sabato 13 marzo 2021

Giulio Cesare e la Rai: l'attesa

In attesa del discorso di Enrico Letta in streaming su YouTube all’assemblea del PD, fenomeno mediatico di rilevante interesse, vi proponiamo una metafora.

Davanti al corpo di Giulio Cesare, sulla spianata del Foro, prima compare Bruto e declama: “… giudicatemi nella vostra saggezza, ed acuite il vostro ingegno affinché meglio possiate giudicare. Se vi è alcuno qui in questa assemblea, alcun caro amico di Cesare, a lui io dico che l’amore di Bruto per Cesare non era minore al suo. Se poi quell’amico domandi perché Bruto si sollevò contro Cesare, questa è la mia risposta: non che io amavo Cesare meno, ma che amavo Roma di più. Preferireste che Cesare fosse vivo, e morire tutti da schiavi, o che Cesare sia morto per vivere tutti da uomini liberi? In quanto Cesare mi amò, io piango per lui; in quanto la fortuna gli arrise, io ne godo; in quanto egli fu coraggioso, io l’onoro; ma in quanto egli fu ambizioso, io l’ho ucciso: vi sono lacrime per il suo amore, gioia per la sua fortuna, onore per il suo coraggio, e morte per la sua ambizione...”. Entra poi Antonio e sale sulla pubblica cattedra e anch’esso declama: “…io vengo a seppellire Cesare, non a lodarlo. Il male che gli uomini fanno sopravvive loro; il bene è spesso sepolto con le loro ossa; e così sia di Cesare. Il nobile Bruto v’ha detto che Cesare era ambizioso: se così era, fu un ben grave difetto: e gravemente Cesare ne ha pagato il fio. Qui, col permesso di Bruto e degli altri – ché Bruto è uomo d’onore; così sono tutti, tutti uomini d’onore – io vengo a parlare al funerale di Cesare. Egli fu mio amico, fedele e giusto verso di me: ma Bruto dice che fu ambizioso; e Bruto è uomo d’onore…”.  Provate ora a fare il gioco del cambio dei nomi e dei soggetti e provate ad immaginare cosa ne esce fuori.

Di questo testo, di questo libro, il Giulio Cesare di Shakespeare, ne sono un maniaco collezionista delle tante edizioni che ne sono state pubblicate e di alcune, relativamente rare, ne ho fatto dono a tanti amici, tutt’ora in posizioni di vertice a Viale Mazzini. È un testo fondamentale, sarebbe da imporre come obbligatorio sin dalle scuole materne: è un tutorial di relazioni umane,  un abbecedario di sociologia, una summa di psicoanalisi clinica, un Reader’s Digest da tenere sul comodino, un manuale delle Giovani marmotte per aspiranti Boy Scout.

                                                                  bloggorai@gmail.com

ps: a proposito del post di ieri sulle "amicizie" di Enrico Letta in Rai, un attento lettore ci segnala e ricorda un nome che ricorre spesso tra i candidabili alla succesione di Salini: Eleonora Andreatta, ora a Netflix 

 

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