giovedì 30 agosto 2018

diritto pubblico

Abbiamo stentato a scrivere il post di oggi: Il Fatto Quotidiano ci informa che ci potrebbe essere una "sorpresa". Il prossimo Presidente Rai sarebbe Marcello Foa. Secondo Stefano Feltri, la Commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai potrebbe votarlo una seconda volta ed ottenere la maggioranza dei 2/3 necessaria a confermare la nomina, posto che prima il CdA attualmente in carica e da lui stesso presieduto come consigliere anziano, possa ricandidarlo. Un Mostro giuridico mai visto prima!

Si tratta di una delle tante ipotesi circolate nelle scorse settimane,  quando tutti faticavano, e faticano tutt'ora, a trovare una soluzione ragionevole, praticabile e possibilmente condivisa.

E' sufficiente però tornare ai rudimenti dell'esame di Diritto pubblico per supporre che qualcosa non torna. La Vigilanza Rai è un organo di espressione parlamentare e le sue determinazioni dovrebbero avere rilevanza istituzionale e forza di legge in grado di imporre la volontà espressa con il suo voto in assemblea. In un certo senso, hanno osservato tecnici della materia, il voto in Vigilanza è assimilabile a quello espresso nelle Aule parlamentari, Camera e Senato. Non c'è traccia di un precedente dove si rimette in discussione con una nuova votazione lo stesso oggetto e, per di più, la stessa persona. Salvo che non venga rilevato un vizio interno o alle procedure di voto o altro elemento tecnicamente valido per rendere l'esito della votazione nullo o inefficace. In questo caso, non è emerso nulla che possa far intendere che il voto dei parlamentari sia stato considerato tale. Non solo, pochi giorni dopo, il 7 agosto, la stessa Vigilanza, ha "intimato" al Cda Rai a non procedere ad atti rilevanti in attesa della soluzione del problema.

Qualcuno ha osservato: la bocciatura in Vigilanza è avvenuta formalmente per "un vizio di forma". Cioè il suo nome sarebbe stato indicato dal Governo come presidente prima ancora che il CdA Rai lo votasse. In altre parole, se ora venisse riproposto dal CdA la Vigilanza, preso atto della "correttezza" della formulazione, potrebbe ora votarlo.
Lasciamo da parte per un momento le turbolenze politiche (per niente placate) tra le forze in campo e, segnatamente tra Lega e FI, per non dire poi del PD,  rimane aperto un intreccio giuridico di non facile quanto immediata soluzione. Chi è in grado di affermare con certezza costituzionale che la Vigilanza possa votare due volte lo stesso nome? e, qualora si scegliesse questo percorso, quanto tempo sarebbe necessario, a produrre effetti rilevanti?

Ecco perchè si rimane almeno perplessi quando leggiamo articoli dove non si pone un briciolo di attenzione a cercare di capire, di approfondire, di leggere attentamente  un "kit basic" di Leggi, regolamenti, disposizioni o consuetudini parlamentari. Però ci viene detto che "fonti vicino al dossier" (che stupenda definizione !!!) fanno sapere che potrebbe essere abbandonata l'idea di far dimettere Foa in cambio di una direzione di una rete o testata. Citando Di Maio "si tratta di persona di indiscussa capacità professionale". Sarà necessario farsene una ragione.

ps un affezionato lettore ci suggerisce il titolo del problema giuridico: ne bis in idem

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mercoledì 29 agosto 2018

No news ... Bad news

Oggi solo Il Manifesto, a firma Vincenzo Vita, si occupa di Rai: "riprendere in mano le fila di una vera riforma Rai".

martedì 28 agosto 2018

Segnali di fumo

Berlusconi, ci informa oggi La Repubblica, "attende un segnale sulla Rai per ricucire con Matteo". Non sarà facile e non si comprende perché Salvini dovrebbe andare incontro alla richieste del Cavaliere. Le prossime elezioni in Basilicata e Abruzzo potrebbero essere il banco di prova dell'alleanza di destra. Prima, però, ci sarà lo scoglio Rai.
Al momento nessuno arretra. Come è perché Salvini dovrebbe sconfessare se stesso sul nome di Foa? Cosa potrebbe o dovrebbe chiedere in cambio, non solo a FI ma anche al PD (insieme possono bloccare la Vigilanza) per sostituirlo? La fantasiosa ipotesi di riproporre il nome di Foa non regge in alcun modo, sia politico che normativo. Il M5S osserva sornione e attende, consapevole che ha tutto da guadagnare nelle difficoltà della Lega.

L'arte della politica insegna che tutto è trattabile, tutto è possibile. A volte, e sufficiente cercare altra merce di scambio. La minaccia di aprire il capitolo sulle concessioni, anche TLC, potrebbe servire a qualcosa.

lunedì 27 agosto 2018

cultura mediatica

La notizia del giorno, che non riguarda la Rai, è che entro il prossimo 10 settembre vanno consegnate le buste per l'inizio della gara per la riassegnazione delle frequenze intorno ai 700 Mhz. Sempre che la partita non venga sospesa in attesa del ricorso al TAR presentato dal Gruppo Cairo. Ci sono in ballo oltre 2,5 miliardi di Euro attesi dallo Stato che, peraltro, sono stati già inseriti nella Legge di bilancio in corso. Una partita molto complessa, destinata a modificare in modo sostanziale gli assetti non solo economici dell'intero settore delle TLC. La Rai non parteciperà all'asta ma ne risulterà, direttamente e indirettamente, coinvolta per molteplici aspetti. Il primo consiste nel progressivo spostamento nell'indirizzo strategico della diffusione radiotelevisivo: dall'etere verso lo streaming: vedi quanto sta succedendo con il calcio. Il DTT, seppure di seconda generazione, potrebbe nascere già obsoleto prima ancora di essere diffuso (la BBC sta già correndo ai ripari). In che modo il Servizio Pubblico si appresta ad immaginare il suo ruolo nel futuro prossimo venturo? Come e con quali risorse economiche da investire potrà fronteggiare queste sfide? Le risorse economiche anzitutto: su quali risorse per investimenti si potrà contare? Le risorse da canone sono stabilite per un arco limitato di tempo, quelle pubblicitarie sono variabili e la somma delle due a malapena regge il conto economico corrente. Partita molto complessa che dovrà essere affrontata subito con il nuovo Piano Industriale, primo tema all'ordine del giorno per i nuovi amministratori Rai.

A questo proposito, per fortuna, il consigliere Giampaolo Rossi, ha già le idee chiare: la Rai dovrà essere "transmediale". siamo curiosi siamo andati a cercare di capire e di sapere cosa si intende. Wikipedia ci aiuta: Narrazione transmediale (inglese Transmedia storytellingtransmedia narrativemultiplatform storytelling) come la definisce Henry Jenkins nel suo testo del 2006 Cultura convergente, è una forma narrativa che, muovendosi attraverso diversi tipi di media, contribuisce a perfezionare ed integrare l'esperienza dell'utente con nuove e distinte informazioni. Ottimo ! 

Treccani: "Prodotto, storia, contenuto, servizio capace di viaggiare tra più piattaforme distributive e di incarnarsi su media differenti secondo le regole della convergenza." Eccellente! Non c'è che dire, si tratta di un concetto innovativo e moderno che sembra intercettare il cambiamento in corso. 

Forse, però, sembra mancare qualche passaggio nella lettura della storia, del contesto sociale, politico e normativo, nella fattispecie del Servizio Pubblico radiotelevisivo italiano.

Nell'aprile 2016, proprio in occasione della presentazione del Piano Industriale appena scaduto, si parlò di "digital media company" e si prospettava un balzo in avanti verso la generazione di nuovi contenuti adatti ad un nuovo mercato dell'audiovisivo e contestualmente "completare la trasformazione da broadcaster tradizionale a Digital Media Company". domanda: è avvenuto tutto questo? a che punto si trova la Rai in questo processo? quali sono le tappe, i vincoli strategici che dovranno essere affrontati?


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sabato 25 agosto 2018

inizia la musica

Il nuovo consigliere Rai Giampaolo Rossi ha rilasciato un'intervista a Il Giornale oggi in edicola.
Riportiamo integralmente: " ...una Rai del cambiamento debba essere servizio pubblico e fare informazione per tutti gli italiani e non soltanto per una parte". più avanti:"La Rai, che è una media company, deve trasformarsi in una transmedia company, cioè una grande azienda che produce non solo informazione ma anche immaginario simbolico per il Paese...". E' sufficiente, possiamo aprire il dibattito. Abbiamo evidenziato il transmedia perchè ci appare la sola nota meritevole di attenzione, non foss'altro perchè sembra di difficile comprensione il concetto di produzione di "immaginario collettivo". Tant'è: cominciamo a sapere qualcosa su come i nuovi amministratori intendono andare avanti.

Intanto però, da quì a breve, si dovrà entrare nel merito di temi e problemi rilevanti. Il primo è il piano industriale, il progetto di lavoro sul quale l'Azienda dovrà misurare il proprio sviluppo. Il precedente, in scadenza quest'anno e approvato durante la gestione Campo Dall'Orto, l'anno successivo alla nuova Legge voluta dal precedente Governo Renzi, prevedeva, nelle linee essenziali questi punti (dal comunicato ufficiale Rai):
Due le direttrici di sviluppo attraverso le quali ottenere questo obiettivo:

1) Dare centralità alla generazione dei contenuti: sviluppando un’offerta editoriale di qualità e rafforzandone le caratteristiche di servizio pubblico anche attraverso la revisione del mix dei generi e dei linguaggi.
 
2) Completare la trasformazione da broadcaster tradizionale a Digital Media Company rivedendo il modello ideativo e distributivo; sviluppare un’offerta digitale distintiva e personalizzabile attraverso investimenti tecnologici, nuovi modelli produttivi e professionali adeguati al proprio ruolo di Servizio pubblico leader degli ascolti televisivi. 
 
Sei saranno le parole chiave di questa nuova fase che saranno declinate in ogni aspetto della vita aziendale: universalità, indipendenza, pluralismo, responsabilità, innovazione, eccellenza.

In sintesi: riduzione di canali, reti e testate (anche di edizioni di Tg e Gr), valorizzazione di RaiNews24, centralità di Internet con le nuove applicazioni, revisione dei generi (meno infotainment), nuove mission per le reti, alta definizione, nuovo ruolo per i principali centri di produzione.

Di tutto questo sarà necessario iniziare a dibattere, da subito.

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venerdì 24 agosto 2018

calcio: nostalgia, nostalgia canaglia ...

Per il popolo degli appassionati di calcio: in questi giorni si parla molto delle difficoltà a seguire in televisione lo sport nazionale degli italiani, il calcio. Per chi non intende spendere circa 720 euro l'anno per l'abbonamento a Sky, oppure per chi non vuole sottostare al misero ricatto di DAZN che per poco più di 9 euro ti vorrebbe costringere a vedere una delle tre partite di seria A alle 12.30 di domenica (sic !!!) è verosimile il ritorno ai bei tempi di "tutto il calcio minuto per minuto" gentilmente offerto dalla Stock di Trieste. Tutti incollati alla radio.

Insomma, si tratta di un vero scippo ad una delle identità nazionali. poche cose, infatti, riuniscono la penisola come la passione per il calcio, sia esso giocato con una palletta in qualsiasi spazio libero, sia esso visto nei grandi o piccoli stadi presenti in tutta Italia. Scandalo !!! stupisce che non ci sia un politico di turno, populista certamente, che non se ne sia accorto e che non abbia prontamente provveduto a presentare una proposta di legge per tutelare un bene nazionale di tale importanza!

Allo stesso modo con il quale lo Stato tutela l'ambiente, i beni archeologici, la cultura, la musica ed ogni altra manifestazione delle passioni e degli interessi collettivi, lo sport e, segnatamente, il calcio, può rientrare pienamente in questo ambito di tutela.

Sarebbe così fantascientifico immaginare che tale compito possa essere svolto dal servizio pubblico radiotelevisivo? quanto costa Sanremo alla Rai? e quanto rende in termini pubblicità, diretta o indiretta? Grazie alla cortese lungimiranza della precedente gestione Rai è avvenuta la più severa punizione calcistica televisiva con la rinunzia a trasmettere i mondiali di calcio, nonostante l'assenza dell'Italia. Mediaset ancora gongola e ringrazia!Forse, qualcuno, farebbe bene a fare qualche calcolo, seppure di natura strettamente economica sul semplice rapporto investimenti/ricavi. Il calcio in Italia è qualcosa di più, di diverso, di ulteriore rispetto ai meri calcoli aritmetici. E'  parte della cultura nazionale e i numeri degli abbonati alle diverse piattaforme, oltre alla quantità di persone che lo praticano attivamente, lo dimostrano.

Forse, anche questo potrebbe essere Servizio Pubblico Radiotelevisivo.

così fan tutti

Mentre in Italia ci avvitiamo con l'ennesimo stallo, crisi, afasia e pigrizia intellettuale, in altri mondi, in altri paesi, ci si interroga sul futuro prossimo venturo delle telecomunicazioni, dell'informazione, della televisione e del servizio pubblico. Italia Oggi e La Repubblica, ci informano della proposta del leader laburista inglese, David Corbyn, di applicare una sorta di "digital tax" agli OTT i cui ricavati dovrebbero andare a beneficio prevalente del servizio pubblico radiotelevisivo inglese, la BBC, e del giornalismo indipendente. Salute !!!
Da noi, invece, ricorda Aldo Fontanarosa sempre su Repubblica, si potrebbe aprire la battaglia sulle concessioni. Riportiamo la frase di Stefano Buffagni, M5S: "Vogliamo rivedere tutte le concessioni: autostrade, televisioni etc". Del futuro del Servizio Pubblico, di Rai, nemmeno una parola.

Siamo tutti in attesa di sapere, di capire, quali saranno le idee, le proposte, le indicazioni strategiche a breve, medio e lungo termine che la nuova governance di Viale Mazzini vorrà proporre. Il nuovo AD,  Fabrizio Salini, nella filosofia che sottende il suo ruolo previsto dalla Legge, non ha molto tempo a disposizione per far intendere quale potrebbe essere il suo progetto di gestione. Delle due l'una: o sarà l'ennesima polpetta avvelenata di poltrone, occupazione abusiva di spazio pubblico, oppure un guizzo di dignità manageriale, di senso etico del proprio ruolo istituzionale per chi opera nella più grande Azienda culturale del Paese. E' lecito attendersi, da subito, notizie e informazioni su come e quando si intende procedere su almeno due inderogabili appuntamenti: il piano industriale e quello editoriale, previsti dal Contratto di Servizio recentemente rinnovato. Al settimo piano di Viale Mazzini dovrebbe essere in funzione una sorta di struttura di coordinamento su questi temi che dovrebbe aver prodotto, elaborato, qualcosa in merito. Si tratta solo di slides o c'è qualcosa di più?

Abbiamo poi ricordato più volte l'appuntamento con l'asta delle frequenze per i 700 Mhz che, spesso, sembra non interessare più di tanto. Eppure è certo che avrà riflessi rilevanti per il futuro della Rai, direttamente o indirettamente, nell'immediato e nel prossimo futuro.

Del precedente CdA verrà ricordata una caratteristica saliente: il silenzio. E' faticoso rintracciare un'idea, un progetto, una proposta strategica meritevole di essere ricordata nei libri di storia. C'è da sperare che per questa nuova stagione si possa avere qualcosa di meglio in merito alla comunicazione verso chi paga il canone, che ha il sacrosanto diritto di sapere perchè e per come vengono spesi i soldi pubblici.

Nel mezzo a tutto questo, nello stallo, ci potrà essere il sempre eterno "tirare a Campari".

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giovedì 23 agosto 2018

Compiti per il rientro

Il Servizio pubblico è scomparso dai radar della carta stampata. Nessuno ha nulla dire. Che sia un bene o un male, difficile dirlo.

I punti fermi: sulla  Rai la politica è in stato di confusione. Le tensioni nella maggioranza come pure nell'opposizione  non fanno pensare a nulla di buono.  Vedi pure le recenti esternazioni sulla questione concessioni nelle Tlc che potrebbe riguardare pure Viale Mazzini.
Nessuno ha un'idea precisa su come uscire dallo stallo. Il CdA è paralizzato. Due sole le ipotesi percorribili. O Foa si dimette e viene trovato un nuovo nome condiviso. Oppure permane lo stallo e, in questo caso, si affaccia lo spettro del Commissario. Con questa ipotesi, si entra in un labirinto complesso. Difficile argomentare quali siano i perimetri del Codice Civile che regolamenta la vita delle Società nel diritto privato e quali siano invece quelli che definiscono gli ambiti di una fattispecie come la Rai che, nella composizione e fonte di nomina degli amministratori, trova fondamento in una legge ad hoc.

Con l'inizio dell'autunno ci sono in scadenza appuntamenti importanti: impegni da contratto di servizio  e 700 MHz tanto per dire.

Il prossimo 4 settembre riaprono le Commissioni di controllo parlamentare. Non è stato ancora fissato il calendario della Vigilanza. E' verosimile che ci potrebbe essere una convocazione urgente.

Piccola nota a margine: si è parlato a luglio della possibile nomina di un Direttore Generale. La proposta appare fondata e sembra che Salini sia intenzionato a procedere. Non sono noti i criteri di scelta. I candidabili sembrano essere Claudio, Flussi e Ciccotti. Alcuni aggiungono Ciannamea.

Comunicazione in caso di crisi: Atlantia (30% proprietà Benetton) dopo un primo iniziale quanto imbarazzato silenzio, inizia a comunicare e dopo aver espresso rammarico e solidarietà con un fondo di 500 milioni, ora sceglie il terreno della tutela degli interessi degli azionisti. Interessante. La partita ora si concentra su due fronti: il primo tutto tecnico, giuridico, legislativo. Il secondo tutto sulla comunicazione e sull'immagine della Società e della sua percezione nell'opinione pubblica. E' verosimile immaginare che sarà questo il terreno prevalente, non foss'altro perchè il Governo ha posto molta enfasi, da subito, sulla comunicazione e sull'indirizzamento delle responsabilità. Per la famiglia di Treviso si pone un enorme problema: associare il proprio cognome ad una tragedia.
Come si dice tecnicamente: ci vogliono anni per costruire un'immagine e bastano 5 minuti per distruggerla.

lunedì 20 agosto 2018

Tutto tace

Sulla stampa nazionale la Rai è scomparsa dai radar. Non c'è nulla da dire: le bizzarrie di ferragosto sono esaurite. Il Commissario??? Foa direttore di una rete o testata? Lasciamo perdere. Ragionevole pensare che non si sa bene come uscirne. L'ipotesi più praticabile è che Foa su dimette e magari torna nel Ticino, si trova un nuovo nome e che il buon Dio ce la mandi buona.

Comunicazione in caso di crisi: Atlantia/Benetton hanno formato la squadra dei comunicatori: Barabino e Comin (noto in ambienti Rai). Vengono considerati tra i migliori. Sarà molto interessante osservare il cambio di rotta.

domenica 19 agosto 2018

La forma e la sostanza

Sulla tragedia di Genova proponiamo una riflessione sulla  comunicazione in caso di crisi  per capire come un fatto, un accadimento drammatico, assume rilevanza nella pubblica opinione, nel sentire comune, e come agiscono i soggetti interessati. Evidente che interessa anche sapere come ha agito la principale Azienda di comunicazione del Paese, la Rai, e come essa stessa è attrezzata a fronteggiare le crisi, non solo quelle nazionali, ma anche le proprie.
Non si tratta solo di avere persone e mezzi adeguati, pronti ad intervenire sui luoghi delle emergenze dove, finora, il Servizio Pubblico ha sempre mostrato grande prontezza di intervento. Si tratta di capire come la Rai comunica, quali temi evidenzia o quali invece sottovaluta. Quali leve emotive o razionali sollecita piuttosto che a quali delle parti in causa concede maggiore spazio.
Sono questi alcuni tra gli elementi che concorrono a formare "opinione pubblica" che poi si trasforma in voto politico. Interessante osservare che la sola comunicazione istituzionale letta sui quotidiani ha riguardato la rinuncia alla messa in onda degli spot che, peraltro, non ha ripreso quasi nessuno.

Fissiamo intanto alcuni elementi: le prime fasi hanno riguardato due ambiti: la comunicazione "tecnica" cioè cosa è avvenuto e quella "politica". Trattandosi di un bene pubblico ceduto in concessione, chi governa i beni comuni ha maggiore illuminazione mediatica. Infatti, le prime ore, i primi giorni, sono stati occupati dalle dichiarazioni del Governo e dei suoi diversi componenti. Solo dopo alcuni giorni e stata convocata la conferenza stampa di Autostrade.
Nella letteratura specializzata sull'argomento, si concorda che si tratta di un errore strategico.

venerdì 17 agosto 2018

Exit strategy

Per fortuna oggi Repubblica ci informa che "sarebbe pronta una exit strategy" per risolvere il problema del CdA. Per fortuna che c'è Repubblica: come mai avremmo potuto mai immaginare una nefandezza simile.

A quale mente geniale può venire l'idea di nominare direttore di rete o testata un signore qualsiasi del quale nessuno conosce le sue consolidate esperienze in questo ambito. E poi, ci informa argutamente Repubblica, che potrebbe essere meglio indicato come direttore della TgR, vivamente gradito al suo azionista Salvini, dove potrebbe contare sulla più grande testata giornalistica d'Europa.
Grazie Repubblica: un vero servizio pubblico.

Al netto di questo, da osservare ancora la scelta della Rai di non mandare in onda la pubblicità oggi in occasione dei funerali di Genova. Non sarebbe stato meglio fare il contrario? Mandarla in onda e devolvere il controvalore alle vittime? Ci potrebbero essere "problemi tecnici" vista la natura societaria di Rai. Difficile pensare che non si potevano risolvere. I problemi sono definiti come tali in quanto suscettibili di soluzione, altrimenti necessario trovare altra definizione.

giovedì 16 agosto 2018

Servizio Pubblico

Solo il Tempo, in edicola oggi, riporta la notizia che la Rai, in occasione dei funerali delle vittime di Genova, non manderà in onda interruzioni pubblicitarie.
Riflessioni: scelta opportuna, sottolinea la diversità tra interesse pubblico e vantaggi privati. Sarebbe stato il minimo attendere che per lo stesso giorno anche i Benetton rinunciassero ai lauti pedaggi autostradali e devolvere gli introiti a favore delle vittime.

Ancora: le reti infrastrutturali sono un patrimonio strategico per il Paese è come tali meritevoli di tutela straordinaria. Esattamente come le TLC, non sempre e non tutte suscettibili di esposizione alla logica dei mercati. L'apertura delle aste per la vendita delle frequenze intorno ai 700 MHz, prevista per il prossimo autunno, richiede grande attenzione per gli inevitabili riflessi sul Servizio Pubblico Radiotelevisivo.
Sarà proprio questo il primo campo di battaglia sul quale si misurerà questo nuovo CdA.

martedì 14 agosto 2018

Pensieri in libertà ... È manco tanto

La tragedia di Genova induce a riflessioni ( vedi articolo di Vita oggi sul Manifesto). Domanda innocente: i nuovi amministratori della Rai sono coscienti del luogo, delle persone con le quali hanno a che fare (i dipendenti), degli utenti, di chi paga il canone? Alcuni fino a pochi giorni addietro nemmeno potevano immaginare cosa fosse un "tricamere" figuriamoci cosa può essere la più importante Azienda culturale del Paese. Ma forse, cosa più importante, cosa è e cosa dovrebbe essere un Servizio Pubblico Radiotelevisivo. Chissà se ne sono consapevoli. Fra poche ore gira la stagione e dalla prossima settimana si aprirà il Colosseo. Hic sunt leones.


Amen

L' Avvenire di oggi ci ricorda i pensieri di Anzaldi sulla Rai. Amen

domenica 12 agosto 2018

Poco poco

Segnaliamo solo Stefano Cingolani sul Foglio: non c'è solo la Rai, purtroppo o per fortuna. Il mondo e il futuro dell'audiovisivo oltre Viale Mazzini: Netflix, la fibra, il DTT prossimo venturo etc etc. Interessante!

sabato 11 agosto 2018

Pensieri domenicali

Segnaliamo: Polito sul Corriere. Alleanza senza futuro tra FI e Lega non lascia intravedere nulla di buono per la Rai. Ceccarelli su Repubblica: il video messaggio di Conte ieri vale più per quanto non ha detto, ad esempio si è dimenticato la Rai. Padellaro sul Fatto: inutile ossessione della politica per il controllo di reti e testate che poco contribuiscono a formare o rafforzare il consenso.
Infine, di grande interesse un fondo del Sole su gli altri servizi pubblici radiotelevisivi europei e il controllo governativo in relazione ai vincoli costituzionali.

Verrebbe voglia di non citarlo ma ... tant'è: Anzaldi propone Santoro come presidente. Per fortuna dopo ferragosto torna un po' di fresco.
Buona domenica

venerdì 10 agosto 2018

Il Commissario

Repubblica, Corriere e Sole di oggi sul tema Rai sono in vacanza: non hanno scritto una riga!
Emilio Pucci sul Messaggero avanza una ipotesi interessante: se non si trova un accordo per la presidenza, il Codice civile prevede il commissariamento. Certamente le prospettive non sono rosee: vedi lo strappo di oggi in Abruzzo tra Lega e FI e, al momento, nulla lascia presagire che i due soggetti possano recuperare intese su Foa presidente come continua a chiedere Salvini.
Rimane il dubbio sulla percorribilità tecnico giuridica del commissario, formalmente corretta per le società ordinarie ma la Rai non lo è nel senso pieno (controprova la fonte di nomina degli organismi societari).
Poi, si continua a leggere che una via di uscita potrebbe essere indurre Foa a lasciare il CdA in cambio di una direzione di rete o testata: fenomenale, equivale al principio del "risarcimento" proposto ad un dirigente interno Rai solo perché il suo nome è stato fatto nella corsa per AD. Tutti possono fare tutto!!! Che meraviglia, la speranza non si nega nessuno. Chissà, forse sarà questo il vero "cambiamento"?
Qualcuno ricorda nella Spagna degli anni '80 "El desencanto" ?
Troppi interrogativi, manca poco a Ferragosto.

giovedì 9 agosto 2018

Pausa

La mazzetta dei giornali oggi ci concede una pausa: non si parla di Rai. Bene. Tutti al mare!

Qualcuno ricord

mercoledì 8 agosto 2018

Incompresi

La politica, è noto, non si adatta alle anime belle e agli spiriti gentili. Gli artefici, gli attori, che animano la scena sembrano più propensi alla tragedia che non alla commedia. Appaiono più abili nelle trame occulte che non nelle esposizioni chiare.

Come leggere la mossa della Borioni a candidare Laganà consapevole che non avrebbe preso i voti necessari?
Solo un voto simbolico? Troppo poco per essere credibile, a meno che volesse far evidenziare il sostegno del solo PD. Stanare gli altri consiglieri? Non regge. Sprovveduta? Lei è l'unica "esperta" e dovrebbe sapere bene come funziona un Consiglio e come si ottiene una maggioranza.

È allora? A pensare male si fa peccato, però, talvolta, si indovina. Viene in mente un brutto pensiero. Non lo scriviamo, altrimenti il peccato si raddoppia.

Calore

Ordinaria amministrazione: CdA di oggi ha approvato diritti sportivi e fiction. È stato anche proposto Laganà come presidente dalla Borioni (PD). Rimane il blocco su Foa.

Commento: lo spazio per la candidatura di Laganà ci sarebbe ma forse è prematura. Poi sarebbe necessario altro atteggiamento da parte del M5S. Si dovranno realizzare e attendere nuovi equilibri con la Lega.

Il caldo fa male: si legge su Dagospia che la ex presidente si è lamentata che nella sua nuova stanza non c'è il bagno. Amen !!!

martedì 7 agosto 2018

Poco oltre il nulla

La lettura dei giornali oggi ci consente un sostanziale risparmio di energie: il nulla ripassato in padella.

Buona vacanza a tutti!

lunedì 6 agosto 2018

Se le cose non le sai, salle !

Intervista oggi di Freccero a Repubblica: "per quello che ne so ... Foa può tranquillamente presiedere il CdA Rai".

Per favore, spegnete la luce e chiudete bene la porta.



domenica 5 agosto 2018

La domenica del villaggio

Salvini ha dichiarato: "ascolto il parere di altri legali". Il Fatto di oggi riporta che l'Ufficio Legale Rai sostiene la legittimità di Foa come presidente anziano. Laganà scrive a Mattarella e alle alte cariche dello Stato. Barachini in Vigilanza chiede pareri legali. Un noto ed esperto avvocato dice chiaro e tondo: NO, Foa non può presiedere. La Repubblica riporta di un piano B per Foa: assegnarli una struttura aziendale Rai. Si fatica a credere!!!

In ordine: da che parte gioca l'ufficio Legale Rai? Cosa si prospetta nelle prossime ore, nei prossimi giorni? Come si legge l'intero quadro?

Quando la politica diventa mero esercizio del potere, quando manca un progetto, una visione, una prospettiva, il risultato è semplice approssimazione, occupazione di spazio pubblico per interesse privato. Le persone che agiscono in tale contesto ne risultano figuranti, passeggeri ed occasionali.

Buona domenica !

venerdì 3 agosto 2018

Fine settimana

Oggi non ci sono notizie. Tempo instabile a fondo valle. Però, su legge di una proposta di tassare gli spot. Una clava del M5S verso FI. Poi, Paragone, dopo aver sviolinato su Salini, ci ricorda che il Presidente non conta una balla. Il Corriere ricorda che ci sono quattro poltrone da occupare subito: TgR, Rai Sport, Gr Radio e Rai pubblicità. Quest'ultima, per quanto detto prima, di particolare rilievo.

Approfittiamo della pausa di notizie per qualche nota a margine. La prima: si continua a leggere che Foa può esercitare i suoi poteri come consigliere anziano (il Fatto di oggi riporta anche il parere dell'ufficio Legale Rai). Ma questo sembra essere contrario al principio fondamentale della gerarchia delle leggi: la Vigilanza ha una rilevanza Costituzionale superiore allo statuto Rai e avendo detto NO a Foa, com'è possibile che possa esercitare le sue funzioni?

Seconda nota: l'AD ha un conflitto di interessi con la società (5% della società della moglie). Lo ha risolto ?

Terza nota: il DG. La legge non lo prevede ma non lo esclude. Tantomeno prevede che debba essere espressione del Governo che ha già un potere di controllo sul Servizio Pubblico anomalo. Questa "cinghia di trasmissione" dovrà essere quanto di più lontano dalla politica ... Lontano da amicizie e frequentazioni aziendali notoriamente "politiche" ... La Lega.
Anche in questo caso: fuori i criteri!!!


La transumanza

Stamattina abbiamo letto, da qualche parte, che è in corso una grande transumanza in varie parti del Paese, compresi i giardini di Viale Mazzini. Tutto lascia intendere che il quadro è molto incerto.
Intanto, vi proponiamo la lettura di Cassese, oggi sul Corriere, dove cita De Tocqueville: contro il dispotismo occorre la giustizia e la ragione.

Inoltre, fa sempre bene un ripassino alla storia e, in questo senso, piaccia o meno, Travaglio docet: vedi il suo fondo di oggi (do you remember Moratti ... Baldassarre etc ?).

Per la cronaca: gli scenari potrebbero semplificarsi in due direzioni. Foa si dimette e esce fuori un nuovo nome, gradito anche a FI, oppure Riccardo Laganà sarà chiamato ad assumere una grande responsabilità. La Storia non prende appuntamento: quando arrivano i momenti cruciali, difficile rimandare. Dalla sua parte non solo i dipendenti che lo hanno votato, ma forse anche quella grande parte del Paese che vorrebbe, appunto, giustizia e ragione.

Per il resto, qui nelle profonde valli bergamasche, non giungono molte notizie e quelle poche nemmeno tanto buone ... Tra figli, padri che entrano, amici di liceo che tornano ... La transumanza continua.

giovedì 2 agosto 2018

Nostradamus

Non è necessario essere indovini per immaginare qualcosa che potrebbe accadere. Da tempo su questo piccolo blog abbiamo scritto che la battaglia per la governance Rai non si ferma al Presidente o all'AD. Tutti e due e lo stesso consiglio hanno bisogno di un uomo di macchina, in grado di sapere anche come funzionano gli ascensori.
Ed ecco che la profezia si avvera: occorre un DG interno, che sappia fare di conto e gestire la bottega.
Così intanto ritorna in pista Ciannamea (il famoso risarcimento) oppure è uscita fuori (da chi?) l'idea Orfeo. Ancora una volta: con quale criterio si sceglie? Chi e piu bello? Chi ha frequentato il liceo con qualcuno di importante? Chi ha fatto il boy scout. Oppure, come forse è doveroso che sia, la scelta deve essere fatta in funzione delle capacità, dell'esperienza necessaria ad affrontare la sfida epocale per la Rai del futuro: le nuove tecnologie di diffusione dei prodotti audiovisivi?

Ogni altro criterio vago e indeterminato appare almeno sospetto.
Ma è possibile che in Rai ci siano altri nomi non meno capaci e altrettanto a conoscenza della macchina (anzi !!!): Proviamo ad indovinare: Claudio, Ciccotti, Flussi ... ???

A meno che il criterio sia la vicinanza alla politica ... Che, intendiamoci, non e cattiva di per sè ... Basta saperlo e tirare ad indovinare.



mercoledì 1 agosto 2018

Flash

La bocciatura di Foa apre scenari inaspettati. Ora si dovrà fare i conti con una realtà che potrebbe essere più complessa di quanto i più illuminati potessero prevedere.

Questo passa il convento e con questo ora si dovrà cercare una soluzione praticabile. Le ipotesi: Foa si dimette eval suo posto viene indicato altro nome più gradito (con i voti di FI ma non garantito a priori del PD);
Foa rimane e si dovrà proporre e far votare in Vigilanza un nome yra gli interni. Altre ipotesi, al momento, non ci sono.

Per questa seconda ipotesi, ragionando per ora sulla contingenza e a perno sulla necessità, tra i cinque rimasti ci sono due varianti subordinate: la Lega rivendica il posto in quanto tale e allora propone il suo uomo oppure ... oppure... Oppure...

Una carta è sul tavolo ... possibile, ragionevole... Difficile ma non impossibile...
Aggiornamento: Foa è il consigliere anziano e in quanto tale puo svolgere le funzioni di Presidente fintanto che si raggiungono intese

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