sabato 30 luglio 2022


Care lettrici, cari lettori...
in campagna siamo in piena epoca di balle di fieno, più o meno come avviene a Roma dove però cambiano nome: Supercazzole.

Ieri ve ne abbiamo proposte alcune, oggi ci sono solo quelle de il Messaggero, Il Fatto e Il Foglio che si dilettano ad immaginare la futura Rai di destra e raccontano le parabole dei vari personaggetti che la animano.
Trattasi di Supercazzole di Serie B e quindi immeritevoli di attenzione.

Però, attenzione, la Supercazzola è sempre in agguato e quanto meno te l'aspetti .. zacchette ... ti arriva tra capo e collo.

Siate fiduciosi, rimanete sintonizzati e, male che vada, ci teniamo buone le SuperSupercazzole dei giorni scorsi (a partire dal Piano Immobiliare). Anche noi ci potremo mettere in modalità "Techedeche" e riproporre il meglio della Supercazzola Rai.

bloggorai@gmail.com 

 

venerdì 29 luglio 2022

le Supercazzole Rai n.1


Oggi è giornata calda di supercazzole e ci limitiamo solo a tenerne nota.

1. il Piano immobiliare approvato ieri in Cda: se anche gli altri problemi dell’Azienda avessero avuto  pari attenzione e unanimità oggi Bloggorai sarebbe bell’e chiuso da tempo e la Rai sana e florida come non mai. Della serie “non è mai troppo tardi”. Ma, per fortuna, ci sarà ben altro cui pensare. Tra “focus” e “fumus” non sappiamo decidere.

2. il “caso” Sangiuliano. Un “caso” ??? da quando in qua è una novità che il Tg1 è del Governo, il Tg2 alla destra (centro) e il Tg3 alla “sinistra” (sinistra???)?

3. La Rai e i riposizionamenti interni di “destra”: questa si che è una novità. Come se i Governi Berlusconi (do you remember una certa “struttura Delta” ?) non ci fossero mai stati. Come se i governi Gentiloni, Renzi etc  fossero passati inosservati … come se … come se …

4. Aldo Grasso si lamenta perché ritorna CartaBianca della Berlinguer mentre lascia il campo quel conduttore garbato, sereno e moderato che “faceva tanto bene”. Che peccato. A Grasso non gli va bene nulla.  Un vero peccato. La Tv strillata fa male, usare con moderazione.

Supercazzole di stagione … ancora c’è tempo per altre e, speriamo, migliori di queste.

Questa invece NON è una Supercazzola: secondo quanto riportato da Comscore e pubblicato da Prima, il sito RaiNews.it è al 37o posto nella classifica dei primi 100 media Total Digital Audience, giugno 2022. Auguri... dajeeeee . ce la faranno a risalire ... 

bloggorai@gmail.com

 

giovedì 28 luglio 2022

Rai: l'occhio della Tigre sul Piano Immobiliare

Foto di Lindsey Sewell da Pixabay
 Ci immaginiamo una scena fantastica: questa mattina, entrando in Sala Orsello, l’AD Rai, con il viso contratto e gli “occhi di tigre” come è d’uso in questi giorni si potrebbe essere rivolto ai consiglieri con parole gravi “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.” Dopo di che gli ha messo sotto il naso il famigerato Piano Immobiliare, prefigurando un futuro catastrofico dietro le loro spalle: “La Rai non sarà più la stessa se non provvediamo immediatamente ad installare i pannelli solari a Saxa Rubra e se non rifacciamo i pavimenti della sede di Ancona (tanto una vale l'altra)” ha detto con tono prima vibrante e poi ha aggiunto con tono raggiante “Il mercato Immobiliare si attende che circa 200 mln vengano ottenuti dalla valorizzazione degli immobili, non possiamo deluderlo, il Mercato è Mercato!!!” lasciandosi pure sfuggire sottovoce un volgarotto “ …echecaccchio !!!”.  Infine, per chiudere in bellezza l’Ouverture, potrebbe avere intonato con voce profonda “Da adesso in poi, nulla sarà più come prima… gli altri fattori abilitanti previsti dal Piano industriale possono attendere, saranno una passeggiata a confronto … avanti compagni … lunga è la strada .. stretta è la via ..dite la vostra che ho detto la mia”. Al che, i consiglieri attoniti e muti, sono andati a rivedere velocemente quanto avevano scritto pochi giorni addietro ed hanno avuto un sussulto e con un filo di imbarazzo possono aver pensato: ma, in verità avevamo detto che era necessario prima un confronto con le istituzioni? Al che, Lui risponde:  “Ehhhh va beh.. co ‘sti chiari de luna … stai a guardà er particolare… famo  un comunicato dove scrivemo che avemo …messo a conoscenza ahhh Commissione de Vigilanza e stamo apposssto”. Ahhhh, va beh!!!

Scherzi a parte,si fa per dire. Ieri abbiamo scritto che ci potrebbe essere una connessione tra “focus” e “fumus” sul Piano Immobiliare. Confermiamo! Il fumus in particolare si è evidenziato questa mattina  in tutta la sua bellezza per almeno un paio di buoni motivi.

Necessità ed urgenza del Piano Immobiliare??? Con quale ragionamento è stato stravolto l’ordine naturale di svolgimento delle nuove normazioni (Contratto di Servizio e Piano Industriale)? Quali sono i criteri che hanno imposto tanta celerità su questo aspetto subordinato del Piano Industriale? Stava per cadere in terra qualche tegola di qualche immobile? Qualche appartamento è stato richiesto a viva forza dal”mercato”? E, anzitutto, quale ordine di precedenza ha avuto il Piano Immobiliare su tutti gli altri “piani” che certamente non sono meno importanti: il primo e fondamentale è quello economico, è il “focus” più drammatico e si riferisce specificamente al canone. Silenzio totale!!! Abbiamo ancora nella memoria le dichiarazioni di Fuortes: “E' possibile avere finanziamento della Rai solo attraverso il canone, ma dovrebbe aumentare" rispetto agli attuali 90 euro” (Sole 24 Ore del 18 gennaio 2022) e poi la famosa scenetta in Vigilanza con il mitico duetto con la senatrice Fedeli “Dica lei cosa ne pensa …” e lui “No, dite voi”. Ma un bel “focus” sul canone no??? questa parolina pesa tanto sulla boccuccia di tante persone? Però il “focus” e l’urgenza del Piano Immobiliare  è altra cosa, vuoi vedere … tanto, come alcuni hanno sostenuto, prima o poi si doveva fare.

Non parliamo poi del “focus” editoriale e, in primo luogo, di quello relativo  all’informazione che forse è la parte più rilevante. Avete mai sentito dibattere di qualcosa del genere? Avete mai sentito porre dubbi sul numero dei canali non generalisti o sul numero delle testate giornalistiche ovvero sul numero dei giornalisti che l’Azienda impiega (vedi il caso RaiNews24  sul quale grava un macigno di silenzio grosso come una montagna)? Nessuna parola si ode dal fondo del corridoio del VII piano. Un sottile velo di silenzio e stizza si diffonde appena qualcuno si azzarda a toccare l’argomento. Però, nel frattempo, ci confermano che a Viale Mazzini, ingresso Cavallo, si sta predisponendo lo studio per la diretta di Damilano a settembre. Un bel “fumus”… se ne sentiva proprio l’esigenza (gli studi di Saxa Rubra sono alquanto fuori mano).

Vogliamo poi parlare del “focus” degli ascolti? Vogliamo fare un piccolo passaggio per l’ultimo Report di AuditelTotal Audience e ricordare ancora il gentile pensiero della presidente Soldi sul fatto che la Rai non fa servizio pubblico se continua a rivolgersi ad un pubblico per la stragrande maggioranza over 50?

Infine, vogliamo fare un piccolo passaggio sul “focus” tecnologico e chiedere come sta andando la transizione al DVB-T2? Date un occhio a quanto scritto su D-Day nei giorni scorsi: “Negli ambienti dei broadcaster starebbe emergendo la "tentazione" di lasciare tutto com'è ed evitare un'ulteriore emorragia di spettatori”. Lo abbiamo scritto in epoca non sospetta, da oltre due anni: è la Rai che potrebbe soffrire di più da questo processo. Pensate che ci sia stato qualche “focus” sul tema? a noi non risulta…

Che dire oltre? si, manca un dettaglio, una pagliuzza: che ne sarà del "piano" Rai Way? ci dicono che ci potrebbe essere qualche "problemino" ... magari si può sempre fare un "focus" che poi "si farà avere in Vigilanza" ..tanto 'mo nun ce sta nessuno!!!!

bloggorai@gmail.com

Rai: l'occhio di Tigre sul Piano Immobiliare

Foto di Koltrein da Pixabay

Ci immaginiamo una scena fantastica: questa mattina, entrando in Sala Orsello, l’AD Rai, con il viso contratto e gli “occhi di tigre” come è d’uso in questi giorni si potrebbe essere rivolto ai consiglieri con parole gravi “Io ne ho viste cose che voi umani non potreste immaginarvi: navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.” Dopo di che gli ha messo sotto il naso il famigerato Piano Immobiliare, prefigurando un futuro catastrofico dietro le loro spalle: “La Rai non sarà più la stessa se non provvediamo immediatamente ad installare i pannelli solari a Saxa Rubra e se non rifacciamo i pavimenti della sede di Ancona (tanto una vale l'altra)” ha detto con tono prima vibrante e poi ha aggiunto con tono raggiante “Il mercato Immobiliare si attende che circa 200 mln vengano ottenuti dalla valorizzazione degli immobili, non possiamo deluderlo, il Mercato è Mercato!!!” lasciandosi pure sfuggire sottovoce un volgarotto “ …echecaccchio !!!”.  Infine, per chiudere in bellezza l’Ouverture, potrebbe avere intonato con voce profonda “Da adesso in poi, nulla sarà più come prima… gli altri fattori abilitanti previsti dal Piano industriale possono attendere, saranno una passeggiata a confronto … avanti compagni … lunga è la strada .. stretta è la via ..dite la vostra che ho detto la mia”. Al che, i consiglieri attoniti e muti, sono andati a rivedere velocemente quanto avevano scritto pochi giorni addietro ed hanno avuto un sussulto e con un filo di imbarazzo possono aver pensato: ma, in verità avevamo detto che era necessario prima un confronto con le istituzioni? Al che, Lui risponde:  “Ehhhh va beh.. co ‘sti chiari de luna … stai a guardà er particolare… famo  un comunicato dove scrivemo che avemo …messo a conoscenza ahhh Commissione de Vigilanza e stamo apposssto”. Ahhhh, va beh!!!

Scherzi a parte,si fa per dire. Ieri abbiamo scritto che ci potrebbe essere una connessione tra “focus” e “fumus” sul Piano Immobiliare. Confermiamo! Il fumus in particolare si è evidenziato questa mattina  in tutta la sua bellezza per almeno un paio di buoni motivi.

Necessità ed urgenza del Piano Immobiliare??? Con quale ragionamento è stato stravolto l’ordine naturale di svolgimento delle nuove normazioni (Contratto di Servizio e Piano Industriale)? Quali sono i criteri che hanno imposto tanta celerità su questo aspetto subordinato del Piano Industriale? Stava per cadere in terra qualche tegola di qualche immobile? Qualche appartamento è stato richiesto a viva forza dal”mercato”? E, anzitutto, quale ordine di precedenza ha avuto il Piano Immobiliare su tutti gli altri “piani” che certamente non sono meno importanti: il primo e fondamentale è quello economico, è il “focus” più drammatico e si riferisce specificamente al canone. Silenzio totale!!! Abbiamo ancora nella memoria le dichiarazioni di Fuortes: “E' possibile avere finanziamento della Rai solo attraverso il canone, ma dovrebbe aumentare" rispetto agli attuali 90 euro” (Sole 24 Ore del 18 gennaio 2022) e poi la famosa scenetta in Vigilanza con il mitico duetto con la senatrice Fedeli “Dica lei cosa ne pensa …” e lui “No, dite voi”. Ma un bel “focus” sul canone no??? questa parolina pesa tanto sulla boccuccia di tante persone? Però il “focus” e l’urgenza del Piano Immobiliare  è altra cosa, vuoi vedere … tanto, come alcuni hanno sostenuto, prima o poi si doveva fare.

Non parliamo poi del “focus”editoriale e, in primo luogo, di quello relativo  all’informazione che forse è la parte più rilevante. Avete mai sentito dibattere di qualcosa del genere? Avete mai sentito porre dubbi sul numero dei canali non generalisti o sul numero delle testate giornalistiche ovvero sul numero dei giornalisti che l’Azienda impiega (vedi il caso RaiNews24  sul quale grava un macigno di silenzio grosso come una montagna)? Nessuna parola si ode dal fondo del corridoio del VII piano. Un sottile velo di silenzio e stizza si diffonde appena qualcuno si azzarda a toccare l’argomento. Però, nel frattempo, ci confermano che a Viale Mazzini, ingresso Cavallo, si sta predisponendo lo studio per la diretta di Damilano a settembre. Un bel “fumus”… se ne sentiva proprio l’esigenza (gli studi di Saxa Rubra sono alquanto fuori mano).

Vogliamo poi parlare del “focus” degli ascolti? Vogliamo fare un piccolo passaggio per l’ultimo Report di AuditelTotal Audience e ricordare ancora il gentile pensiero della presidente Soldi sul fatto che la Rai non fa servizio pubblico se continua a rivolgersi ad un pubblico per la stragrande maggioranza over 50?

Infine, vogliamo fare un piccolo passaggio sul “focus” tecnologico e chiedere come sta andando la transizione al DVB-T2? Date una quanto scritto su D-Day nei giorni scorsi: “Negli ambienti dei broadcaster starebbe emergendo la "tentazione" di lasciare tutto com'è ed evitare un'ulteriore emorragia di spettatori”. Lo abbiamo scritto in epoca non sospetta, da oltre due anni: è la Rai che potrebbe soffrire di più da questo processo. Pensate che ci sia stato qualche “focus” sul tema? a noi non risulta…

Che dire oltre? si, manca un dettaglio, una pagliuzza: che ne sarà del "piano" Rai Way? ci dicono che ci potrebbe essere qualche "problemino" ... magari si può sempre fare un "focus" che poi "si farà avere in Vigilanza" ..tanto 'mo nun ce sta nessuno!!!!

bloggorai@gmail.com

 

Sorpresa


Dopo aver letto l'articolo del 24 Ore sul Piano Immobiliare che 
il Cda potrebbe votare oggi-...
vedi lettera aperta di Bloggorai ai Consiglieri di ieri...
dopo aver sentito dire che "...da tempo si doveva fare"
... ci siamo convinti ...
'sto Piano sa' da fa !!!

Amen!

 

mercoledì 27 luglio 2022

Lettera aperta ai Consiglieri Rai: tra "focus" e "fumus"


 

Gentili Consiglieri di Amministrazione Rai,

come vi è ben noto, la Legge vi assegna notevoli responsabilità nel difficile compito di gestione del Servizio Pubblico. Ve le assegna in forma dettagliata e formale, ma anche in forma indiretta per quanto attiene l’onere “morale” di tutelare un prezioso bene collettivo e gli utenti del servizio che la Rai eroga in cambio di un canone pagato obbligatoriamente dai cittadini.

Per quanto noto, domani vi potrebbe essere sottoposto al voto il solo Piano Immobiliare come parte del Piano industriale. Sempre che non si voglia forzare ulteriormente l’iniziativa proponendo il voto complessivo sui due Piani.  Potrebbero essere utili alcune riflessioni con l’auspicio che il voto di domani possa rispondere pienamente alla premessa di cui sopra.

1. Avete scritto nella lettera inviata recentemente all’AD e alla Presidente che “…facendo presente di condividere l'urgenza del via  libera al piano immobiliare per l'impatto sulla sicurezza, sulle  condizioni dei lavoratori e sulla sostenibilità finanziaria e  ambientale, ma anche di ritenere necessaria una condivisione ampia con sindacati e istituzioni sia sul piano immobiliare che su quello  industriale”. C’è un “anche” che dovrebbe sottolineare un punto fermo della vostra azione: il doveroso confronto con le Istituzioni che, purtroppo, ancora non è avvenuto.  Non si tratta di una “carenza” irrilevante: come vi è ben noto, le Istituzioni sono il vostro editore, rappresentano il Parlamento e quindi i cittadini. Non è irrilevante fare “occasionalmente” a meno delle Istituzioni approfittando della grave crisi che si è determinata.

2. E’ stato detto e ripetuto più volte in autorevoli sedi (vedi il recente Convegno CNEL) e non ultimo nel documento  che la Presidente Soldi avrebbe letto in Vigilanza nell’Audizione (poi saltata) dello scorso 21 che “ … per una particolare coincidenza di tempi, ci si presenti l’occasione di allineare e far agire sinergicamente piani di azione diversi, che riguardano il futuro dell’azienda. Uno di questi, del tutto cruciale, è il Contratto di Servizio”. Nella stessa occasione si doveva presentare il documento “Piano Industriale 2023-25 e Focus sul Piano Immobiliare” dove si legge chiaramente (pag. 8) che “Il Piano prevede in parallelo una profonda evoluzione di tutti i principali Fattori Abilitanti: immobiliare, etc.” Si tratta dunque di un “fattore abilitante” correlato e subordinato a tutta l’architettura dello stesso Piano. Non si comprende quindi la sua estrapolazione e centralizzazione non solo rispetto agli altri ”fattori abilitanti” che pure hanno notevole peso ed incidenza (risorse umane) ma anche rispetto ad altre possibili iniziative gestionali di non minore importanza di cui più avanti proponiamo una riflessione.  

3. Per quanto detto prima il Contratto di Servizio è la doverosa cornice entro la quale disegnare il Piano industriale. Come ampliamente noto, l’iter della sua approvazione era già lungo e tormentato prima della crisi politica e potrebbe esserlo oggi ancora di più, in considerazione della oggettiva debolezza di interlocuzione con le istituzioni competenti. Si realizza dunque un corto circuito che rende difficile immaginare che si possa porre mano alla soluzione dei gravi problemi Rai a partire dalla coda e non dalla testa. Vi è bene noto che la prima e forse più rilevante “emergenza” del Servizio Pubblico si riferisce al canone, risorsa fondamentale sulla quale, al momento, gravano minacce importanti sul suo futuro. Come è stato osservato dalle Organizzazioni Sindacali ai quali è stato presentato il Piano “ … il vero punto interrogativo di tutto il Piano Industriale illustrato, è la assoluta mancanza di certezza delle risorse che dovrebbero finanziare questo ambizioso programma. A domanda specifica, l’Amministratore Delegato non è stato in grado di dare risposte certe relativamente alla permanenza del Canone in bolletta…”. Si osserva che mentre sul Piano Immobiliare si accende un "focus" al contrario sul tema canone  si osserva il “fumus”.  Vedi pure le recenti notizie su quanto avvenuto in Francia e su quanto avverrà il prossimo anno in Gran Bretagna.

4. Come vi bene noto, l’Azienda vive non di solo conti e finanza ma anche di contenuti e proposte editoriali che pure hanno notevolissimi riflessi sulla gestione economica. Come vi è benissimo noto e come la Presidente ripete costantemente, la Rai ha l’obbligo di rivolgersi a tutti i cittadini e non solo alle fasce più “mature” come ormai sembra consolidarli la tendenza (vedi ultimo Report AuditelTotalAudience). Si tratta quindi di evidenziare e concentrare energie e attenzioni che invece non emergono pubblicamente. Non si è a conoscenza di un “focus” informazione che pure è certamente un ambito che assorbe risorse pregiate in termini umani ed economici. Non è dato sapere nulla di un “focus” editoriale che possa prevedere (come è chiaramente scritto all’art.25 del Contratto di Servizio tutt’ora in vigore) la possa prevedere la “rimodulazione del numero dei canali non generalisti”.

Gentili Consiglieri, è comprensibile sostenere che il Piano Immobiliare possa rispondere a criteri di “ … impatto sulla sicurezza, sulle  condizioni dei lavoratori e sulla sostenibilità finanziaria e  ambientale”. Ma si tratta di legittimi e condivisibili criteri che sono presenti “a priori” ovvero sempre e comunque, indipendentemente da un “focus” specifico che li vorrebbe separare dal loro contesto della gestione ordinaria aziendale e ancor più collegato a dinamiche esterne all’Azienda (mercato Immobiliare in primo luogo) che lo rendono di non facile ed immediata attuazione.  

Con l’auspicio di aver potuto dare un piccolo contributo utile al buon fine delle scelte che vi accingete a compiere, un cordiale saluto

Bloggorai

Rai: le minchiate occulte e quelle palesi


C’è ancora il Covid? Passi, che vuoi che sia! Dopo Draghi arriveranno le cavallette? E va beh … passeranno pure loro. Fa caldo? Ma si…fra poco tornerà il fresco. Si capisce tutto ma come è possibile invece che per la minchiata qualunque si scrivono fiumi di inchiostro e si consumano batterie di tastiere e non c’è un poveraccio di parlamentare (con o senza corrente) della Vigilanza o di qualsiasi altra Commissione, un Commissario a scelta (magari AgCom), un pincopallo di AD …sia pure di Mediaset  o lo stesso Cairo, come pure un consigliere di amministrazione a scelta, un giornalista/sindacalista/convegnista sia pure populista o un/una giornalista semplice, uno/a qualsiasi tra quelli che sanno tutto di Rai e dintorni, che abbia colto la notizia più importante di questo quarto di stagione: la Francia, come pure noi abbiamo scritto, ha abolito il canone Tv. Il Manifesto ha scritto “Non mancano le voci di chi sostiene che la misura, voluta dai partiti di centro e di destra, sia un atto inteso a indebolire e in futuro smantellare l’informazione pubblica”. Chissà mai chi vincerà le prossime elezioni in Italia? Però, per cortesia e gentilezza, risparmiateci la litania “se c’era ancora Draghi non sarebbe successo” almeno per decenza e buon senso.

Ora, non dico tanto riportare solo la notizia che pure sarebbe stato utile, ma uno straccio di commento, di valutazione o … non sia mai detto ... di proposizione, di proposta è così difficile da tirare fuori? Tanto per capirci: in Francia l’iniziativa del Governo ha sollevato un dibattito intorno  a come si potrà supplire al venir meno del canone e il Partito Socialista e France Insoumise hanno proposto di trasformare in canone in una specie di imposta progressiva basta sul reddito. È una buona idea? Non lo so ma di certo è una buona occasione per dibattere e trovare una soluzione. Invece, da noi, l’argomento Canone che pure è la minaccia più grave e drammatica per il futuro della Rai non suscita nemmeno la puzzetta di un criceto in letargo. Sorge spontanea una domanda: perché? Semplice ignoranza? Non sono informati? Sottovalutazione del problema? Distrazione da “benaltrismo”??? fatto sta che tacciono tutti, colpevoli e complici.

A proposito: domani è previsto un Cda a Viale Mazzini dove , pare, sembra, dicono, si vorrebbe approvare un Piano qualsiasi, basta che si approvi qualcosa. Sommessamente, moderatamente, rileggiamo quanto scritto dai quattro consiglieri Laganà, Di Majo, Bria e Agnes non più tardi di una paio di settimane or sono:  “La delibera sul Piano Immobiliare avvenga  dopo un confronto con i sindacati e la Commissione parlamentare di  Vigilanza Rai…ma anche di ritenere necessaria una condivisione ampia con sindacati e istituzioni sia sul piano immobiliare che su quello  industriale”. Ora, per una parte il confronto con le parti sociali c’è stato ma quello con le Istituzioni certamente NO. E allora? Come la mettiamo? Facciamo finta che un giorno ci sarà e nel frattempo ci portiamo avanti il lavoro? Se mai un giorno la Vigilanza dovesse mai convocarsi l’AD potrà sempre dire: scusate ma visto l’interesse supremo dell’Azienda incombeva .. non potevano restare silenti e inoperosi ..come se questo argomento fosse una cosa nuova. E poi, per quanto riguarda il collegamento e Contratto di Servizio, Piano industriale e subordinato Piano Immobiliare ..chissenefrega …beato chi avrà un occhio. Se magari, domattina, trovassero 5 minuti 5 per occuparsi di canone e provare a dire qualcosa sarebbe cosa buona e giusta.

Infine due osservazioni sulla forza delle immagini e delle parole. Ieri il segretario del PD ha incontrato Di Maio (o quel che resta di lui) nella sede dell’Arel (storico luogo della gloriosa DC). Se volva dare un “segnale visivo” della scelta di campo che si intende compiere è tutto molto chiaro (il Nazareno è troppo ‘de sinistra). Poi: Enrico Letta è stato nominato “front runner” del suo partito/coalizione o che dir si voglia. Ma perché “front runner” e non semplicemente “capolista” o candidato Capo del futuro Governo? Chissà, forse ottiene più “like” follower o faccine da Instagram? A noi sfugge qualcosa, siamo rimasti alla vecchia scheda elettorale dove, più o meno, si esprime un colore, quale che esso sia, e un nome, quale che esso sia.

bloggorai@gmail.com


 

martedì 26 luglio 2022

Rai: lo SCOOP e la Mandrakata




La scorsa settimana, sul far della sera, si stava consumando il cosiddetto “Draghicidio”. Il giorno precedente, un signore che la sapeva lunga, aveva previsto: “Assolutamente sereno. Domani sarà una bella giornata, ne sono sicuro”. Un vero Profeta inascoltato. Se le sorti del PD sono nelle sua mani… sicuro che può stare sereno.

Se non che, quella stessa sera, si stava apparecchiando un appuntamento importante per la Rai: il giorno successivo, alle 8 del mattino, era prevista la famigerata audizione in Vigilanza Rai dove l’Ad avrebbe dovuto illustrare la sua visione del nuovo Piano Industriale e del collegato (subordinato) Piano Immobiliare. Era tutto pronto e i documenti erano stati già inviati a San Macuto. Se non che, lungo la strada, al povero corriere incaricato del trasporto da Viale Mazzini, complice il caldo, gli cade una busta dalla cesta e un nostro lettore, fortunosamente, la trova. E cosa ci trova dentro? Il discorso della Presidente Soldi e le slides che Fuortes  avrebbe presentato ai parlamentari della Vigilanza. Il nostro lettore ha pensato “Si tratta di Cosa Pubblica visto che è destinata ai parlamentari e allora, tanto vale dare un contributo alla sua pubblicità”.  Cosi i due documenti finora debitamente occultati, sono arrivati fino a noi. Grazie lettore !!!   

Eccoli:






Se non che, ora si corre il serio rischio che possa avvenire una delle più formidabili mandrakate (*) della storia della Rai. È stato detto e ripetuto fino alla noia che 1: Contratto di Servizio e Piano Industriale dovevano viaggiare insieme e 2) che prima di approvarlo in Cda sarebbe stata necessaria una presentazione in Vigilanza (non è previsto un voto).  Ora si da il caso che alla fine del famoso 20 luglio, intorno alle 20, si viene a sapere che la Vigilanza del giorno successivo è stata sconvocata e nessuno oggi è in grado di sapere se e quando mai potrà essere riconvocata.

Dunque, il necessario e dovuto passaggio “istituzionale” del Piano non è avvenuto e non si sa se e quando mai potrà avvenire. Ciononostante, forse, pare, dicono, che il prossimo 28 il Cda Rai potrebbe votare almeno il suo derivato complementare, il Piano immobiliare del valore esatto di 465 mln (investimenti cumulati 2023-31). Importante osservare che il documento prevede che “Il Piano prevede in parallelo una profonda evoluzione di tutti i principali Fattori Abilitanti: immobiliare, risorse umane, tecnologie ed organizzazione” cioè, se intendiamo bene l’italiano, che  il “piano immobiliare” sia un “fattore abilitante” del Piano industriale, ovvero che questo sia la cornice del secondo e non viceversa. Sempre che intendiamo bene l’italiano mancano almeno due passaggi: anzitutto quello “istituzionale”. Non è che visto che in parlamentari sono in tutt’altre faccende affaccendati, si approfitta del momento per fare il colpaccio e intestarsi un colpetto sempre utile per dire “abbiamo fatto qualcosa”??? Il secondo passaggio che manca e la contestualizzazione del Piano industriale con il nuovo Contratto di Servizio che, purtroppo, giocoforza, non sarà certo questo Governo ad occuparsi non configurandosi certo come “ordinaria amministrazione”.

Adesso non ci resta che attendere che passa la calura per metterci a studiare le 20 pagine del documento:  10 slides dedicate alle linee guida, in parte già note e da noi pubblicate,  e le altre 10 al “focus” sul Piano Immobiliare.  Ad una prima lettura, ci sono molte osservazioni meritevoli di attenzione. Il testo della Presidente Soldi, in verità, non ne merita più di quanto già non gli è stata data: il suo testo ripete argomenti già noti, a partire dal teorema sulla composizione del pubblico Rai:  “… la Rai ha un pubblico con una età media di oltre 63 anni sui canali lineari, non intercetta regolarmente il pubblico sotto i 55 anni ed è tendenzialmente sconosciuta al pubblico sotto ai 20 (eccetto Sanremo e a volte lo sport). Non possiamo dire di essere un servizio pubblico per tutti, se escludiamo questa fetta di popolazione. Per raggiungere tutti gli utenti, tutti i cittadini, dobbiamo assolutamente trasformarci in una media company digitale” … Nulla di nuovo, appunto… la Media company digitale … un grande futuro dietro le spalle della Rai: quante volte abbiamo sentito questo nobile proposito?

bloggorai@gmail.com


(*)  "mandrakata": "Definita come una “trovata ingegnosa che permette di risolvere una situazione difficile”, la mandrakata ha assunto anche il significato di “furbata” e “imbroglio”. Ha insomma una connotazione non del tutto positiva, anche se il carattere goliardico che sta alla base del suo significato la rende utilizzabile in svariate situazioni, anche diverse da quella di origine. Ma se la “mandrakata” è la furbata per eccellenza, chi è “mandrake”, il suo autore?

https://www.fanpage.it/

La Rai con l'occhio della Triglia


ATTENZIONE!!! Rimanete sintonizzati, molto sintonizzati … più tardi ci sarà un secondo e importante Post!!! Prendetevela comoda e muntevi di carta e penna !!! Nel frattempo … abbiamo ricevuto un interessante contributo da parte di un attento lettore che volentieri pubblichiamo:

Caro Bloggorai, che differenza c’è tra gli occhi della tigre e quelli della triglia? Può essere utile un piccolo vademecum  sempre buono per  “cercare la luce” con gli occhi giusti.

Lista Democratici e progressisti: con Bersani e Speranza (volendo pure Verdi di Angelo Bonelli e con Sinistra italiana di Nicola Fratoianni .. ma non spingiamo tanto aventi altrimenti diventa “de sinistra” . Fuori dalle palle  i “populisti” vigliacchi e traditori della classe operaia !!!! avanti popolo alla riscossa (???). In corso un dilemma esistenziale, uno psicodramma collettivo:  perdere da soli o in compagnia?

Lista “Centro Destra – (in senso di meno) la Destra”: fino a Berlusconi e Salini ci si può scommettere che ce la faranno ma oltre non si garantisce. La Meloni (Destra Destra) a farsi infinocchiare dal vecchio volpone non ci stà: se vinco io governo io. Berlusca: se vinci tu governo io. Tiè!!!

Lista Conte (senza agenda, solo 9 punti). Dipende se con o senza il doppio mandato.  Dipende se con o senza Di Battista. Dipende se con o senza l’appoggio di Grillo … dipende … de che depende ??? de che depende???

Lista Insieme per il futuro: Di Maio (ovvero quel che resta di lui) con il sindaco di Milano Beppe Sala e , se necessario, con il Centro democratico del sottosegretario Bruno Tabacci. Si valuterà la possibilità di allargare a …chi c’è …c’è… giusto per fare numero perché pure quello sarà un problema.

Lista Agenda Draghi, non si capisce bene di cosa si tratta ma … comunque potrebbe (forse) vedere imbarcati il presidente della Liguria Giovanni Toti, ovvero il capolista di Italia al Centro, e si valuterà la possibilità di imbarcare gli orfani di Berlusconi…  Brunetta e Gelmini e, se necessario e possibile, forse anche Carfagna.

Non è una lista ma vorrebbe che lo fosse quella di Italia Viva che, per non essere al di sotto delle aspettative ha convocato una Leopolda (e perché no una Giuseppa). Magari si aspetta che qualcuno confluisca: gli scappati ‘de casa non mancano. I sondaggi sono confortanti: siamo sempre al di sotto del 3%.

Non è una lista ma vorrebbe che lo fosse pure quella di Calenda che ieri ha appena presentato "Patto Repubblicano" insieme  con +Europa. Una solida pattuglia di esperti parlamentari: Bonino, DallaVedova etc… una garanzia di stabilità. La Gelmini ha subito risposto: “Calenda …io ci sono” poi … vedremo.. magari qualcuno offre di più (visibilità, si intende!!!). i sondaggi anche qui sono confortanti: siamo sempre intorno al 3%.

Attenzione! Ci potrebbe essere pure una “lista Mattarella” ovvero una  Agenda Mattarella… ovvero una Agenda Draghi ovvero una lista dei volenterosi, laboriosi, generosi, magnifici rettori, liberali, atlantisti, europeisti,  gente perbene ed educata, moderati, fini intellettuali e rappresentanti di categorie varie e affini (astenersi perditempo o nullafacenti). Non ci sono ancora nomi di rilievo, però basta pazientare alcuni giorni, magari qualche altro scappato ‘de casa che non aderisce alle liste di cui sopra lo si trova sempre in giro. Qualcuno si interroga se si tratta di “popolo”.

Attenzione bis: notizia last minute di ieri sera. Ci potrebbe essere una nuovissima lista Cal-Zi (versione Calenda) oppure Ren-Ca (in versione Renzi). Uno dei due ha smentito la notizia ma non sappiamo ancora chi. Ci vuole pazienza, sono giovani: necessario prima capire se sono a destra, al centro o al centro destra. I due non sono e non si trovano simpatici nemmeno tra se stessi, figuriamoci insieme. Anche loro potrebbero avere un’Agenda e magari pensano che si potrebbe riesumare Draghi come Presidente del Consiglio… così tanto per far girare le balle a Letta che magari, chissà, dovesse mai vincere potrebbe fare ancora il Premier.

In attesa di nuove notizie su altre coalizioni possibili e immaginabili, un cordiale saluto.

Grazie lettore anonimo… ne terremo conto

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lunedì 25 luglio 2022

La Rai con gli occhi della Tigre


Il calendario cinese ci informa che il 2022 è l’anno della Tigre: “L’energia che la Tigre porta è quindi estremamente vivace, veloce, mutevole; molto diversa dal ritmo lento e cadenzato del Bue che ormai ci sta salutando. Quest’anno quindi sarà caratterizzato da cambiamenti inaspettati e sviluppi imprevedibili, sarà un anno intenso e senza mezze misure”. Brrrrrrr .. che pauraaaa!!!!

Quando si parla di Paese (Italia) viene in mente la scenetta con Vittorio De Sica e Tina Pica dove lui dice a lei “ … e chi è ‘sta gente?” e lei, con un ampio gesto delle mani che ruotano intorno “ .. la gente … la gente …”. Cioè tutti, cioè tutto. Se dici “Paese” sei un prode patriota, se dici invece “gente” sei un volgare populista. Ora che siamo entrati nel pieno della competizione politica, il compito del “randello” narrativo  sarà assegnato alla televisione che dovrà tradurre in immagini il “sentir comune” che i partiti intendono veicolare. La stampa, in queste circostanze, non ha e non potrà mai avere la stessa potenza delle immagini. In assenza, equivalenza o eguaglianza di programmi (chi si potrà non dire a favore degli “interessi del Paese”, chi si potrà non dire “a tutela delle fasce più deboli, chi si potrà non dire a favore dei “giovani”) potrà essere il “profilo empatico” dei personaggi che compariranno sulla scena a prevalere più che la loro “fantasmica agenda Draghi”.  

La Rai è entrata, per paradossale che possa apparire, da un lato nella zona d’ombra dove non trova più i suoi interlocutori istituzionali (salvo incontrarli privatamente a cena, vedi Orlando/Bria) e dal lato opposto nella zona di luce che gli verrà dal suo “posizionamento” relativamente vantaggioso sul fronte della sua interlocuzione pubblica, istituzionale con un distinguo: può essere tallonata da presso dalla concorrenza che da tempo ha affilato le armi e non sarà in finestra.   

È appena iniziata la Grande guerra delle parole, delle frasi fatte, dei luoghi comuni che ci accompagnerà nei prossimi giorni e settimane. Ieri abbiamo letto un titolo “La caduta del governo penalizza i più poveri”. Non citiamo l’autore per stima e rispetto ma magari, chissà, forse avrà pure ragione ma è possibile che gli sia sfuggito l’ultimo Report Istat del 16 giugno dove si legge che “Nel 2021, sono in condizione di povertà assoluta poco più di 1,9 milioni di famiglie (7,5% del totale da 7,7% nel 2020) e circa 5,6 milioni di individui (9,4% come l’anno precedente). Pertanto, la povertà assoluta conferma sostanzialmente i massimi storici toccati nel 2020, anno d’inizio della pandemia dovuta al Covid-19. Per la povertà relativa l’incidenza sale all’11,1% (da 10,1% del 2020) e le famiglie sotto la soglia sono circa 2,9 milioni (2,6 milioni nel 2020)”. Non è chiaro se con il Governo Draghi i poveri stavano meglio prima o staranno peggio dopo. Il “paese Italia” è l’unico in Europa dove salari sono mediamente diminuiti invece di crescere (-2,9) mettendoci nell’ultima posizione in classifica dove ai primi posti i salari sono cresciuto mediamente a due cifre. E così via: “I Partiti giocano. Il Paese affonda”. E già perché invece prima “galleggiava” in un brodo di giuggiole. Ancora: altro che l’inflazione, è stata ed è la speculazione dilagante e inarrestabile che ha portato i prezzi al consumo a livelli drammatici e i prezzi al consumo non sono aumentati improvvisamente il 20 luglio. I vari Pronti Soccorsi delle grandi città (Roma e Napoli) non sono in crisi dal 20 luglio ma da mesi, anni, senza che nessun brillante ministro della Sanità intervenisse.

Dunque, ora siamo nel pieno del “Mai più con …” ovvero “Mani russe sulla caduta di Draghi” ovvero “il campo largo ora è un camposanto” ovvero “guardiamo con attenzione”  ovvero “siamo sempre pronti al dibattito e al confronto” ovvero “è iniziata la corsa al centro” ovvero “Mattarella è la nostra garanzia” ovvero “i populisti porteranno le cavallette … è tutta colpa loro” ovvero “la crisi peserà sulle scelte della BCE” e così via trotterellando.

Cercheremo nei prossimi giorni di collezionare le frasi più importanti ovvero le supercazzole di particolare rilievo. Vedi oggi sulle copertine dei quotidiani:  

“Il rebus Calenda che agita il PD”. (Corriere). Il rebus? Da quando Calenda è diventato un rebus piuttosto che una certezza? “Destra, volano gli stracci” e si legge “Rampelli (FdI):ma il Ppe lo sa che Tajani era monarchico?” (Repubblica)… già ,ma il Pd lo sa che Gentiloni era un fervente marxista leninista maotsetungpernsiero? “Questa destra può governare?” e si legge “Salvini vuole tornare al Quirinale” (La Stampa). Se era per così poco si poteva evitare la crisi di Governo … o no? La Lega lo aveva anche chiesto con la sua mozione. Il premio al titolo di prima pagina più fascinoso: “I camaleonti non sono tigri. Letta: è l’ora delle alleanze”. Francamente, Enrico Letta con l’occhio di tigre si fatica ad immaginarlo, non parliamo poi di Franceschini. Ci aspettiamo di vedere pure Fuortes con l’occhio di tigre. Auguri!

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sabato 23 luglio 2022

Rai: ora o mai più ??? Foto di famiglia che è meglio non vedere

Foto di Alexandra_Koch da Pixabay

Il potere delle immagini è devastante e lo è molto più di mille discorsi. Ne abbiamo parlato più volte (anche recentemente con la foto dei "congiurati" sotto Viale Mazzini). Ieri abbiamo aggiunto un’altra foto all’album di famiglia Rai destinata ad entrare nella storia e presto ne dovremmo aggiungere ancora un’altra che merita pari attenzione. Premessa: da che mondo è mondo il Governo dialoga con la Rai e viceversa. Tutto questo avviene nelle forme rituali, istituzionali e palesi e, ancora di più, sottobanco ovvero auhmm .. auhmmm. Succede poi che ognuno è libero di andare a pranzo con chi gli pare, dove e quando vuole. Succede pure che chi riveste cariche pubbliche, rilevanti, si presume debba avere una certa “accortezza” e sensibilità del supporre che alcune rappresentazioni sceniche forse pure di carattere privato diventano necessariamente di rilievo pubblico. Ignorare questo principio, elementare quanto banale può essere letto in due soli semplici modi: me ne frego… oppure lo so bene e intendo inviare un messaggio.

Allora, è successo che ieri Il Tempo ha riferito la notizia (e Dagospia ha pubblicato la foto) di una cena tra il ministro del lavoro Orlando (PD) e la consigliera Rai Bria (PD). Da ritagliare e incorniciare. Proprio nel mentre e nel quando si dibatte (sic!!!) sull’autonomia del servizio Pubblico dal Governo (doppio sic !!!) Eccoteli li due personcine che, casualmente, si fanno trovare attovagliati a tavola. Si può sempre supporre che siano vecchi amici da tempo, che hanno frequentato la Scuola delle Frattocchie del vecchio PCI e, prima ancora le elementari dalle Orsoline. Meritano altro spazio? Forse anche no… la foto però la custodiamo gelosamente. facciamo fatica a non pensare ad una foto che nessuno ha mai potuto scattare ma che tutti hanno "visto" raccontata e che, nel merito e nel contenuto, gli potrebbe somigliare: quella di Enrico Letta che ala vigilia della crisi di Governo, sottobanco, auhmm auhmm, va a "salutare" Draghi a Palazzo Chigi.

Se non che la notizia del giorno è altra e per Bloggorai ben più rilevante. Se non che è probabile che sarà necessario incollare un’altra foto storica nell’Album di famiglia Rai. La stessa consigliera Bria di cui sopra avrebbe dovuto partecipare (non è poi andata e vai a sapere perchè?), secondo quanto riportato da notizie stampa, ad un Convegno sulla Rai dove erano presenti fior da fiore della dirigenza di Viale Mazzini. Molti di loro sono nostri lettori, vecchi e stimati amici, solitamente molto prudenti e riservati quando si trattava di metterci la faccia sui grandi temi e problemi dell’Azienda. Non nascondiamo un certo stupore di vederli improvvisamente “fotografati” tutti insieme nel grande partito Rai "'de sinistra" (???). Si tratta di (leggiamo dal sito degli organizzatori): “Coordina: Francesco Verducci. Partecipano, tra gli altri: Maria Pia Ammirati, Stefano Balassone, Mussi Bollini, Rita Borioni, Serena Bortone, Francesca Bria, Stefano Coletta, Gianluca De Matteis Tortora, Tommaso Giuntella, Giuliano Fiorini Rosa, Carlo Fontana, Riccardo Laganà, Daniele Macheda, Stefano Marroni, Claudia Mazzola, Andrea Montanari, Roberto Natale, Giuseppina Paterniti, Simona Sala, Roberta Serdoz, Andrea Vianello, Nicola Zaccardi, Maria Cristina Zoppa”. Attenzione: il moderatore Verducci è commissario della Vigilanza Rai (PD) notissimo per i suoi interventi sul Servizio Pubblico.

Non c’è che dire: un bel “parterre de roi”. Ma qualcosa non torna e somiglia tanto a quello stesso “prurito” che abbiamo avvertito in altre circostanze quando abbiamo osservato certe fotografie come quella di cui sopra. Cerchiamo di capire: la Rai, per poco che si possa dire, sta vivendo un momento molto critico su diversi fronti (economico, normativo, tecnologico) rispetto ai quali, finora, raramente abbiamo letto un “virgolettato” da parte di alcuni tra questi nostri carissimi amici e amiche (solo alcuni, altri invece non abbiamo avuto il piacere di frequentarli) e manco sotto tortura si sarebbero lasciati sfuggire una battuta, un soffietto, riconducibile pubblicamente al loro pensiero magari in netto dissenso con le scelte di Fuortes&C.  Ora che succede? Succede che fra poche settimane si va a votare e, improvvisamente escono tutti allo scoperto? Tutti diventati capitani coraggiosi? No, qualcosa non torna. Per alcuni di loro nutriamo sincera stima e simpatia e ci è difficile comprendere tanta avventatezza. O si è prudenti sempre, come stile di vita e marchio di fabbrica, o non si diventa imprudenti all’improvviso. Uscire allo scoperto, far emergere la trama del “partito Rai ‘de sinistra sinistra” proprio in questi giorni appare ben che vada inopportuno.  Che poi, intendiamoci, ci sia sempre stato ed anche abbastanza forte, è noto anche ai muti e ai muri. Difficile però allontanare il sospetto che si voglia esporsi subito, prima che la battaglia politica diventi più cruenta, per cercare un “posizionamento” vantaggioso in vista di una “nuova Rai” che certamente prenderà presto forma nell’era del dopo Draghi. Sarà forse la prima applicazione della teoria dell'Occhio della tigre? Veramente difficile ignorare o sottovalutare il “peso” della loro immagine di famiglia che hanno fornito quando tutti insieme hanno dibattuto di “Rai, ora o mai più". E poi, perchè mai “ora o mai più”??? Perchè proprio ora e perché mai più? “Ora” a cosa si riferisce? Al fatto che non l’AD non ha più il suo datore di lavoro a Palazzo Chigi? Il “mai più” a cosa si riferisce? Al fatto che non si potrà mettere mano al canone, alla riforma della governance, al completamento della transizione al DVB-T2, al fatto che Rai perde il 5% nell’ultima rilevazione Auditel Total Audience??? Purtroppo la carta stampata di oggi non ci ha aiutato: questa mattina ne ha parlato solo Libero e con un grossolano errore: ha scritto che il dibattito si svolgerà stasera e invece si è svolto ieri alle 18. Peccato: corriamo il serio rischio di non sapere mai cosa avranno detto sulla Rai “ora o mai più”. Non lo sapevano prima e forse non lo sapremo mai più … a meno che qualcuno possa raccontarci almeno come è andata a finire.

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venerdì 22 luglio 2022

Rai: prende forma la Grande Minaccia

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Siamo stati facili profeti da maggio dello scorso anno e lo saremo ancora di più nei prossimi tempi nel definire il tema canone Rai come la madre, il padre, lo zio, la sorella e il cugino di tutti i problemi del Servizio Pubblico dove non ci sono Contratti di Servizio, Piani industriali o immobiliari che tengono. Chiacchere inutili buone per un convegnetto da otto amici se non proprio al bar magari in qualche sito istituzionale. Se crolla o si incrina il pilastro fondamentale sul quale regge tutto l’edificio del Servizio Pubblico viene giù tutto.

Anche un piccolo petardo nel silenzio della notte può diventare un botto clamoroso. È appena uscita una notiziola, riportata InvestireOggi, che parla di una proposta di ridefinire il canone Rai su base regionale. A questa geniale quanto ancora fumosa idea della quale siamo in caccia di informazioni più dettagliate, sembra che abbia dato un contributo il consigliere Rai Igor De Blasio, in quota Lega. E la cosa spiega cosa.  Siamo nel pieno della campagna elettorale prima ancora che abbia inizio. Provate a digitare su Google “Salvini e canone rai” e nella migliore delle possibilità esce fuori “Pagare il canone Rai? Ma non ci penso neanche. Io non ho il televisore. Arriva il bollettino da una vita e faccio la raccolta differenziata, da buon cittadino". (Ansa, ottobre 2015). Magari, nel frattempo, potrebbe aver cambiato idea e aggiustato il tiro. Il bello è che si trova in ottima compagnia di due gentiluomini come Renzi e Calenda: il primo vorrebbe abolire del tutto il canone Rai e il secondo vorrebbe privatizzare completamente l’Azienda (leggete questo divertente siparietto tra Anzaldi e Calenda: https://www.ilfoglio.it/politica/2018/01/05/news/calenda-smonta-le-promesse-del-pd-sul-canone-rai-171759/ ). Da tenere bene a memoria per i prossimi dibattiti elettorali.

Come ormai noto pure ai muti e ai muri, dal prossimo anno la riscossione del canone dovrebbe avvenire in modo diverso da quello attuale e il bello à che nessuno sa ancora come potrà avvenire. Da oltre un anno tutti sanno del pericolo incombente e nessuno parla. Il primo muto è stato il Governo che non ha perso occasione di glissare sull’argomento per bocca del ministro Giorgetti/foglietti e, a seguire, muti tutti i suoi compari dove spicca per particolare evidenza l’AD Rai che è ancora in attesa di una risposta dalla senatrice Fedeli in Vigilanza che, a sua volta, aveva chiesto lumi lei a lui e ancora la scenetta viene proposta alle scuole di comicità surreale. A farla breve: la minaccia è grave ed imminente e la gravità è ancor più nella mancanza più totale di proposte alternative che nessuno, nessuno, finora ha avanzato.

Ci sarebbero diverse possibilità: riscuotere il canone attraverso in aggiunta alla tassa sull’automobile, oppure sull’uso di una abitazione che sia in proprietà o in affitto, oppure abolirlo del tutto (vedi Francia e Gran Bretagna) per farlo rientrare in una sorta di “fiscalità generale”. Infine, ora è spuntata questa idea del canone regionale che tanto bene si adatta alla visione delle Regioni con sempre maggiore autonomia amministrativa. Le prime due ipotesi si configurano ovvero verrebbero percepite come un aumento della tassazione specifica e quindi difficili da “comunicare” ai cittadini che già per conto loro sono sufficientemente tartassati. La terza appare assai pericolosa in quanto spingerebbe ulteriormente il Servizio Pubblico nelle braccia del controllo governativo che, in assenza totale di una nuova lege in grado di superare la 220 del 2015, potrebbe configurare di fatto una Tv di Stato. La quarta ipotesi della quale non siamo ancora stati in grado di sapere/capire le sue finalità, prefigura una visione del Servizio pubblico spezzato in due tronconi, editoriali e amministrativi, che mimano profondamente la sua attuale concezione come disposta dall’attuale Contratto di Concessione.

Il Governo Draghi ci lascia tante eredità: questa è una chicca della quale gli siamo eternamente grati.

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giovedì 21 luglio 2022

La Rai e lo stagno delle anatre zoppe

Foto di Brigitte Werner da Pixabay

Cominciamo con il  ribadire in modo forte e chiaro che mai, in nessun momento e in nessun luogo, è data la possibilità che un fenomeno avvenga senza una sua “storia dinamica”. Non è data la possibilità che un determinato avvenimento possa svolgersi senza un suo prologo, una sua distensione e un suo epilogo. La politica, forse più che altre scienze, lo dimostra in modo continuo e ciclico. C’è qualcuno che, ragionevolmente, può sostenere che la crisi politica iniziata di ieri sia sorta dal nulla? C’è qualcuno che ragionevolmente, non avrebbe potuto leggere i suoi prodromi già da molti messi addietro (la mancata elezione di Draghi al Quirinale dopo la sua “auto candidatura”  è stata già dimenticata)?  C’è qualcuno che, ragionevolmente, poteva supporre che non si avvertivano da tempo la gravità delle tensioni sociali che si agitano nel Paese reale? Le drammatiche condizioni in cui versa questo stesso Paese sono sorte improvvisamente come funghetti solo alla vigilia  del dibattito in Parlamento? Chi lo sostiene mente sapendo di mentire. Economia e società erano e sono insofferenza da tempo, tanto tempo, e come si può sostenere che solo ora le anime candide se ne sono accorte ed invocano la “forza del destino” per chiedere a Draghi di affrontare i gravi problemi etc etc etc ???

Veniamo alla palude Rai. Se mai fosse stata necessaria una ulteriore prova provata di quanto sia improvvida  e nefasta la Legge 220 del2015 con la quale la Rai è stata messa sotto il tallone del Governo oggi ne vediamo tutta la sua plastica evidenza.  Fuortes era già “un uomo solo al comando” prima e ora lo è ancora di più oggi: non ci saranno  i suoi interlocutori a Palazzo Chigi che per conto di Draghi dettavano le regole e gli indirizzi di gioco: i vari Funuciello, Garofoli e Giavazzi saranno in tutt’altre faccende affaccendati e il ministro Giorgetti che legge i foglietti (come avvenuto in Vigilanza e al dibattito dei giornalisti coni giornalisti) avrà pure lui ben altro cui pensare (di Franco si sono perse le tracce). Il vertice Rai suddito e subordinato alle scelte del Governo, quale che esso sia, toglie la necessaria autorevolezza e credibilità necessarie anche per ordinare due caffè al bar.

Intanto da registrare un prima conseguenza, forse piccola ma significativa: oggi è saltata la prevista audizione in Vigilanza convocata per le 8. I parlamentari si sono risparmiati una levataccia. Mentre ieri si è svolto un Cda Rai come “color che son sospesi” in attesa del prossimo convocato il 28 dove, a questo punto, appare del tutto chiaro che il teorema “Contratto di Servizio e Piano Industriale in simultanea” già assai improbabile e indebito  prima ora lo è più che mai. Se è vero come è vero che il Cds deve dettare “le regole del gioco per i prossimi anni e che queste debbano passare necessariamente in accordo con il MISE, come la mettiamo ora che questo stesso si collocherà in modalità stand by in attesa del nuovo ministro? E che fine faranno i due “dossier” più delicati e minacciosi? Ci riferiamo, ovviamente, al tema canone (lo abbiamo scritto e ripetuto più volte che era e rimane ad altissimo rischio) e ci riferiamo, ovviamente, al tema Rai Way che insieme al famigerato progetto di Rete Unica si allontana sempre più dall’orizzonte.

Ora che potrà succedere?  Se mai si volesse applicare il principio del “simul stabunt vel simul cadent” all’AD  si potrebbe immaginare che ora sia costretto almeno a rivedere qualche “passaggio” sulle scelte che intende compiere. Almeno su una di indirizzo generale sulla quale vorrebbe poggiare le sue fortune: il pareggio di bilancio. Non è necessario, anzi, al contrario potrebbe essere pure un teorema dannoso perché priva l’Azienda di una  possibilità di ricercare fondi da investire che, insieme a drastiche misure di efficienza e razionalizzazione interna, potrebbe compensarne la mancanza.  Per arrivare al prossimo Cda del 28 luglio ci sono ancora giorni di tempo utili ad evitare di forzare la mano anche sul Piano Immobiliare come surrogato del Piano Industriale che ora più che mai per alcuni potrebbe essere considerato l’ultima spiaggia per cercare di reperire quei 473 mls di cui si immagina.  

In questi giorni, in queste ore, ci è venuta in mente una assonanza: Governo e Sanremo. Quando abbiamo letto dei vari appelli e lettere di intellettuali, scienziati, commercianti e industriali (e quando abbiamo ascoltato Enrico Letta che li confonde tutti insieme con “il Paese” .. sic …) ci è venuta in mente Chiara Ferragni e il festival: laddove le firme sotto un appello hanno sostituito nella mente di alcuni le intenzioni di voto e i “like e le faccine di Tik Tok, Instagram etc” le giurie che giudicano le canzoni in gara. Ecco come si configura il “paradigma del cambiamento” in corso in questo Paese. Siamo messi maluccio.

Ecco allora che si intravvedono le varie anatre zoppe (povere anatre!) che popolano lo stagno in cui galleggia anche la Rai. La forza dei segni e delle parole dimostrano ancora tutta la loro potenza.

Prima anatra zoppa: Mario Draghi. Da un punto di vista umano, si può comprendere: la politica non è il suo mestiere, non lo sa fare, è un banchiere puro, non ha mai provato il brivido della lotta dialettica e mai esercitato la violenza brutale dei confronti elettorali. Poverino, si comprende come si muove meglio nei salotti felpati di Bruxelles e Ginevra piuttosto che nei cantieri edili o a Tor Bella Monaca. Il popolo, il tanto schifato populismo, è altra cosa: meglio non sporcarsi le mani. Ha fatto errori di comunicazione e di relazione politica che alla Scuola delle Frattocchie del vecchio PCI insegnavano al primo corso  tra le cose da NON fare mai.

Seconda anatra zoppa: Il PD e il suo segretario Enrico Letta. Come è possibile che si possa immaginare che si trovi, casualmente, a passare sotto Palazzo Chigi e faccia un fischio: “Mario, posso salire che ci prendiamo un caffè (sottinteso, non lo facciamo sapere in giro)” ??? e sperare poi che il Centro Destra di Governo non appena saputo della fervida iniziativa non si incazzi come una biscia?  Ha dichiarato, il giorno prima che “domani sarà un giorno felice” senza nemmeno immaginare quali micce erano già accese e pronte a dar fuoco alle polveri. Da che parte vive?

Terza anatra zoppa: il M5S. Ha avuto la fortuna di trovarsi tra i piedi un certo Salvini e un certo Berlusconi altrimenti sarebbe rimasto con un cerino in mano difficile da gestire. La prossima volta che compongono le liste dei candidati da proporre al giudizio degli elettori, sarebbe utile che vengano sottoposti ad un test clinico per valutarne le loro capacità di distinguere il grano dall’oglio. Un errore come Di Maio, può succedere una volta, la seconda sarebbe fatale e imperdonabile.

Quarta anatra zoppa: i vari cespuglietti di centro, di centro destra e di “sinistra”. Irrilevanti, insignificanti, incapaci di far muovere una foglia più di quanto non possa fare un refolo di venticello tiepido alle sei del pomeriggio. Chi li ha visti o sentiti? Da tenerne conto.

Quinta anatra zoppa: La Repubblica e La Stampa (stesso editore) insieme al Corriere e al Sole 24 ore. Dopo aver dato voce al coro del Draghi forever and ever  ora cosa faranno oltre che invocare tutte le sciagure possibili che si potranno abbattere sul paese? Già si leggono i titoli a futura memoria “Sciagurati voi … ve lo avevamo detto che era meglio tenersi questo Governo fino all’ultimo istante di vita… e ora beccatevi questa ulteriore sciagura delle elezioni .. tieè!!!”

La sesta anatra zoppa (Salvini) e la settima (Berlusconi) sono un capitolo a parte e meriterebbero un Post tutto per loro... abbiamo già dato ...

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martedì 19 luglio 2022

Rai: due misteri (e mezzo)

Foto di Anemone123 da Pixabay

Premessa d’obbligo: prendetevela comoda, fornitevi di acqua fresca e limone e, se ne avete voglia, leggete con attenzione.

Ad alcuni, dentro e fuori Viale Mazzini, potrà venire la puzzetta sotto il candido nasino quando devono pur constatare e mettersi l’anima in pace sul fatto che oggi si occupano di Rai con impegno e costanza solo tre soggetti: lo storico Angelo Zaccone Teodosi (Key4Biz), l’attento  Marco Zonetti (VigilanzaTv) e questo piccolo e anonimo Bloggorai e succede che ci citiamo a vicenda (del resto abbiamo buoni esempi e maestri: i banchieri che chiamano i banchieri, i giornalisti che citano e dibattono con i giornalisti etc). Succede che oggi Vigilanza Tv ha titolato “Rai, si addensano i misteri del Contratto di Sevizio”. Succede pure che in questi giorni siamo  i soli che stanno concentrando le attenzioni su alcuni Misteri Misteriosi che avvolgono la palude Rai e i territori che la circondano.

Pensiamo di fare cosa utile alla vigilia del giorno del Giudizio (si fa per dire) sulle sorti del Governo e poco prima del Cda Rai previsto per domattina e della Vigilanza prevista per giovedì, dare una mano a rinfrescare la memoria a qualcuno che (fa caldo) potrebbe averla indebolita e provare a svelare almeno due  Misteri Gloriosi (più uno complementare). NB: i due momenti potrebbero anche avere qualcosa in comune.

Andiamo con ordine. Primo Misterio Misterioso. Fino a prova contraria, il Contratto di Servizio MISE- RAI 2018-22 è ancora in vigore e, in quanto Contratto (per definizione) si suppone che le parti debbano rispettare quanto previsto e dettagliato. Giova ricordare, ancora un volta, l’art. 25 (Obblighi specifici 1. Ai fini dell’attuazione della missione di servizio pubblico la Rai è tenuta ad assolvere i seguenti obblighi specifici…) con, almeno sommariamente, alcuni punti chiave: “e) Informazione. La Rai è tenuta a: i) presentare alla Commissione, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano di riorganizzazione che può prevedere anche la ridefinizione del numero delle testate giornalistiche nonché la riprogettazione e il rafforzamento dell’offerta informativa sul web”… “i) Istituzioni: la Rai è tenuta a presentare al Ministero e alla Commissione, per le determinazioni di competenza, entro dodici mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un progetto di canale tematico dedicato alla comunicazione concernente le Istituzioni”… “u) Piano industriale: la Rai è tenuta a presentare al Ministero, per le determinazioni di competenza, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano industriale di durata triennale che, sulla base della definizione di adeguate risorse, rese disponibili dalle quote di canone destinate al servizio pubblico, per lo svolgimento delle attività di cui al presente Contratto, preveda etc etc etc” e, last but not least “v) Piano editoriale: la Rai è tenuta a presentare al Ministero, per le determinazioni di cui all’articolo 13, comma 2, della Convenzione, entro sei mesi dalla data di pubblicazione del presente Contratto nella Gazzetta Ufficiale, un piano editoriale che: i) sia coerente con la missione e gli obblighi del servizio pubblico; Contratto di servizio 2018-2022 - 23 - ii) possa prevedere la rimodulazione del numero dei canali non generalisti, l’eventuale rimodulazione della comunicazione commerciale nell’ambito dei medesimi canali nonché ridefinizione della missione dei canali generalisti. etc etc etc “.

Ora si da il caso che, ben che vada, qualcosa di quanto disposto non quadra non fosse altro per le clamorose inadempienze (Informazione). Se è vero come è certamente vero che il Contratto di Servizio è ancora in vigore come è possibile che qualcuno possa immaginare di farlo viaggiare insieme al Piano Industriale a meno che non lo si voglia dichiarare decaduto in anticipo rispetto alla scadenza? Delle due l’una: o il CdS è scaduto oppure è in vigore.  È senz’altro vera la seconda e allora giocoforza non è pensabile e sostenibile che i due temi possano “viaggiare insieme” e addirittura che si possano chiudere entro brevissimo tempo (qualche buontempone ha sostenuto pure entro la fine del mese). Ecco allora configurarsi il vero “mistero” che non può essere il CdS ma il Piano Industriale.

Cerchiamo di riavvolgere la pellicola. Il Piano attuale è stato formalmente approvato il 6 marzo 2019 ed ha validità tre anni e quindi in scadenza quest’anno. Se non che, come noto, a marzo 2020 il Cda Rai ha deciso “… all’unanimità, di rinviare l’implementazione del piano industriale e delle direzioni per generi. Questo significa che fino al 31 dicembre le Reti opereranno secondo le modalità attualmente in vigore. Anche il budget 2020 sarà rinviato di conseguenza”. Se ne potrebbe dedurre, a rigor di logica e norma, che di fatto il Piano sia stato prorogato nella sua “implementazione” e che dunque  potrebbe avere fondamento l’ipotesi che possa considerarsi a scadenza non già quest’anno ma bensì il prossimo. Sarebbe, inoltre, una ben fortunata coincidenza poter disporre dei due documenti con la stessa base programmatica temporale. In questo caso certo che si potrebbe invocare il vantaggio della simultaneità dei due documenti laddove l’uno è la cornice dell’altro.

Se non che, appare un Mistero in subordine: il Piano  Immobiliare (stimato circa 473 mln di Euro). A seguito degli incontri che il vertice aziendale ha avuto nei giorni scorsi con i sindacati dei lavoratori Rai, il sindacato dei giornalisti e quello dei dirigenti, è emerso con chiarezza che nella fervida mente di AD e Presidente il Piano Industriale si riassume e condensa nel suo derivato, ovvero il Piano Immobiliare ormai pressoché considerato l’ultima spiaggia per portare a casa qualche soldo ed applicare la famigerata teoria del “pareggio di Bilancio” tanto cara a Fuortes&C. Ora il mistero potrebbe anche infittirsi perché si da il caso che del Piano Industriale, formalmente, non se ne dovrebbe sapere  nulla in quanto non ancora visionato in Vigilanza (come da tempo è stato ripetutamente richiesto) e non ancora approvato in Cda. Seppure  già note in tutta l'Azienda le sue linee guida almeno da alcuni  mesi:


Allora, anche in questo caso delle due l’una: o queste linee guida sono note ed approvate da tempo e nessuno le ha viste o sono frutto di fantasia e allora non si capisce chi e perché illustra qualcosa non ancora visionato ed approvato. Metti caso che ci possa essere una maggioranza di consiglieri (vedi lettera recente firmata Laganà, DiMajo, Bria e Agnes) che voglia sollevare obiezioni e proporre cambiamenti? Metti che la Vigilanza possa o voglia proporre un Atto di indirizzo? Misterio Misterioso.. ovvero mica poi tanto …

Mistero Misterioso n, 2: il canone. Tutti ne parlano (sottovoce) e nessuno sa bene cosa dire. Lo si vuole abolire, aumentare o diminuire? Lo si vuole riscuotere tramite il bollo automobilistico o attraverso una tassazione sull’uso dell’abitazione (proprietà o affitto)? Lo si vuole far rientrare attraverso la fiscalità generale?  A domanda risponde con “lui nella parte di lei” e viceversa (vedi il duetto Fedeli vs Fuortes in Vigilanza) o lui nella parte di lui che sul tema glissa come un anguilla (a scelta … il ministro Giorgetti). Fatto sta che, fino a prova contraria, è la minaccia più prossima e incombente su futuro della  Rai in quanto, fino a disposizione contraria (che ancora non esiste) già dal prossimo anno si dovrebbe riscuotere il canone in modo diverso da quello attuale. Lasciamo il caffè pagato se qualcuno è in grado di citare o proporre qualcosa o qualcuno che sul tema è uscito allo scoperto.

Mistero Misterioso n. 3: il tema dei KPI. A quanto ci risulta sembra che sia assai caro alla Presidente Soldi che lo vorrebbe tanto introdurre nel nuovo CdS e per quale motivo nessun lo sa. divertente constare che, per quanto abbiamo potuto verificare, a Viale Mazzini ben pochi sanno bene di cosa si tratta. Ovvero, forse è facile intuirlo: magari almeno la Presidente ha in mente un modello di Servizio Pubblico che a noi è ignoto. Magari si può pensare a qualche forma di misura delle  “performance” del Tg1 o di Sanremo o di una replica di Montalbano che noi umani non  sappiamo nemmeno immaginare come possa avvenire (un televoto con il cellulare?). Magari ha visto “… navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ha visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhäuser”. Magari ha visto un Servizio Pubblico che potrebbe, un giorno non lontano, cominciare a diventare leggermente privato. Magari.. chissà .., potrebbe pure avere qualche ragione.

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