sabato 29 giugno 2019

Si balla

Mazurka, cumbia, baciata, walzer... in queste sere, d'estate, dalle mie parti, sui colli umbri, si balla. Ieri sera a Montecastello ... aria fresca ... in qualche campo hanno battuto il fieno. Che profumo!

Ci è venuto in mente questo pensiero pensando al Paese che spesso è migliore di quanto, spesso, viene male raccontato. Anche la Rai, tutta la Rai, è molto meglio di tanti che da essa ne traggono lauti stipendi, contributi, collaborazioni, contratti etc etc. 

In ordine: nei giorni scorsi c'è stato un black out negli impianti di Rai Way a Monte Mario e la notizia è passata pressochè inosservata nonostante la sua gravità. Non si è saputo se la Società ha informato tempestivamente l'AD come avrebbe dovuto, non è stata fornita alcuna giustificazione pubblica, non si sa se e quali provvedimenti tecnici e aziendali siano stati presi e molto altro ancora. INTEGRAZIONE: alle 18.37 del 26 giugno l'Uff. St. Rai ha diramato un comunicato dive evidenziava che "si è verificato un problema tecnico" e che sono incorso "verifiche tecniche". Però sappiamo, notizia comparsa ieri fonte Il messaggero, che F2i ha in mente di acquisire la quota pubblica di Rai Way (dopo aver già messo le mani su Ei Towers al 60% e Persidera). Ci mancherebbe, nessuna connessione tra le due notizie. Però se l'AD Rai si svegliasse una mattina e dedicasse un pò di attenzione alla sua consociata, dove il suo omologo AD guadagna il doppio di lui, potrebbe scoprire che ci sarebbe modo di trarne grande giovamento per le casse di Viale Mazzini. Comunque, la scelta di non parlare, di non dire nulla sul black out non è cosa buona.

Però, con sorpresa, stamattina leggiamo che il M5S si è incavolato nero con la Rai perchè da Genova non sono andate in onda immagini di Di maio a causa di un malfunzionamento di uno "zainetto" in uso ai redattori di RaiNews24. Apriti cielo: attentato politico! sabotaggio istituzionale! Nessuno di loro, però si è ben guardato di sollevare ciglio sul black out di Monte Mario che se successo in qualsiasi alto momento avrebbe richiesto l'intervento dell'ONU, della Croce Rossa Internazionale.
Curiose e bizzarre storie di "cambiamento" e di narrazione sulla Rai che funzione a che non funziona.

Andiamo avanti. Tra pochi giorni due eventi importanti: il Cda del 5 e la presentazione dei palinsesti a Milano il 9. Buio totale. Sul primo appuntamento non è ancora chiaro come potranno uscirne sul caso Foa raiCom. Alla richiesta di Cda straordinario di Laganà e Borioni, ovviamente, non si sono degnati nemmeno di una risposta. L'ultima che abbiamo saputo è che ci sarebbe in corso una specie di "trattativa" dove in cambio della rinuncia di Foa a Rai Com, la Lega potrebbe volere lo "scalpo" del Tg1 ma non con alla direzione Sangiuliano, come ci è stato suggerito, ma con un altro nome attualmente parcheggiato in attesa di collocazione e che sarebbe ben felice di assumerne la direzione. bhà ... chiacchere sotto l'ombrellone... oppure da corridoio ...

Per quanto riguarda Milano e i palinsesti c'è in corso una fiorente letteratura. Un capitolo riguarda la composizione degli stessi: non sembrano tutti pronti. Altro capitolo riguarda tutta la sede, l'area di Milano etc a partire dalla location dove si svolgerà l'evento, dalla conferenza stampa, e comunque da tutto il complesso di attività che attualmenete ruotano intorno alla sede regionale (Monza con Rai Com???) che si vorrebbero potenziare sempre più, a scapito di altri centri di produzione (vedi Napoli, tanto per dire o altre sedi regionali in sofferenza). Vedremo ...

La Champions: di calcio, a parte la Nazionale, la Rai ha perso o ceduto su tutti i fronti e ora anche questo è pressochè spacciato. Si tratta dello sport nazionale per eccellenza, mica delle boccette o del tiro delle freccette e quale altro sport bisogna inventare per accreditare la Rai di Servizio  Pubblico su questo argomento? 

Veniamo ad un tema molto importante: come la Rai comunica se stessa e, di conseguenza, come viene "raccontata" e, di conseguenza, come viene percepita. Chi fa questo mestiere da qualche anno conosce, o dovrebbe, conoscere benissimo i complessi meccanismi che ne regolano il funzionamento.  Ad esempio, dovrebbe sapere benissimo che la tattica (peggio se considerata strategia) di non comunicare o almeno farlo solo se obbligati a farlo, non rende bene per costruire una reputazione, un "sentiment". Le notizie, i fatti, gli avvenimenti speso sono più forti di quanto si  possiede la capacità di gestirli. Si usa spesso la similitudine con rullo compressore: o ci stai sopra o ci stai sotto, o fai parte del sistema di guida o fai parte della breccia che viene schiacciata. 

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giovedì 27 giugno 2019

Pompieri

Che giornatina calda ieri!!! (per chi avesse perso qualche pezzo, pls, rileggete l'aggiornamento del pomeriggio).
Le due "bombe" hanno fatto plof !!! Va tutto bene! La prima, quella sul Total Audience, dopo aver ricevuto diverse telefonate di precisazioni, chiarimenti, evidenzia di dettagli, la sola semplice cosa che veniva da rispondere è stata: potevate dirlo prima, e, se volete, in modo formale o anche informale!!! Da notare che i dati sono stati presentati il giorno precedente con una conferenza stampa e un comunicato di Auditel 


Da notare,inoltre, che alle 14 del 25, in Viale Mazzini si è svolta una riunione interna dove la Direzione Marketing ha letto e commentato i primi dati appena pubblicati. Perchè non invitare i giornalisti e fornire loro tutte le informazioni utili a raccontare bene questo nuovo sistema?

La precisazione fondamentale, ci fanno osservare è che il traffico rilevato da Total Audience è solo da browser e non comprendono le app (vedi Rai Play). Va bene. Staremo a vedere se questa precisazione cambia i pesi della posta in gioco.

Nel corso delle diverse telefonate, una ci ha colpito perchè abbiamo sentito ripetere il concetto più volte: questi dati confermano l'esigenza di far partire il Piano industriale al più presto. Accipicchia!!!
Ma se questo ancora non ha avuto un parere in Vigilanza (seppure non obbligatorio e non vincolante) e se il MISE se lo tiene stretto nel cassetto, qualcosa vorrà pur dire? o no??? Se poi volessimo entrare nel merito del Piano e della sua architettura, delle sue proposte strategiche e sopratutto delle risorse sulle quali dovrebbe poggiare, andiamo a nozze (un piccolo tema su tutti: i due nuovi canali, inglese e istituzionale) ... ne vogliamo parlare?

Certo, non fa piacere dover constatare spesso e malvolentieri, comunque, che la Rai, il Servizio Pubblico è sotto botta. Piacerebbe a tutti avere la possibilità di dover evidenziare tutto ciò di buono che comunque viene realizzato, promosso e diffuso. Ma questo non può e non deve essere un atto di buona volontà, un gesto di "affetto" e simpatia verso il servizio pubblico. La narrazione avviene solitamente a partire di un fatto, un evento, un incidente e non è solo responsabilità di chi racconta se questi sono spesso sotto il segno negativo.

Veniamo alla seconda bomba che ha fatto plof. Il black out del Mux di Rai Way nel sito di Monte mario. "che vuoi che sia , può succedere" ... "ora vediamo, se nessuno ne parla ..meglio così ...". Con questi due pilastri dei geni della comunicazione la notizia si è annacquata, dissolta, svanita come neve.  La stessa cosa avvenne il  28 aprile 2015 ore 14.09. Provate a cercarne traccia: nulla, svanita. Delle due l'una: o effettivamente si tratta di "fenomeni" o incidenti imprevedibili quanto possibili, oppure si tratta di fenomeni prevedibili quanto impossibili da realizzarsi. In questo caso, per il tipo di servizio prestato, siamo orientati per la seconda ipotesi: non poteva e non doveva accadere. I sistemi di sicurezza in ridondanza adeguata potevano e dovevano intervenire in un arco di tempo ristretto e limitato. Così non sembra avvenuto. Non citiamo per carità di Patria chi ci ha detto "tanto è avvenuto di notte, chi vuoi che se ne sia accorto". Difficile ragionare con il senno di poi, ma non stiamo dibattendo di sistemi filosofici ma di ingegneria e anche in questa disciplina è noto che, secondo il primo postulato della Legge di Murphy, tutto ciò che può accadere accade.  Provate ad immaginare se fosse accaduto, per dire, durante le consultazioni al Quirinale? Oppure durante lo spoglio delle schede elettorali?

Siamo in attesa di una possibile ulteriore NOTIZIA  ... allertate i pompieri !!!

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mercoledì 26 giugno 2019

seconda bomba

LEGGERE il Post precedente

ieri notte, dopo le 24 del 25 giugno, (abbiamo saputo, per la precisione, che la cadenza temporale si riferisce all'arco di tempo compreso tra le 23.30 e le 01.08) si sono interrotte le trasmissioni dei tre canali Rai per oltre un 'ora. Gli impianti sono gestiti da Rai Way che ora sarà chiamata a giustificare un grave disservizio: se una cosa del genere fosse avvenuta durante un giorno "normale" magari nel pieno di una crisi politica istituzionale, cosa sarebbe successo?

Precisazione (ad uso e consumo di chi ci tiene alle fasi temporali): se dico "questa notte" intendo dire la notte appena trascorsa, cioè quella iniziata al termine della sera del 25 e che si è conclusa con le prime luci di questa alba, cioè questa mattina, cioè il 26.

Se dico invece "ieri notte", si intende chiaramente la notte precedente, cioè quella conclusa all'alba di ieri mattina, cioè la notte trascorsa tra la sera del 24 e il prima mattino del 25.
E così via... o no? non sembra molti difficile da comprendere.

Rimane comunque la notizia che è tale e non smentibile: il black out c'è stato ed è stato grave e non si può minimizzare alla stregua della rottura di un aspirapolvere come qualcuno vorrebbe sostenere..

L'elettrodomestico è in mano ad un privato che può decidere liberamente se fare manutenzione, tenerlo in ordine oppure se obsoleto e buttarlo e comprarne uno nuovo. Per il Servizio Pubblico vale esattamente il contrario: è obbligatorio mantenere sempre e comunque gli impianti in efficienza al 100%, senza margine di rischio. Se questo margine viene ridotto si tratta di grave inadempienza.

Ora passiamo al problema connesso: la comunicazione. In questi casi (e chi fa questo mestiere lo dovrebbe sapere molto bene) si tratta di "comunicazione in caso di crisi" sulla quale si sono consumate montagne di parole, testi, lezioni accademiche, casi aziendali etc etc... Un principio fondamentale di queste teorie è che il tentativo di insabbiare la notizia, minimizzarla, confonderla con giochetti tipo le precisazioni irrilevanti (ieri notte, questa notte etc etc) non solo non serve a nulla ma, anzi, si rivela spesso controproducente. In qualsiasi corso di comunicazione pubblica o aziendale lo insegnano come l'ABC. Allora, chi dovrebbe comunicare Rai o Rai Way? a voler salvare capra e cavoli (povera capra) il comunicato dovrebbe essere congiunto. Il tema è salvare il cavolo che sull'argomento  ha un solo dogma: redistribuire il 100% dei dividendi  (provenienti per la maggior parte grazie al "canone" Rai) agli azionisti e non un Euro agli investimenti, compresi quelli destinanti alla manutenzione e aggiornamento degli impianti. Che in Rai ci fosse qualche problemuccio di comunicazione era noto da tempo ... questo episodio lo conferma.

Non ultimo: sia la Convenzione Rai Mise, art. 4, sia il contratto di Servizio dicono chiaramente che  “La Rai ha l’obbligo di operare, anche tramite la propria partecipata Rai Way ..." e  a seguire art.1.2: “La Rai per lo svolgimento delle proprie attività inerenti al servizio pubblico può avvalersi  di Società ad essa partecipate …". Ora è tutto molto semplice: visto che non sussiste un obbligo di legge, perchè non andare a cercar sul mercato chi è in grado di fornire lo stesso servizio e magari a prezzi più concorrenziali. Una sana e trasparente asta non farebbe male a nessuno, anzi .. il Servizio pubblico potrebbe anche risparmiare qualche decina di milioni ... scusate se è poco.

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La BOMBA

E' stata sganciata ieri, ad ora imprecisata, la bomba destinata ad ufficializzare la svolta epocale delle televisione: rilevata per la prima volta la TOTAL DIGITAL AUDIENCE: La stima dell’attività effettuata da parte degli utenti online, attraverso computer, smartphone e/o tablet, al netto delle sovrapposizioni tra i diversi device rilevati.
Da tempo era attesa e da tempo veniva ritardato lo scoppio perchè i dati a qualcuno andranno di traverso: la Rai soccombe su tutti i fronti. Prendete la tabella pubblicata a pag. 45 del Corriere e attaccatela in cornice. Nello stream per editore sta sotto di Sky e Canale 5 di tante ... tante lunghezze e poco sopra La 7. Tra i primi dieci canali più visti, compare Rai Uno poco sopra La 7 e nelle ultime elezioni europee La 7 vince quasi 2 a 0 e Rai quasi pareggia con Sky.

Cosa altro c'è da aggiungere? questo il presente e il futuro della televisione, più o meno digitale, più o meno generalista, più o meno vicina alle nuove generazioni di consumatori (in crescita costante). Da oggi in poi i paradigmi della televisione tradizionale, i modelli, le rilevazioni sugli ascolti Auditel delle 10 del mattino e via cantando saranno del tutto cambiati. Hai voglia a rincorrere lo 0,1 di ascolti o i 300 mila telespettatori che vedono una trasmissione notturna di Rai Tre. Oggi raccomandiamo ai nostri lettori di armarsi di santa pazienza e leggere attentamente. Come ha dichiarato Andrea Imperiali, presidente Auditel (dove Rai è socio al 33%) Nelle case degli italiani, ai 41 milioni di televisori si affiancano oggi ben 60 milioni di device connessi alla rete, attraverso i quali i contenuti tv vengono fruiti sia live che on demand“. Da ora in poi, quando si parla di futuro del Servizio Pubblico radiotelevisivo sarà obbligatorio tenerne conto. ATTENZIONE: Domani saremo più precisi sulle metriche di valutazione e, in particolare su AMR- D e LS.

A proposito di futuro: chi vi scrive, nel lontano 1987, ha organizzato una visita ufficiale di giovani imprenditori italiani in Giappone.  Il programma prevedeva la visita di un Innovation Center. Al suo ingresso, a Tsukuba, vicino Tokio, campeggiava un un'enorme cartello: "ci stiamo preparando per il 2026". Pensate se qualcuno in Italia è in grado di immaginare qualcosa di simile e pensate se qualcuno è in grado di immaginare la RAI tra pochi anni. Pensate... pensate.

Allora ci è venuta in mente una proposta pazzesca, delirante, sovversiva, di vero cambiamento: il canone stagionale. Funzionerebbe che l'imposta verrebbe pagata dai cittadini in funzione della stagione: ti pago fintanto che mi offri un servizio. Se in estate vai in vacanza ti pago meno. Geniale ... non credete? Oppure, si potrebbe immaginare un modello a "consumo": ti pago ogni volta che mi sintonizzo su un canale Rai, altrimenti pago solo quelli che vedo. Sarà il caldo, ma ho le visioni !!! Altrimenti come spiegare che in questo periodo il Servizio Pubblico radiotelevisivo rallenta tutto e non è in grado di proporre o sperimentare prodotti  nuovi oppure mandare in onda un "usato garantito" di sicuro successo e peraltro a costo zero? Troppa grazia... i nostri top manager fanno fatica già a campare con l'ordinario figuriamoci con l'extra. 

Rimaniamo sul futuro, o meglio sull'avantologia (registro il Copyright perché qualcuno prova a copiare) e allora ci siamo divertiti a fare un breve sondaggio informale tra i nostri attenti e informatissimi lettori. Domanda semplice: cosa succederà sul fronte Foa Salini RAI Com con il prossimo Cda???
Cominciamo a precisare che alla formale richiesta di Lagana' e Borioni per una riunione urgente straordinaria finora non c'è stata risposta. Questo già la dice lunga. A farla breve: la maggior parte degli interpellati sostiene che i due,  legati da un un'immane destino, cercheranno di andare avanti.  Morale: fatevene una ragione. Come ha detto la direttora di Rai Uno il suo editore è il Governo. Al temine del sondaggio di ieri, le scommesse sul possibile voto in Cda davano il pagamento alla pari: 3 a 3 con Foa astenuto. Poi, nel pomeriggio, si è saputo che i due si sarebbero incontrati e Salini ha tentato di convincere Foa a fare un passo indietro, in modo tale da far apparire lui come il salvatore della Patria (me lo chiede il Paese ergo il Parlamento) ma la risposta è stata "bho!!! vedremo".  

Notizie dalle lontane regioni dell'impero: La Notizia di oggi, a firma di Carmine Gazzanni, riporta che Igor de Blasio sarebbe stato "designato dalla Regione Lombardia anche nel Cda di Arexpo, la partecipata regionale che sta sviluppando l'ambizioso piano urbanistico e di ricerca sull'area dell'Expo 2015" ... bene ... si tratta del figlio dell'ex sindaco di Monza dove, per pura combinazione si trova la sede di Rai Way che dovrebbe diventare la sede per il nuovo canale in inglese, presieduto da Foa. Che fatali combinazioni ... fa caldo ... fa veramente caldo e il cervello fatica a ragionare. Per fortuna che Anzaldi c'è (ha presentato un ricorso all'ANAC) !!!


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martedì 25 giugno 2019

Il Trappolone

Ieri ci è sfuggita una perla di giornalismo che merita di essere ripresa e collocata in cornice: articolo a firma di Gianluca Veneziani su Libero dal titolo "Poletti, il numero uno della mattina". Prego vivamente i lettori del blog di andarlo a cercare e leggerlo attentamente per capire bene come funzionano certi meccanismi di formazione del consenso. Una frase campeggia imperiosa  "Forse è ancora presto per parlare di "polettismo" come fenomeno, ma di sicuro Roberto Poletti, il neo-conduttore di Unomattina Estate rappresenta un valore aggiunto per l'azienda, il classico Papa straniero che arriva e porta benefici a chi già c'era nel regno sacro del servizio pubblico." ... "Nei suoi confronti (di Poletti) il Servizio Pubblico ha saputo compattarsi". Vi prego leggetelo tutto !!!

Per oggi cominciamo a riportare le piccate smentite da parte di Freccero, Gaffuri e Sangiuliano a proposito dell'articolo di domenica su repubblica. A  Rai Due gli ascolti crescono, il trasformation office sta eseguendo il piano di lavoro nei tempi stabiliti e l'aumento di budget al Tg2 è giustificato dall'aumento dei prodotti. Detta così, viene da pensare che l'autore dell'articolo ha fumato erba inguastata oppure è caduto sotto i colpi del primo caldo. Per tutto il resto però l'articolo sembra avere avuto una sua logica (nota a margine: il nostro post di ieri ha avuto un elevato picco di lettori) di difficile contestazione. 

Difficile negare infatti che la Rai sia in "sofferenza"sia in termini di "politica" quanto progettuali e gestionali. Sulla pare politica, sappiamo che le menti migliori di Viale Mazzini si stanno rompendo i lobi cerebrali per uscire dallo stallo determinato con la votazione della Vigilanza e, per quanto ne sappiamo, non si trova una soluzione. I consiglieri Laganà e Borioni hanno richiesto un Cda straordinario mentre la consigliera Coletti, evidentemente, ritiene che sia tutto normale e attende fiduciosa il 5 luglio (nota bene lei ha votato a favore di Foa come presidente di Rai Com). 

Per quanto riguarda il progetto, purtroppo ci tocca ripeterlo, il suo pilastro scricchiola, le fondamenta sulle quali poggia sono deboli. Ancora una volta lo ribadiamo: il Piano industriale presentato da Salini costa e i soldi non ci sono. Non ci sono certezze sulla risorsa canone (vedi il bilancio 2018 del quale abbiamo accennato nei giorni scorsi), il mercato pubblicitario tv è traballante e non lascia vedere un futuro brillante, l'ottimizzazione dei processi produttivi e i risparmi sui costi interni sono una variabile relativa e, peraltro, poco incisiva e poco utilizzata (vedi Rai Way). Le scelte che si debbono compiere costano: vedi i nuovi canali e l'innovazione tecnologica (esempio di Rai Play). E ci limitiamo ad osservazioni "tecniche" per non dire di quelle "politiche" relative all'offerta editoriale, allo scarso livello di attenzione all'obbligo di sostenere la coesione sociale del Paese etc etc .  E, infine, da non dimenticare, questo progetto - il Piano industriale - è tutt'ora in stato di grazia: è fermo al Mise e ancor alla Vigilanza non ha espresso una sua valutazione (non vincolante) ed è altamente probabile che non si esprimerà prima del prossimo autunno. In questo senso, si comprende la difficoltà a chiarire bene ruolo e competenza del trasformation office: per quanto ne sappiamo, l'ordine di servizio dove si assegnano i perimetri funzionali della struttura  non è stato ancora definito e, di conseguenza, si capisce che si possa sostenere che si lavora con  i tempi stabiliti: appunto, quelli di un piano che ancora, di fatto, non è applicabile fintanto che il MISE formalmente non gli da luce verde.

Dal punto di vista gestionale, anche qui difficile sostenere che le cose vadano bene. Le nomine delle principali aree strategiche sono state fatte senza criteri trasparenti, i palinsensti che verranno presentati a Milano sono in ritardo, direttori a spasso senza incarico (e oltre 200 mila euro pro capite in vacanza) e compagnia cantando mentre il DG sembra molto occupato a riorganizzare il sistema di ingressi a Viale Mazzini. 
Ci attendono giorni molto caldi ... bere molta acqua e tenere il cervello al fresco ...
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lunedì 24 giugno 2019

Game on the air

Non disturbate: partita in corso. Abbiamo già scritto sugli strami silenzi che si avvertono durante questi giorni estivi. Così è: stamattina non trovate uno straccio di notizia manco a pagarla.
Però, se torniamo indietro di qualche giorno qualcosa si trova.

Venerdì scorso abbiamo letto la notizia di un ex precario che, dopo 23, ventitre, anni vede riconosciuti i propri diritti in tribunale e sconfitto l'Ufficio Legale Rai che ora dovrà far risarcire tutto questo periodo di stipendi contributi etc.. Una buona notizia per evidenziare l'ostinatezza spesso ottusa da parte dell'Azienda di voler comunque, sempre, a priori, ricorrere contro le sentenze dei Giudici,con il risultato di arrivare a sentenza dove spesso e volentieri soccombe con notevole aggravio di spese processuali. Quanto costa il contenzioso Rai? come viene gestito? a quanto ammontano le vertenze? Sarebbe utile sapere qualcosa e se qualche consigliere avesse la voglia , potrebbe scoprire cose interessanti.

Articolo de Il Fatto Quotidiano di ieri: "Spartizione alla Gialloverde: Privacy al M5S e AgCom alla Lega". E poi qualcuno si lamenta perchè La Lega guadagna consensi!!! ci credo. Vediamo: anzitutto si tratta, o meglio si tratterebbe, di Autorità indipendenti (dalla politica si suppone) e messa su questo piano di indipendente si vede ben poco. Si obietta, ma "così fan tutte" ed anche prima non è che fosse stato molto diverso. Si certo, ma questo sarebbe dovuto essere - sarebbe- il Governo del CAMBIAMENTO di cosa? come? in quale modo? Pari pari come la Rai. In questi processi poi, la sensazione che i "furbetti del quartierino" risultano sempre più bravi: non volgiamo dare i punti al peso delle diverse autorità ma, nei complessi e delicati meccanismi di formazione del consenso sociale e politico, pare non ci siano grandi dubbi sul fatto che AgCom incide in modo assai più rilevante della Privacy. Pari pari come la Rai.

Veniamo ora al piatto forte con l'articolo di Goffredo De Marchis su Repubblica di ieri. Il titolo è tutto un programma "Salini e Salvini così perde colpi la Rai sovranista" e poi giù con il randello. Qualche perla: "Il trasformation office è una scatola vuota" ... "l'Ad con pieni poteri indicato dal M5S non fa nulla per arginare l'onda leghista. Anzi" ...  "alla Rai il M5S non tocca palla" ... "sono in calo gli ascolti ... i palinsesti sono presentati in ritardo ...  conti non sono in ordine" e via cantando. Con il coraggio che non gli manca, questa mattina sarebbe lecito attendersi che l'AD convochi una conferenza stampa, un convegno, un seminario in Convento e faccia chiarezza su un malmostio che da tempo gli gira intorno. E, qualora giammai dovesse avvenire, sarebbe curioso sapere chiarire quell' anzi di cui sopra. Lo abbiamo scritto in epoca non sospetta, già da quando varò le prime nomine senza straccio di criterio: tutto sotto il segno della politica e fino ai giorni scorsi ne ha dato ampia prova quando dopo le dichiarazioni del De Santis a Rai Uno si è rifugiato dietro il comodo e semplice rispetto dell'autonomia editoriale, ma non ha potuto nascondere la sua mancanza di autonomia dalla politica: dopo che una sua dipendente dichiara che il suo editore è il Governo e che lei modella i palinsesti in relazione ai risultati elettorali, il minimo sindacale è chiamare i carabinieri almeno per valutare una possibile violazione del Codice Etico che pure in Rai esiste. La notizia, nemmeno tanto nuova, dunque è proprio in quell'anzi dove si celerebbe una specie di "intesa con il nemico" . Qualcuno ricorda pure l'operazione DG tanto voluta dall'AD (non prevista da nessuna parte) dove in cambio della nomina del suo amico avrebbe pagato pegno con altre nomine di ben altro calibro (Palinsesti, Marketng, etc). 

Veniamo invece alla "avatologia": cosa succederà il prossimo 5 luglio in Cda Rai? in questa data, nel 1687, venne pubblicato il Philosophiae Naturalis Principia Mathematica di Isaac Newton dove si enunciano principi fondamentali della fisica: le leggi della dinamica e la legge di gravitazione universale. Che faranno Salini e Foa, ormai uniti in un indissolubile destino? Si opporranno strenuamente alla Legge della Fisica Politica oppure ne asseconderanno il moto impresso con la votazione della Vigilanza? Come voteranno in Cda? Colti alla sprovvista da questa insolita manovra stanno prendendo tempo: Laganà e Borioni hanno chiesto un CDA straordinario (visto il precedente ...???). La consigliera Coletti, che nel Cda di nomina aveva votato a favore di Foa, ora come si comporterà? 
Meglio del giallo dell'estate. Ore di febbrili trattative.
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sabato 22 giugno 2019

Note dal deserto

Oggi solo un articolo de La Notizia: da ricordare per i prossimi giorni quando sarà interessante capire.

Anzitutto da notare il tempo: più di 15 giorni dalla vigilanza al Cda. Troppo. Ingiustificatamente.
In Consiglio ci sono 7 persone: supponiamo che Foa non vota. Borioni, Lagana' e forse Coletti votano per le dimissioni, Salini tiene il punto e insieme agli altri due votano contro. 3 contro 3 e palla al centro.
Che succede allora?
Su sentono strani ragionamenti... vedremo

giovedì 20 giugno 2019

Estate

Oggi tutti al mare, anche i giornali sono i vacanza: di Rai per il momento non si parla. Nulla. Solo un pezzo, interessante, che conferma una supposizione che stiamo seguendo da tempo. Secondo il Fatto Quotidiano, da un certo tempo l'AD Salini si sta riposizionando (si fa per dire) sulle posizioni della Laga. Ci mancherebbe !!! Però il fenomeno è in corso e da tenere sotto controllo.

Nel frattempo, Dagospia ci informa che sono incorso manovre di nomine ma su queste, lasciamo perdere ...de minimis no curat pretor. Ma una cosetta emerge anche da quella fonte: sapevamo da tempo che l'area comunicazione (sic) non andasse proprio per i verso giusto. Molti sanno del clima non proprio idilliaco tra alcuni altissimi dirigenti e la capa ufficio stampa. Ora leggiamo che la stessa sarebbe in procinto di abbandonare il campo. Interessante.

COMPLEANNO


Esattamente lo scorso anno è iniziato questo blog. Da allora, abbiamo raccontato con continuità un piccolo pezzo di storia della Rai, del Servizio Pubblico. Abbiamo iniziato quando era in corso la scelta dei candidati al Cda e da allora non abbiamo perso un colpo. Abbiamo scritto e detto tanto, e tanto altro abbiamo sottaciuto. Con soddisfazione sia per quanto abbiamo raccontato per quanto non abbiamo rivelato: a volte un dignitoso silenzio è più utile di  un vociare sconnesso. Tutto questo è stato possibile grazie ad un sorpresa: abbiamo scoperto che le cose che vengono raccontate interessano tante persone, dentro e fuori la Rai. Google Analytics ci è molto di aiuto. Abbiamo potuto verificare che a tante persone interessano le sorti del Servizio Pubblico radiotelevisivo. Queste persone sono tante: da pochi giorni abbiamo superato il muro delle 30 mila !!! 

Ora ci stiamo interrogando se e come proseguire questo percorso. E' utile? vale la pena ogni giorno dedicare tempo a questa attività piuttosto che portare a spasso il gatto come fanno tanti pensionati? Ci sono momenti in cui il dubbio è forte: assale quel fastidioso senso di inutilità perchè, tanto così fan tutte ... Poi, il dubbio passa, la mattina leggi i giornali, parli con qualcuno e ti vengono i giramenti di scatole e allora ... si prosegue. Vedremo, con il fresco di settembre ...vedremo ... Grazie a tutti !!!

Veniamo ai giorni nostri. Please, rileggete il post di ieri e mettetelo in controluce con gli articoli di oggi: abbiamo scritto di "avantologia" e ci abbiamo azzeccato quasi tutto. Comprese le difficoltà a comunicare che deve avere qualcuno a Viale Mazzini. Ieri la Rai ha comunicato che "... convinti della correttezza del proprio operato ..." Ma come, se il tuo editore, il Parlamento (e non il Governo come vorrebbe la De Santis) ti ha appena detto che dei tuoi pareri non me ne frega una mazza ... come fai a ribadire che hai operato correttamente? Se lo pensi, fai più bella figura a tacere e dire semplicemente come i Carabinieri "usi obbedir tacendo". Punto. Qualcuno finge di ignorare che di pareri legali di ricorsi, di sentenze, di carte bollate, di contratti e di quanto altro gode dell'affrancatura bollata è fiorita florida e corposa letteratura. Ne citiamo una tra le mille perchè proprio su questo blog (il Gomblotto) ne abbiamo scritto tanto: la truffa sui  pareri ignorati dei costituzionalisti sulla vendita di parte di Rai Way (a proposito, ieri abbiamo accennato a problemi di risorse economiche: perchè non dare un occhio a quanto costa oggi Rai Way e quanto rende? ci sono in ballo un sacco di milioni, compreso lo stipendio del suo AD più del doppio di qualsiasi altro dirigente Rai, compreso quello di Salini).

Comunque, ribadiamo, il colpo di ieri è indirizzato a nuora perchè suocera intenda. E quì di suocere ce ne sono tante dentro e fuori la Rai. La prima è quella che ha in mano il mattarello e provvede alla mensa di Viale Mazzini, l'AD. Ha ragione Foa: è lui che me lo ha chiesto e, se lo ha fatto , avrà proceduto a verificare che si poteva fare. Attenzione: non si tratta solo di cavilli giuridici, ma di opportunità e, hai voglia a dire che lui della politica non si interessa come se lui fosse arrivato lì perchè chiamato dallo Spirito Santo, perchè poi comunque, a Palazzo Chigi a presentare il Piano industriale ci è andato (notizia riportata sulla stampa e mai smentita) per non dire delle dichiarazioni della direttora di Rai Uno sulla quale non ha detto nulla (il palinsesto proporzionato ai risultati elettorali etc). Ca va sans dire, la suocera più corpacciosa è la Lega alla quale il segnale è diretto forte e chiaro: altre maggioranze sono possibili, compresa quella utrile a sfiduciare lo stesso Foa come Presidente Rai qualora dovesse rimanere muto e sordo al parere della Vigilanza.

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mercoledì 19 giugno 2019

Le chiavi di lettura

Stamattina si è svolta la votazione in Vigilanza sul doppio incarico di Foa in AgCom : 21 a favore e 1 astenuto (maggioranza M5S, PD e LEU). Sembra che Foa non ne voglia tenere conto e andare avanti con il doppio incarico. 

Molti autorevoli colleghi, analisti e studiosi, consumano fiumi di parole nell'interpretazione dei fatti (la dietrologia), noi invece ci vorremmo cimentare nella lettura opposta: la davantologia.

Come si può interpretare il voto di questa mattina e quali potrebbero essere le conseguenze? La prima interpretazione, la più facile e comoda fornita già da ieri, si riferisce ad una specie di vendetta del M5S per il caso di Radio radicale. No, non regge: il problema Foa è più complesso e la politica, per quanto in alcuni momenti decade in basso, ha l'obbligo di guardare avanti e poco interesse a rivolgersi all'indietro. La frittata di Radio Radicale ormai è fatta e non si torna indietro. La vendetta è arte sublime e solitamente non si consuma in modo banale e volgare. 

La seconda chiave di lettura può rintracciarsi nel complesso rapporto tra AD e presidente Rai. Il primo ha sempre sostenuto, forte di pareri richiesti al MISE  e al consulente giuridico dello stesso Foa, Cotone, che la nomina di Foa si poteva fare  e Foa, dal canto suo, ha sostenuto in Vigilanza che lui ha accettato l'incarico per "spirito di servizio" in quanto lo ha chiesto l'AD. Un sottile e perverso gioco di ruoli, competenze e responsabilità che si dipana tutto intorno a capire chi decide cosa a Viale Mazzini. E' noto che, da tempo, in vari ambienti politici, molti sembrano convinti che l'AD ed alcuni delle persone di cui si circonda siano "unfit" (vedi post dello scorso 7 giugno) e quindi il colpo di stamattina sia indirizzato, indirettamente, anche a lui. Ora, il capo azienda, ha due possibilità: o ammette che i pareri siano vincolanti, procede nella sua strada e si schiera avverso al parere (non vincolante) della Vigilanza, oppure prende atto che si tratta di opportunità e necessità politica "inderogabile" (si tratta pur sempre di un organo bicamerale parlamentare) e cerca la strada per tornare indietro e sanare il vulnus. Strada non facile: questa storia di Rai Com e del suo presidente, cela, è bene ricordarlo, un vulnus ancora più grave. Si tratta del dubbio che il canale in lingua inglese, imposto dal Contratto di servizio, possa essere gestito dalla stessa Rai Com. Altro che danno erariale!!! Questo ragionamento poi porta dritto dritto ad un altro ancora più complesso: che fine farà il Piano industriale? Fra pochi giorni verrà reso noto il bilancio 2018 dove si evidenzieranno tutti i problemi delle risorse economiche sul quale farlo poggiare e nessuno al mondo potrà garantire che ci saranno risorse sufficienti per tenerlo in piedi (vedi canone e pubblicità). Sul fondo di questa vicenda, da non dimenticare, si può giocare una partita di fortissimo valore strategico: la poltrona del Tg1 alla quale la Lega potrebbe essere fortemente interessata per chiudere definitivamente l'occupazione manu militari di tutto il primo canale Tv: rete e testata. Filotto! i nomi, un nome in particolare, non mancano. 
Come potrà uscirne Salini? Dovrà fare le barricate per sostenere che la nomina è legittima e, al tempo stesso, evitare di farsi impallinare ogni minuto di ogni santo giorno dai parlamentari che gli hanno vivamente "consigliato" di agire. Oppure, prendere atto che il parere "non vincolante" è più vincolante per lui che non per Foa e quindi agire di conseguenza. Gli strumenti li ha. Saprà farlo? Chiederà all'Azionista (il Mise) di sciogliere l'enigma? Saprà comunicare in modo efficace cosa intende fare? Auguri!

Infine, una chiave di lettura più elevata, suggerita lo scorso lunedì da Concita Di Gregorio sulle pagine di Repubblica. La posta in gioco forte, quella che al tavolo di Poker decide la partita, è quella sulla nomina del Presidente della Repubblica, prevista a gennaio 2022. Lontano? Non troppo. Quale sarà il Parlamento che lo eleggerà? quello attuale dove i rapporti di forza  determinati dalle ultime elezioni politiche o quello che potrebbe essere eletto, qualora si andasse a votare in autunno, con i rapporti di forza prevedibili dopo del voto dello scorso 26 maggio? Il ragionamento diventa sofisticato ma, ridotto ai minimi termini, porterebbe a ipotizzare una exit strategy per il M5S interessante. Mantenere in vita il Parlamento consapevoli che, comunque, i numeri per dare vita ad un Governo diverso da quello attuale potrebbero esserci, magari con il PD. Non è facile ma è possibile. Ecco allora l'ultima chiave di lettura di quanto avvenuto stamattina in Vigilanza: prove tecniche di trasmissione di una maggioranza senza la Lega.
Attenzione: alle porte c'è la battaglia per il rinnovo di AGCom. In quella sede si decideranno le future regole del gioco.

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martedì 18 giugno 2019

Le piccole cose

ragazzi .. il Convento non passa di meglio e ci dobbiamo accontentare di piccole cose che però, attenzione, la dicono lunga. E' noto che i grandi generali diventano tali dalla cura maniacale che pongono nella pianificazione dei dettagli: una strategia vincente è frutto di una accurata pianificazione. Allora: la notizia di oggi la riporta Repubblica, a firma di Michele Serra e ci racconta di avere osservato una conduttrice del Tg2 alle ore 13 in video con un vistoso crocefisso al collo. Cosa c'è di male? nulla, ci mancherebbe ...è pur sempre una notizia, di poco conto ma una notizia.

Per il resto, non cercate altro in rassegna, non c'è nulla. Per me abituato a leggere al mattino presto tutto ciò che interessa la Rai e dintorni, avevo notato una certa anomalia: il Corriere della sera ha "abbassato" l'attenzione e quando tratta di Rai lo fa sempre in modo indiretto, ad esempio,con una interessante intervista alla Guzzanti. Al contrario, Repubblica, non perde occasione di occuparsene anche con "piccole cose" come appunto quella di stamattina. Lo stesso dicasi per il Fatto Quotidiano, solitamente bene informato e attento ma, da un pò di giorni alquanto distratto. In questo mondo nulla, quasi mai, avviene per caso. Ci siamo interrogati e abbiamo posto qualche domanda e un lettore, anch'esso attento, ci ha proposto una risposta. Non sarà che il combinato disposto della nuova capa ufficio stampa in accordo con il nuovo responsabile della comunicazione stanno mettendo in pratica il delitto perfetto per una Azienda di comunicazione: non comunicare. Come noto, a pensare male si compie grande peccato ma ci sono buone possibilità di cogliere il vero. Per dovere di cronaca, registriamo anche altra opinione: è tempo di ferie e le redazioni iniziano le turnazioni.

Altra piccola cosa: abbiamo saputo che il neo DG, insieme alle mille incombenze che gravano sulla sua scrivania dove ci dicono sia seduto per 10 ore al giorno, si sta occupando di una radicale, profonda, incisiva, riforma del sistema di  accesso a Viale Mazzini con l'introduzione di una rastrelliera porta documenti dei visitatori e alte amenità del genere. Ci ha fatto pensare a quando, alcuni anni addietro, un suo illustre precedessore titolare in carica effettiva (da ricordare che l'attuale figura del DG non è prevista da nessuna parte, è solo frutto di una genialità dell'AD) fece mettere le chiavi agli ascensori diretti al VII piano perchè in questo modo i comuni mortali non incrociassero i vertici aziendali. Piccole cose ..  piccole cose ... ma dal grande effetto. Come detto prima: i grandi uomini si misurano dai piccoli gesti.

In attesa dei dati di IT Media Cons che verranno resi noti stamattina, proviamo a dare un sterzata su argomenti seri. Le rilevazioni mensili di Auditel ci dicono che Rai e La7 soffrono leggeri cali di ascolti ma che, comunque, sufficientemente in linea con l'anno precedente. Porterebbe a sostenere che le barricate contro l'assalto delle altre piattaforme ancora tengono. Mentre, al contrario, la raccolta pubblicitaria  langue. A proposito di conti, tra poco si dovrebbe approvare in Assemblea dei soci il Bilancio 2018 di Viale Mazzini (il progetto è stato approvato dal Cda lo scorso maggio). Per quanto è dato sapere ci sono dati interessanti  sui grandi numeri del conto economico: rispetto al 2017 i ricavi da canone passano da 1776 a 1758, quelli da pubblicità da 647 a 631 e altri ricavi da 199 a 188 mln di euro. Nel complesso si riducono i ricavi di circa 46 mln di euro (-1,8%). Non sono piccola cosa. In particolare per quanto riguarda il canone, mentre il calo della pubblicità (-0,2%) viene considerato in linea con il contesto generale di mercato. A proposito di canone: siamo sempre in attesa di sapere se e quando ci sarà un seguito sul minacciato ricorso avverso al prelievo forzoso e illegittimo del canone da parte del Governo (se è per questo, siamo ancora in attesa del ricorso al Consiglio di Stato su quello fatto dal Governo Renzi nel 2014 ...sic ) ...piccole cose ...piccole cose ...

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lunedì 17 giugno 2019

Estate

Come abbiamo scritto nell'ultimo post della settimana scorsa, osserviamo che il caldo rende tutti un pò afoni. Difficoltà a parlare sottintesa a quella di pensare, riflettere. Normale, fa caldo.
ieri sera, nella pigrizia televisiva, siamo incappati in una nota trasmissione della domenica di La 7 condotta da Massimo Giletti, quello che vorrebbe tanto tornare in Rai. Il tema era affascinante, suggestivo, importante:  intervista in studio con il giovane attore che ha accusato Asia Argento di molestie sessuali. Rapiti da tanto clamore, ci siamo soffermati per saperne di più (confesso, non ne sapevo granchè e nemmeno mi importava più di tanto). Il bravo conduttore insisteva molto sui dettagli (si sa, dalle piccole cose si vedono i grandi orizzonti) e, in particolare, insisteva nel voler sapere esattamente dove, come e quando si sarebbe  consumata la violenza sessuale nei suoi confronti, allora solo diciassettenne. Il dove e il quando è materia processuale e poteva essere irrilevante televisivamente parlando, ma il come era importante. Non si sa mai, è bene essere precisi su certe cose così delicate. I pantaloni se li è calati da solo o gli sono stati strappati di dosso? La zip era inceppata o è scivolata via facilmente?  Si è trattato di un "rapporto" di un certo tipo oppure di altro tipo? E il giovanotto, nel mentre, cosa faceva? dormiva? Non è stata posta però la domanda centrale: è stato usato un profilattico? Per un giornalista professionista ne vale la dignità professionale verificare le  notizie. Queste sono le cose che il pubblico vuole sapere!!! 

Ad un certo punto però, sono stato preso dal disorientamento: era troppo complesso, alto, sofisticato il livello della trasmissione per un semplice telespettatore come il sottoscritto ed allora, per fortuna, ho cambiato canale ed ho trovato su Rai Tre il solito tranquillizzante Report. Per fortuna che Ranucci c'è ed era pure l'ultima puntata prima della pausa estiva. Per fortuna: perchè di Report ce ne vorrebbe uno al giorno, solo che, purtroppo, la trasmissione di Rai Tre minaccia le coronarie dei telespettatori che, si sa, durante l'estate, sono sottoposte a duro sforzo. Ogni volta che Ranucci saluta, tiriamo un sospiro di sollievo e continuiamo a chiederci: ma perchè sono nato in questo Paese di malfattori, faccendieri, corrotti e corruttori, raccomandati e raccomandatori, da Nord a Sud passando per il centro Est e Ovest, inquinatori, lobbisti, e quanto altro di meglio l'umanità possa offrire? non troviamo risposta e, un pò avviliti, usciamo a prenderci un gelato nel fresco della notte.

Due note: Giletti minaccia di tornare in Rai. Mamma mia quanto sarà utile fare trasmissioni del genere: il Servizio Pubblico Radiotelevisivo ne sente proprio il bisogno. Dannata estate: anche il pensiero va in vacanza con la Settimana Enigmistica ed ecco che, appunto, anche il Servzio Pubblico radiotelevisivo lo segue. Infatti, perchè credete che questa mattina vi propongo la riflessione sulla trasmissione di Giletti? Semplice. Perchè da ora in avanti di Rai e Servizio pubblico si parlerà sempre meno.

In nostro soccorso, però, stamattina corre Simona Ercolani, proprietaria della Società di produzione Stand by Me (dove Fabrizio Salini era DG fino a poco prima di essere nominato AD) con una lunga e sapiente intervista su La Notizia. Chiede ardentemente di fare una televisione "sovranista" perchè anche Netflix ce lo chiede e poi si lamenta, giustamente, del fatto che le produzioni esterne sono tutte, o quasi , in mano ai soliti noti con Endemol in testa. Inoltre, sostiene che la Rai da sola, non ce la può fare a produrre di più di quanto già produce. Come dargli torto?  a suo modo e per i suoi interessi, ha quasi ragione. Speriamo che l'AD ne possa tenere conto. Non si sa mai. Ad onor del vero, le produzioni della Ercolani spesso sono di ottima qualità.

Anche chi vi scrive prende in seria considerazione l'idea di adeguarsi all'aria che tira. Fa caldo.

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giovedì 13 giugno 2019

Il grande caldo

Matteo Renzi quando vinse le elezioni europee ha sostenuto per lungo tempo di avere avuto oltre il 40% del consenso degli italiani senza mai specificare che si trattava del 40% del 57% dei votanti. Tradotto: meno della metà di quanti hanno votato, pari a circa il 20%. Comunque non era poco: hanno votato circa 27 milioni e i voti assegnati al PD sono stati circa 11 mln. Se il direttore di Rai Uno a quel tempo avesse applicato lo stesso principio che ha usato nei giorni scorsi la direttora della rete di oggi avremmo avuto, forse, una Rai diversa. Chissà !!!

Ora, si da il caso che la settimana scorsa è stato formalizzato il principio secondo il quale il palinsesto della rete deve essere modellato  in relazione agli equilibri politici che si formano nelle urne e che a sovrintendere questo principio ci sia l'Editore in testa, in questo caso, sempre secondo i  nuovi principi formulati lo scorso venerdì, il GOVERNO (tutto maiuscolo). A parte il fatto che sarebbe opportuno ricordare che non si è trattato di elezioni politiche ma europee (un piccolo dettaglio). Opinione rispettabile.. ci mancherebbe, ma forse di solo opinione si tratta, nei confronti della quale avremmo visto volentieri arrivare il VII cavalleria alla carica o i Bersaglieri al passo di corsa, sfondare i cancelli di Viale Mazzini e  ripristinare la legalità democratica repubblicana e dire: NO, non si può fare, non si potrebbe neanche dire una mostruosità del genere. E invece? è quasi passata sotto silenzio: siamo ancora in attesa di qualcuno che tuoni fuoco e fiamme, specie dall'interno della Rai e specie dai corridoi del VII piano.

Nel frattempo si sono consumati altri due drammi: il primo con la riunione della Vigilanza dove è saltata la votazione che avrebbe visto Foa soccombere sotto i colpi di due mozioni (PD e M5S) perchè, in particolare sia le fibrillazioni tra le due forze di governo, sia quelle interne al M5S, hanno fatto saltare il banco inattesa di altri consigli.  Poi, la stessa mattinata, si è svolto il Cda di Viale Mazzini dove, sempre la direttora di Rai Uno ha ben pensato di non dire ai consiglieri chi saranno i nomi dei conduttori della stagione invernale Per motivi di "riservatezza". La consigliera Borioni, per fortuna, ha protestato. Per tutto il resto un velo di fumo e di nebbia. Sullo sfondo, per quanto leggiamo e per quanto sentiamo dire, si avverte la crescente insofferenza verso l'AD ritenuto incapace a gestire e a fronteggiare la costante invasione di campo.
La somma di tutto questo induce a sconforto. Siamo in presenza di un quadro sconcertante: chi dovrebbe e potrebbe dire a fare qualcosa per arginare questa deriva tace colpevole. C'è un tempo per tacere ma c'è anche un tempo per parlare, forte e chiaro e non sempre questo tempo passa due volte. 

Ieri sera in onda su Rai Due il film della Guzzanti, La trattativa: grazie Carlo Freccero.

Martedì uscirà il rapporto It Media Consulting coil titolo "The Netflix Throne". Qualcuno, l'anno scorso, vagheggiava di immaginare una specie di RaiFlix. Il caldo fa brutti scherzi: bere molta acqua con un pò di limone.

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AUGURI !!!

Questo piccolo blog ieri ha superato le 30 mila visualizzazioni. Nel mondo del Web dove i follower, i like, le faccette e i cuoricini si contano a centinaia di migliaia un numero così piccolo è proprio poca cosa. Però ci dice che certamente ci sono in questo Paese (e non solo visto che alcuni lettori sono negli Stati Uniti e perfino in Ucraina) persone interessate ai temi e ai problemi del Servizio Pubblico radiotelevisivo in Italia. Fintanto che ogni giorno che scriviamo una persona in più si aggiunge al numero dei lettori, vale la pena continuare. AUGURI a tutti e grazie !!!

Veniamo alla dura, semplice e drammatica normalità di questa calda giornata di metà giugno. Stamattina era previsto il voto in Vigilanza su Foa: l'attesa era di un voto "conciliante" a favore del Presidente dopo che, a quanto sembra, una parte del M5S aveva ammorbidito le sue posizioni  ed era intenzionato a condividere la mozione con la Lega e salvare quindi Foa (scornata la mozione del PD).
Stamattina si dovevano chiudere i giochi ma, all'ultimo momento, qualcosa è cambiato e in aula non si è raggiunto il numero legale e il voto è saltato.  Diciamolo pure, semplicemente e chiaramente: è la solita vergogna!!! Una Commissione parlamentare bicamerale di garanzia impossibilitata a funzionare. Da un punto di vista formale, non cambia nulla, purtroppo, da un punto di vista sostanziale cambia molto, purtroppo. Quando sulla politica scende il sonno della ragione sono dolori.
Il punto nodale sul quale non si è trovato l'accordo sembra essere in una frasetta contenuta nella mozione del leghista Capitanio: "si invita la Rai a considerare ..." Si invita a considerare??? La Commissione si chiama di Indirizzo generale e Vigilanza... mica Opera Orfanelli poveri e abbandonati!!! Qualcuno ora si chiede, giustamente: a cosa serve la Vigilanza? Comunque, meglio così: siamo ancora convinti che A) Foa non debba fare il Presidente di Rai Com e B) il canale in lingua inglese non debba essere sotto Rai Com. Se i rinvio del voto sarà utile a non rendere passata in giudicato questa situazione, ben venga e speriamo in tempi migliori.
Nota a margine a seguito di quanto scritto ieri: si avvertono di nuovo rumori di crisi di Governo. Forse,quanto successo stamattina non è proprio casuale. 

Proprio ieri abbiamo scritto dell'unica proposta giacente in Parlamento di riforma della governance Rai: abbiamo chiarito che si tratta della stessa avanzata a suo tempo da Roberto Fico, attuale presidente della camera e contiene, tra l'altro, il superamento del ruolo della Vigilanza a favore di AgCom. Interessante, da approfondire.

Oggi è necessaria una nota di aggiornamento sulla questione di Realiti di Rai Due. Il Fatto Quotidiano ha pubblicato una lettera di Carlo Freccero dove cerca di spiegare il perchè della scelta editoriale di mandare in onda i cantanti neomelodici in odore di simpatie malavitose.  In un certo senso, condividiamo il ragionamento: questo paese è articolato, complesso e contraddittorio e non da ora. la sua rappresentazione deve giocoforza passare le forche caudine di tutto ciò che lo disegna in tutti i suoi tratti: magnifici per molti aspetti e drammatici per altri. Sottacere gli uni o sopravvalutare gli altri o viceversa induce a leggere la realtà con occhiali distorti. Talvolta però accade di peggio: che la realtà venga ignorata come, appunto ad esempio quella della cultura "neomelodica" che esprime, attraverso le canzoni, un mondo "gomorrizzato" dove i miti sono spesso criminali, i luoghi il carcere e i linguaggi quelli delle periferie degradate e abbandonate. Se il Servizio Pubblico aiuta in qualche modo a tenere le luci accese sul mondo reale e non solo su quello immaginario, ben venga.

Nota a margine: i primi giorni dello scorso maggio il Cda Rai ha votato il bilancio 2018. Stranamente non si trovano tracce sul sito : non è stato ancora pubblicato. Cercheremo di saperne qualcosa di più.

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mercoledì 12 giugno 2019

la palla di vetro

Per essere buoni indovini non è necessario saper leggere nei fondi di caffè come pure osservare il volo delle cornacchie: è sufficiente saper leggere e interpretare il passato. Questa mattina era atteso il verdetto della Vigilanza, il voto, su due mozioni che erano date per convergenti: quella del Pd e del M5S per chiedere a Foa di dimettersi da presidente di Rai Com. Però, già dalla precedente riunione della Vigilanza, qualcosa ha cominciato a scricchiolare sulla presunta intesa tra i due partiti e dagli interventi dei parlamentari traspariva qualche filo di incertezza. In quei giorni si era in piena fibrillazione di Governo con la crisi alle porte (da poco passata la bufera elettorale). Nel frattempo, le acque si sono calmate e ieri il Corriere della sera titolava in prima pagina "Asse tra Salvini e Di Maio" ed ecco apparire la sfera di cristallo dalla quale si poteva leggere il futuro di questa mattina. La Vigilanza ha da poco rinviato il voto in quanto la mozione del PD sarebbe stata bocciata perchè, in virtù, appunto dell'asse rinsaldato M5S e Lega, nessuno dei due partiti di governo avrebbe più alcun interesse a farsi la guerra sul nome di Foa e, di rimando, su quello di Salini. Ovviamente, sono stati tirati in ballo tutti i sotterfugi possibili sul compenso di Foa, sui pareri del MEF, sulle deleghe previste dallo Statuto Rai. Ma la sostanza, ciò che viene percepito, è molto semplice e si riconduce semplicemente al titolo del Corriere. Da non dimenticare che nei giorni precedenti la Lega aveva presentato in Vigilanza una mozione chiaramente indirizzata contro l'AD Salini, della quale ora, ca va sans dire, nessuno più parla.  E' la politica, bellezza!!!

Forse, di riflesso, ha ragione la direttora di Rai Uno quando ha sostenuto che il suo editore è il Governo e il Governo, in questo caso, esercita il suo diritto di editore. Su questo argomento un allarmante silenzio.  "Something is rotten in the state of Denmark"

Tutta la tarantella sul nome di Foa e il suo doppio incarico, comunque, fa passare in secondo piano il tema della legittimità del canale inglese sotto Rai Com e delle risorse con le quali dovrebbe essere finanziato. Si tratta di on obbligo da Contratto di servizio e non è scritto da nessuna parte che questo debba essere assolto da una Società con finalità commerciali, come appunto Rai Com. Non è un tema da poco ed appare incomprensibile come su questo punto non si riesca a venirne a capo. O il Contratto di servizio ha un senso e allora deve essere applicato nella forma e nello spirito, oppure non lo ha e allora ognuno per se e Dio per tutti. Inoltre, per la realizzazione di questo canale, il Piano industriale ha assegnato un budget di 60 milioni incluso il canale istituzionale (60/2=30), cioè poco più di quanto attualmente si spende con il canale internazionale con la differenza che sul nuovo si vorrebbe e dovrebbe fare molto di più. Con quali soldi?  

Coma già abbiamo scritto, la politica è arte del possibile non dell'auspicabile. Si fa quel che si può, in determinata circostanze. Le circostanze di questa mattina sono esattamente in questi termini: sopire, rinviare, tirare a campare. 

Una buona notizia: da MF apprendiamo che la deputata Mirella Liuzzi, M5S, ha depositato una proposta di legge per la riforma della governance Rai. Da quanto sappiamo, riprende la vecchia proposta di Fico orientata a sottrarre il Servizio Pubblico dall'ingerenza del Governo e spostare l'asse di riferimento all'AGcom che dovrebbe nominare il cda ed avere compiti di indirizzo e controllo oggi in capo alla Vigilanza. Molto interessante e comunque tutto ciò che si indirizza verso i superamento della Legge attuale è sempre benvenuta. Tra l'altro, proprio il prossimo luglio si dovrà rinnovare il consiglio di AgCom e, come immaginabile, sarà un durissimo capo di battaglia per vedere chi potrà succedere a Cardani e come sarà composto il prossimo consiglio.

Stamattina Cda con i palinsesti che verranno presentati a luglio a Milano (altro punto dolente).

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martedì 11 giugno 2019

La Narrazione

Il Servizio Pubblico Radiotelevisivo deve "raccontare" il Paese reale ? Evidente che si, lo deve: ha l'obbligo di rappresentare in tutte le sue sfumature, minoranze e  maggioranze, il bello e il brutto quanto il bene e il male. Ieri sera, tanto per dire, è andato in onda il solito Report: una puntata da incorniciare e dar far vedere ai bambini all'asilo nido per poi dirgli; vedo caro pupo, questo è il tuo Paese, questa è l'Italia democratica e repubblicana, questi sono i tuoi concittadini. Dopo di che, i buoni genitori, hanno l'obbligo di spiegare al pupo o alla pupa le regole del gioco, delle convivenza civile etce ttc etc ... Però, aggiungiamo, noi privati cittadini al termine della trasmissione, ci attacchiamo al telefono e chiamiamo i Carabinieri, le truppe ONU, la Protezione Civile e il reparto Neurodeliri del Policlinico per chiedere interventi immediati. Grazie Report ...grazie Ranucci !!!

Veniamo alla polemica del giorno: la trasmissione Realiti su Rai Due ha invitato in studio un cantante neomelodico che ha insultato in diretta Falcone e Borsellino. La prima domanda sarebbe: ma perchè li avete inviati? non lo sapevate prima cosa è scritto nei loro testi? che vi aspettavate, i salmi gloriosi?
Chi vi scrive, all'inizio del suo lavoro, quasi quaranta anni addietro, venne inviato a fare un'intervista a quello che era ritenuto il più grande falsario di banconote europeo, con una storia criminale lunga tre capitoli. Lui, però, negava il fatto di essere un falsario nonostante che l'Interpol lo avesse braccato da decenni. Mi disse " accetto volentieri l'intervista in studio ma non potrò mai dire di essere un falsario perchè altrimenti, trenta secondi dopo mi arrestano". Riferisco al mio direttore che, correttamente, non ritiene utile invitare in video il falsario. Allora, al dunque: se non si vuole rischiare di fare da megafono ai deliri dei neomelodici filocamorristici o simili, è tanto semplice: non si invitano. Se li inviti o hai la capacità di gestirli o non ce l'hai e allora cambi lavoro. 

Ecco dunque in cosa si sostanzia il dibattito sulla "narrazione" che viene fatta dalla Rai sulla vita del paese. Il Corriere di domenica ha riportato la consueta pagina di Milena Gabanelli dove si leggono i numeri della criminalità in Italia negli ultimi anni. E'evidente il calo rilevante dei reati gravi contro la persona e la proprietà, eppure a quanto sembra, gli italiani "percepiscono" che siano aumentati e rivolgono il voto elettorale a chi alimenta questa paura. Come avviene questo meccanismo della percezione? un esempio di risposta possibile: il servizio del Tg2 dove, a seguito dell'ennesimo furto a cui è seguita la morte del ladro da parte del derubato, si intervistano cittadini che ritengono necessario dotarsi di un arma per difendersi.

Veniamo invece a cose serie: ieri Nielsen ha dato i numeri sulla raccolta pubblicitaria nell'ultimo quadrimestre comparato alo stesso dell'ano precedente. Il calo è vistoso: meno 3,2 per tutto il comparto tv, meno 1,4 per Rai e meno 5,7 per Mediaset. Nessuno è in grado di sostenere che questo trend possa migliorare, anzi non sono pochi coloro che sostengono che la tendenza sia stabile a favore di altre piattaforme e altri modelli di consumo tv. Da tenere a mento quando qualcuno parlerà di come finanziare il Piano industriale.

Altra cosa seria: nei giorni scorsi si è svolto a Ginevra un importante appuntamento dell'ITU (Unione Internazionale delle Telecomunicazioni) sul futuro della televisione in Europa. Acciperbacco ... pensavamo di trovare le truppe Rai schierate in massa a proporre, a partecipare, a dibattere!!! Quando ti ricapita una occasione simile: tutti si stanno interrogando e prendendo iniziative utili a fronteggiare fenomeni ormai consolidati (in sintesi: decadenza del DTT e sviluppo dello streaming) e quindi anche i nostri in prima fila !!! Col cavolo!!! non c'era nessuno ...dico nessuno ... da Viale Mazzini non è partita nemmeno una cartolina con i saluti dal mare o dai monti saluto ai cari colleghi europei. Però, qualcuno potrebbe dire, ha partecipato l'EBU dove la Rai è presente: hai capito ... poi ce lo facciamo raccontare.

Il Servizio Pubblico Radiotelevisivo in Italia ??? il canone ??? le nuove tecnologie ???????????
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lunedì 10 giugno 2019

ALLARME GRAVE

"Il mio editore è il Governo" (Repubblica, 8 giugno)
"Credo che la tv si faccia per addizione. Se una voce non c'è è bene rappresentarla, compito del Servizio Pubblico è dare voce al Paese che evolve e alla pluralità delle sue voci, anche in base al risultato del voto" (Il Mattino, 8 giungo)
"Non va bene che chi è fuori dalla Rai è escluso per principio" (Repubblica 8 giugno)
Non virgolettate le dichiarazioni sui suoi ottimi rapporti con Salini, opportunamente informato delle sue scelte: "rispetto l'autonomia editoriale dei direttori di rete" ha dichiarato l'AD in Vigilanza.
Nota bene: sia Il corriere della Sera che il Fatto quotidiano ho hanno ripreso nulla sul tema e tutt'oggi la notizia sta passando sotto silenzio.
Solo l'Usigrai ha protesto contro queste dichiarazioni. Grazie, per fortuna qualcuno si è accorto della gravità di quanto dichiarato. Tutti gli altri, compresi i consiglieri, silenzio! E' grave!!!

Sul primo punto: ha ragione, in un certo senso, la De Santis a sostenere che il Governo è l'editore del Sevizio Pubblico: grazie alla nefasta Legge del 2015, di fatto, mette l'Azienda sotto stretto controllo dell'Esecutivo. Ma la Legge non dice on nessun modo, in nessuna parte, che il Governo, di fatto, è l'editore della Rai: è una sua pura invenzione o una sua interpretazione arbitraria. Si vuole ignorare però l'aspetto più rilevante: la linea editoriale della Rai non viene e non deve essere decisa dal Governo: esiste un Contratto di Servizio dal quale non è possibile derogare in alcun modo. Questo Contratto, inoltre, non affida in alcun modo ai direttori di rete la responsabilità di valutare e decidere le scelte editoriali in funzione dei risultati politici: è un assurdo colossale e intollerabile! Non compete ai direttori "pesare" le urne e modellare l'offerta della rete in base al numero dei voti. Si tratta di un argomento che da solo sarebbe sufficiente a far incatenare sotto il cavallo di Viale Mazzini tutti coloro che hanno a cuore l'interesse del Servizio Pubblico. Inoltre, appare tanto più grave la chiamata in corresponsabilità del resto dei vertici aziendali: non è pensabile che un tale argomento sia scaturito dalla sua pur fertile ed esperta mente politica. 

Non meno grave è l'ultima argomentazione: bisogna dare spazio anche agli esterni alla Rai che avrebbero pari diritto rispetto agli interni. Detta in questo modo potrebbe essere interpretata come di buon senso: tutti hanno diritto ad avere possibilità. La banale, semplice realtà è che gli interni, a costo di impegno costante e responsabilità, hanno maturato un diritto che non può essere cancellato in nome di un altro diritto formalmente inesistente. A quale "principio " fa riferimento la direttora di Rai Uno? Ci sono modalità di assunzione e collaborazione previste e codificate: vedi il bacino per le migliaia di collaboratori in attesa di regolarizzazione, vedi i concorsi per giornalisti. Comunque, questo tema non è di sua competenza: non spetta a lei decidere come valorizzare le risorse, sia interne che esterne. Altro discorso potrebbe essere quello relativo alle prestazioni artistiche dove è naturale che potrebbero non esserci adeguate risorse interne, ma in questo caso si parla d'altro: una trasmissione di marcato segno giornalistico.

E' nota la nostra opposizione al Piano Industriale, ma forse, almeno su questo punto potrebbe avere un senso: nessun direttore si dovrebbe svegliare la mattina e sparare frescacce in libertà.

Di tutto questo sarebbe stato necessario ascoltare voci autorevoli e da parte di chi svolge ruoli di responsabilità. Invece, prendiamo atto, solo silenzio.

Domattina, si spera, il voto in Vigilanza. 

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venerdì 7 giugno 2019

unfit


Ieri mattina, al termine dell’audizione di Salini in Vigilanza abbiamo scritto un post che, successivamente, ci siamo autocensurati. Ci era sembrato eccessivo, forse troppo critico verso l’AD che, per quanto visto e per quanto noto, ha riconfermato ancora una volta le difficoltà che incontra a svolgere il proprio mestiere. Poi questa mattina, a mente fresca e dopo aver letto i giornali ci corre l’obbligo di proporre qualche riflessione.

Il tema è la relazione tra necessità, possibilità e opportunità. In genere, queste tre “categorie” di riflessione appartengono alla politica. Sono gli eletti, infatti, coloro che sono chiamati a dover decidere giorno per giorno quali siano effettivamente cosa è necessario, possibile e, non ultimo, opportuno, per garantire la cosa pubblica, il bene collettivo. Agli amministratori, ai burocrati, ai manager invece compete altro: garantire che venga applicata le disposizioni, le leggi, i regolamenti e gli statuti che la politica ha dettato con il principio insindacabile del voto democratico. Altre considerazioni all’AD non competono, almeno formalmente. Su questo aspetto punto registriamo un punto a suo vantaggio: lo ha detto ieri chiaro e tondo. Diciamolo più semplicemente: deve prendere la Concessione, il Contratto di servizio, imparare i documenti a memoria e semplicemente applicarli, nella lettera e nello spirito. E già, perché le leggi contengono una doppia natura: contengono anzitutto i principi ispiratori, seppure ripresi da una legge di rango superiore (la Costituzione) e poi il dettato specifico. 

E’ proprio questo meccanismo che, sembra, l’AD non capisce o fa finta di non capire. Difendere la scelta di nominare Foa alla presidenza di Rai Com non è solo un tema di legittimità quanto più di opportunità che non può far finta di non comprendere. Tantomeno è sostenibile l’argomentazione  sull’arricchimento delle esperienze di gestione per gli amministratori nonché l’ottimizzazione dei meccanismi di comunicazione e gestione. Un Consiglio di amministrazione non è una scuola di formazione: non si passa da un consiglio di controllori ad uno di controllati tanto per fare esperienza. Per quanto riguarda poi l’ottimizzazione non regge: ci sono strutture già presenti e competenti nei diversi ambiti, della società controllante e in quella controllata che funzionano benissimo.

La stessa chiave di lettura si può adoperare per la questione nomine di questi gironi. Ieri Salini ha sostenuto di rispettare l’autonomia editoriale dei direttori di rete ed ha poi aggiunto di aver scritto una lettera per invitarli a ricercare risorse interne. Ma come, è il teorico, l’ideatore e il sostenitore del nuovo piano industriale di prossima (forse) attuazione che prevede, appunto, una pressochè limitazione totale dell’autonomia dei direttori di rete e ora che potrebbe iniziare a mettere in vigore questo principio si accorge che non lo può fare? E poi, la lettera la manda dopo che la frittata è fatta? Ancora, fino a prova contraria, nessuno ha mai spiegato per come e perché è avvenuto recentemente il caso Fazio per il quale è stato convocato un Cda “straordinario” che di tale è stato solo il fatto che si è svolto di venerdì pomeriggio.

Ma Salini sapeva che Poletti si porta addosso il fardello di polemiche che caratterizza il suo profilo? Delle due l’una: o lo sapeva e lo ha approvato o non lo sapeva e allora conferma di non essere in grado di dirigere l’Azienda. Oppure, lo sapeva, in cuor suo non lo approvava ma ha dovuto piegare la testa, ancora una volta a un volere esterno a lui. Peggio mi sento!!!

La settimana prossima la Vigilanza probabilmente voterà le risoluzioni PD e M5S su Foa. Da quanto abbiamo ascoltato e appreso direttamente, tra gli schieramenti in campo serpeggiano dubbi perché sono tutti consapevoli che un colpo a Foa significa anche un colpo a Salini.

La politica è una faccenda troppo seria per essere lasciata in mano agli sprovveduti.                                                
Stamattina a Viale Mazzini la presentazione dei palinsesti.
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giovedì 6 giugno 2019

Sorci verdi

Anzitutto una correzione: nei giorni scorsi abbiamo riportato una frase errata di Rita Borioni, consigliera CdA, : la frase corretta è la seguente: "Basta fuoco amico di Salvini sul servizio pubblico".

Oggi registriamo due dichiarazioni, la prima di Riccardo Laganà e la seconda della stessa Borioni a proposito dei contratti firmati alla conduzione di importanti trasmissioni di Rai Uno. I consiglieri sottolineano la gravità delle scelte compiute in sfregio al mancato utilizzo delle risorse interne. Giusto !!! Ovviamente (!!!) le due dichiarazioni sono state pressochè ignorate dalla stampa.

Si è da poco conclusa l'audizione di Salini in Vigilanza Rai ed è stato rinviato il voto per le due mozioni presentate da PD e M5S alla settimana prossima. Ci sarà da lavorare per tutti i pompieri o gli incendiari di turno a secondo delle circostanze politiche governative che si andranno delineando.

Invitiamo vivamente i lettori a dedicare tempo e ascoltare il dibattito: si capisce tutto !!!


Durante l'audizione è stato citato un importante articolo, a firma Andrea Biondi, sul Sole 24 Ore di oggi. Si tratta di una panoramica sugli spostamenti significativi degli ascolti tra i grandi competitors televisivi nelle diverse piattaforme. L'attacco del pezzo è tutto un programma: secondo dati Auditel, i telespettatori nel periodo 2018-2019 sono calati di circa un milione a favore delle piattaforme streaming on demand e prosegue "la tv tradizionale sta perdendo seguito". Non è una novità, lo sappiamo da tempo ed è una tendenza ormai consolidata non solo in Italia. Il bello è che di tutto questo non si avvertono segnali di allarme di corsa ai ripari.  Salini, a questo proposito, ha ripetuto un contenuto del Piano Industriale: stiamo lavorando per rendere Rai Play competitiva con le altre piattaforme streaming e, forse, dal prossimo anno, si potrà vedere qualcosa. Cosa? con quanti investimenti? 

Pochi sembrano curarsi del fatto che il proseguimento logico di questa tendenza porta inevitabilmente verso un punto critico di rottura, quando sarà lecito porti la domanda sul senso generale del Servizio Pubblico per far funzionare il quale si richiede ai cittadini il pagamento del canone.

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mercoledì 5 giugno 2019

Il Consenso

Iniziamo con un augurio: questo il titolo del catalogo della Biennale di Venezia 2019. Con i tempi che corrono è proprio un buon auspicio!

Veniamo invece alle tristezze: questa mattina i titoli sono per lo più su Lerner e la sua trasmissione L'Approdo. Ieri abbiamo detto che ci è apparsa noiosa. Oggi leggiamo che oltre un milione di persone l'ha vista. bene!!! allora siamo andati a rivedere e cercare di capire meglio perchè al sottoscritto, e non solo, ci è apparsa noiosa. Ci vengono in mente due buon motivi: il primo si riferisce al fatto che , dopo oltre 20 anni da quando lo stesso ha sollevato il problema della nascente Lega di Bossi e Co. la situazione sia peggiorata. Non ci ha detto nulla di nuovo o di diverso: discorsi sentiti mille volte durante questi lunghi, tristi, anni. Da pochi padani in canottiera verde siamo a milioni di consensi elettorali. Se magari ci avesse aiutato a capire cosa è successo e cosa non ha funzionato nelle analisi di allora e come si è cercato di fronteggiare il dilagare leghista, sarebbe stato forse utile. Coloro che avrebbero potuto, dovuto, fare qualcosa di alternativo, di diverso, non sono riusciti nemmeno a convincere il vicino del pianerottolo che invece ora è diventato sovranista, populista, razzista e pure fascista. Tutto questo Lerner se ne guarda bene da spiegarcelo, di aiutarci a capire perchè e per come. Giornalista? bene: manda un inviato a Tor Bella Monaca a chiedere perchè votano Casa Pound, aiutaci a capire perchè quasi metà dell'elettorato o non vota o vota a destra. 

Il secondo motivo lo abbiamo accennato ieri quando abbiamo ricordato l'agenda setting: Lega e Salvini è un tema drogato, contiene in se stesso il germe della contaminazione politica. Non si è in grado di imporre un proprio tema, un argomento sul quale cercare il consenso e allora si cerca la scorciatoia dell'attacco al nemico. Si dimentica, inoltre, che gli interlocutori della trasmissione a quell'ora sono già convinti della "pericolosità" politica e sociale dei temi leghisti. Il coraggio, la sfida, invece sarebbe stata andare a cercare consensi propri laddove invece si perdono. Metti Lerner a Rai Uno, magari al posto di Fazio, e allora si che ci divertiamo. Ma di questo lui non è responsabile. Nota a margine: Anzaldi è contento dello share. Beato lui.

Invece, cosa ci tocca leggere? Vedi Dagospia di ieri sera:  FLASH! - RAI PER DUE! BEPPE CONVERTINI (SPONSOR DI MAIO/SPADAFORA) CONDURRÀ "LA VITA IN DIRETTA ESTATE", ROBERTO POLETTI (SPONSOR SALVINI) HA FIRMATO PER "UNOMATTINA ESTATE". Porcaccia la miseria !!!!!!!!!!!!!!!!
allora qualcuno non lo è, ci fa!!! ieri parlavamo di Quote e di Vongole ... oggi di sponsor !!! Attenzione, per chi non lo avesse notato: Roberto Poletti, ex direttore di Radio Padania, è il biografo ufficiale di Salvini ... non so se è chiaro? Proviamo a tradurre in raiotico: prendetevi Lerner di notte a Rai Tre e noi ci  prendiamo Poletti di giorno a Rai Uno: un affare !!!
La prossima volta che sento qualcuno che invita a riflettere sulla possibilità che questa governance Rai possa avere qualche speranza di fare qualcosa di buono chiamo il 118 per un TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio) o, in alternativa, gli consiglio un tipo che vende erba buona. 

Nel frattempo la crisi di Governo è in stand by... domattina alle 8.30 la Vigilanza con prove tecniche di trasmissione (alleanze): non si capirà tutto ma qualcosa.

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martedì 4 giugno 2019

Dialogo Surreale

Dialogo tra una Quota e una Vongola.
Q: Bella zi (per chi non è romano: come stai?)
V: che te devo dì ...nun me risurta gnente ... (non ho notizie) ...tutto 'n casino!!!
Q: peggio pe tte!!! io me so mess'a a ricasco daaa politica (mi sono accreditata in un partito)
V: aaaa cosaaaaaa ... quannno te eri ancora un numeretto io già m'ero appiccicataaaa all'onorevole ...
Q: aaahhhhh ....mo' se capimo !!! solo che mo' c'avemo 'n probbbblema: qui se sfascia tutto!!!
V: aaohhhh, sai che te dico? sti cazzzi !!! (eufemismo romano) tanto te rimani sempre Quota e io sempre Vongola ... chi c'è ...c'è !!!

Giornalisti e dirigenti in quota e gli stessi attaccati alla politica (e viceversa) come le vongole. Adesso che lo scenario potrebbe cambiare tutto cosa potrebbe succedere? come si potrebbero mettere le cose per chi è stato nominato solo in virtù dell'essere, o ritenuto presunto appartenere ad una "quota" politica o essere amico e sodale di un parlamentare al quale telefonare e chiedere aiuto in caso di necessità? Cosa rimproveriamo a Salini? tante cose ma questa più di ogni altra. Gli era, gli è consentito di spazzare via come un fuscello questo marciume: appena sentito odore di "quote" via , fuori, a casa. Si può fare. Appena sentito puzza di attaccamento al partito vincente di turno: ti taglio le gomme della macchina aziendale, ti faccio trovare la toppa della serratura intasata di Vinavil dopo averti trovato una stanzetta in Via Col di Lana e poi voglio vedere se non ti togli dalla palle! Si può fare. Salini non solo non lo ha fatto ma corre seriamente il rischio di non poterlo più fare proprio perchè lui stesso non è riuscito a smarcarsi dalla politica (vedi l'incontro mai smentito a Palazzo Chigi alla vigilia del piano industriale). Sarà un caso che è tornato di moda come suo successore un autorevole dirigente "in quota" Lega?

Ieri c'è stata la conferenza stampa di Giuseppe Conte sullo stato del Governo. Tra i tanti argomenti ha trattato quello delle autonomie regionali ed ha, giustamente, ricordato il tema della coesione nazionale, un valore costituzionale unico e indivisibile, non soggetto a trattativa partitica. Ci è venuta subito a mente la Rai e ci siamo subito riproposti un interrogativo del quale abbiamo già scritto: quanto e in che modo oggi e domani con il nuovo piano industriale, i contenuti dei programmi, la narrazione generale che il Servizio Pubblico compie del Paese risponde a questo indirizzo? Per quanto abbiamo letto e sappiamo: poco! molto poco.

Ecco allora affacciarsi lo spettro che si aggira per l'Italia e per i corridoi di Viale Mazzini. Tutti a casa e al voto subito oppure andare avanti come successo finora? Per il Governo, ancora pochi giorni e il destino sarà noto, per la Rai domattina in Vigilanza si comincerà a capire qualcosa. I destini comunque, inevitabilmente, si potrebbero incrociare. Scenario A: si va a votare: Vince la Lega e vedremo di quanto. Possibili conseguenze: sub 1) governo di destra con Fdi e FI - sub2) governo di (???) tra M5S e PD (posto sia possibile). Scenario B): rimane tutto com'è. Guerra di guerriglia alla vietnamita per lungo tempo, in attesa che uno dei due tracolli e poi si vedrà. 
Scenari riportati a Viale Mazzini: Scenario A: domani in Vigilanza guerra ai coltelli: da un lato M5S, PD e un pezzetto di FdI contro Foa, dall'altro la Lega contro Salini. Con l'aria che tira difficile immaginare il pareggio. Crisi di Cda e si rimpasta con qualcuno che torna a casa. Scenario B: si prosegue, Foa chiede all in, vuole il TG1, la sede di Milano arricchita e potenziata, altri suoi uomini e donne "in quota" posizionati bene e Salini acconsente. Si "tira a Campari" con un pizzico di soda. Vedremo.

Ieri sera è andato in onda L'approdo condotto da Gad Lerner. Lo abbiamo visto, per poco, giusto il tempo di intuire e poi farci prendere da un abbiocco fenomenale. Forse, paradossalmente, ha ragione Salvini: con un programma del genere, lui vincerà nei secoli a venire. Una noia terrificante: la somma di tutti i luoghi comuni su la Lega e il suo capo ascoltati e letti mille volte. Ci torna in mente una frase detta recentemente dalla Borioni (cda in quota PD): il servizio pubblico deve smettere di attaccare Salvini a testa bassa. Cosa avrà voluto intendere? I nostri lettori di fede PD ci perdoneranno ma è sempre bene ricordare Nanni Moretti: con questi dirigenti non vinceremo mai!

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lunedì 3 giugno 2019

Armi Distrazione di Massa

Che palle !!! scusate l'eufemismo. Da settimane ci stanno bombardando con i vari fiorelli, fazi o conduttori da 69 mila euro. Il tutto condito da morali più o meno sofisticate sui compensi. Mai una gioia. Solo una tristezza infinita per essere costretti a leggere (fino ad un certo punto, mica ce l'ha ordinato il dottore) il nulla ripassato in padella. In questo senso ha buon gioco Salvini a fare gli editti bulgari o padani e magari trova anche chi gli da ascolto. Tra le reminescenze degli esami di Sociologia, una è rimasta impressa nella memoria: l'agenda setting, cioè la capacità di dettare i temi e i tempi del dibattito pubblico. Chi padroneggia quest'arma governa la scena ed è esattamente quanto sta avvenendo. Pochi, quasi nessuno, è in grado di fare altrettanto. 
Provate a cercare stamattina qualcosa di interessante sul tema Rai o Servizio Pubblico: niente, polvere, il vuoto pneumatico. Come se il virus della noia, dell'apatia, dell'indifferenza fosse ormai inarrestabile e negli occhi non rimane che un leggero bruciore di sonno incompleto.

Dietro questa cortina fumogena, in verità sembrano giocarsi le partite importanti. Fatte le debite proporzioni, la partita del Governo equivale a quella in Rai. Gli schieramenti (anche tra i nostri lettori) sono ben definiti: da una parte ci sono quelli che vorrebbero chiudere i conti, far saltare il governo, andare a nuove elezioni e poi vediamo chi comanda con i voti. Dall'altro lato coloro che temono questa possibilità perchè, con l'aria che tira, consegnerebbe il Paese, la Rai, i giardinetti, la parrocchia, la Croce Rossa etc pienamente nelle mani di Salvini e allora "tirano a Campari". 

Ecco come si legge tutta la partita Salini Foa (giovedi alle 8.30 in Vigilanza): l'attacco da parte Lega a Salini è uguale contrario a quello contro Foa ed ora si aggiunge una carta in più: la direzione del Tg1. Vuoi vedere che (i soliti complottisti) vedono nella partita l'imposizione di un uomo graditissimo alla Lega alla guida della testata? Vuoi vedere che il solerte parlamentare leghista che presenta mozioni in Vigilanza non partecipa altro che ad alzare la posta per un colpo più grosso? Dannati complottisti !!!

Pari pari succede nel palazzo di vetro ( e un pò di amianto) di Viale Mazzini: da una parte quanti  ritengono questa governance frutto di una legge sbagliata, impelagata con la politica forse più delle precedenti e quindi senza alcuna fiducia e "sperano"possano tornare alle loro civili abitazioni prima possibile. Da parte opposta quanti ritengono opportuno dare una chance a questo AD ritenendo che forse potrebbe costituire un tentativo di smuovere acque intorpidite. 

Ci dicono che in Rai gli estimatori del Piano industriale siano molto più numerosi di quanto si possa immaginare. Bene, fa piacere saperlo. Però si aggiunge: queste stesse persone sono pressochè ignorate, L'AD non dialoga con l'Azienda e i tempi sono drammaticamente lenti.  Vorremmo ma non potemmo (!!!). Tutti, in verità dimenticano incomprensibilmente che un qualsivoglia progetto, piano che sia, ha bisogno di certezze sui tempi, sulle risorse e sui criteri con i quali si intende applicarlo. Sui tempi nonostante sia esplicitata la road map, si tratta di una valutazione puramente concettuale, spesso fondata su presupposti tutt'altro che verificati (vedi sviluppo mercato pubblicitario). Per quanto riguarda le risorse, corriamo il rischio di diventare noiosi, ma la parte preponderante (il canone) non è una risorsa certa ed è sottoposta all'arbitrio illegittimo del governo di turno che decide motu proprio di tagliare, ridurre, sottrarre quanto e come vuole. Ci sono poi le risorse umane: da nessuna parte è stato indicato come, con quali criteri verranno scelte le persone incaricate di applicarlo: se questo principio vale per i vertiti e lo si applica a tutta l'Azienda la frana diventa valanga e per nessuno ci sarà certezza che le proprie capacità, esperienze e professionalità possano diventare un riconosciuto titolo di merito. Ti promuovo, ti do il premio o una categoria, ti assegno un ruolo perchè lo decido io e basta. Se funziona per i direttori può funzionare anche per l'ultimo dei dipendenti. Un principio è un principio, altrimenti verrebbe definito in altro modo.

ps: fra pochi giorni saremo vicini alle 30 mila visualizzazioni (oggi siamo ad oltre 29 mila) grazie !!! 
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sabato 1 giugno 2019

Servizio Pubblico e fantasmi

Oggi tante cose da dire. Una premessa: un attento e qualificato lettore dei questo blog ieri ci ha scritto sostenendo che spesso parliamo di vertici ai vertici quando invece l'Azienda è composta da tante altre persone. Ha ragione! chi vi scrive ha iniziato nel 1981 con una società di fornitura alla Rai al CPTV di Napoli e poco dopo il primo contratto a TD a Italia Sera, il primo infotainmet, e conosce benissimo questo mondo. In Rai lavorano oltre 13 mila persone più altre migliaia nell'indotto: circa 300 dirigenti, circa 1500 giornalisti e tante migliaia di operai, tecnici, impiegati insieme all'enorme numero di professionisti senza contratto nelle società esterne che gridano vendetta per le condizioni contrattuali a cui sono sottoposti. Sono l'altra parte del Servizio Pubblico reale, fisico, che garantiscono ogni giorno che Dio manda in terra la messa in onda di tv e radio. Lo sappiamo benissimo e non lo ignoriamo e quello che scriviamo è rivolto anzitutto a loro: il numero dei lettori del blog non viene solo dai vertici. Comunque, raccogliamo l'invito e ne teniamo conto. Grazie !!!

In ordine:

A) siamo con i commercianti di cannabis: almeno garantiscono la qualità e ci mettono al riparo da tanta gente che invece consuma cicoria ripassata in padella invece di erba buona, specie dalle parti di Viale mazzini.

B) Ieri in Banca d'Italia, il governatore Ignazio Visco, ha citato Elias Canetti: "nell'oscurità le parole pesano il doppio".

C) leggiamo dalle agenzie di stampa che un parlamentare leghista ha presentato una mozione  in Vigilanza per avere chiarimenti in merito ad un recente cambio di direzione e vuole conoscere i "criteri" con i quali sono state fatte le scelte dell'AD. Ci associamo: anche noi vorremmo sapere con quali criteri sono stati nominati, ad esempio, i direttori di rete e così via. Se per ogni direttore rimosso ci fosse un parlamentare che protesta di fronte a Montecitorio ci dovrebbe essere la fila. Poi, ci piacerebbe sapere dallo stesso parlamentare quanto tempo ha dedicato allo studio del Piano Industriale che pure in Vigilanza è stato presentato e non risulta sia intevenuto in merito. Proponiamo poi un encomio solenne per quei direttori passati, presenti e futuri che si precoccupano di avere un parlamentare che interviene in loro difesa. Che meraviglia: non ci facciamo mancare nulla . E' la politica bellezza !!! facciamocene una ragione.

D) ieri il consigliere Riccardo Laganà ha rilasciato una lunga dichiarazione dove si oppone, da solo, all'ennesimo editto su chi deve o non deve essere presente sugli schermi Rai e ribadisce la natura del Servizio Pubblico che, fino a prova contaria, appartiene ai cittadini che pagano il canone. Ovviamente, i colleghi della carta stampata, solitamente bene informati, non ritengono che questa sia una notizia e se ne guardano bene dal citarlo. Il testo integrale su :

https://www.primaonline.it/2019/05/31/290161/rai-lagana-salvini-non-rispetta-il-contratto-di-governo-e-punta-a-telebulgaria/

per il resto, ca va sans dire: stamattina solo acqua fresca.


Queste brevi note si legano tutte tra loro: la natura, la logica, l'essenza del Servizio Pubblico è nella sua stessa definizione, dove al centro c'è un'attività prestata da persone verso altre persone con i soldi pubblici. Ieri ce la siamo presa con i fantasmi, con coloro che sembrano esistere solo in zone oscure,  ombrose, silenziose. Quelli che non parlano sono quelli più preoccupanti. Confondono la loro afasia con la possibile connivenza o complicità. Il riferimento più immediato è ai componenti il Cda RAI dove alcuni tra essi brillano per particolare loquacità, capacità progettuale  valutazioni critiche o analitiche. Meno male che sono stati nominati da Camera e Senato ... scelti fior da fiore. Per alcuni è comprensibile... transeat ... ma altri??? Avvisate la Sciarelli.

Una valuazione a parte merita il Collegio Sindacale Rai che,  secondo la giurisprudenza consolidata è "tenuto “ad un controllo di legalità non puramente formale ma esteso al contenuto sostanziale dell’attività sociale e dell’azione degli amministratori allo scopo di verificare che le scelte discrezionali non travalichino i limiti della buona amministrazione”.  Per quanto risulta, la sua azione finora è stata sempre quella di garantire che gli atti del Cda siano a posto. "tutt' a posto???" "tutttt'aaa postooo !!!"


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