giovedì 30 dicembre 2021

Rai: la Nuova Struttura Yota

Foto di ptra da Pixabay
Prima di riferirvi della notizia del giorno che merita grande attenzione, vi segnaliamo un piccola, piccola piccola, riflessione.

C’era una volta … tanto tempo fa … un luogo misterioso e pericoloso … animato da figure eteree e mostruose … e si chiamava Viale Mazzini. Ora, il problema è che abbiamo la sensazione (forse fallace) che qualcosa di simile si sia ancora: ha cambiato colore, fisionomia, sembianze “politiche” ma sembra che la sostanza, ovvero le figure che vi si aggirano, siano sempre la stesse, ovvero perseguono finalità o obbiettivi comuni. Leggete cosa scriveva Giuseppe D’Avanzo su Repubblica nel 2011: “In Rai, nel sistema pubblico televisivo, è stata all'opera - e nessuno può escludere che ancora lo sia, se solo si guarda a quel che combina ogni sera il direttore del Tg1 - un sodalizio che, al servizio di un solo uomo, proprietario di Mediaset e capo del governo, ha manipolato l'informazione. Ha corrotto il linguaggio. Ha falsificato la realtà. Ha concordato l'agenda dell'attenzione pubblica con il network concorrente. Ha schedato, discriminato e danneggiato i discordi, ovunque fossero in quell'azienda: nelle redazioni, sul palcoscenico, tra i funzionari e dirigenti della Rai”. Era la cosiddetta “Struttura Delta” ed era il periodo in cui il proprietario del principale concorrente Rai governava il Paese ( vedi https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/07/07/news/rai_cos_agiva_la_struttura_delta_lo_scandalo_della_struttura_delta_condizionare_l_opinione_pubblica_e_controllare_tutta_-18777977/  e ripreso anni dopo da Barbara Scaramucci su https://www.articolo21.org/2019/05/la-storia-si-ripete-la-nuova-struttura-delta-allattacco-della-rai/ ). 

Sono trascorsi anni e tante cose sono cambiate da allora e certamente non tutte in meglio. Non sono ammesse facili e scomode similitudini. Ci sono stati tanti cambiamenti ma la musica è la stessa: Mediaset cresce, si rafforza e si sviluppa mentre Rai, lentamente e inesorabilmente, declina (vedi avanti i dati AgCom). Chissà perché abbiamo l’impressione che quella cosa misteriosa, in forma rivista e corretta ai tempi nostri, ci sia ancora dentro e vicino alla Rai: forse gli si può dare un nome specifico e contemporaneo “Struttura Yota Rai” (la Y è un nostro vezzo).

Riferiamo quanto ci scrivono tanti lettori e quanto pure noi staimo verificando: da alcuni mesi a questa parte si assiste a strani fenomeni. Il primo lo abbiamo scritto anche noi più volte: è stata stesa una coltre di cemento armato sulle notizie, i fatti e gli avvenimenti di interesse aziendale con rilevanza pubblica difficile da penetrare. Omertà, silenzi, ammiccamenti virtuali (non ci si può strizzare l’occhiolino) del genere “tu sai che io so che noi sappiamo”… auhmm .. auhmmm.. oppure “questo non te lo posso dire/scrivere perché ho lo sensazione di essere sorvegliato”. Il bello è poi scoprire che potrebbe essere vero.  Il secondo fenomeno correlato è che le notizie, i fatti, gli avvenimenti aziendali di rilevanza pubblica scarseggiano, salvo che non si voglia dire che si tratta di Sanremo, dei Fatti vostri o degli ascolti di qualche fiction. In verità non è poi tanto vero che le notizie non ci sono quanto più che non si vogliono far circolare: vedi il “nuovo” modello organizzativo, vedi le bozze su “linee guida per il nuovo contratto di Servizio” e ora vedi lo scarno documento sul nuovo Piano industriale che da alcuni giorni gira intensamente. “Riservato confidenziale” come si legge in copertina e come se mai venisse divulgato e a Mediaset ne venissero a conoscenza cambierebbero tutti i piani strategici universali globali intergalattici …Si, comunque, possiamo confermare, la “Struttura Yota Rai” esiste e lotta insieme a noi. Vigila, controlla, osserva e, se necessario, interviene con un Nucleo Speciale Pronto Intervento Aziendale armato di spray al peperoncino, teaser e pillole lassative. Ovviamente, sappiamo nomi, cognomi e indirizzi di chi ne fa parte ma, ovviamente, non ve li possiamo rivelare: anche noi abbiamo una nostra Struttura di Tutela e Salvataggio Bloggeristico. Comunque, avviso ai lettori e alle lettrici: state in campana, il nemico vi segue, vi ascolta, si connette da remoto sul vostro Pc, tablet o smartphone e potrebbe sapere che leggete Bloggorai!!! Anche noi abbiamo preso le nostre contromisure: presto sarà on line un versione criptata o, meglio ancora, ripristineremo l’uso del piccione viaggiatore (molto più sicuro, magari costoso ma efficace). Voi ci scherzate ma ….

Va bhè , ha da passà a ‘giurnat … e leggiamo allora quanto ha appena pubblicato l’AgCom sul quarto rapporto trimestrale “Osservatorio sulle comunicazioni – 2/2021”. I dati sono impressionanti: tra settembre 2017 e settembre 2021 i telespettatori in prime time sono calati di oltre 2 milioni con una media percentuale del -10%. Nel day time, nello stesso periodo, un milione in meno e la stessa percentuale (0,9%). Il fenomeno ormai è inarrestabile e non esiste nessun cenno che l’andamento possa mutare direzione. Di segno opposto invece la crescita del traffico dati su rete fissa e mobile che registrano tassi  di crescita mediamente del 10 %. Lo share dei principali broadcasters vede Rai che scende e Mediaset cresce: -0,1 a fronte di +0,5. I giornali cartacei crollano a precipizio: dal gennaio 2017 con 2,5 milioni di copie al settembre 2021 con 1,7. Numeri impietosi che non lasciano margini a dubbi di interpretazione: o la Rai è in grado di fronteggiare questo trend oppure si entra nella zona d’ombra dell’irrilevanza e della marginalità mediatica. Abbiamo tanto l’impressione che le varie “strutture Delta o Yota” lavorino in modo congiunto verso questa direzione e marciano separate per colpire unite. 

Curiosità. Con quale parola/aggettivo fa rima Yota?

bloggorai@gmail.com

 

La Nuova Struttura Yota Rai


Foto di ptra da Pixabay

Prima di riferirvi della notizia del giorno che merita grande attenzione, vi accendiamo un piccolo petardino sotto la vostra comoda sedia o divano che sia e vediamo l'effetto che fa.

C’era una volta … tanto tempo fa … un luogo misterioso e pericoloso … animato da figure eteree e mostruose … e si chiamava Viale Mazzini. Ora, il problema è che abbiamo la sensazione (forse fallace) che qualcosa si simile si sia ancora: ha cambiato colore, fisionomia, sembianze “politiche” ma sembra che la sostanza, ovvero le figure che vi si aggirano, siano sempre la stesse, ovvero perseguono finalità o obbiettivi comuni. Leggete cosa scriveva Giuseppe D’Avanzo su Repubblica nel 2011: “In Rai, nel sistema pubblico televisivo, è stata all'opera - e nessuno può escludere che ancora lo sia, se solo si guarda a quel che combina ogni sera il direttore del Tg1 - un sodalizio che, al servizio di un solo uomo, proprietario di Mediaset e capo del governo, ha manipolato l'informazione. Ha corrotto il linguaggio. Ha falsificato la realtà. Ha concordato l'agenda dell'attenzione pubblica con il network concorrente. Ha schedato, discriminato e danneggiato i discordi, ovunque fossero in quell'azienda: nelle redazioni, sul palcoscenico, tra i funzionari e dirigenti della Rai”. Era la cosiddetta “Struttura Delta” ed era il periodo in cui il proprietario del principale concorrente Rai governava il Paese ( vedi https://inchieste.repubblica.it/it/repubblica/rep-it/2011/07/07/news/rai_cos_agiva_la_struttura_delta_lo_scandalo_della_struttura_delta_condizionare_l_opinione_pubblica_e_controllare_tutta_-18777977/  e ripreso anni dopo da Barbara Scaramucci su https://www.articolo21.org/2019/05/la-storia-si-ripete-la-nuova-struttura-delta-allattacco-della-rai/ ). 

Sono trascorsi anni e tante cose sono cambiate da allora e certamente non tutte in meglio. Non sono ammesse facili e scomode similitudini. Ci sono stati tanti cambiamenti ma la musica è la stessa: Mediaset cresce, si rafforza e si sviluppa mentre Rai, lentamente e inesorabilmente, declina (vedi avanti i dati AgCom). Chissà perché abbiamo l’impressione che quella cosa misteriosa, in forma rivista e corretta ai tempi nostri, ci sia ancora dentro e vicino alla Rai: forse gli si può dare un nome specifico e contemporaneo “Struttura Yota Rai” (la Y è un nostro vezzo).

Riferiamo quanto ci scrivono tanti lettori e quanto pure noi staimo verificando: da alcuni mesi a questa parte si assiste a strani fenomeni. Il primo lo abbiamo scritto anche noi più volte: è stata stesa una coltre di cemento armato sulle notizie, i fatti e gli avvenimenti di interesse aziendale con rilevanza pubblica difficile da penetrare. Omertà, silenzi, ammiccamenti virtuali (non ci si può strizzare l’occhiolino) del genere “tu sai che io so che noi sappiamo”… auhmm .. auhmmm.. oppure “questo non te lo posso dire/scrivere perché ho lo sensazione di essere sorvegliato”. Il bello è poi scoprire che potrebbe essere vero.  Il secondo fenomeno correlato è che le notizie, i fatti, gli avvenimenti aziendali di rilevanza pubblica scarseggiano, salvo che non si voglia dire che si tratta di Sanremo, dei Fatti vostri o degli ascolti di qualche fiction. In verità non è poi tanto vero che le notizie non ci sono quanto più che non si vogliono far circolare: vedi il “nuovo” modello organizzativo, vedi le bozze su “linee guida per il nuovo contratto di Servizio” e ora vedi lo scarno documento sul nuovo Piano industriale che da alcuni giorni gira intensamente. “Riservato confidenziale” come si legge in copertina e come se mai venisse divulgato e a Mediaset ne venissero a conoscenza cambierebbero tutti i piani strategici universali globali intergalattici …Si, comunque, possiamo confermare, la “Struttura Yota Rai” esiste e lotta insieme a noi. Vigila, controlla, osserva e, se necessario, interviene con un Nucleo Speciale Pronto Intervento Aziendale armato di spray al peperoncino, teaser e pillole lassative. Ovviamente, sappiamo nomi, cognomi e indirizzi di chi ne fa parte ma, ovviamente, non ve li possiamo rivelare: anche noi abbiamo una nostra Struttura di Tutela e Salvataggio Bloggeristico. Comunque, avviso ai lettori e alle lettrici: state in campana, il nemico vi segue, vi ascolta, si connette da remoto sul vostro Pc, tablet o smartphone e potrebbe sapere che leggete Bloggorai!!! Anche noi abbiamo preso le nostre contromisure: presto sarà on line un versione criptata o, meglio ancora, ripristineremo l’uso del piccione viaggiatore (molto più sicuro, magari costoso ma efficace). Voi ci scherzate ma ….

Va bhè , ha da passà a ‘giurnat … e leggiamo allora quanto ha appena pubblicato l’AgCom sul quarto rapporto trimestrale “Osservatorio sulle comunicazioni – 2/2021”. I dati sono impressionanti: tra settembre 2017 e settembre 2021 i telespettatori in prime time sono calati di oltre 2 milioni con una media percentuale del -10%. Nel day time, nello stesso periodo, un milione in meno e la stessa percentuale (0,9%). Il fenomeno ormai è inarrestabile e non esiste nessun cenno che l’andamento possa mutare direzione. Di segno opposto invece la crescita del traffico dati su rete fissa e mobile che registrano tassi  di crescita mediamente del 10 %. Lo share dei principali broadcasters vede Rai che scende e Mediaset cresce: -0,1 a fronte di +0,5. I giornali cartacei crollano a precipizio: dal gennaio 2017 con 2,5 milioni di copie al settembre 2021 con 1,7. Numeri impietosi che non lasciano margini a dubbi di interpretazione: o la Rai è in grado di fronteggiare questo trend oppure si entra nella zona d’ombra dell’irrilevanza e della marginalità mediatica. Abbiamo tanto l’impressione che le varie “strutture Delta o Yota” lavorino in modo congiunto verso questa direzione e marciano separate per colpire unite. 

Curiosità. Con quale parola/aggettivo fa rima Yota?

bloggorai@gmail.com

 

mercoledì 29 dicembre 2021

No news ...good news ??? forse che si .. forse che no

Foto di Pixaline da Pixabay

Care lettici, cari lettori... ci dobbiamo abituare all'idea che di notizie sulla Rai e dintorni ce ne saranno sempre meno. Per diversi motivi: 1) l'Azienda non è al centro del dibattito politico e sociale 2) non ci sono "notizie" rilevanti 3) forze oscure (interne ed esterne all'Azienda) lavorano intensamente per silenziare, assopire, depistare, affumicare, allungare con l'acqua fresca quel poco che ci sarebbe da dire.

Oggi è in corso lo sciopero Usigrai. Tanto per essere chiari: non ci interessa affatto difendere la piccola isola di privilegio delle edizioni notturne della Tgr o di Rai SPort quanto più siamo impegnati nel sostenere la necessità di sviluppare un progetto complessivo di offerta di Servizio Pubblico sull'informazione. simo oltremodo convinti che la presunta innovazione del "nuovo" modello organizzativo creerà molti più problemi di quanti ne vorrebbe risolvere. Inoltre, siamo sempre convinti che sia necessario dibattere, confrontarsi, aprire confronti piuttosto che agire con atti unilaterali da Uomo Fuortes al comando.

Comunque, come vi abbiamo anticipato: abbiamo ancora tanto da scrivere. rimanete sintonizzati.

bloggorai@gmail.com

ps: consigliamo sempre a chi li avesse persi di dare un occhio ai post dei giorni scorsi 

 

martedì 28 dicembre 2021

Una bolla al giorno ...


Anzitutto ci scusiamo con i tanti lettori sia per l’ora tarda e pure perché oggi, in mancanza di nulla, hanno atteso e puntato comunque Bloggorai. Buon segno! Grazie

Abbiamo ritardato perché eravamo impegnati in una gita fuori porta che, nonostante il maltempo, merita di essere raccontata. Nei pressi di Bomarzo, vicino Viterbo, c’ è un luogo misterioso: una “piramide” scavata nel tufo di probabile origine etrusca. Ci si arriva dopo una lunga camminata e una discesa impervia nel bosco. All’arrivo la sorpresa è grande e merita lo sforzo.

Peraltro, oggi c’era solo una piccola novità che merita di essere appena accennata, ma giusto appena perché, al solito, ci appare (un po’ come la piramide etrusca) una fantasia quasi esoterica. Ci fa pure venire in mente una specie di solita bollicina di sapone: tanto graziosa quanto potenzialmente effimera e volatile. Certo, come hanno commentato alcuni lettori: meglio di un calcio sugli stinchi ovvero “È meglio lavorare poco e fare tante vacanze, piuttosto che lavorare molto e fare poche vacanze" Catalano Dixit. 

Si tratta del nuovo sito www.rainews.it del quale era stata da tempo preannunciata da Fuortes una iniziativa di rilancio, una specie di restyling editoriale e grafico, non foss’altro perché da tempo il sito galleggiava nei bassifondi dell’informazione online nonostante l’impiego di tante persone che ci lavorano (circa 40).

Perché una bollicina di sapone? Semplice: perché sembra sempre il solito giochetto delle tre carte dove non si capisce mai bene quale sia quella giusta. Fuortes, a quanto di dicono, ci teneva molto a vederlo on line giusto prima dello sciopero di domani, magari giusto per dire che un risultato lo avrebbe portato a casa. Di altri, al momento, non abbiamo notizie.

Nel merito dell’innovazione: che senso ha un “rinnovamento” del sito se non si capisce come questo possa interagire efficacemente con tutto il resto dell’informazione Rai? Lasciamo perdere velletità di qualsivoglia "progetto": quante risorse economiche richiede per quali obiettivi/risultati attesi? In cosa si differenzia con il vecchio sito e con quali “innovazioni” intende competere coni suoi agguerriti rivali per cercare di risalire una classifica impietosa? Già che c’erano: non si poteva provare ad immaginare (un progetto …un’idea …) di farne anche una versione inglese e farlo diventare il primo passo delle news Rai verso l’estero? Difficile? Costoso? Forse. Poi: era proprio necessario infarcirlo di pubblicità rendendolo più pesante e poco “appealing”?

Un tassello qui.. un tassello la … una bottarella alla Tgr con il taglio dell’edizione notturna e un colpetto a Rai Sport e l’uomo campa. Chissà … sarà che chi vi scrive spesso ha le “visioni” ovvero avverte “suggestioni” e questa ci appare proprio tale, quella che a Roma si chiama “romanella” …magari ci sbagliamo e i fatti ci smentiranno . Magari !!!

bloggorai@gmail.com

work in progress

Oggi il post verrà pubblicato tardi...

rimanete sintonizzati

bloggorai@gmail.com 

domenica 26 dicembre 2021

Rai: è finita la tregua di Natale

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Stiamo per entrare in un momento di forte turbolenza istituzionale e la Rai non ne sarà esente. Senza girarci tropo in largo: la pausa natalizia è finita e si torna sulle barricate. Ci torna il Governo e ci torna il Servizio Pubblico. Sono passati due giorni cupi, sia per le notizie poco rassicuranti per la pandemia, sia per il quadro politico che sta entrando in fibrillazione alla vigilia delle elezioni del nuovo Capo dello Stato e, infine, per il prossimo futuro della Rai.

Queste le osservazioni che vi proponiamo per tornare nell’arena. Tra due giorni è previsto lo sciopero dei giornalisti Rai proclamato per due buoni motivi: la mancanza assoluta di uno straccio qualsiasi di piano editoriale sull’informazione e la mancanza di confronto, di dibattito preventivo non solo con le organizzazioni sindacali. Ci sembrano ottimi motivi per sollevare il problema di un modo di gestire l’Azienda che, a nostro parere, non porta da nessuna parte se non verso la sua riduzione di ruolo e progressiva marginalizzazione. Hai voglia a dire, come vorrebbe sostenere il Marketing con i suoi misteriosissimo sondaggi, che tutto va bene. Forse potrà andare bene per oggi, per la fiction che manda in onda che ancora regge la baracca degli ascolti ma il futuro è altra cosa che nessun sondaggio potrà mai verificare.

Da segnalare questa mattina un articolo interessante sul quotidiano Domani a firma di Daniele Martini con il titolo "Nessuno tocchi i Tg. La riforma Rai rimandata in eterno" e  questo il link  https://www.editorialedomani.it/politica/italia/la-rivoluzione-rai-rimandata-in-eterno-i-telegiornali-non-si-toccano-hc4gd9ak e già dal sommario capite bene di cosa si tratta. Si legge: “La rivoluzione Rai è rimandata a data da destinarsi. Il vento del cambiamento per l’informazione annunciato dal nuovo amministratore Fuortes è durato lo spazio di un mattino …”. Poniamo la solita semplice domandina: è mai iniziata una rivoluzione che come prima cannonata spara con la cerbottana una cartuccetta vecchia e bagnata come il vecchio piano Salini e che già si preannuncia gravida di problemi più che di soluzioni?

La Rai comunica poco e male. Nei giorni scorsi abbiamo avuto due piccoli esempi clamorosi. A proposito dello sciopero e dei motivi specifici per cui è stato convocato (taglio edizioni notturne della Tgr e Rai Sport) in un comunicato dell’Azienda abbiamo letto che “Non ci sarà alcun effetto per gli appassionati di sport che potranno vedere tutti i gol di Serie A e Serie B su “90º minuto”, “Domenica Sportiva” e su tutti i Telegiornali di Rai Uno, Rai Due, Rai Tre, RaiNews24 e Rai Play”. È stato correttamente osservato che i Telegiornali non sono “di” Rai Uno etc ma testate giornalistiche autonome e inoltre Rai Play “non” è un Telegiornale. Chissà chi li scrive questi comunicati.

Altra chicca, forse poco rilevante ma molto significativa. Come di consueto, in occasione delle festività viene preparato un messaggio che i dipendenti Rai possono inviare per mail ai loro interlocutori. È successo che questo messaggio è stato posto come “allegato” alla mail invece che nel testo della stessa. NON si fa! Ma la cosa più bizzarra è che gli allegati sono due: uno in italiano e l’altro in inglese. Se non che, quello in inglese, a parte il Merry Christmas, è in italiano!!! Non si può fare!!!

Ci rimangono ancora insoluti tanti altri misteri e il più recente è quello di Fuortes e Soldi risultati positivi al Covid non si sa bene dove e quando. Al netto degli auguri di pronta guarigione, rimangono forti dubbi sul loro operato prima, durante e dopo la constatazione dei “…lievi sintomi…” che hanno avuto. Sull’argomento è calato un velo di cemento armato e sarà questo un’altro dei misteri di Viale Mazzini destinati a rimanere tale nella notte dei tempi. Chissà se tutti i consiglieri contagiati hanno rispettato la quarantena?

Andiamo avanti: non sarà sfuggito agli attenti lettori che il Papa ha rinnovato la sua simpatia per Mediaset e ora, in aggiunta, a Netflix: vedi il documentario https://www.netflix.com/it/title/81306329 . Domandina semplice semplice: ma perchè al Santo Padre sembra che la Rai non gli sia più tanto simpatica? Certo, sarebbe interessante chiederlo a Lui ma… si sa… certe domande non si pongono.

Veniamo ora a quanto promesso: stiamo studiando le “mission “ delle direzioni di genere. Ci sono molte osservazioni da fare. Intanto vi proponiamo quella sollevata sempre dall’Usigrai (in questo momento sembrano i soli che sollevano problemi): “In un comunicato congiunto i Cdr delle reti e l’UsigRai scrivono di aver appreso “…solo dai giornali alcune ipotesi sull’assegnazione dei programmi di informazione nelle nuove direzioni di genere. Ma nessuno ha ancora chiarito come saranno assegnati in questo nuovo assetto i programmi di informazione di servizio pubblico. Con quali criteri saranno assegnati ai direttori del genere Approfondimento o Day Time? Chi decide cosa è più o meno approfondimento?”.

Già …proprio di questo vogliamo approfondire ne prossimi giorni. Su questo specifico quesito proviamo a darvi una risposta: vi anticipiamo quella del “genere” approfondimento diretta da Mario Orfeo:

“Il genere approfondimento su specifiche indicate dalla Direzione Distribuzione sviluppa e selezione Format, cura i contenuti e coordina/supervisiona la produzione dei programmi di approfondimento per tutte le fasce di palinsesto.

Rientrano nella definizione di Approfondimento programmi che hanno l'obiettivo prevalente di informare con formati come la cronaca, l'attualità politica economica e sociale (salute, moda, lifestyle, tecnologia, viaggi) viene raccontata discussa e analizzata attraverso il linguaggio del talk-show, inchiesta, intervista, reportage, informazione satirica, contenitore di approfondimento.

Il genere Approfondimento ha inoltre l'obiettivo di ideare nuovi formati e di sviluppare i contenuti in una logica cross-mediale di tutto su tutte le piattaforme video e (attraverso un tavolo di coordinamento editoriale) sulle piattaforme audio”.

Ce n’è quanto basta per convocare un Congresso Straordinario dell’Audiovisivo Nazionale/europeo, mondiale/intergalattico con la partecipazione di degni allievi di Mc Luhan, Keplero, qualche virologo di chiara fama, la Croce Rossa, I boy Scout, la Banca Mondiale, l’ONU e la Fao. Anzitutto osservare, se abbiamo capito bene, che la Direzione Approfondimento agisce su “specifiche indicate dalla Direzione distribuzione” e già questo è tutto un programma. Orfeo avrà un suo superdirettore che gli fornirà le “specifiche” cioè, in italiano corrente, gli dirà quello che potrà approfondire o meno? Ca va sans dire: viceversa le testate giornalistiche non potranno decidere cosa “approfondire” ??? interessante! Nella suindicata mission compare una parolina magica: “… informare con formati come la cronaca…”. Acciperbacco !!! la cronaca del Paese, i suoi fatti e misfatti la racconterà il “nuovo” genere della Direzione Approfondimento??? Auguri !!!

Bene … slurp ..slurp .. ci diveritremo ... rimanete sintonizzati …

bloggorai@gmail.com


ps: grazie a tutti  i lettori (tanti) che pure nei giorni scorsi hanno puntato Bloggorai e ci hanno fornito informazioni e commenti

 

La tregua natalizia

 Bloggorai sta per tornare, abbiate fiducia e pazienza...


venerdì 24 dicembre 2021

AuguRai


©bloggorai

Care Lettrici, cari Lettori di Bloggorai...

ci sono tante cose di cui parlare, tante cose da leggere, da scrivere, da ascoltare, da vedere, da conoscere, da visitare e, in un certo senso, qualcosa del genere lo stiamo facendo insieme. 
Tramite questo Blog, con tutti voi siamo legati da questo sottilissimo filo di interesse comune: 
la Rai e il Servizio Pubblico. 

Siamo "connessi", quasi oltremodo affezionati e riconoscenti, a questa Azienda dove molti di noi hanno lavorato per molti anni e pure chi non ci ha mai messo piede in qualche modo gli è vicino e segue con attenzione tutte le sue vicende. 
In particolare, forse, molti sono legati al pensiero del Servizio Pubblico, del bene comune, collettivo, che è pur sempre un grande patrimonio da difendere e tutelare.

Oggi siamo o dovremmo essere tutti un tantinello un pò più buoni. 

Per un giorno, almeno, proviamo a dimenticare un brutto passato e un presente minaccioso 
e proviamo ad essere fiduciosi in un futuro migliore.

Mentre vi ringrazio per la crescente voglia di leggere Bloggorai,
Vi mando un caloroso abbraccio con i migliori auguri ...

bloggorai@gmail.com




giovedì 23 dicembre 2021

RAI: Il sonno della Ragione

Foto di Comfreak da Pixabay

Oggi solo poche righe, invero alquanto cupe e rassegnate. Come ben sapete, il titolo di questo Blog è “La rai prossima ventura” e dunque ci interessa solo ciò che è in questa direzione e se non troviamo nulla di questo genere abbiamo poco da proporvi.

Potrà piacere o meno, ma il fenomeno è ormai ben chiaro: la Rai sta lentamente e inesorabilmente sparendo dalla scena del dibattito pubblico sul suo futuro. Le tracce di riflessione e analisi su questo tema si perdono nel vuoto, annaspano in sospiri afoni, si confondono in una melma nebbiosa e saporifera e la ragione entra nello stato di sonno profondo. Lo abbiamo già scritto: la Rai come l’Alitalia? Abbiamo citato Hemingway più volte: “.. come hai fatto a fare bancarotta? – chiese Bill. In due modi – Mike disse – Gradualmente prima e improvvisamente poi”. Sembra tutto già scritto in un libro del destino dove basta solo sfogliare le pagine una alla volta per assistere al suo declino? I capitoli sono noti: poche risorse, mancanza di idee, legge sbagliata e tecnologie senza investimenti. Ma tutto questo, evidentemente, agli italiani importa poco perché, alla fin fine … si però … gli esperti del Marketing di Viale Mazzini ci diranno che “va tutto bene” e saranno pronti a rispondere subito con una delle loro ricerche clandestine sul “gradimento” della Rai da parte del pubblico e si leggerà che sarà sempre un po’ sopra alla sufficienza.


Ieri vi abbiamo accennato di avere qualcosa su cui dibattere: abbiamo il panorama pressoché completo su quanto è stato possibile raccogliere sul “nuovo” modello organizzativo: il contesto del Piano industriale di Salini, le slides di Fuortes presentate in Vigilanza e le mission delle direzioni di genere. Con calma, ci studiamo sopra e nei prossimi giorni ne parleremo.

Andiamo avanti, ovvero indietro. Si stanno mettendo in fila tessere di un mosaico che comincia a far emergere un disegno opaco e inquietante. Il tema è l’informazione e la comunicazione pubblica e istituzionale. Ne abbiamo già parlato: ha iniziato il senatore Mario Mondi con “Bisogna trovare delle modalità meno democratiche nella somministrazione dell’informazione, in una situazione di guerra si devono accettare delle limitazioni alle libertà”. Gli ha fatto seguito Monica Maggioni pochi giorni dopo il suo insediamento come direttore “Niente voce ai NoVax al Tg1”. Poi è arrivato l’illustre monito di Mattarella con “Troppo spazio mediatico ai no vax”

Ieri abbiamo raccolto un allarme ripreso da Art.21 che riassume bene la nostra preoccupazione: “…chi deve decidere cosa è importante che la gente sappia? Un magistrato, un investigatore o un giornalista? O ciascuno dei tre secondo la propria coscienza e la propria professionalità in virtù del ben più ampio Diritto di cronaca sancito dalla nostra Costituzione? La questione non è una controversia di nicchia. Riguarda il racconto della vita quotidiana di una società e di un Paese intero”. Sono tasselli che da tempo ci stanno girando intorno, già dall’arrivo di Draghi al Governo con il suo “stile” di comunicazione che poi verrà ripreso dal suo epigone Fuortes a Viale Mazzini.  Da osservare che si tratta di uno “stile” alquanto singolare: non paghi di avere strutture aziendali da poco nominate, l’AD ha avvertito l’esigenza di “dotarsi” di un suo specifico consulente esterno per la comunicazione, Maurizio Caprara, mentre il direttore dello stesso ambito, Pierluigi Colantoni ha ritenuto opportuno di essere supportato da un illustre collaboratore sempre esterno, un certo Marcello Giannotti, già noto alle cronache di Viale Mazzini come suo predecessore.

Della serie: la comunicazione è materia incandescente, maneggiare con cura.

 bloggorai@gmail.com

 

 

mercoledì 22 dicembre 2021

Babbo Natale non passerà per Viale Mazzini


Mo vene Natale … e siamo tutti indaffarati a proteggerci dal Virus, dal freddo, dalle invasioni delle cavallette, dalla batteria della macchina che collassa periodicamente e da ogni altra possibile scocciatura di vario ordine o grado di pericolosità, sociale o individuale. Figuriamoci se c’è spazio per la Rai e dintorni.

Comunque, di una cosa i nostri lettori possono stare certi: non scriviamo tutto quello che sappiamo e non sappiamo tutto ciò di cui sarebbe necessario scrivere. Quindi, per conto nostro, abbiamo una buona riserva di argomenti sui quali intrattenerci e già ne abbiamo in canna uno molto, molto succoso.

Veniamo ad oggi e al mazzo di giornali con i quali ci trastulliamo: non si sa bene perché siamo attratti più da notizie con questo titolo “Giovani No Tv: in un anno sparito il 30% degli under 25 - I giovani spengono la tv, scomparsi in un anno il 30% degli under 25” di Andrea Biondi sul Sole di oggi che non l'altro titolo “Intervista a Massimo Ranieri - "Io e Morandi, ex ragazzini e giovani dentro torniamo a sfidarci al Festival come nei 60" di Luca Dondoni su La Stampa. Che poi, a ben vedere, sono pure notizie collegate tra loro. Il primo articolo si accompagna opportunamente a quello del quale abbiamo parlato alcune settimane addietro, quando abbiamo riportato i dati dello Studio Frasi sulla restrizione della platea televisiva e che pure la presidente Soldi ha ricordato in Vigilanza: si stanno perdendo milioni di telespettatori sulla televisione lineare, digitale, a tutto vantaggio degli OTT e del broadband.  

Ma, in verità, sono alcuni giorni che andiamo alla ricerca di una notizia che non riusciamo a trovare: negli oltre 5000 (cinquemila) emendamenti presentati dai partiti di maggioranza di governo alla nuova Legge finanziaria ce n’è qualcuno che possa interessare positivamente la Rai? Per quel poco che possono i nostri limitatissimi mezzi, la risposta è no! Siamo andati a spulciare qui e la: vedi il Titolo VIII Cultura, turismo, informazione e innovazione del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 ovvero il Superemendamento. Nulla, nada, nisba… di Rai, di Servizio Pubblico non ci sono tracce: ognuno per se e Dio per tutti. Abbiamo pure provato a cercare qualche notizia a Viale Mazzini: silenzio totale… nessuno sa nulla e forse nessuno doveva sapere ciò che non poteva e non doveva essere detto: non ci sarà un Babbo Natale per la Rai. Punto. A capo. Del resto, era pia illusione che poteva esserci qualcosa: i presupposti c’erano e ci sono tutti per constatare semplicemente che la Rai non è in agenda della politica e ne abbiamo avuta prova provata almeno in tre recenti occasioni: l’approvazione del famigerato DDL 288, l’esito delle audizioni di Fuortes in Vigilanza e la collocazione “in sonno” degli otto (8) disegni di legge di riforma della governance Rai. Amen.

Questo il punto centrale intorno al quale ruota ogni cosa: il tema risorse è il baricentro di ogni riflessione, di ogni commento e valutazione per l’oggi e per il domani e non ci saranno “nuovi modelli organizzativi” in grado di fronteggiare questa deriva. Se le casse di Viale Mazzini sono vuote e non ci sono speranze che possano essere adeguatamente riempite nei prossimi giorni, settimane o mesi non si va da nessuna parte. O meglio, si andrà nella consueta parte del “tirari a Campari” perché certamente il Cavallo continuerà ad essere ferito ma resisterà indomito per anni a venire: una pezzetta qui, un tappo la, un taglietto da una parte e un risparmiuccio dall’altra e Fuortes va avanti. Se poi a tutto questo si aggiunge il quadro generale del mercato audiovisivo che certamente non vede il Servizio Pubblico in posizione di vantaggio (al netto delle fiction che ancora in parte reggono la baracca) come si dice a Roma: peggio me sento! Ma tutto ciò non è un emergenza quanto normale amministrazione: è la stessa Rai di sempre che cambia pelle per rimanere sempre la stessa. Va bene così, tanto c’è Netflix, Amazon Prime, DAZN e se non sono sufficienti c’è sempre Youtube con qualche tutorial, filmatino divertente, musica e del resto …chissenefrega! 

bloggorai@gmail.com


 

Non ci sarà Babbo Natale per la Rai


Mo vene Natale … e siamo tutti indaffarati a proteggerci dal Virus, dal freddo, dalle invasioni delle cavallette, dalla batteria della macchina che collassa periodicamente e da ogni altra possibile scocciatura di vario ordine o grado di pericolosità, sociale o individuale. Figuriamoci se c’è spazio per la Rai e dintorni.

Comunque, di una cosa i nostri lettori possono stare certi: non scriviamo tutto quello che sappiamo e non sappiamo tutto ciò di cui sarebbe necessario scrivere. Quindi, per conto nostro, abbiamo una buona riserva di argomenti sui quali intrattenerci e già ne abbiamo in canna uno molto, molto succoso.

Veniamo ad oggi e al mazzo di giornali con i quali ci trastulliamo: non si sa bene perché siamo attratti più da notizie con questo titolo “Giovani No Tv: in un anno sparito il 30% degli under 25 - I giovani spengono la tv, scomparsi in un anno il 30% degli under 25” di Andrea Biondi sul Sole di oggi che non “Intervista a Massimo Ranieri - "Io e Morandi, ex ragazzini e giovani dentro torniamo a sfidarci al Festival come nei 60" di Luca Dondoni su La Stampa. Che poi, a ben vedere, sono pure notizie collegate tra loro. Il primo articolo si accompagna opporetunamente a quello del quale abbiamo parlato alcune settimane addietro, quando abbiamo riportato i dati dello Studio Frasi sulla restrizione della platea televisiva e che pure la presidente Soldi ha ricordato in Vigilanza: si stanno perdendo milioni di telespettatori sulla televisione lineare, digitale, a tutto vantaggio degli OTT e del broadband.  

Ma, in verità, sono alcuni giorni che andiamo alla ricerca di una notizia che non riusciamo a trovare: negli oltre 5000 (cinquemila) emendamenti presentati dai partiti di maggioranza di governo alla nuova Legge finanziaria ce n’è qualcuno che possa interessare positivamente la Rai? Per quel poco che possono i nostri limitatissimi mezzi, la risposta è no! Siamo andati a spulciare qui e la: vedi il Titolo VIII Cultura, turismo, informazione e innovazione del Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2022 e bilancio pluriennale per il triennio 2022-2024 ovvero il Superemendamento. Nulla , nada, nisba… di Rai, di Servizio Pubblico non ci sono tracce: ognuno per se e Dio per tutti. Abbiamo pure provato a cercare qualche notizia a Viale Mazzini: silenzio totale… nessuno sa nulla e forse nessuno doveva sapere ciò che non poteva e non doveva essere detto: non ci sarà un Babbo Natale per la Rai. Punto. A capo. Del resto, era pia illusione che poteva esserci qualcosa: i presupposti c’erano e ci sono tutti per constatare semplicemente che la Rai non è in agenda della politica e ne abbiamo avuta prova provata almeno in tre recenti occasioni: l’approvazione del famigerato DDL 288, l’esito delle audizioni di Fuortes in Vigilanza e la collocazione “in sonno” degli otto (8) disegni di legge di riforma della governance Rai. Amen.

Questo il punto centrale intorno al quale ruota ogni cosa: il tema risorse è il baricentro di ogni riflessione, di ogni commento e valutazione per l’oggi e per il domani e non ci saranno “nuovi modelli organizzativi” in grado di fronteggiare questa deriva. Se le casse di Viale Mazzini sono vuote e non ci sono speranze che possano essere adeguatamente riempite nei prossimi giorni, settimane o mesi non si va da nessuna parte. O meglio, si andrà nella consueta parte del “tirari a Campari” perché certamente il Cavallo continuerà ad essere ferito ma resisterà indomito per anni a venire: una pezzetta qui, un tappo la, un teglietto da una parte e un risparmiuccio dall’altra e Fuortes va avanti. Se poi a tutto questo si aggiunge il quadro generale del mercato audiovisivo che certamente non vede il Servizio Pubblico in posizione di vantaggio (al netto delle fiction che ancora in parte reggono la baracca) come si dice a Roma: peggio me sento! Ma tutto ciò non è un emergenza quanto normale amministrazione: è la stessa Rai di sempre che cambia pelle per rimanere sempre la stessa. Va bene così, tanto c’è Netflix, Amazon Prime, DAZN e se non sono sufficienti c’è sempre Youtube con qualche tutorial, filmatino divertente, musica e del resto …chissenefrega! 

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martedì 21 dicembre 2021

Rai: il piacere o il dolore di essere normale


Ci sono immagini che dicono molto di più di mille parole. Quella che vi proponiamo oggi è un residuo della memoria personale di quando, giovinetto, assistevo alla fine del ‘68 con un senso di resa incompiuta. Si tratta di una immagine che descrive un po’ la fine di una rivoluzione che non è mai veramente e completamente avvenuta, era la sconfitta di un fervore giovanile che ha si prodotto tanto ma ha sedimentato poco. Il rischio era di “tornare a quella normalità” che avevamo tanto avversato e che poi, in qualche modo, è comunque tornata. Siamo tornati ad essere “normali” cioè i soliti Italiani, come prima, consueti, usi e abusi a costumi antichi e consolidati.

Anche la Rai sarà sempre “normale” nel senso che non si è mai veramente distaccata dalla sua specifica “normalità e specificità” e mantiene saldi i suoi caratteri originari, immutati e immutabili. Sarà necessario, prima o poi, dichiarare una resa incondizionata di una battaglia mai combattuta. Nessuno, per quanto a noi noto, ha saputo o voluto imprimere un salto, aprire una breccia, fare un balzo in avanti. Nessuno ha voluto o potuto anche solo provare ad immaginare qualcosa di diverso nel modello, nell’architettura del Servizio pubblico nei suoi pilastri che lo sostengono: un sistema diverso di reperimento e gestione delle risorse, una governance in grado di garantire autonomia e indipendenza dal Governo, un progetto editoriale e un apparato tecnologico adeguato. Invece eccoci qui a rimuginare un “nuovo modello organizzativo” vecchio e stagionato come un formaggio di montagna.

Questo il “messaggio nella bottiglia” che lanceremo nello spazio con la speranza che fra qualche decennio qualche navigante extragalattico possa raccoglierlo e magari metterlo in un museo del “Come era la Rai nel 2021” e, già che ci siamo, ci mettiamo pure il mistero della trasferta del Cda Rai a Milano dove, non si sa bene come e quando, l’AD e il Presidente sono risultati positivi al Covid (lo strato di cemento di silenzio si è consolidato!!!).

Prima di andare avanti non possiamo non tener conto di quanto ha dichiarato ieri Mattarella: ai No Vax “… è stato dato forse uno sproporzionato risalto mediatico”. È una frase che non ci piace, suona male e male noi la percepiamo se non viene accompagnata ad una riflessione su come viene gestita tutta la comunicazione/informazione istituzionale sulla pandemia, a partire dall’ora 0 di Bergamo, dai suoi primi giorni e senza dimenticare la famosa e mai chiarita storia del Piano Pandemico Nazionale fantasma e non aggiornato. Non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo dimenticare quei giorni e di come si trovava la Sanità del nostro Paese, saccheggiata e impreparata senza che nessuno ne sia stato responsabile, come se si fosse trattato di una piaga biblica capitata per caso. Non ci piace la frase di Mattarella per quanto somiglia a quanto dichiarato da Monti sulla limitazione dell’informazione e come poi è stata ripresa dall’intervista della Maggioni. Per quanto ci riguarda, abbiamo sollevato da subito su questo Blog il problema dell’ ”infodemia” e di come e di quanto l’informazione del Servizio Pubblico sia stata adeguata, sufficiente, tempestiva e credibile o quanto invece, al contrario possa aver indotto a generare paure ingiustificate, confusione e allarme sociale. Abbiamo pure scritto che sarebbe stato auspicabile che proprio la Rai si facesse carico di aprire un dibattito, un confronto su questo argomento. Ovviamente, messaggio lanciato nel vuoto pneumatico: quando si tratta di dibattere pubblicamente a molti dirigenti di Viale Mazzini viene l’orticaria. A questo proposito, da segnalare un articolo firmato da Domenico Cacopardo su Italia Oggi con il titolo: “Covid, flop della comunicazione. La Rai principale imputata di questa  deriva rovinosa”. Già… chissà se ha ragione?

Bene, ora veniamo ad oggi, alla cronaca di queste ore. In mattinata previsto il Cda dove, come abbiamo detto, ci sono nodi cruciali: risorse, palinsesti e informazione. Abbiamo messo le risorse in primo piano non a caso: ci avviciniamo a fine anno, a quando si dovranno fare i conti. Argomento spinoso sul quale non si sente più fiatare come pure, fatte le debite proporzioni, non si sente più Draghi sostenere che “non è il momento di prendere dalle tasche degli italiani  ma di dare”… e infatti… daremo… nel senso che ci daranno una stangata sulle bollette energetiche da far tremare i polsi, però l’ordine di scuderia è silenzio.

Ma il silenzio sulle risorse Rai non è tanto sui conti di oggi, sui tagli tanto cari a Fuortes, ma su quelli di domani: non si sa nulla su quelle “modeste proposte” fatte da Fuortes in Vigilanza sul reintegro delle parti non dovute sottratte al canone, non si sa nulla sulla possibilità di tornare all’esazione del canone in bolletta come “ce lo chiede Bruxelles”, non si sa pressoché nulla del “canone speciale”. Poi: sul famigerato DDL 288  silenzio tombale… tutti, più o meno complici, tacciono consapevoli che per le casse Rai ballano circa 100 mln in meno di pubblicità. Andiamo avanti e buttiamo nel calderone qualche argomento a caso: a breve si completerà la transizione al DVB-T2: a che punto è la notte? Gli incentivi alla rottamazione dei vecchi Tv stanno funzionando? Si attendeva Natale sperando che qualche soldo in più inducesse a comprare un nuovo apparato o decoder. Io speriamo che me la cavo (D'Orta dixit). La CDN, la partecipazione alla società per la rete unica? Vero è che pure il Governo su questo tema sembra in stato confusionale. Vogliamo dare un occhiata al “nuovo modello organizzativo”? Bene: cosa c’è dentro? Non è dato sapere nulla di più di quanto esposto da Fuortes in Vigilanza: tanto poco da sembrare nulla. Però, gran fretta di nominare i direttori/direttrici con Lui nella parte di Lei e Lei nella parte di Lui (sempre gli stesi che dirigono se stessi).

“Retour a la normale..” … ma si… dai... forza... però sbrighiamoci …forse staremo più tranquilli.

bloggorai@gamil.com


 

lunedì 20 dicembre 2021

Misteri poco gloriosi di Viale Mazzini e dintorni


Gli anni passano, i figli crescono e i genitori invecchiamo … diventano nonni e come molte persone anziane sviluppano una particolare capacità: sanno perdonare che non significa dimenticare … anzi, hanno pure il vantaggio di avere un ottimo archivio.

Ricorderete tutti la magnifica scena finale de I predatori dell’Arca perduta quando si vede la panoramica delle mille Arche dimenticate in un magazzino infinito per rimanere lì sepolte nella notte dei secoli. Ecco, più o meno succede la stessa cosa con i misteri di Viale Mazzini. Quella che vi abbiamo iniziato a raccontare ieri corre seriamente il rischio di finire nello stesso buco nero della memoria, insieme ad altri misteri più o meno recenti.

Siamo consapevoli che fra due o tre giorni, dopo il Cda previsto da remoto domattina (e più avanti ve ne parleremo) della vicenda di Fuortes e Soldi risultati positivi al Covid dopo “aver avvertito sintomi lievi” non interesserà un ciufolo a nessuno. Però... però ..però … come dicevano i nostri antenati .. daje e daje ..pure ‘a cipolla diventa aje … A proposito dunque di misteri: ne ricordiamo qualcuno. La misteriosa truffa che ha visto coinvolto Foa e Salini con gli strascichi in una Vigilanza “secretata” e gli atti finiti in Tribunale. Siete ragionevolmente convinti che si saprà mai la verità? Chi  ha mentito a chi? Noi no.. ben che vada finirà con un bel timbro sopra: “Fascicolo chiuso perché ignoti gli autori del reato”. Poi, tanto per rimanere ai giorni nostri: ricordate l’intervista della Maggioni ad Assad? Perché venne inviata e da chi fu autorizzata? Rileggete questo articolo:  https://www.ilpost.it/2019/12/09/la-misteriosa-intervista-della-rai-a-bashar-al-assad/ . Infine: ricordate il misteriosissimo mistero del presepe a Viale Mazzini che ha poi portato al licenziamento di Sinisi avvenuto poche ore dopo l’arrivo di Fuortes in Rai? Come noto ci fu una Vigilanza dove vennero sollevate accuse ben precise sulle responsabilità di quanto avvenuto. Come è andata a finire?

Veniamo ai giorni nostri. L’inizio è promettente: Fuortes si insedia il 18 luglio e gli bastano solo 16 giorni per dichiarare che farà una “rivoluzione” in Rai e il primo colpo di cannone lo spara scendendo nei sotterranei di Viale Mazzini a resuscitare il Piano industriale di Salini e ripesca i tagli dallo stesso approvati nel febbraio di quest’anno. Misteri della Fede. Quando uno nasce “bravo” impara subito e non aspetta il tempo che passa.

Ma la perla di misteriosità avviene giovedì scorso, quando mercoledì pomeriggio un treno per Milano si mette in movimento per consentire un preallarmato Cda in trasferta. Già, perché ieri abbiamo dimenticato di farvi notare che Michela Tamburino su La Stampa ha ricordato che lo scorso 2 dicembre 3 consiglieri avevano allarmato l’AD sulla possibilità che ci potessero essere seri rischi ad effettuare l’allegra trasferta meneghina in relazione alle dinamiche della pandemia. Eppure, incuranti del rischio .. tutti in carrozza .. si parte… ciuff …ciufff …tuuuu ..tuuuuuu … eccoci … arriviamo … anzi, già che siamo andiamo pure a vedere l’anteprima di Diabolik … un nome un programma!!! E per non farci mancare nulla, dajeeeee, incontriamo il Sindaco Sala, il Presidente Fontana e chi c’è ..c’è … più semo e mejo stamo …

Se non ché, ci vengono fatti osservare puntigliosamente alcuni elementi significativi (giacchè il veleno è sempre nella coda e nei dettagli): all’ingresso di ogni insediamento aziendale (e in ogni luogo pubblico) ci sono i termo scanner. Ci sono passati tutti e allora ci sono due possibilità: o quando sono entrati erano sani come pesciolini rossi e nel giro di poche ore si sono infettati e allora la sede Rai di Milano è un focolaio Covid di primo livello che merita adeguato trattamento sanitario. Oppure se invece già all’ingresso avevano qualche “sintomo lieve” (qualche linea di febricciola, tipo quella dei pupi) allora perché il termo scanner non lo ha rivelato e li ha lasciati entrare? Qualcosa non torna. Dal fatto che la riunione del Cda si sia effettivamente svolta, si può dedurre che sono entrati sani e usciti malati? Possiamo supporre che i “sintomi lievi” sono iniziati e sono stati avvertiti nel corso degli spostamenti avvenuti subito dopo? Quando esattamente? Ci dicono che si sia stata una pausa pranzo a buffet che pure sembrerebbe vietata dalla norme aziendali anti Covid? È vero o no? E così via … con altre tante domande che sarebbe lecito porre ma questo non è il nostro mestiere che lasciamo volentieri ad altri esperti e competenti. A noi interessa solo un elemento:  chiarezza e trasparenza per tutti gli atti compiuti da chi esercita un pubblico esercizio che, in questo caso, è quadruplo per le responsabilità che si rivestono nei confronti dei cittadini ai quali ogni giorno, ogni istante, doverosamente, gli si chiede di rispettare le norme di tutela della salute collettiva. Aggiungiamo pure, per la necessaria credibilità di cui debbono godere per esercitare adeguatamente quello che gli compete. Punto. A capo.

Già, a capo… non è facile andare avanti con queste premesse. Come detto, domani ci dovrebbe essere un Cda da remoto con importanti punti all’ordine del giorno tra i quali: i piani editoriali del Tg1, Tg2, RaiNews e Rai Parlamento e i palinsesti dei canali generalisti e specializzati aprile – giugno 2022.  Osserviamo ancora una volta che non si dibatte e non c’è traccia alcuna di un “progetto editoriale” complessivo che interessa tutta l’offerta informativa del Servizio Pubblico, dalla radio alla televisione passando per il Web.  

Un’ultima osservazione: come noto Roma è sotto la tutela della Madonna del Divino Amore, che ha il santuario sulla Via Ardeatina. La mia mamma mi raccontava che per molti anni venivano organizzati pellegrinaggi a partire dall’ex obelisco di Axum (ora restituito ai legittimi proprietari) a quel tempo collocato di fronte alla sede della Fao. Si raccontava che i pellegrini più pii e devoti, usavano mettere i fagioli dentro le scarpe. Da tenerne in debito conto: la canzone che si cantava durante il percorso recitava che la “…Madonna del Divino Amore .. fa le grazie a tutte l’ore …”.

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domenica 19 dicembre 2021

La Rai smarrita nei suoi misteri


Il Post di oggi verrà pubblicato in giornata ... nel frattempo, consigliamo a chi non lo avesse gia fatto di leggere il Post di ieri: 

https://bloggorai.blogspot.com/2021/12/il-covid-e-la-rai-4-domande-per-sapere.html  

Su questa vicenda c'è ancora qualcosa da aggiungere...prima che la coltre di cemento si consolidi del tutto.

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Il Covid e la Rai: 4 domande per sapere e capire

 

Foto di Prawny da Pixabay

La storia che vi stiamo per raccontare merita grande attenzione. Al netto degli auguri di pronta guarigione per tutti coloro che sono coinvolti in ogni drammatica esperienza di Covid, quanto avvenuto ai vertici RAI nei giorni scorsi oltre che attenzione richiede ovvero obbliga  porre diversi interrogativi. 

Perché questa storia merita tanto interesse? Molto semplice: chi governa, a qualsiasi titolo e qualsiasi livello, ha maggiori responsabilità rispetto a chi è governato. La credibilità e l’autorevolezza sono le poste in gioco sulle quali non è consentito barare. Siamo fiduciosi che tutto sia avvenuto nel pieno rispetto delle regole e delle norme che noi tutti dobbiamo seguire in questo momento drammatico come pure siamo certi che questo comportamento debba essere esemplare e trasparente: non ci deve essere alcun dubbio sull’assoluta integrità e correttezza di comportamenti di chi gestisce la cosa pubblica a tal punto, per come la vediamo noi, che anche il legittimo rispetto delle norme sulla Privacy non dovrebbero ostacolare la conoscenza dei fatti.

Si può affermare che Draghi sta al Governo del Paese come Fuortes a quello della Rai. Fatte le debite proporzioni, entrambi hanno responsabilità di assoluto rilievo nei confronti dell’informazione che viene data ai cittadini su quanto avviene sul tema Covid. Provate ad immaginare se venisse convocato un Consiglio dei ministri e chi vi partecipa venisse trovato positivo al virus. Draghi in quarantena? Tutti i ministri isolati in casa?

Purtroppo, però, le scarse e frammentarie informazioni che si possono avere per quanto avvenuto nei giorni scorsi possono alimentare qualche dubbio e perplessità che sarebbe bene per tutti chiarire bene e subito

Ricostruiamo gli avvenimenti. Giovedì 16 il Cda Rai si riunisce di presenza a Milano e vi partecipano tutti i consiglieri meno Laganà che rimane a Roma e si collega da remoto. Venerdì pomeriggio comincia a diffondersi la notizia che viene confermata da fonti interne: “La presidente della Rai Marinella Soldi e l’Ad Carlo Fuortes sono positivi al Covid. Avvertiti sintomi lievi, entrambi si sono sottoposti a tampone che ha dato esito positivo. Nel rispetto dei protocolli sanitari nazionali, il Nucleo gestione Covid aziendale è stato informato e sta provvedendo dal tracciamento dei possibili contatti da sottoporre a percorso di tutela sanitaria, da condividere con la ASL competente e dei locali interessati su cui intervenire”.

Questi i punti fermi e da ora in poi solo illazioni, silenzi e mezze verità: della notizia ieri ne hanno parlato solo Il Messaggero (Ajello), La Stampa (Tamburino) e un trafiletto anonimo del Corriere. Oggi (domenica) solo il Corriere riprende la notizia con un brevissimo trafiletto dove si legge che il sindaco di Milano Sala e il presidente della Regione Lombardia Fontana si sono sottoposti a tampone ma non si conosce l’esito. Non una riga dalle agenzie che pure, in altre circostanze, sono state sempre pronte a fare lo scoop anche del criceto del VII piano che ha fatti pipì fuori dal vasino. “Ovviamente” l’Ufficio Stampa tace e sull’argomento scende una cappa di cemento armato.

Allora cominciamo a porre alcune domande: quando e dove sono stati “avvertiti sintomi lievi”? Dalla riposta a questa domanda ne discendono tutte le altre conseguenti. Il Ministero della Salute è chiaro e categorico: quando si avvertono segnali di possibile infezione da Coronavirus,  resta in casa e chiama il medico! Non appena avvertiti i primi sintomi che si debbono denunciare si entra nella sfera di competenza della ASL del proprio territorio.

A questo punto è necessario fissare un ora X dalla quale iniziare a capire cosa è successo e cosa può significare questa vicenda e mettere in ordine 4 sole e semplici domande:

1. Fuortes e Soldi dove e a che ora hanno avvertito i sintomi, a Roma o a Milano?

2. Fuortes e Soldi hanno avvertito i sintomi prima, durante o dopo lo svolgimento del Cda?

3. Fuortes e Soldi a che ora e dove hanno fatto i tamponi?

4. Quali altre aree/strutture aziendali Rai sono state coinvolte delle quali è necessario avere notizia?

A seconda di come e di quanto si sposta l’ora X sull’asticella delle ore che segnano lo svolgimento degli avvenimenti può cambiare tutta la lettura “pubblica” che può essere fatta di questa vicenda. E così torniamo al titolo del Post: in che punto si trovava il maledetto virus Covid quando ha colpito i vertici Rai? E una volta che ha colpito cosa è successo subito dopo per evitare che continuasse a colpire all'interno e all'esterno dell'Azienda?

Purtroppo, abbiamo una bruttissima sensazione (e come tale forse fallace): su tutto questo la cortina silenzio, di cemento armato, ha già cominciato a consolidarsi e si avvertono le alzatine di spallucce .. che vuoi che sia … “speriamo che gli passa presto e tanto già per il 21 è convocato il prossimo Cda da remoto”. Certo che lo speriamo anche noi che possano tutti uscirne presto e bene ma altrettanto certo che ci piacerebbe molto fugare i tanti dubbi che ci corrono.

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sabato 18 dicembre 2021

Il Covid e la Rai o la Rai e il Covid?

La storia che vi stiamo per raccontare merita grande attenzione. Al netto degli auguri di pronta guarigione per tutti coloro che sono coinvolti in ogni drammatica esperienza di Covid, quanto avvenuto ai vertici RAI oltre che attenzione richiede, obbliga  porre diversi interrogativi. 

Appena saputa la notizia abbiamo anzitutto cercato verifiche e man mano che le trovavamo sono cominciati a sorgere molti dubbi che elenchiamo.

più tardi aggiornamenti 

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Il Covid e la Rai

Foto di Daniel Roberts da Pixabay

Anzitutto un augurio di pronta guarigione per tutto il Cda Rai e gli altri risultati positivi al Covid!

Per tutto ciò che scriviamo da tempo, siamo in netto disaccordo su molte delle scelte che sono state compiute e, ancora di più, su quelle che non si vogliono compiere. L'Azienda è già in difficoltà per i suoi noti problemi e non può permettersi altri ritardi.

Tornate presto sani e forti. Auguri!!! 

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venerdì 17 dicembre 2021

FLASH

Abbiamo appreso da poco e confermato che la presidente Soldi e l'AD Fuortes sono positivi al Covid 

giovedì 16 dicembre 2021

Quel sottile senso di Destra che avanza

Foto di falco da Pixabay 

Ieri sera leggevamo rassegnati e costernati quel poco che si riusciva a sapere su quanto da poco avvenuto in Cda Rai. Ci troviamo in Francia e al termine di una giornata fredda e ventosa ci siamo accomodati a seguire con attenzione il dibattito televisivo con un personaggio che in questo momento sta riscuotendo un consenso crescente : Eric Zemmour, candidato presidenziale considerato alla destra della Marine Le Pen, il che è tutto dire. Appare astuto, furbetto diremmo noi, consapevole di incontrare un vasto sentimento “popolare” tutto incentrato sulla fobia del diverso, quale che esso sia, abbastanza nazionalista ma non populista, un destro estremo nella difesa dei “valori” tradizionali, quel genere di "destro" che piace tato alla borghesia benestante. In Italia non abbiamo trovato nessuno in grado di somigliargli. Tutti i leader di destra e di centro destra non sono mai estremisti a tal punto da rappresentare una “minaccia” per gli equilibri politici consolidati. Cionondimeno temiamo che pure in Italia possa serpeggiare un forte sentimento del genere: razzista, primatista, sovranista e nazionalista che non ha visibilità nelle varie Leghe, Fratelli più o meno d'Italia. Aggravato, inoltre, dalla drammatica crisi del Covid. Il Censis è stato chiaro: l'Italia oggi è un Paese confuso, irrazionale, con una sacca di povertà estrema in continua crescita della quale nessuno ne sembra responsabile, quasi fosse un castigo Divino. Serpeggia una vaga aria di “destra” strisciante, occulta ma non meno pericolosa perché abilmente nascosta nelle pieghe di timori e paure mai sopite. Ci preoccupa quando questo sentimento affiora su temi dell'informazione, quando leggiamo di chi gli vorrebbe porre freni oppure quando qualcuno vorrebbe decidere se una parte più o meno rilevante della popolazione italiana non deve esprimersi sul Servizio Pubblico, seppure esprime posizioni non condivisibili.

Ad alcuni lettori molto attenti non è sfuggita una notizia comparsa nei giorni scorsi: “Il Super Tifone Rai fa paura”. Confessiamo che ci è venuta facilmente la similitudine: anche quello che sta per succedere alla Rai può incutere qualche timore. Ieri vi abbiamo parlato del Cda dove hanno fatto molta notizia le nomine e il taglio dell'edizione della Tgr notturna mentre pochi vi hanno detto che, dietro le quinte, ha fatto banco il tema del budget come previsto dal punto 6 all'Odg (linee guida budget 2022). Ci dicono che si avverte molta preoccupazione ma che è meglio non farlo sapere troppo in giro. Tanto delle nomine dei “nuovi “generi non interessa pressoché nulla a nessuno (un Direttore/Direttrice con “lui nella parte di lei e lei nella parte di lui”) e della TgR entro breve non se ne sentirà più parlare. Amen.

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