Oggi è sabato, andiamo lunghi, abbiamo tempo.
Il mondo è bello perché è
avariato e non fai in tempo a stupirti di una cosa che subito ne arriva una
nuova migliore della precedente. In poche parole, non ci si annoia e a Viale
Mazzini lo sanno bene, tutti, da sempre.
Che succede? Succede che qualcuno
lancia anatemi, minaccia scomuniche, promette gomme bucate perché la situazione
in Rai è grave, tutto sembra andare per il verso sbagliato e il povero
spettatore, il sottoscritto in buona compagnia di tanti altri buontemponi, attende
con ansia cambiamenti epocali, bombe atomiche minacciate, direttori che saltano
e invece … zacchete … contrordine compagni!!! Tutto fermo!!!
Cominciamo dai ricorsi: un
ricorso non si nega a nessuno. In ordine: alla Corte Costituzionale, ai Presidente
di Camera e Senato, al Presidente della Vigilanza, alla Corte dei Conti, al
Giudice ordinario, al Tar, ad un semplice avvocato, alla Croce Rossa e alla Protezione Civile. Inutili
faldoni che giacciono inermi e silenti negli androni bui e polverosi.
Tutto questo pistolotto per
arrivare al dunque: per quanto è dato di leggere e sapere, a seguito dell’approvazione
del Piano industriale, sembra di capire che rimarrà tutto fermo e le minacciate
nomine o rimozioni di direttori di rete o testate verrà rimandato a tempi
migliori a partire da quella del Presidente Foa (ricordate Primo Di Nicola del
M5S: “deve preparare gli scatoloni”). Ieri abbiamo cercato di capire – invano -
il senso del voto in Vigilanza sul codice per i dipendenti Rai sull’uso dei
social: sembrava un segnale significativo che il Parlamento ha dato alla Rai. “è
normale che sia così .. tutto tranquillo” ci dicono i pompieri della situazione
e ora ci aspettiamo che l’Usigrai che l’aveva definita una invasione di campo
proponga l’ennesimo, inutile, ricorso.
Mentre, a proposito di Vigilanza,
una notizia ce l’abbiamo. Pur ribadendo
ancora una volta che i parlamentari non hanno l’obbligo di esprimere un
parere sul Piano Industriale, dallo scorso giugno sono iniziate una serie di
audizioni non ancora terminate e per la fine del corrente mese è atteso in Vigilanza
il ministro Patuanelli (che ancora non ha conferito le deleghe alle TLC). Dunque
le audizioni non sono finite e non è dato sapere quando finiranno. Il Piano è
stato “bollinato” e dunque, a parere di alcuni, è pronto per essere avviato. C’è
un però che intralcia: Il Piano Industriale si accompagna pari pari a quello
sull’informazione che invece è di piena competenza della Commissione
parlamentare. La notizia è che, se tutto va bene, la Vigilanza potrà
calendarizzare l’argomento non prima di qualche mese in quanto andiamo dritti
dritti incontro al periodo caldo della Legge di bilancio che, notoriamente, ha
la prevalenza sui lavori parlamentari. Ecco
i tempi migliori di cui sopra ed ecco che cominciano a tornare alcuni ragionamenti
fatti su questo blog sul “calendario della crisi”. Nello scacchiere mancano
pedine importanti che dovranno partecipare ai giochi: la prima, come scritto, è
quella del Sottosegretario alle Tlc e la seconda, non meno importante è quella
di AgCom. Se queste non iniziano a giocare la partita non inizia.
A viale Mazzini intanto agiscono
con la velocità di un criceto alla vigilia del letargo. Tutti concordano che è
in corso una grave crisi di ascolti e allora cosa ti fanno: il CdA scorso se ne
doveva occupare e il tema è stato rinviato al prossimo. Tanto per capirci:
Mediaset, appena si è resa conto che alcune produzioni non andavano, hanno
impiegato mezza giornata per modificare il palinsesto!
E veniamo ad un articolo apparso nei giorni scorsi sul sito
lettera43.it dove si legge, a parte amenità di gossip, una storiella che ci ha
incuriosito ed abbiamo cercato di saperne di più: il Dg Matassino non avrebbe
ancora le procure, cioè i poteri di firma sulle spese. Un paio di telefonate
per verificare e, in effetti, ci hanno detto “ fino a pochi giorni fa era vero
ed ora, sembra, siano state firmate”. Non è interessante ciò che sembra ma
quello che è: la sua nomina, oltre che essere “abusiva” in quanto non prevista
da alcuna Legge che anzi la Legge del 2015 sostituisce il DG con l’AD, di
fatto, ha allungato la catena di comando tra l’AD e le strutture strategiche
operative. Il CTO e il CFO ora hanno un riporto intermedio tra loro e il
vertice aziendale con una figura, fino a prova contraria, che sul Servizio
Pubblico Radiotelevisivo italiano fino a poco prima, forse, non ne sapeva quasi
nulla. E poi c’è chi si lamenta perché magari qualcuno”rema contro”. Come dargli
torto? Questa figura, magari con l’ennesimo ricorso magari alla Corte dei Conti (il suo modesto compenso
si poteva anche risparmiare, individuando una risorsa interna), potrebbe pure tornare
pure a casa al termine del suo contratto, insieme a chi lo ha nominato, fra
poco più di un anno e mezzo. Cioè … Nulla.
Cronaca di oggi: il quotidiano La
Notizia pubblica un articolo,a firma Clemente Pistilli, dove si parla di “relazione
sulla gestione della società concessionaria del servizio pubblico
radiotelevisivo inviata ai presidenti delle Camere, Roberto Fico e Maria
Elisabetta Alberti Casellati”. Sembra esserci un errore in quanto si riferisce
a quella dello scorso anno. Curioso. Ma intanto ci rinfresca la memoria:
leggiamo che i magistrati contabili “esaminando il bilancio 2017 e le
principali decisioni prese successivamente dalla spa, hanno constatato che
l'esercizio si è chiuso positivamente al 31 dicembre di due anni, con un utile
netto in crescita e pari a 5,5 milioni di euro. Aumentato anche il patrimonio
netto, passato in dodici mesi da 799,4 a 808,4 milioni. Ma i ricavi sono diminuiti del 7%. Male le entrate legate al canone
radiotelevisivo, passato da 1,9 a 1,7 miliardi, e quelle pubblicitarie, che si
sono ridotte da 615,7 a 567 milioni. La Corte dei Conti ha così
raccomandato alla Rai di insistere in tutte le misure "organizzative,
di processo e gestionali" utili ad eliminare inefficienze e sprechi,
proseguendo quando possibile e conveniente nel percorso di internalizzazione delle
attività e concentrando gli investimenti sulle priorità "effettivamente
strategiche", contenendo così i costi.” Manca poco alla prossima
relazione. Ecco, tanto per rinfrescare la memoria e sperare che qualcuno abbia
la voglia e il coraggio di tenerci informati.
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