sabato 31 agosto 2019

buon gusto e buon senso

In genere non ci occupiamo di "cosucce" ma succede che spesso dalle piccole cose si intravvedono grandi fenomeni.

Ieri una parte dei nostri lettori erano in procinto di partire e magari iniziare o prolungare le ferie. Rispetto alla media sono stati meno del solito. Per molti, evidentemente, la destinazione probabile che li distrae dalla lettura del blog è Venezia dove, come leggiamo su Repubblica di oggi, " L'eco degli insuccessi giunge in un settimo piano di via Mazzini svuotato dalla trasferta dei dirigenti a Venezia: con il presidente Marcello Foa e l'ad Fabrizio Salini, al Festival del Cinema sono andati il direttore generale Alberto Matassino, il capo staff Roberto Ferrara e il responsabile della comunicazione Marcello Giannotti.". Se è vero quanto scrive Repubblica, si tratta di una grave ingiustizia: perchè lasciare a casa, tristi e grigi, i consiglieri di amministrazione (almeno uno poteva andare), il CTO Stefano Ciccotti (la tecnologia ci vuole sempre) il CFO Giuseppe Pasciucco (qualcuno dovrà pure fare i conti per sapere quanto costa tutta la giostra) e via cantando (ci perdoneranno gli altri direttori, dirigenti semplici o umili funzionari che pure, a vario titolo, avrebbero avuto grande diritto a partecipare al festival, vieppiù in fine settimana, senza disturbar alcuno).

Ma la parte più rilevante delle notizie di giornata riguarda i telespettatori in fuga dal Servizio Pubblico. L'articolo di Repubblica cita numeri e dati sugli ascolti,  in particolare di RaiUno per i quali la metà sarebbero sufficienti a far rientrare tutti dalle ferie e, con il capo cosparso di cenere, obbligati a recitare rosari e peana in discolpa del grave danno subito dal Servizio Pubblico. Quando milioni di telespettatori abbandonano il tasto privilegiato del telecomando e si dirigono altrove, si genera un effetto a catena di difficile controllo. In particolare, scatta quel sottile e perfido meccanismo di crisi di fidelizzazione ben noto. "Per costruire un impero non bastano cento anni, per distruggerlo è sufficiente un giorno". Quando anche i miti e i riti vacillano i problemi sono seri: l'ultima puntata di Piero Angela con SuperQuark è stato umiliato da un filmetto di serie Z di canale 5 con 9,9% e 1.600.00 spettatori contro il 13,6 e 2.478.000 e per vincere una serata occorre Don Matteo in replica.

Magari, visto che stanno tutti a Venezia, potrebbero comprare qualche filmetto buono ....

Abbiamo riportato nei giorni scorsi i dati di Auditel Digitale (LS) dove la partita Rai Vs Mediaset riporta dati impressionanti: 5.900 contro 27.600. quando, a giugno scorso, vennero pubblicati per la prima volta questi dati suscitarono una certa preoccupazione. E ora?

La crisi di governo, in un modo o nell'altro, si risolverà. Come ha scritto stamattina Giovanni Valentini sul Fatto: potrebbe essere una buona occasione per Raibaltare la situazione con tutti i suoi vertici. Chissà ... magari .... forse ...vedremo ...


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venerdì 30 agosto 2019

dolori d'autunno

Siamo, forse, un pò tutti come color che son sospesi. In attesa di un qualcosa che ancora non sappiamo bene cosa potrà essere e quali conseguenze potrà portare per il Servizio Pubblico radiotelevisivo. A Viale Mazzini sembrano essere tutti in ferie : "scusa, ma ora non ti posso parlare ... ho poco campo ... sono in montagna ... torno la settimana prossima ..." oppure "risponde la segreteria telefonica di ..." e via sussurrando, con un filo di voce, un fiato di preoccupazione, un sussulto di timore. Già ... già ...

Anche questo blog, nel suo piccolo, avverte la crisi. Le fonti dalle quali attingiamo, come detto, o sono ancora fuori oppure se sono a Roma non sanno che pesci pigliare. La situazione è obittivamente complessa. Sulla stampa manco a parlarne: le redazioni ai minimi termini e la mancanza di notizie spiana tutto. Bene che vada si parla (e si parlerà) di Miss Italia. 

Nel frattempo, ieri abbiamo avuto modo di  individuare due fronti di possibili tensioni per il nuovo Governo (sempre che vada tutto a buon fine). Nel precedente Governo sembrava raggiunto una specie di accordo per la spartizione delle due presidenze delle autorità sulla Privacy e l'AgCom: ai 5S la prima e alla Lega la seconda. A suo tempo abbiamo commentato: bell'affare !!! Ora che la Lega è fuori dai giochi cosa potrà succedere?

Il secondo tema, non meno importante è la Vigilanza. Per prassi la sua presidenza viene assegnata al principale partito di opposizione. Nel precedente governo l'opposizione era rappresentata da FI con Alberto Barachini. Ora, sempre che tutto vada nel migliore dei modi, il principale partito di opposizione in Parlamento sarà la Lega e non è da escludere che possa rivendicare quella poltrona. Anche perchè  è ancora pendente la richiesta di accesso agli atti relativi alla votazione di Foa come presidente Rai e trattandosi di una poltrona occupata in "quota" Lega diventa tutto assai complicato.

Inoltre, come abbiamo scritto nei giorni scorsi, il Piano industriale si trova ancora al crocevia tra Vigilanza e Mise. La prima deve completare le audizioni prima di esprimere il suo parere (non vincolante) e il secondo difficilmente potrà dare luce verde prima che la Vigilanza si sia espressa. Insomma, un bel problemino.

Per il resto nulla di nuovo: il Giornale e Italia Oggi si preoccupano del repulisti dei vari filosovranisti della prima, della seconda e della terza ora che nel giro di poco tempo sono spuntati come funghi sui prati di Viale Mazzini e Saxa Rubra.

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giovedì 29 agosto 2019

La corsa della gallina (o del pollo)

Ci siamo presi un paio di giorni di pausa per capire, ascoltare, riflettere (oltre che preparare la vendemmia che quest'anno si preanuncia di qualità). Non è che il risultato sia gran chè ... tant'e !

Nel suo film più famoso, Gioventù bruciata, James Dean si cimenta con un gioco pericoloso e drammatico: lanciarsi da un auto in corsa verso un burrone e uscire un attimo prima di precipitare nel vuoto.  La situazione politica e i suoi possibili esiti somigliano molto a questa chicken run.
Chi rimarrà impigliato in questo tentativo di unire il diavolo e l'Acqua Santa (chi è chi?). Al momento, l'esito non è affatto scontato: al Senato i numeri traballano e le variabili sono ancora molte. Da leggere il fondo di Marco Travaglio oggi sul Fatto: da incoraggiare la possibilità che i due grandi partiti possano essere "contaminati" reciprocamente da quello di buono che ognuno può portare in dote. Tutto questo però non attenua il senso di confusione e smarrimento che molti, sulle opposte sponde, provano nella valutazione del momento e delle possibili soluzioni ( compreso il sottoscritto). Non è infatti sufficiente la mera considerazione del pericolo ai confini della Patria che si potrebbe correre qualora si andasse ad elezioni anticipate. Staremo a vedere.

Vediamo invece cosa succede per la Rai. Anzitutto un dato drammatico (ci perdoneranno i colleghi ottimisti se utilizziamo un aggettivo così impegnativo) e riguarda gli ascolti. Lo abbiamo scritto e non solo noi che gli ascolti confrontati con lo scorso anno non vanno nel migliore dei modi: esempio nell'access time (tra la fine del Tg e l'inizio della prima serata) dove sono andati via circa 2 milioni di telespettatori. Nei giorni scorsi, in piena crisi politica, abbiamo seguito come il Servizio pubblico ha seguito le consultazioni al  Quirinale. Per essere precisi:
28 agosto             speciale Tg2           3,9%    377.000 spett.
                            diretta La 7             7,3%    813.000   ,,

29 agosto             speciale Tg1         13,6 %    1.471.000  ,,
                            diretta La7              8,7%        966.000  ,,
Come interpretare tutto questo (e molto altro ancora) ??? si può parlare di crisi di legittimità, di credibilità, di autorevolezza, di perdita di fidelizzazione? oppure, come qualcuno ha scritto recentemente, la Rai "è ...fa e sa fare Servizio Pubblico" ??? bisognerebbe chiederlo a quei tanti che preferiscono abbandonare la Rai. Intendiamoci: non fa piacere a nessuno di noi!!! però non è possibile nemmeno dimenticare, sottovalutare, ignorare i problemi e trovare le soluzioni. Ci sarà qualche ragionevole motivo per cui i telespettatori preferiscono Mentana a Giorgino? Ci sarà pure un responsabile? un colpevole? cosa è successo da un anno a questa parte? chi ha la responsabilità del prodotto? dell'offerta? quali strategie si stanno (o peggio, non si stanno) perseguendo? Nei giorni scorsi abbiamo letto che l'AD vorrebbe "cambiare rotta" ... ma non sarà il caso che forse il problema è chi sta al timone? o forse, non sarà che le mappe sulle quali navigano sono sbagliate?

Passo indietro: il primo Governo Conte nasce il 1o giugno dello scorso anno. Pochi giorni dopo si ritrova la grana delle nomine Rai come impone la Legge del 2015. Si ritrovano la patata bollente di dover trovare quattr'equattr'otto AD e Presidente, nonchè far votare ai gruppi parlamentari i quattro rappresentanti in Cda come previsto. A ridosso di quelle nomine, il neoletto Cda di Viale Mazzini si trova tra capo e collo l'impiccio del Piano Industriale. Nel mentre, nomine a gogo (compresa quella di un resuscitato DG cacciato dalla finestra della Legge per far posto all'AD e rientrato magicamente dalla porta). Qualcuno, come richiesto, ha voglia di fare un bilancio di questo anno? ha il coraggio di scrivere nero su bianco cosa passerà nei libri di storia del Servizio Pubblico il 2018-19 di gestione Salini/Foa?  Chi paga il canone potrebbe essergli grato. Tanto per ricordare ed essere precisi: questa Legge mette sotto il tallone di ferro il governo di Viale Mazzini. Questo Cda è espressione della precedente maggioranza. Se cambia la maggioranza, cambia anche qualcosa in Cda? domanda non peregrina e, per quanto sappiamo, molti a Viale Mazzini se la stanno ponendo.

Torniamo alla crisi: il M5S ha previsto,al punto 4 del suo nuovo programma di governo, la riforma della Rai. Bene, anzi, benissimo! e il PD cosa ne pensa? cosa ci diranno quando, fra pochi mesi, si tratterà di ridefinire il canone 2020? ci sarà l'ennesimo prelievo forzoso, illegittimo quanto incostituzionale? Vedremo chi sarà il Ministro che si troverà la patata bollente del Piano Industriale. 

Il grande timoniere diceva: "La confusione sotto il cielo è molto forte ... dunque ... la situazione è eccellente". 
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mercoledì 28 agosto 2019

domenica 25 agosto 2019

Paradigma Miss Italia

C'è poco da ridere: rispetto allo scorso anno la trasmissione di access time di Raiuno ha perso circa due milioni di telespettatori. Il 24 agosto 2018 hanno visto Techetedechete 4.115.000 spettatori con il 23.5% mentre lo stesso giorno di quest'anno sono stati 2.610.000 pari al 15,9% di share. Scusate se è poco.

Ieri abbiamo dimenticato un passaggio fondamentale sulla crisi politica e sui riflessi per la RAI. Riguarda il Piano industriale che, per quanto noto, è ancora fermo all'incrocio tra la Vigilanza e il MiSE. Anche qui, scusate se è poco. Se non si trova l'accordo PD e M5S... salutatelo con affetto !!!

Veniamo al paradigma di Miss Italia. Riflette esattamente l'aria che tira al settimo piano di Viale Mazzini. Passo indietro: chi vi scrive era  a Raiuno al tempo del direttore Nadio Delai. Già allora era un problema. Tarantola e Gubitosi tolgono il concorso dagli schermi del Servizio pubblico. Successivamente passa a La7. Alla fine di giugno scorso si legge da più parti che Cairo non avrebbe rinnovato il contratto e che la Rai era pronta a inserire il concorso in prima serata di Raiuno per il 6 settembre. Alla presentazione ufficiale dei palinsesti autunnali a Milano i primi di luglio il dibattito ruota intorno alla Clerici, profumatamente pagata e in stand by, che  potrebbe condurre Miss Italia (poi rinuncerà). Alla fine di luglio era tutto chiaro: contratto firmato. Nel frattempo il 25 si svolge un Cda RAI e, nonostante tutti avrebbero dovuto sapere, dell'argomento non parla nessuno. L'AD se ne guarda bene e i consiglieri tacciono. Difficile pensare che non ne sapessero nulla: basta rivedere la rassegna stampa per non dire che una prima serata su Raiuno non si inserisce in palinsesto così... a caso .
Come pure non si mette in moto lacomplessa macchina della  produzione in 4 e 4#8. Ma il tema è la modalità di gestione di problemi di tale rilevanza da parte di Salini. La firma sotto il contratto con la Mirigliani è la sua. Il 9 agosto Lagana',  Borioni e Coletti scrivono una lettera di protesta perché il CdA non è stato coinvolto. Ma chi è il responsabile? Babbo Natale? Ora si è svegliato pure Michele Anzaldi.
Dimenticavamo: tutto questo è avvenuto alla vigilia dell'8 agosto

Questa è l'Azienda e con tutto questo è necessario fare i conti.
Per tutto il resto ... rimaniamo connessi

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Waterloo

Tranquilli, oggi nulla di nulla di interessante (intervista a Loretta Goggi) ... tutti ancora in vacanza. Allora ci divertiamo con qualche giochino storico.
Se Napoleone avesse avuto un buon cellulare con applicazione Meteo è molto probabile che l'esito della battaglia che lo ha visto sconfitto di fronte alle truppe di Wellington sarebbe stato del tutto diverso. La pioggia, dannata pioggia, imprevista e imprevedibile e quel pallido sole che non ha asciugato subito il terreno di quel primo pomeriggio del 18 giugno 1815, ha impedito sia alla cavalleria napoleonica di attaccare le postazioni prussiane, sia alla sua artiglieria "di rimbalzo" di essere efficace. Si aggiungano poi gli errori tattici di Ney, probabilmente succube della fama di Wellington, che tardò l'attacco nel pomeriggio, e la mancanza di Murat che poco tempo prima lo aveva tradito per completare il quadro della disfatta. Oggi gli storici si chiedono cosa sarebbe stata l'Europa senza Waterloo.

Tutto questo per arrivare ai giorni nostri. Provate a fare il giochino della sostituzione dei nomi e dei ruoli e immaginate cosa ne esce. Cosa sarebbe avvenuto se l'8 di agosto Salvini non avesse aperto la crisi di Governo? Ca va sans dire ... nessun sacrilegio storico e nessun pensiero di similitudine con il Grande Corso e, almeno per ora, la crisi non è una Waterloo per nessuno. 
Però ... però qualche suggestione rimane. Rimane il pensiero che in quella data è avvenuto un passaggio epocale tra una fase politica, oltre che sociale e culturale, fondata sull'idea di un uomo solo al comando di berlusconiana prima e renziana memoria poi, si è passati a quella di un uomo solo allo sbando

Questo stesso giochino di sostituzione dei nomi e dei ruoli, provate a farlo con i vari generali di Viale Mazzini: divertente.

Per quanto riguarda il Servizio Pubblico, potrebbe significare un momento di svolta di potenziale grande rilievo. Nell'ipotesi di nuovo governo PD - 5S, ci potrebbe essere una svolta nella direzione di modificare (Di Maio dixit) e magari migliorare le legge sulla Rai e, meglio ancora, dare vita ad una profonda riflessione di aggiornamento sul SIC (Sistema Integrato delle Comunicazioni) datato ormai più di 20 anni. Tra l'altro, si può cogliere l'opportunità del rinnovo del Consiglio di AgCom (sospeso per crisi). 
Nel caso il tavolo della trattativa PD - 5S non andasse a buon fine, almeno per la Rai nella migliore delle ipotesi si potrebbe sperare che per l'anno prossimo il canone potrebbe essere salvo, salvo qualche esproprio dell'ultima ora da far entrare nella prossima finanziaria. Ma si tratta di cosa da poco, un tirare a Campari di scarsa utilità strategica. Rimarrebbe una situazione di "stallo" politico tra le due anime che governano Viale Mazzini in attesa di nuove elezioni e nuovi equilibri. Si tratta dello scenario peggiore per l'Azienda: nessuno prenderebbe più decisioni strategiche, nessuno si assumerebbe responsabilità di scelte che potrebbero essere ritorte contro. Una tragedia. Almeno, solo per questo, converrebbe tifare per la soluzione della crisi: la Rai non si può permettere ulteriori ritardi nella corsa all'innovazione delle tecnologie, dei prodotti, dei programmi.

Ieri un nostro attento e affezionato lettore ci ha fatto notare a proposito degli ascolti sull'informazione: "... se fai servizio pubblico non ti preoccupi dell'Auditel". Obiezione accolta: ma in questo periodo, e nello specifico sul tema della crisi politica, la Rai ha svolto bene il suo compito di Servizio Pubblico? Abbiamo qualche riserva in proposito. Inoltre, la sua natura ibrida (metà canone e metà pubblicità) impone comunque di fare attenzione agli ascolti. Almeno fintanto che non sarà chiaro cosa la Rai offre ai cittadini in cambio del canone (anche durante il periodo estivo).
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sabato 24 agosto 2019

Consultazioni Rai

Ieri Bloggorai ha svolto le consultazioni  "all'amatriciana"sulla crisi di Governo : qualche telefonata, un bel mazzo di whattsupppppp, una manciata di mail, un paio di caffe e tre aperitivi (per tirare a Campari).
Il risultato è il seguente:
1) Molti ritengono che l'accordo PD e 5S si farà, con un pò di mal di pancia
2) sono attesi ribaltoni, aggiustamenti, pentimenti e aggiustamenti vari al vertice di Viale Mazzini
3) in Cda Rai il Governo PD e M5S già c'è (Borioni, Coletti, Lagana e, mal grè bon grè, Salini)
3) che Dio ce la mandi buona

Come noto, per guidare una vettura è necessaria una patente. Allo stesso modo si dovrebbe fare quando si parla di Servizio Pubblico radiotelevisivo. Ci permettiamo di suggerire, molto sommessamente, almeno tre libricini (quasi gratis)  necessari per capire meglio che succede intorno alla Rai. Il primo è il Giulio Cesare di Shakespeare (tradimenti, congiure, complotti), il secondo è Il Gattopardo di Tommasi di Lampedusa (tutto cambia ma rimane sempre uguale) e infine L'arte della Guerra di Sun Tzu (la gestione del conflitto). 

Allora, per venire a queste ore e agli esiti delle nostre consultazioni riferite alla Rai. Al quarto punto del programma (nuovo) del M5S c'è la riforma della Rai. Bene !!! Ma di quale riforma si parla? di quella proposta da Fico e recentemente riemersa dopo tre anni? questa proposta contiene l'idea di abolire il canone come recentemente hanno ribadito Salvini e Di Maio oppure no? Ieri abbiamo posto la domanda ad alcuni parlamentari che ci leggono. La risposta è stata abbastanza vaga e alcuni hanno ricordato che quando la Liuzzi del 5S ha ritirato fuori la proposta Fico, per quanto ne sappiamo, pochi del Movimento ne sapevano qualcosa.  Peggio mi sento sul tema canone: come noto si tratta di argomento assai controverso sul quale il PD è contrario (vedi dichiarazioni Borioni in Cda). Oltre che controverso è anche derimente: canone si o no significa il futuro della Rai in un modo piuttosto che in un altro. Il Piano industriale poggia anche su questo. Inoltre, la riforma Rai che si vorrebbe attuare dovrebbe essere quella che dovrebbe superare la legge attuale del 2015, fortemente voluta e votata dall'intero PD. Dunque? il PD è disponibile a rimangiarsela? abbiamo qualche dubbio: finora nessuno ha sollevato perplessità sulla sua architettura di Governance, sull'AD etc. ma sopratutto sul fatto che questa Legge mette il Servizio Pubblico sotto il tallone di ferro del Governo. Non è cosa da poco. Quella Legge contiene l'idea dell'uomo forte al comando e il rischio di farlo diventare l'uomo forte allo sbando è forte. E veniamo al dunque: tra i nostri interpellati, in caso di accordo PD e 5S, non tutti sono concordi nel ritenere che questo possa avvantaggiare Salini e anche tra i sostenitori del Movimento non pochi hanno mugugnato di fronte a certe scelte fatte o non fatte in accordo o rottura con l'ala leghista di Viale Mazzini (vedi i vari pacchetti di nomine). Qualcuno ci ha ricordato l'intervista di Foa su La Stampa dello scorso 11 agosto: in quel testo hanno più significato le cose non dette (nessuna citazione del Piano Industriale) che quelle dette ("dobbiamo riconsiderare le strategie") alla quale non c'è stata nessuna reazione. 

Nel frattempo, da quando è iniziata la crisi, nonostante un enfatico comunicato dell'Usigrai soddisfatto e grato a Salini per il recente accordo di stabilizzazione dei precari (doveroso), gli ascolti Rai non sembrano essere andato proprio nel migliore dei modi per quanto riguarda la comunicazione  politica: vedi lo speciale del Tg1 di giovedì sera battuto da un programmmuccio qualsiasi di Canale 5 (9,2 contro 11,4).

Da segnalare il pezzo di oggi sul Fatto quotidiano a firma Travaglio dal titolo "Pari Opportunismi" e riferita a quanti, tra Viale Mazzini, Saxa Rubra e Via Teulada, temono o godono per la posizione che hanno avuto, che hanno e che potrebbero avere a seconda delle convenienze. Vi ricordate quando, su queste pagine, ce la prendevamo con i dirigenti "in quota" ???

Veniamo, infine, ad un suggerimento di un nostro autorevole lettore. Ci invita a dare qualche "buona notizia" sulla Rai, anche pensando a quanti, e sono molti, lavorano con attenzione grande professionalità per il bene comune Servizio Pubblico. Ha ragione il nostro lettore, condivido pienamente. Abbiamo solo una riserva quando si tratta di distinguere le notizie in buone e cattive. Se solleviamo il tema degli ascolti che calano, si può leggere in termini positivi e negativi allo stesso modo. Comunque, ne terremo buon conto. Non è sempre vero che c'è sempre del marcio in Danimarca ...  anzi... 

Staremo a vedere, la partita è in pieno svolgimento e gli esiti sono del tutto incerti.

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giovedì 22 agosto 2019

Consultazioni

Con le dovute proporzioni e il dovuto rispetto, anche Bloggorai sta effettuando consultazioni. Sembra che a Viale Mazzini qualcuno potrebbe o vorrebbe o dovrebbe cambiare aria.

mercoledì 21 agosto 2019

Sportellate

Per fortuna che Conte c'è e oltre che randellare Salvini mena pure una sveglia a qualche furbetto di Viale Mazzini. Durante la diretta tv con le comunicazioni del presidente del consiglio c'è stato un boom di ascolti. Alla faccia di chi pensa che la politica non interessa i telespettatori e si gongola con gli ascolti (in riduzione rispetto allo scorso anno) di Techetedechete o di qualche film degli anni passati.
Sui giornali di oggi si legge "Salini corregge la rotta". Corregge la rotta? Il problema è  capire, sapere, se aveva una rotta e quale era, dove era diretto e chi aveva tracciato quella rotta.

In questo ragionamento cala la storia di Miss Italia. Oggi veniamo a sapere che tre consiglieri - Lagana', Borioni e Coletti - scrivono all'AD per protestare contro il ritorno dello storico concorso di bellezza su Raiuno il prossimo settembre e perché il Cda non era stato coinvolto. Giustissimo... piena condivisione ma ... solo ora se ne sono accorti? Sono due mesi che si discute su chi debba essere il conduttore e su questo blog lo abbiamo scritto più volte ed ora a pochi giorni dalla messa in onda sollevano il problema? Non solo, la notizia viene riportata solo da PrimaOnLine mentre nessuna Agenzia o quotidiano ha scritto una riga.
Fare una cosa giusta e non lo sa nessuno non sembra funzionare.

Rimanete connessi - stay tuned - Possibili integrazioni in giornata

Ps: anche questo blog in questi giorni registra picchi di contatti. Grazie

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martedì 20 agosto 2019

La crisi

Alea iacta est ... chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato... scordammoce 'o passato. Passerà alla storia come la crisi del secolo. Forse, però, una benedetta follia che consente di ridurre a più miti consigli non solo e non tanto il "truce" quanto più chi in lui riponeva qualche specie di consenso prima culturale che politico. Amen.

Ora ci sarà da ridere a Viale Mazzini con tutti i celoduristi della prima ora e i leghisti della seconda ora. Per noi con i capelli bianchi, pensionati e sfaccendati, un film visto tante volte: dalle stelle alle stalle è un attimo. Però... pur sempre stalle dorate con fior di stipendio. Pecunia non olet.

Veniamo a cose serie. Ieri ci  è sfuggito un pezzo di Balassone su Repubblica con titolo: "La fuga estiva dai telegiornali della Rai" dove si legge che Tg1 e Tg2 hanno perso oltre un milione di telespettatori. Proviamo ad interpretare: chi paga il canone e più intelligente di quanto credono alcuni a Viale Mazzini. Ora ci sarà da ridere per come e per quanto sarà possibile recuperarli


Sul Corriere delle comunicazioni intervista interessante a Gilberto Nava sul passaggio di consegne in AgCom. Approfittare della crisi politica per rivedere l'intero comparto delle tlc, a partire dall'analisi del rapporto tra interessindegli utenti e quelli degli operatori. Proposta una specie di "stati generali". Ottima idea, potrebbe essere una base dibriflessione per un nuovo SIC e magari il superamento della Legge RAI del 2015.

Sui giornali di oggi da non perdere il pezzo di Ettore Livi su Repubblica sullo scontro tra Auditel e Audiweb: come abbiamo scritto più volte, sarà questo il campo di battaglia per i prossimi mesi.

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lunedì 19 agosto 2019

Attenzione ascolti

Sulla stampa di oggi nulla. Non ci resta che piangere citando il deputato Michele Anzaldi in una nota dei giorni scorsi.

“Il Tg1 ha perso quasi 600mila telespettatori rispetto a un anno fa (-583mila telespettatori, -3,8% di punti di share), secondo le rivelazioni dello Studio Frasi di un esperto di Auditel come il professor Siliato, mentre il Tg2 è crollato di quasi mezzo milione (-421mila, -2,1% ovvero un quinto dello share totale perso) e il Tg3 ha perso 60mila telespettatori (-61mila, -0,2%)”. Tutti dati che, rimarca Anzaldi, “compromettono un settore fondamentale per il servizio pubblico come l’informazione, mentre la concorrenza di Tg5 (+511mila) e La7 (+60mila) cresce”. Ripreso da Primaonline.

La seconda fonte di lacrime sono gli ascolti di Auditel Digitale LS delle settimane a cavallo di luglio e agosto: RAI soccombe sia rispetto al suo diretto concorrente Mediaset che rispetto a Sky.

Piangiamo in silenzio...senza disturbare i vicini.

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La patata bollente


È ormai noto e consolidato il fatto che l’arena di competizione del Servizio Pubblico in Italia, come del resto in Europa, sarà determinato tra le piattaforme di diffusione e le risorse sulle quali contare (vedi il caso recente di Salto, la nuova piattaforma pubblico/privata). In altre parole, tanto per tirarli direttamente in ballo, saranno i CTO e  i CFO gli artefici delle grandi manovre. Nei giorni scorsi abbiamo sollevato la riflessione sui costi crescenti delle connessioni in rete dovuti allo sviluppo del 4K (anzitutto giochi on line ma anche serie e film per la fortuna di Disney, Amazon, Netflix e TIM) ed abbiamo riportato una notizia mai scritta (dobbiamo anche sottolineare che non è stata mai confermata o verificata, si tratta solo di un “racconto” fatto da alcuni testimoni e protagonisti, nulla di scritto che possa comprovare) secondo la quale Mediaset avrebbe avanzato una proposta di una rete IP dedicata ai broadcasters.

Tutto questo, con alcune osservazioni proposte da nostri lettori, ci porta dritti dritti al cuore di un macigno sulla strada della Rai e del suo Piano Industriale. Spesso abbiamo scritto che si tratta di un piano che somiglia ad una vettura con le ruote bucate: non può andare da nessuna parte perché la principale tra queste, la ruota delle risorse economiche, non solo è bucata ma è consunta e probabilmente irreparabile, a Roma si dice che è una “caciotta”. Tutto questo per noti motivi: il canone non è una risorsa certa. Ogni Governo, e questo in particolare fin che dura, ha minacciato di toglierlo oppure, ben che vada, preleva indebitamente una parte di esso per destinarlo ad altri scopi (incostituzionale). Alto motivo con solide basi è la dinamica dei flussi pubblicitari, sempre più in riduzione e rivolti verso altri settori diversi dalla tv digitale terrestre. 

Allora, si da che da tempo alcuni sognano una specie di RaiFlix che dovrebbe avere le sembianze di Rai Play e tutti sperano fiduciosi l’arrivo del messianico Fiorello per lanciare la piattaforma streaming di Viale Mazzini, ricca di contenuti originali. Bene. Poniamo la solita domandina semplice semplice: come viene pagata? Con quali risorse? Fino a prova contraria, il canone viene pagato dai cittadini solo per la distribuzione via digitale terrestre e satellite e non si prevede che una parte di esso possa sostenere finanziariamente la diffusione di programmi sul Web. Ricordiamo una banalità: il canone è una tassa indisponibile per altri scopi e deve essere utilizzato solo per quanto esplicitamente previsto dalla Legge. E allora? Chi paga Fiorello? Qualche buontempone se la potrebbe cavare con la risposta più semplice: la pubblicità. Ma non è proprio così e le note difficoltà a gestire ed applicare le indicazioni legislative sulla contabilità separata che tante volte ha sollevato i rilievi della Corte dei conti, sarebbero ancora più rilevanti nel caso di Rai Play. Un nostro autorevole interlocutore ai piani alti di Viale Mazzini si è spinto a dire: “RaiPlay è morta prima ancora di nascere e seppure dovesse vedere la luce si porterebbe appresso un handicap incolmabile”. Il solito pessimista inguaribile che rema contro corrente. Per precisione: Rai Play è viva e lotta insieme a noi e ottiene pure un significativo interesse. Ma da questo ad immaginarla come la via radiosa al futuro della Rai ce ne corre.

Al termine di questo pistolotto estivo, rassicuriamo i nostri lettori: calma piatta. Sulla stampa di oggi nulla di interessante (Paolo Conte, Bibbiano, Carmine Padula etc ).

Bruto sulla piana di Filippi “ah, se solo sapessi la fine di questo giorno…” Per gli anticesariani si prevedono giorni cupi, basta attendere il fresco di settembre.
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domenica 18 agosto 2019

Probabilità e incertezza


In questi giorni di delirante silenzio sul Servizio Pubblico e di allarmante vociare di crisi politica, ci deliziamo la mente con un saggio importante del fisico italiano Carlo Rovelli: “Ci sono luoghi al mondo dove più che le regole è importante la gentilezza”. Dio solo sa quanto ne sarebbe necessaria, insieme ad un sano pizzico di intelligenza.

Bene, veniamo al dunque. Ieri abbiamo citato una storiella non scritta ma molto verosimilmente avvenuta: Mediaset avrebbe proposto alla Rai, tempo addietro, di realizzare una rete IP dedicata ai soli broadcasters e, purtroppo, mai realizzata a tutto vantaggio degli operatori telefonici che ora gongolano per i lauti e crescenti profitti. Ora, ai nostri attentissimi lettori, non è sfuggito un aspetto correlato: la Legge consente che non si paghi il canone se il segnale tv viene ricevuto via cavo e si usa il monitor privo di sintonizzatore. Nello stesso periodo di cui sopra, sotto il Governo del sottosegretario Giacomelli PD, la questione venne affrontata quando si discuteva di mettere il canone in bolletta. Per strani ed incomprensibili motivi (o forse no) la questione cadde anch’essa nel dimenticatoio ed ora Netflix & Co fanno da portatori d’oro alle casse dei vari TIM di Gubitosi &Co. Robetta da poco, si dirà. Intanto, il futuro delle casse del servizio pubblico è tutt’altro che roseo. Come al solito, come quasi sempre avviene, nulla succede per caso e, come scrive appunto Revelli “Noi viviamo in un universo di ignoranza: Sappiamo tante cose ma sono di più quelle che non sappiamo”

Nei giorni scorsi abbiamo scritto di maghi e fattucchiere. Come si mette ora la stella del Presidente con la prospettiva della Lega &Co di andare nel cono d’ombra della politica con il clamoroso autogol di Salvini? Bella domanda dalle risposte molteplici.

Oggi non c’è trippa per gatti: non vi aspettate nulla dalla stampa. Una sola notiziola gustosa (ripresa da Il Giornale e riferita a Paolo Tiramani, Rappresentante lega in Vigilanza) a proposito di crisi politica. La Lega si incacchia con il Tg1 perché accusato di essere troppo schierato con il M5S: Accccciperbacco … una cosa da far tremare i polsi .

Qualche settimana fa abbiamo scritto di “giallo per l’estate”. Aggiungiamo un piccolo tassello. Ricordate il black out del trasmettitore di Monte Mario sul Mux 1 avvenuto nella notte tra il 24 e il 25 giugno. Secondo la relazione presentata in Cda dal CTO, si è trattato di un malfunzionamento con “motivazioni plausibili” presentate da Rai Way. Ma nessuno ancora è in grado di spiegare perché i ricavi della quotata di Via Teulada continuano ad essere crescenti per parte Rai attraverso il sostanzioso canone pagato (oltre 180 milioni l’anno) e in ribasso quelli da terzi e perché il 100% dei dividendi vengono ripartiti tra gli azionisti e nemmeno un euro per investimenti e innovazione. Nei giorni scorsi sono cadute tante stelle. Quando sarà la volta di quelle che portano fortuna al Servizio Pubblico e non al Servizio Privato?

Nulla avviene per caso e sotto l’albero del pero cascano solo le pere. Ristorate la mente: leggete Rovelli.
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venerdì 16 agosto 2019

Giochi proibiti

Confermato: il grande calcio non sarà sulla RAI. Respinto il ricorso contro Sky per la partita di Champions il mercoledì. Un sentito ringraziamento ai geni che hanno firmato il contratto e che rimarranno impuniti. Ora hanno il coraggio di dire che a Viale Mazzini rimane "tanto calcio: la serie B e quello femminile ... nonché la Coppa Italia ".

Aria di crisi: Salini scrive  ai direttori Tg. Necessario garantire il pluralismo. Non si sa mai, è bene ricordarglielo visti i precedenti con l'istruttoria AgCom sul Tg2.

Sui giornali  di oggi spiccano due pezzi. Il primo a firma Claudio Pezzotta su Italia Oggi. Un raro esempio di come in assenza di qualsiasi notizia nuova si possa scrivere un pezzo di "simpatia" per l'AD Salini.
Altro pezzo interessante lo pubblica La Verità, a firma G. Gan. Riferisce su tutti gli inciuci avvenuti nei giorni scorsi a Viale Mazzini tra M5S e PD. È un bel quadretto di personaggi che, sempre sotto la guida di Salini vede suo fido quanto "abusivo" DG (ricordiamo che la Legge 2015 dispone che ci sia solo l'AD), definito  "un pezzo di novanta gauchista... con un curriculum di prim'ordine un trampolino lancio Doc" ha ben provveduto a misurare nomine e posizioni importanti


Veniamo ora invece ad una notiziola gustosa. La testata on line Multiplayer riferisce che i costi in bolletta per gli utenti con il 4K stanno aumentando vertiginosamente  in quanto cresce di molto il consumo di banda. Ora  gira voce che tempo addietro, in modo informale ma sostanziale, Mediaset avrebbe proposto in primis a RAI, di creare una rete di distribuzione IP dedicata ai soli broadcasters in modo da garantire banda e velocità fino al punto di accesso dei vari provider. Ovviamente le beghe e i conflitti interni, insieme alla cronica incapacità a guardare il futuro ha fatto cadere tutto nel vuoto. Ed ora i telefonici godono come grilli.

Che bella giornata.

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mercoledì 14 agosto 2019

Rai

Anzitutto grazie ai tantissimi lettori di ieri: buon segno per tutti.

De minimis non curat praetor


Questo il senso della giornata di Ferragosto: in piena crisi politica nessuno si cura della RAI. Non ci resta allora che un sano esercizio di cruciverba  di preveggenza,  occultismo e oroscopo.
Proviamo ad indovinare: ora che Salvini ha aperto la crisi, che ne sarà del suo Agente all'Avana (Foa) ? E quale potrà essere il destino del suo dirimpettaio Salini con il (non) suo Piano industriale?  E se allarghiamo l'orizzonte, che succederà a settembre con il rinnovo del Consiglio AgCom?
Lanciamo i dadi: in attesa di un esito elettorale del tutto incerto, gli
aruspici non vedono per Foa nulla di buono. Dovrebbe vincere la Lega a piene mani per garantirgli la sopravvivenza , cosa tutt'altro che facile e scontata.

E l'AD che, secondo notizie pubblicate e mai smentite, si preoccupò di andare a Palazzo Chigi a presentare il Piano industriale prima ancora del voto in Cda, non sembra godere di entusiasti sostenitori. Vedi pure la mancata reazione dell'intervista di Foa.

 Gli ossi di pollo e le carte non danno buoni segni.

Messi tutti insieme gli amuleti trovati nei giorni scorsi a Pompei, purtroppo,  non lasciano intravedere nulla di buono. Comprese le dinamiche sugli ascolti.

Per quanto riguarda Agcom, lo schema di giugno che prevedeva la sua presidenza alla Lega e quella della Privacy al M5S sembra destinato a saltare.

Per tutto il resto  sui giornali di  oggi Nulla ... stamattina  Nulla.

Buon Ferragosto 

martedì 13 agosto 2019

Incontri ravvicinati


-   °     Ahooo Reed … che dici ?
·         Ciao Marcè … Te possino, che stai a fa qui a Oslo, co ‘sto freddo?
-   °     Che te devo dì Reed… da noi nun se batte n’chiodo, allora stamo a pensà de fa Raiflix … che dici? I contenuti ciii date voi o se li famo da soli?

Dialogo surreale, ma nemmeno tanto tra Reed Hastings (CEO di Netflix) e Marcello Foa (Presidente Rai) virtualmente avvenuto a Oslo lo scorso giugno del quale, finora, pochi erano a conoscenza.

I nostri lettori non perdono un colpo e ieri ci hanno invitato a rileggere l’intervista al Presidente Rai dell’11 scorso.  Leggiamo che Foa, appunto, si sarebbe incontrato con Hastings ed ha valutato alcune sue proposte. Acccc… robba forte! E poi, leggiamo che gli operatori di servizio pubblico in Europa stanno avviano una riflessione comune sul loro futuro. Però, il CdA Rai non ne ha ancora parlato. Doppio Acccc….

Domandine semplici semplici a proposito di CdA: quanto, quando, in che modo gli amministratori di Viale Mazzini sono stati coinvolti, informati, e quanto hanno condiviso e dibattuto queste valutazioni, proposte, progetti e quant’altro? Non sono pervenute informazioni, nessuno ha scritto o detto nulla, sappiamo solo quanto Foa, gentilmente, si è premurato di farci sapere con la sua intervista. E l’AD è stato informato, lui ne sa qualcosa? E della sua affermazione sulle strategie da riconsiderare? Chi lo dovrebbe fare? Lui stesso, il CdA, l’AD … tutti insieme appassionatamente oppure ognuno per conto suo? Bho !!! Se non andiamo errati, al Presidente non spetta un ruolo diverso?

Altra riflessione suggerita a proposito della crisi: non sappiamo ancora come potrà evolvere la situazione ma certamente, almeno per il prossimo anno, il canone sembra salvo. Tiriamo a Campari (Soda). E, con buona pace dei ristrutturazionisti verticali per genere, anche il Piano Industriale sembra destinato ad un triste destino. Chi se la sente, infatti, di farlo avviare con questi chiari di luna (ricordiamo che, fortunata casualità, Foa nella sua intervista non lo ha degnato di un solo pensiero). In attesa dei vincitori di turno, si spera, le nomine andranno in stand by e poi si vedrà.

Notizie di oggi: la Corte dei Conti ha pubblicato le sue osservazioni annuali sul bilancio Rai. Solito richiamo alla riduzione degli sprechi e uso razionale delle risorse interne. Nulla di nuovo, purtroppo. 

Intanto i francesi, pubblici e privati, partono all'attacco di Netflix. La loro Antitrust ha dato via libera alla nuova piattaforma Salto, alla quale partecipano 
France television, Tf1e M6.
Il quotidiano La Stampa segue con attenzione questo argomento.

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lunedì 12 agosto 2019

Meteoriti

Altro che stelle cadenti: non c'è bisogno di scomodare Giovanni Pascoli, basta leggere qualche giornale, fare qualche telefonata, seguire qualche sito o altri blog per intendere l'aria che tira. Pessima!

Qualcuno, al solito, obietterà: ma chi te lo fa fare a perdere tempo con queste "sciocchezze" invece di farti un bel bagnetto al mare? la risposta è semplice: il numero dei lettori del blog che anche in questo periodo è molto seguito e fintanto che qualcuno legge, il sottoscritto scrive.

Allora.... ma  santa Pace!!! questo blog è letto da tanti ex colleghi (la maggioranza ancora in sevizio), amministratori, parlamentari, liberi pensatori sfaccendati, pensionati, fini intellettuali e acuti analisti.

E' mai possibile che nei giorni scorsi si è saputo tutto e di più sulle strategie e alleanze di Mediaset in Italia e in Europa, dei progetti di Tim a guida Luigi Gubitosi (bontà sua) di Netflix  e financo della Rai (dalla sola parte del Presidente che le vorrebbe rivedere come ha dichiarato in nella sua interessante e discutibile intervista nei giorni scorsi) e quant'altro di rilevane e significativo possa interessare il futuro del Servizio Pubblico e a nessuno viene in mente di esprimere un pensiero compiuto? un commento non si nega a nessuno. E' mai possibile che la sola preoccupazione di questi giorni è sapere chi sarà il conduttore di Miss Italia nel mentre che Techedechete cade nell'abisso degli ascolti?

Ora, è comprensibile che tra ferie arretrate, festivi non goduti, Pr e Pf vari chi è ancora dipendente ha la sacrosanta voglia di staccare la spina e godersi le meritate vacanze. Ma il Servizio pubblico, in quanto tale, è pagato 365 giorni l'anno e per molti dovrebbe essere un dovere intervenire, discutere, obiettare e proporre ... o no?
E' comprensibile, inoltre, che molti (compreso il sottoscritto) sta seguendo con attenzione una crisi politica dagli esiti molti incerti che potrebbe cambiare non poco le carte in tavola per il futuro di Viale Mazzini. In un post precedente ho osservato che nell'intervista di Foa non vi è alcun riferimento al Piano Industriale. Eppure questa è la partita principale che si giocherà nei prossimi mesi.

Altro che stelle cadenti ... meteoriti

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domenica 11 agosto 2019

Note calde 8

La RAI: "Non ho un'idea ancora chiara di dove stia andando". Lo ha detto Giancarlo Leone, uno che se ne intende, oggi su Libero.

Per tutto il resto... calma piatta .

 Non si sono viste nemmeno le stelle cadenti

sabato 10 agosto 2019

Stelle cadenti


San Lorenzo, io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.


Agosto porta consiglio: rilevante intervista a Marcello Foa, presidente RAI, su La Stampa. Propone alleanze tra gli operatori broadcast italiani per fronteggiare la concorrenza streaming. L'idea è un "accordo  di sistema" una specie di cooperazione tra pubblico e provato per la produzione di contenuti "nazionali". Ragionamenti suggestivi che meritano attenzione. Almeno per quanto riguarda due aspetti: la necessità di una nuova legge di riordino del sistema (SIC) dopo oltre 20 anni dalla legge 112 e l'ammissione di uno stato di crisi del Servizio Pubblico non più eludibile. Interessante notare che non fa cenno alcuno al Piano industriale che pure dovrebbe essere la linea guida per lo sviluppo RAI dei prossimi anni. Anzi  dice pure "dobbiamo riconsiderare le strategie". Affermazione impegnativa e importante proprio mentre è ancora in stand by l'ok del MiSE al Piano.
Interessante osservare, inoltre, che una proposta di tal genere, certamente non banale per quanto discutibile, venga proposta proprio in questi giorni di crisi politica.
Come sempre,  nulla avviene per caso, e certamente  non è lecito supporre che tali dichiarazioni siano solo "stelle cadenti".

A proposito di crisi e stelle cadenti: gli ascolti di RAI Uno  in questi giorni sembrano andare in basso. Crolla il mito  di Techetedechete e va sotto di 5 punti rispetto allo scorso anno. Lo speciale del Tg1 sulla crisi raccoglie poco più del 10%. La tendenza alla disaffezione verso la rete si alimenta  anche in questo modo. Come si può pensare di riproporre repliche di Techetedechete che già è un contenitore di repliche?

Avesse ragione Foa?

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venerdì 9 agosto 2019

Note calde 7

Qualcuno mentre era in vacanza si è accorto che è in corso una grave crisi politica ed è tornato a Viale Mazzini: dopo tre giorni uno speciale del Tg1.

Oggi segnaliamo tre articoli.  Il primo è su Milano Finanza, a firma Manuel Follis, sulle strategie televisive di Tim a seguito degli accordi con Sky. Obiettivo di Luigi Gubitosi è proporre Tim Vision come un potente fornitore di contenuti (contiene anche Netflix). Una concorrenza molto dura.

Il secondo è sul Foglio a firma Stefano Cingolani e si riferisce alle dinamiche della televisione in Europa.

Il terzo è sul Quotidiano del Sud a firma Maria Pia Donati e riporta un argomento del quale ci siamo già occupati: la denuncia di Riccardo Lagana' in Cda sulle spese per consulenze esterne dell'Ufficio legale RAI. Dopo oltre un mese, ovviamente, nessuna risposta.

A proposito di Cda, Nota calda a margine: potrebbe essere utile a tutti, dopo un anno di attività, sapere esattamente come si è svolto il mandato che gli amministratori hanno ricevuto dal Parlamento e dai dipendenti. Magari una cosa semplice semplice: ricordare come hanno votato sui provvedimenti più rilevanti (nomine, piano industriale, palinsesti etc etc) .

Anche questa è trasparenza.

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giovedì 8 agosto 2019

Note calde 6

Anzitutto la segnalazione di un articolo sul Foglio, a firma Luciano Capone, sulla quantità e qualità di informazione proposta dalla RAI. Molto interessante: c'è molto da riflettere su come e con quali strumenti il Servizio Pubblico adempie ai suoi obblighi istituzionali.

In questi giorni di crisi politica, inoltre, tutti ubriachi del palinsesto estivo alla Techedeche, pochi sembrano avere un guizzo di proposizione. Ci aspettiamo una "maratona Mentana" per sapere, capire, valutare cosa succede in questo Paese?

Già... cosa succede e quali potrebbero essere le conseguenze immediate e future per Viale Mazzini in caso di nuove elezioni?
Il primo ingorgo si potrebbe creare all'incrocio tra Vigilanza e MiSE dove la posta in palio rimane il Piano industriale.
Ammesso e non concesso: perché Di Maio dovrebbe "regalare" il via libera al Piano che verrebbe a buon gioco di una RAI potenzialmente leghizzata da un probabile esito elettorale favorevole a Salvini?
E il canone? È noto che la Lega ha nel mirino la sua abolizione. Se vince?
Questi sono solo alcuni dei tanti interrogativi che poggia comunque su una certezza granitica: in tempi di crisi politica tutti, o quasi, cercano di defilarsi in attesa dei riposizionamenti. Ergo: tutto si rallenta.

Per il resto... tutti al mare ... l'unico problema che interessa la RAI in questo momento è chi condurrà Miss Italia (Insinna è saltato).

Speriamo che almeno qualcuno si ricorda di innaffiare le piante.

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mercoledì 7 agosto 2019

Note calde 5

Stamattina tremano i polsi. Dopo aver averc saputo che Insinna condurrà Miss Italia da leggere clamorosa intervistavdel consigliere Igor De Blasio su Libero Quotidiano. Urgente un regolamento per i giornalisti RAI sui social.

È passato un anno dall'insediamento di questo Cda. A qualcuno è venuto in mente di fare un bilancio? Lasciamo perdere ...

 ... Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire”.

martedì 6 agosto 2019

Note calde 4

Questa mattina articoli interessanti.

Silvia Fumarola su Repubblica racconta i palinsesti autunnali di RAI e Mediaset.  Dopo averlo letto si può capire perché tanti telespettatori, specie giovani, emigrano verso altre piattaforme.

A proposito di piattaforme Web, da leggere il pezzo di Virginia della Sala sul Fatto Quotidiano. Si parla della fine prossima ventura del web gratis. Un tema da tenere a mente quando si ragiona, appunto, di modalità diverse per usufruire di servizi audiovisivi.

Infine, sempre sul Fatto, lo stallo del Governo sulle nomine alla Privacy e AgCom. 

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domenica 4 agosto 2019

Note calde 3

Alcuni giornali del nord (La Prealpina in testa, poi l'Adige, Brescia Oggi,  Eco diBergamo etc) oggi ci informano che la RAI è molto efficiente in termini di canone rispetto agli altri SP europei.

Sarebbe interessante sapere cosa si ottiene in cambio in termini di prodotto, di servizio pubblico fornito.

sabato 3 agosto 2019

Note calde 2

Nel mentre che non sappiamo chi sarà il conduttore di Miss Italia, leggiamo da La Stampa che Tim ha raggiunto un un'importante accordo con Sky per la fornitura di contenuti sulla piattaforma Vision. Mediaset si muove in Europa.

Lo Snater grida "vergogna " per come non vengono utilizzate le risorse RAI interne.

Da leggere intervista a Campo Dall'Orto su La Stampa di oggi: RAI e Mediaset alleate contro lo strapotere di Netflix e Co.

A Viale Mazzini hanno aperto un centro estivo: giochi d'acqua e Techedeche a go go.

La vacanza prosegue

giovedì 1 agosto 2019

Note calde

Il giornale La Prealpina ci ha informato che la Vigilanza ha votato all'unanimità una mozione con la quale chiede a RAI di non procedere a nomine in attesa del parere sia del MiSE e della stessa Vigilanza sul piano industriale. Nei giorni scorsi un autorevole dirigente commentava: "tutte stupidaggini ".

Il cambiamento: Miss italia torna su Raiuno. Chi sarà il conduttore? Il quesito rimbalza con ansia, dalle Alpi a S. Maria di Leuca.

Anche su Sanremo aleggia il mistero.

Luglio: pubblicità in calo -6%

Il mercato della tv stimato oltre 100 miliardi di euro (Preta dixit). Lo scontro sul futuro passerà anche sulle dirette tv.