Questa nuova stagione sociale, politica ed economica e nonché sanitaria si contrassegna con un elevato livello di incertezza. L’apparente “stabilità” raggiunta con il nuovo Governo "tecnico" appare una foglia di rosmarino intorno alla quale ruotano gli stessi problemi che aveva Conte in precedenza e che ora il supertecnico Draghi dovrebbe risolvere con il supporto dei politici Giorgetti, Di Maio &Co. Finora, quale differenza sostanziale emerge rispetto a prima? Non parliamo ancora di capacità perché, a partire dal capo del Governo, di alcuni di loro sappiamo solo ciò che sono stati capaci di realizzare in contesti ben differenti dal governo di un Paese che è ben altra cosa che dirigere i banchieri europei. Ieri abbiamo scritto dell’asticella “istituzionale” di coloro che si dovrebbero interessare di Rai e Servizio Pubblico che sembra leggermente alzata. Ci riferiamo anzitutto ai componenti del Governo che per cultura, storia, precedenti esperienze, familiarità o connivenza con il “nemico” Mediaset dovrebbe decidere le sorti del futuro di Viale Mazzini.
Oggi invece ci vorremmo occupare della stessa asticella di coloro che sono stati, sono e speriamo possano essere ancora “amici” o solidali con le sorti dell’Azienda Rai. Fra poco ci potrebbe essere la “chiamata alle armi” e potrebbero arrivare le cartoline precetto e sarebbe utile sapere con chi ci troveremo affianco. Cominciamo a fare la scommessa principale: entro poche settimane il Cda Rai dovrebbe convocare l’Assemblea per l’approvazione del bilancio e dare via alle procedure per il suo rinnovo. Si procederà subito in questa direzione oppure comincerà la melina della proroga come a taluni farebbe molto piacere? Le ragioni che sostengono la prima ipotesi sono robuste: Draghi può iniziare una nuova stagione di nomine con un primo atto di incertezza e rinvio? Forze potenti (il PD in testa) vogliono da tempo la “testa di Garcia” e le parole di Guarnieri non saranno lasciate cadere invano anche se oggi si occupa d’altro; anche gli altri partiti di maggioranza e opposizione finora non hanno dato segni di grande entusiasmo all’idea di prorogare questo Cda e gli stessi 5S tacciono. Infine, l’idea di rimettere a posto qualche conto in termini di posti e poltrone fa sempre gola. Le ragioni che sostengono invece la necessità di allungare l’incarico all’attuale vertice propongono anzitutto la necessità di completare il Piano industriale sospeso con la pandemia. Altro argomento interessante per questa seconda ipotesi è la necessità di prendere tempo parlamentare per avviare la tanto richiesta riforma della Governance Rai (alla quale ci siamo associati anche noi). Argomenti deboli.
Allora: la nostra scommessa è questa: il vertice Rai sarà rinnovato con i tempi e le modalità previsti dalla Legge! Si accettano scommesse. Chiudiamo: all’interno di Viale Mazzini, ovviamente, si schierano le armate dell’una o dell’altra parte. Evidente che a molti piacerebbe rimanere in sella ancora per un anno o più e, da tempo, tramano e brigano in questa direzione. Per molti altri, la vecchia guardia, i cosiddetti ”corridoristi” come sprezzantemente sono stati definiti dagli ultimi arrivati, non si vede l’ora di cambiare pagina e, nel frattempo, si preparano due grandi confronti: chi potrebbe essere un candidato interno al posto di Salini come AD e chi potrebbe concorrere al posto al Laganà, rappresentante dei dipendenti, posto che quest’ultimo non decida di ricandidarsi? Si affilano le armi: l’OT&C è al lavoro.
Ora vi anticipiamo alcuni temi dei quali intendiamo occuparci: anzitutto gli ascolti di Rai e Mediaset riferiti ai due super generi delle televisione, fiction e reality show. Dove i primi stanno alla Rai come i secondi a Mediaset. In quali segmenti i diversi pubblici si sovrappongono o si distinguono per classi di età, genere, scolarità, distribuzione geografica, posizione sociale etc ? Sappiamo da tempo che le dinamiche degli ascolti, la composizione dei pubblici, le preferenze nella scelta dei contenuti e nelle piattaforme di riferimento sono in rapidissima evoluzione. A questo proposito, fra poche ora inizierà Sanremo e corriamo il rischio di sentirci ripetere da Salini che con il Festival “… il Servizio Pubblico può vincere qualsiasi sfida. Gli spettatori hanno premiato lo sforzo dell’intera Azienda impegnata a costruire un Festival in grado di parlare a tutto il nostro pubblico. È il Sanremo dell’inclusione, dell’accessibilità, della coesione sociale, della difesa della parità di genere e dei diritti civili. È il Sanremo della grande proposta digitale Rai”. Non crediamo che Sanremo sia in grado di “misurare” tutto questo e di fornire un quadro attendibile e sufficiente a darci le dimensioni del cambiamento in corso. Potrà, ben che vada, fotografare il pubblico della televisione in un determinato istante, riferito a questi giorni e a se stesso, al festival in quanto tale. Quindi parleremo di composizione degli ascolti e di coesione sociale, di come si misura, di quanto spazio occupa nella produzione editoriale e di quanto impatta nel “racconto” della vita nazionale. Sanremo comunque distinto e distante da tutto ciò che succede e che presto succederà nel panorama globale del mercato audiovisivo, saranno solo “canzonette” come forse è anche giusto che sia. Giocoforza, quest’anno siamo ancora, purtroppo, sotto il tallone drammatico della pandemia che segnerà, come ha già segnato negli ultimi 12 mesi, tutto il panorama di riferimento. Proprio perché, come spesso si sostiene, nulla sarà più come prima, ecco allora ci si offre una formidabile opportunità per comprendere bene quali possano essere i binari del Servizio Pubblico del prossimo futuro in termini di contenuti, di tecnologie e di risorse.
Nota a margine: Claudio Baglioni ha annunciato il suo prossimo concerto che avverrà non in televisione ma in streaming (non si sa ancora su quale piattaforma) e per il prossimo maggio ci sarà l’avvio di ItsArt, la Piattaforma della cultura nazionale con Il Rigoletto di David Livermore. Difficile non tenerne conto. Da ricordare: mercoledì Franceschini dovrebbe essere in Vigilanza.
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