lunedì 22 marzo 2021

Cronache marziane

I nostri lettori appartengono a diverse categorie: anzitutto il popolo Rai, quello ancora in Servizio Permanente Effettivo e quello che è uscito dal Palazzo; poi ci sono tanti che gli girano intorno, in primo luogo politici, parlamentari, sindacalisti, esperti e studiosi di varie materie attinenti il sistema audiovisivo e il Servizio Pubblico; infine, ci sono tante persone che in vario modo sono interessate alla Rai, a quanto succede dentro la macchina, l’Azienda culturale più importante del Paese. Evidente che i temi che affrontiamo debbono tener conto di questa composizione. Abbiamo una specie di “piano editoriale” che poggia per buona parte sul dialogo con i nostri lettori, sulle loro segnalazioni, sui loro commenti. Poi, abbiamo cercato di seguire alcune grandi linee, sia in termini di contenuti che di stile narrativo e così, ogni tanto, ci concediamo qualche divagazione  che pure sembrano molto gradite (l’incontro con il Marziano ha avuto molto successo). Poi ci capita pure di imbatterci in qualche piccola storia, di quelle che costellano tanta parte della cronaca italiana, a cavallo tra i gossip e i piccoli scaldaletti quotidiani. Robetta si dirà ma che spesso la dice lunga sulla “robbba” importante. 

Se tanto mi da tanto … altri marziani stanno scendendo sulla terra.

Il post  di oggi, come ogni lunedì, arriverà più tardi e prima di aprire la settimana con notizie e notazioni, una piccola riflessione (per alcuni forse scontata) su sabato scorso, quando Canale5 con la De Filippi ha vinto la prima serata in termini di ascolti: quando uno dei due concorrenti mette in scena una titolo forte l’altro si ritira e non compete, cioè si applica il principio della non concorrenza. In assoluto questo teorema è applicato a Sanremo dove appunto il tacito accordo tra Rai e Mediaset prevede che questi ultimi non facciano “controprogrammazione” e quindi lasciano campo ai bollettini esultanti del genere “record di ascolti”. In cambio, quando Rai propone un titolo forte (la fiction perché ormai in prima serata solo con quella si fanno ascolti, sia pure con la ventisettesima replica di Montalbano) Mediaset si ritira in buon ordine accontentandosi di portare a casa modesti risultati. A nostro avviso si tratta di una logica perversa e diabolica perché sottintende una visione del servizio pubblico in competizione non sul prodotto, sul contenuto, sulla qualità, ma sullo share, per il quale si può raggiungere qualsiasi compromesso.   

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