domenica 31 dicembre 2023

L'Hannus Horribilis per la RAI: cronaca marziana sul suo futuro


Il solito Marziano che ogni tanto scende sulla Terra e chiede notizie sulla RAI è venuto per passare Capodanno e, appena arrivato, si è sentito raccontare una storia alquanto fantasiosa e improbabile.

Allora, gli hanno detto, che il/lo/la Capo del Governo non si sente gran che bene (gli ultimi bollettini medici parlavano di otoliti che richiedono il/lo/la paziente sia disteso e al buio). Ovviamente il Marziano si è rammaricato ed ha espresso i suoi più sinceri Auguri pe una pronta guarigione. Sicché, gli hanno raccontato, che ad un certo punto l’Assistente del Capo del governo, si volesse recare dal Capo del governo medesimo per informarlo sulla situazione della RAI affinché si potessero prendere urgenti provvedimenti. “Toc ..toc…” ha bussato alla sua porta picchiettando con mano vellutata e, da dietro l’uscio, sentiva bofonchiare frasi sconnesse tipo “Io sono Giorgio ??? Sono un uomo??? Chi sono io e che ci faccio con la RAI? A chi posso dare ascolto sui dati di ascolto? Chi vince o chi perde? Che faccio, gli taglio il canone ... e dopo? Tra pochi mesi bisogna cambiare tutto… e chi ci metto a fare l’AD??? Rossi o è meglio Chiocci … come molti mi suggeriscono??? Do una “bottarella” alla Lega o una ai Berlusca?... ohhhh porca miseria, come mi gira la testa”.

Ecco, il Marziano ha capito tutto in poche parole. Il suo sguardo si è corrucciato ed ha pensato come riferire tutto ciò quando sarebbe tornato su Marte. Obiettivamente, non è facile.

Va bene, lasciamo il Marziano e torniamo su questa Terra raiotica, a quello che ci lascia alle spalle di questo anno e di quello che ci aspettiamo per il prossimo. Hannus Horribilis il 2023 per la Rai e, più segnatamente, per il Servizio Pubblico. Prima necessario ricordare l’ignobile vicenda della “cacciata” politica di Fuortes con tuti i corollari di dubbia costituzionalità (decretazione d’urgenza senza i requisiti necessari ed obbligatori) ma soprattutto senza che nessuno abbia battuto ciglio. Poi, ricordiamo la scomparsa di Riccardo Laganà, un caro amico e un forte sostenitore dell’interesse pubblico, ancora un dolore difficile da superare. Si è risparmiato di vedere quel mostro di Contratto di Servizio approvato con fretta ingiustificata e incomprensibile in Vigilanza ed ancora, ingiustificato e incomprensibile, ancora fermo alla firma del Ministro. Giusto ieri abbiamo saputo che il Piano industriale potrebbe essere approvato il prossimo 18 gennaio pur senza il suo necessario corollario del Contratto …chissà …forse … vedremo. Quest’anno, infine, si chiude con l’operazione a cuore aperto della crisi RAI: le risorse e gli ascolti.

Fatalmente, proprio in questi giorni, i due temi si intrecciano saldamente. La “polemichetta” … si fa per dire … su chi vince e chi perde tra RAI e Mediaset non è rilevante tanto per i numeri che ballano da una parte o dall’altra quanto per quello che si cela dietro: il canone. A Viale Mazzini sono impelagati nel capire cosa succederà tra sei mesi quanto questo Cda andrà a casa e ancora non si sa se il “prescelto” Rossi sarà ancora tale o verrà sostituito da un più fedele, forse, Chiocci come si è saputo e letto più volte. A seconda se gira il vento da una parte o dall’altra, lasciare l’Azienda in braghe di tela sull’incertezza delle risorse non è una gran bella cosa per chi verrà dopo. Intanto, di certo c’è solo che il canone verrà ridotto e poi, si vedrà. Si vedrà cosa? Ad esempio, qualcuno ha ventilato l’ipotesi di tornare ad un “soffietto” uscito un mese addietro: aumentare il tetto della raccolta pubblicitaria. Apriti cielo! A Cologno Monzese l’hanno presa male: “non si può fare!” Punto. A Palazzo Chigi, in quel momento, hanno incassato il colpo ed hanno ripiegato: “Ok, va bene, state sereni, alla casse della RAI ci pensiamo noi … gli giriamo una quattrocentina di milioni e spicci prelevate dalle tasche di tuti cittadini e amen ... poi si vedrà”. No, porca miseria, è tutto dannatamente complicato: il rischio che la riduzione del canone ed atti successivi e complementari sia a rischio di incostituzionalità non è del tutto improbabile e per l’innalzamento del tetto alla raccolta pubblicitaria è complicata assai (occorre una legge specifica). E allora … “che famo? che ‘dimo?? N’do annamo???” come si dice a Garbatella e dintorni.

Ecco allora che fini strateghi, astuti politologi e acuti pianificatori hanno elaborato un piano: a Viale Mazzini tenere duro su due temi: faremo la Digital Media Company (senza Public) e arroccarsi sulle reti generaliste, tanto per preparare il terreno a quando, forse, prima o poi si dovrà fare una ritirata strategica dai canali specializzati che, sommati tutti insieme, non fanno la somma di un grande condominio di una città capoluogo di provincia. Poi, per carità di Patria, lasciamo perdere gli ascolti digitali, non ne parliamo più: su RAI Play stendiamo un velo pietoso. Ribadiamo la correttezza dei dati che abbiamo pubblicato ieri: chi vuole intendere, intende. Si aprirà la partita su RAI Way? Dipende. Da che dipende? Da quanto “pesa” la pressione dei Fondi azionari sul Governo: sono loro a tenere banco e saranno loro a far pigiare quel dannato bottone sul “polo delle torri”. Ai “fondi” conviene assai mentre, hanno scritto allarmati, e che “solo” vendere quote potrebbe danneggiare il buon esito dell’operazione. Il Governo ascolta e riflette: farà sapere. Da non dimenticare l’esperienza Draghi e la loro solita letterina inviata al suo indirizzo. Per quanto riguarda il Governo sulla RAI e dentro la RAI la partita è più sofisticata: la parola d’ordine è giocare su più tavoli contemporaneamente a partire proprio da RAI Way. Lasciare tutti con il fiato sospeso: anzitutto il fido alleato proprietario di Mediaset (sempre molto interessato al polo delle torri): non si sa mai, fidarsi e è bene, non fidarsi è meglio. Hai visto mai che ci sia in giro qualcuno in vena di fare dolcetto o scherzetto con i numeri della maggioranza? Con la Lega invece è tutt’altro discorso. Sul tema canone Salvini (e non Giorgetti) si giocano una carta importante per la prossima campagna elettorale europea. Parola d’ordine: traccheggiare, prendere tempo e magari attendere i risultati delle urne.

Eccoci arrivati al prossimo anno: le elezioni del prossimo 6 giugno. Tutto ciò che avverrà prima di quella data, per la RAI, potrà essere letto solo in funzione di quanto potrà avvenire dopo, a partire del nuovo Cda la cui scadenza potrebbe essere rinviata di un mese giust’appunto per l’occasione. La prossima scadenza sarà la firma del nuovo Contratto di Servizio … vedremo

E’ doveroso farci, comunque, tanti Cari Auguri di “buona fine e buon principio” ma, con tanto affetto e pari sincerità, non siamo molto ottimisti. Non vediamo all’orizzonte il VII Cavalleria pronto ad intervenire.

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sabato 30 dicembre 2023

RAI e Mediaset: i botti di fine anno

 


Indovinami, indovino,

tu che leggi nel destino:

l’anno nuovo come sarà?

Bello, brutto o metà e metà?

Trovo stampato nei miei libroni

che avrà di certo quattro stagioni,

dodici mesi, ciascuno al suo posto,

un carnevale e un ferragosto,

e il giorno dopo il lunedì

sarà sempre un martedì.

Di più per ora scritto non trovo

nel destino dell’anno nuovo:

per il resto anche quest’anno

sarà come gli uomini lo faranno.

(G. Rodari)

Se pensiamo al futuro prossimo, immediato, dietro l’angolo per la RAI, per il Servizio Pubblico il solo segno distintivo che possiamo intravvedere è solo incertezza e confusione. La differenza la faranno le persone, la loro qualità, la loro indipendenza, la loro forza e autonomia. In verità però, non ne vediamo gran numero all’orizzonte. Fortezza Bastiani sembra sempre più isolata nel deserto dei Tartari.

Comunque, giurin giorello, non potevamo immaginare un fine anno ancor più bello. La “contesa” sugli ascolti tra RAI e Mediaset sta raggiungendo vette sublimi, delizia per gli occhi che leggono i dati, meglio del panettone con i canditi inzuppati nel caffellatte!!! Leggere i giornali stamattina è puro godimento: da una parte i complottisti che tramano sempre contro Viale Mazzini a priori, sempre e comunque. Dall’altro lato gli innocentisti fino a prova contraria, comunque va bene, del tipo “noi siamo buoni a prescindere”. Leggiamo: Il Tempo “Un anno da record per le tre reti Rai leader negli ascolti”, La Stampa “Mediaset annuncia il sorpasso sulla Rai "Risultato storico senza precedenti. Ma sui dati di ascolto è guerra di cifre”, Prima On Line “Rai: un anno di record per il Servizio Pubblico” e Italia Oggi “Mediaset, nel 2023 prima per ascolti La Rai resta in testa con le generaliste”. 

Il solo vero, unico, grande problema è capire il Governo a chi darà ascolto/i: agli "amici" di Viale Mazzini o agli alleati di Cologno Monzese? 

Infine, per non farci mancare nulla sul tema ascolti e partecipare attivamente al dibattito, vi riportiamo dati sugli “ascolti” digitali che non leggerete da nessuna parte e che pure Mediaset si tiene ben stretti:

(elaborazione su dati Auditel Digitale)

Vedete voi come vanno le cose!

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venerdì 29 dicembre 2023

Tristi tropici

Foto di AlexMile da Pixabay

 Trullallero … trullallalà … “Come va???”

“E come vuoi che vada, come che si e come che no…”

“Spiegati meglio … già faccio fatica con i pensieri in chiaro ... figurati con quelli criptici”

“Se dico come che si significa che proviamo a galleggiare, come le papere nello stagno e se dico come che no significa che l’acqua nello stagno è sempre più scarsa e le papere faticano a sguazzare”.

“Accipicchia, oggi sotto Viale Mazzini si parla di alta filosofia! Traduci!”

“C’è poco da tradurre: in italiano corrente si dice che il canone verrà ridotto e ancora non è chiaro se, come, quanto e quando verrà compensato dalla fiscalità generale. Significa poi che del Contratto di Servizio se ne occuperà Chi l’ha visto, per nostra fortuna”.

“Scusa se ti interrompo: perchè per nostra fortuna?”

“Tu pensa se fosse stato firmato e si doveva applicare quanto disposto all’art. 15 con il passaggio di un MUX in DVB-T2 il 10 gennaio…’na catastrofe!”

“Ma no … stai sereno … (sic!) l’ha scritto pure Bloggorai ... vedrai che ci sarà un rinvio di qualche mese” e prosegue “Vabbè…non ti buttare giù ..anche perché, come si dice a Roma “la sai lunga ma non la sai raccontare. Il tuo AD è andato in Vigilanza è ha detto che va tuttooooo beneeee. Gli crediamo”.

“Lasciamo perdere … trullallero … trullallà”.

(Dialogo semiserio tra ex colleghi incontrati per i saluti natalizi).

Tristi tropici a Viale Mazzini: i conti sono incerti e trabbalanti e sugli ascolti stendiamo un velo pietoso. Che altro rimane? Amadeus che ha rotto con il suo agente Presta. C’è qualche buona notizia che ci possa confortare?

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giovedì 28 dicembre 2023

meglio tacere e ...


Ci stiamo ancora chiedendo perché l’AD RAI nei giorni scorsi si è lanciato con una intemerata argomentazione sulle fake news che girano intorno agli ascolti. Chi glielo ha fatto fare? A chi è convenuto? Boh! Allora, riportiamo la sua premessa: “Lo share non è tutto!”. Ha ragione, è vero e aggiungiamo: lo share non è nulla. Ai tempi della Total Audience, degli ascolti “non riconosciuti”, dello sharing e dello streaming, delle piattaforme e dei videogiochi, di Tik Tok, di Youtube e di Instagram lo share è insignificante. Quello che vale, quello che i pubblicitari comprano e vendono è una merce ben più rara e appetibile: i contatti, ovvero il numero netto delle persone che seguono/osservano un programma e se proprio vogliamo aggiungere un altro parametro rilevante parliamo di Tempo speso di fronte di un determinato device (Total Time Spent- TTS calcolato sommando tutti i secondi in cui ciascun device ha visualizzato contenuti editoriali e pubblicitari di un singolo canale). Inoltre, quello che riteniamo essere un punto qualificante della riflessione è la “percezione” complessiva dell’Azienda, della somma dei “prodotti” che fornisce e propone. Dice poco se un programma, un conduttore va bene o meno. Dice molto invece se il “brand” RAI è percepito e apprezzato nel suo complesso, nelle 24 ore e per 365 giorni l'anno, per tutto quello che propone, compresi i canali specializzati dove, tanto per ricordare bene, RaiNews24 continua a raccogliere ascoltatori da prefisso telefonico pur impiegando circa 200 giornalisti.    

Nonostante la premessa, poi però Sergio si è lanciato ad argomentare come i canali generalisti RAI hanno uno share più alto degli analoghi canali Mediaset. Singolare modo di argomentare. Va bene, andiamo avanti. Ma la sua argomentazione è come una bicicletta senza un pedale: ha “dimenticato” di fare osservazioni sul totale dell’offerta Rai nell’intera giornata ma ha anche dimenticato pure di dire quanti telespettatori RAI ha perso e continua a perdere ogni giorno. Come pure, ha dimenticato di citare la composizione anagrafica dei telespettatori RAI: per l’74% sono over 55 (Report Auditel Total Audience 26 novembre 2023 - 2 dicembre 2023). A proposito di perdere telespettatori. domani ne parliamo meglio ma il 10 gennaio è dietro l'angolo. Cosa succederà?

Chi ha rinfrescato la memoria e ricordato alcuni dati, proprio oggi, è stato il 4° Osservatorio sulle Comunicazioni di AgCom dove si legge, chiaro e tondo, che la platea televisiva si riduce per tutti:


e, in particolare, RAI ne perde più della concorrenza:

 


Proprio sul far della sera, l’Ufficio Stampa Rai ha rilasciato un comunicato ha dovuto puntualizzare e dove si legge: “Rai conferma l’assoluta correttezza dei dati di ascolto rilasciati dall’Osservatorio Agcom, ma tiene però a precisare che se il dato fosse riferito alle sole emittenti generaliste, la situazione risulterebbe diversa”. Bizzarro assai ... assai assai. Al posto loro farei una nota di protesta ad AgCom.

Comunque, noi riportiamo questi numeri sui quali abbiamo maggiore fiducia e confidenza:

 


Infine, per quanto riguarda i TG, in una nota Agi si legge: “…Nella fascia serale, i Tg della Rai hanno perso su base annua il 6,3% degli ascolti giornalieri (da 9,75 a 9,14 milioni di spettatori), con una riduzione per il Tg1 delle 20:00 pari all'8,0% (da 4,61 a 4,24 milioni di spettatori), del 3,5% per il Tg3 delle 19:00 (da 1,70 a 1,64 milioni di spettatori) e dell'11,4% per il Tg2 delle 20:30 (da 1,25 a 1,11 milioni di spettatori). I Tg serali di Mediaset, in media, hanno registrato una complessiva riduzione del 3,7% (da 4,76 a 4,59 milioni di spettatori): nello specifico, gli ascoltatori del Tg5 delle 20:00 passano da 3,64 a 3,54 milioni (-2,7%), quelli di Studio Aperto delle 18:30 da 540 mila a 500 mila (-6,4%), mentre gli ascolti del Tg4 delle 19:00 passano da 590 a 540 mila spettatori giornalieri circa (-7,3%).

Tu chiamale se vuoiiii ....Fake news …

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Attendere prego ...

 Il Post di oggi verrà pubblicato nel pomeriggio ...

ci sono interessanti verifiche in corso !

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mercoledì 27 dicembre 2023

Ascolti RAI: tra bufale e fake news

Foto di Dan Sudermann da Pixabay

 

“All'uomo saggio sono più utili i suoi nemici, 

che allo sciocco i suoi amici.”

Frequentate politici, raiotici, intelligenti naturali e non sapete cosa fare come regalo per le Feste? Vi proponiamo tre titoli (gratis !!!, se poi preferite l’edizione cartacea ve la cavate  con pochi euro) che non possono mancare nelle loro librerie:

Sant’Agostino, Sulla menzogna, https://www.augustinus.it/italiano/contro_menzogna/index2.htm

Abate Dinouart, L’arte di tacere, https://docs.google.com/document/d/1kM8n0GWNyPibLBSirq5k3RTNA85BXdvQo4OsI7jEvkw/edit

Baltasar Graciàn, Oracolo manuale e Arte di prudenza,  https://books.google.it/books?id=BMYKEAAAQBAJ&pg=PP1&lpg=PP1&dq=oracolo+manuale+ovvero+l%27arte+della+prudenza+pdf&source=bl&ots=bgylN7NScy&sig=ACfU3U08p9rfqDhfWs8TXTaH04bL5FDJxQ&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwiAoJjima-DAxWQzgIHHbZ6B6Q4MhDoAXoECAUQAw#v=onepage&q=oracolo%20manuale%20ovvero%20l'arte%20della%20prudenza%20pdf&f=false

Come vi avevamo promesso, ci siamo messi d’impegno per capire il fondamento delle affermazioni fatte da Sergio in Vigilanza a proposito di Fake news sugli ascolti RAI. Anzitutto, ci suona “strano” il fatto che da oltre un anno si leggono titoli sui principali quotidiani sugli ascolti in calo di Viale Mazzini senza che nessuno facesse obiezioni, salvo leggere in un Comunicato stampa che la RAI mantiene la leadership. Va bene, ci può stare: forse hanno applicato il sano principio secondo cui una smentita è una notizia data due volte e allora si è preferito un dignitoso silenzio. Ma quando si va dentro le Istituzioni, quando ci si siede di fronte ai parlamentari, sarebbe forse opportuna una maggiore prudenza.

Cosa ha detto l’AD Sergio in Vigilanza RAI la scorsa settimana? Premessa “Lo share non può e non deve essere l’unico elemento, pur importante, per valutare le performance del servizio pubblico che non può non essere un mix quali quantitativo” e fin qui ne possiamo parlare e poi prosegue “… vogliamo ribadire con forza che i canali generalisti mantengono salda la leadership RAI sia da inizio anno che in questa stagione televisiva … sia per l'intera giornata che per la prima serata anche sull’anno, nel periodo 1° gennaio/16 dicembre le generaliste  RAI etc etc etc”. Attenzione: è stato fatto riferimento solo ai canali generalisti.

Ovviamente, la fonte unica e indiscutibile dalla quale si attingono i dati è Auditel. Al netto della diminuzione complessiva della platea televisiva che coinvolge tutti, a noi risulta che da inizio anno a 7 giorni dal 31 dicembre, gli ascolti medi dei due competitor sono :

Day Time

TOT RAI 3.014.711  sh: 37.05%    -169.321 -5.3%

TOT MEDIASET 3.071.384  sh: 37,75%   -25.407 -0,82%

Prime Time         

TOT RAI 7,078,665 sh: 37.67%  -466.101  - 6.18%               

TOT MEDIASET 7,074,095  sh: 37.65%  -142.342 - 1.97%

(elaborazione Studio Frasi su dati Auditel)

Inoltre, giusto per essere sulla cronaca, questi i dati sulla stagione in corso Day Time riferiti al 25 dicembre:


E se, infine, vogliamo comparare i dati novembre 2023 su novembre 2022, questa la differenza:

2023      TOT. RAI  AM 3.273.642  SH 36,63%

    TOT. MEDIASET  AM 3.389.74  SH 37,93%

2022      TOT. RAI  AM 3.478.513 SH 39,11%

              TOT. MEDIASET AM 3.352.137  SH 37,69%

In soldoni, in un anno RAI perde circa 200 mila telespettatori e circa 3 punti di share mentre Mediaset rimane pressoché invariato in totale telespettatori e punti di share.

Tu chiamale se vuoi … fakeeeee neeewsssssssss!!!!

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martedì 26 dicembre 2023

La Tombola degli ascolti RAI e Mediaset

Foto di Samuele Schirò da Pixabay

Altro che tombola … altro che sette e mezzo … altro che scopa, briscola o tresette, altro che i numeri della Lotteria Nazionale … anche Bloggorai si diverte a dare qualche numero.

Nei giorni scorsi abbiamo ascoltato/letto che l’AD Sergio si lamentava di “fake news” che girano intorno agli ascolti RAI. Magari, chissà, forse ha ragione … o forse no … chissà. A non sapere ne leggere ne scrivere, stiamo studiando per capire quali sono le bufale che girano.

Premessa: come lui stesso ha dichiarato in Vigilanza poco prima di Natale e prima ancora la Presidente Soldi: lo share nella vita non è tutto … certo, ci mancherebbe … c’è ben altro a cui guardare … e magari hanno pure ragione. Ci sono i contenuti in primo luogo, poi i doveri/obblighi specifici del Servizio Pubblico (con il nuovo Contratto di Servizio si possono pure chiamare “opinioni” … tanto comunque sono relegati nell’Allegato1), poi ci sono i conti in ordine, poi c’è la Digital media Company (da ben distinguere quella di interesse privato da quella di “Servizio Pubblico” ma questa proposizione proprio gli va indigesta … gli fatica solo a pronunciarla) e così via trotterellando.

Ciò detto, ribadiamo: Bloggorai con i numeri non è tanto pratico, figuriamoci con la statistica. Tanto per capirci: all’esame di maturità scientifica il compito è stato presentato quasi in bianco (però quello di italiano è stato formidabile con applausi a scena aperta) e all’esame di statistica all’Università ha preso solo un misero 23 solo per aver imparato a memoria due formule generiche e l’introduzione del testo di esame. Quindi, quando scriviamo di ascolti, paghiamo pegno di non avere tutti gli strumenti tecnici necessari ad interpretare i dati e di non saperli contestualizzare correttamente. Del resto, così fan  tutti: ognuno i numeri se li canta e se li suona a suo migliore arbitrio. Ciò detto, ci limitiamo ad osservare limitatamente e saltuariamente qualche fenomeno. E, tra i fenomeni degli ascolti, ce n’è uno che sembra alquanto interessante del quale però, se ricordiamo bene, l’AD Sergio non ha parlato gran che: il day time. Attenzione: c’è una bella e sostanziale differenza tra il day time e il prime time che agli esperti lettori di Bloggorai certamente non sfugge.

È interessante osservare come, da un certo tempo a questa parte spesso e volentieri, Mediaset batte RAI ed è ancora più interessante osservare che questo fenomeno si sta ripetendo con frequenza dai mesi recenti. Nella tabella allegata confrontate in giallo chi vince tra Rai e Mediaset un anno con l’altro. Non vogliamo con questo affermare, tout court, che sia solo responsabilità dei vertici attuali … ci mancherebbe. Però, da qui ad affermare con enfasi che Rai ha la leadership degli ascolti sembra che ci sia qualche differenza. Come pure, affermare che girano “fake news” appare leggermente azzardato. Si può anche aggiungere che se Mediaset batte RAI nel daytime potrebbe anche non essere rilevante: le due Aziende, ovviamente, non sono confrontabili tra loro (o no?).

In ogni modo, a farla breve, ci siamo presi la briga di osservare i dati del day time degli ultimi quattro giorni 2023 con quelli analoghi del 2022. Ovviamente, ovviamente, il sabato dello scorso anno non è lo stesso sabato di quest’anno e così via e ci aspettiamo che pochi muniti dopo la pubblicazione del Post di oggi possa arrivare qualche notazione dei fini analisti degli ascolti che solitamente ci seguono. Ovviamente, chi scrive, non è uno scienziato della materia ma solo un semplice osservatore. Diciamo pure un "umarel" degli ascolti.

Comunque, questi i dati dei giorni scorsi:

Fate Voi!

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domenica 24 dicembre 2023

sabato 23 dicembre 2023

RAI: odore di bruciato sotto l'Albero di Natale

 

Singolare coincidenza: cercavamo un'immagine di forno e ci è venuta fuori questa che somiglia tanto ad un Tv con i tasti sottosopra! 

Hai voglia a dire o immaginare che le cose, gli eventi, succedono per caso. Tutto ha una sua origine, un prologo,  un contesto, un suo svolgimento più o meno lineare e un epilogo. In sintesi: se l’arrosto va in fumo, ci sarà pure qualche motivo. O no?

La storia che raccontiamo, da tempo, nasce lontano e interessa vari soggetti, molti amici e molti “nemici” del Servizio Pubblico e dei suoi interessi. Curioso osservare che, talvolta, alcuni tra loro si trovano in sintonia quando si tratta di perseguire il disegno di indebolire l’Azienda RAI, seppure un pezzetto ogni tanto, quando necessario. Parliamo, ancora una volta, di RAI Way e, ancora una volta, parliamo di quando il Governo di turno mette le mani nelle tasche/casse di Viale Mazzini. In genere, per quanto abbiamo visto finora, difficile che ne esca fuori qualcosa di vantaggioso per il Servizio Pubblico. Da mantenere sempre accesa la memoria su quanto avvenne nel 2016 (Governo Renzi), quando si incrociarono fatalmente le strade della riforma della governance RAI (la Legge 220) e la quotazione in Borsa di RAI Way a seguito del prelievo forzoso (con i noti forti dubbi di costituzionalità espressi da Pace, Ainis e Cheli).

Bloggorai, come sapete bene, segue con particolare attenzione ed ha anticipato da tempo quanto potrebbe succedere dentro e fuori Via Teulada, a partire dal recente cambio di vertice che, già a suo tempo, suonava “bizzarro” nei tempi, nella forma e nel merito.

Oggi i giornali riportano una notizia che abbiamo già letto l’anno scorso: sul Sole 24 Ore “Rai Way, i fondi azionisti chiedono il polo delle torri con Ei Towers” e “Rai Way, pressing dei fondi per la fusione con Ei Towers. Un gruppo di soci incontra i velici della società delle torri. Il piano di F2i” sul Corriere. A marzo 2022 La Repubblica titolava “Rai Way, i fondi azionisti scrivono al governo. Favorevoli a un'alleanza con EI Towers: "Autorizzate il consolidamento delle torri". Detto fatto: passano poche settimane e il Governo Draghi (ministro Giorgetti, sempre lo stesso) esegue: ai primi di marzo Palazzo Chigi firma un decreto con il quali autorizza RAI a scendere al di sotto del 51% della partecipazione azionaria di RAI Way (ora al 64%).

Chissà se anche ora a Palazzo Chigi, e non solo, ci saranno orecchie attente ad ascoltare le richieste del “fondi” che, ovviamente, non sono la Croce Rossa o Emergency, ed hanno tutt’altri interessi affaccendati intorno al business delle torri, quali che siano le loro condizioni e quale che possa essere il loro utilizzo più profittevole. ATTENZIONE al dettaglio: i fondi chiedono "la fusione" e temono la solo vendita di una quota!!!  

Ora, che sia un bene o un male che RAI si liberi del “ferro” vecchio delle torri è tutto ancora da decifrare. Ora, che RAI, per fare cassa e tappare buchi (o per dirle in altri termini più gentili ed educati, raschiare il barile per trovare qualche soldo fare quanto basta di investimenti) è tutto da valutare. Ora che RAI ne possa trarre vantaggio in un contesto di sviluppo industriale privo di gambe portanti (il canone incerto) è tutto da verificare. Ora, che qualcosa si muova solo quando sono gli “stakeholders” a deciderlo suona assai strano.  

I termini del problema sono descritti compiutamente nel pezzo di Biondi sul Sole: si vende o si avvia la trattativa per il “polo delle torri”? le due operazioni possono e forse hanno un segno assai diverso. La vendita la si vorrebbe inserire nel contesto di supporto al futuro Piano industriale mentre l’accordo con Ei Towers  avrebbe tutt’altro segno e prospettiva. Nel mezzo, ca va sans dire, gli azionisti gongolano e trovano gioia sotto l’albero di Natale: già il giorno successivo al DPCM Draghi in Borsa il titolo Rai Way ebbe un salto rilevante. Del resto, fintanto che RAI continua a pagare circa 200 milioni di “affitto” a RAI Way va tutto bene e, ancor più, per i vertici della quotata di Via Teulada che si potano a casa un compenso doppio rispetto a quello dell’azionista di maggioranza (240 mila Euro da una parte e il doppio dall’altra).

Ora, che si parli solo di “fusione” mentre nessuno ha il coraggio di affrontare il nodo principale di un’operazione del genere ovvero chi controlla una società del genere appare alquanto sospetto. Molti ripetono a ritornello: “si può fare solo se rimane entro il controllo pubblico” ma, a suo tempo, gli interessati fecero sapere, nemmeno tanto velatamente, che “si può fare solo se possiamo controllare la maggioranza”. Le due posizioni non coincidono.

Chiudiamo confermando che stiamo cercando di capire dove sono queste “fake news” sugli ascolti delle quali ha parlato l’AD Sergio in Vigilanza. Vi faremo sapere presto.

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venerdì 22 dicembre 2023

Le bugie di Natale


Abbiamo la forte sensazione che quando si tratta di "narrare" una propria storia sia forte il desiderio di forzare la mano, di esaltare alcuni punti e sottacerne altri. Succede pure che si possa mentire o, ad essere generosi, si voglia raccontare a proprio uso e consumo. 


Ieri si è parlato e scritto molto di "fake news" a proposito degli ascolti RAI. Si tratta di un argomento che abbiamo affrontato spesso e volentieri e quindi ci interessa molto capire e sapere qualcosa di più di quanto è stato riportato sulla audizione in Vigilanza RAI. Stiamo studiando. 

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ps: oggi nulla da segnalare ... proprio nulla...

giovedì 21 dicembre 2023

RAI: la "narrazione" della "resilienza" ovvero dalla rava alla fava


Quando si dice “rucola” si intende anche “ruchetta”? e no!!! Sono due piante simili ma non uguali, nella consistenza, nel sapore e nella struttura. Eppure, entrambe si possono usare anche per essere inzuppate nel cappuccino e l’una per l’altra hanno soppiantato quel povero “prezzemolo” che pure stava bene dovunque lo mettevi, pure sotto l’albero di Natale dove ci sta bene tutto … dalla rava alla fava.

Tanto per rimanere in argomento e sempre a proposito di nuove parole o nuovi significati ce ne sono almeno due che dominano la scena: la “narrazione” e la “resilienza”. Si possono usare indistintamente per ogni cosa umana, ogni evento, ogni fatto sociale, politico e culturale e dunque, per la RAI, possono costituire il grimaldello con il quale scassinare ogni certezza e fugare ogni dubbio. In altri termini: ognuno se la canta e se la suona come meglio crede e fintanto qualcuno gli presta credito va bene così. La “narrazione” è sempre soggettiva, parziale, partigiana e si compone di elementi che si vorrebbero insindacabili, a priori. La “resilienza” invece può avere una lettura multipla: a volte sembra apparire come l’ultima speranza del genere “mi piego ma non mi spezzo” mentre altre volte si prospetta come una specie di “materiale del futuro” in grado di modificarsi e adattarsi senza perdere la sua natura primigenia.  

Tutto questo per dire che ieri si è svolta la prevista audizione di SergioRossi in Vigilanza dove questi due nuovi termini trovano perfetta collocazione. Evidente, scontato, lapalissiano che i due personaggi in cerca di Autore (ovvero il Governo che deciderà la loro sorte ancora molto incerta) avrebbero fatto carte false per presentare (narrare) i numeri di un’Azienda (resiliente) in ottima salute: il pareggio di bilancio, gli ascolti che tengono botta, la pubblicità che cresce e il futuro della Digital Media Company (ovviamente NO Public ) lastricato di petali di gelsomino. Oste, com'è il vino??? Booonooooo. 

Certo, bontà loro, hanno pure aggiunto che sono leggermente preoccupati per le risorse da canone (ma quel tanto che basta perché comunque hanno ricevuto assicurazioni dal Governo che comunque una pezza sul taglio del canone, in qualche modo, forse la metteranno ma come e quando e per quanto tempo ancora non è dato sapere ) mentre nutrono un fiducioso sentimento sulla raccolta pubblicitaria prossima ventura. Da questo punto di vista, che gli vuoi dire? Se qualcosa è andato male e va storto non è solo colpa loro (beninteso): hanno trovato un debito di 650mln ed ora lo hanno riportato a 550. Chapeau! Investimenti per il futuro? Vedremo. Qualche programma va male? Dategli tempo: potrebbero anche andare peggio.

Per quanto poi riguarda dettagli sui quali ci siamo spesso soffermati (il Contratto di Servizio ancora non ratificato con il Ministero e l’appuntamento del 10 gennaio) sul primo punto è stata fatta la data del 18 gennaio e sul secondo punto (transizione DVB-T2) il DG Rossi ha dichiarato “Stiamo interloquendo con il Ministero per spostare anche per noi la scadenza, in difesa del Servizio Pubblico. Nel 2024 ci saranno le Olimpiadi e gli Europei di calcio e lo switch off rischia di penalizzare una quantità indefinita di famiglie che non hanno accesso alla nuova tecnologia attraverso le smart tv”. No comment. Che gli vuoi dire ad uno che dirige l’Azienda e che ancora, a pochi giorni dalla possibile scadenza di tale rilievo strategico, sta ancora “interloquendo” con il Ministero e non sa quante famiglie italiane possono essere coinvolte.  Per essere più precisi: si era sentito dire che lo switch off avrebbe interessato qualche canale tematico “minore” e invece ora perché citare le Olimpiadi e gli Europei che, si suppone, dovranno andare sui canali generalisti? E il probabile spostamento quando allora potrebbe avvenire (una volta abbiamo citato una fonte che sosteneva giugno)? Magari , proprio sotto scadenza dei grandi eventi citati? Grande la confusione sotto il cielo.. dunque la situazione è eccellente!

La “narrazione” di SergioRossi funziona? Vince su qualche titolo di giornali (senza tanta convinzione ed entusiasmo) ma convince? A noi no … nemmeno un pizzico di rucola (da preferire alla ruchetta) può aggiustare quello che passa il convento. Sarebbe utile leggere “altre narrazioni” ovvero altri punti di vista (la “politica” ???) ma non ci sono e quelle spigolature che si avvertono sembrano deboli e fragili come ali di farfalla: leggi intervista alla consigliera Bria oggi su Domani. Toni garbati, sereni, pregni di ottimismo ed equilibrio. Tanto, come noto, tra pochi mesi la musica sarà diversa.

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mercoledì 20 dicembre 2023

RAI: 7 (sette) Misteri Gloriosi sotto l'Albero di Natale

 

Foto di Pexels da Pixabay

Il Natale, come noto, è un momento magico di tradizioni e certezze: famiglia, cenone, albero … e regali a sorpresa. Già, sono proprio le sorprese quelle che rendono le circostanze più divertenti e interessanti. Cosa ci si aspetta dentro il pacco dono colorato e infiocchettato? Quali allora le “sorprese” per la RAI e perché tanto silenzio in questi giorni? In verità, non ci sono sorprese ma solo misteri.

Mistero n.1. Che fine ha fatto la proposta di riduzione del canone? Non si legge più una riga come pure il meccanismo di “compensazione” di 400 e rotti milioni (non si sa se 420, 430 o 440) e tantomeno si sa nulla se solo per un anno o per tre come si era detto all’inizio. I dubbi di legittimità costituzionale che da soli abbiamo  evidenziato e i rischi di incorrere nelle ire di Bruxelles per aiuti di Stato potrebbero ancora avere un loro fondamento.  Il Governo potrebbe fare marcia indietro? Ragionevolmente no. Però è certo che qualcosa non sta andando al posto giusto.

Mistero n. 2. Che fine ha fatto il nuovo Contratto di Servizio? Tutto tace seppure è stato validato con un parere obbligatorio ma non vincolante dalla Vigilanza lo scorso 3 ottobre. Andavano tutti tanto di corsa per liberare il testo entro il 30 settembre e ora? Tra l’altro, come ripetiamo spesso, il nuovo contratto prevede un impegno preciso e definito per il 10 gennaio, quando RAI dovrà spostare su un nuovo MUX un “X” di canali che nessuno sa ancora quali potranno essere (i cosiddetti “residuali”?) come nessuno si azzarda a quantificare quanti potranno essere i telespettatori che si potranno perdere (come scritto dal CTO in una lettera al Ministero). Abbiamo riportato una “voce autorevole” secondo cui questo appuntamento potrebbe slittare di qualche mese. Tanto per dire: un Contratto a fisarmonica che si apre o si chiude a seconda delle opportunità, necessità e convenienza. Tanto non ci sono obblighi specifici ma solo “allegati”.

Mistero n. 3. Che fine faranno i telespettatori in fuga, lenta, inesorabile e progressiva, dal Prime Time di RAI? Anche oggi i dati Auditel confermano: stagione in corso con Mediaset al 38,3% e RAI al 36,4%. Sullo stesso tema: che fine faranno le trasmissioni agonizzanti su numeri di ascolto da prefisso telefonico? 

Mistero n. 4. Che fine farà RAI Way? Si tratta di un mistero che dura da anni. Dalla data della su quotazione, 2016, periodicamente si torna a parlare di una sua s/vendita e di un ipotetico “polo delle torri” e, periodicamente, queste ipotesi si affacciano quando si tratta di fare i conti in tasca a Viale Mazzini e accorgersi che non ci sono soldi nemmeno per comprare qualche nuova pianti intorno al cavallo.

Mistero n. 5. Che fine farà questo Consiglio di Amministrazione? Che possa terminare il suo mandato è certo ma non è affatto scontata la data. Teoricamente vanno tutti a casa a tra maggio e giugno, salvo possibili proroghe per la concomitanza delle elezioni europee. Ma è proprio questo punto che si presta ad interpretazioni. Da tempo si legge che a Palazzo Chigi vagheggiano un cambio di passo anticipato come pure vagheggiano nomi non più granitici come sembrava all’inizio dell’avventura Meloni. Chiocci al posto di Rossi come AD? Anche questo Bloggorai lo ha riportato da tempo: qualcuno ne parla, si mormora, si suppone. Verosimile, probabile.  

Mistero n. 6. Che fine farà la RAI se dovesse mai passare la proposta di “premierato” tanto cara al Governo? Si rafforzerebbe ulteriormente il senso di “uomo solo al comando” come la Legge Renzi ha voluto affermare e, di conseguenza, l’ulteriore subordinazione del Servizio Pubblico al Governo?

Mistero. n.7. Che fine hanno fatto gli “Stati generali sulla RAI”? Per primo ne parlato Conte e, poco dopo, il plenipotenziario FF Rossi con un‘intervista al Corriere. Dopo di che è stata ripresa dalla presidente della Vigilanza Floridia ma nessuno ha ipotizzato se, quando e come si dovranno svolgere

Eccoci allora arrivati alla seconda domanda: perché tanto silenzio su tutto il perimetro rilevante della RAI e del Servizio Pubblico e si legge solo di qualche brontolio da sottoscala. Non si avverte, da nessuna parte, la presenza di un disegno preciso, organico, quale che esso sia ma solo pochi movimenti scomposti e disordinati. La risposta dunque appare semplice: nessuno ha nulla da dire, proporre, protestare oppure dare segnali di esistenza in vita.

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ps: ci sono pure altri "misteri" ma quelli ce li teniamo da parte per la Befana!

martedì 19 dicembre 2023

lunedì 18 dicembre 2023

RAI e Servizio Pubblico: un futuro radioso dietro le spalle


Fortezza Bastiani oggi appare più silenziosa, polverosa e solitaria del solito. Nessuno a presidiare e vigilare sui camminamenti, nessun nemico all’orizzonte. Il Generale, il Colonnello, il Capitano, il tenente e il sottotenente Drogo  insieme alla truppa sonnecchiano e bighellonano all’interno del Forte, magari pensando all’imminente Natale.

I Tartari pure sembrano in tutt’altre faccende affaccendati e di attaccare Fortezza Bastiani non ci pensano proprio: alcuni loro, più o meno palesemente, ritengono anzitutto che va benissimo così e che comunque la Fortezza cadrà per implosione interna, per esaurimento non tanto dei viveri che pure scarseggiano, ma delle energie vitali che dovrebbero reggere lo sforzo titanico di fronteggiare un ipotetico assalto esterno che prima o poi dovrà pure avvenire.

Più o meno, grossomodo, questa la metafora perfetta per la RAI e, purtroppo, ci tocca pur ammetterlo, anche per il futuro del Servizio Pubblico che non sembra godere di soverchia fortuna. L’interesse per il suo destino, per una sua nuova missione, per il suo ruolo nell’epoca dello streaming non sembra destare grandi entusiasmi e attenzione più di quanta ne merita osservare un criceto in letargo.  

Ma la singolarità è che questo fenomeno sembra evidenziarsi per buona parte solo in Italia mentre gli altri PSB in Europa si pongono domande strategiche.  Oggi non abbiamo nulla da segnalare che meriti attenzione. Però per non farci mancare nulla ed evidenziare la differenza riportiamo le domande che OfCom (equivalente alla nostra AgCom) ha posto a riguardo del futuro della BBC con il recente “Future of TV Distribution” pubblicato lo scorso ottobre.

1. Come si stanno evolvendo le richieste e le aspettative del pubblico e come variano per gli utenti di diverse piattaforme TV e diversi dati demografici.

2. Che cosa significa l'andamento dell'audience  per le prossime finanziarie e la sostenibilità delle piattaforme di distribuzione televisiva e quali sono i punti decisionali chiave nei prossimi 10 anni.

3. Come devono evolversi le reti a banda larga per le infrastrutture di supporto in grado di supportare in futuro una distribuzione resiliente della TV su Internet.

4. In che modo i diversi tipi di servizi ibridi terrestri e internet potrebbero offrire vantaggio pubblico e quali rischi potrebbero presentarsi.

5. Considerata la condivisione delle infrastrutture quali sarebbero le implicazioni per gli altri settori se si verificasse un cambiamento nell'uso della televisione digitale terrestre.  

6. Quale coordinamento e pianificazione lungo tutta la catena del valore potrebbero essere necessari per garantire buoni risultati per il pubblico e i fornitori chiave nel lungo termine.

Provate ad immaginare se qualcuno in Italia, oggi, si ponesse anche solo la metà di interrogativi di questo genere.

A proposito di quanto vi abbiamo riferito con il Telegramma da Dubai al termine di WRC-23, leggete ancora cosa scrive OfCom: “Digital terrestrial television (DTT) has been the most popular way to receive TV in the UK since the digital switchover. Also known to audiences as Freeview, it sends TV content to premises over radio spectrum via an aerial. Some stakeholders have raised questions about DTT, suggesting that the Government and industry should manage a migration of customers away from DTT and towards internet distribution. Others argue that DTT should continue to have a role well beyond 2034, when the current multiplex licences expire”. 

Ecco, semplicemente, cosa significa guardare avanti.

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domenica 17 dicembre 2023

Cinema e Tv: il governo degli "anziani"



Bloggorai oggi fatica a scrivere. Di cosa si dovrebbe occupare? Di qualche personaggio, militante di destra e dirigente RAI, che partecipa attivamente ad una “convenscion” del Governo?  O della sua presidente che chiede “chiarimenti”  o l’AD che “apre un’istruttoria”??? Naaaa, francamente non meritano.

Oppure, di cosa si dovrebbe occupare?  Di un Cda con le valige ai piedi che si avventura nei territori sconfinati e sconosciuti del futuro della RAI senza una bussola da Boy Scout o uno straccio di mappa e ti approva bozze di Piano industriale e gongola di un Piano immobiliare tutto a perdere? E magari qualcuno lo vota pure in nome degli “interessi dei telespettatori”??? Quali sono gli interessi e quali i telespettatori non è dato sapere però va bene lo stesso. Naaaaa, francamente non meritano.

Oppure ancora, di cosa si dovrebbe occupare, dei bollettini che quasi ogni giorno Auditel rilascia e dove si legge che sul Day Time il Servizio Pubblico è sotto Mediaset? Mah … non fa più notizia … magari torneremo ad occuparcene quando succederà il contrario.

Cosa rimane? Il canone con la riduzione ancora incerta e con l’altrettanto incerta compensazione di 430 mln per un solo anno (poi, si vedrà)? Boh, non lo sanno nemmeno loro che pesci prendere. O magari, tornare a battere cassa per il recupero dei 110 mln dell’extragettito scippato? Naaaa, dimenticatelo: non ci crede più nessuno. Oppure la fase di passaggio di un MUX Rai il prossimo 10 gennaio che sembra scomparso dai radar nonostante sia esplicitamente previsto dal nuovo Contratto di Servizio (pure esso fantasma)???  Per la cronaca, le ultime “voci” in proposito parlano di uno slittamento di qualche mese. O magari, ci sarebbe da dire qualcosa sul tormentone delle possibile cessione di una quota di RAI Way che oltre a garantire lauti profitti prima ai suoi vertici e poi agli azionisti non sembra dire o dare molto di più??? Pussa via … vade retro satana!  

Il carciofo è pressoché esaurito. 

Ci salutiamo con una nota a margine: ieri sera siamo andati al cinema a vedere un film di un noto regista americano. Alla fine della proiezione ci siamo guardati intorno: il più giovani in sala aveva almeno 60 anni. Siamo andati a cercare di capire, si sapere e abbiamo scoperto che i “giovani” ormai sembrano una categoria in via di estinzione cinematografica e televisiva. La loro dieta mediatica comprende sempre meno il piccolo schermo televisivo digitale terrestre e il grande schermo nella sale. Per quanto riguarda il cinema i motivi sono tanti: stanno crescendo generazioni di individui che hanno perso familiarità con il grande schermo a vantaggi dei device portatili, il costo del biglietto è troppo altro e la qualità dell’offerta (specie italiana) spesso è scadente. Oggi da leggere un interessante articolo in proposito su La stampa con il titolo “Da Loach a Eastwood a Scott, la superproduzione dei registi over 80. Non è un cinema per giovani. La vecchia guardia resiste ma ha smesso di incantare” che bene si appaia con “La tv è roba vecchia per vecchi. I giovani non sanno neanche che tasto del telecomando premere per trovare Rai 3” pubblicato recentemente dall’Huffingtonpost.it.

Chiudiamo con una piccola citazione tratta dal Corriere di ieri, quando ha riportato un “mormorio” dell’AD Sergio “E’ Natale, stiamo buoni”. Già, siamo buoni.

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sabato 16 dicembre 2023

Sabato 16 dicembre 2023

 Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

Il secondo interrogativo dell'opera di Paul Gauguin in verità si presta a  diverse interpretazioni: intendeva dire esattamente "chi" siamo o "cosa" siamo?

Belle domande!

Oggi giornata fredda, tramontana secca, splendida, energetica, vitale! ci sarebbero tante cose da proporre ma il bosco ci aspetta!

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venerdì 15 dicembre 2023

Un telegramma dal passato presente con futuro a scadenza

 
Evidentemente, il telegramma che ci è giunto ieri pomeriggio da Dubai WRC-23 con il quale ci comunicavano che almeno fino al 2031 il Digitale Terrestre è salvo si è fermato ad Eboli. Nessuno, infatti, ne riporta uno straccio di notizia, una battuta su un giornale nemmeno di sfioro. Come abbiamo scritto: o si tratta di una tecnologia per un Paese di anziani comunque destinata all’estinzione (programmata e rinviata di 8 anni) e, di conseguenza, non merita una riga su un giornale, oppure è di grandissimo interesse ma solo per pochi intimi.

Siamo alquanto propensi a credere buona la prima. Seppure si avviasse e si completasse la transizione al DVB-T2 (e sappiamo quanto ancora lontana e difficoltosa, vedi l’appuntamento misterioso del prossimo 10 gennaio) siamo sempre in un territorio che si riduce sempre più a favore di altre modalità di diffusione e fruizione dei segnali/prodotti audiovisivi. In soldoni: il DVB non è il futuro ma semplicemente un presente in affanno. Dunque, siamo propensi a credere pure che sia buona la seconda lettura: il DVB interessa molto ancora i broadcasters nazionali generalisti e, in particolare, che rimanga tutto così com’è è sempre Mediaset che in questo bacino ha tutto da guadagnare. Un piccolo esempio, tanto per gradire e capire il tempo che cambia: nei giorni scorsi Netflix ha rilasciato per la prima volta alcuni dati che non riguardano gli “ascolti” ma, attenzione, il tempo speso dagli individui davanti alla piattaforma. L’oggetto della competizione non è più lo share ma il tempo che ogni persona spende di fronte o con un device tra le mani. La risorsa “tempo” non si conquista sulle frequenze terrestri ma sulle reti, sulle connessioni in grado di veicolare prodotti più appetibili e commerciabili.

Ieri pomeriggio, nel mentre che il postino recapitava il telegramma, giungevano notizie dal Cda di Viale Mazzini. Leggiamo stralci del comunicato: “…Coerentemente ai profondi cambiamenti dello scenario di riferimento e in linea con il nuovo Contratto di Servizio in fase di formalizzazione, e il Piano di Sostenibilità da approvare, il Piano Industriale delinea un percorso di evoluzione di Rai in “digital media company”. Pausa: Contratto di Servizio ancora da formalizzare? E perché? Sono trascorsi oltre due mesi dalla sua ratifica in Vigilanza e ancora deve essere “formalizzato”?  Poi “digital media company” … gli va proprio di traverso aggiungere “…di Servizio Pubblico”??? Nel nuovo contrato se lo sono dimenticato ma al Cda nessuno vieta di aggiungere questa postilla che non è di poco conto. Andiamo avanti. Leggiamo “…Il Piano recepisce sia le progettualità del Piano Immobiliare recentemente approvato dal Consiglio di Amministrazione, sia la valorizzazione di una quota di minoranza di Rai Way tale comunque da garantire il mantenimento in capo a Rai SpA della maggioranza del capitale sociale”. Non si vuole dire “vendita” della quota di RAI Way e si preferisce “valorizzazione” ma senza aggiungere una riga su cosa concretamente si intende nei tempi, nelle dimensioni e nella modalità. Si parla solo di vendere o di avviare anche il processo di fusione con Ei Towers?

Ma il vero grande e solo problema di questo comunicato e del suo contenuto è a monte: l’Azienda non solo non ha ancora ratificato il nuovo Contratto (all’interno del quale si dovrebbe collocare il Piano Industriale) ma non ha uno straccio di certezza economica sulla quale puntare se non quelle derivate dalla vendita di qualche gioiello di famiglia (posto che di gioiello RAI Way si può parlare solo a beneficio degli azionisti e degli amministratori della società quotata di Via Teulada dove, tanto per non dimenticare, il suo AD Cecatto guadagna il doppio dell’AD di Viale Mazzini che, a sua volta, paga un canone annuo di circa 200 milioni per un servizio che sul mercato si potrebbe avere ad un prezzo notevolmente inferiore). La "filosofia" dello sviluppo che sembra emergere è "fare debiti per pagare debiti".

Riportiamo che il nuovo consigliere Davide Di Pietro ha votato contro alcune parti delle decisioni assunte: il piano di incentivi all’esodo perché “…avrebbe messo in seria difficoltà aree strategiche dell'Azienda e avrebbe fornito alibi strumentali per il ricorso ad ulteriori appalti”. Anche la consigliera Bria ha votato contro.

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giovedì 14 dicembre 2023

URG- TELEGRAMMA

 "DVB-T RESISTE. STOP. PROSSIMA VERIFICA 2031.STOP. PREPARATE BRINDISI.STOP. SALUTI DA WRC-23 DUBAI. STOP.

Abbiamo appena ricevuto questo telegramma.  Verifica in corso. 

Altre notizie da Cda RAI.

Note a margine dalla stampa.

Rimanete sintonizzati 

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