venerdì 30 settembre 2022

Il Futuro del Governo e della Rai è dietro le nostre spalle

 

Foto di Arek Socha da Pixabay

La notizia del giorno la riporta il Sole 24 ore con un brevissimo trafiletto: “BBC via a Maxi tagli la BBC ha annunciato il taglio di 382 posti nel suo servizio internazionale in un drastico piano di riduzione dei costi avviato nella sua transizione al digitale”. Punto e a capo: si tratta dell’avanzamento di un piano che risale al 2020 quando il governo Johnson ha avviato il disegno finalizzato a ridimensionare il Servizio Pubblico inglese con la prima tappa che ha previsto il congelamento del canone per due anni e, in parallelo, una prima tranche di tagli all’occupazione. Sembra di capire che i governi di destra hanno una certa pruderie contro i servizi pubblici radiotelevisivi, vedremo ora cosa hanno intenzione di fare il trio delle meraviglie Meloni, Salvini e Berlusconi.

Andiamo avanti. Quando a metà dello scorso agosto vene fuori la storia del dibattito televisivo organizzato (o forse promosso) da Vespa tra Meloni e Letta abbiamo subito scritto che si stava lavorando in modo più o meno palese ad una ipotesi politica molto chiara: il bipolarismo. Hanno fatto e fanno del tutto per cercare di accreditarsi come i soli contendenti sulla scena: la destra perché comunque deve fare i conti con Berlusconi e salini e il PD  che deve fare i conti anzitutto con se stesso e poi con il resto del mondo.

Ancora una volta: è tutto già scritto e previsto, non c’è nulla di nuovo. In questo esatto momento di trattativa la Destra ha bisogno di una sponda PD non totalmente ostile e il PD ha bisogno di una destra che gli possa garantire ancora qualche margine di manovrabilità sufficiente per arginare  una crisi profonda dagli esiti molto incerti. E’ in questa chiave che si può leggere la notizia di oggi su presunti “inciuci” tra i due partiti per spartire ruoli chiave extragoverno: le presidenze di Camera e Senato e le Commissioni di garanzia e, per quanto ci interessa, la Vigilanza Rai. Il quesito è semplice: la presidenza della Commissione dovrebbe spettare all’opposizione e dunque chi è l’opposizione? Il PD che è comunque il secondo partito più votato o il M5S? la risposta altrettanto semplice: dipende … dipende. Da che dipende? Dipende dalle intenzioni “programmatiche” che il PD vuole esporre per proseguimento di una legislatura che  si preannuncia dura e complicata. Se il PD ha intenzione di lavorare ad una visione di opposizione allargata, forte e unitaria, apre agli alleati. Se invece ritiene di candidarsi ad essere il solo interlocutore della Meloni opera invece per la chiusura ed esclusione degli altri partiti dai luoghi nevralgici. Temiamo che sia buona la seconda: Letta non è stato in grado di dire una sola battuta sulle loro responsabilità e, anzi, hanno cercato di scaricare tutte le colpe su Conte perché reo di aver fatto cadere Draghi. Bene: prepariamoci a vederne di ogni genere.

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giovedì 29 settembre 2022

Rai: metti una sera a cena ... dove si trama e si complotta


Sereni, tranquilli, rassegnati e anima in pace: per molti giorni ancora, di Rai sentiremo parlare ben poco. Fintanto che non si formerà il nuovo governo le bocce saranno inchiodate sul tappeto. Forse, ma solo forse, allora emergeranno idee, programmi e progetti sul futuro del Servizio Pubblico e, in particolare, forse .. forse …si potrà sapere qualcosa sulle modalità di riscossione del prossimo canone. Saranno poi le persone che verranno indicate a trattare i problemi della Rai che potranno fare la differenza: dipende dal loro mandato e dalla forza che potranno imprimere per realizzarlo. Ancora tutto prematuro per qualsiasi ragionamento.

Ne approfittiamo per note a margine. La prima ce la propone un attento e assiduo lettore: “Attenzione! Non legare le sorti del canone a quelle di Draghi”. Ha ragione, sono due storie diverse con epilogo differenziato nel merito e nel tempo. Il primo attiene ad un obbligo che, in un modo o nell’altro, dovrà essere rispettato e una soluzione si dovrà necessariamente trovare presto. Il secondo viaggia su frequenze ancora ignote e suscettibili di varianti incognite tutte da verificare. Ieri ci è stato confermato quanto sapevamo: l’AD fa trapelare segnali di tranquillità come se fosse stato rassicurato sul proprio destino (se mai, da chi?). Per il momento, ne conveniamo, per il ragionamento già fatto, nulla lascia pensare che si possano mescolare le carte del VII piano in tempi rapidi. La Meloni &C hanno ben altro a cui pensare. Forse, è finita l’epoca di Funiciello, di Giavazzi e di Garofoli ovvero forse quello stesso entourage di Palazzo Chigi dal quale trapelavano indiscrezioni stampa sul “malumore” nei confronti di Fuortes (La Stampa). Vedremo.

La seconda ce la propone un lettore con una citazione che si adatta benissimo a quanto abbiamo scritto molto sommariamente sui risultati elettorali: “Il mio avversario non è che il coautore dell’esito finale della partita che ho vinto” di Michail Tal. ha vinto la Meloni perché hanno perso gli altri (non tutti) e non ha vinto da quando è stata votata la sfiducia a Draghi ma da anni prima. Ne siamo pienamente convinti e lo scriviamo da tempo, fino alla noia e anche una sommaria riflessione di quanto abbiamo letto ce lo conferma: una certa “sinistra” è totalmente incapace ad ammettere i suoi errori che sono di progetto e di comunicazione. Non si perde (o si vince) una competizione elettorale in una volta sola ma un pezzo alla volta, progressivamente. Non bastano gli “occhi di Tigre” o l’autobus elettrico dove gli si scarica pure la batteria.

La terza nota ce la propone una nuova “rassegnata e divertita lettrice” che ci ha scritto una lettera importante e riteniamo utile pubblicare uno stralcio : “Conosco la Rai da provinciale, paesi anziani e medie città giovani, vivaci.  Lontana ben oltre i confini dell’impero, da qui si intuisce la sorte della Rai.  I saggi frequentatori mattutini del circolo del paese sono avanti con l’età, le donne più battagliere e informate: votano Pd o dintorni, viaggiano molto più dei maschi, sono festaiole e guardano Canale 5.  Frequento bar senza rumori molesti, ma in ogni paese c'è un circolo Arci come in Valtiberina: ha notato che dalla tv, la tv per anziani, è scomparsa la Rai? Che nelle tv di tanti orridi bar e mense o non so cosa, accese per umani attenti o no sopra i 35,  sono spariti i canali Rai?  I baristi e i trattoristi sono più furbi di una faina, si spingono fino a Sky news, e eliminano il superfluo. Il paese reale è questo, costretto per sopravvivere a essere meno conservatore del cuore delle città metropolitane, le ztl si dice oggi. Magari è il paese che non va a votare, ma anche di tanto altro: Oggi è il paese vittima di egoistiche imbecillità che hanno regalato l’Italia alla destra. La Rai è la ztl, senza neppure il vanto di intellettuali salotti”.  

Già, quella parte di Rai come espressione tangibile, visibile e misurabile  dei salotti romani, quelli dove si cerca il numero della Meloni, quella dove una collaborazione non si nega a nessuno, quella che trama e complotta dal primo mattino al far della sera. A proposito di “Trame e complotti”: ieri ci è giunta notizia di una cena molto, molto importante, dove si è tramato e complottato allo stato puro. Non ci crediamo e non ci vogliamo credere però, se mai fosse confermata, non ci stupiremo più di tanto.

Altra nota a margine: un’altra affezionata lettrice ci ha rimproverati di “parlare sempre male della Rai fino a quasi farcela odiare”. Si, in buona parte è vero perché difficile , veramente difficile parlarne bene e chiedo sempre a tutti: datemi una piccola dannata buona notizia oltre il buon senso e l’ordinaria amministrazione che ci consenta di farlo.  Niente … silenzio … poca roba. Odiare no, è un verbo che non usiamo. Non si tratta di sentimento ma di ragione, non si tratta di affetto della “bella Rai di una volta che ora non c’è più” ma di riflessioni razionali su un Servizio Pubblico come dovrebbe essere e che invece non è. Con la speranza che un bel dì dell’avvenire qualcuno possa tenerne conto.

Ultima nota a margine: ieri sera è andata in onda su RaiUno la XXXesima replica di Montalbano. Fenomenale. Si, è proprio vero, è proprio la bella Rai di una volta, che ora non sembra esserci più e si capisce bene perché dopo oltre 20 è sempre di grande attrazione per il pubblico. Si guarda indietro perché davanti non si sa cosa guardare.

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mercoledì 28 settembre 2022

La Nuova Palude Rai nella Nuova Destra

Foto di Peter H da Pixabay

Oggi nulla da segnale nella palude Rai, solo piccoli movimenti interni, rumorini di pancia, flebili segnalini via Whta’sUp, messaggetti, telefonatine sommesse e talvolta anonime, giusto per capire da che parte si andrà a parare e con chi conviene schierarsi, non si sa mai.

Sarà certamente lo sport nazionale, ovvero provinciale, ovvero locale, di quartiere, cercare di capire quale potrà essere il destino prossimo venturo della Rai e di una parte dei suoi emeriti abitanti, in particolare quelli del VII piano e dintorni. Intanto, segnaliamo che colpisce la "sparizione" dall'orizzonte di un noto e potentissimo direttore, da anni in "quota" Lega e candidato financo al ruolo di AD. Potrebbe essere il nuovo DG, ruolo lasciato in frigorifero da Fuortes in attesa di poterlo vendere al miglior offerente?

Al nuovo campionato appena iniziato con l’avvento (o il ritorno) della Nuova Destra partecipano squadre esterne, i partiti, squadre interne cioè i dirigenti e i direttori, e squadre di “osservatori” molto interessate. La prima squadra, i partiti, per ora si limitano a palleggiare a centro campo, in attesa di posizionare meglio la prossima formazione di governo( ministri e Vigilanza). Nel frattempo, stuzzicano il Palazzo con messaggi più o meno minacciosi. La seconda è, come al solito, inquieta e borbottona e tanto per confermare quanto abbiamo scritto, fa emergere il quadretto desolante dei vari personaggetti in “quota” alla nuova destra. Abbiamo posto e rigirato la domanda: quanto resta Fuortes? Lo cacciano subito o rimane fino a scadenza mandato? Tranquilli, sereni rilassati: per ora e per alcuni mesi a venire, rimane al suo posto a meno che …. a meno che… si mette di traverso rispetto all’aria che tira. Ma, ci dicono e confermano, il personaggio potrebbe essere scaltro e, in mancanza di meglio, potrebbe far sapere che “… se ne può parlare …” .. cioè … vedremo, dipende …

Per tutto il resto, gli articoli che si leggono in queste ore (ieri Dagospia, oggi La Notizia etc) non fanno altro che confermare quanto abbiamo scritto: la Meloni e chi per lei, in questo momento, non hanno alcun interesse ad attaccare il Quartier Generale e si limitano a gestire le retrovie: spostare o riposizionare i vari personaggi e personaggetti in quota Destra già presenti nelle retrovia della Rai e rintuzzare i vari “rosiconi” del tribolato PD o di ciò che resta di esso.

Infine il terzo gruppo di squadre, gli "osservatori interessati” e tra queste la diretta concorrente di Rai: Mediaset. Quale è il loro obiettivo? Vincere il campionato? Forse anche no: gli potrebbe essere sufficiente raggiungere i primi posti in classifica, quelli buoni per la Champions League. In soldoni:  va benissimo una Rai leggermente in disarmo ma non del tutto, che non vada a rompere le scatole nel già asfittico mercato della pubblicità e dunque, si tenga bene e il canone più o meno cos’ com’è. Ci sono poi tutte le altre squadre, gli OTT per primi che erodono sempre più fette di campo ai telespettatori del Servizio Pubblico: il recente accordo Rai/Sky non ci ha convinto per niente sulla sua vantaggiosità a favore del Servizio Pubblico: a nostro avviso, non saranno i 25 mln circa dell’accordo che compenseranno il danno “culturale” e tecnologico dell’operazione. C’è poi una piccola squadra minacciosa sul terreno dell’informazione con La7 e Mentana sempre di corsa con le sue maratone che, zitto zitto, si tiene bene in classifica.  Si tratta di uno dei nervi più scoperti e delicati della Rai: l’informazione sula quale è stata stesa una coltre di cemento spessa come un elefante. Piano editoriale? ZERO! Accorpamento delle testate come pure previsto dal Contratto di Servizio? ZERO? E così andando e  trotterellando (non dimenticare il “buco nero” di RaiNews24 e il suo indice medio di ascolto che non supera mai il prefisso telefonico, come pure il sito Rainews.it che fatica a rientrare tra i primi 30  siti di informazione italiani).

Sarà un campionato divertente … non ci perdiamo di vista … frequentiamoci …vogliamoci bene ... ci divertiremo.

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coming soon !!!


rimanete sintonizzati ...
a breve il Post della giornata

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martedì 27 settembre 2022

La Rai e il suo Cubo magico

Foto di DomenicBlair da Pixabay

 Se un problema è risolvibile, non è un problema: dipende da quanto tempo è necessario ma si risolve.

Se un problema non è risolvibile non è un problema per definizione e, forse, si tratta di una congettura.


Tranquilli, sereni, pacati: questi i toni prevalenti dei nostri amici lettori residenti e villeggianti dentro e fuori Viale Mazzini all’indomani dei risultati elettorali. Abbiamo fatto il solito giro di chiacchere, informali, rilassate, tra un cazzeggio e l’altro, con gli “otto amici del bar” (ne fanno parte anche autorevoli esponenti della nuova “maggioranza di governo) per sondare genericamente l’aria che tira o che potrebbe tirare da qui a breve. Non abbiamo avvertito grandi timori e preoccupazioni sul “vento di destra” che ora potrebbe soffiare più forte intorno e dentro il Palazzo Rai. 

Tutto ha avuto iniziato quando abbiamo cominciato a ricevere le prime telefonate con una sola domanda: ora che succede, lo cacciano Fuortes? Quanto gli fanno reggere la pompa ovvero quando gli presentano il conto per farlo accomodare verso qualche altro e più nobile incarico adeguato alla sua elevata schiatta di amministratore unico?

Mah... cominciamo a riavvolgere il film di giovedì scorso, Piazza del Popolo, Roma, con il comizio finale di Berlusconi, Meloni e Salvini. I toni usati verso la Rai sono stati bellicosi e minacciosi, sia per il canone (Salvini) sia per la parte editoriale (Meloni). Si può sempre dire che si è trattata di scenografia, di parole in libertà ad uso e consumo di telecamere. In parte è vero, in parte forse no.  

Allora, partiamo da un punto fermo e avviamo il dibattito: siamo alla fine di settembre, cioè un anno e pochi mesi dopo l’insediamento dell’attuale Cda. Evidente che prima che si possano insediare i nuovi ministri competenti su Viale Mazzini non si tocca nulla e il mazzo di carte rimarrà inchiodato al tavolo. Inoltre, non si potrà procedere ad alcuna manovra se prima ancora non si è insediata la nuova Commissione di Vigilanza Rai. Il tutto si traduce, bene che vada, verso la fine di ottobre. Dopo di che, è molto verosimile, che la Nuova Agenda Meloni possa essere impegnata da ben più gravi problemi che non occuparsi di mettere mano a Viale Mazzini.

Come abbiamo scritto più volte, sarà un miracolo se riusciranno a fare qualcosa sul tema canone che comunque rimane un appuntamento inderogabile da fissare entro la fine dell’anno.  Arriviamo così a fine 2022, cioè a metà mandato di Fuortes &C. Il più esperto dei nostri amici ci spiega allora che si potrebbe essere giusto in tempo per avviare complesse quanto sofisticate “manovre”. La prima, di carattere “light”: indurre con adeguata moral suasion il personaggio a dimettersi sponte sua per fare un rimescolamento in Cda (tutto da vedere chi andrà al posto di chi, qualche ipotesi gira ma ora è tempo perso scriverne). La seconda ipotesi “hard” è cercare (ma non si sa bene come fare da un punto di vista tecnico) di mandare a casa tutto il Cda e rimettere in piedi un nuovo consigli adeguato alla bisogna e circostanze sopravvenute. Infine, la terza è “subdola”: allargare il perimetro delle zone di destra già presenti in Rai con nuove nomine, sostituzioni o assegnazioni d nuovi incarichi.

Andiamo avanti. Su queste tre ipotesi i nostri amici non hanno idee chiare e condivise. La prima appare alquanto facile da dirsi quanto complessa da realizzare: “Carlo non vede l’ora di togliersi dal giro” (eufemismo) ci dice uno di loro che la sa lunga e non sempre la vuole (o può) raccontare pena essere smagato. E aggiunge: “Se mai gli dovessero fare un’offerta convincente, la potrebbe prendere in seria considerazione”. Aggiunge però un altro nostro interlocutore: “Fresconi voi, dimenticate chi è lo sponsor di Fuortes:  Draghi e buona parte del PD che piuttosto che mollare potrebbero bucare le ruote della macchina (metafora) alla Meloni che ancora sull’ex premier un tantino ci conta e non ha alcuna intenzione di irritarlo”. Convincente ma non del tutto: Giorgia, ci dice uno che frequenta l'ambiente,  ha un dentino avvelenato con alcuni di Viale Mazzini e sa pure bene che, negli ultimi tempi, a Palazzo Chigi non sembra proprio che l’AD godesse di tanta buona stampa (eufemismo).

Sulla seconda ipotesi necessario ricordare qualche precedente di cambio del Cda in corsa. Si ricordano tante dimissioni di presidenti e consiglieri (Zaccaria, Staderini, Campo dal’Orto, Foa etc) ma non dell’intero consiglio. Concettualmente, ci dicono, si potrebbe trovare una strada percorribile ma richiede troppo tempo che sarebbe poi, più o meno, lo stesso tempo che richiede il proseguimento a scadenza dell’attuale Cda. Non ne vale la pena.

Terza ipotesi: forse, ad ora, la più praticabile. Si tratta di fare leggeri, continui e profondi riaggiustamenti interni, aumentando o il potere e la “visibilità” di chi già è in carica (e ce ne sono) o rimuovendo e promuovendo nuovi personaggi già “in quota” ai quali si potrebbero aggiungere i tanti sempre pronti a saltare in groppa al cavallo vincente (e ce ne sono). Le chiacchere al bar ora stanno a zero. Ci lasciamo e salutiamo  con questo sentimento: è pur sempre un film già visto, ci potrà essere qualche spin- off o sequel di pellicole già conosciute. Ma, concordiamo tutti, non ci aspettiamo grandi mutamenti epocali. Il vento di destra in Rai c’è sempre stato. Proprio, esattamente, come nel resto del Paese. Da tempo.

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ps: ieri Bloggorai ha avuto un numero di lettori notevolmente superiore alla media. Grazie!


lunedì 26 settembre 2022

Errore: NON ha vinto la Meloni e alla Rai il vento di destra è da tempo che tira

Foto di Ulrike Leone da Pixabay

“Il giorno che l'avrebbero ucciso, Santiago Nasar si alzò alle 5,30 del mattino per andare ad aspettare il bastimento con cui arrivava il vescovo. Aveva sognato di attraversare un bosco di "higuerones"  sotto una pioggerella tenera, e per un istante fu felice dentro il sogno, ma nel ridestarsi si sentì inzaccherato da capo a piedi di cacca d'uccelli”. 
G.G. Marquez, Cronaca di una morte annunciata

 

Chiunque abbia praticato uno sport, quale che esso sia, sa benissimo che si vince o si perde in relazione a due variabili fondamentali:  le proprie capacità proporzionate a quelle dell’avversario. È pura e semplice tautologia: vinci se sei forte e perdi se sei debole, vinci se il tuo avversario non è capace e perdi se sei tu che non sei capace. Magari poi si aggiunge per magra consolazione: ho perso però ho giocato bene!  Se poi vogliamo proseguire su questo terreno, dobbiamo poi ricordare un enunciato fondamentale della fisica: il vuoto in natura non esiste. Laddove si crea uno spazio lasciato libero da una entità precedente questo viene immediatamente occupato da una nuova entità. Avviene in natura, figuriamoci nella politica.

Abbiamo ancora gli occhi che bruciano, la mano incerta e la mente annebbiata mentre la tastiera è più legnosa del solito. In attesa delle conferenze stampa di questa mattina, sappiamo già tutto ora nei dettagli e grosso modo lo sapevamo da tempo. Ma non solo da quando i sondaggi cantavano già le epiche gesta della Meloni ma ben da prima, da quando la politica non riusciva ad uscire dallo stagno dei governi tecnici che hanno guidato il Paese da tanti, troppi, anni. Stupisce constatare che ci si possa stupire che il “polo” di destra possa aver vinto.

Non ci addentriamo nelle analisi puntuali dei numeri assoluti e delle percentuali e ci limitiamo, molto sommariamente, a ricordare un contesto storico che abbraccia la storia recente di questo Paese che ha visto, da tempo, un “blocco” culturale, sociale e politico profondamente ancorato alla destra. Nulla è cambiato, da decenni e, traslato modo, si può tranquillamente affermare che la Meloni non ha vinto perché non ha esteso i territori elettorali della destra ma ha semplicemente cannibalizzato quelli già posseduti, prima da Berlusconi e poi da Salvini.

La prendiamo da lontano, tanto per intenderci e rinfrescarci la memoria. Un certo Giuseppe Garibaldi ha dovuto attraversare l’Italia spezzata e frantumata combattendo i borboni per cercare di dargli una identità nazionale democratica e repubblicana.  Passano pochi decenni e si affaccia sulla scena un certo Benito Mussolini e sarà necessaria una guerra di liberazione per liberarcene. Arriviamo al referendum tra repubblica e monarchia:  vince la prima ma i sostenitori del Re sono tanti (e nel loro DNA rimarranno tali). I primi decenni della Repubblica vedono governi di centro e di destra e ci portano fino ai governi Berlusconi. Si arriva, infine, ai tanti, troppi, governi tecnici con i vari Monti fino al recente salvatore della Patria. Si, proprio quello stesso Draghi che al recente Convegno di CL a Rimini disse che la frase lapidaria “Sono convinto che il prossimo governo, qualunque sia il suo colore politico, riuscirà a superare quelle difficoltà che oggi appaiono insormontabili – come le abbiamo superate noi l’anno scorso” come se un governo di destra possa equivalere ad uno di sinistra o viceversa. È forse proprio in questo pensiero distorto che alberga e cresce il partito del non voto, degli indecisi e dei confusi che si sente dire che più o meno siamo, sono, tutti eguali, e che non riesce a trovare leader autorevoli e credibili in grado di proporre una prospettiva condivisibile.

La politica è composta da idee e da persone che ci mettono il proprio volto, la propria storia e quella del partito che rappresentano. Ieri notte la sintesi della “sconfitta” del PD è stata tutta nel viso della loro vicepresidente Serracchiani con l’uso dell’aggettivo “triste” riferito alla serata che si stava concludendo. Non aveva, e forse non li ha mai avuti, gli “occhi di tigre” come voleva Enrico Letta che lui stesso non avrebbe mai potuto avere. Il Pd non ha perso ieri ma ha perso da anni, da decenni, da quando si è profilato e rivolto ad un elettorato moderato, benestante e benpensante, e si è dimenticato larghe fasce di popolazione che nel frattempo combattono ogni giorno per un salario dignitoso, per la sanità funzionante e per una scuola formativa. Il Pd non ha perso ieri nei collegi uninominali ma ha perso da decenni per quanto non è stato in grado di far crescere e sviluppare una “cultura” politica democratica e progressista capace di arginare e sottrarre spazio alla destra. Il Pd, recentemente, ha perso quando ha fatto finta di non voler sapere che oltre il 50% dell'elettorato era contrario all'aumento delle spese militari. Se parli solo a te stesso e se non sei capace di convincere nemmeno il tuo vicino di casa o un tuo parente prossimo ci sono solo due possibilità per capire perché non funzioni: o ha idee poco convincenti o se le ha non sei capace di esporle.

Piccola nota finale sulla Rai: ieri sera le tre reti erano tutte impegnate sul dibattito elettorale, era da tempo che non succedeva. “Quando è tordi e quando è grilli”: tanta grazia suona sospetta come suona sospetta che su Rai Uno non ha imperversato la Maggioni ed è comparso un noto direttore, noto soprattutto per essere “amico” della Meloni. Il vento di destra a Viale Mazzini tira da tempo, da tanto tempo, anche mascherato ma sempre vento di destra è. Non è vero che da oggi inizia una nuova era in Rai, c’è già stata ma ce ne siamo facilmente dimenticati.

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domenica 25 settembre 2022

sabato 24 settembre 2022

Il nuovo Paese e la nuova Rai tra Utopia e Distopia

Foto di Stefan Keller da Pixabay
In che genere di mondo, in che genere di Paese vorremmo vivere nei prossimi giorni, mesi, anni? Come possiamo immaginare tutto ciò che ci circonderà nel nostro prossimo e remoto futuro? Vivremo in pace e serenità o saremo minacciati da guerre incombenti e vicine? Quali saranno le condizioni materiali di vita che dovremmo affrontare? Che genere di relazioni umane dovremmo gestire? Quale sarà la nostra condizione sanitaria collettiva? Saremo esposti ad altre pandemie? Che tipo di scuola dovranno frequentare i nostri figli e nipoti? Ce la faremo a sopportare aumenti di prezzi ingiustificati, frutto di pura speculazione e insopportabili per una normale famiglia?

In poche parole, possiamo sperare in qualche utopia o ci dobbiamo rassegnare alle sole distopie? È molto probabile che, per un verso per un altro, già dalla notte di domani sera ci troveremo in una nuova sfera, una nuova era dove tutto potrebbe essere radicalmente diverso da quanto ci è noto e “familiare”. Abbiamo fatto i conti con il Covid quando nessuno mai avrebbe potuto anche solo immaginare che saremmo rimasti chiusi in case per mesi. Stiamo facendo i conti con una guerra della quale avvertiamo non solo il rumore dei cannoni (anche Made in Italy) ma anche con le immagini terrorifiche del fungo atomico. Pensavamo di poter passare il solito freddo inverno con la solita bolletta (pellet, legna o gas) e invece dobbiamo preoccuparci di ritirare fuori dall’armadio le maglie di lana fatte a mano dalla nonna. Pensavamo di cavarcela con un tasso di inflazione tutto sommato sostenibile e invece ci troviamo con una situazione ai limiti della bancarotta. Speravamo che il numero dei poveri e disoccupati in Italia potesse diminuire e invece stiamo assistendo al loro aumento progressivo e vertiginoso. Pensavamo che se mai ci dovesse capitare di andare in un Pronto Soccorso di un qualsiasi grande ospedale metropolitano dopo pochi minuti sarebbe arrivato un medico a visitarci e invece dobbiamo constare che molti pazienti rimangono ore su una barella in corridoio in attesa di qualcuno che gli possa degnare uno sguardo.

Pensavamo, speravamo, sognavamo un mondo diverso e possibile. E invece, bene che vada, possiamo solo fare gli scongiuri che non possa peggiorare ulteriormente. Ci potremmo accontentare che possa rimanere così com’è e invece forse, dobbiamo temere che molte cose potrebbero cambiare e forse non proprio per il verso giusto.

E la Rai? come la possiamo immaginare per i prossimi giorni, settimane, mesi o anni? Non ci proviamo nemmeno ad interpellare gli aruspici, non andremo da una chiromante, non lanceremo i dadi e non leggeremo i fondi di caffè. Ci limitiamo solo a constatare quanto sappiamo e ci basta e avanza per essere già vivamente preoccupati per la sua sopravvivenza. Canone, Contratto di servizio, transizione digitale, Rai Way? Caleranno i nuovi barbari e si accamperanno nei giardini sotto il Cavallo di Viale Mazzini? Ci dovremo preoccupare di loro più di quanto non ci siamo già preoccupati in passato delle varie Strutture Delta? Oppure possiamo sperare che all’orizzonte possano apparire i nuovi “salvatori del Servizio Pubblico” che li sapranno fronteggiare?

Mancano poche ore per quando ci recheremo alle urne ma le risposte, purtroppo, in parte già le conosciamo.  

Per i nostri affezionati lettori, cultori del genere:

CASSIO: E' questa: è meglio che il nemico cerchi noi: così egli consumerà le sue forze e stancherà i suoi soldati danneggiando se stesso; mentre noi, rimanendo fermi, ci riposiamo e siamo pronti alla difesa e liberi nei movimenti.

BRUTO: Ebbene, avanti. Oh, se si potesse conoscere, prima che venga, la fine degli avvenimenti di quest'oggi! Ma basta che il giorno termini. E allora la fine sarà conosciuta. Venite, olà! Avanti!

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venerdì 23 settembre 2022

Rai: la Supercazzola di fine stagione



Come era largamente prevedibile, La Supercazzola è sempre in agguato. Questa volta si tratta di una che appartiene ad una nuova categoria, finora inesplorata: la Supercazzola di fine stagione (politica). Si tratta di una specie a “saldo”, di quelle che ci sono oggi e chissà quando ne tornerà una simile e somiglia a quelle svendite flash, da cogliere al volo, prima che sia troppo tardi.

Si tratta di una Supercazzola che viene da lontano e chissà dove si dirige. Nasce quando a Viale Mazzini qualcuno ha la brillantissima idea di inventarsi uno spazio di approfondimento giornalistico su Rai Tre alle 20.34 e affidarlo ad una mente brillantissima del giornalismo nostrano per fargli fare quello che a circa 2000 giornalisti Made in Rai non riesce di fare nemmeno sotto tortura: intervistare altri giornalisti. Geniale.

Se non che, ad un certo punto, qualcuno …ovvero più di uno…fa pipì fuori dal vasetto …più o meno. Damilano intervista un filosofo francese (!!!) che tuona contro la destra. Apriti cielo: Salvini &C gridano alla violazione della Par Condicio, l’AgCom interviene, Damilano legge stizzito quanto gli viene imposto di leggere, e con sguardo corrucciato/incazzato nero che lascia intendere “guarda che me tocca fa … da Zoro non m’era mai successo”, sbatte il libretto sul tavolo dove ha scritto la parola sacra “Libertà”. Accipicchia che grinta e che problema ha lanciato in orbita: la libertà di espressione che gli sarebbe stata impedita! La pelle di milioni e milioni di telespettatori si è accapponata e irritata e molti hanno iniziato a grattarsi nervosamente temendo l’arrivo del forte vento di destra che si preannuncia.

Passano poche ore e puntuale arriva la difesa d’ufficio del PD: “La decisione di Agcom di sanzionare la trasmissione RAI 'Il cavallo e la torre' è grave e incomprensibile nei modi e nei tempi, colpisce la libertà di espressione…e …si riserva ogni azione utile per la valutazione della possibile disparità di trattamento in questa competizione elettorale, e proporrà al nuovo parlamento una riforma" della legge e "del ruolo di Agcom, a partire dai meccanismi di nomina". (ANSA).” Tiè!!! Tradotto in italo-romano: “Mo ve famo vedè noi che semo capaci de fa!”

Domandina supercazzola: ma loro dove erano finora? Come è stato votato e da chi l’attuale Consiglio Agcom? La “riforma della Legge”? scusate … quale Legge? E cioè? Nel nuovo Parlamento? Non la potevate fare prima quando avevate i numeri per farlo?

Già. .. ne eravamo e ne siamo sempre più convinti: le Supercazzole non finiscono mai.

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mercoledì 21 settembre 2022

Rai: pausa elettorale

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Da oggi ci mettiamo comodamente seduti e rilassati a guardare un panorama, quale che sia. 

Tutto ciò che può accadere dentro e fuori la Rai in questi giorni sarà del tutto marginale e subordinato agli esiti dei risultati elettorali. 
Da lunedì inizia una nuova era.

Comunque, rimanete sintonizzati ... 

la Supercazzola è sempre in agguato.


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Rai: come polvere nel deserto

Foto di Martin Redlin da Pixabay

Quanta attenzione meritano Salvini per un verso e Damilano per l’altro? Poca, ai limiti del nulla. Tutto già noto, tutto già scritto da tempo e lo abbiamo ricordato più volte. Semmai, ci stupisce chi si stupisce o fa finta di stupirsi mentre cascano tutti dall’albero del pero.

Su Salvini e la storia del canone, completamente inutile tornarci sopra. Sarà la prima grana del prossimo Governo e, temiamo, non sarà una grana facile da risolvere. La gravità della situazione è tutta nella coscienza politica di chi non ha voluto affrontare il problema per tempo, quando c’erano tutte le condizioni per trovare una soluzione. Ne ha responsabilità per primo il Governo Draghi e con lui i partiti che lo hanno sorretto, tutti, nessuno escluso. Necessario pure dire che anche non scegliere, non decidere, è in qualche modo una scelta che esprime un orientamento ben preciso ed è sempre tutto nella stessa identica direzione: indebolire strutturalmente e strategicamente la Rai. Non ci perdiamo altre energie: i nostri lettori sanno bene, da tempo, come stanno le cose. Ora si tratta solo di attendere la sera del prossimo 25 settembre.

Altro ragionamento per Damilano. Anche in questo caso era tutto noto da tempo. Il problema non è lo scivolone di questi giorni sulla par condicio e la possibile multa che potrebbe essere erogata da AgCom. Il problema è la storica, cronica, palese inadeguatezza di tutta l’offerta informativa Rai che nessuno, nessuno, ha voglia e interesse ad affrontare. 2000 giornalisti sono tanti si o no? Si vogliono aumentare, come sembra, di altre 90 unità più altri 300 riconoscimenti di attività giornalistica dei programmisti registi? 

Questa vicenda del conduttore è una piccola parte del problema, non è la soluzione ad una legittima esigenza di approfondimento giornalistico. Aver scelto una figura esterna non è “mercato” è “politica” e se poi si vuole sostenere che i due termini sono congiunti ci può anche stare ma che non ci si venga a dire che il giornalista Damilano che intervista il giornalista Ezio Mauro  sia una scelta editoriale coraggiosa. Il problema non è conduttore esterno ma chi ce lo ha messo e perché  ancora non ha saputo o voluto chiarire il senso editoriale/aziendale  di questa scelta (peraltro con un compenso di tutto rispetto).

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ps. Gli ascolti del funerale della regina andati in onda ieri sono andati bene per Rai. Il problema è capire perché milioni di persone sono attratti da questa rappresentazione.

martedì 20 settembre 2022

Perché attrae il più grande funerale della storia televisiva?


Siamo in fremente e febbrile attesa dei dati di ascolto di questa mattina. Siamo curiosi di sapere se e quanto gli “italiani” televisivi hanno seguito la lunghissima, interminabile, diretta sui funerali della regina Elisabetta e quanti invece ieri sera hanno seguito la prima puntata de Il Grande Fratello VIP su Canale 5. Due fenomeni mediatici che seppure hanno origine e svolgimento radicalmente diversi meritano qualche riga di attenzione.

Ieri, per tante ore ci è stata raccontato ogni possibile dettaglio della cerimonia: dalla partecipazione dei fedeli cagnolini Royal Corgie alla spilletta a forma di ferro di cavallo della pronipote della regina, dalle  perle bianche (d’obbligo ai funerali … ca va sans dire!!!) alla forgia e colore dei capellini utilizzati dalla Regina durante il suo lungo regno. Se non si fosse trattato del funerale più imponente della storia recente avrebbe potuto essere uno spettacolare set cinematografico e, in un certo senso, lo è stato. Per le Aziende televisive una pacchia! Tante ore di trasmissione a costi risibili.

Note a margine. Con tutto il rispetto delle tradizioni che si riservano alle onoranze funebri, ogni popolo possiede il DNA storico che si merita e nello stesso modo lo rappresenta simbolicamente. La Gran Bretagna nasce come nazione sotto il ferreo tallone della monarchia, da sempre e da sempre non c’è forse mai stato nell’isola un moto repubblicano. Nella storia recente si ricorda solo una parte dell’Irlanda. Il nostro Paese invece ha nel suo DNA primordiale  il “cesaricidio” avvenuto il 15 marzo del 44 a.C. quando un nutrito gruppo di senatori congiurò per uccidere il dittatore e restituire Roma alla repubblica. In un certo senso, visto il numero delle generazioni che intercorrono con i tempi di Cesare, potremmo aver ereditato anche noi una parte di quello spirito repubblicano (beninteso, non tanto da arrivare all’omicidio del dittatore anche se…anche se, non sono pochi coloro che sostengono la possibilità che possa avere una sua “legittimità”). Nel nostro Paese poi è nato un certo Giuseppe Garibaldi, l’eroe dei due mondi, che se ne andava in giro a combattere per la libertà del suo e degli altri popoli financo in America latina mentre gli inglesi rafforzavano il dominio imperiale sottomettendo nazioni e continenti a colpi di cannonate.  

Ci siamo già posti l’interrogativo sul senso mediatico di questa operazione anzitutto e prevalentemente televisiva. Riprendiamo quanto abbiamo scritto nei giorni scorsi: “Allora, quanto siamo diversi … per fortuna!!! Gli inglesi bevono birra e noi vino, loro guidano a sinistra e noi a destra, loro sono fuori dall’Europa e noi dentro, loro pesano con once e pound e noi con i grammi e i chili, loro con i piedi e noi con i metri. Loro sono profondamene e intimamente sudditi e noi cittadini. Loro sono profondamente monarchici e noi “relativamente” repubblicani. Non sono differenze di poco conto: si esprimono secoli di storie diverse, di cultura e modello sociale profondamente distinto e distante dal nostro. La televisione induce a ritenere che sia tutta una medesima "narrazione" indistinta di eguale interesse.”. Salvo poi, trascorso poco tempo, tornerà ad essere la Perfida Albione traditrice dell'Europa.

Ieri, nel corso delle trasmissioni a reti unificate, è stato detto che circa 4 miliardi di persone  erano sintonizzate sulle immagini gentilmente concesse dai circuiti internazionali (come hanno fatto a proporre questo numero quando la trasmissione era in corso è difficile saperlo). Un dato, se confermato, di grande interesse insieme a quello che a breve sapremo sui telespettatori italiani. Su questo argomento quasi nessuno si è interrogato sul senso, sul significato mediatico di questa superproduzione televisiva che potrebbe entrare nei libri come uno degli eventi più seguiti nella storia della tv, forse secondo solo ad un altro funerale, quello di Lady Diana e magari terzo dopo la diretta dello sbarco sulla Luna. Citiamo solo l’articolo di Duilio Giammaria su Domani con il titolo “Siamo tutti catturati dalla propagande funebre del Regno Unito”.

All’interrogativo che abbiamo posto non abbiamo trovato ancora risposte esaurienti e convincenti: perché tanto fascino per una figura, la Regina, per i suoi orpelli imperiali , lo scettro, e per la sua cerimonia funebre al rallentatore, dettagliata e amplificata fino all’inverosimile? Ci tornano in mente le immagini fascinose dei due cortei di Trionfi e Lamenti di William Kertrige che si sono svolti lungo i muraglioni del Tevere alcuni anni addietro: figure effimere (scolpite in sottrazione alla polvere depositata) quanto suggestive e descrittive dei due “stati d’animo” che si provano di fronte ai grandi avvenimenti.  

Allora, cosa può attrarre con tanta forza le immagini dei castelli, delle Guardie reali in alta uniforme, delle enormi bandiere che sventolano sui viali di Londra e le folle che a milioni si sono riversate lungo il percorso funebre insieme ai “miliardi”  sedute davanti alla Tv? Cosa sollecita tanto i sentimenti da indurre a profonda commozione mediatica un funerale che appare, in tutto il suo splendore televisivo, come il più grande set in SuperTechnicolor a 70 mm dove ogni dettaglio è stato accuratamente studiato e preparato da tempo (fino a farci sapere che i legno della bara è stato scelto circa 30 anni addietro). Tutto questo  è comprensibile che possa avvenire in quel Paese dove, appunto, il DNA monarchico è inciso a caratteri cubitali nella coscienza e nella cultura collettiva di quel Paese ma lo è molto meno per il nostro “palinsesto” televisivo nonché politico e sociale. Ci eravamo posti il dubbio se tutto questo non fosse un derivato, un retaggio, di una antica e forse mai sopita attrazione italica ( e non solo) per le figure forti, quali che esse siano. Riappare sottotraccia quel senso nostalgico e ambiguo dei “bei vecchi tempi andati” di “… quando c’era lui (o lei) ..le cose funzionavano bene”.  Potrebbe essere una semplificazione o una facile scorciatoia per interpretare un fenomeno che, almeno per ora, sfugge ad sua collocazione negli annali della storia televisiva moderna. Ma, temiamo, non si tratta solo di televisione ma di ben altre riflessioni che si dirigono verso differenti materie di studio e analisi politica, sociale, economica e culturale.

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 ps. attenzione: oggi ci sono importanti notizie da commentare... rimanete sintonizzati: (intervista a Giampaolo Rossi di Fratelli d'Italia sulla Rai.. da non perdere)

 


lunedì 19 settembre 2022

Pacati, sereni, tranquilli: il popolo Rai attende il 25 settembre

 



Non sono le telefonate del passato, del presente e del futuro che i vari personaggetti che popolano Viale Mazzini hanno fatto, stanno facendo in queste ore e faranno presto a Giorgia, Federico o Alessio per accreditarsi "in quota" destra a destare interesse più di tanto (a parte il sonoro vaffa dei giorni scorsi). Ci interessano molto di più le intenzioni, i progetti e i programmi che sostiene il Governo che verrà e non sono pochi e non poco rilevanti. Certamente molto di più di quanto hanno in mente alla loro "sinistra" che su questi temi sembra hanno perso la favela. Ce ne occuperemo dettagliatamente.

La notizia del giorno sarebbe quella relativa alle dichiarazioni di Salvini ieri a Pontida: “Aboliremo il canone Rai”. Non è una notizia nuova: è vecchia di anni e lo abbiamo scritto più volte. 



Salvini era ed è forse ancora in buona compagnia: “Abolire il canone Rai”, la prima mossa del Pd” e precisa Matteo Orfini (ex presidente PD) “Per la cronaca, la fiscalizzazione del #canoneRai è una nostra proposta storica” (Repubblica.it del gennaio 2018).  

Poco, tropo poco. per dedicargli più attenzione di quante ne merita. Attendiamo notizie migliori.

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domenica 18 settembre 2022

Rai: semplici domande, facili risposte


Los Hombres (y las Mujeres) hablan des personas … Los Caballeros (y las Caballeras) hablan des cosas.

Oggi la facciamo alquanto corta: avremo tempo nei prossimi giorni per approfondire diversi problemini.

Nel mentre e nel quando tutti si preoccupano di sapere (e telefonare) a chi saranno i “nuovo barbari” che caleranno su Viale Mazzini (posto che siano meglio o peggio di coloro che li hanno preceduti) proviamo a porre semplici domande e supponiamo facili risposte.

A. La pubblicità per Rai diminuisce ? Si: meno 19%. Vedi articolo di Italia Oggi del 15 settembre: Rai perde rispetto allo scorso anno circa 100 mln mentre Mediaset cala del 2% con una perdita di circa 30 mln.

B. Il canone è incerto? Si: ad oggi nessuno è in grado di dire se e come verrà riscosso il prossimo anno e del reintegro dell’extragettito si sono scordati tutti.

C. Gli ascolti calano? Si: vedi articolo di Marco Mele dello scorso 11 agosto. “La Rai perde più del triplo rispetto a Mediaset. Nel giorno medio perde 521 telespettatori”. Un Capitolo a parte per il Tg1.

D. Sky è un concorrente di Rai? Si, sui contenuti e sulle piattaforme. Nei giorni scorsi è stati lanciato Sky  Glass “streaming senza parabole senza decoder”. Il prossimo passo potrebbe essere “senza sintonizzatore” e la frittata è fatta: non ci sarà più obbligo di pagare il canone.

E. Questo vertice Rai è stato in grado affrontare adeguatamente questi problemi? Forse no !

Ci limitiamo a queste sole semplici domande. Altre ne verranno.

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un attimino .. per favore ...

Abbiate pazienza ... la vendemmia stanca ...

torniamo subito !


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sabato 17 settembre 2022

Vendemmia !!!

Foto di Gerhard da Pixaba

 E' tutto pronto...oggi si vendemmia. 
Ci sono diverse cose di cui parlare. Rimanete sintonizzati.

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venerdì 16 settembre 2022

Un sonoro Vaffanculo si avverte intorno a Viale Mazzini

Foto di Jill Wellington da Pixabay

Poi dice che la Rai perde credibilità e la gente non vuole più pagare il canone. Ci credo. Miseria senza nobiltà in scena alla cena dei beffardi. Questo il senso un pò schifato che si avverte leggendo l’articolo di Roncone sul Corriere di oggi. Si tratta della descrizione di una cena romana, avvenuta in uno dei cosiddetti “salotti buoni” solitamente legati ad una certa sinistra che ha fatto il bello e il cattivo tempo della Rai da decenni. Quella certa  “sinistra” perbene, paracula, colta, borghesissima, moderatissima e inciuciona, ribaltona e sempre prona che ... purché se magna va sempre bene, anzi benissimo.

Sono gli stessi personaggi che da sempre, da quando si conoscono, uno per uno, direttamente o indirettamente, sono sempre lì pronti a intortare, a posizionarsi, a spartirsi numeri di telefono e conoscenze … non si sa mai … una collaborazione non si nega a nessuno … ahumm …ahummmm e se non è in Rai direttamente c’è sempre una galassia di altri Enti, Istituzioni, amici parenti e conoscenti sempre disponibili a ricambiare un favore, un’attenzione, una cortesia quale che essa sia.

Li abbiamo visti all’opera, ne conosciamo le gesta eroiche, i fasti e anzitutto i nefasti di quando hanno governato direttamente e di quando hanno pure governato indirettamente. Abbiamo scritto tante volte che non vogliamo e non possiamo scrivere tutto quello che sappiamo di loro. Non lo facciamo solo perché già solo citarli, scendere nei bassifondi delle loro cucine, già solo descrivere le loro nefandezze, i loro accordi con la destra che pure a Viale Mazzini ha alloggiato a lungo (chi vuole sapere sa), già solo impelagarsi nella loro stessa minestra riscaldata ci fa venire l’orticaria. E sapere che, come sempre è avvenuto, alcuni di loro, al termine di una bella e saporita cena romana, si preoccupano anzitutto di cercare il telefono della Meloni fa venire voglia di un sonoro vaffanculo che, purtroppo ne siamo quasi certi, non avverrà: anche “Giorgia” come la chiamano già affettuosamente, avrà pure bisogno di loro e con loro dovrà scendere a patti (ovvero, a spartizione).

Fermiamoci qui, interrompiamo la scrittura di questo Post, cominciamo ad avvertire un certo prurito…

Per tutti gli altri argomenti seri ... rimanete sintonizzati …

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mercoledì 14 settembre 2022

Le Vipere e le Supercazzole Apotropaiche Sesquipedali sui cieli della Politica e della Rai

Foto di Vizetelly da Pixabay
Tra le infinite categorie che vi abbiamo proposto nei giorni scorsi, ci mancava la Supercazzola Apotropaica, ovvero Megagalattica Iperspaziale fresca fresca per le imminenti elezioni.

Allora, nella Bassa Val Tiberina (ma sappiamo che succede anche in molte altre parti d’Italia magari con altri nomi) si racconta che sui campi si aggira un elicottero dal quale vengono gettati sacchetti pieni di vipere. La storia è talmente consolidata e diffusa che quando si chiede: ma da dove viene questa notizia?  La risposta non ammette dubbi: “L’elicottero lo ha visto il cugino di Pasquale con i suoi occhi stessi medesimi, di persona, che poi lo ha riferito a ‘Ntonio. Il compare di ‘Ntonio ne ha parlato con Don Salvatore che ha confermato tutto perché di questa storia ne ha sentito riferire in confessionale ma però è tenuto al segreto e non può citare il nome di chi altro ha visto l’elicottero. Però Don Salvatore ci crede .. eccome!!! Le vipere sul campo ci stanno”. Cerchiamo di approfondire e porre qualche dubbio: ma chi sarebbero gli autori? Perché? La riposta è univoca e non ammette dibattito: “Sono quelli dell’ambientalismo… quelli del WWF…i pacifisti … quelli contro la caccia”. Punto. Non c’è verso di fargli capire che i viperini non si allevano come i pulcini, che una cosa del genere non ha alcun senso logico, che le vipere semmai si riproducono benissimo da sole  etc etc etc. Nulla da fare, la credenza è granitica e inamovibile. Trattasi, appunto di Supercazzola Apotropoaica ovvero “[der. del gr. ἀποτρόπαιος «che allontana», der. di ἀποτρέπω «allontanare»] (pl. m. -ci). – Che serve ad allontanare o ad annullare un’influenza maligna: oggetti, atti, animali a.”.

Ma ciò che potrebbe essere interessante osservare in questi fenomeni di narrazione sociale non è tanto la sua origine quanto il comportamento dei destinatari. Molti ci credono e si convincono che una notizia del genere, priva di ogni fondamento verificabile, possa essere vera “a priori” in quanto la fonte è legittimata solo da un vago e lontano legame di parentela seppure indiretto e poi ufficializzata e “benedetta” da una Autorità (il prete).  

Ecco allora che da noi appare come una meteora impazzita la Supercazzola Ultrastratosferica Sesquipedale dei dossier made in Usa sui pagamenti dei russi a partiti europei avvenuti negli ultimi 20 anni. Ovviamente, senza mai fare un nome, citare una circostanza o un elemento specifico che possa indurre all’arresto chi ne fosse mai stato responsabile di un reato di tale gravità: basta solo che si dica genericamente “fonti dell’Amministrazione di Washington” e la cosa assume forma di oracolo istituzionale e faccia temere che una storia del genere possa influenzare gli esiti elettorali. Si legge su Repubblica.it: “…una fonte molto autorevole, con diretta conoscenza dei fatti, che ne ha discusso con i vertici del dipartimento di Stato”. Traslato modo: Pasquale ne ha parlato con ‘Ntonio che ne ha poi riferito a Gennaro e, ammiccando, gli ha chiesto “'Nto.. commmèèè  oo vino???? E’ boono ‘Nto .. è boono!”.

In altre parole, il messaggio è forte e chiaro:  cari italiani, siete una manica di coglioni, vi spariamo due minchiate alla qualsiasi così voi vi fate influenzare e votate chi sappiamo noi … auhmmmm .. auhmmmm…

Ma come è possibile che tante persone apparentemente bene educate, informate, colte, studiate, moderate, avvedute, sensibili ed esperte possano abboccare a fanfaronate del genere? Come è possibile che titoli in prima pagina e lunghi spazi nei Tg siano dedicate ad una notizia senza un briciolo di fondamento e verifica? Si, è possibile! È sempre stato possibile: nella storia degli ultimi 50 anni di minchiate made in Usa ne sono venute in quantità industriale: vedi Vietnam, Iraq e Afghanistan. A questo punto, non sappiamo bene cosa augurarci: la speranza è che gli elettori siano più intelligenti di chi gli chiede il voto  e auspicare che gli “strateghi della comunicazione politica” siamo così stupidi da meritare una metaforica legnata da toglierceli dalle scatole per lungo tempo.

Bene, veniamo alla notizia del giorno che in un certo senso si collega bene alla Supercazzola quotidiana: intervista a Michele Santoro su Il Foglio. Ad un certo punto si legge: “E la Rai, invece? Com'è messa la Rai che di Santoro è stata madre e nutrice? "Mediocrità politica chiama mediocrità televisiva", dice lui in un soffio. "Poiché il servizio pubblico è controllato da partiti senza testa, ecco che fatalmente fa programmi senza cervello". Difficile non essere d’accordo su questo teorema. La politica, in particolare poi sulla Rai, ha espresso in questi ultimi anni, il peggio di quanto  gli era possibile o, meglio, non ha proprio espresso nulla di quanto era necessario .. o meglio ancora, ha saputo solo esprimere atti e indirizzi che vanno tutti nella medesima direzione: ridurre il suo peso e il suo perimetro (pubblicità, canone etc etc) ed ha lasciato l’Azienda alla deriva in mano a presunti “tecnici” che della stessa non sanno nemmeno da che parte si trovano gli ascensori.

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la Rai e gli Ottusangoli

Foto di Andrew Martin da Pixabay

Ottusi e perversi. Ottusaggine nel voler perseguire il percorso di s/vendita di Rai Way che appare tutto a danno della Rai e a favore del suo diretto concorrente Mediaset (nonché dei fondi azionari che si stanno apparecchiando e pregustando ostriche e Champagne) e perversi perché sanno perfettamente, tutti, che si tratta solo di mera alchimia finanziaria, delirio di plusvalenze, fantasticherie degne di migliore erba, fumi da alcolici fatti in casa ad alto tasso di bioetanolo.

Ancora stamattina, con la penna del solito bene informatissimo Dimitto sul Messaggero, veniamo a leggere che: A – clamoroso !!! è bene attendere gli esiti elettorali del 25 settembre (e il fatto che sia attesa la possibile vittoria del Centro destra destra) la dice lunga. B- si prospettano due opzioni: “Nel board dell'8 settembre a Firenze sono state messe sul tavolo due opzioni…Prima opzione: fusione per incorporazione di Ei Towers in Rai Wai con il conferimento delle partecipazioni da parte di F2i (60%) e Mediaset (40%) attraverso un'offerta di scambio: nascerebbe una Super Rai Way con 4.600 torri che avrebbe il vantaggio di garantire la continuità mantenendo lo statuto e la quotazione in borsa. La seconda, spuntata nell'occasione, sarebbe una fusione "per unione" o fusione perfetta: vedrebbe la luce una terza società, diversa dalle due, che dovrebbe chiedere l'autorizzazione per tornare sul mercato con una veste e struttura tutta nuova”. C – nella ipotesi di fusione per incorporazione “…Rai deve mantenere il 30%, F2i avrebbe il 33-35% e Mediaset i115-18%% mentre li resto rappresenta il flottante” cioè la stessa opzione che già aveva anticipato lo stesso Dimitto quando nel suo precedente articolo (sempre molto benissimo assai meglio informato)  sosteneva che la governance della futura SuperRaiWay  NON sarebbe rimasta in mano a Rai.

La notizia più rilevante però è quella più oscura, sotto traccia, lasciata sfuggire intenzionalemnete tra le righe per saggiare il terreno: “C'è chi ritiene che al prossimo cda Rai l'ad Carlo Fuortes proponga un blitz: assorbire Rai Com, società che distribuisce i diritti Rai in Italia e nel mondo”. Ora, bisogna sapere che una fonte di questa notizia è il sito Sassate, notoriamente legato a Guido Paglia del quale sono note le sue “simpatie” politiche.

Ora, il problemino semplice semplice è che, a quanto sembra, di questa storia di Rai Com nessuno ne sapeva nulla fino a questa mattina. Il sito citato sopra fa risalire la brillante idea al capo staff di Fuortes, Pasciucco e al di lui collega CFO Brancadoro. Delle due l’una: o qualcuno la mattina presto si sveglia, si fuma qualcosa e vagheggia operazioni fantasiose e bizzarre di pari rilevanza con l’erba utilizzata, oppure qualcuno , da tempo, si è svegliato e trama nell’ombra per proporre e condurre operazioni “fuori dal sen sfuggite”. Siamo propensi a credere alla seconda ipotesi: non sapendo più a che santo votarsi per cercare disperatamente di realizzare il mantra del “pareggio di bilancio” tanto caro all’AD si va a cercare “maria pe’ Roma” . È di particolare interesse che la notizia di tale operazione appare, misteriosamente, concatenata a quella di Rai Way che, formalmente, non ha nulla in contatto ma, sostanzialmente, mira nella stessa direzione: alleggerire il perimetro di esposizione e cercare di fare cassa per tappare i buchi che si prospettano (canone e pubblicità).

Che senso hanno le due operazioni Rai Way e Rai Com in completa assenza del loro quadro di riferimento dettato dal Contratto di servizio e subordinato Piano Industriale? Che senso ha la forzatura di queste operazioni proprio alle vigilia di un possibile rivolgimento del quadro politico e della altrettanto possibile mutazione genetica del CDA? Stiamo cercano plausibili risposte.

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