Partito il Marziano, gabbato lo Santo. Oggi ci troviamo in braghe di tela…le notizie del giorno non ci fanno iniziare la giornata di buon umore.
Nei giorni scorsi il MISE ha rilasciato i dati
sull’andamento della campagna di rottamazione dei televisori in vista della
liberazione delle frequenze intorno ai 700 Mhz la cui prossima fase inizierà
dal 1° settembre e si completerà nel 2022 quando tutti i segnali del precedente
digitale terrestre saranno definitivamente spenti. Finora, secondo il MISE,
hanno potuto usufruire del bonus per l’acquisto di un nuovo decoder o
televisore idonei alla ricezione delle nuove frequenze digitali poco meno di
mezzo milione di famiglie. Si tratta di 388.100 contributi totali riconosciuti,
corrispondenti a 19,4 milioni di euro erogati a fronte di 150 stanziati. Poco,
troppo poco, tanta da far dire al Ministro Giorgetti che è “necessario e
urgente rafforzare l'incentivo per l'adeguamento del parco televisori delle
famiglie”. Finora questa campagna è stata sostenuta solo con la messa in onda
di uno spot
https://www.youtube.com/watch?v=ywfFlIyH3ko
dove si informano i telespettatori che “… la televisione
italiana guarda avanti… è in arrivo la nuova Tv digitale… scopri come
accedere al bonus…”. Cioè nulla o poco più. Nessuna “call to action”
indirizzata anche a chi non potrà usufruire del bonus (limitato a fasce di
ISEE). Nessuno insiste e chiarisce che, a differenza della precedente
transizione al DVB, non ci saranno gli stessi vantaggi (aumento del numero dei
canali, qualità del segnale etc) e quindi sono necessarie altre leve
motivazionali. Ma, fin qui, ripetiamo quanto noto a molti e, paradossalmente,
nulla di nuovo. La novità la troviamo invece quando sul sito dello stesso MISE
leggiamo una nota con questo titolo: “Anche
i PC supporteranno il digitale terrestre: come poter vedere i canali TV anche
senza connessione internet” e dopo “Oltre alle smart TV e ai classici
decoder di ultima generazione, infatti, è possibile trovare in commercio
decoder per digitale terrestre in formato USB: chiavette in grado di
“trasformare” il PC in una televisione poiché consentono la ricezione dei
canali anche quando non si abbia la connessione ad Internet”. Bene. Cosa potrà
succedere per quanto riguarda il canone dovuto alla Rai? Si potrà richiedere
l’esenzione dal pagamento del canone in bolletta in quanto, come prevede
l’Agenzia delle Entrate “per evitare l’addebito del canone TV in bolletta,
possono dichiarare che in nessuna delle abitazioni dove è attivata l’utenza
elettrica a loro intestata è presente un apparecchio tv” e una pennetta USB,
per quanto la si possa considerare un “sintonizzatore” come meglio specificato
in una nota dello steso MISE del 2016, si può considerare un “apparecchio tv”?
Provate ad immaginare cosa potrà succedere. Per la Rai le ripercussioni
negative si prospettano quindi su due fronti: una perdita del bacino di utenza,
quando milioni di telespettatori saranno indotti a fare altre scelte
tecnologiche (piattaforme) e una potenziale riduzione sul fronte del canone
quando le smart tv, prive di sintonizzatore, si diffonderanno sempre più.
Notizie di ieri: in Cda Rai sono state fatte alcune nomine
(non citeremo nomi nemmeno sotto tortura, anche se siamo deboli di carattere e
potremmo anche cedere). Cosa è successo? Semplicemente che fino all’ultimo,
perdono il pelo per il cambio di stagione ma non il vizio: anzitutto, apparentemente,
non ci sono criteri trasparenti di scelta. Perchè si sceglie Tizio o Caia?
Sarebbe normale in un’Azienda normale, in un mondo normale,
che si possa procedere a nominare qualcuno in relazione alle proprie capacità,
alla storia professionale, attingere alle esperienze e conoscenze specifiche per quel determinato
ruolo che si dovrebbe occupare. Esiste uno strumento, il Job Posting, che
consente di effettuare valutazioni preventive, di consentire candidature, di
confrontare diverse possibilità e quindi operare per quella ritenuta migliore. Potrebbe,
dovrebbe, essere tutto molto semplice e, appunto, trasparente: si tratta di
sottrarre il potere dell’arbitrarietà, dell’insindacabile giudizio a modo di “io
so io e voi …no”, dell’influenza partitica quando c’è, oppure della semplice
appartenenza o meno ad una “lobby” interna o esterna all’Azienda quale che sia.
In poche parole: si scelga la persona migliore, indipendentemente da qualsiasi
altra considerazione, quale che essa sia. Inoltre, succede forse dovunque, che
i processi di crescita, di maturazione, possano avvenire per via verticale e
non orizzontale. In una determinata struttura, quale che essa sia, in genere si
evidenza una scala gerarchica che potrebbe supporre che anche chi è in fondo
possa risalire ed assumere ruoli progressivamente superiori fino ad arrivare al
culmine. Si tratta di “percorso di crescita” di maturazione, di consolidamento, di
conoscenza e competenza in grado di garantire un livello di qualità minimo
sindacale: quella persona, sa bene di cosa si dovrà occupare. Non si capisce perché
in Rai questo criterio sia così difficile da applicare. Se in una Direzione c’è
un/a Vice già operativi, immediatamente pronti ad assumere il livello
successivo per quale dannatissimo motivo gli si deve mettere in testa una
persona che di quel settore non ne sa assolutamente nulla??? Se si vuole liberare
la Rai dai partiti, forse, si potrebbe cominciare a liberare la Rai da se
stessa, da quella sudditanza di modi, di “consuetudini” di arroganza e
prepotenza caratteristici di quel mondo dal quale si vorrebbe sottrarre l’Azienda.
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