giovedì 28 marzo 2024

RAI: tra logica e democrazia


Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Succede, talvolta, che qualcosa di irrazionale, illogico, incomprensibile e irragionevole possa guidare le vicende sociali e le azioni degli umani. Succede, talvolta, che tutto questo possa avvenire anche nella politica ed assume, in questo caso, le parvenze di un comportamento antidemocratico.

Ci riferiamo a quando leggiamo, ascoltiamo o veniamo a sapere che sul prossimo CDA Rai i “giochi sono  fatti”, gli accordi sottobanco già chiusi, i pacchetti di nomi già concordati tra le segreterie di tutti i partiti con “l’amico della Meloni o l’amica della Schlein...”. Insopportabile. E pure la nomina del rappresentante dei dipendenti, o meglio la sua elezione, viene dato per scontato il  risultato come se il voto fosse del tutto irrilevante. Come si può accettare tutto questo? Come si può accettare che la proposizione pubblica delle candidature sia del tutto inutile perché, comunque, nemmeno gli impiegati agli Uffici postali di Camera e Senato si prendono la briga di aprirle e confrontarle?

Iniziamo con una buona notizia. Questa mattina Il Fatto Quotidiano pubblica un’intervista a Barbara Floridia, presidente della Vigilanza RAI, con il titolo “Il prossimo Cda della RAI rischia di essere illegittimo”. Ottimo, benissimo. Necessario ricordare l’audizione, sempre in vigilanza Rai a gennaio scorso di Noel Curran (EBU) quando dichiarò che “La governance della Rai non è in linea con i principi del Media Freedom Act” ormai divenuta la pietra nodale sul futuro del Servizio Pubblico. 

Lo abbiamo scritto e lo ribadiamo: i vertici Rai (tutti !!!) dovranno essere definiti con criteri aperti, trasparenti e non discriminatori. Con questo regolamento comunitario, la Legge 220 del 2015, di fatto, è superata e quindi nominare i nuovi amministratori con la vecchia procedura li mette fuori dalla nuova norma che si deve adottare. In buona sostanza, la Floridia sostiene chiaramente questo semplice ragionamento ma contiene due omissioni: la prima si riferisce al fatto che il vulnus della 220 non è tanto e solo nella possibilità di nomina da parte del Governo dell’ AD (che pure è grave e a rischio di incostituzionalità) ma anche nel meccanismo di nomina degli altri consiglieri. Il MFA non si rivolge solo al Governo ma anche ai partiti che partecipano al meccanismo della legge precedente: anche i 4 consiglieri debbono essere individuati, selezionati ed ELETTI e non "nominati" con criteri trasparenti, aperti e non discriminatori. Se non si chiarisce in modo perentorio questo principio e non si concorda che pure i partiti, tutti, maggioranza e opposizione, debbono adeguarsi a questa normativa, rimaniamo al punto di partenza. Anzi, per certi aspetti, se si procede con la vecchia Legge si aggrava la situazione a danno del Servizio Pubblico perché si mette l’Azienda in una situazione di stallo e incertezza che rende tutto ancora più grave.

Il secondo aspetto che occorre rilevare si riferisce ai tempi. Sostiene la Floridia: “Dal 20 maggio le Camere potranno iniziare a votare” i 4 componenti il CdA e, dopo le Europee, convocare gli “Stati Generali”. Perché si “dovrebbe” votare subito e non accettare la nuova architettura normativa e renderla applicabile già da subito? Non è vietato. Si tratterebbe di mettere l’attuale Cda in prorogatio e non sarebbe una novità. In questo modo il nuovo Cda avrebbe tutte le carte in regola per poter affrontare opportunamente le grandi sfide che si attendono: prima tra tutte il rinnovo della Concessione nel 2027. 

Infine, la Floridia ha colto un dettaglio importante su quale Bloggorai è stato chiaro: domanda “Parla di possibili ricorsi?” risposta “Non è il mio compito entrare così nel dettaglio. Ma è un problema che va affrontato …”. Si certo: sarebbe del tutto lecito, logico, razionale che chiunque presenta il CV per la candidatura a consigliere una volta usciti fuori i nomi dei “nominati” volesse ricorrere al Giudice ordinario. Sarà interessante vedere poi come si va avanti.

Per quanto poi riguarda la proposta di riforma della governance e gli Stati generali a cui fa riferimento, il primo tassello è già al suo posto con il MFA. Sarebbe già un grande passo avanti per l’umanità poterlo applicare, magari anche subito. Infine, anche lei mette una pietra sulle ipotesi di Fondazione. Lasciamo perdere.

C’è un altro grande tema del quale si deve riflettere e si riferisce alla notizia che vi abbiamo riportato ieri: la BBC vorrebbe aumentare il canone. Ne riparliamo.

bloggorai@gmail.com

ps: sempre sul Fatto di oggi un importante contributo su questo tema da parte di Roberto Zaccaria

 

mercoledì 27 marzo 2024

RAI e RAI Way: oltre il giardino del Governo (con p.s. finale)


"Mi rendo conto .. mi rendo conto ..."

il Giardiniere Chance (Peter Sellers)

C’è qualcosa di magico, divino e misterioso, di fascinoso e inquietante nelle faccende che regolano la vita degli esseri umani. Bloggorai si occupa di RAI e di Servizio Pubblico e succede spesso che viene “giudicato” per essere talvolta eccessivamente critico o poco propenso ad indulgenze sommarie del tipo “si però … qualcosa va bene e bisogna pur dirlo”. “Ci rendiamo conto” ma fatichiamo a trovare questo “qualcosa di buono” di cui parlare. Eppure, ciononostante, in questi lunghi sei anni, Bloggorai è cresciuto costantemente sempre alla ricerca di quel “qualcosa” che non riesce a trovare.

Bene, ieri mattina è successo quanto vi abbiamo raccontato: esce un articolo su un possibile DpcM che autorizza le “nozze” tra RAI Way e Ei Towers e intanto, a non saper ne leggere ne scrivere, il titolo balza in Borsa con il 5,53%. In pochi istanti, qualcuno, si porta a casa un discreto gruzzoletto. I “fondi” gongolano: “Rai Way, i fondi azionisti scrivono alla Rai: «Ridurre la quota è dannoso» I fondi azionisti di Rai Way scrivono alla Rai, che controlla il 65% della società delle torri di trasmissione, contro la possibile riduzione della partecipazione da parte di Viale Mazzini” (il Sole del 12 gennaio) e, in precedenza, avevano già scritto a Draghi a marzo del 2022 “Rai Way, i fondi azionisti scrivono al governo. Favorevoli a un'alleanza con EI Towers: "Autorizzate il consolidamento delle torri". Basta chiedere e il gioco si può fare, i “fondi” chiedono e qualcuno a Palazzo Chigi che ascolta si trova sempre.

Ma, in questo caso, per questa circostanza, ci interessa un “razionale” che non guarda la finanza e la tecnologia ma la politica e, segnatamente, quella che interessa la sopravvivenza della RAI. Ne abbiamo appena accennato ieri: ci confermano che la notizia comparsa su La Repubblica ha fatto tremare le sedie di tante persone a Viale Mazzini, alcune delle quali visibilmente sorprese e irritate per quanto hanno appreso solo dalla stampa e non è la prima volta che succede (vedi riduzione del canone). Ora la domanda è semplice: nel dibattito confronto per il rinnovo del Cda Rai in pieno svolgimento, questa iniziativa (improvvida ma non tanto) chi avvantaggia e chi penalizza nella corsa alla successione di Sergio? Il punto fermo di questo ragionamento è uno e uno solo: il Piano Industriale recentemente approvato, improvvisamente rovina e si sfracella al suolo come un castello di carta, un palloncino bucato che vola via nel vento. La possibile strada della fusione RAI Way con Ei Towers è molto lunga e molto complicata e qualora fosse nei desiderata del Governo con l’urgenza che si voleva imprimere già da ieri, i conti saltano e i 190 mln previsti dalla vendita di una parte di azioni della quotata di Via Teulada svaniscono. Il nuovo Cda si troverà con un nuovo ”piccolo problemino” appena sbarcheranno al VII piano. Il succo del problema è molto semplice: questa vicenda si lega saldamente alla trattativa in corso all’interno della maggioranza per la formazione del nuovo Cda di Viale Mazzini. tutti gli altri "razionali" sono subordinati.

Cerchiamo di capire pure tra molte difficoltà: ieri si è letto che “Il governo benedice la fusione delle torri”. Già, ma quale parte del Governo? Cominciamo a dire, come abbiamo riportato, che FI per bocca di Barachini ha subito frenato e tant’è che il DPCM non è andato in consiglio ieri pomeriggio. Anche se, all’operazione fusione con RAI Way la concorrente Mediaset è molto, molto interessata. Cosa è successo nelle ore precedenti all’uscita dell’articolo? La Meloni vorrebbe stringere i tempi: Cda subito per imporre il suo uomo Rossi al comando di Viale Mazzini. Qualcuno invece vorrebbe frenare questo impeto. Chi? non è difficile supporlo: la Lega e FI, pure con interessi e visioni diverse, sono unite nello stesso obiettivo: mettere i bastoni tra le ruote inattesa delle Europee e, nel frattempo, tenera aperto il "mercato". Verosimile supporre che la trattativa AD, Presidente e consiglieri in quota Governo non sia ancora conclusa e quindi il “pacchetto” RAI Way è ancora oggetto di contesa. In soldoni: questa manovra sembra indebolire e non poco le velleità di Rossi che ha già dovuto subire in precedenza la “botta “ della riduzione del canone a “sua insaputa” per mano del ministro Giorgetti. Iniziare un mandato con questo chiaro di luna senza soldi e senza un Piano Industriale ( e senza un contratto di Servizio ancora non pubblicato in GU) non è proprio un ”benvenuto a bordo”.

Tutto questo per quanto riguarda la “destra” ovvero la maggioranza ovvero il Governo. E per quanto riguarda il resto del mondo, ovvero l’opposizione  ovvero PD, M5S e AVS? Non pervenuti, non ci sono tracce della loro esistenza e presenza su questi temi. Piccolo esempio: ieri mattina, alla Camera. È stato presentato il Rapporto Auditel 2024: non c’era nessuno di loro, ne tra i relatori ne tra il pubblico. L’argomento forse non interessava.

Nel frattempo, i titoli dei giornali sono pieni del ”caso” Amadeus. Resta  a condurre pacchi e e Sanremo oppure se ne va? Altro che piano Industriale o polo delle torri: “Ci rendiamo conto…” i problemi sono ben altri nella vita.

bloggorai@gmail.com

ps: leggiamo su Avvenire di oggi: 

"Bilancio in rosso. La BBC costretta ad alzare il canone. La BBC deve rinnovare le sue fonti di finanziamento, a partire da quella principale: il canone. Una necessità fronte degli alti costi sostenuti ultimamente e aggravati dall'elevata inflazione".

 

 

martedì 26 marzo 2024

Emergenza Marziani sui cieli di Via Teulada e Viale Mazzini

Foto di Vicki Hamilton da Pixabay

 Prima di proseguire nella lettura, leggete il Post precedente di questa mattina... tutto si lega e tutto si compone e rimanete sintonizzati: non escludiamo un terzo Post.

Panico, sconcerto, preoccupazione e sbandamento tra i fini strateghi finanziari di RAI Way e Viale Mazzini!!! Questo è successo stamattina, intorno alle 7,20 (quando solitamente arriva la Rassegna Stampa) per tutti coloro che si aggiravano intorno a Via Teulada. È stata avvistata un’astronave carica di marziani minacciosi che sventolavano sulle antenne di RAI Way il titolo di Repubblica di oggi: “Il governo benedice la fusione delle torri via alle nozze tra Ei Towers e Rai Way” cioè esattamente il contrario di quanto si apprestava a fare Viale Mazzini con l’intenzione di vendere solo la differenza tra il 64% delle azioni possedute fino al limite del 51%, valutato circa 190 mln  e messo nero su bianco sul Piano industriale del valore complessivo di 190 mln di euro. Del resto, i “fondi azionari” lo avevano scritto chiaro e tondo: “Questa operazione non s’ha da fare, noi vogliamo il polo!!!” e già in precedenza avevano scritto (ed ottenuto ) da Draghi quanto desiderato.

Lo abbiamo scritto più volte e a chiare lettere: sono due operazioni del tutto diverse nella sostanza, nella forma e nei tempi.

Leggiamo prima quanto scrive la solita “benissimo informata” Sara Bennewitz: “Il governo "benedice" le nozze tra Rai Way e Ei Towers. Una mossa che non dispiacerà nemmeno a Pier Silvio Berlusconi, che da tempo auspica «un campione italiano delle torri». L'atto che unirà le antenne della tv di Stato e quelle in possesso di Mediaset (40%) e F2i (60%) è un Dpcm atteso subito dopo Pasqua, anche se ieri sera fonti di governo non escludevano un passaggio già al Consiglio dei ministri in programma oggi pomeriggio a Palazzo Chigi”. Di corsa … tutto di corsa e all’insaputa di tutti, di tanti, almeno di qualcuno a Viale Mazzini che, come abbiamo scritto, si è visto calare i marziani e non se ne sono accorti prima.  

Rivediamo quanto scritto sul Piano Industriale:



Bene, non c’è stato tempo di far sbarcare i marziani sui tetti di Viale Mazzini e di Via Teulada che già è entrato in azione il VII Cavalleria: “Fusione Rai Way Ei Towers? … ipotesi con delle concretezze ma i tempi non sono ancora perfettamente maturi…” ha dichiarato in tarda mattinata Alberto Barachini (FI ) sottosegretario ala Presidenza del Consiglio. Vedremo, studieremo, valuteremo . Calma e gesso, state sereni.

In tutto questo, qualcuno ignora o fa finta di ignorare che per la cessione di quote azionarie di RAI Way deve essere applicato quanto disposto dall’art. 21 comma 5 della Legge 112 del 2004 dove si legge che “… sono vietati i patti di sindacato di voto o di blocco, o comunque gli accordi relativi alla modalità di esercizio dei diritti inerenti alle azioni della RAI-Radiotelevisione italiana Spa, che intercorrano tra soggetti titolari, anche mediante soggetti controllati, controllanti o collegati, di una partecipazione complessiva superiore al limite di possesso azionario del 2 per cento, riferito alle azioni aventi diritto di voto, o la presentazione congiunta di liste da parte di soggetti in tale posizione. Tali clausole sono di diritto inserite nello statuto della società, non sono modificabili e restano efficaci senza limiti di tempo”.

Grandissima la confusione sotto il cielo e i marziano non hanno ancora capito chi deve decidere cosa. La sola cosa che hanno capito è che nessuno sa bene cosa fare e per aggiornare il nuovo Piano Industriale RAI ora dovranno chiamare la Società di consulenza per metterlo in frigorifero in attesa di chiarimenti. Del resto, pure del Contratto di Servizio non si sa nulla: la GU è pronta per riceverlo e pubblicarlo ma nessuno glielo porta!

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lunedì 25 marzo 2024

RAI: note democratiche

Foto di Heather da Pixabay

Come noto, nei giorni scorsi è stato pubblicato sui siti di Camera e Senato il bando “ … per la presentazione di candidatura a componente del consiglio di amministrazione della Rai”  (https://comunicazione.camera.it/archivio-prima-pagina/19-38766 ) dove si legge che “I candidati, nell’inviare la propria candidatura, devono allegare i seguenti documenti: a) un dettagliato curriculum vitae, dal quale risulti il possesso dei requisiti di cui al comma 10 dell'articolo 63 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 208…”.  

Nella norma indicata si legge che 10. Possono essere nominati membri del consiglio di amministrazione i soggetti aventi i requisiti per la nomina a giudice  costituzionale ai sensi dell'articolo 135,  secondo  comma,  della  Costituzione  o, comunque,  persone  di   riconosciuta   onorabilità,   prestigio   e competenza professionale e di notoria indipendenza di  comportamenti, che  si  siano  distinte  in  attività   economiche,   scientifiche, giuridiche, della cultura umanistica o della  comunicazione  sociale, maturandovi   significative   esperienze   manageriali …  11. La composizione del consiglio di  amministrazione  e'  definita favorendo la presenza di entrambi i sessi e  un  adeguato  equilibrio tra  componenti  caratterizzati   da   elevata   professionalità   e comprovata esperienza in ambito giuridico, finanziario, industriale e culturale…”.

Si pongono due problemi:

A – chi è l’organo o il soggetto giuridico incaricato di vagliare i requisiti richiesti? Quale struttura, direzione, sezione o che altro dir si voglia di Camera o Senato hanno il compito di leggere, selezionare, valutare, “pesare” e confrontare i CV inviati dagli aspiranti consiglieri? Oppure ogni partito si crea il suo “ufficio validazione CV” e poi una volta scremati i nomi si confrontano tra loro e con quali criteri? Il Parlamento è un organo legislativo e non una struttura amministrativa incaricata di adempimenti tecnici. Allora, come funziona il procedimento? Esempio: gli "Uffici Postali Web" di Camera e Senato ricevono le buste e fanno una prima selezione: maggioranza e governo? Poi, sempre ad esempio, il PD si seleziona i “suoi” candidati e poi li confronta con il M5S e AVS o viceversa? in altri termini: chi e come si decidono i nomi che il Parlamento dovrà poi votare? Attenzione all’uso corretto dei verbi: “votare” e non “nominare” così impone la legge 220. A questo proposito la Legge Renzi apre una voragine normativa e lascia aperte tutte le soluzioni, comprese le più improbabili ovvero che i nomi siano estratti da un fantomatico cilindro rendendo del tutto inutile e superflua la procedura delle candidature, come è avvenuto la volta precedente,con grave danno per le legittime aspirazioni dei candidati che vedrebbero violato il loro diritto ad essere “valutati”. 

Già, cosa è avvenuto la volta precedente? Semplice, per quanto riguarda PD e M5S, hanno estratto dal cilindro la Bria e di Majo e nessuno saprà mai perché proprio loro e non altri. Così è stato, con buona pace di ogni criterio di trasparenza. Punto.

B – la normativa fa esplicito riferimento ad una sorta di parità di genere: i 4 consiglieri che il Parlamento dovrà eleggere devono essere individuati “… favorendo la presenza di entrambi i sessi” (D. L. 8/11/2021, n. 208) e ribadito nella 220 del 2015 “…La composizione del  consiglio  di  amministrazione  e' definita favorendo la presenza di entrambi  i  sessi”.

Già, e allora come si ripartisce questa divisione tra Camera e Senato? Il Senato vota gli uomini e la Camera le donne o viceversa? Oppure, ragionevolmente, si fa metà per uno? Bene. E poi che succede? Esempio: alla Camera come facciamo? Un uomo alla maggioranza e una donna all’opposizione o viceversa? Complicato. e se per fantascientifica ipotesi, le candidature fossero tutte di uno stesso genere? Il problema si complica ulteriormente nei rispettivi schieramenti: tra PD e M5S come ci si accorda? La volta scorsa il M5S ha ottenuto un uomo, di Majo, e il PD ha ottenuto la Bria. Questa volta che succede? Si ripete lo stesso schema? Complicato, molto complicato. E, tanto per intenderci, il MFA all’art. 5 (Safeguards for the independent functioning of public service media providers) fa solo riferimento ai criteri al comma 2.2 “The appointment of the head of management or the members of the management board of public service media providers shall be based on transparent, open, effective and non-discriminatory procedures and transparent, objective, non-discriminatory and proportionate criteria laid down in advance at national level”. 

Questo il caposaldo della battaglia in corso: con quale procedure si dovranno nominare i nuovi consiglieri? Applicando la vecchia e superata Legge 220 del 2015 oppure con i criteri del MFA? Tutto molto semplice.

CANDIDIAMOCI TUTTI !!!

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ps: rimanete molto sintonizzati ... è previsto un secondo Post!

RAI: la potenza di un discorso e la semplice forza della Democrazia


Il discorso che il Papa ha rivolto al ”popolo” RAI lo scorso venerdì, dentro e fuori l’Azienda, è stato potente e devastante.
 
Leggiamo alcune frasi: “Settant’anni di televisione, cento di radio: un doppio compleanno, che da un lato vi invita a guardare indietro, alla vostra storia, tanto intrecciata con quella italiana; e dall’altro vi sfida a guardare avanti, al futuro, al ruolo che avrete in un tempo tutto da costruire” … ”I media, infatti, influiscono sulle nostre identità, nel bene e nel male. E qui è il senso del servizio pubblico che svolgete” … “riflettere con voi proprio su queste due parole – servizio e pubblico –, perché esse descrivono molto bene il fondamento della vostra missione: la comunicazione come dono alla comunità” ... “la verità è “sinfonica” e che la si coglie meglio imparando ad ascoltare la varietà delle voci – come in un coro – piuttosto che gridando sempre e soltanto la propria idea. … La verità è proposta, mai imposta” … “il vostro lavoro è connesso al bene comune di tutti e non solo di qualcuno. Ciò comporta in primo luogo l’impegno a considerare e a dar voce specialmente agli ultimi, ai più poveri, a chi non ha voce, a chi è scartato”… “…Non perdere mai le capacità di sognare” e infine “Non bisogna inseguire gli ascolti a scapito dei contenuti: si tratta piuttosto di costruire, attraverso la vostra offerta, una domanda diffusa di qualità”.

In questa affermazione conclusiva si colloca il cuore del problema: la RAI non sogna e non fa sognare, non guarda (non può) guardare al futuro, non promuove e non produce. Vive di rendita del suo passato tra repliche di successi lontani e modelli narrativi ormai consunti: uno dei suoi settori di punta, la fiction, oscilla tra passato trapassato e brutte copie di prodotti già esauriti (le varie Imma Tataranni, l’Ispettrice Lobosco e un rinato Don Matteo) buoni solo per Villa Arzilla. Per un “Mare fuori” che riscuote successo si deve pagare pegno con altre mezze tacche. Si festeggia Sanremo una volta l’anno e per il resto degli undici mesi si arranca tra coproduzioni esterne e fiaschi editoriali. E così via. Mancano i soldi ma mancano anzitutto le idee: che fine hanno fatto le varie Direzioni creative? Cosa hanno “creato”??? E’ mai possibile che il commento del giorno di RAI Uno sia affidato in monopolio a Bruno Vespa? Già, Papa Francesco ha esortato ad essere concentrati sui “contenuti”. Non è la prima volta che leggiamo un pensiero del genere: “Content is the King” è del 1996.

Bene, scendiamo sulla terra e occupiamoci di quanto succederà nei prossimi giorni.

La Democrazia, come noto, tutto sommato è una “faccenda” semplice. Io mi candido ad amministrare il ”bene comune”, tu valuti la mia onestà, la mia indipendenza, la mia competenza e la mia esperienza e se riscuoto la tua fiducia mi voti, altrimenti voti un’altra persona. Punto e amici come prima. Non si capisce perché, quando si parla di RAI questa faccenda semplice dovrebbe essere tanto complicata. Pensate voi alle proposte di riforma della Governance (ben 4+2 nella precedente legislatura) tutte finalizzate a rendere la RAI “libera dai partiti”…sic!!! Sarebbe sufficiente che il Parlamento applicasse questa semplice “faccenda” della Democrazia e “votasse” i/la candidato/a a fare il prossimo Consigliere di amministrazione con criteri “democratici” o, per farla più semplice e attuale, con quanto disposto dal recente Media Freedom Act e, per paradosso,  si potrebbe anche fare a meno della riforma della governance.

Il Parlamento, come da Legge 220, “vota” e non “nomina”. Io mi candido, ti presento il mio CV, ti propongo un testo dove espongo alcune sommarie riflessioni e dimostro conoscenza di nozioni sui “fondamentali” del Servizio Pubblico (Concessione, Convenzione, Leggi di riforma varie,  Contratto di Servizio, leggi varie, conoscenze tecnologiche, società etc), mi confronti con altri candidati sulla base di un punteggio e chi ottiene il risultato migliore vene eletto dal Parlamento. Semplice no? 

Del resto, non si capisce perché, ad esempio, per diventare titolare di una qualsiasi cattedra universitaria, ovvero per fregiarsi del titolo di Professore, per la più semplice che sia, occorre: A -Laurea nella materia in cui si ha intenzione di insegnare. B- Dottorato di ricerca, che può avere una durata tra i tre e i cinque anni. C- Concorso per diventare ricercatore. D - Concorso per diventare professore. Ma se vogliamo farla ancora più semplice, pure per condurre una locomotiva occorre dimostrare di saperlo fare e così via. Invece non si capisce perché, quando parla di nomina RAI, che siano direttori o consiglieri di amministrazione, è sufficiente una telefonata di una segreteria di partito, quale che esso sia. Urticante!

Perché sostenere o essere indifferenti rispetto al grande imbroglio che si sta apparecchiando con la presentazione dei CV per la selezione dei prossimi consiglieri che nessuno mai prenderà in considerazione?

Perché dare per scontato che Rossi debba essere AD, la Agnes Presidente mentre i consiglieri saranno “nominati” con la logica della Legge 220 ormai superata e non con i criteri del MFA che a breve entreranno in vigore?  

Lo ripeteremo ogni giorno: 

candidiamoci tutti 

e prepariamoci ad un ricorso in Giudizio! 

Si può fare, si dovrà fare!!!

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domenica 24 marzo 2024

La RAI e Papa Francesco

Foto di Annett_Klingner da Pixabay

 

Oggi merita attenzione solo il messaggio del Papa rivolto ieri al "popolo" RAI.

Non serve un commento, basta leggerlo:

https://www.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2024/march/documents/20240323-rai.html


Sempre a proposito di messaggi importanti, nei giorni scorsi il Cardinale Matteo Zuppi, presidente dalla CEI, ne ha rivolto uno da incorniciare:

"Resto ancora della ferma convinzione che se vuoi la pace devi preparare la pace".

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ps: ad ogni buon conto, tenete bene a mente i post dei giorni scorsi ... ne parleremo ancora !!!

sabato 23 marzo 2024

RAI: donne, uomini e le "cose"


 Los grandes hombres hablan sobre ideas, los hombres promedio hablan sobre cosas, y los hombres pequeños hablan sobre… otros hombres.

Potrà piacere o meno, potrà interessare o meno ma la partita sulla RAI che si sta giocando in queste ore, in questi giorni, sarà assolutamente centrale per decidere le sorti del Servizio Pubblico per il suo futuro prossimo e lontano. Non sono solo in gioco le “poltrone”, non si sta discutendo su “chi” le occuperà ma su “cosa” si dovranno occupare una volta insediati al VII piano di Viale Mazzini.

Lo abbiamo già scritto più ma è utile riassumerlo.

A - La vendita di una quota di RAI Way, condizione indispensabile per attuare quello straccio di Piano Industriale. Da questa vendita sono stati previsti ricavi per 190 mln: con questa cifra a malapena ci comprano il concime per le piante sotto il cavallo. Rimane poi insoluto il grande problema: vendere solo una quota o sostenere la creazione del “polo delle torri” tanto caro ai fondi azionari?

B - La Rai Senior, la RAI di Villa Arzilla, la RAI delle repliche di Montalbano, dei Pacchi e di The Voice Senior soffre gli ascolti e i “giovani” inesorabilmente guardano altro. Gli ascolti si tengono in equilibrio con l’asticella che pende ormai in modo quasi costante nel day time a favore della concorrenza. Hai voglia poi a strombazzare il “successo” di Sanremo o RAI Play.

C – tutta l’offerta informativa RAI è fuori centro: costa troppo, troppi giornalisti per troppe testate senza coordinamento tra loro. Il caso di RAI News24 è di assoluto rilievo: oltre 200 giornalisti per ascolti costantemente da prefisso telefonico. Eppure potrebbe e dovrebbe essere quello che non è e che le gelosie delle altre testate non ha consentito. Perché è fallito il Piano Verdelli e il dispositivo del precedente Piano Industriale? Hanno fatto e voluto tutto meno che un piano per l’informazione.

D – il Piano industriale da poco approvato, lo abbiamo scritto chiaro e tondo: è povero di tutto, ma la materia prima di cui è più povero in assoluto è la visione, la prospettiva di sviluppo. Non ci si venga a dire della Digital Media Company che anzitutto è stata privata della sua natura “pubblica” e che comunque non si sa bena su quali risorse farla costruire (il totale previso del PI è di215 mln). Cmq, per quanto dentro e fuori l’Azienda quasi tutti sono convinti che, come è sempre successo, rimarrà un pio elenco di propositi.

E – il Contratto di Servizio doveva essere la “cornice” del Piano. È stato ratificato dal CdM nei giorni scorsi e ancora non è stato pubblicato in GU. La sua storia, la sua genesi, meriterebbe un capitolo di enciclopedia. È pessimo, è dannoso, è pericoloso per le sorti del Servizio pubblico: introduce un pernicioso modello di KPI mentre tutto il capitolo sugli “obblighi specifici” è stato relegato in un Allegato1 privo di alcuna forza e rilevanza contrattuale. C’è pure qualcosa di buono ma è spazzato via da tutto il resto.

F – quanto detto sopra è il contesto, il percorso che porta dritto dritto al centro della Grande Battaglia Prossima ventura: il rinnovo della Concessione prevista per il 2027. Sarà quello il momento in cui si decideranno le sorti del Servizio Pubblico per i 10 anni successivi.

Dunque? Questo nuovo CdA dovrà gestire tutto questo. E come verranno selezionati i nomi delle persone con questo incarico? Non è dato sapere. La sola cosa certa è che la Legge 220 del 2015 non fa alcun riferimento ai criteri di selezione e lascia totalmente in mano ai partiti l’onere della scelta dei nomi da fare uscire dl cilindro magico. Nei giorni scorsi è stato pubblicato il testo del MFA che però necessita di tempi non velocissimi per essere recepito. Che fare allora?

Ci sono alcune ipotesi da perseguire:

UNO - I partiti di “opposizione” si convincono che il giochetto dei nomi già preconfezionati rappresenta una ciclopica presa in giro anzitutto per quanti credono in “fuori i partiti dalla RAI” e poi per le centinaia di persone che presenteranno i CV. Magari si convincono che non si può e non si deve ripetere quanto avvenuto in passato e non si prestano al giochetto della forzatura voluta dal Governo. PD,, M5S e AVS hanno una grande possibilità: NON fare nomi e lasciare che il Governo faccia tutto da solo. Scelta complessa, difficile ma di grande impatto politico.

DUE – Sostenere con forza  il principio esposto dal MFA: criteri trasparenti, aperti e non discriminatori. Significa semplicemente che TUTTI i nomi vengono confrontati, dibattuti e valutati. Richiede tempo? Certo! E si prenda tempo, si cerchi di rinviare, opporsi in ogni modo. Se si vuole fare, si può fare.

TRE - Si prepari il proseguimento della battaglia: se, come verosimile, usciranno fuori i nomi di cui si legge (sic!) dei quali non si potrà mai sapere da chi e come sono stati scelti o nominati, non resta che una strada: uno o più tra gli esclusi si ricolgono al Giudice ordinario per chiedere un accesso agli atti e sollevare poi un conflitto di competenza. Lo abbiamo scritto e lo ripetiamo con forza:

CANDIDIAMOCI TUTTI

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