mercoledì 3 marzo 2021

Sanremo: prima che il gallo canti

Ieri sera era pronta per le 20 una edizione straordinaria del Blog con il titolo “Prima che il gallo canti” con alcune riflessioni utili a comprendere il contesto di quanto sarebbe successo di li a poco, con l’inizio del festival di Sanremo. Abbiamo avuto esitazione e non lo abbiamo pubblicato: è prevalsa la considerazione secondo la quale, tutto sommato, con l’aria che tira (pessima) un po’ di intrattenimento leggero, molto leggero, leggerissimo, non avrebbe certo fatto male a nessuno. Anzi, forse, proprio perché la terza ondata del Covid incombe e minaccia, una sana distrazione di massa sarebbe stata anche utile. Però, prima che il gallo possa ancora cantare e dopo aver visto un paio d'ore il Festival e quando, intorno alle 10 di oggi usciranno i dati di ascolto, abbiamo la sensazione di aver sbagliato a non pubblicare il Blog.

Il post che avevamo preparato la prendeva da lontano: per chi è romano, le tracce del DNA dei nostri antenati che andavano al Colosseo ad esercitare il diritto di vita o di morte con il pollice verso o alzato “iugula o mitte” la dicono lunga su come e quanto lo spettacolo audiovisivo, la partecipazione diretta e indiretta a riti sociali e collettivi è parte stessa della nostra cultura. Dagli scranni del circo a quello degli stadi e alla televisione, il passo è stato breve. C’è dimezzo però una sola grande differenza: la commercializzazione dell’evento (ovvero la politicizzazione). Utilizziamo una parafrasi di Silvio Berlusconi: “la televisione è un intermezzo tra uno spot e un altro” si tratta un  concetto storico e fondamentale senza il quale non si comprende perché avvengono alcuni fenomeni della comunicazione audiovisiva. Consigliamo vivamente di ascoltare attentamente l’intervento di Berlusconi del 9 gennaio 1984 (https://www.youtube.com/watch?v=OaKhyCkIcCg ) .

Ieri sera è andato in onda il Festival di Sanremo che, per quanto ci riguarda, lo definiamo semplicemente un lungo spot pubblicitario con qualche canzonetta di mezzo e due presentatori che fanno i salti mortali per rendere sopportabile e accettabile la somma di un tutto che somiglia tanto ad un niente. 

La pubblicità: anzitutto lo sponsor unico, TIM, è direttamente e potenzialmente il principale competitor di Rai sullo scenario futuro della diffusione televisiva sulla rete. La sua TIM Vision di fatto è già un grande contenitore dove trovi pressoché tutto ciò che occorre per una visione alternativa al digitale terrestre. Inoltre, ieri sera all’interno dei lunghi pacchetti di inserti pubblicitari, due tra questi spiccavano per dimensioni e impatto: Netflix e Amazon Prime Video. Cioè esattamente le alternative possibili alle reti generaliste. Geniale!!! Attinia e Paguro sono i veri geni della televisione moderna, tutti gli altri volgari imitatori. Come se i giocatori della Roma avessero sulle maglie il logo della Lazio o viceversa. E, a proposito di calcio: la partecipazione di Zatlan Ibrahimovic: il suo valore aggiunto allo svolgimento della serata è stato fondamentale. Se in Italia ( e nel resto del mondo) c’è qualcosa che divide e separa anche le famiglie, i condomini, i quartieri, i paesi fin quasi alla rissa è il calcio e questi geni chi ti invitano: uno dei personaggi più divisivi e con un tasso di simpatia che a confronto Frankenstein è Babbo Natale. Per fortuna non ha quasi detto nulla. Geniali !!! Poi, chi è la prima donna della serata? Una certa Matilda De Angelis e cosa fa nella vita? È la protagonista del prodotto di punta di Sky: The Undoing – Le verità nascoste. Non c’è che dire: la genialità non ha confini.

Tutti ricordano il dibattito sulle difficoltà a realizzare questo Festival con o senza il pubblico in sala e, per parte nostra, abbiamo subito sostenuto che era ed è tuttora un finto dibattito: il pubblico che conta, quello che interessa la pubblicità, è a casa, comodamente seduto in poltrona, mezzo assopito e pronto a cadere tra le braccia di Morfeo, in preda al torpore. Per gli stessi artisti il pubblico in sala è del tutto irrilevante: contano i like sui social, contano i passaggi su Instagram e i video su Youtube, conta quanto sei supportato dagli influencer. Ovviamente, i numeri sui social si raggiungono se hai a disposizione un palcoscenico che li possa proiettare e Sanremo, da questo punto di vista, certamente è un ottimo trampolino.

A proposito di numeri, e con questo per ora concludiamo queste brevi considerazioni, quando usciranno tra poco i dati di ascolto ci saranno due possibilità. Potranno essere buoni e avrà inizio il coro dei complimenti per il successo o, viceversa, potranno essere negativi e si scatenerà la caccia ai colpevoli. Quello che è comunque necessario ricordare in termini assoluti che saranno risultati “drogati” per il semplice e consolidato fatto che sulle altre reti, Mediaset in testa, non c’è adeguata contro programmazione. Da tempo, infatti, è stato sottoscritto un patto tacito, di reciproca convenienza tra i due principali operatori televisivi nazionali: non ci facciamo male da soli. Se non ché le cose potranno anche cambiare. Nei giorni scorsi vi abbiamo accennato alla divisione di generi tra Rai e Mediaset: alla prima vanno le fiction e alla seconda i reality: se non ché lunedì scorso è successo che Il grande Fratello VIP ha battuto la fiction di Rai Uno.  

In sintesi, con buona pace di coloro che sostengono che Sanremo sia un grande evento sociale e culturale che unisce gli italiani, a noi sembra che, in particolare per questa circostanza, sia prevalentemente un solo semplice mega spot pubblicitario destinato a dare una boccata di ossigeno alla casse di Viale Mazzini, magari sostenuto con le canzonette che non fanno male a nessuno.

Alle 10.05 il gallo degli ascolti Auditel avrà cantato e ci aggiorneremo.

bloggorai@gmail.com


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