domenica 31 marzo 2024

RAI: lettera pasquale sul tempo delle "cose"

Foto di Kei da Pixabay

Nel silenzio primaverile e imbarazzante che ci accompagna in questi giorni, riceviamo e volentieri pubblichiamo la sintesi di una affettuosa letterina pasquale che ci scrive un nostro affezionato, attentissimo e solitamente bene informato lettore.

“Caro Bloggorai, questa Azienda, questa RAI, questo “popolo” non finisce di sorprenderci. Ora ci mancava un possibile ritorno di una nota personaggetta come consigliera e poi il “qualunque” per fare il DG …

Come puoi bene immaginare, dal mio osservatorio molto privilegiato, osservo strani fenomeni che riassumo: la bilancia Sergio/Rossi si è spostata decisamente a destra, molto più di quanto tu possa immaginare. Fiutata l’aria che tira e per quanto leggono sulla stampa a favore dei desiderata della Meloni e del suo amico Rossi come possibile prossimo AD, molta “dirigenza” si muove verso la sua direzione, nel senso che mette le mani avanti per cadere avanti. Si profila uno scontro interno prevalente tra FdI e Lega che in parte rispecchia quello in corso nel Governo. I forzisti però non stanno a guardare: la carta Agnes è sempre sul tavolo ma è poca cosa. Ti informo poi che si avvertono curiose sintonie nell’area “tecnica”. Conclusione: la partita è molto aperta e dagli esiti incerti.

Sergio è spacciato, come hai scritto bene “destinato a passare alla storia come scaldaposto di Rossi”? no, non credere. Vedi sopra: la partita è apertissima e vale anche per lui.

Il Piano industriale è targato Sergio e Rossi non sa nemmeno di cosa si tratta e, infatti, lascia intendere a noi della truppa che non se ne vuole occupare, per ora. Non lo boicotta ma non lo agevola. Intanto il tempo passa e… l’uom non se ne avvede … per il Piano come per il Contratto … c’è tempo, molto tempo

C’è in ballo il Contratto collettivo di lavoro per i dipendenti RAI. Chi lo firma e quando? Sembra che sia molto a favore dei dipendenti. Lo gestisce il CHR Ventura, che notoriamente, sembra molto vicino a Rossi… sembra… sembra.

Infine, permettimi una nota sul CdA e sul rappresentante dei dipendenti. Diciamocelo una volta per tutte: non conta nulla: chi decide è l’AD. Punto. La Lege lo consente e lui si adegua. I consiglieri, alcuni, possono astenersi (spesso) o votare contro (talvolta) ma il risultato non cambia. Sul rappresentante dei dipendenti Di Pietro, lo danno per ricandidato e forse vincente (in mancanza di alternative). Dicono che si è mosso bene, nella linea di Laganà ma meno idealista. Forse poco strategico e molto utile in basso. Vedremo

Tanti cari Auguri di Buona Pasqua”  

Commento: squarci di “verità”, vita vissuta, Azienda pulsante, il mondo di dentro in piena sintonia con quello di fuori. La politica annaspa nella confusione, la Rai si arrabbatta nella dispersione. Nota bene: il nostro lettore non ha fatto cenno di opposizione quale che essa sia.

Grazie caro lettore, frequentiamoci, non perdiamoci di vista!

bloggorai@gmail.com



sabato 30 marzo 2024

RAI: imbarazzante silenzio pasquale


Silenzio! 

Assordante ma non sorprendente. Sulla Rai e sul Servizio Pubblico grava una coltre di silenzio su tutti i fronti spessa come una colata di cemento armato con i tondini del 16.

Silenzio oggi sulla stampa: non una riga di interessante. Nemmeno un "totonomine" qualsiasi che non si nega a nessuno!

Silenzio sul Contratto di Servizio: approvato in Vigilanza lo scorso 3 ottobre, approvato in Cda Rai e ratificato dal Consiglio dei ministri ormai da oltre 10 giorni, ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Silenzio sul conseguente Piano Industriale: erano stati attivati 3 “gruppi di lavoro” che dovevano “mettere a terra” le sue applicazioni. Perse le tracce.

Silenzio su RAI Way. Si vende una quota come previsto, appunto, dal Piano Industriale per ricavarne 190 mln oppure si dà il via al “polo delle torri” come vorrebbe una parte del Governo? Boh!

Silenzio sul rinnovo del Cda di Viale Mazzini. O meglio, per essere più precisi, silenzio da parte dei partiti di opposizione su cosa intendono fare: fanno uscire i noi a cilindro come la volta scorsa oppure si battono per applicare, da subito, i criteri esposti del MFA? Silenzio imbarazzante!

Silenzio ... forse è meglio …

Godiamoci la Pasqua … AUGURI !!!  

bloggorai@gmail.com

 

venerdì 29 marzo 2024

Delirio RAI

Foto di Gino Crescoli da Pixabay
 

Delirio!!! Delirio di onnipotenza o delirio di deficienza. In questo secondo caso non si tratta di “deficiere” nelle diverse declinazioni transitive o intransitive (staccarsi, separarsi, allontanarsi, defezionare, ribellarsi, cessare, esaurirsi, venire a mancare, venir meno, scoraggiarsi, perdersi d'animo etc etc) ma semplicemente inteso come “turba mentale”.

Nel primo caso, onnipotenza, si intende quella ostinata e ottusa forma di disprezzo per ogni regola formale e sostanziale. Il secondo caso lo abbiamo definito.  Di che si tratta? Della nomina del nuovo Cda RAI e di quanto si legge e si sente dire. Oggi pure il Manifesto partecipa al coro.

Allora, leggendo quanto scrivono la “super velona” quasi tutti, da mesi, questo dovrebbe essere il nuovo Cda:

AD:              Giampaolo Rossi (Governo)

Presidente:   Simona Agnes (Governo)

Consiglieri:  

Casarin (Lega, Governo)

Terranova o Lei - si, proprio Lei (Fdi, Governo)

di Majo (M5S)

Valerio ma forse Margiotta (PD)

Di Pietro (dipendenti RAI)

La domanda che corre d’obbligo è semplicemente perché? Il primo perché è rivolto ai colleghi giornalisti che non si pongono nemmeno lontanamente il dubbio, la doverosa verifica, la domanda se tutto questo ha un senso e quale sarebbe. Nulla, non ci pensano proprio. Non ci pensano proprio perché non sanno e non vogliono sapere: troppo faticoso leggere il MFA.

Ma il secondo perché è più drammatico: perché non dico i partiti di Governo ma almeno quelli dell’opposizione non si sottraggono a questa ignobile farsa e dicono chiaro e tondo che non presenteranno nomi che non siamo emersi dopo una selezione con criteri trasparenti e pubblici? Perché poi dare per scontato un esito elettorale (rappresentante dei dipendenti)?

CANDIDIAMOCI TUTTI 

e pronti al ricorso!!!

bloggorai@gmail.com

giovedì 28 marzo 2024

RAI: tra logica e democrazia


Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Succede, talvolta, che qualcosa di irrazionale, illogico, incomprensibile e irragionevole possa guidare le vicende sociali e le azioni degli umani. Succede, talvolta, che tutto questo possa avvenire anche nella politica ed assume, in questo caso, le parvenze di un comportamento antidemocratico.

Ci riferiamo a quando leggiamo, ascoltiamo o veniamo a sapere che sul prossimo CDA Rai i “giochi sono  fatti”, gli accordi sottobanco già chiusi, i pacchetti di nomi già concordati tra le segreterie di tutti i partiti con “l’amico della Meloni o l’amica della Schlein...”. Insopportabile. E pure la nomina del rappresentante dei dipendenti, o meglio la sua elezione, viene dato per scontato il  risultato come se il voto fosse del tutto irrilevante. Come si può accettare tutto questo? Come si può accettare che la proposizione pubblica delle candidature sia del tutto inutile perché, comunque, nemmeno gli impiegati agli Uffici postali di Camera e Senato si prendono la briga di aprirle e confrontarle?

Iniziamo con una buona notizia. Questa mattina Il Fatto Quotidiano pubblica un’intervista a Barbara Floridia, presidente della Vigilanza RAI, con il titolo “Il prossimo Cda della RAI rischia di essere illegittimo”. Ottimo, benissimo. Necessario ricordare l’audizione, sempre in vigilanza Rai a gennaio scorso di Noel Curran (EBU) quando dichiarò che “La governance della Rai non è in linea con i principi del Media Freedom Act” ormai divenuta la pietra nodale sul futuro del Servizio Pubblico. 

Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo: i vertici Rai (tutti !!!) dovranno essere definiti con criteri aperti, trasparenti e non discriminatori. Con questo regolamento comunitario, la Legge 220 del 2015, di fatto, è superata e quindi nominare i nuovi amministratori con la vecchia procedura li mette fuori dalla nuova norma che si deve adottare. In buona sostanza, la Floridia sostiene chiaramente questo semplice ragionamento ma contiene due omissioni: la prima si riferisce al fatto che il vulnus della 220 non è tanto e solo nella possibilità di nomina da parte del Governo dell’ AD (che pure è grave e a rischio di incostituzionalità) ma anche nel meccanismo di nomina degli altri consiglieri. Il MFA non si rivolge solo al Governo ma anche ai partiti che partecipano al meccanismo della legge precedente: anche i 4 consiglieri debbono essere individuati, selezionati ed ELETTI e non "nominati" con criteri trasparenti, aperti e non discriminatori. Se non si chiarisce in modo perentorio questo principio e non si concorda che pure i partiti, tutti, maggioranza e opposizione, debbono adeguarsi a questa normativa, rimaniamo al punto di partenza. Anzi, per certi aspetti, se si procede con la vecchia Legge si aggrava la situazione a danno del Servizio Pubblico perché si mette l’Azienda in una situazione di stallo e incertezza che rende tutto ancora più grave.

Il secondo aspetto che occorre rilevare si riferisce ai tempi. Sostiene la Floridia: “Dal 20 maggio le Camere potranno iniziare a votare” i 4 componenti il CdA e, dopo le Europee, convocare gli “Stati Generali”. Perché si “dovrebbe” votare subito e non accettare la nuova architettura normativa e renderla applicabile già da subito? Non è vietato. Si tratterebbe di mettere l’attuale Cda in prorogatio e non sarebbe una novità. In questo modo il nuovo Cda avrebbe tutte le carte in regola per poter affrontare opportunamente le grandi sfide che si attendono: prima tra tutte il rinnovo della Concessione nel 2027. 

Infine, la Floridia ha colto un dettaglio importante su quale Bloggorai è stato chiaro: domanda “Parla di possibili ricorsi?” risposta “Non è il mio compito entrare così nel dettaglio. Ma è un problema che va affrontato …”. Si certo: sarebbe del tutto lecito, logico, razionale che chiunque presenta il CV per la candidatura a consigliere una volta usciti fuori i nomi dei “nominati” volesse ricorrere al Giudice ordinario. Sarà interessante vedere poi come si va avanti.

Per quanto poi riguarda la proposta di riforma della governance e gli Stati generali a cui fa riferimento, il primo tassello è già al suo posto con il MFA. Sarebbe già un grande passo avanti per l’umanità poterlo applicare, magari anche subito. Infine, anche lei mette una pietra sulle ipotesi di Fondazione. Lasciamo perdere.

C’è un altro grande tema del quale si deve riflettere e si riferisce alla notizia che vi abbiamo riportato ieri: la BBC vorrebbe aumentare il canone. Ne riparliamo.

bloggorai@gmail.com

ps: sempre sul Fatto di oggi un importante contributo su questo tema da parte di Roberto Zaccaria

 

mercoledì 27 marzo 2024

RAI e RAI Way: oltre il giardino del Governo (con p.s. finale)


"Mi rendo conto .. mi rendo conto ..."

il Giardiniere Chance (Peter Sellers)

C’è qualcosa di magico, divino e misterioso, di fascinoso e inquietante nelle faccende che regolano la vita degli esseri umani. Bloggorai si occupa di RAI e di Servizio Pubblico e succede spesso che viene “giudicato” per essere talvolta eccessivamente critico o poco propenso ad indulgenze sommarie del tipo “si però … qualcosa va bene e bisogna pur dirlo”. “Ci rendiamo conto” ma fatichiamo a trovare questo “qualcosa di buono” di cui parlare. Eppure, ciononostante, in questi lunghi sei anni, Bloggorai è cresciuto costantemente sempre alla ricerca di quel “qualcosa” che non riesce a trovare.

Bene, ieri mattina è successo quanto vi abbiamo raccontato: esce un articolo su un possibile DpcM che autorizza le “nozze” tra RAI Way e Ei Towers e intanto, a non saper ne leggere ne scrivere, il titolo balza in Borsa con il 5,53%. In pochi istanti, qualcuno, si porta a casa un discreto gruzzoletto. I “fondi” gongolano: “Rai Way, i fondi azionisti scrivono alla Rai: «Ridurre la quota è dannoso» I fondi azionisti di Rai Way scrivono alla Rai, che controlla il 65% della società delle torri di trasmissione, contro la possibile riduzione della partecipazione da parte di Viale Mazzini” (il Sole del 12 gennaio) e, in precedenza, avevano già scritto a Draghi a marzo del 2022 “Rai Way, i fondi azionisti scrivono al governo. Favorevoli a un'alleanza con EI Towers: "Autorizzate il consolidamento delle torri". Basta chiedere e il gioco si può fare, i “fondi” chiedono e qualcuno a Palazzo Chigi che ascolta si trova sempre.

Ma, in questo caso, per questa circostanza, ci interessa un “razionale” che non guarda la finanza e la tecnologia ma la politica e, segnatamente, quella che interessa la sopravvivenza della RAI. Ne abbiamo appena accennato ieri: ci confermano che la notizia comparsa su La Repubblica ha fatto tremare le sedie di tante persone a Viale Mazzini, alcune delle quali visibilmente sorprese e irritate per quanto hanno appreso solo dalla stampa e non è la prima volta che succede (vedi riduzione del canone). Ora la domanda è semplice: nel dibattito confronto per il rinnovo del Cda Rai in pieno svolgimento, questa iniziativa (improvvida ma non tanto) chi avvantaggia e chi penalizza nella corsa alla successione di Sergio? Il punto fermo di questo ragionamento è uno e uno solo: il Piano Industriale recentemente approvato, improvvisamente rovina e si sfracella al suolo come un castello di carta, un palloncino bucato che vola via nel vento. La possibile strada della fusione RAI Way con Ei Towers è molto lunga e molto complicata e qualora fosse nei desiderata del Governo con l’urgenza che si voleva imprimere già da ieri, i conti saltano e i 190 mln previsti dalla vendita di una parte di azioni della quotata di Via Teulada svaniscono. Il nuovo Cda si troverà con un nuovo ”piccolo problemino” appena sbarcheranno al VII piano. Il succo del problema è molto semplice: questa vicenda si lega saldamente alla trattativa in corso all’interno della maggioranza per la formazione del nuovo Cda di Viale Mazzini. tutti gli altri "razionali" sono subordinati.

Cerchiamo di capire pure tra molte difficoltà: ieri si è letto che “Il governo benedice la fusione delle torri”. Già, ma quale parte del Governo? Cominciamo a dire, come abbiamo riportato, che FI per bocca di Barachini ha subito frenato e tant’è che il DPCM non è andato in consiglio ieri pomeriggio. Anche se, all’operazione fusione con RAI Way la concorrente Mediaset è molto, molto interessata. Cosa è successo nelle ore precedenti all’uscita dell’articolo? La Meloni vorrebbe stringere i tempi: Cda subito per imporre il suo uomo Rossi al comando di Viale Mazzini. Qualcuno invece vorrebbe frenare questo impeto. Chi? non è difficile supporlo: la Lega e FI, pure con interessi e visioni diverse, sono unite nello stesso obiettivo: mettere i bastoni tra le ruote inattesa delle Europee e, nel frattempo, tenera aperto il "mercato". Verosimile supporre che la trattativa AD, Presidente e consiglieri in quota Governo non sia ancora conclusa e quindi il “pacchetto” RAI Way è ancora oggetto di contesa. In soldoni: questa manovra sembra indebolire e non poco le velleità di Rossi che ha già dovuto subire in precedenza la “botta “ della riduzione del canone a “sua insaputa” per mano del ministro Giorgetti. Iniziare un mandato con questo chiaro di luna senza soldi e senza un Piano Industriale ( e senza un contratto di Servizio ancora non pubblicato in GU) non è proprio un ”benvenuto a bordo”.

Tutto questo per quanto riguarda la “destra” ovvero la maggioranza ovvero il Governo. E per quanto riguarda il resto del mondo, ovvero l’opposizione  ovvero PD, M5S e AVS? Non pervenuti, non ci sono tracce della loro esistenza e presenza su questi temi. Piccolo esempio: ieri mattina, alla Camera. È stato presentato il Rapporto Auditel 2024: non c’era nessuno di loro, ne tra i relatori ne tra il pubblico. L’argomento forse non interessava.

Nel frattempo, i titoli dei giornali sono pieni del ”caso” Amadeus. Resta  a condurre pacchi e e Sanremo oppure se ne va? Altro che piano Industriale o polo delle torri: “Ci rendiamo conto…” i problemi sono ben altri nella vita.

bloggorai@gmail.com

ps: leggiamo su Avvenire di oggi: 

"Bilancio in rosso. La BBC costretta ad alzare il canone. La BBC deve rinnovare le sue fonti di finanziamento, a partire da quella principale: il canone. Una necessità fronte degli alti costi sostenuti ultimamente e aggravati dall'elevata inflazione".

 

 

martedì 26 marzo 2024

Emergenza Marziani sui cieli di Via Teulada e Viale Mazzini

Foto di Vicki Hamilton da Pixabay

 Prima di proseguire nella lettura, leggete il Post precedente di questa mattina... tutto si lega e tutto si compone e rimanete sintonizzati: non escludiamo un terzo Post.

Panico, sconcerto, preoccupazione e sbandamento tra i fini strateghi finanziari di RAI Way e Viale Mazzini!!! Questo è successo stamattina, intorno alle 7,20 (quando solitamente arriva la Rassegna Stampa) per tutti coloro che si aggiravano intorno a Via Teulada. È stata avvistata un’astronave carica di marziani minacciosi che sventolavano sulle antenne di RAI Way il titolo di Repubblica di oggi: “Il governo benedice la fusione delle torri via alle nozze tra Ei Towers e Rai Way” cioè esattamente il contrario di quanto si apprestava a fare Viale Mazzini con l’intenzione di vendere solo la differenza tra il 64% delle azioni possedute fino al limite del 51%, valutato circa 190 mln  e messo nero su bianco sul Piano industriale del valore complessivo di 190 mln di euro. Del resto, i “fondi azionari” lo avevano scritto chiaro e tondo: “Questa operazione non s’ha da fare, noi vogliamo il polo!!!” e già in precedenza avevano scritto (ed ottenuto ) da Draghi quanto desiderato.

Lo abbiamo scritto più volte e a chiare lettere: sono due operazioni del tutto diverse nella sostanza, nella forma e nei tempi.

Leggiamo prima quanto scrive la solita “benissimo informata” Sara Bennewitz: “Il governo "benedice" le nozze tra Rai Way e Ei Towers. Una mossa che non dispiacerà nemmeno a Pier Silvio Berlusconi, che da tempo auspica «un campione italiano delle torri». L'atto che unirà le antenne della tv di Stato e quelle in possesso di Mediaset (40%) e F2i (60%) è un Dpcm atteso subito dopo Pasqua, anche se ieri sera fonti di governo non escludevano un passaggio già al Consiglio dei ministri in programma oggi pomeriggio a Palazzo Chigi”. Di corsa … tutto di corsa e all’insaputa di tutti, di tanti, almeno di qualcuno a Viale Mazzini che, come abbiamo scritto, si è visto calare i marziani e non se ne sono accorti prima.  

Rivediamo quanto scritto sul Piano Industriale:



Bene, non c’è stato tempo di far sbarcare i marziani sui tetti di Viale Mazzini e di Via Teulada che già è entrato in azione il VII Cavalleria: “Fusione Rai Way Ei Towers? … ipotesi con delle concretezze ma i tempi non sono ancora perfettamente maturi…” ha dichiarato in tarda mattinata Alberto Barachini (FI ) sottosegretario ala Presidenza del Consiglio. Vedremo, studieremo, valuteremo . Calma e gesso, state sereni.

In tutto questo, qualcuno ignora o fa finta di ignorare che per la cessione di quote azionarie di RAI Way deve essere applicato quanto disposto dall’art. 21 comma 5 della Legge 112 del 2004 dove si legge che “… sono vietati i patti di sindacato di voto o di blocco, o comunque gli accordi relativi alla modalità di esercizio dei diritti inerenti alle azioni della RAI-Radiotelevisione italiana Spa, che intercorrano tra soggetti titolari, anche mediante soggetti controllati, controllanti o collegati, di una partecipazione complessiva superiore al limite di possesso azionario del 2 per cento, riferito alle azioni aventi diritto di voto, o la presentazione congiunta di liste da parte di soggetti in tale posizione. Tali clausole sono di diritto inserite nello statuto della società, non sono modificabili e restano efficaci senza limiti di tempo”.

Grandissima la confusione sotto il cielo e i marziano non hanno ancora capito chi deve decidere cosa. La sola cosa che hanno capito è che nessuno sa bene cosa fare e per aggiornare il nuovo Piano Industriale RAI ora dovranno chiamare la Società di consulenza per metterlo in frigorifero in attesa di chiarimenti. Del resto, pure del Contratto di Servizio non si sa nulla: la GU è pronta per riceverlo e pubblicarlo ma nessuno glielo porta!

bloggorai@gmail.com

lunedì 25 marzo 2024

RAI: note democratiche

Foto di Heather da Pixabay

Come noto, nei giorni scorsi è stato pubblicato sui siti di Camera e Senato il bando “ … per la presentazione di candidatura a componente del consiglio di amministrazione della Rai”  (https://comunicazione.camera.it/archivio-prima-pagina/19-38766 ) dove si legge che “I candidati, nell’inviare la propria candidatura, devono allegare i seguenti documenti: a) un dettagliato curriculum vitae, dal quale risulti il possesso dei requisiti di cui al comma 10 dell'articolo 63 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208…”.  

Nella norma indicata si legge che 10. Possono essere nominati membri del consiglio di amministrazione i soggetti aventi i requisiti per la nomina a giudice  costituzionale ai sensi dell'articolo 135,  secondo  comma,  della  Costituzione  o, comunque,  persone  di   riconosciuta   onorabilità,   prestigio   e competenza professionale e di notoria indipendenza di  comportamenti, che  si  siano  distinte  in  attività   economiche,   scientifiche, giuridiche, della cultura umanistica o della  comunicazione  sociale, maturandovi   significative   esperienze   manageriali …  11. La composizione del consiglio di  amministrazione  e'  definita favorendo la presenza di entrambi i sessi e  un  adeguato  equilibrio tra  componenti  caratterizzati   da   elevata   professionalità   e comprovata esperienza in ambito giuridico, finanziario, industriale e culturale…”.

Si pongono due problemi:

A – chi è l’organo o il soggetto giuridico incaricato di vagliare i requisiti richiesti? Quale struttura, direzione, sezione o che altro dir si voglia di Camera o Senato hanno il compito di leggere, selezionare, valutare, “pesare” e confrontare i CV inviati dagli aspiranti consiglieri? Oppure ogni partito si crea il suo “ufficio validazione CV” e poi una volta scremati i nomi si confrontano tra loro e con quali criteri? Il Parlamento è un organo legislativo e non una struttura amministrativa incaricata di adempimenti tecnici. Allora, come funziona il procedimento? Esempio: gli "Uffici Postali Web" di Camera e Senato ricevono le buste e fanno una prima selezione: maggioranza e governo? Poi, sempre ad esempio, il PD si seleziona i “suoi” candidati e poi li confronta con il M5S e AVS o viceversa? in altri termini: chi e come si decidono i nomi che il Parlamento dovrà poi votare? Attenzione all’uso corretto dei verbi: “votare” e non “nominare” così impone la legge 220. A questo proposito la Legge Renzi apre una voragine normativa e lascia aperte tutte le soluzioni, comprese le più improbabili ovvero che i nomi siano estratti da un fantomatico cilindro rendendo del tutto inutile e superflua la procedura delle candidature, come è avvenuto la volta precedente,con grave danno per le legittime aspirazioni dei candidati che vedrebbero violato il loro diritto ad essere “valutati”. 

Già, cosa è avvenuto la volta precedente? Semplice, per quanto riguarda PD e M5S, hanno estratto dal cilindro la Bria e di Majo e nessuno saprà mai perché proprio loro e non altri. Così è stato, con buona pace di ogni criterio di trasparenza. Punto.

B – la normativa fa esplicito riferimento ad una sorta di parità di genere: i 4 consiglieri che il Parlamento dovrà eleggere devono essere individuati “… favorendo la presenza di entrambi i sessi” (D. L. 8/11/2021, n. 208) e ribadito nella 220 del 2015 “…La composizione del  consiglio  di  amministrazione  e' definita favorendo la presenza di entrambi  i  sessi”.

Già, e allora come si ripartisce questa divisione tra Camera e Senato? Il Senato vota gli uomini e la Camera le donne o viceversa? Oppure, ragionevolmente, si fa metà per uno? Bene. E poi che succede? Esempio: alla Camera come facciamo? Un uomo alla maggioranza e una donna all’opposizione o viceversa? Complicato. e se per fantascientifica ipotesi, le candidature fossero tutte di uno stesso genere? Il problema si complica ulteriormente nei rispettivi schieramenti: tra PD e M5S come ci si accorda? La volta scorsa il M5S ha ottenuto un uomo, di Majo, e il PD ha ottenuto la Bria. Questa volta che succede? Si ripete lo stesso schema? Complicato, molto complicato. E, tanto per intenderci, il MFA all’art. 5 (Safeguards for the independent functioning of public service media providers) fa solo riferimento ai criteri al comma 2.2 “The appointment of the head of management or the members of the management board of public service media providers shall be based on transparent, open, effective and non-discriminatory procedures and transparent, objective, non-discriminatory and proportionate criteria laid down in advance at national level”. 

Questo il caposaldo della battaglia in corso: con quale procedure si dovranno nominare i nuovi consiglieri? Applicando la vecchia e superata Legge 220 del 2015 oppure con i criteri del MFA? Tutto molto semplice.

CANDIDIAMOCI TUTTI !!!

bloggorai@gmail.com

ps: rimanete molto sintonizzati ... è previsto un secondo Post!

RAI: la potenza di un discorso e la semplice forza della Democrazia


Il discorso che il Papa ha rivolto al ”popolo” RAI lo scorso venerdì, dentro e fuori l’Azienda, è stato potente e devastante.
 
Leggiamo alcune frasi: “Settant’anni di televisione, cento di radio: un doppio compleanno, che da un lato vi invita a guardare indietro, alla vostra storia, tanto intrecciata con quella italiana; e dall’altro vi sfida a guardare avanti, al futuro, al ruolo che avrete in un tempo tutto da costruire” … ”I media, infatti, influiscono sulle nostre identità, nel bene e nel male. E qui è il senso del servizio pubblico che svolgete” … “riflettere con voi proprio su queste due parole – servizio e pubblico –, perché esse descrivono molto bene il fondamento della vostra missione: la comunicazione come dono alla comunità” ... “la verità è “sinfonica” e che la si coglie meglio imparando ad ascoltare la varietà delle voci – come in un coro – piuttosto che gridando sempre e soltanto la propria idea. … La verità è proposta, mai imposta” … “il vostro lavoro è connesso al bene comune di tutti e non solo di qualcuno. Ciò comporta in primo luogo l’impegno a considerare e a dar voce specialmente agli ultimi, ai più poveri, a chi non ha voce, a chi è scartato”… “…Non perdere mai le capacità di sognare” e infine “Non bisogna inseguire gli ascolti a scapito dei contenuti: si tratta piuttosto di costruire, attraverso la vostra offerta, una domanda diffusa di qualità”.

In questa affermazione conclusiva si colloca il cuore del problema: la RAI non sogna e non fa sognare, non guarda (non può) guardare al futuro, non promuove e non produce. Vive di rendita del suo passato tra repliche di successi lontani e modelli narrativi ormai consunti: uno dei suoi settori di punta, la fiction, oscilla tra passato trapassato e brutte copie di prodotti già esauriti (le varie Imma Tataranni, l’Ispettrice Lobosco e un rinato Don Matteo) buoni solo per Villa Arzilla. Per un “Mare fuori” che riscuote successo si deve pagare pegno con altre mezze tacche. Si festeggia Sanremo una volta l’anno e per il resto degli undici mesi si arranca tra coproduzioni esterne e fiaschi editoriali. E così via. Mancano i soldi ma mancano anzitutto le idee: che fine hanno fatto le varie Direzioni creative? Cosa hanno “creato”??? E’ mai possibile che il commento del giorno di RAI Uno sia affidato in monopolio a Bruno Vespa? Già, Papa Francesco ha esortato ad essere concentrati sui “contenuti”. Non è la prima volta che leggiamo un pensiero del genere: “Content is the King” è del 1996.

Bene, scendiamo sulla terra e occupiamoci di quanto succederà nei prossimi giorni.

La Democrazia, come noto, tutto sommato è una “faccenda” semplice. Io mi candido ad amministrare il ”bene comune”, tu valuti la mia onestà, la mia indipendenza, la mia competenza e la mia esperienza e se riscuoto la tua fiducia mi voti, altrimenti voti un’altra persona. Punto e amici come prima. Non si capisce perché, quando si parla di RAI questa faccenda semplice dovrebbe essere tanto complicata. Pensate voi alle proposte di riforma della Governance (ben 4+2 nella precedente legislatura) tutte finalizzate a rendere la RAI “libera dai partiti”…sic!!! Sarebbe sufficiente che il Parlamento applicasse questa semplice “faccenda” della Democrazia e “votasse” i/la candidato/a a fare il prossimo Consigliere di amministrazione con criteri “democratici” o, per farla più semplice e attuale, con quanto disposto dal recente Media Freedom Act e, per paradosso,  si potrebbe anche fare a meno della riforma della governance.

Il Parlamento, come da Legge 220, “vota” e non “nomina”. Io mi candido, ti presento il mio CV, ti propongo un testo dove espongo alcune sommarie riflessioni e dimostro conoscenza di nozioni sui “fondamentali” del Servizio Pubblico (Concessione, Convenzione, Leggi di riforma varie,  Contratto di Servizio, leggi varie, conoscenze tecnologiche, società etc), mi confronti con altri candidati sulla base di un punteggio e chi ottiene il risultato migliore vene eletto dal Parlamento. Semplice no? 

Del resto, non si capisce perché, ad esempio, per diventare titolare di una qualsiasi cattedra universitaria, ovvero per fregiarsi del titolo di Professore, per la più semplice che sia, occorre: A -Laurea nella materia in cui si ha intenzione di insegnare. B- Dottorato di ricerca, che può avere una durata tra i tre e i cinque anni. C- Concorso per diventare ricercatore. D - Concorso per diventare professore. Ma se vogliamo farla ancora più semplice, pure per condurre una locomotiva occorre dimostrare di saperlo fare e così via. Invece non si capisce perché, quando parla di nomina RAI, che siano direttori o consiglieri di amministrazione, è sufficiente una telefonata di una segreteria di partito, quale che esso sia. Urticante!

Perché sostenere o essere indifferenti rispetto al grande imbroglio che si sta apparecchiando con la presentazione dei CV per la selezione dei prossimi consiglieri che nessuno mai prenderà in considerazione?

Perché dare per scontato che Rossi debba essere AD, la Agnes Presidente mentre i consiglieri saranno “nominati” con la logica della Legge 220 ormai superata e non con i criteri del MFA che a breve entreranno in vigore?  

Lo ripeteremo ogni giorno: 

candidiamoci tutti 

e prepariamoci ad un ricorso in Giudizio! 

Si può fare, si dovrà fare!!!

bloggorai@gmail.com

domenica 24 marzo 2024

La RAI e Papa Francesco

Foto di Annett_Klingner da Pixabay

 

Oggi merita attenzione solo il messaggio del Papa rivolto ieri al "popolo" RAI.

Non serve un commento, basta leggerlo:

https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2024/march/documents/20240323-rai.html


Sempre a proposito di messaggi importanti, nei giorni scorsi il Cardinale Matteo Zuppi, presidente dalla CEI, ne ha rivolto uno da incorniciare:

"Resto ancora della ferma convinzione che se vuoi la pace devi preparare la pace".

bloggorai@gmail.com


ps: ad ogni buon conto, tenete bene a mente i post dei giorni scorsi ... ne parleremo ancora !!!

sabato 23 marzo 2024

RAI: donne, uomini e le "cose"


 Los grandes hombres hablan sobre ideas, los hombres promedio hablan sobre cosas, y los hombres pequeños hablan sobre… otros hombres.

Potrà piacere o meno, potrà interessare o meno ma la partita sulla RAI che si sta giocando in queste ore, in questi giorni, sarà assolutamente centrale per decidere le sorti del Servizio Pubblico per il suo futuro prossimo e lontano. Non sono solo in gioco le “poltrone”, non si sta discutendo su “chi” le occuperà ma su “cosa” si dovranno occupare una volta insediati al VII piano di Viale Mazzini.

Lo abbiamo già scritto più ma è utile riassumerlo.

A - La vendita di una quota di RAI Way, condizione indispensabile per attuare quello straccio di Piano Industriale. Da questa vendita sono stati previsti ricavi per 190 mln: con questa cifra a malapena ci comprano il concime per le piante sotto il cavallo. Rimane poi insoluto il grande problema: vendere solo una quota o sostenere la creazione del “polo delle torri” tanto caro ai fondi azionari?

B - La Rai Senior, la RAI di Villa Arzilla, la RAI delle repliche di Montalbano, dei Pacchi e di The Voice Senior soffre gli ascolti e i “giovani” inesorabilmente guardano altro. Gli ascolti si tengono in equilibrio con l’asticella che pende ormai in modo quasi costante nel day time a favore della concorrenza. Hai voglia poi a strombazzare il “successo” di Sanremo o RAI Play.

C – tutta l’offerta informativa RAI è fuori centro: costa troppo, troppi giornalisti per troppe testate senza coordinamento tra loro. Il caso di RAI News24 è di assoluto rilievo: oltre 200 giornalisti per ascolti costantemente da prefisso telefonico. Eppure potrebbe e dovrebbe essere quello che non è e che le gelosie delle altre testate non ha consentito. Perché è fallito il Piano Verdelli e il dispositivo del precedente Piano Industriale? Hanno fatto e voluto tutto meno che un piano per l’informazione.

D – il Piano industriale da poco approvato, lo abbiamo scritto chiaro e tondo: è povero di tutto, ma la materia prima di cui è più povero in assoluto è la visione, la prospettiva di sviluppo. Non ci si venga a dire della Digital Media Company che anzitutto è stata privata della sua natura “pubblica” e che comunque non si sa bena su quali risorse farla costruire (il totale previso del PI è di215 mln). Cmq, per quanto dentro e fuori l’Azienda quasi tutti sono convinti che, come è sempre successo, rimarrà un pio elenco di propositi.

E – il Contratto di Servizio doveva essere la “cornice” del Piano. È stato ratificato dal CdM nei giorni scorsi e ancora non è stato pubblicato in GU. La sua storia, la sua genesi, meriterebbe un capitolo di enciclopedia. È pessimo, è dannoso, è pericoloso per le sorti del Servizio pubblico: introduce un pernicioso modello di KPI mentre tutto il capitolo sugli “obblighi specifici” è stato relegato in un Allegato1 privo di alcuna forza e rilevanza contrattuale. C’è pure qualcosa di buono ma è spazzato via da tutto il resto.

F – quanto detto sopra è il contesto, il percorso che porta dritto dritto al centro della Grande Battaglia Prossima ventura: il rinnovo della Concessione prevista per il 2027. Sarà quello il momento in cui si decideranno le sorti del Servizio Pubblico per i 10 anni successivi.

Dunque? Questo nuovo CdA dovrà gestire tutto questo. E come verranno selezionati i nomi delle persone con questo incarico? Non è dato sapere. La sola cosa certa è che la Legge 220 del 2015 non fa alcun riferimento ai criteri di selezione e lascia totalmente in mano ai partiti l’onere della scelta dei nomi da fare uscire dl cilindro magico. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il testo del MFA che però necessita di tempi non velocissimi per essere recepito. Che fare allora?

Ci sono alcune ipotesi da perseguire:

UNO - I partiti di “opposizione” si convincono che il giochetto dei nomi già preconfezionati rappresenta una ciclopica presa in giro anzitutto per quanti credono in “fuori i partiti dalla RAI” e poi per le centinaia di persone che presenteranno i CV. Magari si convincono che non si può e non si deve ripetere quanto avvenuto in passato e non si prestano al giochetto della forzatura voluta dal Governo. PD,, M5S e AVS hanno una grande possibilità: NON fare nomi e lasciare che il Governo faccia tutto da solo. Scelta complessa, difficile ma di grande impatto politico.

DUE – Sostenere con forza  il principio esposto dal MFA: criteri trasparenti, aperti e non discriminatori. Significa semplicemente che TUTTI i nomi vengono confrontati, dibattuti e valutati. Richiede tempo? Certo! E si prenda tempo, si cerchi di rinviare, opporsi in ogni modo. Se si vuole fare, si può fare.

TRE - Si prepari il proseguimento della battaglia: se, come verosimile, usciranno fuori i nomi di cui si legge (sic!) dei quali non si potrà mai sapere da chi e come sono stati scelti o nominati, non resta che una strada: uno o più tra gli esclusi si ricolgono al Giudice ordinario per chiedere un accesso agli atti e sollevare poi un conflitto di competenza. Lo abbiamo scritto e lo ripetiamo con forza:

CANDIDIAMOCI TUTTI

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giovedì 21 marzo 2024

Il Trappolone RAI sta per essere servito

Foto di Christian Dorn da Pixabay

Sospettoso per natura, diffidente per cultura. Ogniqualvolta si evidenziano fenomeni inconsueti, anomali o irrituali siamo subito pronti a mettere mano al dubbio: perché? Cosa c’è dietro?

Ci rendiamo conto: spesso è un atteggiamento mentale eccessivo e le cose sono molto più semplici di quanto possano apparire. Ma, altrettanto spesso, le palesi semplicità celano occulte complessità. Allora, succede che, nel breve giro di pochi giorni, si palesano tre grandi temi che interessano la RAI: l’approvazione del Media Freedom Act al parlamento Europeo, l’avvio della procedura per il rinnovo del Cda con la pubblicazione del bando per le candidature e la ratifica del Contratto di Servizio in CdM avvenuta ieri (peraltro ancora non pubblicato).

Si tratta di una combinazione assolutamente casuale? Forse si ma anche forse no, almeno per quanto riguarda i due secondi temi: rinnovo Cda e Contratto di Servizio. E l’almeno poi si riferisce al MFA del quale era noto tutto a tutti da tempo ed è sufficiente ricordare quanto espresso dal DG dell’ EBU, Noel Curran, lo scorso 31 gennaio in Vigilanza RAI: “Con le nuove regole Ue la Rai sarà fuorilegge”.

Ecco dove si intravvede il trappolone e dove si legge l’insolita fretta a chiudere subito la partita: applicare quanto disposto da Bruxelles rompe le uova del paniere sui propositi della Meloni a voler imporre il suo uomo, Giampaolo Rossi, come prossimo AD al posto di Roberto Sergio che è il cuore vero di tutta la partita. Però, come pure abbiamo scritto, questa fretta si comprende solo se si riesce a leggere in filigrana cosa c’è dietro: una manovra del genere richiede accordi multistrato perché da sola la Meloni non può farcela: nel migliore dei casi deve negoziare la presidenza o con i suoi alleati o con una parte dell’opposizione.

Da ricordare poi l’insolita e indebita fretta che è stata posta a settembre quando si voleva chiudere il Contratto seppure non c’era nessun obbligo da seguire e, nota poi di particolare rilievo, che è stato del tutto disattesa la richiesta di farlo arrivare a scadenza prima del rinnovo della Concessione prevista per il 2027 che, verosimilmente, a questo punto, potrebbe subire una proroga in quanto il Contratto scade il 2028.

Torniamo ai soggetti interessati e vediamoli uno alla volta. Nei giorni scorsi è stata strombazzata una presunta telefonata, alle sette della sera, tra la Meloni e Salini: “RAI: l’accordo è fatto!!!” hanno scritto solerti corifei. Ma su cosa si regge tale accordo non è dato sapere se non piccolezze di bassa cucina tra la spartizione di un direttore qui e un direttore lì. La posta in gioco à ben più alta e proprio per questo ancora non si capisce perché Salvini possa concedere un vantaggio del genere alla Meloni se non in cambio di adeguata ( e corposa) contropartita che però nessuno conosce. E Berlusconi junior rimane a guardare e si “accontenterebbe” della presidente Agnes benedetta da Gianni letta? Robetta, scarti di accorducci sottobanco. Quindi? Torniamo ai tre temi di cui sopra: la fretta è determinata da “ora o mai più” perché tutti consapevoli che prima o poi il dispositivo MFA andrà in esecuzione e allora necessario mettere insicurezza Rossi oggi e poi si vedrà. Il tempo scorre e spesso lentamente.

I conti non tornano invece dalla parti dei “campi” più o meno larghi che dir si voglia. Nessuno, per quanto si è potuto leggere e per quanto noi pure abbiamo potuto verificare, è in grado di  sapere cosa intendono fare M5S, PD e AVS ora, oggi, subito per quanto riguarda la procedura di nomina dei nuovi consiglieri. Abbiamo chiesto, sollecitato chiarimenti, posto dubbi: silenzio, pesci in barile. Vogliono fare battaglia e opporsi ala prepotenza del Governo o intendono arrendersi senza nemmeno aver combattuto? Il dubbio è lecito.

Ne concludiamo che questa insolita fretta, questa relativamente anomala coincidenza di fatti e circostanze, si può leggere solo supponendo quanto abbiamo scritto: un grande inciucio più inciuciato dei precedenti dove però no riusciamo a leggere completamente chi inciucia con chi. Un acuto lettore ci fornisce una chiave suggestiva: “Non inciuci, ma ciucchi e presuntuosi: chi ha letto per intero il nuovo Contratto o il MFA?”. Qualcuno, ci riferiscono, in una recente riunione della sezione PD RAI, ha sostenuto che "... bisogna aspettare gli Stati Generali". Stati che? con chi? quando? Amen.

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Ps: per la cronaca, dei tre temi di cui sopra, sembra che non interesse quasi nessuno: sulla stampa a malapena se ne sono accorti.

 

mercoledì 20 marzo 2024

FLASH

 Approvato il Contratto di Servizio 

RAI: un nuovo, grande "inciucio" è alle porte?

Foto di Mohamed Hassan da Pixabay

Non può passare inosservato il fatto che l’improvvisa accelerazione del procedimento di nomina dei nuovi consiglieri RAI sia avvenuta proprio all’indomani dell’approvazione del Media Freedom Act che, di fatto, mette fuorilegge il precedente dispositivo della Legge Renzi.

Fino a pochi giorni prima le fibrillazioni e le trattative sottobanco sia all’interno del Governo e sia nell’opposizione, lasciavano intendere che la scadenza europea fosse prevalente nell’indicare un possibile rinvio a settembre. Oggi, con il Media Freedom Act tra i piedi si doveva decidere: ora o forse mai più, il colpo di mano il Governo lo deve portare a casa subito. Domani è un altro giorno e con le nuove regole tutta l’impalcatura della nomina di Rossi al posto di Sergio avrebbe corso seri rischi di essere portata avanti.

Già, il cuore vero di questa storia è uno solo: la Meloni (e forse solo lei) vuole il suo uomo Rossi solo al comando come AD, tutto il resto è fuffa, ovvero complementi ai limiti dell’irrilevante. E già far passare inosservato questo principio è grave: il Governo non dovrebbe interferire nella scelta del nome di chi dovrà guidare l’Azienda, su questo tema grava un forte dubbio di costituzionalità. Quanto poi “pesano” i nomi dei consiglieri? Quanto “valgono “ i nomi dei direttori? La Legge 220 affida all’AD un potere straordinario: decide lui.

Quindi, riassumendo, grosso modo abbiamo le idee chiare sugli intendimenti di FdI, sappiamo i tentennamenti delle Lega e conosciamo i propositi e desiderata di FI. Sappiamo invece molto poco su cosa intendono fare PD, M5S e AVS. Questa mattina sul Manifesto compare una nota dove si legge che “..si sono espressi …” ma dove, quando e cosa avrebbero detto? Non è dato sapere. Per quanto Bloggorai segue attentamente con grande attenzione e meticolosità ogni giorno questo tema non ha mail letto nulla del genere. Anzi. abbiamo letto (pure stamattina) che il M5S vorrebbe ricandidate di Majo e che il PD ancora non ha trovato un suo nome dopo che Ruotolo si è sfilato, la Melandri si occuperà del “lusso francese” e di una certa Valerio di cui si sa che è amica della Schlein ed è digiuna di televisione. Ottimo. 

Ribadiamo: non ci interessano i nomi ma i criteri. Punto!!!

Ma ancora nessuno risponde ad una domande semplicissima: i partiti di opposizione vogliono ripercorrere la strada del passato come quando hanno fatto uscire i nomi dal cilindro oppure voglio cominciare ad adottare un meccanismo di selezione dei candidati utilizzando, già da ora, subito, i criteri indicati dal MFA??? Qualcosa non torna in questa fretta e somiglia a quando, settembre scorso, si è voluto dare una improvvisa e indebita accelerazione al Contratto di Servizio in Vigilanza … e sappiamo poi come è andata a finire: svanito. In questa circostanza, è solo la Meloni a voler forzare la mano oppure pensa di godere, in qualche modo e in qualche altra partita parallela, una sponda da altre parti? Chi altri si sta prestando a questo giochetto? Da tenere sempre a mente che in ballo non c’è solo l’AD ma anche la presidenza che deve passare il vaglio della Vigilanza. Anche quel nome fa parte del ”pacchetto” e deve giocoforza essere concordato per una semplice logica dei numeri (necessari i 2/3 dei parlamentari).

A noi cosa interessa, quali obiettivi ci poniamo almeno dal punto di vista tattico? Rompere il giocattolo e sostenere con forza l’applicazione del MFA, al costo di sostenere un rinvio della nomina del Cda fintanto possibile.  Ne consegue che sarebbe auspicabile che PD, M5S e AVS possano dare forti e chiari segni di opposizione a questa manovra. Come? Magari anche con una ipotesi estrema: minacciando di non proporre propri nomi in Parlamento e lasciare che facciano tutto da soli. Oppure, adottando un procedimento aperto e trasparente di selezione dei propri candidati per dare un forte segnale di rottura con la Legge 220. C’è poi una terza via che potrebbe interessare chi è fuori dai partiti: candidarsi tutti, attendere che siano nominati “i predestinati” e un minuto dopo ricorrere al Giudice per chiedere un accesso agli atti per verificare i criteri di selezione. Il Giudice non potrebbe fare altro che rimettere gli atti all’istanza superiore: la Corte Costituzionale. Il caso Fuortes/Lissner insegna. Si può fare.

Forse, si “deve” fare qualcosa: per paradosso concordiamo con il Governo: ora o mai più. Se passa questo consiglio, con queste regole e con questi principi, la frittata è fatta ed poi hai voglia a rincorrere o ricorrere o proporre leggi di riforma della governance che nessuno mai degnerà di uno sguardo. Almeno fino al 2027.

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martedì 19 marzo 2024

FLASH!!! RAI: à la guerre comme à la guerre

 


Lo temevamo! Non ci credevamo ma ne avvertivamo il pericolo: c’è chi vuole andare allo scontro finale totale: chiudere subito la partita del nuovo Cda Rai, sbarrare le porte e andare direttamente al rinnovo della Concessione del 2027.

Da pochi muniti l’ANSA ha diramato un lancio dove si legge che il prossimo giovedì 21 marzo verrà pubblicato il bando per le candidature al CdA RAI “… nel tentativo di procedere con le elezioni prima delle elezioni europee. Sono necessari infatti trenta giorni per la presentazione dei curricula e trenta per il loro esame” come previsto dalla Legge 220 del 2015.   

Il trappolone si sta confezionando: se mai questa manovra di accelerazione dovesse andare in porto i giochi potrebbero essere chiusi. Comunque, beninteso, come pure si legge nel comunicato “… nel tentativo …” che significa appunto che qualcuno vorrebbe provarci e non è detto che ci possa riuscire. Già, ma chi è più intenzionato di altri ad andare avanti su questa pista?

Se la manovra andasse a compimento sarebbero poi molto lunghi e complessi eventuali ricorsi e opposizione che pure non si sa bene chi potrebbe sostenere. Infatti, ad oggi, non risultano prese di posizione ufficiali da parte almeno dei partiti di opposizione su come intendono procedere: quello che si è letto era solo riferito a nomi preconfezionati. Vogliono far uscire i nomi dal cilindro come la volta scorsa o si vogliono confrontare i nomi con i criteri come pure ci chiede il MFA? Nota bene: a partire dal nome del candidato AD del quale si legge da mesi e sul quale comunque grava un dubbio di costituzionalità.

Bloggorai, lo ha già scritto e lo ripropone: 

candidiamoci tutti 

vediamo chi nominano, come e perché e un minuto dopo ci rivolgiamo al Giudice ordinario per chiedere la verifica dei criteri adottati secondo quanto indicato dal MFA e poi ce la giochiamo. Magari è la volta buona o quella finale.

Rimanete sintonizzati … la settimana “sospesa” della Rai e del Servizio Pubblico è appena iniziata o conclusa, dipende dai punti di vista.

bloggorai@gmail.com


Il Mondo che c'è e quello che potrebbe esserci



"Ogni persona che lascia questa terra è un utente di questa tv generalista ed una nuova persona che nasce invece non la vedrà mai": lo ha scritto molti anni addietro un autorevole studioso e analista del sistema dei media. Forse ha ragione.

Comunque, care lettrici e cari lettori, state sereni, tranquilli e rilassati: anche oggi e verosimilmente per i prossimi giorni gli argomenti che interessano la RAI potranno essere i droni di Vespa, l’eterna lotta tra Venier e De Filippi, l’annuncio di una feroce battaglia televisiva tra Don Matteo su RAIUno e L’Isola dei famosi su Canale 5. Il Nuovo che Avanza non si ferma mai !!!

Allora, ne approfittiamo per due proporre due riflessioni. La prima  riguarda un pregevolissimo lavoro di una parlamentare, la Senatrice Sabrina Ricciardi del M5S, sul tema “Analisi comparativa DDL Riassetto del sistema radiotelevisivo e riforma della Governance Rai” con l’obiettivo di “Avviare una riforma del sistema pubblico radiotelevisivo e della sua governance improntata alla tutela dell’indipendenza ed autonomia di gestione a cui coniugare un effettivo pluralismo dei contenuti”.

Il documento prende in considerazione 4 DDL e PdL presentati nella precedente legislatura tra il 2019 e il 2020:

▪ DDL S.1415 - Di Nicola e altri (dicembre 2019)  ▪ PDL C.2406 - Fornaro ed altri (febbraio 2020)  ▪ PDL C.2723 - Orlando (ottobre 2020)  ▪ DDL S.2011 - Fedeli e altri (novembre 2020).

La sintesi conclusiva è di particolare interesse: “Che tipo di azienda si vuole (modello) e a quali figure affidare la predisposizione di tali operazioni, costituisce obiettivo primario rispetto a qualunque ipotesi di modifica organizzativa o di riassetto della Governance”. Il cuore di ogni dibattito è esattamente il “modello” ovvero la “missione” di Servizio Pubblico che si vuole proporre/delineare, la governance è solo un puro strumento della sua applicazione e non può essere viceversa.

La seconda riflessione che proponiamo è la pubblicazione del 19° Rapporto sulla Comunicazione CENSIS sul tema “IL VERO E IL FALSO”. La prima parte del rapporto è dedicato alla dieta mediatica degli italiani: la tv tradizionale tiene la posizione, mentre si legge “… il forte rialzo della tv via internet (web tv e smart tv salgono al 56,1% di utenza, ovvero oltre la metà della popolazione, con un +3,3% in un anno) e il boom della mobile tv, che è passata dall’1,0% di spettatori nel 2007 al 33,6% di oggi (più di un terzo degli italiani)”; la radio fatica a reggere, la stampa diminuisce sempre più mentre i libri tengono e l’informazione online rimane stabile con tendenza a diminuire. I giovani (14- 29 anni) consolidano la loro presenza sulle piattaforme (prime tra tutte Whatsapp) e la spesa mediatica degli italiani cresce, in particolare verso l’acquisto di nuovi device (telefoni cellulari).

Interessante il capitolo sull’informazione: “Nel 2023 non assistiamo solo ad un calo dell’utilizzo delle fonti d’informazione tradizionali a favore di quelle digitali tout court, ma si è evidenziato un nuovo trend dovuto all’ingresso, in certi casi dirompente, di alcuni social network nella categoria delle fonti d’informazione, che ha determinato una diluizione dell’utenza dei media digitali, andata anche a scapito di quelli più maturi. I telegiornali, pur mantenendo la posizione di testa della graduatoria dei media attraverso i quali gli italiani si informano, passano dal 51,2% al 48,3% dell’utenza (con una perdita nell’ultimo anno di quasi 3 punti percentuali e il 10,8% in meno rispetto al 2019)” e “Dal focus sulle notizie preferite, si confermano sul podio la politica nazionale con il 32,1% delle preferenze, le notizie di life style, che raccolgono il 31,0% delle simpatie (+1,5%) e di sport, con il 29,2% (+1,7%)”. Sintesi finale “Secondo il 68,3% degli utenti, con l’Intelligenza Artificiale aumenteranno le notizie non verificabili e non sapremo più distinguere il vero dal falso, con grandi rischi per le democrazie”. Inquietante.

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ps: dopo la smentita della candidatura di Ruotolo oggi leggiamo che pure un altro nome sembra sfilarsi dalla corsa per consigliere in quota PD: “L’ex ministra della Cultura, Giovanna Melandri, sarà proposta nel consiglio di amministrazione del gruppo francese del lusso Kering  - che annovera marchi come Gucci, Saint Laurent, etc etc etcetera…” (da Corriere.it). Auguri !!!