lunedì 31 ottobre 2022

domenica 30 ottobre 2022

SCOOP: il o la "nuov" Rai

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

RAI: Radio Audizioni Italiane. Rai – Radiotelevisione italiana. Per quanto ci riferiscono, vista l’aria che tira e quella che presto potrebbe tirare, a Viale Mazzini qualcuno sembra che sia preso da interrogativi lacinanti: sarà giunto il momento di cambiare il nome dell’Azienda o almeno fissare un nuovo lessico, tanto per mettersi in sintonia con il nuovo Governo di Destra e farsi trovare preparati quando i nuovi barbari (???) arriveranno sotto il cavalo morente. Nelle Segreterie del VII piano sembra che sia già pronta una circolare: “Si invitano le Strutture in oggetto, a far data da .. di utilizzare la seguente dicitura ufficiale: al posto di Rai etc etc si dovrà adoperare ...”

Ci prendiamo la briga di dare una mano. Allora con ordine, cominciamo dal genere. La Rai è maschile o femminile? Non è una domanda oziosa. La radio e la televisione sono chiaramente di “genere femminile”. Non si potrebbe sentire “il” radio ma si potrebbe dire “il” televisore. La questione è ambigua. Che differenza c’è tra i due termini? Boh! Però, almeno da un punto di vista squisitamente giuridico, non c’è dibattito: “la” Rai è femmina e, salvo nuove disposizioni, rimane tale. Ma se invece volessimo usare il termine “servizio pubblico” sarebbe altra cosa: il servizio è maschietto e il pubblico è incerto, variegato, composto, compresi tutti i generi possibili LGBT (QIA). Questo dettaglio però forse potrebbe non essere molto gradito ai conservatori tradizionalisti, tutori della famiglia “classica”. Per il momento, lasciamo perdere. Magari il pubblico (genere maschile tendente al neutro) è un po' anzianotto (vedi dati Auditel Total Audience) ma fa niente,  chi ha “una certa” queste osservazioni non interessano.

Piccolo dettaglio: oggi Fuortes è declinato al maschile come Amministratore Delegato. Ma, semmai fosse, venisse nominata una donna, come si chiamerebbe? Amministratora Delegata ? Orribile, non si può sentire. Sarà necessario inventarsi qualcosa: forse l’acronimo ADA ... suona bene. Per Presidente il problema è semplice e si usa l’articolo maschile o femminile a seconda della necessità. Ma, non sia mai detto, se il futuro presidente dovesse appartenere ad un genere di cui sopra, come la mettiamo? Si potrebbe utilizzare la “schwa” ovvero ə (Elemento consonantico trascritto con ə attribuito alla lingua indeuropea comune, che appare vocalizzato al grado ridotto delle radici e confuso nelle singole lingue indeuropee con ā (salvo nel sanscrito dove si confonde con i ); al grado normale delle radici si confonde con la vocale che lo precede e ne determina la quantità lunga) che potrebbe risolvere il problema quando si tratta di scrivere ma quando si tratta di vocalizzare come la mettiamo? Signor (neutro) PresidentSchwa ??? complicato e forse imbarazzante. Però una soluzione bisognerà pur trovarla. Ci penseremo.

Si apre una voragine di nuovi problemi terminologici: ad esempio, il tablet a che genere appartiene? Perché è stato assegnato d’ufficio al genere maschile? Cosa esclude di poterlo indicare come “la” tablet: infin dei conti è “una” macchina.

Abbiamo una soluzione da proporre intanto per Rai: togliamo i provinciali articoli e utilizziamo la lingua globale inglese: sarebbe carino se da domani si potesse dire “The Rai” … faremmo tutti una gran bella figura, internazionale.  

Che figata pazzesca … cmq, si sta dissolvendo la nebbia, è ora di andare a raccogliere le olive… forse è meglio.

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sabato 29 ottobre 2022

Meloni, Rai e Olive

Foto di alefonte da Pixabay

Care lettici, cari lettori, oggi ci sarebbero stati tanti argomenti su quali dibattere, riflettere, argomentare, polemizzare e scrivere. Purtroppo, o meglio, per fortuna, è tempo di raccogliere le olive che, potete bene immaginare, richiede tanto tempo ed energia.

Gli argomenti sono - ovviamente direbbe Fuortes – di fondamentale importanza: la Meloni (per gli amici "Giorgia") che non sa ancora come si dovrà chiamare, i giornalisti che si occupano di Rai che non hanno di meglio da scrivere sul “totonomine” scopiazzandosi l’uno con l’altro. Fiorello che non sa ancora che quando viene inquadrato un tablet deve fare attenzione a non far vedere immagini porno e, per non farci mancare nulla, da non perdere lo scandalo di Memo Remigi cacciato dalla Rai per aver molestato una donna. 

Che dire? Ci mancano le risorse intellettuali culturali, umane e antropologiche, oltre che psichedeliche, per affrontare una mole di argomenti di tale spessore. Dunque, al massimo, vi possiamo proporre qualche dettaglio sulla raccolta delle olive.

Nota n. 1: è la prima volta che succede di raccogliere con una temperatura superiore ai 20 gradi. Potrà incidere sulla composizione organolettica dell’olio? Ne devo parlare con il mio amico del frantoio.

Nota n. 2: si inizia con la nebbia del mattino e il sole africano il tardo pomeriggio. Anomalo. Anche la natura in questo periodo è alquanto disordinata (sente l'odore del Governo).

Nota n. 3: la “mosca” c’è stata, poco ma si vede. Non uso trappole e non innaffio con pesticidi e dunque qualche baco è bucato. Amen. La nonna del mio amico Leo diceva: “Quello che non strozza ingrassa: quando ero giovane io (1892) la mosca c’era e nessuno se ne accorgeva e l’olio era buono lo stesso”. Amen.

Nota n. 4: ad una “certa” occorre fare attenzione. Non si ha più l’agilità per salire sugli alberi come una volta. Ovvero: si può ancora fare (e si deve) ma con prudenza, altrimenti si cade, come è successo oggi.

Nota n. 5: molti adoperano lo “sbattitore a spazzola”. È un attrezzo utile ma pesante e faticoso e, inoltre, mi dicono, che “acciacca” le olive e quel piccolo trauma, moltiplicato per migliaia di volte, alza l’acidità dell’olio. No buono. Certo, si fa prima, forse, ma la qualità ne perde.

Domani mattina presto si prosegue e occorre prenotare il frantoio: loro non hanno serbatoio e significa che quando ti fissano l’ora le olive devono essere pronte alla macina: quello che metti esce e se non ci sei, salti il turno e poi chissà quanto lo riavrai. C’è la fila, il raccolto si preannuncia buono: si sente dire di una resa al 15-16%. Problemi con i prezzi, chi può, si consiglia di comprare l’olio dello scorso anno (si trova ancora intorno ai 9 euro/kg).

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venerdì 28 ottobre 2022

sabato al villaggio

 In attesa del post di oggi (che arriverà tardi) suggeriamo vivamente, per chi non lo avesse già fatto, di leggere il post di ieri.

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Rai: oltre la crisi...c'è di più ???

Foto di Elisa da Pixabay

“Basterebbe una sia pur lieve flessione delle entrate pubblicitarie della tv (non improbabile vista la recessione) (...) per porci in grosse difficoltà”… “L’unica concreta azione possibile a breve è un accordo con la Rai: potrebbe ridurre i costi di xxx l’anno. È urgente intervenire nel processo di ridefinizione della struttura Rai, per far sì che le massime responsabilità siano assunte da veri manager (coi quali sarebbe più agevole raggiungere un buon accordo) e prega XXX di suggerirgli nominativi di persone papabili (congiuntamente a YYY)”… “Se – ragiona ZZZ - si convince la Rai a un disarmo bilanciato, i due contendenti abbassano gl’investimenti, la qualità e i costi. Intanto la Rai perde il primato negli ascolti e Fininvest incamera più spot e alza i prezzi (mentre la Rai ha un tetto di spot invalicabile, già al limite). Ma nel nuovo governo «tecnico» @@@ non ha amici. E nemmeno nel nuovo Cda Rai”… “Era un accordo sull’audience che avrebbe inciso sulla pubblicità. Abbassare l’audience è facile: basta spostare i programmi pomeridiani in prima serata e viceversa. L’audience crolla nello spazio di un mattino”. L’articolo termina con una frase lapidaria “Nel ’94, diceva a Montanelli e Biagi: «Se non entro in politica finisco in galera e fallisco per debiti»”. Quelli che vi abbiamo riportato sono stralci di un articolo che risale al 2007 a firma Marco Travaglio. Provate a inserire nomi a vostro piacimento e il gioco è fatto.

Cosa è cambiato da allora? Tanto e nulla alla stesso tempo. Tanto perché si è modificato tutto il perimetro del mercato della televisione, della tecnologia, della pubblicità, dei telespettatori. Nulla perché le dinamiche, le regole del gioco sono rimaste pressoché immutate. Ieri sera ne abbiamo avuto una piccola ma significativa prova provata, la sintesi perfetta, un segno tangibile e incontrovertibile: in prima serata su Rai Due è andata in onda la trasmissione di approfondimento condotta da Ilaria D’Amico  che ha racimolato poco più del 2% di ascolti con circa 340 mila telespettatori. Come ha scritto VigilanzaTv: “Per la Seconda Rete nulla: la maledizione di Rai2% continua”

Da osservare, tanto per avere un confronto, che una trasmissione di approfondimento informativo sulla stessa rete come Petrolio, prodotta in casa e non un format in coproduzione come in questo caso (Fremantle), sulla stessa rete e in prima serata del sabato dello scorso anno otteneva risultati ben superiori sia nella media di ascolti superiori al 4% sia nell'indice di gradimento Qualitel uguale a 8. Perché questo esempio? Cosa porta a sostenere? Semplice e noto da tempo, tanto tempo: la Rai è insofferenza con gli ascolti, con una tendenza esponenziale , e nessuno a Viale Mazzini sembra occuparsene: lo stesso Cda su questo tema non emette segnali di fumo. Non torniamo, ovviamente, sul noiosissimo tema canone.

Note a margine:

Nota 1: informazione e approfondimento giornalistico sono nervi scoperti in Rai.

Nota 2: non c’è alcun piano editoriale sull’informazione e si procede allo sbaraglio (vedi Damilano, vedi Fiorello)

Nota 3: chi decide cosa? Chi ha avuto e ha la responsabilità dei programmi? La trasmissione di Rai2 di cui parliamo, dove nasce, sotto quale responsabilità  e chi ne ha ora la direzione?

Lo abbiamo scritto più e questa occasione ce lo conferma: la riorganizzazione per generi non funziona per tanti buoni motivi che, sostanzialmente e semplicemente, si sintetizzano laddove si azzuffano e accavallano competenze e responsabilità senza capo ne coda, senza sapere mai chi decide, cosa e come. 

Il risultato è che, un colpetto qua, un colpetto là, la Rai va alla deriva … quel tanto che basta perché la concorrenza possa godere. Nei giorni scorsi un attento lettore ha scritto un commento sul Post del venerdì 21 ottobre scorso “La Rai tra Marx e Totò” : “Che in Rai regni il caos è evidente. Ma che la riforma per generi ne sia concausa trainante è tutto da dimostrare”. Ecco, forse si può iniziare a dibattere proprio a partire dai prodotti che vanno in onda per capire se si tratta di concausa trainante o causa primaria.

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Silenzio

Foto di Felipe da Pixabay

Con viva e vibrante partecipazione oggi ci associamo al 
silenzio ottuso e confuso che dagli atri profondi si leva 
dentro, fuori e intorno alla Rai. 

Beninteso: non ci occupiamo di quanto tutti, tutti questa mattina scrivono su quanto avvenuto a RaiUno

Verranno tempi migliori?

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giovedì 27 ottobre 2022

la "Nuova Normalità" per il Paese e per la Rai


“Ciao Le’ …come va?”

“Ciao cocco… che te devo dì .. va.. a’ dovemo manna’ bene pe’ forza”

“Che se dice da ‘ste parti? Che dicono i clienti?

“Cocco mio ...so n’po incazzati ma abbozzano … che devono da dì?”

È Iniziato così uno scambio di battute con Lella, gentile fruttarola velletrana (da Velletri, ridente cittadina alla periferia dei Colli Albani, prima della pianura che porta a Latina), al banco del mercato dove ogni giorno porta frutta e verdura di ottima qualità e a prezzi accettabili: gli ultimi grappoli di uva pizzutella  a meno di 2 euro al chilo… ottima. Per non dire delle pesche pure a 1,98, una varietà di piccole giallone ottime da mangiare con un bicchiere di vinello bianco fresco, sempre suo a 2.20 al litro. Il banco di Lella sta a Roma come  il Circolo Arci sta in Val Tiberina: è un crocevia di persone attente e sensibili all’aria che tira.

L’aria non è buona. Si avverte che siamo alla soglia di un cambiamento epocale dalle prospettive assolutamente incerte. Eppure, sembra che sia un’aria sobbarcata, quasi subita, in una specie di rassegnata accettazione di qualcosa di non gradito: come direbbe Lella, grandina sulla vigna alla vigilia della vendemmia.

Viene in mente questa riflessione sulla “nuova normalità”, espressione coniata all’indomani della crisi economico finanziaria del 2008 e poi riadattata al post Covid. Ogni momento di crisi, quale che sia la sua natura sociale, politica o economica attraversa la tre canoniche fasi: prologo, svolgimento ed epilogo. Dopo di che si assiste ad una fase di stagnazione, di stabilizzazione relativa dove si preparano gli ingredienti che potranno far scaturire la fase di crisi successiva e così via.  

La fase che dalle parti di Lella si avverte, appunto, sembra proprio quella dell’inizio di un momento “new normal” che ci attanaglierà per lungo tempo ancora. È un momento che non ci ha colto di sorpresa, abbiamo letto nei lunghi e tormentati mesi precedenti la cronaca di una disfatta annunciata, quasi masochisticamente  perseguita, se non cinicamente voluta. Nessuno può sostenere infatti, con ragionevole discernimento, che questa nuova Destra sia caduta dall’albero del pero. Che la Meloni sia comparsa all’orizzonte come fulmine a ciel sereno. Che i suoi ministri siano capitati lì per caso.

Ora, per quanto ci riguarda, per quanto interessa la Rai, siamo nel momenti immediatamente precedenti l’avvio di questa “nuova normalità” del Servizio Pubblico. Manca ancora un passaggio fondamentale: la nomina della Commissione di Vigilanza e dopo di che si potrà dare fuoco alle polveri, compresi i possibili cambi di direzioni varie. E, anche in questo caso, abbiamo assistito negli ultimi mesi alla cronaca dettagliata, puntigliosa, maniacale, dell’avvio di una crisi forse irreversibile che è iniziata con gli ascolti in picchiata libera e che potrà proseguire sul fronte economico senza che nessuno abbia battuto ciglio. Il “new normal” di Viale Mazzini sta per iniziare.

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mercoledì 26 ottobre 2022

Governo e Rai: grande la confusione sotto il cielo e dunque la situazione è eccellente

Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

La mia finestra si affaccia sul Tevere e questa mattina c’è nebbia, tanta nebbia. Succede spesso che le condizioni climatiche possano incidere sul nostro umore, sulla nostra sensibilità e così se già prima di ieri i pensieri erano alquanto confusi, figuriamoci oggi.

Appunti in libertà. La Meloni alla Camera ha ribadito il suo atlantismo ma dietro di lei presiedeva la seduta un certo Fontana che 7 anni fa ha indossato la maglietta “no alle sanzioni” contro la Russia, concetto poi ribadito e aggiornato recentemente con la teoria “effetto boomerang”. Al suo fianco sedeva un certo Salvini che dichiarò “Putin è uno dei migliori uomini di governo che ci siano in questo momento”. Sempre al fianco della Meloni sedeva un certo Sangiuliano che ha detto chiaro e tondo che “la Crimea è Russia” e, infine, oggi al Senato si troverà di fronte un certo Berlusconi che nei giorni scorsi si è lasciato sfuggire dichiarazioni “dolcissime” verso Putin, largamente applaudite dai suoi parlamentari.  Vuoi vedere che, zitto zitto, quatto quatto, c’è qualcuno che trama nell’ombra  per  gettare sabbia negli occhi sul tema della guerra? Qualcosa non torna. O almeno, forse torna perché  è probabile che, alla fin fine, almeno una parte del governo Meloni sembra essere in sintonia con gli italiani sul tema della guerra in Ucraina più di quanto non lo sia stato il precedente Governo Draghi e dei partiti che lo hanno sostenuto. Vedi l’ultimo report di IPSOS dello scorso 13 ottobre dove si legge che il consenso all’Ucraina diminuisce come pure aumentano coloro che non credono all’efficacia delle sanzioni. Analogo il dato dello IAI che sostiene che  “il 57% si dice invece contrario all’invio di armi a Kyiv”.

Last minute: ieri, mentre parlava Conte alla presidentessa Meloni gli è sfuggito un "...che merda ..." di altissimo profilo istituzionale. 

La Meloni alla Camera ha detto tante cose. L’opposizione alla Camera ha detto poche cose. Timidi, incerti, esitanti, divisi e confusi. Parafrasando Moretti: con questi oppositori il Governo di Destra durerà 100 anni e se mai dovesse entrare in crisi succederà perché imploderà al suo interno e non perché qualche occhio di pernice gli potrà incutere  timore.

Sulla Rai c’è poco da dire. Ieri abbiamo letto l’ultimo Total Audience di Auditel: Rai crescita 0%. Un dato che si accompagna ad uno che nei giorni scorsi non ha ricevuto degna considerazione: “Il primo semestre 2022 del Gruppo Rai si chiude con un risultato in utile di 45,9 milioni di Euro” e si aggiunge che “…l’aggiornamento delle proiezioni  per l’esercizio in corso prospetta un risultato economico consolidato a fine anno in sostanziale pareggio…”. Suonare la grancassa a metà anno non è un gesto finanziariamente “carino” perché, come noto, i conti veri, quelli che entrano nella storia, si fanno a fine anno. È probabile che per il primo semestre abbiano influito fattori postivi come l’accordo con Sky, i probabili soldi incassati in anticipo sui diritti dei mondiali e poco più. Nulla si dice o si prospetta, ovviamente .. ovviamente… su fronte calo della pubblicità e incertezza sul canone. Quel tanto che basta da potersi presentare ai “nuovi padrini o ai vecchi padroni” con i conti in ordine … non si sa mai … poi, da qui al prossimo bilancio c’è tempo.  Nota a margine: del Cda Rai si sono perse le tracce.

Infine, sulle tante chiacchere in libertà sui futuri assetti dei telegiornali, oggi MF pubblica un “soffietto” che sostiene possibile l’arrivo di un outsider al Tg1: il direttore dell’ADN, Gian Marco Chiocci, che sembra essere in grande sintonia con la Meloni. Non ci crediamo, non sarà mai, ma se fosse ci sarebbe da sganasciarsi dalla risate.

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martedì 25 ottobre 2022

La Rai, la Cultura e il mio Condominio

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Il mio condominio è sinceramente democratico e squisitamente progressista. La sovranità appartiene ai condomini e ai suo delegati (in questo caso, la mia adorata moglie, donna forte e coraggiosa, che si sacrifica alle lunghe e impegnativa assemblee popolari).  Art, 1: "Il Potere (con la P maiuscola) si esercita nella forme, nei modi e nei tempi stabiliti dall’allegato Regolamento". Il mio condominio prevede l’impegno sociale e civico, sostiene la partecipazione e la condivisione, si fa la spesa in comune, si scambiano doni, si festeggiano ricorrenze. Il mio condominio ripartisce onori ed oneri e, tra questi, il compito di promuovere la crescita culturale dei condomini e degli eventuali affittuari (sono un po’ considerati la Serie B, la classe inferiore del Condominio  in quanto non possiedono proprietà, poveracci, però gli vogliamo bene lo stesso .. brave persone, per bene, votano quasi tutti centro, centro un pizzico a sinistra). Il mio Condominio ha istituito una specie di Consiglio dei Più, ripartito per argomenti. Uno tra i seggi più ambito è quello della Cultura. Allora, si da il caso che l’inquilino del VII Piano, un attico meraviglioso con vista panoramica su Roma spettacolare, sia un gentile ed affabile Avvocato in pensione, senza moglie e senza eredi (!!!) che ha stipato l’appartamento di tutto ciò che di cartaceo ha raccolto nella sua lunga vita privata e professionale. Una volta mi ha invitato a scartabellare, curiosare in una montagna di libri, riviste accademiche, cataloghi d’arte, enciclopedie, raccolte di figurine Panini, collezioni di etichette di acqua minerale ed ogni altra Grazia di Dio che l’arte tipografica è stata in grado di creare. Una goduria allo stato puro, quella puzzetta di carta ingiallita e stantia che ti inebria come un vinello appena stappato.

Allora è successo un giorno che si voleva nominare il Più del Condominio addetto alla cultura e ci sono stati diversi candidati (tra i quali il sottoscritto). Gli attoniti condomini, avendo loro un cordiale rapporto di buon vicinato con ognuno, si sono trovati in palese difficoltà ed imbarazzo: come decidere chi votare? Tutte brave persone (compreso il sottoscritto). Allora il Gran Segretario del Consiglio escogita una furba e ragionevole trovata: votiamo per merito! Accipicchia (mi ronzano le orecchie: questo temine “merito” mi giunge già ascoltato nei giorni scorsi) …mah!!! Domanda dell’inquilina del III  piano (bella donna !!!) e quali sarebbero i “meriti” da adottare? Silenzio, nessuno azzarda una proposta.  Un esame orale e scritto preventivo? Un “modello Rai” alla qualunque ? Una prova a quiz ? boh!!! Al V piano vive una famigliola, carina, tre figli e un cagnolino che somiglia ad un gatto, dove lui è avvocato, civilista. Si alza e con voce solenne dichiara:  “Nominiamo chi è più colto”. Applauso a scena aperta. Ma il Gran Segretario chiosa: “Ma come misuriamo la cultura posseduta dai candidati?”. E l’avvocato del V piano risponde: “Semplice, contiamo quanti libri possiede ogni candidato”. Il sottoscritto si oppone duramente:  ne possiedo pochi pochi (vado a memoria… ma dubito che superano 20 o 30, tra i quali alcuni lascito della buonanima di mio suocero, antichissimi e preziosissimi) e posso garantire di averli letti (sono in grado di fare sommario riassunto e citazioni) e dunque attacco frontalmente l’anziano Avvocato in pensione del piano attico:  “Caro mio coinquilino, ci dica, di quanti tra i suoi innumerevoli libri è in grado di darci conto del loro contenuto, della loro collocazione o di altro utile a noi profani?”. Lui muto. Assemblea silente e pensierosa. La situazione si fa tesa e il Gran Segretario è in sofferenza allora, salomonico e imperioso, decide: si nomina chi ne possiede di più!!! Incasso il colpo e mi ritiro nel mio grigio cono d’ombra di antica ignoranza. Amen. Sarà per la prossima volta: mi accingo ad andare ad una bancarella di libri usati e riempire gli scaffali… non si sa mai. 

Nel frattempo, vengo a leggere che l’Avvocato in pensione ha solide amicizie e frequentazioni oltre Tevere… mannaggia  a lui e, non solo, ha dichiarato di conoscere personalmente una persona, ora divenuto Ministro della Repubblica, che pubblicamente e solennemente poco tempo addietro ha dichiarato che la Crimea è Russia senza esitazione e che gli “ucraini, molti ucraini, si schierarono dalla parte dei nazisti…”. Tutto chiaro, l’Avvocato  “colto” ha vinto.

Care lettrici, cari lettori, cosa volete che ci diciamo? Ha senso parlare di canone, di Servizio Pubblico, di tecnologie,  di informazione, di cultura in Rai e fuori, di meriti e demeriti? 

Buona giornata !

bloggorai@gmai.com

in arrivo....

 a breve il Post...

lunedì 24 ottobre 2022

Rai: la partita diabolica tra Tg2 e Governo


“Ma questo era ancora poco, e lui avrebbe spinto l'idea assai oltre il limite: come amava dire esistevano due tipi di sacrifici, quelli corretti e i suoi. I primi, che pure praticava, erano ben congegnati dall'inizio alla fine e quanto in origine perso veniva recuperato con gli interessi. I secondi invece erano opere arcana di volsebnik: non conducevano forzatamente alla vittoria quanto a uno squilibrio radicale: scendiamo giù nel gorgo insieme, avversario, e vediamo chi ha sufficiente energia per resistere alla pressione delle acque! Perché con i pezzi Misa offriva sull'altare le stolide certezze che ognuno possiede fin da quando impara il gioco: una torre vale più di un cavallo e un cavallo più di due pedoni: questa ragioneria da mercante non significava nulla per lui che immolava materia in cambio di tempo, velocità, mobilità; oro in cambio di fiamme” …” -Una mossa sbagliata e crolla tutto - dicevano di certe combinazioni perfettamente calcolate ma nel suo stile le mosse sbagliate trovavano in qualche modo cittadinanza: perché riteneva che errore e correttezza non fossero concetti opposti bensì fusi e lavorati insieme nella fragile lega del rischio. Anche vincere era in fondo meno importante di esporsi per cercare bellezza; era una conferma del suo scopo primario:  forzare i limiti delle probabilità, battere a colpi di maglio un cateto fino a renderlo più lungo dell'ipotenusa (Giorgio Fontana, Il Mago di Riga).

Cosa ci può essere di meglio di questa citazione, di questo piccolo distillato di arguzia e perfidia, per iniziare la settimana nel migliore dei modi?

Bloggorai vive alla giornata. Campa come può. Si accontenta di poco: commenti, parole in libertà al Circolo Arci, giudizi e notizie di tanti autorevoli e attenti lettori, donne e uomini, che ogni giorno, anche nel cuore della notte, ci fanno avere con mail, telefonate e messaggi. Ci sono momenti in cui ci sembra di essere come il Medico della Mutua. Bloggorai si nutre di quello che passa il Convento. Naviga a quota periscopica e non riesce ad andare oltre l’orizzonte  del ragionevole e del possibile. Guarda spesso indietro e per cercare di guardare avanti può anche succedere che vada a sbattere contro un palo. Bloggorai non cerca gli “scoooop” e non si appaga di citazioni (“fatti notare da Dagospia…” ). Spesso e volentieri ci rifugiamo in comode riflessioni, astruse e volatili come foglie d’autunno. Questa mattina, per esempio, ci teniamo alla larga dalla diatriba sull’uso del femminile/maschile che attanaglia la Meloni ma non sappiamo resistere ad una sommaria riflessione sulla nomina del direttore del Tg2 come Ministro della Repubblica, ancorchè incaricato alla Cultura del Paese (noi usiamo questo temine, Nazione non ci piace gran che) con la C maiuscola. Quando lo abbiamo saputo, il primo pensiero è stato “C’è posto per tutti, la Rai vuole bene a tutti i suoi figli” e ho avuto un pensiero solidale ad un caro amico, marxista leninista di vecchia data, che ora potrebbe diventare Segretario generale della NATO.

Allora, ci ha cominciato a ronzare un delicato interrogativo: la Rai si è liberata con piacere di un “pezzo” Fuortes della sua formidabile squadra di governo oppure ne potrà soffrire le conseguenze infauste per le drammatiche conclusioni che ne potranno derivare? In mancanza di meglio, questo angoscioso interrogativo gira da quando Gennaro Sangiuliano è stato nominato Ministro della Repubblica anche perché, come ha scritto un suo novello mentore, Mario Ajello sul Messaggero “Possiede 15 mila libri. Anzi, di più”. Questa seconda parte della frase è quella forse più inquietante, il rafforzativo “anzi”, e poi aggiunge “La sua cifra è la curiosità e lo spaziare culturalmente, senza perdere la curiosità”. Se io fossi Sangiuliano, poco poco, chiamerei Ajello a fare il Sottosegretario.  

La Rai il giorno dopo l’uscita di Sangiuliano starà meglio o peggio? Fuortes ne sarà felice o meno? Lo abbiamo chiesto alla solita banda dei quattro amici al bar e, tra silenzi, frasi sferzanti  e mugugni, ne uscito fuori un bel quadretto. Ovviamente, ce ne guardiamo bene dal giochetto perdigiorno del totonomine e pure i nostri lettori se ne tengono assai lontano. Una parte gongola con frasi “Abbiamo un amico al Governo...e quando mai ci ricapita che un dirigente RAI possa diventare ministro”, altri sperano con la frasetta d’ordinanza un po’ ruffiana “lasciamoli lavorare e poi giudicheremo”. Uno si spinge a dire “è un po’ maleducato” e un altro invece “è una brava persona”. La più perfida opinione sostiene, numeri alla mano, al contrario di quanto ha scritto Ajello, che si tratta di  “Una liberazione per il Tg2: sotto la sua direzione da quando si è insediato, ha perso oltre mezzo milioni di telespettatori, con una media di oltre 1,7 mln e uno share del 7,81% del 2018 a 1,2 mln e uno share del 6,3% (gennaio- settembre) di quest'anno”. Ci hanno aiutato a verificare con dati Auditel: è vero. Ma siamo ancora nel campo delle quisquillie, delle pinzullacchere.

Il tema grosso, la domanda alla quale nessuno è in grado di rispondere,  è immaginare se l’accoppiata Gennaro Sangiuliano e Adolfo Urso, ministro delle imprese e del Made in Italy (ex Mise) nonché di conserva alla nomina di Giancarlo Giorgetti al MEF si possano considerare di buon augurio o fonte di cattivi presagi per la Rai. Ardua impresa che si pone oltre la quota periscopica cui siamo abituati. Occhio e croce diremmo di no: forze oscure e potenti si celano dietro le loro ineffabili figure e le poste in gioco sono ben al di sopra del numero dei libri posseduti e della fama che li precede. Fra poco saranno chiamati alla madre di tutte le battaglie per la sopravvivenza della Rai e dovranno decidere  in che modo il Servizio Pubblico si dovrà finanziare: quanto canone ( e come riscuoterlo) e quanta pubblicità? Contratto di servizio e piano industriale: come interverranno sul quel poco che è dato sapere?

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domenica 23 ottobre 2022

In viaggio...

Ancora oggi in viaggio. Lontano dalla politica...dalla RAI...

Immersi nella Brianza...nel varesotto...dove i paesi finiscono tutti in ...ate o in ...ago. Dove non è più pianura e non ancora collina ...dove si intravedono le Alpi. Dove la domenica mattina non si vede nessuno in giro. Dove un paese confina con un altro senza separazione visibile. Dove i "capannoni" sembrano tutti abbandonati. Dove ci raccontano di una crisi profonda presente e imminente. 

Si fatica a dover riflettere su perché un dipendente RAI diventa ministro dell'istruzione: dicono che sia colto e, a riprova, si dice che possiede 15 mila libri. 

Torneremo presto a Roma...

bloggorai@gmail.com 

venerdì 21 ottobre 2022

La Rai tra Marx e Totò

"Gli uomini fanno la propria storia, ma non la fanno in modo arbitrario, in circostanze scelte da loro stessi, bensì nelle circostanze che essi trovano immediatamente davanti a sé, determinate dai fatti e dalla tradizione”. Si tratta ora di capire se, come scrive Carl Marx nell’incipit del 18 Brumaio di Luigi Bonaparte, è la tragedia che precede la farsa e non viceversa.

Quanto accade in questi gironi dentro Viale Mazzini è la sintesi perfetta, la quintessenza, il distillato puro di confusione, incapacità e scelleratezza unite ad una certa dose di comicità assoluta. Totò e Peppino non avrebbero potuto fare di meglio.

Cdr delTg1: Fiorello no!!! È uno sfregio !!!

Adrai: Fiorello si!!! È un asset strategico!!!

AD Fuortes 1: Fiorello forse… stiamo valutando … è un progetto

AD Fuortes 2: Fiorello si, ma non su Rai Uno ma su Rai Due

Cda Rai: di cosa stanno parlando? Non ne sapevamo nulla!

Cdr Tg1: Fiorello … ti vogliamo bene

Fiorello:  grazie Fuortes e grazie Coletta, non desideravo altro!

Bruno Vespa: ahooo ... voi del Tg1 avete rotto le scatole (eufemismo)

siamo in attesa del comunicato del Cdr del Tg2  quando saranno note le sorti politiche del suo direttore, forse al Governo

Bene, speriamo di chiuderla qui e non doverci tornare sopra ancora salvo doverci sbellicare ancora dalle risate che, comunque, sono sempre gradite.

Ma cosa ci dice questo film, cosa ci racconta in buona sostanza questa piccola storia ignobile che ci tocca raccontare? Ci porta dritti dritti al cuore di un problema “storico”: la cosiddetta riforma per generi e al suo fallimento dichiarato e anticipato. Non facciamo il riassunto perché ormai troppo datato (da oltre 20 anni) e ci limitiamo solo all’era moderna. Fuortes appena insediato non sa che pesci prendere e gli suggeriscono di salvare il salvabile riesumando il pesce lesso del vecchio piano industriale di Salini e così ad agosto 2021 dichiara solennemente “la  nuova rivoluzione Rai”. Molti, compreso a Palazzo Chigi, storcono il naso e comunque il personaggio tira dritto e vara la ristrutturazione: abolisce le reti e nomina 10 direttori ai quali, in testa mette la Superdirezione attualmente in capo a Marcello Ciannamea, da tempo accreditato e quotato per ogni nuova stagione politica a carico della Lega o qualcosa di simile (digitare il suo nome e quota Lega e confrontate).

Dunque, così van le cose del mondo: i direttori di genere non hanno la forza, la capacità di decidere nulla se non preventivamente concordato e deciso da Distribuzione (testuale: “Il genere Approfondimento, su specifiche indicate dalla Direzione distribuzione, sviluppa e seleziona i formati…”). In altri termini, come il caso Fiorello conferma, la linea di comando è semplice: Fuortes decide, Ciannamea esegue e i direttori incassano (finche possono oppure si mettono di traverso). La prova provata la fornisce questa mattina  Michela Tamburino su La Stampa sempre su Fiorello: “A proposito dei costi, il progetto rientra nel budget dell'amministratore delegato dunque nelle sue esclusive competenze, perciò il programma non dovrebbe superare quei dieci milioni di euro a sua disposizione”. Infatti, nessuno può dire che non si sapeva nulla che la trattativa era gestita direttamene da Fuortes per quanto era noto pubblicamente già dal 4 agosto come abbiamo riportato su Bloggorai. A casa mia chi paga comanda e così avviene in Rai dove non si dovrebbe muovere paglia senza una preventiva allocazione di budget.

Dunque il problema è il processo decisionale dei programmi che si devono varare, quali sono le linee guida, quali le coordinate e qual è l’inserimento strategico nel complesso dell’offerta editoriale del Servizio pubblico. Ed ecco che si assiste al “caos primordiale” dove non si capisce mai se un programma appartiene ad un genere oppure ad un altro: Zanchini e Augias la domenica pomeriggio sotto la direzione Cultura, l’Annunziata sotto la direzione Approfondimenti,  documentari prodotti da Rai Fiction, Fazio a Cultura ed Educational  e così via trotterellando.

A Bloggorai viene spesso rimproverato di fare eccessivo affidamento alla logica dei “piani” che siano  istituzionali (Contrato di Servizio), industriali o editoriali. Fino a prova contraria però rappresentano la sola possibilità di far cadere il cielo sulla terra e stringere entro norme e disposizione comportamenti e scelte che altrimenti sarebbero (e spesso sono) del tutto arbitrarie. Siamo ancora in fervida attesa di conoscere e approfondire le linee guida di un Piano editoriale complessivo e strategico che ancora non si palesa all’orizzonte.

Il tema del fallimento storico della riforma per generi (datata intorno all’era geologica 2000, quasi il secolo scorso) è tutto nella sua assoluta carenza di visione editoriale nei prodotti e nelle reti destinati a metterli in onda. In poche parole, è la forma che oscura la sostanza, è l’architettura esterna che cela le magagne di ingegneria interne. Oggi si passa indifferentemente Fiorello da Rai  Uno a Rai Due come se nulla fosse, come se i loro “pubblici” fossero assolutamente identici e intercambiabili, nel giro di poche ore, di pochi giorni. Ai pubblicitari cosa è stato venduto? Come pure si cambia un direttore di Genere (Orfeo) perché non avrebbe riscosso la fiducia dell’AD senza poi sapere se  il suo operato sia stato giusto o sbagliato. Il tutto sapientemente condito da un aumento di personale, di spazi e di format acquistati all’esterno, di agenti che imperversano e di società esterne che ingeriscono a piacimento.  

Andiamo avanti così …  fra poco per occuparci della Rai dovremmo chiedere la collaborazione del WWF, di Greenpeace, dei Boy Scout in pensione.

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giovedì 20 ottobre 2022

I Muli e i muri di Viale Mazzini

Foto di Albrecht Fietz da Pixabay
LAST MINUTE


Ansa - Si chiamerà “Viva Rai2” il nuovo programma di Fiorello per la Rai. E’ questo il titolo che l’Amministratore Delegato Carlo Fuortes ha impiegato stamattina nel presentare nel Consiglio di Amministrazione dell’Azienda il nuovo progetto dell’artista, autore e intrattenitore.

 

“Viva Rai2” consisterà in 135 puntate e andrà in onda dal lunedì al venerdì dal 7 novembre su RaiPlay e dal 5 dicembre su Rai2. Durerà fino a giugno. E’ previsto nella fascia tra le 7 e le 8.30 con un orario ancora da stabilire nei dettagli. Oltre che su RaiPlay il programma potrà essere ascoltato su RayPlaySound, Rai Radio Tutta Italiana. Inoltre il sabato e la domenica, su Radio2, il meglio della settimana.


Ci sono giorni in cui è tordi e altri è grilli. Ci sono giorni in cui viene da piangere ed altri in cui viene da ridere. Ci sono giorni in cui viene voglia di scrivere cose serie ed altri in cui viene voglia di prendere in giro. Oggi ci troviamo a metà strada e siamo costretti ad iniziare con il primo approccio e chiudere con il secondo.

Per occuparsi e seguire con attenzione le vicende Rai e dintorni occorre possedere diversi strumenti di lettura e analisi. È necessario saper dare di conto, anche in modo approssimativo (come nel nostro caso) e leggere bilanci, relazioni, andamenti di borsa etc… Poi bisogna avere masticato pane e politica già dalla più tenera età (come è avvenuto nel nostro caso). Poi è utile sapersi destreggiare nella sociologia, nelle dinamiche dei comportamenti individuali e collettivi. Ancora è utile padroneggiare i rudimenti delle psicologia perché talvolta è veramente difficile comprendere la natura di scelte umane che non risiedono nella sfera del razionale. E così via. Una dote, però, talvolta, è necessaria più di altre: si tratta dell’Analisi Semantica Latente, una “scienza” recente (1988) largamente utilizzate in rete in ambito CEO e finalizzata a  definire un processo di elaborazione del linguaggio naturale , come parte della semantica vettoriale. LSA consente di stabilire relazioni tra un insieme di documenti e i termini in essi contenuti, costruendo “concetti” in grado di far emergere il contenuto, il messaggio, prevalente.

Bene, in questi giorni con la polemica su Fiorello è necessario addentrarci in questo ambito per comprendere perché si scatena una piccola tempesta in un tazzina di caffè. Andiamo con ordine. 

Questa vicenda degli incontri con Fiorello era nota da mesi (vedi post di ieri) e, verosimilmente, doveva far parte delle novità promesse agli investitori pubblicitari già alla presentazione dei palinsesti a giugno scorso. Non è pensabile il contrario, ben sapendo il valore aggiunto che Fiorello porta coni suoi programmi. Ieri abbiamo scritto che l’AD Fuortes, il 4 agosto, “portava avanti personalmente  la trattativa ed è veramente difficile supporre che non abbia informato la Maggioni e, di conseguenza, è veramente difficile che nella direzione del Tg1 nessuno sapesse nulla di un progetto che aveva già nome, cognome  indirizzo (fascia oraria etc). In poche parole, è assai verosimile che tutti sapessero tutto (forse il Cda no… ma questo è un altro problema).

Allora estrapoliamo le frasi topiche in sequenza: “Comitato di redazione del TG1 esprime tutto il suo sconcerto e la sua totale contrarietà nell’apprendere del possibile approdo di un programma satirico di intrattenimento, guidato da Fiorello…” e poi “questa decisione semplicemente non può essere accettata, né tantomeno imposta, e rappresenta uno sfregio al nostro impegno quotidiano” (comunicato Cdr del Tg1 di lunedì scorso). Segue a ruota un comunicato ADRAI (inedito e anomalo: per la prima volta interviene su un programma specifico): “Si esprime il più totale sconcerto alle dichiarazioni del Cdr del Tg1…il progetto di spettacolo a cui si sta lavorando sarebbe una grande operazione industriale e di marketing … i dirigenti Rai hanno la responsabilità di definire le strategie aziendali …”. Segue una nota dell’ADNKronos dove di forniscono minuziosi dettagli sul programma: “Via Asiago 10…la partenza e il rodaggio sarebbero previsto solo su Rai Play  dal 7 novembre per tre settimane … il gruppo di lavoro è attualmente impegnato…”. Dopo di che scoppiano le polemiche e arriva pronta una dichiarazione di Fuortes: “Ritengo indispensabile precisare che il progetto editoriale è ancora in fase di definizione, compresa la sua collocazione nei palinsesti - ha sottolineato dunque Fuortes - Oltre all'approdo su RaiPlay, è in corso la valutazione sul canale televisivo più adatto ad accogliere il progetto innovativo dello straordinario artista. La Rai avrà cura di comunicare il progetto definitivo non appena verrà ultimato" (ANSA del 18 ott). 

Altro che LSA… in questi casi occorre Frate Indovino, Maga Magò, qualche santone o madonnara di paese. “Far volare gli stracci” potrebbe essere un eufemismo troppo generoso. Evidente ai muri e ai muli che i conti non tornano e qualcuno annaspa nel vuoto. L’Azienda non sembra in grado di fronteggiare i grandi problemi che la minacciano e non sapendo bene cosa fare … la buttano in caciara. Punto, fine delle trasmissioni. Una controprova: questa mattina leggete Italia Oggi quanto ribadiamo da tempo: “Nel 2019, era pre-Covid, a settembre c'erano in media 22,5 milioni di telespettatori davanti al teleschermo in prima serata. A settembre 2022, invece, siamo a 18.6 milioni, -17,2%. Quasi quattro milioni di italiani, quindi, come certifica Auditel, sono altrove, probabilmente guardano contenuti sugli over the top, e comunque fanno altro”. E qualche spiritoso in giro ha la presunzione di pensare che il Mago Fiorello possa contribuire a risollevare la china con una idea vecchia di 10 anni dove si ripropone una schema che allora poteva funzionare (molto in radio) sulla lettura critica dei giornali ma oggi ha un senso? Il problema vero è che non si capisce quale senso, chi ha pilotato questa manfrina e con quale scopo/obiettivo:

Ecco che l’applicazione della LSA aiuta, forse, a comprendere un significato latente: ognuno dei soggetti in causa ha bisogno di visibilità e spendibilità  (anche brutalmente venale) ed ogni argomento è buono per averne. Punto, forse poco di più ma certo poco di meno.

Precisazione: ieri abbiamo scritto una cosa che non corrisponde a verità: un autorevole e qualificato lettore ci ha scritto che “… come noto Fiorello non è rappresentato da Presta, come anche nessuno del gruppo autorale/regista del nuovo programma”. Ha ragione, rettifichiamo, è vero e ci scusiamo con i lettori per aver scritto che “…Fiorello sta al suo agente  Presta…” quando invece, come abbiamo potuto verificare, Fiorello sembra essere agente di se stesso e, forse al più, con l’aiuto della moglie Susanna attraverso le due Società che a lei si riconducono.

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mercoledì 19 ottobre 2022

Rai: lotta dura ..senza paura ...

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Comunicato del Comitato di redazione di Bloggorai  

Roma, 19 maggio 2022. In relazione alle note vicende che vedono interessati il conduttore Fiorello, il CdR del Tg1, l’ADRAI, l’USIGRAI, l’AD e il CDA di Viale Mazzini gli onesti e infaticabili lavoratori del Blog (a titolo gratuito) proclamano ufficialmente lo loro equidistanza, equivalenza, imparzialità, centralità e neutralità rispetto alla fatale questione in corso con le seguenti argomentazioni:

A: Come abbia più volte scritto e ripetuto, il primo, unico e fondamentale problema è ridisegnare tutto il perimetro dell’offerta informativa del Servizio Pubblico, ovvero dotarsi di un Progetto editoriale complessivo da tempo disatteso e ignorato (vedi famigerato Allegato 4 del Precedente Piano industriale Made in Salini&C). Non si può, non si deve procedere a singhiozzo, un pezzetto alla volta con lo sguardo rivolto più alla forma che alla sostanza (vedi i vari restyling delle redazioni). Si tratta di riconsiderare tutto in equilibrio, razionalità  ed efficienza: radio, televisione e web tra reti e testate. Si tratta di gestire il coordinamento organico tra le redazioni, fasce orarie, tipologie di offerta, modalità di esposizione etc.  

B. Fiorello sarà pure un campione di ascolti, è certamente simpatico e divertente e potrà pure acchiappare qualche 0, % di qualche fascia di pubblico (quale? i giovani?) ma non risolve in alcun modo la crisi della fascia mattina della prima rete da tempo in sofferenza. La sua idea di leggere i giornali la mattina presto è stagionata e riciclata: non è di matrice Rai ma di Sky e vecchia di qualche lustro (2011). Fiorello rivisto e corretto sta al mattino come Montalbano la sera. Inoltre, Fiorello sta al suo agente  Presta come un pedale sta alle ruote di una bicicletta e al telaio che li sorregge. Quando compri lui, compri tutto il pacchetto che gli ruota intorno. ERRORE: Presta NON è l'Agente di Fiorello !!! Abbiamo posto l’interrogativo ieri: da dove nasce l’idea, chi ne è il suo mentore, chi l’ha sostenuta e promossa? Per rispondere agli interrogativi … Laisse-le sac et va chercher l'argent.

C. tutti i soggetti citati sopra svolgono un ruolo scenico, una finzione narrativa a loro congeniale. Fiorello ha tutto l’interesse a tornare in primo piano. Il Cdr del Tg1 annaspa nel buio e cerca spazi che non sembra trovare. L’ADRAI uscito dal letargo del loro ruolo (sindacale) prova a recuperare una parvenza di legittimità perduta: ““I Dirigenti Rai hanno la responsabilità di definire le strategie aziendali ...” e stanno tutti a chiedersi dove mai le hanno espresse. L’USIGRAI è ancora sotto botta dell’accordo della lenticchia, quando minacciò fuoco e fiamme contro Fuortes salvo poi ritirare tutto in cambio di spiccioli. L’Ad fa un passo avanti in epoca PD forte e uno indietro in epoca PD in via di estinzione (vedi la notizia del giorno “Il progetto editoriale è ancora in fase di definizione”). Il CDA non pervenuto: non risultano segnali di vita mentre domani è previsto un incontro, vedremo.

Per quanto premesso, il Cdr di Bloggorai non sostiene scelte improvvide e sprovvedute alla “modello Damilano”, una tantum, un tot al chilo, una ciabatta alla volta. Non condivide la nota del Cdr del Tg1 e la sua opposta dell’ADRAI. Non sostiene, anzi avversa frontalmente, l’ostinata e ottusa volontà da parte del vertice Rai di non occuparsi dei grandi problemi dell’Azienda (canone, perdita di ascolti, tecnologie) per occuparsi invece di minutaglie di secondo piano. Il CdR di Bloggorai auspica un momento di pausa e di riflessione profonda, intima e silenziosa da parte di tutti i soggetti interessati che potrebbero  fare più bella figura a tacere che a parlare. Per la Rai sono attesi tempi molto, molto preoccupanti e non sarà un Fiorello di turno a fare primavera.

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martedì 18 ottobre 2022

Gli "sbroccati" Rai


Mentre i pianeti dell’universo girano a trottola, a Viale Mazzini volano straccetti e si scatena la guerra per bande.

Ieri tardo pomeriggio abbiamo ricevuto la notizia del comunicato del Cdr del Tg1 dove si “…esprime tutto il suo sconcerto e la sua totale contrarietà nell’apprendere del possibile approdo di un programma satirico di intrattenimento, guidato da Fiorello, al posto di quasi un’ora di programmazione gestita dal TG1…”. Questa mattina risponde l’ADRAI dove si “esprime il più totale sconcerto alle dichiarazioni del Cdr del Tg1… Fiorello è un vero asset aziendale … il progetto  su cui si sta lavorando è una grande operazione industriale e di marketing … davanti a questa mancanza di visione strategica non è più possibile tacere…”.

Fin qui la forma, ora la sostanza. Ovviamente, ovviamente, abbiamo interpellato i nostri fedeli ed esperti lettori per capire l’aria che tira. Brutta, pessima. Per tanti buoni motivi che ci hanno esposto da varie e disparate fonti con più punti interrogativi che esclamativi.

A. La fascia del mattino è un nervo scoperto da tempo. La condivisione dello spazio tra redazione del Tg1 e Rai Uno non è mai stata facile. Però, in certi momenti ha retto ed è riuscita a fronteggiare la concorrenza. La gestione Maggioni cambia le carte in tavola e, su questa vicenda potrebbe sapere molto dipiù di quanto non dice. Le due anime che si fronteggiano rispettano pari pari lo schieramento di questa mattina: da un lato gli “aziendalisti” e dall’altro i “sindacalisti”. Ambedue, parlano sempre fuori sincrono rispetto ai grandi temi e problemi dell’Azienda.

B. come nasce questa idea? È stata concordata tra i due direttori interessati Antonio Di Bella (approfondimento, al posto di Orfeo) e Simona Sala (intrattenimento day time)? 

Cosa c'entra la superdirezione di Ciannamea (Direttore Coordinamento Editoriale Palinsesti Televisivi)? Che ruolo ha avuto Lucio Presta, il noto e potente manager di Fiorello? L’AD era al corrente dell’operazione e il Cda ne era informato? Per la prima domanda abbiamo una risposta: ci è stato ricordato un articolo comparso il 4 agosto scorso e mai smentito (https://www.tvblog.it/post/fiorello-rai1-edicola ) dove si legge dell’ “imminente ritorno di Fiorello in televisione, nella grande televisione generalista, in una trattativa che sarebbe condotta direttamente dall’amministratore delegato della Rai” Alla seconda domanda non abbiamo risposte: silenzio.

C. Quale è il senso di questa operazione? Quale dovrebbe essere la sua natura editoriale? In quale contesto si inquadra? Nella crisi del Tg1 o della rete? In un più vasto piano di intervento su tutto il perimetro dell’offerta informativa o si tratta solo di una banale  “fotocopia” dell’operazione Damilano su Rai Tre?

Ovviamente, ovviamente (come piace ripetere all’AD) pochi si azzardano a metterci la faccia e rispondere a questi interrogativi. Però, nel nostro piccolo, qualcosa lo abbiamo “intuito” o percepito.

A1. Il contesto: la Maggioni sente il fiato sul collo ma non ha capito ancora bene chi alita. L’Usigrai ha scritto di avere condiviso con la Direzione del giornale le loro preoccupazioni. Però sappiamo che invece un “traino” di Fiorello in quella fascia sarebbe apprezzato. Magari non proprio alla stessa ora …però se ne può parlare. Guarda ad Oriente e colpisci ad Occidente.

B1. Le due “direzioni di genere” frutti malati dell’albero avvelenato della riforma Salini (non Fuortes) mostrano il fianco della loro debolezza strutturale. Di Bella fra poche settimane dovrebbe andare in pensione quando gli piacerebbe tanto continuare, magari con un contrattino da conduttore e Sala sa che i barbari  aspettano al varco. Entrambi sanno che non decidono loro. Il potere degli agenti è forte, fortissimo e si esercita benissimo in queste circostanze.

C1. L’Usigrai dopo il “patto della lenticchia” della Tgr notturna ci dicono essere in sofferenza nei confronti dell’AD e verso i propri iscritti (mancano gli zainetti!!!) . Non essere stati interpellati da Fuortes&C su questa iniziativa ne è prova provata.

C1,2. L’Adrai solitamente tace su tutto (canone, calo degli ascolti, tecnologie etc) e improvvisamente si sveglia e pontifica: “I Dirigenti Rai hanno la responsabilità di definire le strategie aziendali e di condurle all’obiettivo”. Acccipichia !!! Di cosa parlano? Di quali strategie vagheggiano?

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FLASH !!!


May I have your attention ..please...

'statev' accuort ...

in campana...

rimante sintonizzati ...

merce fina in arrivo !!!!

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Il Governo del Paese, la pubblicità, Mediaset e la Rai

Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay

Sarà pure necessario ammetterlo: la politica ha una sua intrinseca bellezza e un suo fascino al quale è difficile resistere. Nella sua forma pura, essenziale, primordiale, racchiude tutto il bene e tutto il male del mondo. La politica si rappresenta come la sintesi perfetta della più vasta gamma di emozioni che un essere umano può provare. In pochi istanti, in frammenti di tempo impercettibili, la politica è in grado di illuminare un acquerello formidabile di sensazioni e riflessioni, forse mai suffragate da granitiche certezze e pur tuttavia rimarcate da effimere e oniriche visioni. Tutto appare relativo, transeunte, etereo e fumoso. Ogni parvenza di realtà che in certo istante appare limpida e cristallina come acqua di fonte alpina, nel breve istante si può trasformare in fetido liquame di fogna. “E’ la politica ..bellezza”: senza addentrarci in sofisticate citazioni (magari pure necessarie) ci limitiamo a proporne un paio: per i cultori della materia possiamo ricordare il capolavoro assoluto della fiction “politica”  House of Cards: “Ho cambiato i parametri delle mie promesse” e il suo interlocutore gli ribatte “Ma questo è mentire!”  … “No, questa è politica”. Prima di lui è rimasta lapidaria la frase di Rino Formica: “La politica è sangue e merda”. Citazione magari troppo dura e cruda quanto efficace.

Bene, ciò premesso, caliamo il cielo sulla terra: la torta è sempre più piccola e non ci sono porzioni sufficienti per tutti. Ieri, per quanto detto, è stata un giornata storica: dopo lo scambio di insulti e minacce tra Berlusconi e Meloni è tornata la pace.  Non possiamo altro che ripeterci: nulla di nuovo. I lettori di Bloggorai, che supponiamo non più giovanissimi, ricorderanno certamente la teoria delle “convergenze parallele” (forse indebitamente attribuita ad Aldo Moro)  che prevedeva il convergere di visioni distanti tra loro legate da un interesse comune. Bene, cosa c’è di diverso tra questa intesa già prevista in campagna elettorale? Nulla, sciocchezze di appunti poi attribuiti ad altri. Cosa c’è invece di solido che li unisce i due soggetti ed ha posto le basi di cemento del futuro governo? Semplice: la difesa degli interessi di Berlusconi che conviene a tutta la destra tutelare per molteplici aspetti. Singolare coincidenza: avviene proprio nel momento in cui la minaccia di sottrarre altre risorse dalla già magra torta pubblicitaria si fa più seria e palese. La notizia della “discesa in campo” di Netflix che potrebbe sottrarre tante decine di milioni sia a Rai (nei giorni scorsi abbiamo riportato la notizia di 65 mln) ma pure a Mediaset è di assoluto rilievo (vedi articolo di oggi su MF  con il titolo “Gli spot Netflix costeranno caria MFE” e sul Fatto Quotidiano con il titolo “Mediaset ora spera: una legge sul tetto per gli spot a Netflix”). I cosiddetti “pontieri” di Cologno Monzese che tanto hanno spinto per ricucire con la Meloni altri non sono che i più astuti difensori degli interessi di famiglia che, evidentemente, Berlusconi ormai annebbiato dalle note turbolenze amorose, forse aveva dimenticato.

Sintesi: il patto di Via della Scrofa di ieri segue il solco di altri patti scellerati che Berlusconi ha fatto con i vari soggetti interessati e tutti con la stessa finalità: garantire la sopravvivenza sua e di Mediaset. Ora, che possa farlo con la Meloni è comprensibile tanto quanto invece non lo era quando venne fatto con altri soggetti (Nazareno docet). L’obiettivo per oggi, per il prossimo governo, unico e centrale, è presidiare ministeri chiave: MEF e MISE, ovvero i luoghi dove si decideranno le partite strategiche per tutto il sistema delle TLC e, in particolare, della Rai. Che poi ci possa essere Fuortes o meno a Viale Mazzini, non interessa a nessuno più di tanto. Tanto, appunto, sono tutti muti (vedi il tema canone: leggi nota interessante oggi sul Il Fatto “L'altro dossier che il prossimo governo dovrà affrontare è quello del canone Rai: Matteo Salvini in campagna elettorale ha proposto di abolirlo ma nel Biscione c'è preoccupazione per questa ipotesi: se saltasse, la Rai dovrebbe cercare altri introiti, pescando anche nel bacino pubblicitario di Mediaset”. Tutto chiaro?

Tutto questo avviene quando si legge contemporaneamente su La Stampa di ieri “Bollette: 5 milioni di morosi” e oggi su quasi tutti i quotidiani  “La povertà in Italia: oltre 5 milioni i poveri assoluti”. Nessuna colpa di chi ha governato negli ultimi anni? La tanto famigerata “agenda Draghi” aveva previsto tutto questo vista causa e pretesto?

Infine, nota a margine: il CdR del Tg1 protesta contro Fiorello perché potrebbe togliere spazio alle notizie del mattino. Roba da far tremare i polsi. Sono attese giornate di lotta dura senza paura.

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lunedì 17 ottobre 2022

SCIOPERO !!!


“Dagli atrii muscosi, dai Fori cadenti, dai boschi, dall’arse fucine stridenti, dai solchi bagnati di servo sudor, un volgo disperso repente si desta; intende l’orecchio, solleva la testa percosso da novo crescente romor. Dai guardi dubbiosi, dai pavidi volti, qual raggio di sole da nuvoli folti, traluce de’ padri la fiera virtù: ne’ guardi, ne’ volti confuso ed incerto si mesce e discorda lo spregio sofferto col misero orgoglio d’un tempo che fu”

Meloni!!! Fai ‘sto Governo con chi te pare ma fallo!!! Nominate ‘ sto ministro del MISE e ‘sto Presidente della Vigilanza ma fatelo e presto!!! Alzate le chiappe .. dateve ‘na mossa !!!

SCIOPERO !!! 

Oggi niente post di Bloggorai (stamattina manco 'na riga) !!! dopo quasi cinque anni di militanza ininterrotta oggi diciamo BASTA !!! E’ ora … è ora … è ora di cambiare .. è ora di lottare!!! 

Popolo Rai … insorgi e combatti !!!

Hanno scippato una pensionata lungo i giardini di Viale  Mazzini?  Chissenefrega! Hanno visto uscire un ladro dalla Chiesa del Cristo re con il bussolotto delle elemosine. E allora? Tutti conoscono il vandalo che si aggira per il quartiere Prati Delle Vittorie  a rigare le carrozzerie e bucare le gomme delle auto in sosta. No problem!  E così via….

Caliamo questi interrogativi sui cieli della Rai: il canone nessuno sa come verrà riscosso già dal prossimo gennaio? E’ un problema del prossimo Governo .. a me che me frega? La pubblicità cala vertiginosamente e si minacciano buchi di decine di milioni sul bilancio? E ‘sti ciufoli???? Il Servizio Pubblico perde il primato degli ascolti su Mediaset? E che vuoi che sia!!! Dicono che la transizione al DVB-T2 potrebbe risolversi in un bagno di sangue per la Rai? E vabheee.. sciocchezze … malelingue! E così via…

Oggi gli onesti lavoratori di Bloggorai scendono in sciopero contro il silenzio assordante sulla Rai, che viene dall’interno e dall’esterno, l’interesse verso il Servizio pubblico sembra diventato inferiore a quello che si prova ad osservare un frigorifero arrugginito abbandonato ai bordi della strada.

Bloggorai non si lascerà intimidire da queste sublole manovre, non abbandonerà il campo, organizzeremo un presidio militante davanti al cavallo dotato di macchinetta per il caffè.  

Avanti o Popolo Rai … alla riscossa … lotta dura senza paura !!! 

ce n'est qu'un debut continuons le combat …

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