venerdì 31 maggio 2019

Fantasmi

Una frase  letta sul Fatto di oggi ci ha incuriosito: "il fuoco di fila del servizio pubblico su Salvini deve finire" ha dichiarato Rita Borioni, in quota PD. Cosa vuole dire? Non è dato sapere. Tutto fantasmico, tutto silenzioso, paludato, proprio come il Cda che si è svolto ieri. A domanda risponde "tutto tace". Eppure ci sarebbe tanto da dire,  da fare.
Sembra di assistere alla commedia degli equivoci dove è assai difficile comprendere bene chi fa cosa, quando e come.

Da rileggere un fondo di Repubblica di ieri dove Salini viene definito clamorosamente succube dei diktat staliniano e viene ricordata una frase Di Maio sul canone.  Già... il canone ... qualcuno si ricorda che i cittadini pagano il canone (a proposito: ci sbagliamo o tempo addietro è  stato minacciato un ricorso sul tema extragettito ?).
Tra i nostri lettori  tra i nostri interlocutori serpeggia uno strano umore:  in un ambiente popolato di fantasmi emerge solo chi è in grado di farsi vedere e sentire. Salvini, la Lega, non cascano dall'albero del pero, non li hanno mandati i marziani. Occupano il vuoto lasciato libero da altri
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giovedì 30 maggio 2019

Il Processo bis

Ci mancava pure l'editto padano: ieri Salvini ha tuonato contro il rientro di Gad Lerner in Rai. E' solo l'inizio, purtroppo. Ma la notizia più significativa è la mozione presentata in Vigilanza dal capogruppo della Lega, Capitanio, per chiedere informazioni sulla mole dei contratti di produzione esterni di Viale Mazzini e, in particolare della società StadBy. Diciamo pure che mettere le mani sulle produzioni esterne è sacrosanto: è stato da sempre un pozzo nero e la stessa Corte dei Conti ha sollevato il problema.  Ora, si da il caso che di questa società sia stato CEO un certo Fabrizio Salini, attuale AD Rai. Si da il caso pure che la stessa società lavora ancora per Viale Mazzini e, ancora, si da il caso, che sia la stessa Società sia diretta da una certa Simona Ercolani, moglie di un certo Fabrizio Rondolino. Nulla da dire, ci mancherebbe: non è un peccato appartenere o simpatizzare per un partito, una corrente, un scuola di pensiero filosofico, un ramo del buddismo tantrico.

Nei giorni scorsi, alcuni lettori ci hanno fatto notare, talvolta, un certo senso di opposizione all'attuale vertice di Viale Mazzini, spesso indirizzato più verso il lato destro del corridoio del VII piano che non quello sinistro (da sotto il cavallo, con le spalle ai giardini). In parte, è vero e per tanti buoni motivi: il primo risiede proprio nella figura, nella cultura, nel simbolo de "l'uomo solo al comando" frutto della nefasta Legge renziana del 2015. Basterebbe questo solo per contrastare a priori qualunque cosa possa fare di buono, compreso aiutare le persone anziane ad attraversare il raccordo Anulare all'ora di punta. Però, magari, come qualcuno ogni tanto suggerisce, lasciamolo lavorare e poi giudicheremo nei fatti. Allora, nel merito, finora non ha dato prove di cambiamenti epocali che pure questo ruolo gli avrebbe consentito: per fare nomine significative ha impiegato quasi un anno e poi come le ha fatte? con quali criteri? Dimentichiamo (solo per oggi) il Piano industriale. La sua squadra? La fiducia nell'azienda? quali criteri ha adoperato, i suoi fedelissimi o i capaci? I palinsesti? i nuovi programmi? qualcuno ha notizie? Fazio, Fiorello su Rai Play? A proposito di Rai Play, una domanda alla quale cercheremo di rispondere presto:a chi appartengono gli algoritmi di gestione? come vengono gestiti e dove risiedono i dati di utilizzo della piattaforma? 

Prego notare la notizia di stamattina: Mediaset ha acquistato parte della tedesca Prosiebensat mentre il socio/avversario francese ha acquistato M7, una piattaforma pay streaming. Tutti e due hanno in mente lo stesso obiettivo: emulare il modello Netflix (ricordate quando qualcuno parlò di RaiFlix?). Beninteso, il Servizio Pubblico non ha e non deve ispirarsi a questo modello, deve però avere bene in mente in quale scenario competitivo si trova ad operare non tanto e non solo in termini industriali e tecnologici, ma anche sociali e culturali. Questo il campo dove potrebbe non avere rivali.
   
Come scritto più volte, parafrasando Petrolini, il problema non è la persona ma con chi lo ha incaricato di gestire la più grande azienda culturale del Paese. Come è stato scelto e perchè proprio lui? Una domanda che molti, ora, sembra, si stanno ponendo. Compreso Salvini che potrà usare questa clava in compensazione di quella che si potrebbe usare contro Foa.

Sabato scorso è comparsa un'intervista a Franco Iseppi, storico DG Rai. Ci ha fatto pensare alla vecchia guardia. Alla guida del Servizio Pubblico si sono succeduti nomi importanti, pesanti, di provenienza interna ed esterna, con uno spessore culturale e manageriale significativo. Con tutto il rispetto e senza nostalgie ...ma ... di cosa stiamo parlando? A proposito di vecchia guardia, i lettori ci consentiranno, spero, un pensiero affettuoso a quella composta dalla nutrita schiera di ex parlamentari, ex consiglieri di amministrazione, ex direttori di qualche cosa, studiosi ed esperti di varia natura e cultura che da tempo tacciono. Eppure, sono persone che hanno dato tanti contributi rilevanti, sono stati partecipi e responsabili di tanti fatti (e anche qualche misfatto, sempre con affetto). Sarà forse l'età che li ha impigriti? 

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mercoledì 29 maggio 2019

Il Processo

Si sta prospettando una via giudiziaria per il Servizio Pubblico. Per una singolare coincidenza (fino ad un certo punto) le strade e la sopravvivenza del Governo e del CdA Rai potrebbero incrociarsi nelle "aule" giudiziarie. La prima riguarda Edoardo Rixi che nei prossimi giorni attende la sentenza per una causa di peculato. Salvini: resta in ogni caso. Di Maio: secondo il contratto di governo, se condannato deve andare a casa. La seconda riguarda le mozioni presentate in Vigilanza da PD e M5S alle quali si affiancherebbe FdI sulla question del doppio incarico di Foa. In Commissione la maggioranza per far passare la mozione c'è. Lo stesso presidente sostiene che A) si può fare (da ricordare che gode del supporto giuridico dell'ex direttore affari legali, pagato profumatamente) B) me lo chiesto Salini.
E' del tutto evidente che una sua bocciatura suonerebbe in modo pesante una campana che se proprio non è a morto, poco ci manca. Non tanto e non solo nei confronti delle persone, ma di tutta la fragile architettura sulla quale poggia il CdA. La buccia di banana potrebbe essere la "sentenza" ma difficile non leggere le difficoltà per i nuovi equilibri politici che si sono determinati dopo il 26 maggio anche all'interno degli stessi partiti che non sono affatto compatti, anche sul tema Rai (vedi pure le dimissioni di Primo Di Nicola. M5S, di ieri). Non che prima fossero migliori.

Un fatto ci ha colpito ieri: il solito bene informato Marco Antonellis su Dagospia ha scritto che "Salini che in questa fase appare sempre più debole e nel mirino del carroccio tanto che a viale Mazzini imperversano i rumors che lo vorrebbero presto o tardi sostituito da Marcello Ciannamea." .
I "rumors" in verità non sono solo a Viale Mazzini e ne abbiamo avuto prova "visiva". Per questo blog non è una cosa nuova: lo abbiamo scritto da tempo e lo abbiamo riscontrato con  tanti scambi di opinioni. Anche a noi risulta che che l'AD non gode di buona "stampa" a Viale Mazzini e proprio la recente presentazione del Piano industriale lo ha evidenziato dove, a quanto ci risulta, non ha scaldato nessun cuore, anzi sollevato più  di qualche perplessità: ha circolato una battuta che lo definiva "er sor tentenna". Per chi non è di Roma: una persona con le idee poco chiare, esitante e titubante. Vedi la recente questione delle nomine. Lo stesso ricicciare del nome Ciannamea non è cosa nuova: anche questo lo abbiamo scritto da tempo. Ma la notizia contenuta nel pezzo di ieri è un'altra e riguarda (anche questo lo scriviamo quasi tutti i giorni) la situazione del Piano industriale.
Per essere precisi:  leggiamo sul Contratto di servizio"la Rai è tenuta a presentare al Ministero, per le determinazioni di competenza...". Inoltre, come noto, la Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi non ha potere vincolante in materia ma consultivo, senza il quale difficilmente il MISE potrà esprimere le sue determinazioni. Sappiamo per certo che questo difficilmente potrà avvenire prima dell'estate (con questi chiari di luna poi), cioè ad oltre un anno, se tutto va bene, dall'insediamento dell'AD, per un Piano che dovrebbe essere in vigore fino al 2021. Auguri !!! Comunque l'interesse per l'articolo era proprio nel fatto che veniva riportato questo argomento, fino pressochè ignorato da tanti colleghi della carta stampata. Non a caso, stamattina è stato ripreso da Gianluca Di Mizio sul Foglio, che definisce il Piano la "madre di tutte le battaglie" (ma il padre chi è???) e scrive che il bersaglio della battaglia in corso potrebbe essere, appunto, lo stesso Salini. Tempo addietro abbiamo riportato uno dei principi fondamentali dei giocatori di poker: quando dopo alcune mani iniziali non hai ancora capito chi è il pollo, quello sei tu". Forse è proprio in questi temi la questione e, per quanto abbiamo potuto sentire in ambienti tra dentro e fuori la Rai, potrebbe essere proprio così. Nota margine: non è passata inosservata la nomina di una sua ex collega a La7 alla direzione Acquisti: la nomina degli amici è divenuta una sua cifra stilistica.

In questo quadro idilliaco si stagliano uomini, mezzi uomini e quaquaraqua'. Ognuno si scelga il suo: c'è l'imbarazzo della scelta. Si legge di palinsesti ancor non completi, di nuove nomine o sostituzioni, di programmi che vengono ed altri che vanno.

Mannaggia la miseria ... questa primavera tarda proprio a venire ....

ps: per chi ha qualche minuto in più, un occhio al post di ieri

martedì 28 maggio 2019

scusate il ritardo

Come tutti i processi sociali e culturali, anche quelli politici richiedono tempi lunghi. I risultati elettorali di domenica scorsa sveleranno i loro effetti con calma. A Viale Mazzini e dintorni ne sono consapevoli. Prima del voto, tutti erano fermi in attesa dei risultati, ora si fermeranno in attesa di capire cosa potrà succedere. 

Per ora, la notizia è la prossima presentazione dei palinsesti invernali a Milano il 9 luglio. I soliti "avvelenati" hanno visto nel fatto di farlo solo a Milano (e non più anche a Roma) un segno della vittoria della Lega. In effetti, della kermesse romana, costosa quanto inutile (la maggior parte dei centri media, quelli rilevanti sono a Milano) se ne può fare tranquillamente a meno. Da quì a dire che è i segno dei nuovi tempi politici sembra un tantinello eccessivo. Come alsolito, il problema è stato causato da chi c'era prima. Le pere cascano sotto l'albero del pero. Il tema vero sarà capire cosa ci sarà dentro i palinsesti, come avverrà, se avverrà, il mutamento dell'offerta televisiva per i prossimi mesi.

Il verbo che piace tanto in questo periodo è "narrare". In questo modo, alcuni sostengono, si crea, si rafforza o si modifica il sentire comune nazionale, si definisce la percezione della realtà, si leggono "i fatti" e si collocano nelle categorie della società e della cultura che, a sua volta, forma la "morale sociale" cioè si definiscono, appunto, le regole. In altre parole, la narrazione concorre alla formazione del consenso politico, che poi si trasforma in voti e quindi in governo.

Nel 2008 venne coniato il termine "paurismo" nel corso di un convegno promosso da Save the Children sul tema minori e accoglienza. Con quella parola si voleva intendere esattamente la possibilità di utilizzare la paura come strumento di propaganda politica. Esorcizzare la paura in politica paga e bene pure (valga per tutti l'esempio di Trump) e sono innumerevoli gli esempi di quanto convenga, laddove non ci sono pericoli reali o imminenti, inventarne uno per fare in modo di aggregare consenso. 
Corriamo volentieri il rischio di essere ripetitivi e monotoni: per i palinsesti, per la narrazione del Servizio Pubblico, ci interessa capire e sapere quali indirizzi, quali orientamenti si intendono percorrere. Il Piano industriale, di tutto questo, ne parla poco, poco poco.

Oggi la Vigilanza: attenzione ....

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lunedì 27 maggio 2019

Tanto tuonò che piovve

Quanto piove ... pure stamattina sembra di stare in pieno autunno. Questa è una sorpresa, per tutto il resto era già tutto ampiamente annunciato, da tempo. 
Il tema, adesso, è dotarsi di una sfera di cristallo, di un mazzo di tarocchi, di un paio di dadi, invocare gli aruspici e cercare di capire cosa potrà succedere in prima battuta al Governo e, visti i precedenti, di conseguenza alla Rai.

Cominciamo a mettere in agenda il prossimo mercoledì 28, alle ore 14, l'audizione dell'AD Salini e, a seguire, l'esame di uno schema di risoluzione sul doppio incarico di Foa come presidente Rai e di RaiCom. Sarà il primo vero banco di prova di posizionamento degli schieramenti: a favore dovrebbero votare PD e M5S e contro la Lega. La linea di difesa di Foa è nota: non ci sono controindicazioni e, comunque, me lo ha chiesto Salini (vedetevela con lui!!!). Quest'ultimo ha fatto pervenire una nota (dove c'è stata qualche zona d'ombra, il Cda non è stato informato) con la quale si sostiene che le due cariche non sono incompatibili (vedi precedenti). La nota è di fonte Affari legali, dove fino a pochi mesi addietro sedeva l'attuale consigliere giuridico (SIC !!!) dello steso Foa. Per parte nostra, osserviamo che il problema del presidente, per certi aspetti, è inferiore a quello del canale in lingua inglese che  andrebbe sotto la gestione di Rai Com, che invece non dovrebbe. A ragionare con gli indovini, si potrebbe immaginare che la tentazione di far saltare il banco sia forte e che, per ragioni contrapposte quanto convergenti, ognuno potrebbe spingere nella stessa direzione. La sfiducia a Foa, verosimile e probabile, non lascia indenne Salini: è stato lui a gestire e decidere e sarà difficile non cogliere un destino comune.  

I lettori spero perdoneranno un personalissimo commento a caldo dei risultati elettorali. La prendiamo da lontano e ci limitiamo al perimetro che più ci interessa, il Servizio Pubblico radiotelevisivo. La parola magica è "cambiamento" che potrebbe avvicinarsi molto a "miglioramento". E' del tutto ragionevole, auspicabile, che chiunque possa o voglia aspirare a qualcosa di nuovo, diverso e migliore di quanto già conosce. Allo stesso tempo, è del tutto condivisibile l'analisi che vede la Rai al centro di una crisi di identità profonda, lontana e per cause non tutte e non sempre riconducibili a se stessa, alle sue gestioni recenti o passate. Un elemento costante e da tutti sempre sottolineato è il suo cordone ombellicale con la politica con la caratteristica di essere a doppia via: da un lato la politica che "nutre" la Rai e, viceversa, una parte di Rai che alimenta la politica.
Diciamola semplicemente: a Viale Mazzini il cambiamento non c'è stato e, se qualcosa potrebbe essere successo, nessuno se ne è accorto. Per essere gentili, evidenziamo un deficit di comunicazione che, per riguardare la prima Azienda in Italia che si occupa di questo argomento, è tutto dire. Anzi, per certi aspetti,  il cambiamento connesso con tutta l'architettura dell'uomo solo al comando collegato al granitico rapporto con il Governo di cui è espressione, ha mostrato e mostrerà ancora di più nel prossimo futuro tutta la sua debolezza strutturale, tutta la sua difficile capacità di gestire, appunto, i cambiamenti più imposti che voluti. Durante questi 10 mesi il solo "cambiamento" è tutto potenziale: il nuovo Piano industriale sul quale, come abbiamo scritto più volte, ben che vada si può solo evidenziare la intrinseca fragilità e impraticabilità: non ci sono certezze sulle risorse, sui tempi, sui criteri di scelta di chi sarà chiamato ad operare, sulle tecnologie. Per non dire poi del buco più rilevante: la pressochè totale assenza della componente "sociale" del piano. Il solo punto di forza, tutto da verificare, è nella presunta capacità di organizzare le strutture interne di produzione per linee verticali. Che possa essere una strada giusta o meno, nessuno è in grado di sostenerlo oltre ogni ragionevole dubbio.

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venerdì 24 maggio 2019

Memo

Da segnalare sul Corriere di oggi intervista  Franco Iseppi, ex DG RAI.
Quando spesso ci si riferisce ad un Servizio pubblico pressoché scomparso si pensa a quel momento storico.

Votate e fate votare

La lettura dei giornali anche stamattina non riporta nulla di interessante sulla Rai. Sempre difficile come interpretare. Sarà un bene o un male?  siamo più per la seconda risposta.

Ieri, riflettendo e commentando con amici, colleghi, parenti e conoscenti sulle recenti nomine, ci è venuto un pensiero che lega molte vicende aziendali e umane. Si dice, in genere, che la comunicazione è uno strumento formidabile per gestire le relazioni pubbliche e private. Qualcuno dei nominati o dei "trombati" si lamenta per essere attribuito "in quota" ad un parte o da quella opposta. Dimentica un corollario della comunicazione: la percezione. "Non è solo importante essere onesti quanto anche essere percepiti come tali". Se ti professi di sinistra e sei percepito come di destra, o viceversa, potrai anche avere la coscienza a posto (e non è poco) ma qualche dubbio sarà forse utile porselo.

buon voto!!!

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giovedì 23 maggio 2019

La Tregua

Modalità stand by in attesa di lunedì mattina. Intanto qualche appunto.  Anzitutto il silenzio stampa di questi giorni: anche stamattina non leggerete nulla di significativo. Le colleghe e i colleghi solitamente bene informati tacciono pensosi. Sarà bene o male?

Ieri abbiamo scritto di quanto poco dibattito c'è stato sul piano industriale. Fresco fresco è arrivato un comunicato della FLS Cigl.
Leggiamo "È positivo che il piano colga alcune tematiche essenziali per la modernizzazione della Rai:  passare da un modello verticale (direzioni di rete) ad uno orizzontale definito per contenuti;
·         l’utilizzo di tutte le piattaforme in maniera sinergica (web, social, radio, Tv) per portare informazione immediata e approfondimento ad un pubblico sempre più largo;
·         procedere rapidamente ad investire in tecnologie "  e poi "rimane poco chiaro il perimetro aziendale e quali saranno i modelli produttivi ed organizzativi futuri, quali asset saranno valorizzati e come saranno distribuiti gli investimenti sui centri di produzione e le direzioni generali. Manca una chiara attenzione alle sedi regionali," e infine " risorse e tempi previsti ... ci lasciano forti dubbi sulla piena realizzabilità...".
Posto che il modello organizzativo proposto mostra forti dubbi di validità e attuabilita', si pone un semplice problema di logica. Delle due l'una: o il piano è attuabile perché prevede tutto il perimetro della sua applicazione oppure non lo è. Come si può sostenere che il piano sia positivo se poi si sostiene che non è applicabile? Non lo si dice esplicitamente ma appare evidente.  Non è  un caso che il tema risorse sia sempre in secondo piano, nonostante che, al contrario , dovrebbe essere in primo piano.
Comunque...dibattito aperto. 

Ps: questo blog è letto in varie parti del mondo (4 in Ucraina e 2 in Indonesia per dire)

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mercoledì 22 maggio 2019

Vincitori e vinti

Anzitutto come al solito, grazie ai tantissimi lettori di questo blog: ieri c'è stato un picco enorme!

Oggi la lettura dei giornali si presenta alquanto complessa: nessuno si lancia nelle interpretazioni politiche e quei pochi che lo fanno si limitano genericamente ai titoli. Difficile non cogliere il nesso tra gli equilibri di governo e quelli di Viale Mazzini dove i destini delle forze in campo, non si sa ancora per quanto, sono indissolubilmente legati. La domanda che abbiamo posto ieri è in corso di validità: chi ha vinto e chi ha perso? Apparentemente, come hanno scritto alcuni giornali, M5S contro Lega 2 a 0. Attenzione, potrebbe non essere esattamente in questi termini. Proviamo a leggere la questione dal punto di vista dell'altro lato del corridoio del settimo piano. A Foa conveniva mettere Salini con le spalle al muro e fargli tremare la terra sotto i piedi? Forse no. Troppo incerti gli equilibri politici in corso e poi, da non dimenticare, in Vigilanza e non solo, si sta creando un clima certamente non favorevole verso di lui per la questione della presidenza a RaiCom. La questione potrebbe essere facilmente risolta: lui sostiene che ha accettato la nomina perchè richiesto da Salini, per spirito di servizio a senza compenso (in corso la verifica del Collegio sindacale). Ma, appare evidente, che in gioco c'è la sua credibilità. E allora difficile non cogliere l'opportunità di incassare una apparente sconfitta oggi, piuttosto che una disfatta domani. E' la politica bellezza !!! Argomento che sembra poco praticato invece dall'altro lato del corridoio. 

Ieri abbiamo scritto che al di là della contingenza politica Salini era costretto a procedere con le nomine: si tratta di una prerogativa che la legge gli assegna in via prioritaria e dalla quale non è possibile derogare. Non farlo, dopo averlo fatto sapere urbi et orbi sarebbe stato la cronaca di una fine annunciata. Il problema è stato il ritardo, il tentennamento, l'incertezza che ha avuto  per lunghissimo tempo, durante il quale la politica ha avuto buon gioco nel cercare di tirare le fila da un parte o dall'altra.
Dunque, nella valutazione sulle persone, poco da dire: a parte uno, tutti interni, tre donne, e tutti di provata esperienza aziendale. Forse qualcuno migliore o peggiore? non è questo il problema. Il problema è per che tipo di gioco sono chiamati a scendere in campo. Come abbiamo scritto ormai innumerevole volte e da diverso tempo, si tratta del progetto, della visione che questa governance di Viale Mazzini intende proporre sul futuro del Servizio Pubblico.

Il verbo "proporre"  (1. ant. o letter. In senso proprio, porre innanzi, e quindi offrire, mettere davanti agli occhi. Per estens., premettere: queste cose proposte, così procedo (Dante);  2.Comune in senso fig.: a. Indicare, o consigliare, suggerire come utile, come opportuno b. Presentare all’attenzione altrui qualche cosa da risolvere, oppure da trattare, da sviluppare:  c. Offrire all’accettazione altrui... etc" da Treccani ) vorrebbe dire esattamente esplicitare una modalità di relazione con il resto del mondo che, finora, è stata del tutto assente. Il Piano industriale è stato cantato e suonato tutto in casa, senza che nessuno, formalmente, lo avesse mai letto. Le due sole occasioni di "confronto" .... si fa per dire, sono avvenute in Vigilanza e lunedì scorso all'Auditorium. Poco, troppo poco per riguardare non solo l'organizzazione dell'Azienda, considerata la panacea di tutti i mali, ma la mutazione genetica che il Servizio Pubblico potrebbe subire da qui ai prossimi anni. Banalmente, considerando che questa trasformazione interessa qualche decina di milioni di italiani che, peraltro, pagano pure il canone, sarebbe non solo giusto ma anche doveroso che su questo argomento si sviluppasse un dibattito, un confronto ampio. In verità, ci doveva essere prima. 
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martedì 21 maggio 2019

triplo flash

facciamo il punto:

1) i nomi erano noti da tempo, da molto tempo, ed erano in parte concordati tra AD e Presidente. Giornali e agenzie varie li hanno ripresi in diversi momenti. Ci sono state relative sorprese ma neanche tanto: alcuni colleghi/e le sapevano già da alcuni giorni ma non le hanno scritte.

2) si sono sviluppate due pressioni in direzioni opposte: una del M5S per fare le nomine subito, prima delle elezioni, l'altra per rinviare. Anche questo era noto da tempo. Altre pressioni di altro tipo sulle quali è meglio lasciar perdere (magari qualcuno sostiene che siamo veteroplutocomplottisti)

3) venerdì scorso, intorno alle 17.45, potrebbe essere avvenuto una specie di corto circuito. I due schieramenti hanno avvertito il passaggio critico, non tanto sulle nomine ma anche su temi delicatissimi (mascherati dai vari fazi e fiorelli) come, ad esempio, i palinsesti ancora in alto mare e gli ascolti per Rai Uno, ed hanno convenuto di prendersi un momento d'aria. Il Cda "straordinario" di tale non ha avuto nulla !!!

4) sempre in ambito corti circuiti, la questione Fazio ha scoperchiato una pentola: l'autonomia dei direttori alla vigilia del piano industriale che prevede proprio la loro riduzione a meri esecutori. Tasto delicatissimo e, nello specifico, che interessa due nomi di  "quota" lega: De Santis e Ciannamea. Non è cosa da poco.

5) ieri c'è stata la presentazione del Piano Industriale. Non sembra aver convinto il già perplesso popolo Rai. Salini non solo non ha scaldato i cuori ma per certi aspetti ha sollevato più problemi che soluzioni, più per quanto non ha detto che per quello che ha esposto (vedi risorse economiche)

6) ancora in ambito corto circuiti: la prossima settimana è convocata una Vigilanza molto delicata, con schieramenti politici in campo molto fluidi e gli esiti potrebbero interessare non solo il destino di Foa come presidente di RaiCom ma dell'intero consiglio, compreso quello dell'AD

7) Salini, tra ieri sera e questa mattina si è trovato con le spalle al muro: o procedeva con le nomine oppure la sua credibilità sarebbe scesa sotto il seminterrato di Viale Mazzini. Ha preferito la prima strada.

8) cosa se ne può dedurre? nel merito delle scelte è apprezzabile la caratura generale: tutte persone interne da tempo (solo Giannotti ultimo arrivato), nominate tre donne, premiata l'esperienza e la conoscenza dell'Azienda. Non ci esprimiamo sulla  "quota" politica, alcuni sono noti per essere di destra, la maggioranza invece di centro sinistra. 

9) ha vinto Salini e perso Foa? presto per dirlo. La politica è arte del possibile non del desiderabile.

10) cosa succederà ora? nulla cambia sulla valutazione generale del cambiamento in corso: il Piano industriale non convince come abbiamo scritto più volte. Ci fermiamo solo davanti ad una banale e brutale constatazione: al momento nessuno ha sollevato obiezioni nel merito. Gli stessi parlamentari in Vigilanza hanno dato visibilmente l'impressione di non aver letto le oltre 500 pagine tra documento e 5 allegati (per pura curiosità si può rivedere la registrazione sul sito della Camera). Non parliamo di quanti altri avrebbero dovuto esprimersi. 

segue...

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doppio flash

Come abbiamo scritto: pronti a ricrederci e cosparso il capo di cenere queste le nomine appena comunicate dall'AD:


Marcello GIANNOTTI per la posizione di Direttore Comunicazione (attualmente ricopre il ruolo di Assistente dell’Amministratore Delegato per la Comunicazione);
Simona MARTORELLI per la posizione di Direttore Relazioni Internazionali (attualmente Vice Direttore della medesima Direzione);
Stefano LUPPI per la posizione di Direttore Relazioni Istituzionali (attualmente Vice Direttore della medesima Direzione);
Andrea MONTANARI per la posizione di Direttore Ufficio Studi (attualmente alle dirette dipendenze dell’Amministratore Delegato);
Pietro GAFFURI per la posizione di Direttore Transformation Office (attualmente responsabile, nell’ambito del CFO, della struttura “Bilancio Sociale”);
Felice VENTURA per la posizione di Direttore Risorse Umane e Organizzazione (attualmente Direttore della Direzione Acquisti);
Monica CACCAVELLI per la posizione di Direttore Acquisti (attualmente responsabile, nell’ambito della Direzione Affari Legali e Societari, della struttura “Consulenza contrattuale”);
Alessandro ZUCCA per la posizione di Direttore Infrastrutture Immobiliari e Sedi Locali (attualmente Vice Direttore della Direzione Rai Sport);
Elena CAPPARELLI per la posizione di Direttore Area Digital (attualmente Vice Direttore della Direzione Rai Tre)
a dopo per valutazioni e commenti ...

il pendolo e il pozzo

Tic .. toc... tic ..toc ...tic ...toc  Chi vi scrive ha ricevuto in eredità questo antico e prezioso orologio da parete. Perfetto, bellissimo, inesorabile. Ha una curiosa particolarità: il suo rumore è intermittente: a volte è forte e fragoroso, altre volte sembra fermo per quanto è silenzioso. Eppure, senza pietà per nessuno, incede e batte i minuti e le ore.
Vale per tutti, figuriamoci per la Rai, per il Servizio Pubblico (come talvolta è meglio citarlo per il nome più corretto) dove qualcuno suppone di vivere in una bolla di sapone, una variabile impazzita, oppure, in modo assai più sofisticato, di essere all'interno della teoria della relatività generale dove si descrivono i processi di deformazione dello spazio e del tempo in prossimità di corpi massicci (asteroidi, pianeti).
Di questo si parla quando si assiste ad una giornata come quella di ieri. Gli attuali vertici di Viale Mazzini, ormai vicini ad un anno dal loro insediamento, sono stati capaci di entrare in una palude dalla quale sarà difficile uscire. Ieri, l'AD ha menato vanto del Piano industriale. Chi ha una certa età, come il sottoscritto, gli viene in mente il Rover lunare usato nelle missioni Apollo. Come noto, ogni sua ruota, ogni sua parte, può essere indipendente dall'altra pur rimanendo coesa con il resto del veicolo. Ebbene, il Piano industriale, sebbene possa contenere spunti interessanti, sembra una vettura spaziale a cui mancano ruote, non ha benzina e gli si è spento il navigatore. Le ruote sono le risorse anzitutto (non ha detto una parola sul canone e di sfuggita la pubblicità); altra ruota sono le tecnologie: il digitale terrestre presto, nel giro di pochi anni, sarà smantellato (la televisione pubblica svizzera dismette gli impianti dal prossimo 3 giugno). La benzina sono le risorse umane: la direzione occupata da Flussi è paralizzata in attesa di una nomina attesa da mesi e non si sblocca fintanto che non sarà chiaro se ad occuparla sarà Zucca o Ventura. La direzione produzione, uguale a più di un terzo dell'Azienda, peggio ancora. Il navigatore è una prospettiva sociale, culturale, che non riguarda solo i numeri, le slides di Power Point.
Ipse dixit: la settimana scorsa il 18, leggiamo su quel giornale marxista leninista maotsetung pensiero di Repubblica che Massimo Ferrario, indicato dalla Lega proprio alla produzione non sarà nominato "mai!!!" e nello stesso articolo a proposito di Ferragni "sarà sostituito" e conclude un ferreo ragionamento "Queste decisioni le prendo io, nessun altro. E' tutto a posto, le nomine sono quelle che conoscete". Questa frase contiene solo una verità: i nomi li conosciamo. Non conosciamo invece la sua credibilità, la sua capacità a dirigere questa Azienda. Proviamo ad immaginare ora cosa può succedere e proviamo ad immaginare di essere uno dei soggetti coinvolti nelle nomine, ad esempio uno di quelli "sfiduciati". Con che coraggio, da questo momento in poi, si può immaginare una leale e corretta collaborazione da parte dello sfiduciato dopo che a tutti è stato reso noto l'intendimento di non avvalersi più della sua competenza? Lo "sfiduciante", da ora in poi, con che coraggio solleverà il telefono per chiedergli si seguire una certa pratica se, in modo pressochè palese, ha dato ad intendere di non fidarsi più di lui? Certo, parliamo sempre di "professionisti".

Questa è la palude, il pozzo senza fine, questa è la paralisi dell'Azienda: innescare meccanismi perversi di trame e complotti, di tutti contro tutti, di salvagente richiesti alla politica o ad altri cosiddetti "poteri forti" (fantomatici, misteriosi, complottaroli ma sempre efficienti al momento giusto).

Comunque, facciamola breve: al momento in cui scriviamo delle nomine non ci sono tracce e, per quanto abbiamo saputo, sono in attesa di giudizio. Magari,come sembra, fin dopo le elezioni. Esattamente come auspicato informalmente da Foa. Chapeau, è un vero politico, un giornalista di chiara marca montanelliana, doppio chapeau. Altri, si direbbe, sprovveduti allo sbaraglio. Beninteso, siamo prontissimi a ricrederci e cospargerci il capo di cenere. Ma il timore che la frittata sia fatta è forte, la credibilità, il coraggio, non si acquistano al mercatino della managerialità un tanto al chilo.
Staremo a vedere, tanto è gratis e il divertimento (si fa per dire, dopo il siparietto di ieri della Gucciari) assicurato.
ps: ieri boom di lettori! grazie!!!!!!
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lunedì 20 maggio 2019

FLASH

i gentili lettori sono pregati di leggere il post precedente
Quando inizia la scrittura del post il primo problema è il titolo: in questo caso abbiamo serie difficoltà a raccontare la mattinata appena conclusa.

Con ordine, alle 10.30 era prevista la presentazione del piano industriale. Vi raccontiamo come è andata: la diffusione streaming non parte .... avete presente la rotella che gira ??? ha girato fino a circa le 11 (è andato perso il siparietto comico della Cucciari) dopo di che si viene a sapere che si vede, male, su Explorer (???) e, intorno alle 11.10 si vede anche su Chrome.
Compare in video Salini in corso d'opera e da il meglio di se: racconta, con alterne incertezze e difficoltà espositive, il senso generale del piano. Per quanto ne sappiamo (magari ne ha parlato nella prima parte), due aspetti "marginali" rimangono in secondo piano: le risorse e le tecnologie. La cosiddetta "media company" non è una sua invenzione, altri e meglio prima di lui hanno provato. Centralità del pubblico, organizzazione per generi etc etc etc Va vhè ... appello all'entusiasmo, alla gioia di vivere, alla felicità, all'orgoglio aziendale ... tiepido applauso di obbligo aziendale e tutti a casa, o meglio, in ufficio.

Fin quì tutto bene (si fa per dire). Ma tutti erano e sono in attesa di sapere con chi cominciare ad attuare questo progetto: le famose nomine da tempo annunciate ufficiosamente, fatte sapere in giro, lasciare trapelare fin quasi nei dettagli, fino a venerdì mattina scorso quando, sembra, pare dicono avesse in mano le lettere con tanto di protocollo. Parliamo di direzioni pesanti: il personale e la produzione in testa, cioè due centri nodali per qualsiasi processo di riorganizzazione. E se non è in grado di nominare (da mesi) questi due passaggi strategici, con che coraggio si pensa di attuare tutto il resto? Mettiamo per un attimo da parte la direzione relazioni istituzionali e quella comunicazione (c'è tanto da dire, e vedremo come andrà a finire, ma da quello che sappiamo ci saranno sorprese).

Comunque, fatto stà che su un versante del settimo piano, e non solo, mangiano la foglia e capiscono che si sta attivando un trappolone e cercano di correre ai ripari. Alle 17 è previsto il Cda dove, per sola cortesia istituzionale, Salini vorrebbe (non dovrebbe) comunicare le sue scelte. E ... zacchete... che pochi minuti dopo scatta il controtrappolone (vedi la fantasiosa ricostruzione del post precedente) che, a quanto sembra finora, ha funzionato perfettamente. Qualcuno avvisi l'AD.

Da allora i telefoni e gli incontri ribollono: si fa sapere in giro che, forse, le nomine potrebbero essere comunicate sabato, o meglio domenica o, chissà, poco prima della presentazione o, meglio ancora, magari al termine oppure, infine, meglio lasciare perdere. Poche idee e molto confuse. 

Come abbiamo scritto:in Rai i verbi difficilmente si declinano al futuro (oggi Salini ha usato spesso il passato) e la sospensione della comunicazione dei nomi ha consentito a Foa di far pesare tutte le armi di cui dispone per rimettere in riga il riottoso AD. Fra pochi giorni si saprà l'esito elettorale: a chi conviene rompere proprio in queste ore? 
Così è stato. Al momento in cui scriviamo, pare, forse, dicono, che nel pomeriggio si potrebbe sapere qualcosa. Ma non è il qualcosa che interessa ma il "qualcome" che cambia tutto. Da quello che a noi osservatori esterni appare chiaro è che come si dice a Roma, qualcuno comanda come il due di coppe quando regna denari. 
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domenica 19 maggio 2019

dialogo

«Questo modo di filosofare tende alla sovversion di tutta la filosofia naturale, ed al disordinare e mettere in conquasso il cielo e la Terra e tutto l'universo.» G.Galilei

Riportiamo un dialogo, del tutto fantasioso, surreale, frutto di immaginazione e creatività, riportato da amici di amici:

Ciccio: "a Fra... che ce devi fà coo quaaa cartellina ???"
Franco: " de che t'empicci ... robbba mia ..."
C: " e dajeee, tanto stamo tutti suuu a stessa barca"
F: "va bhè ... c'ho quarche nome che devo nominà !!! che te frega"
C: " ma che dichi? come sarebbe a dì ...eee siii che me frega ... te pare questo er momento ??? "
F: " ahoooo ...io puro me so rotto co 'sta storia... n'hè che mo dovemo sempre 'sta asppettà li comodi tua"
C: " va bhè, famo 'na cosa .. uscimo 'n attimo e se dimo du cosette"
F: "ahoooo... io 'n ciòò gnente da ditte ... mo li nomi li sanno 'ngiro  e n'è che mò me posso rimagnà tutto..."
C: " ahooooo, famose a capisse .... nun s'ò s'hai capito ??? se te viene 'n mente che voi fà come te pare, hai capito male ... famo che te fai 'na passeggiata, passi er sabbbato e aaa domenica a vedè eee partite e poi, magara, lunedì ne parlamo .... che dichi ???"
F: " tu dici ??????? dici che è mejo così ??? quasi quasi .... mo ce penso e faccio sapè ..."

E' passato sabato e domenica. Ciccio e Franco, vissero insieme felici e contenti, almeno per qualche giorno o settimana. Poi, si vedrà.

Intanto, questa mattina, la repubblica titola "Rai nel caos"

Più tardi aggiornamento sulla presentazione del Piano Industriale all'Auditorium

sabato 18 maggio 2019

Suspence

Nando, meglio noto in zona Prati Mazzini come "er Caciotta" da qualche giorno è  costretto a vendere cicoria al posto della solita buona erba.
Risultato: qualcuno ha i pensieri leggermente affumicati. Difficile, altrimenti, spiegare e capire cosa succede da quelle parti.

Invece in RAI  tutto sembra chiaro. Infatti, abbiamo la prova che l'AD è stato scelto bene: un vero uomo di spettacolo. Il clima di attesa che ha creato per comunicare le nomine è senza pari. Meglio che andare al cinema. Al momento in cui scriviamo,  dopo aver constatato che i giornali di oggi hanno perso la RAI dal radar, non sappiamo ancora se Salini è venuto a miti consigli  come forse gli ha suggerito Foa quando lo ha chiamato un'attimo fuori dal Cda per fargli capire l'andazzo  oppure sta meditando l'atto di forza per certificare la sua esistenza in vita.
In ogni caso, quale sia la scelta a poche ore dall'appuntamento di domattina,  il quadro che ne esce è fosco.
Ci dice un autorevole ex collega "in RAI non esiste il verbo coniugato al futuro  quello che si vuole fare o avviene subito o  forse, mai più ". Chi vi scrive conosce bene il tema: per anni (epoca Di Russo ) gli si diceva: la tua lettera di nomina è nel cassetto ma, occorre aspettare... non è il momento... la lettera è rimasta nel cassetto.

Pare di capire che, comunque vadano le cose, nomine si o no e vedremo quali , la crisi di immagine, credibilità e legittimità di questa governance è prossima al collasso.
Foa e Salini , forse, lo hanno intuito.

La domenica è lunga, magari  forse, chissà...entro stasera si potrebbe sapere qualcosa. Basta attendere, è gratis.

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Straordinario

Non capita tutti i giorni che quattro consiglieri richiedano un Cda straordinario. Per capire, cerchiamo di sapere chi sono: Borioni, in quota PD ... ma quale PD? Renzi che già l'aveva nominata? quota Anzaldi o Zingaretti? non sono la stessa cosa. Coletti, in quota M5S, ma quale? Di Nicola o Airola? non proprio lo stesso punto di vista. Rossi, in quota FdI? ma chi? lo stesso dell'intervista sull'antifascismo ormai superato??? Infine Laganà, eletto dai dipendenti.

I quattro, di fronte alla tarantella sul caso Fazio, prendono coraggio e in un impeto di gloria accumunati dallo stesso destino, si accingono ad un atto "straordinario" e proprio di venerdì 17 che, a quanto sembra, non ha portato proprio bene.
Vediamo cosa ne è uscito fuori. Ieri sera qualcuno, mentre circolavano le prime notizie, ha detto "niente di che" !!! e, in effetti, proprio niente è uscito. Lo "straordinario" chiarimento su Fazio non è avvenuto, lo straordinario comportamento di chi non comunica con l'AD cambiamenti di palinsesto non è stato chiarito, lo straordinario chiarimento sulla doppia nomina di Foa a Rai Com rinviato a dopo le elezioni, lo straordinario pacchetto di nomine sospeso per il fine settimana e, forse, comunicate il prossimo lunedì, lo straordinario problema dei palinsesti in alto mare è irrisolto. In effetti, proprio niente di che, di straordinario non c'è stato proprio nulla. Il solo atto "straordinario" e politico è stata la formale richiesta di dimissioni a Foa proposta da Laganà e Borioni.

Eppure, come abbiamo scritto ieri, la posta in gioco era ed è tutt'ora molto alta. Non si parla solo di qualche decina di milioni a Fazio, non si parla del gossip su Fiorello, non si parla del compenso a Foa come presidente di Rai Com (e passa in secondo piano il canale in inglese che forse è più grave). Va a finire che si scopre il barattolo della marmellata dove tutti attingono il cucchiaino. Attenzione, non è quello delle nomine (come abbiamo scritto, derimente è quella alla direzione produzione: vale da sola quasi tutte le altre messe insieme, per budget e numero di addetti). Sui giornali di oggi si legge che Ferrario e Ferragni sarebbero saltati (ambedue sostenuti da Foa) e non si legge da nessuna parte della nomina di Giannotti, amico e sodale di Salini, alla comunicazione al posto di Parapini.

Questa però è una pista che, ci suggeriscono, essere molto suggestiva per capire cosa potrebbe essere successo quando Salini e Foa sono usciti dal Cda. Non c'è angolo sordo del settimo piano. La posta in gioco è la sopravvivenza dello stesso consiglio, sembra sia stato il pensiero prevalente. Un solo vincitore, come si stava prefigurando Salini, non avrebbe fatto comodo a nessuno e allora "statt'i buonino, calma... aspetta un momento..." . In fine dei conti, mancano pochi giorni al giorno del giudizio, dove si potrebbe capire chi ha la carte buone in mano.
Da tempo era noto che l'AD avrebbe voluto forzare i tempi proprio per non trovarsi scoperto dopo il 26 maggio. Per buoni motivi: dare segno di essere in grado di "gestire" l'Azienda ora, dopo potrebbe essere tutto più difficile.

Morale della favola: la tarantella straordinaria di ieri non è servita a nulla se non a dipingere ancora una volta l'immagine del Servizio Pubblico in mano alla politica che, a sua volta, esprime quello che passa il convento.
Forse, alla fin fine, un sano Cda "ordinario" e magari con qualche voto a favore o contro era meglio di questa pantomima (Azione scenica muta, caratterizzata da una successione di gesti e di atteggiamenti, o anche da una danza più o meno sfrenata, a carattere farsesco).
Buon fine settimana a coloro che si apprestano a lasciare e a coloro che si apprestano a subentrare. Sempre che, alla fine di questo giorno "il destino sarà noto" e non è affatto scontato.
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giovedì 16 maggio 2019

La posta in gioco

"Grande il disordine sotto il cielo. Dunque, la situazione è eccellente" sosteneva il Grande Timoniere. In effetti, a leggere i giornali di oggi sulle vicende RAI non c'è da stare tranquilli.

La posta in gioco oggi in Cda non sembra tanto composta dalla somma dei tanti problemi aperti ma la sopravvivenza stessa di questo Consiglio. È difficile,  infatti, immaginare che la Lega possa rimanere sotto schiaffo su tutti i fronti, proprio alla vigilia di un terremoto elettorale che potrebbe vederla vincere nelle urne.
La nuova maggioranza che si è  creata in consiglio è fragile: ne fa parte un consigliere in quota ad un partito che potrebbe presto rispondere ad altre logiche.

Salini oggi, a quanto leggiamo, vorrebbe fare una specie di "all in" presentando le nomine di corporate dove nello schema noto da giorni veniamo a sapere  che potrebbe saltare proprio la nomina di Ferrario tanto gradito alla Lega e pure quella di Ferragni. Situazione strana, anomala. Troppo forte e complessa.
Se la mossa dovesse passare, Foa e tutto il suo sistema verrebbe duramente colpito.
No. Qualcosa non torna.
Per rimanere al mondo del poker (quello tradizionale !!) succede che talvolta si dispone una mano che potrebbe segnare tutta la partita. Se riesce in chiusura funziona ma se succede nel mezzo non è detto in alcun modo che si riesce a portare in cassa il risultato.

In questo quadro, sommersi dai problemi di gestione con il vincolo di dover dimostrare di sapere come gestire la RAI, passano in secondo piano due appuntamenti: il primo è  quello di lunedì 20 con la presentazione ai dipendenti del Piano industriale.  Il secondo è il rinvio della presentazione dei palinsesti che slitterebbero dopo quelli di Mediaset.
Il primo è intempestivo: formalmente il MISE non lo ha "liberato" e, metti caso, vengono rilevati profili negativi, cosa fanno? Il secondo, se confermato, è grave. Ci sono in ballo una montagna di soldi.

Oggi è venerdì 17. Necessario fare tutti gli scongiuri possibili. Ognuno per la propria quota parte.

Scaramanzia

Chi segue questo blog da tempo, sa che chi vi scrive ha giocato molto a poker ed è molto scaramantico. Il CdA straordinario è  convocato per domani, venerdì 17, che in genere non è  considerato un giorno fausto. Per il bene della RAI, speriamo che non sia così!
I chiari di luna non sono dei migliori. I soggetti in campo sono tutti in stand by in attesa del prossimo 27.

Osservazione a margine delle vicende dei giorni scorsi: il rinvio della presentazione dei palinsesti di RAI Uno è più grave di quanto appare e anche in questo  caso evidenzia un corto circuito interno molto grave.

Qualcuno a Viale Mazzini sembra interessato a far tornare Miss Italia: nella narrazione del Paese se ne sente proprio il bisogno.

Intanto, ancora un grazie ai tanti lettori che ci seguono attentamente: questa mattina, nonostante non ci fosse il post, sono stati veramente numerosi i contatti. Per la fine di questo mese saranno superate le 30 mila visualizzazioni.  Grazie

mercoledì 15 maggio 2019

Vietnam

Come immaginabile il Vietnam di Viale Mazzini diventa incandescente. La differenza con il paese asiatico sono le forze in campo e gli obiettivi. Le prime, come scritto ieri, non sono compatte e la strategia diversa. La mossa dei quattro consiglieri di chiedere un Cda straordinario è utile e necessaria. Obiettivo sembra Foa ma difficile non cogliere anche quello che  in via subordinata, ne deriva in modo evidente. Colpire Foa implica colpire Salini. Ricordiamo la prima linea difensiva del presidente: faccio tutto in accordo con l'AD  compresa la nomina  RAI Com. Simul stabunt  simul cadent. Pari pari come avviene nel Governo. Salini non sapeva? O è  vero ed è grave che non sapesse o sapeva e allora è doppiamente grave perché complice. Nel mezzo solo acqua fresca.

Ieri abbiamo riportato dell'intervista a Luigi Meloni , presidente AdRai, che nessuno ha ripreso. Curioso: tutti pronti a pontificare sull'aria che tira e quando c'è da dire qualcosa di interessante tutti tacciono. Meloni ha sparato grosso: siamo pronti alla privatizzazione. Non è chiaro se ha parlato per se o in rappresentanza dei 300 dirigenti RAI. Ha poi sollevato un altro tema centrale: la natura pubblica o privata della RAI. Non è  cosa da poco: su questo argomento la politica tace, da tempo. Infine Meloni ha riproposto il tema del compenso  di Aldo Mancino, AD di RAI Way, uguale a circa 490 mila euro (lordi !!!) cioè più del doppio di chi lo nomina e lo dovrebbe controllare, nonché dello stesso neo presidente Orfeo. Insomma, robetta da poco.
Sempre a proposito di RAI Way oggi hanno pubblicato i dati periodici: confermano la crescita dei ricavi ma omettono di dire che questi provengono solo da quanto RAI paga per la fornitura del servizio e non un euro dal mercato. Grazie al cavolo, per un decimo di quel compenso anche la Sora Lella sarebbe capace. Poi la chicca: sono cresciuti gli investimenti ma non con i proventi dei dividendi agli azionisti che si sono portati a casa il 100% degli utili.
Se i consiglieri trovassero 5 minuti per occuparsi anche  di questo non farebbero una lira di danno. Sono soldi pubblici.
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martedì 14 maggio 2019

La guerra dei mondi

«Nei primi anni del XXI secolo, nessuno avrebbe creduto che il nostro mondo fosse osservato da intelligenze più evolute della nostra, che mentre gli uomini erano impegnati nella vita di tutti i giorni, qualcuno li studiasse, li analizzasse - con la stessa precisione con la quale l'uomo scruta al microscopio le creature effimere che brulicano e si moltiplicano in una goccia d'acqua. Con infinito compiacimento, l'uomo percorreva il globo in lungo e in largo, fiducioso del proprio dominio su questo mondo. Eppure, attraverso la volta dello spazio, intelletti vasti e freddi e ostili guardavano al nostro pianeta con occhi invidiosi. E lentamente e indisturbati ordivano i loro piani contro di noi» dal film di Steven Spielberg - 2005. 

Intorno a Viale Mazzini è in corso una guerra tra mondi diversi, molteplici e l'uno contro l'altro armati. Non si tratta solo di un mondo di sotto e uno di sopra, ma anche uno di lato destro e uno di lato sinistro e, talvolta, succede che alcuni di questi mondi si alleano tra loro, per convenienze subitanee e mutevoli.  Questa mattina vi consiglio di leggere il Foglio e il Fatto Quotidiano per capire le vicende Rai in corso di svolgimento.

Con ordine: il caso Fazio è una possibile miccia in grado di far deflagrare il composto esplosivo del CdA e dell'AD. Alcuni tra loro sembrano l'uno contro l'altro e, al loro interno, si combinano alleanze a dir poco bizzarre. Le stesse che si potrebbero comporre in Vigilanza dove, oggi, si potrebbero consumare pranzi indigesti. Come, ad esempio una inedita convergenza M5S e PD. Condizionale d'obbligo visti precedenti, in particolare in casa Dem, quando avevano minacciato l'Aventino e l'ira di Dio su Foa per poi lasciare tutto indisturbato. Cosa che, a quanto si legge stamattina, potrebbe accadere di nuovo con la Vigilanza che dovrebbe audire il sottosegretario Crimi e poi rinviare tutto da quì all'eternità. Lo stesso dicasi in casa M5S dove non tutti sembrano convinti di dover difendere Salini, palesemente in difficoltà narrative e gestionali (anche se c'è chi disegna una "maggioranza in Consiglio in grado di fronteggiare la Lega composta da Rossi, Laganà, Coletti e lo stesso Salini mentre la Borioni risulta dispersa in altra compagine). Infatti, non riesce a "comunicare" la sua capacità di gestione: si veda il Piano Industriale, tanto per fare un esempio piccolo piccolo con le sua magagne grandi grandi (canale inglese). Per il prossimo 20 maggio è ufficialmente prevista la sua presentazione ai dirigenti Rai e, in videoconferenza, al resto del popolo aziendale. Per quanto ne sappiamo, il CdA è stato informato "di sfuggita". La notizia l'ha data in anticipo Prima Comunicazione laddove si legge che è previsto "un siparietto comico di Geppi Cucciari seguito da un filmato emozionale ..." Ora, posto che due risate non si negano a nessuno, specie nei momenti grigi, ma che c'azzecca tutto questo in un momento così delicato? 
Nota a margine: in un impeto d'ira, l'AD oggi potrebbe comunicare la manciata di nomine, forse solo di corporate. Sarà interessante vedere quanto in grado di esprimere "autonomia", specie per quella che riguarda la Direzione produzione TV, accreditata in quota Lega.

I due articoli di cui sopra: meritano la lettura per come si dipinge un mondo Rai tra dirigenti in "quota" e "struttura delta", di gente che passa con disinvoltura da una parte all'altra come l'acqua fresca. A proposito di dirigenti Rai, la notizia del giorno è una inedita intervista a Luigi Meloni, presidente ADRai pubblicata sul sito ADN a firma Veronica Marino (solo il Messaggero riprende una sua frase senza citarlo). Dice cose molto interessanti: "siamo pronti alla privatizzazione" poi "Salini e Matassino sono "persone per bene e ottimi dirigenti ma non hanno autonomia sufficiente" e, infine, su Foa "Non è assolutamente di garanzia, è condizionata dalla politica". BUM !!! complimenti!!! una voce fuori dal coro, o meglio, dal silenzio e dall'afonia che caratterizza i dirigenti Rai. Sul primo punto, in particolare, c'è molto da riflettere e dibattere. La Rai privata è una idea suggestiva che presuppone la fine del Servizio Pubblico. E' questo quello che pensano i dirigenti Rai o si tratta della sua opinione strettamente personale? Poi, la frase sul vertice e sulla sua autonomia, e quella congiunzione "ma" (Congiunzione coordinativa avversativa) che caratterizza la frase. Proviamo a interpretarla: essere per bene e non avere sufficiente autonomia (dalla politica si suppone ...o altro?)
è come immaginare una bicicletta senza un pedale e senza una ruota: non funziona! Infine, non cita una sola volta il Piano Industriale, eppure non è una cosetta da poco.

Il mondo surreale, come titolato ieri, porta verso una sola dimensione: dalla Legge nefasta risultati modesti. Come, appunto, appaiono quelli di cui stiamo leggendo e parlando, narrati da attori spesso mediocri e confusi che agiscono su una scena dove i mondi si combattono "a loro insaputa".
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lunedì 13 maggio 2019

surreale

Proviamo ad immaginare la scena: durante la prima colazione si leggono i giornali e, zacchete, il biscottino con il caffè vanno di traverso. Cosa è successo? è successo che all'AD Rai gli tocca di leggere che la direttora di Rai Uno intende tagliare tre puntate da Fazio e lui non ne sapeva nulla. Ora, leggiamo noi, che lo stesso AD fa sapere "attraverso lo staff" (non direttamente !!!!) che sarebbe "molto irritato". Allora con ordine: ma la De Santis chi l'ha nominata (senza uno straccio di valutazione comparata con altri candidati, senza un criterio trasparente) ??? Poi, ora vorrebbe proporre i vicedirettori a Rai Uno: ma come, nella prospettiva dello scioglimento della rete come previsto dal Piano industriale, che senso ha? E, infine, come è possibile che lui, il capo azienda, venga a sapere dai giornali quello che succede nelle reti e nelle testate? ma si parlano tra loro, si scambiano idee, progetti, valutazioni? Ma il coordinamento palinsesto a chi riferisce e come decide? Di quanta autonomia gode? Insomma, a farla breve, il solito nominato e nominante "a sua insaputa" salvo poi, quando si tratta di decidere le mosse giuste al posto giusto sa fare bene tutto: vedi i suoi amici Matassino come DG e ora (candidato) Giannoti alla comunicazione.

Il bello è che si sente dire "lasciamolo lavorare e giudicheremo dal suo operato". Eccolo quì, meglio di così cosa altro gli si vuole richiedere?  di fare la prova del cuoco? di risolvere il cubo di Rubik in tre minuti? di aiutare una vecchietta a traversare il raccordo anulare nell'ora di punta?

Intendiamoci: da questo blog non una riga di solidarietà a Fazio. Non la merita, non perchè non porti a casa risultati di ascolto, ma perchè racchiude tutto ciò che in Rai non ha funzionato nel recente passato e continua a pesare negativamente sulla vita dell'Azienda. La colpa non è sua ma di chi lo ha imposto, di chi gli ha fatto quel contratto nefasto con quelle cifre, con chi ha gestito e gestisce il rapporto con gli agenti (un capitolo a parte !!!!)

Veniamo alle perle del sabato e domenica. Leggiamo su La Repubblica di ieri: "L'antifascimo oggi non ha più senso, è una caricatura" e lo sostiene il consigliere Giampaolo Rossi (in quota Fratelli d'Italia). L'Usigrai ha duramente e giustamente protestato. Da tenere a memoria per eventuali, future, possibili alleanze in Cda.  Come se non bastasse, la giornata si è riempita di una succosa intervista del consigliere in quota Lega, Igor De Blasio. Ci dice che in Rai il cambiamento non è avvenuto perchè non è stata introdotta una nuova narrativa (???) e poi perchè c'è uno stallo culturale e nella governance dell'Azienda, dove lavorano circa 3000 persone in più di quante ne sarebbero necessarie per rilanciarla. Detto da uno che dovrebbe gestirla, è tutto un programma. Chiude l'intervista con un monito: la sua fiducia a Salini a priori è finita. Anche lui ora valuterà i fatti volta per volta.

Chiude la carrellata dei consiglieri una perla di saggezza della Borioni, in quota PD: lei  di Fazio non sapeva niente come il resto del CdA e vorrebbe aprire il dibattito su cosa sa e cosa non sa il CdA. Da non credere: ma cosa ci stanno a fare in Consiglio? Possibile che non sanno mai nulla e quello che sanno lo vengono a scoprire solo dopo? Tempo addietro uscì un gustoso libretto dal titolo "SE le cose no le sai ... salle". In gergo si dice "a quelli non gli fanno vedere nemmeno le fotocopie": forse è proprio così. Segnalate la Coletti (quota M5S) a Chi l'ha visto. Si è persa nei corridoi di viale Mazzini.

Per finire: la perla progettuale di voler presentare il Piano Industriale con una kermesse con tanto di siparietto comico, speriamo vivamente, sia stata spazzata via e che possa prevalere il buon senso di cambiare rotta: il Piano è ancora al MISE e da nessuna parte è detto che ne possa uscire indenne (superfluo ricordare chi è a capo del Ministero). E' mai possibile che  a nessuno sia venuto in mente di chiamare prima, durante o dopo le forze sociali, sindacali, accademiche per dibattere cosa ne pensano, che idea hanno del futuro del Servizio Pubblico, come impiegare al meglio le risorse, il canone, come affrontare il tema della "narrazione sociale del Paese"? Evidentemente no, chiaramente no. Hanno paura della loro stessa ombra che un fresco vento di primavera potrebbe spazzare via. 
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venerdì 10 maggio 2019

Direzione Affari Loschi e Maldestri

A Viale Mazzini, e non solo, è in funzione una solertissima Direzione in grado di provvedere a sparare cazzate (scusate l'eufemismo), sostenere persone "in quota", predisporre appuntamenti, far circolare documenti più o meno anonimi, proporre ricorsi e affossare pareri. Insomma, un gran bel da fare. Non sappiamo chi la dirige ma abbiamo qualche sospetto.

Veniamo a queste ore. Ieri sera una nota di Agenzia informava che alla Vigilanza è pervenuta una lettera (un memorandum) dove si sosteneva la legittimità del doppio ruolo ricoperto da Foa come Presidente di Rai Com e Presidente Rai. Ad un certo punto della serata si stava profilando un fatto a dir poco curioso: questo memorandum risultava anonimo (su carta non intestata e senza firma) e dello stesso in Cda, secondo quanto dichiarato da Laganà, non è stato presentato in Consiglio che pure ne avrebbe avuto titolo e competenza a saperne qualcosa, magari anche prima di essere inviato in Vigilanza. Ora, per quanto sappiamo, è pur vero che le note informative solitamente vengono accompagnate da una lettera di presentazione ufficiale e, in allegato, il testo in oggetto. In questo caso non si siamo riusciti a capire se questa lettera di presentazione esiste o meno. Se è vero che esiste, sarebbe stato molto semplice esporla e tacitare così solo una parte del problema. I parlamentari della Vigilanza come l'hanno ricevuta? portata da un piccione viaggiatore? l'hanno trovata sotto lo zerbino?Però, si dice: lana caprina. E interviene il "benaltrismo": il problema vero non è tanto e solo Foa a Rai Com quanto ancora Foa come Presidente Rai per ricordare la discussa nomina (in seconda votazione dopo il primo no espresso dalla Vigilanza) e con la richiesta delle schede da parte del PD mai soddisfatta dal presidente Barachini. E ancora, il problema non è tanto e solo Foa come presidente Rai Com (del quale sono note le illustri esperienza commerciali) quanto il fatto che sotto la stessa società dovrebbe essere collocato il canale in lingua inglese in odore di illegittimità. Insomma, il tutto si legge come una gigantesca operazione di "disinformatia" che neanche la Stasi o il VEVAK sarebbero in grado di fare. Ultima nota che è sempre utile ricordare: Foa sostiene che è stato nominato a Rai Com quasi per fare una cortesia a Salini, quasi a sua insaputa, per spirito di servizio!!! Grazie, il Paese sentitamente ringrazia e apprezza!

Del resto, ci sono illustri precedenti in tal senso e ne ricordiamo uno del quale abbiamo scritto a lungo: in sintesi estrema, corre l'anno 2014, il governo Renzi sottrae 150 milioni dal canone Rai, per compensare la perdita il DG Gubitosi propone di vendere un pezzo di Rai Way. Non si può fare: si richiedono ben tre pareri ai più noti costituzionalisti (Pace, Ainis e Cheli) che sostengono questo parere (in verità Cheli lo sostiene al 50%). Che succede? Nulla... tutto annebbiato, annaquato, disperso, sembra, al Consiglio di Stato. Noto a margine: ne abbiamo scritto anche di questo: lo scorso dicembre, sempre su carta non intestata e non firmata, è girato in Rai un documento dove si proponeva il ritiro del ricorso al Consiglio in cambio, da parte del Governo, di non toccare il prelievo dall'extragettito del canone. Ahhhh ...la solita manina del direttore DALM.

Veniamo ora ad altro fumo negli occhi: leggiamo dalla sempre solitamente benissimo informata Anna Rotili su Prima Comunicazione che "Salini intende disporre le sue truppe ... sans luxe ni chichi" dove presentare il Piano Industriale la prossima settimana o forse oltre. Che meraviglia!!!!! Ma come: lo stesso Piano giace indisturbato al MISE " per le determinazioni di competenza" da oltre 60 giorni senza che nessuno si prenda la briga di sapere di capire per come e perché il MISE non lo libera e questi che ti pensano? di fare la presentazione magari accompagnata da una nota comica di Geppi Guccciari? Evidentemente, è intervenuto pesantemente il Direttore della DALM di cui al titolo del post. Non è che il Contratto di Servizio assegna al MISE questa prerogativa a caso: lo ha fatto in funzione di capire e sapere se il Piano risponde alle indicazioni previste dallo stesso oppure propone altro e diverso o non previsto dal Contratto: e se il Mise se ne esce sostenendo che il Piano contiene incongruenze (vedi ad es, il canale inglese)? che fanno, organizzano altre kermesse? ma almeno il Cda è stato informato sull'opportunità, sulle modalità, sui costi ???

Ora, è successo pure che la fregola di nominare (vicedirettori alle reti ??? ma non dovevano sciogliersi come ghiaccioli?) ieri  stata accantonata e ora si che la dietrologia e il complottismo si scatena: aspettiamo le europee e dopo ci vediamo in cortile a fare la sassaiola, come si faceva da bambini. Ma intanto, teniamoci allenati. Ripenso a quel nostro affezionato lettore che si lamenta del fatto che si parla male della Rai. Qualche volta, dal suo interno, ci si mette tutta la buona volontà.
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giovedì 9 maggio 2019

pedagogia e politica

Chi ha figli, chi ha a che fare con bambini, giovani, adolescenti, conosce bene quanto sia inutile e anche dannoso fare minacce che poi non si potranno concretizzare. Allo stesso modo poche cose risultano più dannose per la politica fare promesse, enunciare proclami, annunciare cambiamenti che poi  non si verificano. Oggi sta per compiersi l'ennesima tarantella di Viale Mazzini: le nomine non si faranno (perlomeno a quanto abbiamo appreso ieri sul far della sera). Ovviamente non abbiamo modo di scrutare le segrete alchimie che governano l'agire dell'AD in queste ore, in questi giorni, e ci possiamo banalmente limitare a supporre, a interpretare.

In questo esercizio ci viene spesso di supporto la lettura dei giornali la mattina presto. Oggi è il turno de Il Fatto quotidiano con il solito bene informato Gianluca Roselli. Ci racconta che il tiro al piccione della politica ha nel mirino il Presidente Foa che (ieri ne abbiamo scritto) non perde occasione per evidenziare le sue spericolate fantasie e fregole gestionali. Il tema è la sua nomina a Rai Com sulla quale si potrebbe realizzare una significativa convergenza in Vigilanza tra M5S e PD per una mozione di sfiducia (come se non bastasse la storia sulla sua elezione con schede contestate dal PD e mai mostrate). Il buco nero di Rai Com, da ricordare, contiene anche la questione del  passaggio sotto la sua gestione del canale inglese che non è meno rilevante del doppio incarico di Foa. Ma come si intreccia la questione AD e quella del Presidente? Leggendo il pezzo, viene ricordato, semplicemente, che Foa sostiene pubblicamente che la nomina a Rai Com l'ha proposta proprio Salini. Sembra quasi voler dire " prendetevela con lui io non c'entro nulla !!!".

E già! semplice semplice: l'uomo solo al comando è lui. All'AD spetta la sola responsabilità delle nomine che non richiede nemmeno il voto in Cda e tanto meno alcun vincolo sulle procedure, i criteri da rispettare per la scelta delle persone. Allora avviene, come scritto nei giorni scorsi, che il delicato equilibrio tra AD e Presidente rispecchia pari pari quello del Governo, dove una botta all'uno corrisponde a quella dell'altro. Come altro leggere il rinvio delle nomine di oggi? Incertezza? mancato equilibrio nella composizione delle "quote" oppure semplicemente non sapere dove ricollocare i nomi che si rendono liberi (sono tutti direttori nella fascia di stipendio ben oltre i 200 mila euro l'anno. Proprio ieri sera Salvini, dalla Gruber, ha tuonato proprio su questo argomento: dirigenti a spasso o che dirigono a malapena se stessi con compensi che gridano vendetta. E già: ricollocare uno come Luciano Flussi non è proprio uno scherzo, rimettere in giro uno come Cecatto non è una passeggiata (cito due nomi a caso .. due direzioni "leggere").
A ben vedere: da quanto tempo si parla di queste nomine? da mesi. Dello stesso Flussi si era pure parlato come DG (e ne avrebbe avuto le migliori caratteristiche, pochi come lui conoscono a menadito l'Azienda). E ora, dopo aver fatto circolare nomi cognomi indirizzi, numeri di telefono, appartenenza politica (non fede religiosa come Foa vorrebbe) ....zacchete ... scusate ... siamo in ritardo, ho bucato le gomme della macchina .. è scappato il gatto ... il pupo ha l'influenza. Si poteva mai, nel giorno in cui Foa è sotto tiro lasciare attaccare la medaglietta delle nomine a Salini? ...

Per tornare a bomba: per quanto si ascolta in giro "nessun dorma"! sia Salini quanto Foa, combinati insieme ad alcuni consiglieri (alcuni da mettere in cornice) non sembra stiano dando i risultati che era lecito attendersi nell'epoca del "cambiamento". Siamo vicini ad un anno dal loro insediamento e non si sa bene quali sono i punti che verranno incisi a lettere cubitali su librone di marmo della storia della Rai. Forse, passeranno inosservati, come la maggior parte di coloro che li hanno preceduti.
“Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra”Vento di primavera.

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mercoledì 8 maggio 2019

percezione e comunicazione

In attesa degli eventi che tra oggi nel Consiglio dei Ministri e il 26 maggio potrebbero, forse, sconvolgere il quadro politico e, di conseguenza, i rapporti di forza e potere interni alla Rai, ci limitiamo ad alcune sommarie osservazioni.

Un amico attento lettore di questo blog sostiene che la Rai verso il suo pubblico di riferimento ha una discreta percezione e una pessima comunicazione. Forse è vero.
Uno sport nazionale che interessa Viale Mazzini consiste in una sola semplice regola: parlarne male.
Il rumore di fondo che accompagna tutto ciò che succede intorno al Servizio Pubblico genericamente è fastidioso, come un vecchio giradischi con la puntina che graffia. Tutto questo non avviene per caso: è il frutto di un lavoro costante, impegnativo, diretto e indiretto che coinvolge molti soggetti interni ed esterni che a vario titolo sono interessati o coinvolti nella gestione della cosa pubblica. Ancora più fastidioso è dover constatare che in questo momento pochi si occupano del presente e del futuro del Servizio Pubblico e, se lo fanno, nessuno se ne accorge. Qualcuno ha sentito parlare di qualche sindacato, fondazione o istituto di ricerca che ha sollevato obiezioni, richiesto chiarimenti? Qualcuno si è preso la briga di sollevare il tema della pubblicità, del dibattito o del confronto sul Piano Industriale? Qualcuno che pure avrebbe dovuto studiarlo e saperlo a memoria, ha sollevato qualche osservazione nel merito delle scelte strategiche? Al momento, le due sole aree che hanno sollevato interesse sono quelle riferite al canale in lingua inglese passato sotto Rai Com (dove siede come Presidente lo stesso presidente della Rai Marcello Foa) e la minacciata chiusura del canale Rai Movie. Due temi di grande interesse ma del tutto secondari rispetto a quanto il Piano vorrebbe e potrebbe incidere sul futuro della Rai.
Passa quasi del tutto silenzioso il tema risorse che pure il motore di qualsivoglia cambiamento, passa quasi del tutto inosservato il tema tecnologie che pure sono il terreno di scontro epocale del broadcasting. Rischia poi di passare in giudicato, ingiustificato e impunito, il tema della governance attuale che ha riportato la Rai sotto il controllo ferreo del Governo per realizzare il capolavoro perfetto: ad ogni Governo la sua Azienda di Servizio Pubblico.

Un ulteriore fruscio poi è oltremodo sgradevole: un senso di impunità e opacità che accompagna spesso e volentieri gli avvenimenti che si svolgono al settimo piano e, in caduta libera, ai piani inferiori (e ad uno superiore e nella strade limitrofe come Via Teulada). Domani, come abbiamo scritto, in CdA si dovrebbe parlare di palinsesti e di bilancio sociale e, si suppone, che l'AD voglia procedere ad una sventagliata di nomine (vedi lancio ADN di ieri con i nomi dei probabili, non a caso titolato "incertezze").

Nei giorni scorsi abbiamo letto una dichiarazione di Foa sulla necessità di "incrementare in Rai la presenza di giornalisti cattolici". Ecco, esattamente questo non può passare "impunito" sottaciuto o minimizzato. Un giornalista, un professionista quale che esso sia, è bravo o capace indipendentemente dalla sua fede religiosa, appartenenza politica, colore della pelle o simpatia sportiva e l'incremento deve riguardare persone meritevoli, anche se non hanno il Rosario in mano. La sua preoccupazione è che "La rappresentazione del Paese non c'è ancora come io vorrei." Sarà il caso che qualcuno gli ricordi che a lui non compete preoccuparsi della rappresentazione del Paese fornita dalla Rai ma semplicemente gestire il Cda. Punto. Se questi sono i criteri con i quali si selezionano o si propongono i nuovi dirigenti siamo oltre la soglia dell'emergenza. Qualcuno faccia qualcosa.
Come pure merita attenzione la battuta passata pressochè sotto silenzio del senatore Gianluigi Paragone M5S pubblicata sul suo profilo FB: Che senso ha pagare il canone in bolletta per vedere questa Rai?"   e poi aggiunge "Abbattiamo il canone togliendolo subito dalla bolletta e infine riorganizziamo la raccolta pubblicitaria eliminando un pò di potere ai centri media" Se non fosse che è componente della Vigilanza Rai potrebbe passare pure come voce "fouri del sen fuggita".Una frase del genere, fuori di ogni contesto e progetto, è ai limiti dell'incomprensibile o del pericoloso.

Tutto questo è percezione negativa. Tutto questo alimenta malumore verso la Rai che pure è e dovrebbe essere una barricata insuperabile di Servizio Pubblico.
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martedì 7 maggio 2019

La palude

Da rileggere tutto d'un fiato il Giulio Cesare di Shakespeare (atto quinto, scena prima): OTTAVIANO - "Ora, Antonio, le nostre speranze si avverano. Tu dicevi che il nemico non sarebbe sceso, ma si sarebbe tenuto sulle colline e sugli altipiani. Non risulta così. Le loro truppe sono vicine; intendono sfidarci qui a Filippi, rispondendo prima che noi li chiamiamo in campo". Alla fine della giornata BRUTO - "Ebbene, allora, va’ avanti. Oh, se un uomo potesse sapere la fine delle vicende di quest’oggi prima che essa arrivi! Ma è sufficiente che questo giorno finisca, e allora si saprà la fine. Andiamo, voi tutti, via!".

Sarà facile osservare le similitudini con quanto sta avvenendo in queste ore, in questi giorni a Viale Mazzini. Una palude di sabbie mobili. Per il prossimo giovedì l'AD ha minacciato di presentare "motu proprio militari" una manciata di nomine, più significative quelle di corporate rispetto a quelle di rete. Oggi, la solita bene informatissima (ci sarà pure un motivo quando una/un collega è più informato del solito e altri tacciono) Giovanna Vitale su Repubblica scrive cose molto interessanti. Il titolo è un programma "La strategia della Lega: colpire Fazio per prendersi tutto". La prima e più rilevante notizia: "dopo aver incontrato i due vicepremier, dicono i bene informati, per aggiornarli sullo stato dell'arte". Ora, commentare i mormorii, le voci e i soffietti, non è cosa educata. Però il testo comunque dice qualcosa e vale la pena soffermarci. Ricorda e riporta i giorni precedenti alla votazione sul Piano industriale quando, sempre voce mai smentita, lo stesso AD si sarebbe incontrato a palazzo Chigi con il Governo. La traccia dell'articolo è tutta a descrivere come le orde leghiste stanno per prendere tutto il possibile della Rai con nomi propri o "in quota" e giù con una raffica di indicazioni (novità: nei giorni scorsi si parlava di Ventura alle Risorse Umane, ora rispunta fuori Zucca, sempre considerato storicamente in quota destra). In questo idilliaco quadretto rimane nell'ombra la storiella di Rai Fiction, dove qualcuno vedrebbe volentieri mandare a casa la Andreatta.
Questa la bassa cucina alla vigilia della battaglia dei prossimi giorni che, appunto, si preannuncia come una palude. 
Lo abbiamo già scritto: anche in politica non esiste il vuoto. Laddove si crea uno spazio, qualcuno lo occupa. La Lega cavalca indisturbata su praterie sconfinate lasciate libere e sgombre da chi non conosce e non capisce la delicata macchina del Servizio Pubblico. La scelta delle persone la dice lunga: da un lato persone di provata storia e esperienza aziendale, dall'altro dei volenterosi "parvenù" che lavorano come matti per capire dove sono, cosa fanno di chi fidarsi. 
Salini ha tre possibilità: va avanti a testa bassa e propone un pacchetto di nomi (magari concordati e centellinati col bilancino) pensando di mettere le mani avanti per non cadere indietro (accontenta la Lega e si garantisce il posto che comincia a sentire traballante); non propone le nomine (non ha trovato accordi e risistemazioni di chi esce); rinvia tutto a data da destinarsi. In tutti i casi i segnali che ne derivano sono chiari: non sono in grado di gestire l'Azienda con i profili di autonomia, conoscenza dell'Azienda e trasparenza necessari come si vorrebbe e come la Legge, bontà sua, gli concede. Finora, del resto, le prove fornite, sono state molto chiare: le nomine precedenti prese alla "comemipare" fermo restando "gli amici prima di tutto" vedi il DG Matassino e ora (a quanto leggiamo Giannotti alla comunicazione); i rapporti con la politica per usare un eufemismo"complessi"; il Piano industriale dal futuro traballante, opaco e bucato in molte parti; la gestione delle risorse strategiche (il canone) a dir poco fallimentare (vedi esproprio dell'extragettito) e così via. Il tutto, con a fianco un Presidente debordante al quale nessuno è in grado di far fronte, lui per primo che lo dovrebbe rimettere al suo posto per ricordargli i limiti dei suoi poteri e competenze (lo stesso AD che lo ha nominato pure presidente di Rai Com, tanto per capirci). Insomma: la palude eccola quì.
Per finire: ieri abbiamo accennato che giovedì si potrebbe valutare il Bilancio sociale 2018. Una nota che stiamo cercando di capire: a pagine 27 si legge che "Nel Qualitel l’indice di coesione sociale viene rilevato distintamente sulla programmazione televisiva e radiofonica e sintetizza le valutazioni del pubblico sulla capacità dell’offerta Rai di soddisfare i bisogni individuali e gli interessi di rilevanza pubblica. I valori ottenuti nel secondo semestre sono positivi e pari a: 7,5 per la programmazione televisiva; 7,1 per la programmazione radiofonica." . Ora, posta la definizione di coesione sociale come “condizione che contraddistingue le collettività nazionali caratterizzate dal riconoscimento di una comune identità storica e culturale, da comuni valori e interessi, dal senso di appartenenza a una stessa comunità, dalla presenza di una rete attiva di relazioni sociali e di mezzi di comunicazione che facilitino la partecipazione di tutti alla vita civile, sociale, politica e culturale” si osserva che questa viene rilevata attraverso il Qualitel (ultimi dati reperibili 2018) e che assegnerebbe a Rai un punteggio di indice di qualità percepita superiore a 7 punti. Ma la qualità percepita non è la stessa cosa dell'indice di coesione sociale che si dovrebbe misurare in altro modo. Insomma, non sembra molto chiaro. Non è cosa da poco.
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lunedì 6 maggio 2019

Equazioni e Bilancio Sociale 2018

Siri sta al Governo come Fazio sta alla Rai (con le dovute precisazioni: il primo ha qualche problema "legale" e il secondo ha qualche problema "economico"). Poi, mercoledì ci sarà il Consiglio dei Ministri e giovedì il Cda Rai. Non abbiamo la palla di vetro e ci diverte poco fare i cartomanti. Registriamo quanto sappiamo e leggiamo e cerchiamo di capire.
Nei giorni scorsi hanno parlato sulla Rai rispettivamente prima Fico, poi Salini e infine Foa. Il primo tiene il punto sull'AD ( secondo lui "sta facendo bene... lasciamolo lavorare"), il secondo su Fazio ha dichiarato "lo consideriamo uno dei talenti televisivi in forza alla Rai" (pensa te!!!)  e il terzo ha detto sempre su Fazio "il suo stipendio è molto elevato al di sopra di qualunque valutazione di merito sugli ascolti ... si pone un problema di opportunità". Appunto: opportunità, lo stesso principio che vale per Siri. Sarà la magistratura a decidere se è colpevole o meno, però l'opportunità vorrebbe che si facesse da parte, subito. Per Fazio analogo discorso: rispetto dei contratti, evitare penali, però intanto ... opportunamente, gli andrebbe data "una regolata". Lo vorremmo vedere il genio della tv su una rete privata commerciale a fare il 3-4% degli ascolti e poi ne parliamo. Va bhè ... riflessioni da lunedì mattina.

Come detto, giovedì è previsto il Cda di Viale Mazzini e sono attese nomine: Risorse Umane con Ventura, relazioni esterne con Giannotti, produzione con  Ferrario sono le più rilevanti (fonte ADN e Dagospia). Tradotto in politichese: la Lega e la destra si acchiappa la polpa, il M5S l'osso come è avvenuto per il Mkt e palinsesto e DG. La fregola di fare subito queste nomine sarebbe dettata dalla geniale strategia di fissare subito qualche paletto prima che si abbatta la bufera sia di provenienza governativa, sia di provenienza elettorale: non si sa mai ragionano i fini strateghi del settimo piano, magari dopo cambia tutto. In questi casi, comunque, lo sport preferito dei momenti di "cambiamento" è il solito: che fine faranno Flussi, Parapini e Cecatto? al momento non è dato sapere e, per quanto sappiamo, potrebbe essere proprio la difficoltà a ricollocarli a mettere in stand by le possibili nomine di giovedì. Vedremo.

Una cosa importante però verrà discussa nel prossimo Cda: il Bilancio Sociale. Si tratta, come si legge nella lettera di presentazione firmata Salini e Foa di una " ...Dichiarazione non finanziaria 2018 vuole essere, quindi, sostanzialmente una fotografia di quanto Rai ha fatto nel corso del 2018 e sta facendo sul percorso della sostenibilità" in adempimento al "Decreto Legislativo 254/2016 e dal Contratto Nazionale di Servizio anche, e diremmo,  soprattutto della consapevolezza del contributo che Rai Radiotelevisione italiana può dare allo sviluppo sostenibile dell’intero sistema paese, non solo sotto il profilo di argomenti quali la difesa dellambiente,  il clima il territorio, labusivismo edilizio,  il ricorso energetico a fonti rinnovabili,  ma anche su temi rilevanti quali i diritti umani, le pari opportunità,  il contrasto a ogni forma di discriminazione,  la tutela dei minori,  o la gestione dei rischi e lanticorruzione, per finire, con la sicurezza sul lavoro e lattenzione allo sviluppo delle risorse umane e dei giovani." .  Come al solito: un documento di tale rilevanza è il frutto di un lavoro segreto, oscuro, che, per quanto noto, non ha avuto nessuna sede di confronto e dibattito pubblico. Eppure, questa è la quintessenza del Servizio Pubblico. Nelle due pagine di presentazione del Bilancio non compare una sola volta il termine "coesione" sostituito da "sostenibilità" che non è proprio la stessa cosa, non si tratta proprio di sinonimi. Potrebbero essere termini complementari ma presupposto l'uno dell'altro. Omettere il primo a tutto vantaggio del secondo porta a leggere il documento e la logica che lo sottende in tutt'altra chiave. Su questo argomento di particolare interesse pag. 26, dove sono dettagliate le specifiche degli obblighi previsto dal CdS per Rai sul monitoraggio della coesione sociale e si legge: "Nel Qualitel l’indice di coesione sociale viene rilevato distintamente sulla programmazione televisiva e radiofonica e sintetizza le valuta- zioni del pubblico sulla capacità dellofferta Rai di soddisfare i bisogni individuali e gli interessi di rilevanza pubblica. I valori ottenuti nel secondo semestre sono positivi pari a 7,5 per la programmazione televisiva7,1 per la programmazione radiofonica.".  Ne parleremo ancora.

Infine: quel pasticciaccio brutto brutto di Via Novaro (non bastasse quello di Via Teulada di Rai Way). Ci sono mille buoni motivi per ritenere che il canale in lingua inglese sotto Rai Com non si debba fare ma tra questi uno convince più di altri: in una società di diritto "privato", ergo commerciale, le assunzioni del personale possono essere fatte a discrezione, in particolare quelle giornalistiche, cosa che non sarebbe possibile in Rai che è obbligata ad adempiere alle Leggi e ai Contratti. E' stato presentato un legittimo ricorso dai vincitori del concorso 2013 e idonei in graduatoria al 2015. Sui ricorsi siamo pessimisti, purtroppo: tra quelli annunciati, minacciati, non presentati, in preparazione etc etc etc ... vincono sempre loro, quelli che hanno torto, purtroppo.
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