martedì 31 maggio 2022

L'aria di mare (o altro) che si respira a Viale Mazzini

Foto di Qubes Pictures da Pixabay

- 21

Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

La Metafora assoluta e perfetta: meglio e più di così non potevamo trovare per descrivere esattamente quanto succede intorno dentro e fuori la Rai. L’articolo de Il Foglio di ieri ( e quello di stamattina de La Verità) lasciano il segno. Ci raccontano che a Viale Mazzini erano già sui nervi per tanti buoni, buonissimi motivi, e che queste spruzzatine di fango non fanno che aumentare la tensione. Intendiamoci, nulla di nuovo, nulla che già non si sapesse. Ma rivederselo sbattuto in faccia con tanto inchiostro  pizzica…urta. Un autorevole ed esperto commentatore ha scritto “acqua di fogna riscaldata” che bene si accompagna alla narrazione della Rai in questo momento storico.

In altre circostanze qualcuno si sarebbe pure chiesto il perché di tanta attenzione, cioè a chi giova, a favore o contro chi è indirizzato. Ma anche questo ormai non è più un esercizio interessante: a noi, ai lettori di Bloggorai, è noto tutto da tempo. Sono anni che scriviamo che la baracca non si regge più e non è in grado di prospettare orizzonti di sviluppo e che i nuovi padroni di casa sono peggio di quelli che li hanno preceduti (come diceva sempre la mia buonanima). In più c’è un’aggravante: il profondo e devastante stato comatoso della politica. 

Ripubblichiamo quanto abbiamo scritto lo scorso 5 maggio all’indomani dell’audizione di Fuortes in Vigilanza: “Ma la domanda che ha illuminato di immenso tutta la scena l’ha proposta la senatrice Valeria Fedeli del PD che più o meno ha chiesto: alla luce di quanto si prevede possa succedere con la questione del canone, come si pensa di affrontare il tema delle risorse economiche della Rai? La farsa e la tragedia si sono fuse in un solo momento in una fantasmagorica luminescenza di colori e profumi. Fuortes con aria sbigottita, sorpreso da tanta arguzia, risponde semplicemente: non lo sappiamo, ditecelo voi politici, noi siamo solo soggetti passivi delle vostre decisioni”. Questo scambio di battute è la rappresentazione plastica della situazione ed è il passaggio fondamentale per comprendere tutto: la politica che chiede all’AD cosa fare e lui gli replica sostenendo di essere un “soggetto passivo” e chiedendo a loro almeno “un atto di indirizzo” che tanto comunque non serve a nulla.  Poi quello vero, pesante, lo detta il Governo sul Contratto di Servizio del 19 maggio.

Uno …due.. al tappeto … la Rai è in ginocchio: il futuro del canone, della pubblicità e del Contratto di Servizio lo scrive il Governo, la fiction è in mano alle società di produzione esterna, gli agenti di spettacolo entrano e escono da Viale Mazzini come al supermercato, lo sport nazionale non si sa più nemmeno cosa sia, di progetti sull’informazione non se ne parla più da anni, Rai Play viene bacchettata da una parte e dall’altra, la “cosiddetta” trasformazione per generi (residuato del vecchio piano industriale frutto di idee ammuffite di almeno 20 anni) si sta prospettando come un pantano fumoso e fangoso.. che altro aggiungere? Qualcuno ha qualcosa da suggerire? Qualcuno ha qualche proposta da fare? Vedi quanto abbiamo scritto ieri: nessuno… tutti scomparsi, tutti complici e tutti colpevoli. In un certo senso, in quota parte, noi pure: ognuno è artefice del proprio destino e quasi quasi agli effluvi maleodoranti preferiamo “il naufragar m’è dolce in questo mare”.

bloggorai@gmail.com

lunedì 30 maggio 2022

Rai: TUTTI muti e colpevoli


-22
Oggi la facciamo corta. Spesso ci siamo chiesti cosa è la Rai e cosa potrà essere nel prossimo futuro. Oggi vi proponiamo tre possibili risposte.

N.1 – La prima risposta la trovate nel silenzio che la circonda. Mentre è in pieno svolgimento la più rilevante aggressione al canone ed è in corso la definizione del prossimo Contratto di Servizio e annesso Piano Industriale ovvero le pietre fondamentali che dovranno sopportare il peso della nuova Rai ... chi ne sta dibattendo pubblicamente? NESSUNO !!! Silenzio totale!!!

Che fine hanno fatto?

Componenti eletti e nominati del Cda Rai

Associazioni dei vari Articoli XX della Costituzione

Sindacati vari

Federazioni nazionali di categorie giornalistiche  

Fondazioni di diversa provenienza

Qualificati  Istituti di ricerca sociale, economica e culturale

Autorevoli docenti universitari e ricercatori free lance

Associazione ex di qualche cosa

Boy Scout, Croce Rossa, Protezione Civile, Dopolavoro Arci etc etc etc

Il loro silenzio e la loro totale assenza in questo momento è una delle risposte più convincenti alla domanda di cui sopra: cosa sarà la Rai? Probabilmente nulla di più di quanto è ora e certamente meno di quanto potrebbe essere. Amen.

N.2 – La seconda risposta la trovate nelle dichiarazioni di Alberto Barachini (FI), presidente della Vigilanza, e in quelle dei deputati del PD Piero De Luca e Andrea Romano, che hanno accolto con “soddisfazione” la notizia che la Rai ha raggiunto un accordo per le riprese dell’Antica Regata delle Repubbliche Marinare. Fintanto che la Rai sarà soggetta alle preoccupazioni, piccole o grandi che siano, di qualche politico di turno non ci sarà verso, è destinata a soccombere. Il fenomeno, ovviamente, è a due vie: fintanto che a Viale Mazzini ci sarà sempre qualcuno che chiama un politico in soccorso più o meno personale ... non ci sarà verso, è destinata a soccombere.

n.3 – La terza risposta la trovate nel lunghissimo articolo a firma Salvatore Merlo su il Foglio con il titolo “Dies Rai, il fallimento di Draghi – Viaggio al termine della Rai”. Al suo interno un dettagliato racconto fotografico dell’Azienda nell’anno in cui i segni del suo decadimento  si mostrano in tutta la loro evidenza: risorse economiche, tecnologie, prodotti editoriali e informazione. Un articolo che in alcune parti si potrà non condividere ma che riflette benissimo quanto noto a tutti, da tempo e che Bloggorai scrive da ormai quasi quattro anni. Da ritagliare, conservare e tramandare ai posteri. Aggiungiamo noi: non è solo il fallimento di Draghi che pure ha la sua responsabilità ma è il falimento di una generazione, di una politica interna ed esterna alla Rai che non ha voluto o saputo intervenire quando era possibile.

Con queste premesse, cosa potrà essere la Rai di domani? Già rispondere a cosa è la Rai oggi è difficile, figuriamoci domani.

bloggorai@gmail.com

domenica 29 maggio 2022

SCOOP internazionale nel mare italico e nelle cancellerie europee

Foto di Gordon Johnson da Pixabay 
- 23

Clamoroso: “La Rai snobba la regata storica delle Repubbliche marinare”. Sulle banchine, nei porti di Amalfi, Genova, Venezia e Pisa si vedono folle inferocite con il forcone che minacciano di non pagare più il canone RAI. Si viene a sapere che RaiCom gli ha chiesto 90 mila euro per le riprese e che dell’argomento si sarebbe interessato il presidente della Vigilanza Barachini ma, al momento e a pochi giorni dalla manifestazione, non si sa nulla. Tutto questo è grave, gravissimo ed è il segno del disfacimento dei pilastri storici, morali, culturali e ambientali in cui versa il Paese e l’Azienda del Servizio Pubblico Radiotelevisivo. Ci vorrebbe un Uomo Forte al comando, un uomo qualsiasi purché forte e autorevole… oppure una donna purché  sempre forte e autorevole anch’essa oppure, a scelta, una persona LGBT purché sempre forte e autorevole o, infine anche una persona minorenne, purché dotata di buon senso e credibilità.

Bene, questo passa il convento oggi sulla Rai. Però, a proposito di credibilità a autorevolezza, questa mattina siamo in grado di riferire in esclusiva, uno SCOOP, su quanto avvenuto ieri mattina tra le due autorevolissime cancellerie europee di Parigi e Berlino.

Ecco la sintesi (trascritta in modo maldestro) della telefonata tra Emmanuel Macron e Olaf Scholz.  

EM: “Allo .. mon ami …Cher Olaf … comment allez-vous .. quels sont vos plans ce matin?”

OS: “ Guten Morgen Emmanuel .. in Ordnung ... danke. Heute habe ich keine besonderen verpflichtungen.. warum? Was möchten Sie tun ? (tutt’a posto caro ... oggi sono libero … non ho niente da fare.. perché …che intensioni hai?)

EM: “Nous voulons appeler Poutine???  Juste pour dire bonjour et savoir quelles sont ses intentions”

OS: “Tolle Idee ... Ich frühstücke fertig und mache mich fertig. Mber was sagen Sie, wenn wir auch Draghi zustimmen, da er vor ein paar Tagen mit Putin gesprochen hat? (ottima idea ... finisco di fare colazione e mi preparo. Ma che ne dici se ci mettiamo d'accordo pure con Draghi, visto che ha parlato con Putin qualche giorno fa?)

Per semplificare la vita ai nostri lettori, ora pubblichiamo solo la versione unificata in italiano, tanto se pure ci fosse qualche errore ai due non gli frega un ciufolo.

EM: “Draghi chi? L’italiano … ahhh les italiens … per quanto ne so io ha telefonato da solo a Mosca senza dirci nulla e non si è capito se il loro ministro degli esteri ha presentato un Piano di Pace che nessuno conosce … boh…  les italiens … hanno un sacco di problemi già per conto loro … e ci si è messo pure l’amico della Le Pen che vuole andare pure lui da solo a parlare con Putin… insomma … gli italiani? Un grand bordel”.

OS: “ehhhh si … credo che hai proprio ragione… dalle parti mie, in Bassa Westfalia, si dice che il Governo Italiano in questo momento conta come il due di coppe quando regna denari. Lasciamo perdere… a noi Putin almeno ci prende in considerazione”.

EM: “Olaf … ma che anche voi giocate a briscola?”

OS: (cambia lingua per compiacere Emmanul) “Bien sur … mon ami …"

Da questo momento in poi la conversazione assume il tono di amicale cazzeggio tra i due leader europei fino a quando finiscono le amene discussioni sul gioco delle carte e organizzano uno Zoom con il Cremlino. Per quanto poi abbiamo potuto capire, a Palazzo Chigi stanno “rosicando” assai per questa iniziativa che li mette all'angolo della solida e imperitura amicizia con Biden (Macron e Sholz potrebbero non aver preso gran che bene il viaggio di Draghi a Washington) e pure i giornaloni oggi trattano la notizia della telefonata come una cosuccia da sottotitolo. Eppure, oggi, è la sola notizia che apre concreti spiragli di trattativa, di pace, di tregua. Ma forse, questi termini a molti non fanno piacere e preferiscono pensare a “…missioni militari umanitarie …” già ... prima militari e poi magari, se capita,  umanitarie … mi raccomando però ... sempre con il dito sul grilletto (o pulsante missilistico) …non si sa mai.

NB: "Il 46,1% degli italiani giudica irrilevante il ruolo della diplomazia italiana in questo conflitto. Solo il 15,2% lo ritiene considerevole, mentre il 18,8% è convinto che dopo la bocciatura del nostro piano di pace rischiamo di perdere anche la nostra - riguadagnata - credibilità su altri fronti" ... "Così non ci si può stupire se di fronte alla insistente richiesta di nuovi armamenti da parte del leader ucraino il 51,5% degli italiani si dichiara sempre contrario dal 22 marzo ad oggi". Fonte: sondaggio Ghisleri per La Stampa.  

bloggorai@gmail.com

 

 

sabato 28 maggio 2022

Il lavoro nella Vigna tra il Tg1 e il Tg de La7



«S'i' fosse foco, ardere' il mondo;

s'i' fosse vento, lo tempestarei;

s'i' fosse acqua, i' l'annegherei;

s'i' fosse Dio, mandereil'en profondo;

 - 24

Già ... se io fossi … se io fossi e invece non sono. Io sono io e pure con grande fatica riesco ad essere me stesso. Mi piacerebbe, solo talvolta…non sempre… essere diverso da ciò che sono e magari anche qualcun altro sembiante e forse pure in un luogo e in un tempo differente.  Così non è e mi devo accontentare di quello che passa il convento, bene o male che possa essere. Stamattina osservavo i miei gatti alla disperata ricerca di un fagiano che si aggira intorno alla casa: agili e veloci come il vento. Mi piacerebbe essere come loro!

L’argomento ci stuzzica, ma non c’è tempo: in Bassa Val Tiberina al sabato c’è tanto da fare. Ieri abbiamo risolto il problema dell’impianto elettrico del trattore e, come spesso succede, le cose sono più semplici di come a volte si mostrano. Era banalmente un problema di batteria che, notoriamente, dopo un certo tempo si esaurisce e, inoltre, un cavo passando vicino ad una parte calda della testata si era leggermente scoperto e andava a massa. Cambiata la batteria e sostituito il cavo il trattore ora viaggia che una bellezza.

Bene, siamo passati al Circolo Arci a prendere giornali e caffè. L’aria che tira è buona: gli olivi stanno “legando” e, se non ci si mette qualche grandinata, il raccolto promette bene. I campi sono verdi del primo grano e sono spuntate le piantine di girasole. Sulla vigna si lavora a “scacchiare”: è bella carica e anch’essa promette bene. È un passaggio della lavorazione importante perché permette di sostenere la spinta vegetativa verso i rami che portano i graspi. Quest’anno dovrei aver fatto una buona potatura (con l’aiuto magistrale del mio amico Massimo, un artista della vigna). In cantina è rimasto ben poco del vino dello scorso anno: eccellente! Insomma, tutto sommato una bella giornata e una ventata di sano ottimismo si diffonde nell’aria.

Oggi non parliamo di Rai tanto non c’è nulla di dire, non solo perché abbiamo già detto quasi tutto ma anche perché non ci sono novità. Sulla stampa la sola notizia riguarda il consueto successo di Don Matteo: vorrei ben vedere … ad una certa età e con i tempi che corrono, anche lì una ventata di sano ottimismo rincuora gli animi dei “giovani” telespettatori. Poi, ieri c’ è stato un Cda Rai e non è arrivato neanche un Tweet che, in genere, non si nega a nessuno.

Lasciamo perdere, occupiamoci di altrove. Il primo altrove ci è vicino e riguarda il Tg de LA 7. Già da tempo avevamo l’impressione che al Tg1 se ne stavano preoccupando perché gli contendevano un primato di atlantismo da combattimento difficile da raggiungere. Ieri sera ne abbiamo avuto una piccola ma significativa prova provata e, se fossimo stati al posto della Maggioni, ci sarebbe venuto uno stranguglione per aver dimenticato uno scoop di tal genere. Nei titoli abbiamo letto/ascoltato: “Guerra Ucraina, 30 esperti dicono che Mosca vuole il genocidio del popolo ucraino” e nel testo si aggiunge che questi esperti sarebbero “indipendenti”. Siamo andati a vedere chi sono questi 30 “esperti indipendenti” e con pochi click abbiamo capito tutto e abbiamo pure capito perché oltre il 40 degli intervistati da IPSOS ritiene che l’informazione è “troppo sbilanciata a favore dell’Ucraina e di Zelensky”. Avessero citato “esperti indipendenti” della Croce Rossa Internazionale o di una qualsiasi organizzazione internazionale “neutra” (con tutti i limiti) pure pure …ma hanno preso uno sconosciutissimo “think thank” con sede a Washington DC che ha come obiettivo “ …to shape U.S. foreign policy” ed è diretto da un signore nel cui curriculum compare il “Washington Theological Consortium” e “He has served as a member of the advisory board of the U.S. military’s Africa Command”. Come si dice: si può prendere in giro qualcuno qualche volta ma non tutti sempre.

Andiamo avanti. Il secondo “altrove” è interessante e lo troviamo oggi da leggere con un breve articolo su Italia Oggi a Firma Marco Capisani e il titolo “BBC si dà allo streaming – Dalla chiusura dei palinsesti tagli per 589 mln”. Tim Davie, DG dell’emittente britannica, ha deciso di andare oltre i tagli imposti dal contingentamento del canone e reinventare il proprio ruolo verso il Digital First. Leggiamo: “Stringere però i cordoni della borsa significa anche avviare all’uscita circa mille lavoratori, dopo aver rinunciato ad altri 1.200 nell’ultimo anno a mezzo”.

Chissà se a Viale Mazzini, in CdA, leggono le stesse cose che leggiamo noi e ancora ci stiamo chiedendo perché non abbiamo colto un soffietto, un Tweeetttino, sul documento del Governo a proposito del Contratto di Servizio. Chissà, forse, ci stanno studiando.

bloggorai@gmail.com


I lavori nella vigna tra il Tg1 e il il Tg de La 7


 Foto di Gordon Johnson da Pixabay

«S'i' fosse foco, ardere' il mondo;

s'i' fosse vento, lo tempestarei;

s'i' fosse acqua, i' l'annegherei;

s'i' fosse Dio, mandereil'en profondo;

 - 24

Già ... se io fossi … se io fossi e invece non sono. Io sono io e pure con grande fatica riesco ad essere me stesso. Mi piacerebbe, solo talvolta…non sempre… essere diverso da ciò che sono e magari anche qualcun altro sembiante e forse pure in un luogo e in un tempo differente.  Così non è e mi devo accontentare di quello che passa il convento, bene o male che possa essere. Stamattina osservavo i miei gatti alla disperata ricerca di un fagiano che si aggira intorno alla casa: agili e veloci come il vento. Mi piacerebbe essere come loro!

L’argomento ci stuzzica, ma non c’è tempo: in Bassa Val Tiberina al sabato c’è tanto da fare. Ieri abbiamo risolto il problema dell’impianto elettrico del trattore e, come spesso succede, le cose sono più semplici di come a volte si mostrano. Era banalmente un problema di batteria che, notoriamente, dopo un certo tempo si esaurisce e, inoltre, un cavo passando vicino ad una parte calda della testata si era leggermente scoperto e andava a massa. Cambiata la batteria e sostituito il cavo il trattore ora viaggia che una bellezza.

Bene, siamo passati al Circolo Arci a prendere giornali e caffè. L’aria che tira è buona: gli olivi stanno “legando” e, se non ci si mette qualche grandinata, il raccolto promette bene. I campi sono verdi del primo grano e sono spuntate le piantine di girasole. Sulla vigna si lavora a “scacchiare”: è bella carica e anch’essa promette bene. È un passaggio della lavorazione importante perché permette di sostenere la spinta vegetativa verso i rami che portano i graspi. Quest’anno dovrei aver fatto una buona potatura (con l’aiuto magistrale del mio amico Massino, un artista della vigna). In cantina è rimasto ben poco del vino dello scorso anno: eccellente! Insomma, tutto sommato una bella giornata e una ventata di sano ottimismo si diffonde nell’aria.

Oggi non parliamo di Rai tanto non c’è nulla di dire, non solo perché abbiamo già detto quasi tutto ma anche perché non ci sono novità. Sulla stampa la sola notizia riguarda il consueto successo di Don Matteo: vorrei ben vedere … ad una certa età e con i tempi che corrono, anche lì una ventata di sano ottimismo rincuora gli animi dei “giovani” telespettatori. Poi, ieri c’ è stato un Cda Rai e non è arrivato neanche un Tweet che, in genere, non si nega a nessuno.

Lasciamo perdere, occupiamoci di altrove. Il primo altrove ci è vicino e riguarda il Tg de LA 7. Già da tempo avevamo l’impressione che al Tg1 se ne stavano preoccupando perché gli contendevano un primato di atlantismo da combattimento difficile da raggiungere. Ieri sera ne abbiamo avuto una piccola ma significativa prova provata e, se fossimo stati al posto della Maggioni, ci sarebbe venuto uno stranguglione per aver dimenticato uno scoop di tal genere. Nei titoli abbiamo letto/ascoltato: “Guerra Ucraina, 30 esperti dicono che Mosca vuole il genocidio del popolo ucraino” e nel testo si aggiunge che questi esperti sarebbero “indipendenti”. Siamo andati a vedere chi sono questi 30 “esperti indipendenti” e con pochi click abbiamo capito tutto e abbiamo pure capito perché oltre il 40 degli intervistati da IPSOS ritiene che l’informazione è “troppo sbilanciata a favore dell’Ucraina e di Zelensky”. Avessero citato “esperti indipendenti” della Croce Rossa Internazionale o di una qualsiasi organizzazione internazionale “neutra” (con tutti i limiti) pure pure …ma hanno preso uno sconosciutissimo “think thank” con sede a Washington DC che ha come obiettivo “ …to shape U.S. foreign policy” ed è diretto da un signore nel cui curriculum compare il “Washington Theological Consortium” e “He has served as a member of the advisory board of the U.S. military’s Africa Command”. Come si dice: si può prendere in giro qualcuno qualche volta ma non tutti sempre.

Andiamo avanti. Il secondo “altrove” è interessante e lo troviamo oggi da leggere con un breve articolo su Italia Oggi a Firma Marco Capisani e il titolo “BBC si dà allo streaming – Dalla chiusura dei palinsesti tagli per 589 mln”. Tim Davie, DG dell’emittente britannica, ha deciso di andare oltre i tagli imposti dal contingentamento del canone e reinventare il proprio ruolo verso il Digital First. Leggiamo: “Stringere però i cordoni della borsa significa anche avviare all’uscita circa mille lavoratori, dopo aver rinunciato ad altri 1.200 nell’ultimo anno a mezzo”.

Chissà se a Viale Mazzini, in CdA, leggono le stesse cose che leggiamo noi e ancora ci stiamo chiedendo perché non abbiamo colto un soffietto, un Tweeetttino, sul documento del Governo a proposito del Contratto di Servizio. Chissà, forse, ci stanno studiando.

bloggorai@gmail.com


venerdì 27 maggio 2022

Le margherite e la Rai



-25

Tranquillamente, serenamente, pacatamente … si potrebbe andare a raccogliere margherite. Anche oggi non c’è nulla osservare sulla Rai. Va bene, tutto sommato meglio così. Meno se ne parla e meno si corrono rischi che si possano fare ulteriori danni.

Il Meteo non promette gran che bene. Ne approfitto per rifare l’impianto elettrico del trattore. Però qualche pensierino frulla per la testa e si dovrà pur decidere da che parte orientare i sentimenti dei prossimi giorni. 

Occhio e croce … qualcosa gira e vi racconto perché.

Vediamo a volo radente le notizie del giorno: Il piano di pace italiano per la guerra in Ucraina? Una spernacchiata lo ha sommerso. Draghi che telefona a Putin? È stato fortunato che gli ha risposto. Il PNRR rischia di diventare una giaculatoria di buone intenzioni. Il Governo traballa sulle spiagge dei concessionari “balneari” che hanno oscurato i litoranei e i lidi italici dietro una coltre di cemento in cambio di un canone di concessione uguale al valore di un panino con la mortadella. Però Il Tempo titola a tutta pagina “E’ tornato Super Mario” che vince su tutto e su tutti… (???). I referendum sulla giustizia? Chi, dove, quando? De che stamo a parla’??? La società della rete unica? Fateci ridere. La riforma della Rai? Comeeeee??? Il canone riscosso a mesi alterni? Chiamate Tarzan! Gli “atti di indirizzo della Vigilanza” ormai come le figurine Panini: mi manca, c’e l’ho, mi manca … ce l’ho… 

A proposito: gli ultimi Post hanno avuto particolare attenzione e il mistero si fa più fitto: 

perché tanto silenzio su Auditel Total Audience???

Infine, noterelle personali ma nemmeno tanto: credo nel Sistema Sanitario Nazionale, o almeno lo vorrei fortemente. Dopo aver richiesto “con cortese urgenza” una visita otorino al CUP ed aver ricevuto l’appuntamento per il prossimo 30 giugno, dopo essermi rivolto al “privato” e avere speso 350 euro (ovviamente… senza ricevuta … se non richiesta esplicitamente) per un dolore al ginocchio e sentirmi dire dal noto chirurgo sportivo che ho “una lieve forma di artrosi” e dopo ancora aver saputo da una persona amica che per una mammografia gli hanno dato l’impegnativa tra oltre un anno e, infine, letto su Corriere di ieri in Cronaca di Roma che una signora al Pronto soccorso del Santo Spirito ha atteso 11 (undici) ore su una barella per essere visitata da un medico per una grave occlusione intestinale una frattura al femore … ho deciso che al primo che mi viene a parlare di aumento delle spese per gli armamenti bene che vada lo cancello dall’agenda telefonica dopo averlo moderatamente e sapientemente insultato. Si, qualcosa gira….

Ecco il quadretto in cui si dovrà decidere da che parte stare: 

ottimisti o pessimisti?

bloggorai@gmail.com


PS: un attento letore ci suggerisce di confrontare i dati che abbiamo pubblicato ieri con quelli di aprile 2019 (pre Covid). Eccoli:

Rai Uno  (20.30/22.30)            4.572.649
Tot. Rai                                     8.935.057

Tot.Canale 5  (20.30/22.30)     3.778.168    
Tot. Mediaset                           7.805.330

Tot. emittenti    24.476.630

Aprile 2020

Rai Uno  (20.30/22.30)             5.481.677
Tot. Rai                                    10.792.825 

Tot.Canale 5  (20.30/22.30)      4.631.062
Tot. Mediaset                           10.525.849

Tot. emittenti                                         30.402.164


Fate voi il conto: i termini del ragionamento rimangono invariati, tenendo conto che per aprile 2022 c'è una guerra in corso, purtroppo.
 

giovedì 26 maggio 2022

Il Mistero misterioso dei numeri Rai e non solo

Foto di Pexels da Pixabay

Ricominciamo. Cosa è successo questa mattina? Semplice: una banale “cavolata” cioè il mio Pc è un vecchio e robusto portatile con due tastiere e su una di queste era poggiato un piccolo oggetto che premeva sul tasto “spazio” che rendeva impossibile scrivere. Panico … ho resettato e non sono riuscito a salvare il file.

Allora, l’argomento si riferisce alla matematica. Chi vi scrive deve ammettere, per “onestà intellettuale” (come a molti piace dire) che con i numeri non ha grande familiarità. Devo ricordare l’esame di maturità scientifica quando ho presentato il compito di matematica completamente in bianco compensato da un saggio di letteratura italiana (su Vasco Pratolini) che mi ha meritato un applauso della commissione d’esame che alla fine mi ha promosso con 36. Una cosa simile è successa con l’esame di statistica a Sociologia (obbligatorio): ero perfettamente preparato sulla storia, sull’uso sociale dei dati, sui concetti generali etc ma quando ad un certo punto la professoressa mi ha chiesto qualche formula e di fronte al mio silenzio imbarazzato mi ha detto semplicemente : “Ma così non le posso dare più di 23 !!!”. Ho accettato prontamente e sono fuggito a gambe levate.

Tutto questo per introdurre un argomento che dovrebbe suscitare particolare curiosità ed interesse che si riferisce al pieno corso di una crisi di ascolti generalizzati della televisione misurabile con numeri impietosi. Da ricordare in premessa il documento di AgCom dello scorso 2 maggio “Osservatorio sulle comunicazioni 1/2022” e poi, come scritto ieri, che nei giorni è stato reso noto il primo Report di Total Audience di Auditel. Curiosamente, è stato pressoché ignorato da tutti. Eppure di tratta di una rivoluzione epocale nella metodologia di rilevazione degli ascolti che non saranno più riferiti solo alla televisione ma a tutti i device in grado di ricevere/riprodurre un contenuto audiovisivo cioè “la misurazione, attraverso tecnologie e metodologie innovative, di tutti i contenuti o frammenti di contenuto fruiti attraverso tutte le piattaforme e tutti i device, in casa o in mobilità, live e on demand”. Perché tanto mistero su questo tema? Cosa si cela dietro questa “disattenzione” dei tanti colleghi solitamente tanto attenti ed esperti e perché pure ieri quando abbiamo cercato di saperne qualcosa di più ci siamo imbattuti in un  muro di imbarazzato silenzio e riservatezza, al punto da sentirci dire che “… tutto sommato è meglio che nessuno ne ha parlato”? Sappiamo pure che due giorni addietro si è svolto un incontro, riservatissimo e privatissimo, dove si è discusso  con interlocutori molto molto qualificati di  “Social Audince & Total Audience” sul quale però non trapela nulla (o quasi).

Si può bene immaginare quale possa essere il valore dirompente (e preoccupante) di questo nuovo sistema in grado di svelare arcani misteri sulle performance di emittenti e/o prodotti. Ad esempio, nel Report citato emerge con particolare evidenza un dato già noto ma ora più intellegibile. Come abbiamo scritto ieri, la Rai propone una “televisione per  anziani” con tutto il rispetto della categoria alla quale mi onoro di appartenere. I telespettatori della fascia di anni 54-64 (18%) e quelli della fascia over 65 (56%) rappresentano il 74% del totale. Del totale di telespettatori il 59% sono donne.

Questo fenomeno si può accompagnare ad un altro pure noto: la televisione sta perdendo milioni di telespettatori come fosse acqua fresca. Non siamo molto pratici con le percentuali quanto invece siamo più attratti dai numeri assoluti e allora ci siamo presi la briga di confrontare i dati Auditel di aprile 2021 con quelli di aprile 2022 e questo il risultato:

Differenza tot emittenti:   -3.878.417

differenza tot Rai              -1.522.440   

differenza tot Rai Uno         -394.763                      

differenza tot Mediaset        -943.383        

differenza tot. Canale 5       -715.575

Fonte: Auditel, Sintesi Mensile 1A Emittenti Nazionali Giorno medio mensile; per Rai Uno il riferimento è la fascia 20.30/22.30

Sono a spasso quasi quattro milioni di telespettatori!

Grosso modo, possiamo immaginare che ci troviamo ad un crocevia di ambienti complessi e difficili da confrontare che vedono intrecciarsi i contenuti proposti, le tecnologie e le risorse. Ricordiamo sempre che, per quanto riguarda le tecnologie, siamo nel pieno corso della transizione al DVB-T2 della quale eravamo tutti allarmati sui potenziali effetti negativi che avrebbe avuto sulla dinamica della platea televisiva. Tra lo scorso anno ed oggi si sono persi qualche milione di telespettatori e ci sarà pure qualche motivo per cui questo fenomeno si è accelerato in modo tanto rilevante? Colpa solo della transizione tecnologica? Forse no… non solo…

bloggorai@gmail.com

 

FLASH !

 


 Era quasi pronto il Post di oggi quando il PC, ormai stanco e affaticato, mi ha mollato!!!

Ora abbiamo risolto il problema ma dovrò ricostruire tutto il file, complesso e di argomento molto interessante.

rimanete sintonizzati ...

bloggorai@gmail.com 


ATTENZIONE


 Era quasi pronto il Post di oggi quando il PC, ormai stanco e affaticato, mi ha mollato!!!

Ora abbiamo risolto il problema ma dovrò ricostruire tutto il file, complesso e di argomento molto interessante.

rimanete sintonizzati ...

bloggorai@gmail.com 


mercoledì 25 maggio 2022

Allegria !!!

Foto di Steve Buissinne da Pixabay 

- 26

Questa mattina è veramente faticoso scrivere il post. Dopo aver ascoltato le due edizioni del GrUno e Due, essere usciti a comprare i giornali, preso il caffè al baretto sotto casa e scambiato due chiacchere con i soliti amici al mercato, tornati a casa e compulsato distrattamente e con fastidio Twitter, scorso le ultime notizie di Dagospia, qualche breve telefonata e un occhio ai messaggi mail e whatsapp ci rendiamo drammaticamente conto che c’è poco o nulla di dire. O meglio, ci sarebbe pure tanto ma è troppo faticoso. 

Ci sembra tutto già detto, già noto, già visto, già sentito. La sola notizia meritevole di attenzione è che a quell’assemblea di Boy Scout crocerossini volontari della Pace riuniti a Davos ha partecipato un arzillo vecchietto di quasi 100 anni, un certo Kissinger, dove ha detto chiaro e tondo come stanno le cose in Ucraina e come potrebbero essere nel prossimo futuro. Al che ha risposto subito il PD: “Oggi la priorità dovrebbe essere una iniziativa umanitaria e militare per portare via il grano dal porto di Odessa". Forse sono stati invertiti i termini last minute: si voleva dire prima militare e poi umanitaria.

Avvertiamo una sana ventata di pessimismo primaverile che si diffonde nell’aria leggera come polvere di talco profumato. La “guerra sarà lunga”… “è arrivato un nuovo virus”… “i prezzi aumentano e i salari diminuiscono”… “se non ci fosse stata l’invasione in Ucraina il Governo era andato già in vacanza” …“preparatevi ad un inverno di lacrime e sangue, sofferenza e privazioni”… “la campagna elettorale per le politiche 2023 è già iniziata” e via allegramente prospettando e sognando un radioso avvenire. Felicità … serenità… allegria.

La Rai? Il Servizio Pubblico? Il Contratto di Servizio? Il canone? Fuortes … Soldi … ??? Rai Way? Il Piano Industriale, l’informazione del Tg1? L’informazione regionale sul Web ? La Total Audience? Boh …….

bloggorai@gmail.com


 

martedì 24 maggio 2022

Rai: è il mercato dei giovani ... bellezza !!!

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Mettetevi comodi; premessa lunga e obbligatoria. Correva il giorno 11 aprile dell’anno di grazia 2022 ed erano circa le ore 12  a Palazzo Giustiniani del Senato. In quel momento abbiamo avuto la prima impressione che qualcosa di importante e di interessante stava per succedere nel panorama della Rai e questa mattina ne abbiamo avuto un primo riscontro quando ci è arrivato il documento di cui ora parleremo. Il Presidente di Auditel, Andrea Imperiali, stava leggendo la sua relazione annuale dove ha sostenuto: “… Il mercato italiano, il nostro mercato di riferimento, segnato – a sua volta- da tre importanti momenti:• il recepimento della direttiva SMAV; • il processo di switch-off per il nuovo standard digitale DVB-T2; • le ultime delibere di AGCOM negli atti di indirizzo e di regolazione del settore.

Tutto ciò produrrà, in breve tempo, due cambiamenti importanti: • il primo riguarda gli attori del sistema, perché la TV connessa allarga l’offerta e può incidere, in misura non marginale, sulle dinamiche di consumo e, quindi, sugli assetti di mercato; • il secondo cambiamento riguarda le famiglie e il Paese. La Connected TV, infatti, rappresenta, per molti italiani, la porta d’ingresso ai servizi in rete.

…fondamentale far convergere su sistemi di misurazione trasparenti e condivisi tutti i soggetti che operano nel territorio dell’Unione al fine di: • pianificare la produzione di contenuti in base alle reali preferenze del pubblico europeo; • calcolare e rendere confrontabili i prezzi della pubblicità tra i diversi operatori; • avere piena trasparenza sulle reali dinamiche del mercato”.

E, ad un certo punto, arriva al punto nodale: “Auditel ha avviato il rilascio sul mercato di tre importanti novità: • la Total Audience, il sistema di misurazione univoco degli ascolti prodotti su tutte le piattaforme e tutti i device realizzato combinando il panel e i dati censuari; • il CUSV, il Codice Univoco degli Spot Video, una componente innovativa della Total Audience Auditel, ma anche l’unico caso al mondo di tracciamento di ogni singolo spot pubblicitario, online e offline, integrato direttamente nella misurazione degli ascolti;• e, infine, la riorganizzazione dell’Ascolto non riconosciuto, ossia la raccolta e la riclassificazione, attraverso strumenti innovativi, degli ascolti non identificati, precedentemente non misurati (e quindi non visibili)…”.

Commento immediato quel giorno sul posto di mio ex collega: “Per la Rai saranno cavoletti di Bruxelles amari (eufemismo)!!!”. Li per li, non ha capito gran che ed anche nei giorni successivi ho provato a porre la domanda ad autorevoli esperti: cosa significa per Rai il Total Audience? Risposte vaghe. Ed ecco che stamattina arriva la sorpresa: mi giunge inatteso il primo Standard Auditel –Total Audience- Report Settimanale - 15 maggio/21 maggio 2022.

Cerchiamo con grande fatica di mettere in ordine i vari pezzi: anzitutto rileggete il primo virgolettato di Imperiali sui momenti importanti di mercato e, in particolare, ricordare la direttiva SMAV e, aggiungiamo noi, il DL 208 dello scorso novembre sulla limitazione dei tetti pubblicitari (un danno a Rai). Poi la domanda semplice: cosa è il Total Audience? Risposta semplice (Imperiali): “…la misurazione, attraverso tecnologie e metodologie innovative, di tutti i contenuti o frammenti di contenuto fruiti attraverso tutte le piattaforme e tutti i device, in casa o in mobilità, live e on-demand”. Non ci sono più attenuanti per quanti cercavano di portare fuori pista i ragionamenti e i proponimenti con le storielle del genere Rai Play (bastonata anche nel documento della Vigilanza) o con i sogni nel cassetto della Tgr sul Web (accordo della lenticchia AD-Usigrai).

Si comincia a mettere a fuoco lentamente quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi sui pozzi avvelenati. Cosa ci dice una prima e sommaria lettura di questo primo report? Anzitutto che Rai nell’ascolto medio settimana per editore si posiziona con un AMR (Average Minute Rating cioè indica, per un dato contenuto con una data estensione temporale, qual è la media degli ascoltatori in ciascun minuto di tale estensione) di 3.108.000 telespettatori, in ribasso rispetto alla settimana precedente del 5%, di cui 3.077.000 lineari, 12.100 da PC, 11.600 da Smartphone e circa 6.700 da Tablet. Di tutti questi, il 74% (settantaquattropercento) hanno una età da i 55 anni ad oltre i 65 di cui il 59% donne. Interessante osservare il confronto con Mediaset (AMR -3%) dove si abbassa l’età over 55 (56%). Sommariamente, si può osservare con maggiore chiarezza un dato già noto: le televisioni generaliste colgono un pubblico “adulto” e si perdono quello giovanile. Per Rai il fenomeno è più evidente.

La questione si fa complessa. Occorre studiare e confrontare più a fondo e magari mettere in relazione altri campi come, ad esempio quello, pure ricordato da Imperiali, su “ … il processo di switch-off per il nuovo standard digitale DVB-T2” che non sembra andare per nulla bene, anche se sull’argomento sembra calato un silenzio glaciale. Andiamo avanti … rimanete sintonizzati.

bloggorai@gmail.com

 

 

 

 

FLASH !!!


ATTENZIONE: 
ci è da poco giunto un documento interessante 
e forse anche importante. 
Ci stiamo lavorando e presto vi racconteremo.
rimanete sintonizzati !!!

bloggorai@gmail.com

ps: "ovviamente" .. se non lo avete già fatto, 
non vi perdete il Post di stamattina

 

I 90 giorni di guerra del Tg1



-27

90 giorni di orrore, terrore e timore. Da tre mesi anche tutti noi siamo “bombardati” da notizie di guerra che non producono vittime innocenti quante in Ucraina ma che segnano profondamente le nostre coscienze. Poniamo una sola e semplice domanda: quanto e come hanno le immagini del Tg1 hanno inciso sulla formazione del “sentimento” nazionale per quello che è avvenuto in queste settimane? 

Non abbiamo molto materiale “grezzo” sul quale riflettere ma solo qualche dato: l’unica fonte disponibile che ci risulta attenta a misurare questo aspetto è l’IPSOS che lo scorso 13 maggio ha pubblicato il secondo Report “Il conflitto in Ucraina - Monitoraggio del sentiment dell’opinione pubblica” dove viene rilevato Lo stato d’animo e le preoccupazioni degli italiani e La posizione riguardo al conflitto e al coinvolgimento dell’Italia. In questa seconda parte, in particolare, si riportano due slides: la prima è titolata “Sono oltre 4 italiani su 10 a giudicare i media italiani come troppo sbilanciati nei confronti dell’ucraina e solo un quarto giudica oggettiva la nostra informazione. E’ però la metà a condividere la posizione di alcuni talk show di dare la possibilità a giornalisti e membri del governo russo di difendere le posizioni del Cremlino” e la seconda “Giudizio sull’informazione – trend” dove si legge che per il 41% degli intervistati è “troppo sbilanciata a favore dell’ucraina e di Zelensky” mentre il 27% “non sa” e il 26% la ritiene “neutrale e oggettiva”. Da osservare la variazione dei dati rispetto al mese precedente: aumentano coloro che sono convinti dello sbilanciamento e diminuiscono gli incerti (da 32 a 41% e da 33 a 27%). 

Da riferire poi il sondaggio di Ilvo Diamanti per Repubblica “Secondo i risultati della rilevazione quasi metà degli italiani (il 46%) ritiene l’informazione sul tema distorta e pilotata” mentre  quello realizzato da IndexResearch per Piazzapulita riporta dati su "il Gradimento dell'operato dell'Europa e il Gradimento dell'operato della Nato nella situazione internazionale. A entrambi i quesiti le risposte sono state nette: il 59,5% degli intervistati dice di apprezzare "poco o per nulla" le posizioni UE. Ancora più alta la contrarietà alle politiche Nato: qui i "poco o per nulla" raggiungono il 60,8%”. Vi risulta che il Tg1 riflette questi orientamenti o ne fornisce notizia? A noi no… però magari ci è sfuggito qualcosa.

Come vi abbiamo già scritto, si possono accompagnare questi dati con quelli (molto empirici e “casarecci” ma di fonte Auditel) che segnalano un fuga continua di telespettatori dal Tg1 nelle due edizioni principali (vedi Post dello scorso 2 maggio quando abbiamo titolato “L'informazione Rai: frutto avvelenato di albero malato” e scritto: 

Noi ci siamo limitati solo e semplicemente a prendere i dati Auditel delle edizioni del Tg1 delle 13.30 e delle 20.00 di aprile 2021 e li abbiamo comparati con quelli di aprile di quest’anno. Nulla di più … nulla di meno, senza se e senza ma, senza contesto e senza altra considerazione: dati semplici e basta.

In sintesi questo è quanto emerge:

Edizione delle 13.30 del 2021 totale ascolti da sabato 3 a venerdì 30 aprile             = 113.994

Edizione delle 13.30 del 2022 totale ascolti da domenica 3 a sabato 30 aprile         =   98.976

Variazione % =  -13,2%

Edizione delle 20.00 del 2021 totale ascolti da sabato 3 a venerdì 30 aprile             = 155.224

Edizione delle 20.00 del 2021 totale ascolti da domenica 3 a sabato 30 aprile         = 135.259

Variazione % = -12,9%

Potrebbe darsi che l’ostinata convinzione che ha animato il Tg1 di sostenere senza esitazione e dubbi le scelte del Governo possa aver indotto i telespettatori ad assumere un “sentiment” di opposizione alle scelte dello stesso Governo? È possibile poi che il calo di telespettatori sia stato in conseguenza delle scelte editoriali (immagini e testi) che venivano effettuate e mandate in onda? Non siamo in grado di dare riposte esatte e puntuali ma sappiamo per certo che il Tg1 anzitutto NON è cresciuto in modo significativo e rilevante negli ascolti come invece dovrebbe avvenire durante un momento storico di tale importantza e non ha proposto e riferito adeguatamente quanto il Paese stava maturando sul tema della Pace: vedi ad esempio il ritardo sulle parole del Papa per la vergogna al riarmo. Ma il vero problema non è tanto la distanza dal “sentiment” del Paese quanto la distanza di un Servizio Pubblico che non riesce ad assumere quei tratti di imparzialità  rispetto alle scelte del Governo come sarebbe invece necessario. Il tutto, da ricordare, condito sapientemente dalle polemichette sugli ospiti nei Talk (vedi Fuortes e i suoi corifei  che  hanno sollevato il problema). 

Chiudiamo con due temi aperti: il primo riguarda il dibattito sul nuovo Contratto di servizio. Notizia di venerdì scorso: è ufficiale la nomina di Luca Mazzà, direttore delle Relazioni istituzionali Rai, come coordinatore del gruppo di lavoro incaricato di “ … coordinare le attività finalizzate alla definizione del testo del Contratto di servizio per il quinquennio 2023-2027”. Semmai fosse necessaria una prova di come l’Azienda pone attenzione a questo tema eccola servita su un piattino d’argento. Nel merito del documento approvato dal Cdm nei giorni scorsi ci torneremo spesso e volentieri ma intanto registriamo un fatto: silenzio pressoché totale. Si è librata in aria una bolla di sapone senza che quasi nessuno se ne accorgesse. Magari ci è sfuggito qualcosa ma ancora non abbiamo letto interventi significativi sul tema. Silenzio. Per non dire quanto prosegue l’incredibile silenzio sul tema canone: sta per cadere un meteorite sul tetto di Viale Mazzini e sembra che nessun se ne preoccupa (salvo un bizzarro parlamentare) che ha proposto le “bollette alterne”.   

Il secondo tema che abbiamo sollevato lo scorso sabato si riferisce ai “documentari Rai” che in qualche modo si riconduce pure al tema Contratto di servizio e che ha sucitato molta attenzione tra i nostri lettori. Con singolare tempismo, proprio ieri abbiamo ricevuto l’originale della Disposizione Organizzativa della Direzione Documentari dove si legge che deve “Proporre e fornire - in linea con gli obiettivi di servizio pubblico e sulla base di fabbisogni indicati dalla Direzione Distribuzione e obiettivi di posizionamento forniti dalla Direzione Marketing - prodotti documentaristici attraverso la produzione, coproduzione o il preacquisto, per arricchire l’offerta editoriale delle piattaforme lineari e digitali di Rai e garantendo la declinazione cross-piattaforma Presidiare e contribuire allo sviluppo del Settore Documentaristico italiano, anche nell’ottica di raggiungere una vasta platea, attraverso produzioni e co-produzioni internazionali”. Attenzione al dettaglio: la  “…produzione, coproduzione o il preacquisto …” potrà avvenire a valere su un budget di poco più di 3 (tre) milioni di Euro. Facciamo un tanto al chilo, grossolano: le tre voci diviso tre milioni fanno un milione a voce… come dire che per produrre (come sarebbe d’obbligo) documentari in proprio è disponibile solo un milione. Tanto per dare un’idea in Francia per lo stesso obiettivo vengono destinati oltre 100 (cento) milioni di Euro. E parliamo del Paese dove Macron ha promesso di abolire il canone.

Rimanete sintonizzati … c’è tanto ancora da riflettere (per il dibattito ci sarà tempo).

bloggorai@gmail.com


 

lunedì 23 maggio 2022

Forza e coraggio: il peggio deve ancora arrivare

Foto di Alfred Derks da Pixabay

 - 28

Bloggorai è in difficoltà. Questa sensazione ci è apparsa del tutto chiara quando, lo scorso giovedì, sono andato al cinema (vedi poi quanto scritto sabato sui documentari di Rai Cinema). Lo spettacolo era delle 20 ed è un ora e un giorno che , in altri tempi, era considerato “tranquillo” cioè senza grande pubblico, ideale per gustare il film in santa pace. Il luogo è una multisala importante nel centro di Roma, dove all’ingresso ci sono quattro casse solitamente aperte. Arrivo e non vedo nessuno proprio laddove prima c’era la fila per acquistare i biglietti. Mi guardo intorno smarrito e vedo un cartello con una freccia: “biglietti”- seguo l’indicazione e mi trovo di fronte al banco dove si vendono Pop Corn. Chiedo spiegazioni al mio amico che ci lavora da tanti anni: “Ormai è così … la gente non viene più al cinema ... oggi abbiamo staccato per 6 sale poco meno di 100 biglietti … un po’ per il Covid, un po’ per i prezzi ma anche perchè non c’è quasi nulla da vedere di interessante o divertente per non dire che con quanto costano due biglietti, 20 euro, ci pagano un mese di abbonamento a Netflix…” e mi ricorda gli ultimi film proposti da registi italiani (cronaca di un disastro annunciato con Moretti, Verdone e Sorrentino che non vanno otre il loro ombelico autobiografico). A quel punto, mi stacca con aria rassegnata due biglietti che non sono neanche quelli più gli stessi di una volta: sono due scontrini, come avessi acquistato due chili di patate, tanto che li metto in tasca come fossero quelli del supermercato. Ci sentiamo alquanto smarriti.

Poi entro in una grande sala dove siamo in 12. Una sensazione di tristezza mi assale. Il film è alquanto noioso nella forma quanto interessante nella sostanza: L'arma dell'inganno - Operazione Mincemeat è la vicenda reale (raccontata dagli inglesi che ne furono i protagonisti assoluti) del più grande depistaggio militare avvenuto nella storia militare, quando con una complicatissima operazione di spionaggio vene fatto credere ai tedeschi che lo sbarco nel Mediterraneo previsto dalle truppe alleate non sarebbe avvenuto in Sicilia ma in Grecia per fare in modo che i nazisti spostassero truppe su quel fronte. Mentre scorrevano le immagini del film ovviamente il pensiero era rivolto alla guerra in Ucraina dove l’arma dell’inganno viene usata più della pallottole, da una parte e dall’altra. Lo smarrimento e la confusione si fanno sempre più forti. A quel punto penso alla televisione, alla Rai, e mi viene un certo mal di pancia.

Passiamo al giorno successivo quando, come al solito, vado da uno dei miei edicolanti a comprare i giornali e facciamo un rapido commento sul loro prezzo e la progressiva e inesorabile riduzione del vendite: mi dice Carletto “Oggi comprare un giornale è quasi un lusso e, con i tempi che corrono, due euro al giorno per trenta giorni sono 60 euro cioè 720 euro l’anno, è una bella cifretta”… già … una bella cifretta. Ma la gente, mi dice, ritiene che si potrebbe pure sostenere, ma ne deve valerne la pena e invece non sembra così”. Con i giornali sotto il braccio me ne torno sconsolato verso casa mentre il telefono come pure whatsapp è insolitamente silenzioso. Arrivano solo gli scarni commenti dei lettori che mi segnalano articoli significavi: cioè quasi nulla.

Tutto sommato, è del tutto normale che sia così. Mi chiedo, ci chiediamo: perché occuparsi di Rai, di Servizio Pubblico radiotelevisivo quando il resto del Paese è in ben più gravi difficoltà che nessuno sa bene come affrontare e risolvere? Chissenefrega degli “atti di indirizzo” che la Vigilanza vorrebbe inviare per “controllare” gli ospiti nei Talkshow, chissenefrega dell’ipotesi di pagare il canone Rai in bolletta nei mesi pari e la luce (aumentata a dismisura) nei mesi dispari come vorrebbe qualche astuto onorevole, chissenefrega se la pubblicità Rai diminuisce e quella Mediaset aumenta, chissenefrega se su Rai Uno la domenica pomeriggio va in onda la promozione di Amazon Prime, chissenefrega se il Tg1 continua ad ignorare che oltre la metà degli italiani è preoccupato della crisi economica in corso e che di aumentare le spese per le armi da inviare in Ucraina non ne vorrebbe sentire parlare.… e così via.

Già … chissenefrega … ecco spiegare perché la gente non va al cinema, compra meno giornali e guarda la  televisione con altri occhi: ha ben altro a cui pensare. Anche Bloggorai ne dovrà tenere conto.

bloggorai@gmail.com