Se non fosse che si tratta di un documento ufficiale, verrebbe da pensare che sia stato scritto in un momento di “confusione”. La Maionchi che pubblicizza un suo programma su una piattaforma concorrente alla Rai è un’opinione? Poi, leggiamo: “In ogni caso, la scelta degli ospiti all’interno dei programmi resta una prerogativa delle strutture editoriali che, nella loro autonomia, decidono sull’opportunità e sulla necessità di talune presenze, anche se legate ad altre emittenti”. Autonomia delle strutture editoriali? Cioè, se un Direttore di rete o il responsabile di un programma decide di mandare in onda La Qualunque, l’Azienda è neutra, non ne risponde? Discorso lungo e complesso ma da non sottovalutare, ora per allora. Ci torneremo.

Nel corposo documento che La Voce ci ha gentilmente donato si leggono tante cose interessanti ed una ci interessa in modo particolare: cosa intende fare la Rai per la Rete Unica in fibra. Leggiamo “Per quanto concerne il progetto della rete unica, lo stesso nasce dall’esigenza di individuare un soggetto che gestisca le infrastrutture composte dai collegamenti fissi della rete italiana a banda larga, al fine di colmare i ritardi sugli obiettivi della digitalizzazione italiana e migliorare la qualità delle connessioni ultraveloci (al tendere interamente in fibra ottica) e di rendere efficienti gli investimenti BUL del paese. In tale quadro Rai potrebbe essere il soggetto ideale per svolgere il ruolo di «Neutral Host » disintermediato e legittimata alla partecipazione ai tavoli di sviluppo di una infrastruttura CDN pubblica dedicata, nel contesto del progetto di Rete Unica nazionale”. Molto interessante e facciamo due osservazioni: “Neutral Host” sembra un posizione di contorno, in subordine ad altre scelte di maggiore valore strategico che, ancora una volta, non si intravvedono e, inoltre, ci potrebbero anche essere altre prospettive, qualora il progetto AccessCo dovesse subire ritardi considerevoli (5G e FWA). infine, con quali risorse?  Partecipare ad una CDN costa e anche tanto... Come si concilia con il fatto che Rai non possiede una sua CDN e che proprio questo rappresenta un grave handicap tecnologico? 

Bene, ora scendiamo ai piani bassi, nella cucina "oscura" di Viale Mazzini (dove peraltro succedono cose strane a proposito dell'Ufficio Studi e dell'Ufficio Stampa). Visto che fra pochi giorni si apriranno formalmente le procedure che porteranno al rinnovo dei vertici di Viale Mazzini e che già da tempo è iniziato il Carosello sui nomi, proponiamo di svolgere noi, questo piccolo Blog, un Servizio Pubblico destinato a facilitare la lettura del fenomeno ai nostri affezionati lettori che certamente sono interessati a questo argomento. Vi proponiamo un doppio elenco: da un lato un elenco di nomi, diviso in tre fasce: esterni (più o meno sprovveduti), migranti di ritorno (più o meno provveduti, lo fanno per il bene della Patria) e interni (in “quota” o senza citazioni”. Il secondo elenco dovrebbe essere la griglia sulla quale “cuocere” i nomi che via via compaiono nella lista precedente. Alla fine della fiera, si dovrebbe assegnare un punteggio e d una possibilità di vittoria. Come al solito, spero nella vostra indulgenza, sono un giocatore accanito e con questo giochetto intendo proporre scommesse (di poca entità. caffè, aperitivo, apericena, digestivo etc).

Allora, ecco un primo elenco di nomi relativamente attendibili (per ora parliamo solo di AD)

Esterni: Andrea Scrosati (Fremantle); Fabio Vaccarono (Google Italia); Elisabetta Ripa (CEO Open Fiber).  

Migranti: Eleonora Andreatta (Netflix); Carlo Nardello (TIM) e Andrea Salerno (Direttore La7).

Interni: Marcello Ciannamea, Paolo del Brocco, Stefano Ciccotti, Nicola Claudio, Alberto Matassino, Roberto Sergio.

Questo ora un sommario elenco di “criteri” utili a determinare una scelta (al netto della “buona condotta", moralità etc etc):

1)   1)  autonomia dalla politica (appartenenza o vicinanza ad uno schieramento o in simpatia/amicizia di un leader);

2)     2)  precedenti esperienze professionali nel settore audiovisivi/TLC;

3)  3) conoscenza dello specifico ambito di riferimento dove si dovrebbe operare (la Rai, il Servizio Pubblico);

4)     4) immediata operatività;

5)      5) altri ed eventuali.

Last minute: segnali dallo spazio ci informano che il Marziano potrebbe tornare anche entro stasera con altre preziose informazioni. Stay tuned.

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venerdì 26 marzo 2021

Un mondo Normale

Partito il Marziano, gabbato lo Santo. Oggi ci troviamo in braghe di tela…le notizie del giorno non ci fanno iniziare la giornata di buon umore.

Nei giorni scorsi il MISE ha rilasciato i dati sull’andamento della campagna di rottamazione dei televisori in vista della liberazione delle frequenze intorno ai 700 Mhz la cui prossima fase inizierà dal 1° settembre e si completerà nel 2022 quando tutti i segnali del precedente digitale terrestre saranno definitivamente spenti. Finora, secondo il MISE, hanno potuto usufruire del bonus per l’acquisto di un nuovo decoder o televisore idonei alla ricezione delle nuove frequenze digitali poco meno di mezzo milione di famiglie. Si tratta di 388.100 contributi totali riconosciuti, corrispondenti a 19,4 milioni di euro erogati a fronte di 150 stanziati. Poco, troppo poco, tanta da far dire al Ministro Giorgetti che è “necessario e urgente rafforzare l'incentivo per l'adeguamento del parco televisori delle famiglie”. Finora questa campagna è stata sostenuta solo con la messa in onda di uno spot

https://www.youtube.com/watch?v=ywfFlIyH3ko

dove si informano i telespettatori che “… la televisione italiana guarda avanti… è in arrivo la nuova Tv digitale… scopri come accedere al bonus…”. Cioè nulla o poco più. Nessuna “call to action” indirizzata anche a chi non potrà usufruire del bonus (limitato a fasce di ISEE). Nessuno insiste e chiarisce che, a differenza della precedente transizione al DVB, non ci saranno gli stessi vantaggi (aumento del numero dei canali, qualità del segnale etc) e quindi sono necessarie altre leve motivazionali. Ma, fin qui, ripetiamo quanto noto a molti e, paradossalmente, nulla di nuovo. La novità la troviamo invece quando sul sito dello stesso MISE leggiamo una nota con questo titolo: “Anche i PC supporteranno il digitale terrestre: come poter vedere i canali TV anche senza connessione internet” e dopo “Oltre alle smart TV e ai classici decoder di ultima generazione, infatti, è possibile trovare in commercio decoder per digitale terrestre in formato USB: chiavette in grado di “trasformare” il PC in una televisione poiché consentono la ricezione dei canali anche quando non si abbia la connessione ad Internet”. Bene. Cosa potrà succedere per quanto riguarda il canone dovuto alla Rai? Si potrà richiedere l’esenzione dal pagamento del canone in bolletta in quanto, come prevede l’Agenzia delle Entrate “per evitare l’addebito del canone TV in bolletta, possono dichiarare che in nessuna delle abitazioni dove è attivata l’utenza elettrica a loro intestata è presente un apparecchio tv” e una pennetta USB, per quanto la si possa considerare un “sintonizzatore” come meglio specificato in una nota dello steso MISE del 2016, si può considerare un “apparecchio tv”? Provate ad immaginare cosa potrà succedere. Per la Rai le ripercussioni negative si prospettano quindi su due fronti: una perdita del bacino di utenza, quando milioni di telespettatori saranno indotti a fare altre scelte tecnologiche (piattaforme) e una potenziale riduzione sul fronte del canone quando le smart tv, prive di sintonizzatore, si diffonderanno sempre più.

Notizie di ieri: in Cda Rai sono state fatte alcune nomine (non citeremo nomi nemmeno sotto tortura, anche se siamo deboli di carattere e potremmo anche cedere). Cosa è successo? Semplicemente che fino all’ultimo, perdono il pelo per il cambio di stagione ma non il vizio: anzitutto, apparentemente, non ci sono criteri trasparenti di scelta. Perchè si sceglie Tizio o Caia?

Sarebbe normale in un’Azienda normale, in un mondo normale, che si possa procedere a nominare qualcuno in relazione alle proprie capacità, alla storia professionale, attingere alle esperienze e conoscenze specifiche per quel determinato ruolo che si dovrebbe occupare. Esiste uno strumento, il Job Posting, che consente di effettuare valutazioni preventive, di consentire candidature, di confrontare diverse possibilità e quindi operare per quella ritenuta migliore. Potrebbe, dovrebbe, essere tutto molto semplice e, appunto, trasparente: si tratta di sottrarre il potere dell’arbitrarietà, dell’insindacabile giudizio a modo di “io so io e voi …no”, dell’influenza partitica quando c’è, oppure della semplice appartenenza o meno ad una “lobby” interna o esterna all’Azienda quale che sia. In poche parole: si scelga la persona migliore, indipendentemente da qualsiasi altra considerazione, quale che essa sia. Inoltre, succede forse dovunque, che i processi di crescita, di maturazione, possano avvenire per via verticale e non orizzontale. In una determinata struttura, quale che essa sia, in genere si evidenza una scala gerarchica che potrebbe supporre che anche chi è in fondo possa risalire ed assumere ruoli progressivamente superiori fino ad arrivare al culmine. Si tratta di “percorso di crescita” di maturazione, di consolidamento, di conoscenza e competenza in grado di garantire un livello di qualità minimo sindacale: quella persona, sa bene di cosa si dovrà occupare. Non si capisce perché in Rai questo criterio sia così difficile da applicare. Se in una Direzione c’è un/a Vice già operativi, immediatamente pronti ad assumere il livello successivo per quale dannatissimo motivo gli si deve mettere in testa una persona che di quel settore non ne sa assolutamente nulla??? Se si vuole liberare la Rai dai partiti, forse, si potrebbe cominciare a liberare la Rai da se stessa, da quella sudditanza di modi, di “consuetudini” di arroganza e prepotenza caratteristici di quel mondo dal quale si vorrebbe sottrarre l’Azienda. 

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giovedì 25 marzo 2021

I marziani sono tra noi

Sto dannato Marziano non ha nulla di meglio da fare che girare sui tetti di Viale Mazzini. Questa volta però, è stato gentile e mi ha proposto un caffè al solito baretto della “napoletana”, proprio dietro Viale Pasubio. Gentile si ma pure saccente e presuntuoso, come solo i marziani sanno essere con noi umani. “Ma tu lo sai quanto tempo potete impiegare per venire a romperci le scatole su Marte con i vostri razzetti? Sai quanto siamo distanti?” ed io a lui “boh… non ne ho idea!!!” e lui a me “circa 40/50 giorni dipende dalla traiettoria e da tanti altri fattori necessarie percorrere circa 55 ml di KM… hai idea??? E allora vi chiedo: ma perché non tornate a rompere le scatole sulla luna dove siete già stati e, alla fin fine, se volete potete pure fare un giro andata e ritorno in giornata?”. Rimango perplesso, tutto sommato come dargli torto. Ricordo benissimo quel giorno che abbiamo visto in bianco e nero le immagini dello sbarco sul pianeta e mi torna in mente che per fare quel viaggio è stato utilizzato un calcolatore grande come una stanza quando oggi ne occorre uno delle dimensioni di una scatola di scarpe. Misteri, forse ha ragione lui. 

Ed ecco allora che tira fuori dalla sua bisaccia astrale un nuovo papiello e me lo porge gentilmente. Si tratta nientepopodimenoche di Impatto Covid-19 sugli ascolti TV in Italia Anno 2020 - Ufficio Studi CRTV in collaborazione con Auditel - 19/03/2021, realizzato da Confindustria Radio Tv alla quale aderiscono tutte le emittenti radiotelevisive nazionali.

Dannato Marziano, riesce ad avere cose che noi umani sulla terra facciamo fatica solo ad immaginare. Leggiamo avidi e curiosi un documento di 33 pagine fitte fitte. Questi i punti salienti:

INVERSIONE TREND STORICO. La lenta contrazione degli ascolti che si era registrata negli ultimi 10 anni mostra nel 2020 una decisa inversione di tendenza a seguito dello scoppio della emergenza epidemiologica da COVID-19.

CORRELAZIONE CONTAGI/ASCOLTO/PUBBLICITA’. Durante l’intero anno l’ascolto medio evidenzia una correlazione positiva con il numero dei contagi giornalieri che diventa «piena» nel primo lockdown tra marzo e maggio.

ASCOLTO MEDIO NEL 2020. L’ascolto medio (AMR) mostra un’importante crescita nelle 24 ore in corrispondenza dei primi giorni di emergenza nazionale.

ASCOLTO PER EDITORE. Tutti gli editori crescono in maniera importante in termini di ascolti medi (AMR) nel primo lockdown (fino a raddoppiare rispetto all’anno precedente per alcuni), più contenuto l’aumento nel secondo. Questo risultato è presente anche nel genere INFORMAZIONE con differenti pesi tra il servizio pubblico e gli operatori privati (Rai +39,0%, Mediaset +66,3%, La7 +42,6%).

ASCOLTO PER FASCE DI ETA’. L’ascolto medio sul totale individui nel primo lockdown cresce del 37% (+3,8 milioni) arrivando a 14,4 milioni di spettatori nell’intera giornata (24h). Questo incremento è generato per il 37% circa dalla fascia di età compresa tra 45/64 anni (+41,2% rispetto al periodo omologo 2019), seguito dalle classi di età più anziane (65+ anni) con il 24,1% (e un incremento del 23,3%) e quella dei giovani adulti (25/44 anni) con il 23,9% (+47,9% rispetto al 2019).

Osservazioni: crescono i positivi da Covid e crescono gli ascolti. In che relazione si pongono queste serie di dati apparentemente tra loro non omogenei è difficile comprendere. Sembra di osservare un fenomeno di “alert” mediatico: più è alta la tensione sulla pandemia e maggiore l’esigenza di stare di fronte alla Tv alla quale si risponde “rimbalzando” la quantità di informazione fornita.

Interessante osservare che i telespettatori aumentano di circa 4 mln rispetto all’anno precedente e gli incrementi maggiori (+53,6% e +60.6%) nelle fasce di età 4/14 e 15/24 mentre gli over 64 crescono solo del 23,3%.





Vediamo ora l’ascolto medio dei gruppi editoriali nei due diversi Lockdown: nel primo Rai e Mediaset attestano mediamente una crescita nel day time intorno al 34,6% mentre nel secondo Mediaset cresce di 2 punti rispetto a Rai.

Ma l’aspetto che colpisce di più e sul quale sono necessarie maggiori osservazioni si riferiscono all’informazione: nel primo e secondo lockdown l’ascolto medio (media ponderata) del genere “informazione” dei vari editori vede Rai costantemente sotto gli altri editori:

1° lockdown       Rai + 39,%      Mediaset  + 66,3%         La7 + 42,6%

2° lockdown       Rai +7,3%       Mediaset   + 9,3%          La7 + 9,3%

Cosa si può osservare su questi dati? Troppo facile rilevare lo stacco netto del Servizio Pubblico rispetto agli operatori privati. Il problema è capire a cosa è dovuto, quali sono i fattori che incidono a determinare questo fenomeno. Giriamo, per il momento, gli interrogativi ai nostri lettori. Certo è che facciamo fatica a ricomprendere questi dati con quelli dei quali vi abbiamo dato conto nel precedente incontro con il Marziano dove si leggeva l’aumento della “fiducia” degli italiani verso la Rai.

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mercoledì 24 marzo 2021

Inizia la battaglia

Nel Mare del Nulla, nel Fiume del Niente e nel Torrente del Poco proviamo a tirare su qualcosa di dignitoso sul quale riflettere e dibattere. Magari, in attesa che Draghi, o chi per lui, avrà la compiacenza di far sapere all’italico popolo cosa pensa delle telecomunicazioni, del mercato degli audiovisivi, del Servizio Pubblico e, infine, della Rai. 

Prima però necessario dar conto di due notizie: la prima è relativa alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto Legge Sostegni, dove, all’art. 6, si legge “5. Per l’anno 2021, per le strutture ricettive nonché di somministrazione e consumo di bevande in locali pubblici o aperti al pubblico il canone di abbonamento alle radioaudizioni… è ridotto del 30 per cento”. Si tratta di un intervento, a carico dello Stato, di circa 25 mln di Euro per il cosiddetto “canone speciale” che, a bilancio 2019, vale per Rai oltre 80 mln di Euro. La vera, grande novità è che questi soldi che verranno erogati a Rai “in compensazione” dei mancati introiti transiteranno invece attraverso il MES e non più come prima il versati direttamente nelle casse di Viale Mazzini. Inoltre, il MES opera delle trattenute: la concessione governativa e l'IVA pagata dal detentore l'apparecchio televisivo. In soldoni, cresce il “peso” del Governo sulla Rai e, come già successo in passato potrà/vorrà chiedere conto di come verranno spesi questi soldi.

La seconda notizia si riferisce a quanto già vi abbiamo anticipato nei giorni scorsi: i Presidenti di Senato e Camera, entro il 31 marzo daranno avvio alle procedure per la presentazione delle candidature necessarie alla nomina del nuovo Cda di Viale Mazzini. Inizia la battaglia, qualcuno potrà cominciare a preparare gli scatoloni.

Il tema che oggi ri/proponiamo è quello del futuro digitale del Paese e, in subordine, di Viale Mazzini alla vigilia di un possibile cambio del suo vertice. In particolare, ci interessa capire cosa potrà succedere nell’ambito delle scelte che il Governo dovrà compiere per quanto riguarda la BUL e la rete unica. Il passo indietro che come al solito bisogna compiere, senza andare troppo lontano, ci riporta alla fine dello scorso agosto quando sembrava che i giochi si stavano chiudendo: i Cda di TIM e CdP approvano un “memorandum of understanding” per far nascere AccessCo dove a TIM sarebbe andato il 50,1%. A ridosso di questo passaggio il Corriere della Sera ha scritto: ““Ci vorrà tempo per incastrare i tasselli. Per arrivare all’accordo di fusione Tim e Cdp si sono date tempo fino a marzo dell’anno prossimo”. Siamo arrivati giust’appunto a questi giorni, quando il nuovo Governo Draghi da poco insediato ha preso in mano il dossier per valutare i passaggi successivi. Cosa è successo nel frattempo? Semplicemente: è cambiato anzitutto il paradigma politico delle scelte che si stavano per compiere. Da una “visione della nuova società e della rete unica a “prevalente interesse privato” ad una dove è determinante la presenza pubblica. In altre parole, il progetto Conte/Gualtieri va in soffitta e TIM potrebbe uscirne alquanto ridimensionata nelle ambizioni e nei progetti. Poi è cambiata l’agenda e le sue priorità: da un solo punto all’ordine del giorno, la BUL, si è passati alla possibilità di esplorare il “Piano B” proposto da Colao dove la tecnologia non sarebbe più unicamente il cavo ma il il 5G e il FWA (Fixed Wireless Access). Inoltre, proprio nei giorni scorsi il Ministro dell’innovazione ha dichiarato in Commissione trasporti che “non possiamo più permetterci ritardi” nel processo di digitalizzazione del Paese, esprimendo pure la necessità di anticipare al 2026 i tempi previsti dalla direttiva UE Digital Compass 2030.

Ma il punto centrale consiste negli obiettivi che si intendono raggiungere: come recita un antico proverbio, non è importane di che colore sia il gatto (la fibra o le onde radio) è importante invece che prenda il topo. Il topo, in questo caso, consiste nella necessità di fornire a tutti gli italiani una modalità di accesso e una velocità di connessione adeguata e sufficiente alle necessità che il Covid ha reso ancora più impellenti e inderogabili: DAD e smart working. È importante rileggere il Rapporto Auditel Censis ( https://www.auditel.it/wp-content/uploads/2020/10/Auditel-Censis-2020.pdf ) dello scorso novembre dove si fotografa lo stato drammatico del “vero distanziamento sociale” degli italiani caratterizzato non solo dallo storico divario Nord/Sud ma anche da nuove e più articolate separazioni tra ceti sociali, tra livello di scolarità e capacità di accesso alle nuove tecnologie. Fra pochi mesi (giugno) verrà pubblicato l’aggiornamento 2021 del DESI (Digital Economy and Society Index) dove si misura lo “stato di salute” dei paesi UE nello sviluppo digitale. In particolare, si misurano: la qualità della connettività in relazione alle infrastrutture di banda larga e ultralarga (broadband connectivity); il “capitale umano” in termini di competenze e specializzazioni digitali (human capital – digital skills); quantità e qualità di utilizzo di internet da parte dei cittadini (internet use of citizens); l’integrazione delle tecnologie digitali nelle imprese e nel commercio (Integration of digital technology by businesses); la disponibilità di servizi pubblici digitali (Digital public services). Lo scorso anno l’Italia era al 19° posto tra i paesi EU, in terz’ultima posizione. Che ci sia possibilità in questi pochi mesi, di poter contribuire ad alzare l’asticella è tutto da vedere ma si comprende perché Colao pone il problema “tempo” prima di ogni altro. Attenzione, da non dimenticare mai che quest’anno, a settembre, prenderà avvio la tappa di evoluzione della transizione al DVB-T2 con tutte le conseguenze che ci potranno essere quando è verosimile che potrà avvenire una sostanziosa migrazione verso la Smart Tv.

Ora, per venire alle faccende di bassa cucina di casa nostra, il tema è capire come può evolvere il quadro e vedere come si potranno comportare i vari soggetti direttamente interessati. Non ci addenteremo nei territori sconosciuti dell’ingegneria finanziaria, nelle alchimie dell’M&A. Cercheremo solo di immaginare se e quali conseguenze ci potrebbero essere, qualora avvenisse, nella mutazione di orientamento strategico da un modello “politico” rispetto alla presenza dello Stato nelle grandi infrastrutture di interesse strategico nazionale (sistema delle TLC) sia rispetto alle tipologie e modello di piattaforme che verranno maggiormente supportate. Il Servizio Pubblico, ora che pure il Piano Industriale 2018-21 si appresta a scadere (nonostante il suo “congelamento” causa Covid) si è dotato di un progetto strategico in questo ambito? In che termini, con quali investimenti e con quali orientamenti si appresta ad avviare il prossimo triennio con il nuovo Cda? “The Future is unwritten” (Joe Strummer, The Clash). Sarà pure questo il momento in cui qualcuno debba cominciare a pensarci? Questo momento è prossimo e ci vorranno persone competenti per farlo e, anche queste avranno poco tempo a diposizione: dopo 5 minuti dal loro insediamento dovrebbero già sapere da che parte mettere le mani. Subito, anzi, da ieri.

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stay tuned

 Rimanete aggiornati ...fra poco il Post ...cose interessanti !!!


martedì 23 marzo 2021

Vento freddo: meglio stare sotto coperta

Questa mattina tutto tace. Il solo rumore di fondo che si avverte è la fuffa su quello che potrà avvenire con il prossimo ricambio del Cda Rai e, in particolare, su chi saranno i nuovi amministratori di Viale Mazzini. Come ben sappiamo, è un gioco che interessa molti dentro e fuori il palazzo.  

Per come la vediamo noi, che pure abbiamo da tempo avanzato una proposta che lentamente sta prendendo forma (una forte candidatura interna), è ancora troppo presto per poter azzardare qualche ipotesi. La posta in gioco e rilevante e gli appetiti sono famelici. Il primo soggetto in causa, Draghi, già parla poco di suo, figuriamoci su questo tema che potrebbe non essere proprio al centro delle sue preoccupazioni. Per suo conto se ne occuperà Giorgetti (MISE) o Franco (MES)? Colao avrà qualche voce in capitolo come pure Franceschini oppure di Maio? Chi sta studiando i dossier e leggendo l’agenda delle scadenze urgenti di Rai per i prossimi mesi? Tutti i partiti giocano coperti, compreso il PD che, a parte i soliti soffietti fatti girare sulle forti e antiche “amicizie” di Letta in Rai (il DG Matassino) o fuori (la Adreatta), al momento tace. La sola voce che si è sentita è stata quella di Valeria Fedeli, capogruppo in Vigilanza Rai, che ha rinnovato la richiesta di far partire subito le procedure per il rinnovo del Cda.

Per quanto abbiamo potuto riscontrare, è probabile che entro breve i due presidenti di Senato e Camera, Casellati e Fico, possano avviare la parte di loro competenza.

Da Viale Mazzini, tutto tace e tanti sono operativi silenziosi, in attesa anche loro di capire, di sapere, quale treno partirà e verso quale direzione. Nel frattempo, meglio stare sotto coperta.

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lunedì 22 marzo 2021

Domande surreali tra umani e marziani

Come si dice a Roma: famo a capisse! Chi vi scrive ha le mani callose per l'uso di tanta pala e piccone, non crede che la terra sia piatta e che sotto l’albero delle pere possano cascare le mele, ed ha alle spalle tanti, tanti anni di onorato “servizio” fuori e dentro la Rai. Quindi, tutto sommato, forse, sufficientemente avveduto e per sapere distinguere il grano dal loglio.

È opportuno chiarire allora il motivo di tanto interesse e curiosità su questa storia del Marziano e del Report settimanale sul “Monitoraggio dell’opinione pubblica” elaborato dal consorzio Opinio per conto di Rai. Già il titolo suona minaccioso: “monitorare l’opinione pubblica” è materia assai delicata e che a svolgere questo lavoro il committente sia Rai sembra ancora più strano. Se poi ignoriamo le modalità e le finalità con le quali viene effettuato questo monitoraggio la faccenda potrebbe sembrare più rilevante di quanto non possa apparire. E se, infine, veniamo a scoprire che pochi ne sanno qualcosa, dentro e fuori la Rai …allora...magari il Marziano ha pure ragione.

Breve riassunto: nei giorni scorsi un Marziano sbarca sul tetto di Viale Mazzini e ci mette sotto il naso questo papiello del quale vi abbiamo parlato e del quale ignoravamo l’esistenza. Ci prende per il sedere e ci sbertuccia sul fatto che non ne fossimo a conoscenza. Va beh ..succede. Lo leggiamo attentamente e cominciamo a porci qualche interrogativo e, nel frattempo, arriva un secondo Marziano (in verità assai esperto ed avveduto) e ci sbatte sotto il naso qualche altra informazione che fra poco vi diremo. Al ché, stordito e confuso, cerco conforto tra persone umane, amiche, vicine, solidali e, con mio grande disappunto, ne traggo poco giovamento. Qualcuno tace, altri ripetono: “robetta”, altri ancora “irrilevante”. Boh .. sarà .. vuoi vedere che ha ragione il Marziano a percularmi e che, alla fin fine, è poco più di acqua fresca??? Nel caso fosse, avessi preso lucciole per lanterne, sono sempre pronto a genuflettermi con il capo chino e cosparso di cenere e chiedere umilmente scusa.

Allora, a questo punto, poniamo qualche domandina e vediamo cosa ne pensano i nostri attenti lettori.

1)   A)  Il “Monitoraggio dell’opinione pubblica” rientra negli obblighi previsti dal Contratto di Servizio? Questo prevede all’art. 25, lettera n: “Monitoraggio della qualità. La Rai è tenuta a dotarsi di un sistema di analisi e monitoraggio del gradimento e della qualità percepita circa la programmazione, tenendo conto anche delle esperienze più avanzate di rilevazione a livello europeo e internazionale. Tale sistema deve fornire elementi di valutazione per lo sviluppo di un’offerta che, coniugando gradimento, qualità percepita e audience, corrisponda alle domande e alle aspettative del pubblico".

2)   B) Cosa c’entra tutto questo con la “fiducia” nella Rai per così come si legge nella slide allegata? E come viene rilevata questa “fiducia”? Con quali domande?

3)   C) Il Report contiene anche i sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani, materia che rientra nelle competenze di AgCom e della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Quale utilizzo viene fatto di questi dati? Sono resi pubblici settimanalmente, come avviene nel Tg di La7, oppure rimangono “riservati” e da chi sono letti?

4)   D) Questo Report contiene “dati sensibili” che, secondo il Garante per la protezione dei dati personali, sono “i dati rientranti in particolari categorie: si tratta dei dati c.d. "sensibili", cioè quelli che rivelano l'origine razziale o etnica, le convinzioni religiose, filosofiche, le opinioni politiche, l'appartenenza sindacale, relativi alla salute o alla vita sessuale.” Quale uso viene fatto di questi dati?

5)   E) Questo Report viene diffuso alle reti e alle testate giornalistiche Rai? Da chi, come e quando vengono citati o esposti?

6)   F)  Quanto costa questo Report?

PePer chi volesse saperne qualcosa di più, il Marziano n.2 ci ha segnalato:

1) 1Sul sito Daily On Line del 15/2/2018 si legge: “A Istituto Piepoli, Noto Sondaggi ed EMG il bando da 5,4 milioni per i monitoraggi elettorali Rai e creano il consorzio Opinio”

2) 2)  Su Milano Finanza del 29/11/2018 a firma Andrea Montanari, si legge “Rai spende 4 milioni per la reputazione”. Da leggere attentamente, si ricostruisce tutto, sin dal 2017, quando il quotidiano Libero, scrive che il ricorso di Swg e Ipsos contro la gara perché contrario a tutte le normative europee, “ …si sono perse le tracce”.

Insomma, a farla breve: magari ci sbagliamo e sarà molta fuffa e siamo pronti a riscrivere tutto, ma qualcosa di surreale rimane.  Forse, hanno ragione i marziani, ci sono cose più serie di cui occuparsi. 

Nota a margine: il Piano industriale Rai per il triennio 2018-21 è costato, mille più o mille meno, qualcosa di più di un milione di Euro.

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last minute: ci segnalano il sito della PCDM: 

http://www.sondaggipoliticoelettorali.it/ListaSondaggi.aspx

dove compaiono tutti i sondaggi politico elettorali 

Cronache marziane

I nostri lettori appartengono a diverse categorie: anzitutto il popolo Rai, quello ancora in Servizio Permanente Effettivo e quello che è uscito dal Palazzo; poi ci sono tanti che gli girano intorno, in primo luogo politici, parlamentari, sindacalisti, esperti e studiosi di varie materie attinenti il sistema audiovisivo e il Servizio Pubblico; infine, ci sono tante persone che in vario modo sono interessate alla Rai, a quanto succede dentro la macchina, l’Azienda culturale più importante del Paese. Evidente che i temi che affrontiamo debbono tener conto di questa composizione. Abbiamo una specie di “piano editoriale” che poggia per buona parte sul dialogo con i nostri lettori, sulle loro segnalazioni, sui loro commenti. Poi, abbiamo cercato di seguire alcune grandi linee, sia in termini di contenuti che di stile narrativo e così, ogni tanto, ci concediamo qualche divagazione  che pure sembrano molto gradite (l’incontro con il Marziano ha avuto molto successo). Poi ci capita pure di imbatterci in qualche piccola storia, di quelle che costellano tanta parte della cronaca italiana, a cavallo tra i gossip e i piccoli scaldaletti quotidiani. Robetta si dirà ma che spesso la dice lunga sulla “robbba” importante. 

Se tanto mi da tanto … altri marziani stanno scendendo sulla terra.

Il post  di oggi, come ogni lunedì, arriverà più tardi e prima di aprire la settimana con notizie e notazioni, una piccola riflessione (per alcuni forse scontata) su sabato scorso, quando Canale5 con la De Filippi ha vinto la prima serata in termini di ascolti: quando uno dei due concorrenti mette in scena una titolo forte l’altro si ritira e non compete, cioè si applica il principio della non concorrenza. In assoluto questo teorema è applicato a Sanremo dove appunto il tacito accordo tra Rai e Mediaset prevede che questi ultimi non facciano “controprogrammazione” e quindi lasciano campo ai bollettini esultanti del genere “record di ascolti”. In cambio, quando Rai propone un titolo forte (la fiction perché ormai in prima serata solo con quella si fanno ascolti, sia pure con la ventisettesima replica di Montalbano) Mediaset si ritira in buon ordine accontentandosi di portare a casa modesti risultati. A nostro avviso si tratta di una logica perversa e diabolica perché sottintende una visione del servizio pubblico in competizione non sul prodotto, sul contenuto, sulla qualità, ma sullo share, per il quale si può raggiungere qualsiasi compromesso.   

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domenica 21 marzo 2021

Il Marziano è sceso dal tetto Rai e va alla guerra

Care lettrici, cari lettori... Buona primavera, anche se ancora con un certo freddino. È il momento del cambiamento, del passaggio, dell’uscita dal lungo e faticoso inverno.

Allora: ieri la storia dell’incontro con il Marziano sceso dal tetto di Viale Mazzini ha incontrato un notevole successo di lettori. Evidentemente, il genere tira, interessa e giocoforza ci torneremo, anche perché il marziano dannato ha detto tanto ma non ha detto tutto. Ci ha promesso che continuerà a prenderci per i fondelli, tanto, come ha detto “…per voi pollastri terrestri, tra una bolla e una balla…vi accontentate di poco”. Al che, mi sono incavolato e sono stato in preda di uno scatto di orgoglio (ex) aziendalista: “Ma come ti permetti, ignorante, cafone e maleducato!!! Proprio a noi ci doveva capitare un Marziano come te !!!”. E lui a me: “Stai calmo, che se ti comporti bene ti faccio sapere cose che voi Raiotici non avreste mai potuto immaginare”. Comunque, adelante con juicio, vediamo nel merito e poniamo qualche domandina:

Quanto costa questo servizio? Secondo il Marziano, ma non abbiamo potuto verificare, si tratta di oltre 5 mln di Euro (avete capito benissimo) regolarmente aggiudicati con gara pubblica. Comunque, si tratta di soldi “pubblici” per un prodotto di interesse “pubblico” e come tale meritevole di essere proposto al “pubblico”. Vediamo la slide della pagina relativa alla Rai:

 


Domanda: con quali criteri viene rilevatala fiducia degli italiani verso la Rai, la sua credibilità e autorevolezza? Si parla di "fiducia" in assoluto oppure relativa ad altro soggetto? In relazione ai programmi delle reti, delle fiction, di Sanremo, dei telegiornali, di Televideo o cosa altro??? 

Poi: quando si interrogano le persone sul futuro del Paese, quali sono i parametri di riferimento? Politici, sociali, sanitari, economici, culturali ??? 



E così via… certo è che su questa storia c’è molta curiosità e scarsa trasparenza. Come abbiamo scritto, a Viale Mazzini sembra che pochi ne sappiano poco e quei pochi che sanno e che abbiamo interpellato hanno poca voglia di parlarne. Chissà, sarà perché questo piccolo Blog più di tanto non può. Ed ecco allora che ci chiama il Marziano, dannato e maleducato irriverente e irrispettoso, e, tanto per tenerci aggiornati, ci segnala una storia bizzarra assai.

Sul quotidiano La Verità, a firma Claudio Antonelli, compare un titolo “interessante”: “Cavillo in Rai, Huawey è in gara per la fibra” e si riferisce alla gara di appalto indetta dalla quotata Rai Way per la realizzazione di una rete in fibra ottica utile a collegare le diverse sedi regionali Rai. L’articolo si concentra sulla mancanza di una “clausola “ di salvaguardia delle produzioni europee, secondo la quale almeno il 50% dovrebbe essere realizzato e assemblato in Europa. Inoltre, c’è un grande problema di sicurezza informatica: l’autore dell’articolo sostiene che gli risulta che NON si sia mosso il CVCN (Centro di valutazione e certificazione nazionale istituito presso il MISE) e non è proprio una cosa da poco. A parte il fatto che, come ci spiega un autorevole interlocutore, si tratta di una tecnologia ormai matura e potenzialmente prossima al suo declino, ma il vero problema è che “Oggi chi tocca la Cina si brucia le mani… ed è curioso assai che questo articolo vede il soggetto in causa l’AD Rai Salini e non si cita mai l’altro soggetto più direttamente interessato, l’AD di Rai Way Aldo Mancino. Già… delle due l’una: o l’operazione è in accordo con l’azionista di maggioranza Rai e quindi è una responsabilità di Salini, oppure a Via Teulada agiscono in totale autonomia. Il che è anche verosimile: il Contratto di Servizio tra Rai e Rai Way in parte lo consente. Ma è evidente che una roba del genere è al di fuori del perimetro di competenza “geopolitico” della quotata ed investe un panorama di relazioni economiche /politiche di interesse strategico nazionale. Forse, ci dice un altro commentatore esperto, qualcuno a Viale Mazzini non si è accorto che è cambiato qualcosa negli ultimi mesi.  Morale della favola. Quando escono fuori storie del genere le domande sono sempre le stesse: a chi giova, perché oggi e dove vanno a parare? Qualche idea ce la stiamo facendo da tempo e la sintesi è: siamo prossimi a grandi battaglie in tutto il perimetro delle TLC dove non si faranno prigionieri e non sarà un gioco a somma zero: qualcuno potrà essere spazzato via, con le buone o con le cattive e “à la guerre … comme à la guerre” ed ognuno spara i cannoni di cui dispone.

Nota finale: ieri sera ci siamo dilettati a vedere su Canale 5 "Amici" di Maria De Filippi che ha ottenuto un discreto successo di ascolti contro la fiction di Rai Uno su Nino Manfredi. Anche in questo campo: quando lo scontro si fa duro, i duri (o le dure) cominciano a giocare.

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sabato 20 marzo 2021

Attenzione: ho incontrato il marziano sceso dal tetto di Viale Mazzini!!!

Non mi era mai capitato di dover dialogare con un marziano e nemmeno di essere preso per i fondelli (eufemismo) dall’ultimo arrivato sulla terra. Eppure è successo: tra ieri sera e stamattina, abbiamo avuto il piacere e l’onore di essere stati tra i primi esseri umani ad incontrare un signore che ci ha detto venire da pianeti lontani. Ovviamente, la curiosità era reciproca sia per le sembianze sia per le lingue utilizzate. Il signore sembrava cavarsela bene e, anzi, padroneggiava benissimo financo i nostri dialetti mentre il sottoscritto arrancava in un improbabile inglese di scarsissimo livello. Fatto sta che, essendo egli sbarcato sui tetti del palazzo Rai di Viale Mazzini, ha voluto sapere subito di cosa si tratta a partire dal fatto che al suo ingresso c’è una statua di un cavallo morente. “E’ opera di un famoso artista, un capolavoro, marziano ignorante!!!” dico io ed egli a me “si va beh, però certo non sembra proprio un bel vedere, magari poteva essere al galoppo, lanciato in una libera e felice corsa verso sterminate praterie…invece morente, azzoppato… poveraccio, fate qualcosa per lui !!!”. Non vi racconto tutti i dettagli su come è proseguita la conversazione, a farla breve siamo arrivati a questo Blog ed ha cominciato a sghignazzare “Ma come? Ti dicono che in Rai da tempo gira una specie di Report settimanale sul Monitoraggio dell’opinione pubblica italiana e non ne sapevi nulla ???”… con la coda tra le gambe, imbarazzato e colpito nell’onore, ho ammesso la colpa. Ho cercato scuse, ho balbettato che non è colpa mia, ho vigliaccamente scaricato responsabilità sui villan lettori che non mi hanno detto nulla prima… e lui, marziano dannato, continuava a sghignazzare beffardo “Ma come, non ne sanno nulla ?? Non è possibile.. ma almeno il Cda, qualche direttore di testata che magari, se è furbo, ci fa pure una bella trasmissione”. Ed io la lui: “boh …ho chiesto…ma molti sono caduti dalle nubi e altri hanno fatto spallucce sostenendo che è tutta fuffa”. Fuffa??? Ma di cosa parliamo, chiedo a lui, marziano dannato, che sembrava saperla lunga e saperla raccontare??? Giunti a questo punto, mi tira fuori un papiello, ben confezionato e me lo porge con fare cortese e con sguardo compassionevole (del genere: voi umani “dormite da piedi” come si diceva una volta su Marte, ora non più).

Ed ecco a voi la fotografia del MONITORAGGIO  DELL’OPINIONE PUBBLICA - REPORT SETTIMANALE REALIZZATO DA CONSORZIO OPINIO ITALIA PER RAI - 19 marzo 2021. Cioè: tutto ciò che un marziano (e forse non solo lui) appena arrivato sulla terra dovrebbe sapere sui principali “sentiment” politici e sociali del Paese Italia. Acciperbacco!!! E di cosa si parla?

1)      Il clima della settimana (non è il Meteo)

2)      La notizia che ha colpito di più

3)      Gli italiani e il vaccino

4)      Il passaporto vaccinale

5)      Pasqua in zona rossa

6)      Enrico Letta nuovo segretario del PD

7)      Fiducia nel governo e leader politici

8)      Mario Draghi e il suo Governo

9)      La fiducia nei principali leader politici(Mattarella, Conte, Meloni in pole position)

10   Il trend di fiducia nella Rai (sale ..sale ..sale …)

11  Lo stato d’animo degli italiani

12   Previsioni per il futuro personale

13   Previsioni per il futuro dell’Italia

14   Le priorità degli italiani

Non vi diciamo oltre, non facciamo spoiler ma vi assicuriamo che se il Marziano gira questo fascicoletto alla Gruber o a Mentana quelli ci fanno una diretta non stop per tutta la settimana e magari poi dicono che fanno servizio pubblico e rivendicano pure una parte del canone.

Ci salutiamo con il Marziano, non prima di avergli manifestato la nostra più profonda amarezza e malumore. Un vago senso di smarrimento ci pervade. Speriamo che sia sbarcato da solo e solo con questo papiello. Se magari si interessa anche di altro e magari possiede documenti che noi umani non conosciamo, potranno essere dolori. Ho cercato di spiegargli che questo piccolo Blog, più di tanto non può e, forse, non vuole fare.

Per chi fosse interessato a sapere il finale può sempre scrivere alla nostra mail...

bloggorai@gmail.com

 

ATTENZIONE: un UFO sul tetto di Viale Mazzini

Oggi i post, probabilmente, saranno due. Il primo riguarda questo argomento di cui ora scriveremo poche righe. Il secondo più tardi quando speriamo, di darvi conto del contenuto del primo post e aggiornamenti vari.

Abbiamo da poco saputo che a Viale Mazzini girano oggetti misteriosi non identificati. Si tratterebbe di un misterioso Report sui “sentimenti degli italiani” relativamente ad un monitoraggio dell’Opinione Pubblica. L’oggetto è misterioso assai perché misura la “febbre” dell’italico popolo rispetto alle notizie della settimana (la campagna vaccinale, la nuova segreteria del PD, Pasqua in zona rossa, la fiducia nel Governo e nel suo Presidente del Consiglio, nei leader politici…nel bel mezzo la Rai e i “sentiment” di fiducia degli italiani nei suoi confronti e, per concludere gli stati d’animo per il presente e per il futuro, le priorità e infine, per non far mancare nulla, le intenzioni di voto.

Insomma, se è vero che questo Report esiste (e lo sapremo/avremo in mattinata) si tratta di un documento importante (a quanto sembra, elaborato dallo Studio Piepoli, EMG e Noto Sondaggi), uno strumento di grande aiuto per comprendere cosa succede nel Paese.

Allora: che la Rai possa e debba dotarsi di uno strumento del genere appare del tutto naturale, anzi. Che la Rai non renda pubblici questi dati sembra un po' meno naturale. Anzitutto si tratta di un lavoro costoso che si riferisce ad un patrimonio pubblico (le opinioni degli italiani) e non si capisce perché debba rimanere chiusi nei corridoi di Viale Mazzini, non si tratta infatti di informazioni commerciali, di marketing, tanto per intenderci. Tanto per inquadrare: Enrico Mentana con dati simili, il lunedì sera, ne ha fatto un momento centrale del suo telegiornale. Perché allora anche i Tg/Gr Rai non possono diffondere/utilizzare tali informazioni? Con meno della metà di questo materiale ci si può fare un approfondimento settimanale di quasi sicuro successo. Qualcosa non torna. Abbiamo cercato di saperne qualcosa nel giro dei nostri attenti lettori ma, finora, pochi ne sanno poco. Eppure, si tratta di un argomento che solletica molte curiosità ed è anche un prezioso attrezzo di lavoro, di analisi politica e sociale.  

A dopo

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