mercoledì 30 giugno 2021

Rai: caffè sospeso al bar di Via Prestinari

Foto di Engin Akyurt da Pixabay

                                                       Please, notate il cuoricino sulla tazza !!!

Adelante con juicio … tutto sembra procedere secondo quanto previsto: questa mattina si è svolto il Cda Rai ed è stata convocata l’Assemblea degli azionisti poi rinviata al 12 luglio. Subito dopo, si è riunita la capogruppo della Camera ed ha confermato per il 7 luglio, insieme al Senato, la votazione per i quattro nomi di loro competenza.

Dunque, tutto sembra andare nella direzione di avere un nuovo Cda entro la metà del mese. In questo caso, se così fosse, come detto, Bloggorai si va rinfrescare la capa in alta montagna, non prima di aver pagato laute scommesse per aver sostenuto l’ipotesi (solo l’ipotesi) che sarebbe stato difficile trovare il cosiddetto “accordo politico” tra i tanti soggetti interessati. 

Il primo tra questi è Draghi che si deve mettere d’accordo con se stesso: quale criterio dovrà adoperare per scegliere l’AD e il Presidente (che poi se la dovrà vedere nella jungla della Vigilanza)? Trovato il criterio (quale?) si dovrà lambiccare con se stesso e i suoi collaboratori tra quale nome scegliere tra quelli proposti dai presunti “cacciatori di teste”. Infine, si dovrà pure interrogare su quale mandato gli dovrà assegnare al capo Azienda del Servizio Pubblico: tagliare reti, posti, rimettere a posto i conti, fare investimenti? Boh! 

Dopo di che, la palla passa ai piedi dei partiti: quali partiti che dovrebbero nominare chi? Come vi è ben noto, la cronaca di queste ora ci racconta di un M5S sull’orlo del disfacimento che però conta ancora su una solidissima pattuglia parlamentare. Ripetiamo la domanda essenziale: è mai possibile che si possa fare un qualsivoglia “accordo politico” senza di loro? Ma, domanda complementare,  chi dovrà dialogare con chi: con Grillo, con Conte, con Crimi, con Di Maio, con Patuanelli, con Di Battista? Boh! Sarà mai possibile che il PD si trovi con un alleato sull’orlo di una crisi di nervi e possa decidere da solo per dare un placet ad un AD senza dover mettere in discussione accordi strategici a partire dalle prossime amministrative e poi all’elezione del Capo dello Stato? Andiamo avanti: il centro destra non sembra navigare in acque più tranquille: oggi abbiamo letto l’ennesima battuta sulla stracotta candidatura Agnes che accontenterebbe i “verdi- azzurri”… come … i “verdi-azzurri” ??? Lasciamo perdere.

Aggiungiamo una chicca: come è possibile raggiungere un “accordo politico” su questi temi quand’anche all’interno dello stesso Governo non si trova l’accordo per adempiere ad obblighi istituzionali non meno rilevanti in questo stesso ambito: alla vigilia della prossima tappa del refarming, il ministero competente, il MISE, non ha ancora provveduto a nominare il Direttore Generale per i servizi di comunicazione elettronica, di radiodiffusione e postali (DGSCERP) per non dire che sono passati oltre sei mesi dall’ultima riunione del famigerato tavolo Tv 4.0. Come si dice a Roma de che stamo a parlà??? In questa chiave si capisce come e perché pure a Viale Mazzini hanno perso la bussola dei rapporti con il MISE (vedi vicenda dello spot andato in onda sul bonus rottamazione Tv).

Magari le nostre pingui finanze andranno a rotoli a forza di pagare caffè, gelati, pranzi, cene e colazioni per la scommessa persa, ma teniamo il punto. A rigor di logica e buon senso, di accordi politici non se ne vedono fumi all’orizzonte. Poi, si sa, la politica è arte del possibile e dell’incognito e tutto potrà succedere nel volgere di pochi istanti. 

Se così fosse, care lettrici, cari lettori, mettete mano al portafoglio ..almeno lasciando un “caffè sospeso” al bar della gentile Signora Napoletana in Via Prestinari.

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ps: dite pure che dopo passa Antonio, detto Totò

FLASH

Su proposta del MEF l'Assemblea degli Azionisti aggiornata al 12 luglio. 

Segue post.

L'ultimo Valzer di Viale Mazzini?

 

Foto di pixelia da Pixabay

Apriamo con una notizia importante: venerdì 2 luglio inizia a Spoleto il primo Festival Rai per il Sociale. È la prima iniziativa del genere mai presa prima da un servizio pubblico radiotelevisivo europeo. È e dovrebbe essere il modo, il segno tangibile di come e di quanto sia necessario e doveroso prestare costante attenzione per quanto avviene nel mondo reale, cioè oltre Viale Mazzini dove invece alla recente presentazione dei palinsesti la parola “sociale” gli faceva fatica ad essere pronunciata.

Molti anni addietro esisteva a Piazza S. Silvestro a Roma un luogo fantastico: la Libreria Remainders. Si trovavano libri che erano fuori dal circuito della distribuzione tradizionale e piuttosto che gettarli al macero gli editori provavano a dargli una seconda chance. Così, era facile trovare a meno della metà del prezzo ottimi titoli. Ne conserviamo uno: “Odi armene a coloro che verranno” di Elise Ciarenz. Ci è tornato in mente a proposito di oggi, quando al VII piano di Viale Mazzini si potrebbe (condizionale futuro probabile imperfetto) svolgere l’ultimo Cda Rai. Per il giudizio sul suo operato ci sarà tempo, anche se per buona parte è stato tutto già scritto. A occhio e croce, non sarà tanto dissimile dai tanti che lo hanno preceduto: chi più chi meno, in tanti hanno dato il loro contributo a portare la Rai nello stato in cui si trova.

Va beh, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato … ma NON scordammoce ‘o passato! E allora, in attesa di coloro che verranno, proseguiamo un ragionamento avviato nei giorni scorsi. Il tema sono le risorse economiche sulle quali potrà contare la prossima Rai, e non solo quella del prossimo consiglio ma quella del decennio a venire. Vi abbiamo proposto il tema del canone e della possibilità, seguendo le indicazioni del PNNR, che possa tornare ad essere riscosso in bolletta. Riflettendo a più voci con lettori espetti del tema è tornato a bomba un antico quesito: ad una azienda radiotelevisiva di Servizio Pubblico conviene più essere sostenuta con una “tassa di scopo” come quella attuale (canone) oppure far rientrare questo sostegno nella fiscalità generale con un contributo fisso annuale predeterminato? La questione non è di facile soluzione e, per quanto ne sappiamo, non ha goduto di dibattito adeguato e sufficiente. La prima e forse più profonda obiezione riguarda la sua autonomia dal soggetto erogatore, il Governo. È noto che il principio secondo cui chi paga comanda è sempre valido e già ci troviamo in una situazione in cui al Governo, con la nefasta Legge 220 del 2015, gli si assegna un potere di controllo anomalo. Dargli pure il portafoglio, potrebbe essere eccessivo. Un punto fermo però si potrà pur mettere: la fonte “pubblica” per sostenere un Servizio Pubblico ci deve pur essere. Si tratta di capire se il canone, nelle condizioni determinate, possa essere ancora per il prossimo futuro la forma più efficiente, efficace e condivisibile anzitutto per chi è chiamato a pagarlo. L’assioma secondo cui si tratta “della tassa più odiata dagli italiani” è dura da gestire quando arriverà il momento (non lontano in verità) in cui ci potrebbe essere la possibilità di scegliere se pagarla o meno, per l’Azienda sarà dura. Da non dimenticare che sono già in vendita apparati privi di sintonizzatore con i quali si può essere esentati dal pagamento del canone. Sempre in tema risorse, da non sottovalutare le dinamiche sul mercato pubblicitario che vedono in crescita costante gli investimenti destinati alla rete piuttosto che al broadcast. Infine, c’è una terza fonte di risorse sulle quali pure non si dibatte sufficientemente: la razionalizzazione della intera offerta Rai e l’efficienza economica della gestione. Per la prima parte si tratterà una volta per tutte di definire correttamente il rapporto tra quanto viene richiesto alla Rai (vedi obblighi da Contratto di Servizio) e quanto gli si assegna di budget. Tre reti generaliste e tanti canali specializzati sono troppi? Per la seconda, sarebbe interessante sapere questo consiglio dove e quanto ha inciso per migliorare i meccanismi di spesa, dove e come sono stati introdotti strumenti di risparmio contestuali a d altri di incremento delle entrate. In questo contesto, a volte siamo indotti a pensare che, contrariamente a quanto abbiamo più volte scritto, la vera competizione per la prossima Rai sarà incentrata sostanzialmente sui conti e sui costi. L’arena tecnologica sarà subordinata: non si potrà fare nulla, adeguamento impianti, investimenti, se non ci saranno risorse economiche. Punto.

Veniamo all’attualità: oggi lo Studio Frasi di Francesco Siliato ha reso note le sue elaborazioni sulla composizione e dinamica della platea televisiva degli ultimi anni. Si evidenza ulteriormente un fenomeno noto: i telespettatori della televisione “tradizionale” stanno diminuendo e, rispetto ad un paio di anni addietro, ne mancano all’appello tante centinaia di migliaia (rispetto all’anno precedente nello steso periodo -700 mila nel day time e – 1,6 mln in prime time), nonostante il Covid e nonostante gli ascolti stratosferici dei campionati Europei (vedi articolo sul Sole 24 Ore di oggi). Quello che è meno noto è sapere dove sono “emigrati” questi telespettatori: sappiamo solo che il versante broadband è in crescita costante e che questo trend è destinato a mantenere questa direzione e tutto il futuro prossimo venturo sarà segnato da questa dinamica. A Viale Mazzini continuano a crogiolarsi con RaiPlay.

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martedì 29 giugno 2021

La scommessa Rai

Foto di moritz320 da Pixabay 

Sta per iniziare la partita Inghilterra - Germania. 
Se non vi interessa, vi suggeriamo una possibile alternativa per perdere 5 minuti.

Lettori fortunati: potete avere a gratis quello che altri devono pagare e anche un tantinello caro. Nei giorni scorsi vi abbiamo chiesto un piccolo obolo, un chip, una “mezza piotta” come si chiamava a Roma, un gabelletta, un appello “…al vostro buon cuore”, un “tengo famiglia… mio padre al manicomio e mia madre carcerata… (ascoltata a Porta Portese un paio di domeniche addietro). Tutto questo perché A) siamo vivamente preoccupati per l’enorme mole di caffè, merende, pranzi e un paio di cene che si dovranno pagare qualora i nostri scenari, le nostre previsioni, si dovessero rivelare infondate e B) perché dobbiamo trovare un modo per rispondere ai tanti che ogni tanto ci chiedono “perché lo fai? Chi te lo fa fare ogni giorno a scrivere questo Blog?

Argomentiamo sul motivo A: abbiamo scritto in epoca non sospetta che potrebbe essere probabile e conveniente per molti andare ad una proroga non istituzionale cioè non determinata da un atto formale. Ogni istante che ci avvicina alla data prevista (probabile) del 7 luglio e a quella successiva del 12, quando prima Camera e Senato dovrebbero eleggere i loro 4 rappresentanti in Cda Rai e dopo si dovrebbe convocare l’Assemblea degli azionisti dove il MEF dovrebbe comunicare il ticket prescelto (come?) per Ad e Presidente, per quanto sta avvenendo nel quadro politico, paradossalmente, si allontana la soluzione. Spieghiamo: sul M5S c’è poco da dire, sono sull’orlo di una crisi di nervi di difficilissima soluzione. È lecito supporre che la loro crisi si possa trascinare buona parte della compagine che sorregge Draghi. Il PD formalmente appare “sereno” ma sostanzialmente non lo è affatto. I segnali giunti con le primarie, al di la delle affermazioni d’ufficio, non sono stati per nulla incoraggianti e, per quanto valgono, i sondaggi sulle intenzioni di voto non dicono nulla di buono.  A destra…peggio mi sento. Le tensioni tra Salvini e Meloni con Berlusconi in finestra non danno segnali di fumo incoraggianti. Le grandi partite di fondo (elezioni amministrative, elezione del Capo dello Stato) sono tutte da giocare e, in questo momento, siamo solo alla campagna acquisti, più o meno come alla vigilia dell’inizio del campionato di calcio. Ognuno cerca di comprarsi i giocatori migliori e, se non può, cerca di impedire che li possa acquistare una squadra diretta concorrente. La Rai è un buon affare: metterci le mani ora e conquistare posizioni di vantaggio potrebbe convenire ma ogni contendente si trova nella medesima posizione: non può vincere e non può perdere. Non è uno “stallo” in senso tecnico ma gli somiglia molto. Per il momento, per quanto ogni giorno riusciamo a cogliere, leggere e sapere lo scenario ci porta a dire che manteniamo la scommessa sul rinvio delle nomine. Per questo chiediamo conforto con l’obolo: qualora perdessimo si prospetta la bancarotta. Orsù, abbiate cuore … a gentile richiesta forniamo l’IBAN.

L’argomento su motivo B) è più complesso. Ci sono tanti buoni motivi e il più semplice è perché ci divertiamo come matti e questo basta e avanza per giustificare il tempo dedicato a questo Blog. Raramente abbiamo avuto tante soddisfazioni e gratificazioni con così poco. Fa piacere sapere che tante, tante persone, ci leggono e ci seguono con attenzione. Ogni giorno, da oltre tre anni, lo vediamo la mattina presto che sono lì in attesa del Post quotidiano e sappiamo che anche loro ne traggono soddisfazione.

Bene, veniamo alle cose importanti. Anzitutto un aggiornamento su quanto abbiamo scritto ieri a proposito del soffietto su Bernabè scelto da Draghi come AD Rai. Dopo qualche iniziale verifica con lettori esperti, abbiamo convenuto che si trattava di una mezza bufala. Oggi, in verità, altri lettori ci suggeriscono di tenere in considerazione l’altra metà della bufala che forse potrebbe non essere tale. Beninteso, per chi frequenta mercati, fiere e luoghi di assembramento vario, sa bene che spesso si incontra una paranza di gentiluomini che organizza il gioco delle tre carte dove una vince e l’altra perde. Abbiamo scritto che Bernabè, dall’alto del suo CV e del suo nobile patrocinio di Draghi se ne potrebbe guardare bene da mettere le mani sui conti di Viale Mazzini anzitutto perché già li deve mettere in quelli dell’Ilva di Taranto che non sembrano poi proprio tanto migliori della Rai. Oggi c’è una novità: sta uscendo fuori che dalla drammatica situazione delle acciaierie pugliesi è meglio tenersene alla larga (ne parlerà diffusamente un dossier de L’Espresso di prossima pubblicazione) ed ecco allora che potrebbe venire meno un ostacolo sulla via di Damasco per il nobile boiardo chiamato a salvare il salvabile di Viale Mazzini. È solo un tassello di un puzzle molto, molto più complesso, però da tenere in debita considerazione. Ovviamente, tra i primi e più fervidi sostenitori di questo genere di ipotesi ci sono coloro del “… tanto decide Draghi e se ne fregherà dei partiti”. Questo ragionamento ci riporta al “motivo A”: in questo caso Draghi non potrà decidere da solo o, almeno, non potrà applicare lo schema secondo cui l’AD lo decide lui e lascia ai partiti la bega di indicare il Presidente. Non funzionerà così, come non ha funzionato nel passato. Vedremo.

Argomento di grande rilevanza riguarda Mediaset. Nei giorni scorsi si è svolto l’appuntamento finanziario più rilevante del Biscione e i dati che ne sono usciti fuori fanno indubbia impressione. Nonostante il Covid portano a casa utili come se fossero noccioline e investono cifre rilevanti in tecnologie e prodotti. Improponibile il confronto con Rai vista la natura diversa delle Aziende però difficile non tenerne conto: si tratta pur sempre dei due principali operatori broadcast nazionali ed è semplicemente evidente che se uno si rafforza l’altro si indebolisce anche se non necessariamente a spese dell’avversario.

A questo proposito, tornano utili due riflessioni che abbiamo proposto nei giorni scorsi: la prima si riferisce allo spot mandato in onda sul refarming delle frequenze (sbagliato, fuorviante e inopportuno) come se fosse una pubblicità di un detersivo per i piatti anche se era firmato Ministero dello Sviluppo Economico. Abbiamo sollevato il problema per Rai ma anche Mediaset lo ha mandato in onda. La differenza sostanziale è che per Rai è ingiustificabile, per Mediaset è comprensibile. La seconda riflessione, ben più grave, si riferisce alla minaccia neppure tanto velata perché contenuta nel PNNR, di tornare alla riscossione del canone Rai alla vecchia maniera, riproponendo lo scenario di evasione al 25% con perdita per le casse Rai di circa 300 mln di euro. Appare del tutto evidente che nell’immediato futuro ai telespettatori si porrà un problemino di non facile soluzione: dovendo “pagare” per un servizio (sport, intrattenimento forse pure informazione) dove è meglio indirizzare la propria scelta? Come abbiamo titolato: il nemico della Rai è alle porte e non sta solo a Bruxelles ma molto, molto più vicino.

Già, chi sono i nemici? Si tratta dei cosiddetti “poteri forti” che stanno lavorando in entrambe le vicende. Abbiamo la sensazione che però a Viale Mazzini qualcuno non se n’è accorto. Tanto, fra poco… tutti al mare.   

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Lavori in corso

 Oggi poco da leggere ma molto da scrivere.

Abbiate pazienza 

A dopo

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lunedì 28 giugno 2021

Rai: il nemico è alle porte e non solo è a Bruxelles

Foto di Amy Moore da Pixabay

Allora, visto che alle 17.20 di questo caldissimo giorno d’estate (il mio termometro agricolo, in pieno sole, segna 42,7 gradi) sono tantissimi i lettori del Blog che hanno cercato refrigerio in questo angolo di “pensiero debole” e visto che sulla stampa non c’è nulla da segnalare e infine, visto che ci è appena giunta notizia e conferma di quanto abbiamo allarmato da tempo …eccoci qui a scrivere due righe tanto per gettare un po' di benzina sul fuoco.

Parliamo di canone, di quella che tanti (amici e nemici) definisco tra le tasse più odiate dagli italiani. Ricorderete che l’8 maggio scorso il Messaggero per primo e noi per secondi abbiamo sollevato il pericolo che con l’approvazione del PNNR venisse introdotta una norma, cosiddetta “anti concorrenza” per la quale i fornitori di energia elettrica non dovranno più incassare oneri non direttamente derivanti dal loro business. In altre parole, non dovranno più riscuotere oneri tipo gas e, appunto, il canone Rai. Si tornerebbe in sostanza a quando le bollette si pagavano all’Ufficio postale, cioè a quando l’evasione del canone si aggirava intorno al 20% del totale dovuto. Tradotto in soldoni: alcune centinaia di euro in meno nelle casse della Rai.  Un nostro attento e scrupoloso lettore ci ha precisato: “La norma è stata inserita fra gli obiettivi del PNRR a pag.345, bottom of the page – objectif to be realized Q4 2022- Increase transparency on the electricity bill by giving consumers access to the sub-components of the “spesi per oneri di sistema”- Remove the requirement for suppliers to collect charges unrelated to the energy sector”. Amen. Tutto chiaro? A noi si, ma non siamo ancora certi quanto lo sia a Viale Mazzini. Certo, per coloro che stanno per uscire, la questione potrebbe anche non appassionarli più di quanto sia avvenuto anche con altri temi non meno rilevanti (il refarming delle frequenze), però ad almeno un paio di direzioni l’argomento avrebbe dovuto far suonare un campanello di allarme e magari, chissà, con un pizzico di attività “di lobby” forse, magari, si poteva tentare di arginare il problema in tempo utile. Si tratta di attività tipica da “potere forte”.  Ma, evidentemente, ben altri problemi si agitavano da quelle parti. Doppio amen.

Ora tutto questo ci porta ineffabilmente a ragionamenti già accennati su questo blog nel recente passato: che cosa si vuole fare di questa Rai? Questo Governo, nel momento in cui si accinge a nominare i nuovi amministratori tirati fuori dal cilindro magico che progetti, quale visione ha della Rai? Stamattina il consigliere Laganà, unico in parte sopravvissuto e per altra parte già impegnato nel prossimo Cda, ha scritto una riflessione su futuro della Rai su FB. L’interrogativo che pone si riferisce al giornalismo di inchiesta e scrive “Per rimanere in tema: cosa ha in mente la nuova governance rispetto al giornalismo di inchiesta in RAI? Investire, potenziare o subdolamente andare a sottrazione? Cosa si vuole fare del perimetro industriale? nel mondo delle Media Company dove la tecnologia evolve a ritmi incessanti, come può RAI sostenere un modello che prevede tempi di acquisizione lunghi anche due o tre anni?”. Già … domanda pertinente ma, dobbiamo osservare, che prima ancora sarà necessario che qualcuno dica chiaro e tondo se si vuole “investire, potenziare o andare in sottrazione” sul più vasto tema delle risorse Rai. Una volta, un altro attento lettore ci ha suggerito una citazione di Hemingway in Fiesta dove si legge: “Come hai fatto a fare bancarotta? In due modi, gradualmente prima e improvvisamente poi”.

Sembra di capire che ci possono essere mille modi per affossare il servizio pubblico: tra questi potrebbe funzionare benissimo, appunto, il modello “Jenga”. La Torre regge, regge fino al punto in cui togli un ultimo tassello e crolla giù tutto. fino a non molto tempo addietro andavamo sostenendo che l'arena principale dello scontro tra Rai e il resto del mondo sarebbe stata quella tecnologica, ora cominciamo ad addrizzare il tiro: forse sarà prima quella economica.

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ps: il nemico non è "solo" a Bruxelles

domenica 27 giugno 2021

Lavori in corso

Foto di Pete Linforth da Pixabay

Rimante sintonizzati e preparate il portafoglio, 
con la viva speranza che al suo interno non ci siano coccodrilli, tarantole e semi di cicuta.

Il post di oggi arriverà in giornata, con il fresco.
Non ci sono notizie rilevanti.

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Storie ignobili

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

 Ma che piccola storia ignobile mi tocca raccontare
Così solita e banale, come tante
Che non merita nemmeno due colonne su un giornale
O una musica o parole un po' rimate
Che non merita nemmeno l'attenzione della gente
Quante cose più importanti hanno da fare
Se tu te la sei voluta, a loro non importa niente
Te l'avevan detto che finivi male...

Mah ...boh ... care lettrici, cari lettori,,, che volete che vi dica ... passa proprio la voglia di scrivere di cose serie, di proporre riflessioni importanti, di argomentare e di dibattere, di studiare e confrontare ... oppure, semplicemente, di cazzeggiare (francesismo) di  girarci intorno senza prendersi troppo sul serio. 
Tutto sommato, questo è solo un piccolo Blog e mentre ogni tanto ci lambicchiamo tra tanti temi e problemi ... gira che ti rigira, sembra andare tutto a tricch'e e ballacche ... tra chi mente e chi smentisce, tra chi tace e chi è muto, tra ladri in fuga da Viale Mazzini con le tele sotto il braccio e stuoli di avvocati in brodo di giuggiole pensando alla mole di lavoro che gli si prospetta. Che meraviglia ... 
mah ...boh ...
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sabato 26 giugno 2021

Il Potere Forte e la Rai


Quando ci si trova di fronte ad un grande affresco, ad un opera d’arte di grandi dimensioni, è necessario fare due passaggi: il primo è allontanarsi per avere una visione più vasta possibile per cercare di cogliere il senso generale, il significato, il contenuto. Il secondo, al contrario, richiede di avvicinarsi quanto lecito per cogliere i dettagli, anche quelli apparentemente irrilevanti che a volte possono celare più della visione generale. Traslato modo, si tratta esattamente di questo nelle ore, nei giorni, che precedono la “possibile” ma non assolutamente certa nomina del prossimo vertice Rai.

Cerchiamo di spiegarci meglio e premettiamo che useremo come bandolo della matassa la ricerca dei grandi dettagli (cercher l’argent) per capire quale potrà essere la piega degli eventi. Ad aiutarci nel compito, questa mattina compare un piccolo articolo su MF, a firma Andrea Montanari, con il titolo “Ora per il vertice Rai spunta l’opzione Bernabè”. Non c’è dubbio che l’argomento sia molto suggestivo e ci porta dritti nel cuore di un Post che abbiamo in canna da giorni: la Rai e i poteri forti, interni ed esterni all’Azienda, in altre parole lo sconto tra i titani dei grandi business prossimi venturi che interesseranno il Servizio Pubblico Radiotelevisivo già dal suo immediato futuro del prossimo settembre. Ci siamo messi al lavoro per verificare con i  nostri soliti "quattro amici al bar" ed abbiamo subito convenuto che è necessario tenere a mente il fondale di questo affresco, una possibile filigrana, che risiede anche in quanto abbiamo letto e sappiamo sulle vicende Mediaset dei giorni scorsi.

A differenza dei tanti nomi che sono circolati nei giorni scorsi, più o meno tutti plausibili, questo potrebbe trovare il sostegno relativo, appunto, di “poteri forti” prevalentemente esterni all’Azienda, almeno nel suo "significato" intimo. Ovvio che il primo, il più forte tra i poteri, è proprio quello di Draghi che vedrebbe talmente bene uno come Bernabè alla Rai che potrebbe anche essere indotto a farlo desistere dall'incarico che egli ha conferito per l’Ilva di Taranto pur di rimettere in ordine i conti di Viale Mazzini. Anche se, ci viene opportunamente fatto osservare che “ ... Bernabè non si sporcherebbe il suo onorato ed apprezzato pedigree poco dopo questo recente incarico fiduciario… non è un uomo per tutte le stagioni”. Perché il nome di Bernabè in Rai è suggestivo? Semplicemente perché fa parte della triade delle TLC insieme al ministro Colao e a Gubitosi di TIM, un potere forte trasversale, che impatta direttamente sul futuro dell’Azienda. La triade è collegata, a sua volta, con un altro “potere forte trasversale” che si definisce puntualmente nell’universo bancario e finanziario del quale lo stesso Capo del Governo è eminente portavoce e illustre rappresentante e che, a sua volta, esprime l’azionista di maggioranza Rai proprio tramite il  ministro Daniele Franco che dovrà, prima o poi, fare il nome del prossimo AD di Viale Mazzini. I due mondi debbono, giocoforza, dialogare tra loro, seppure hanno obiettivi e strategie alternative e fors’anche conflittuali tra loro.  

Attenzione, per quanto è noto sapere, tra Bernabè e Gubitosi non sembra proprio che vadano a raccogliere primule mano nella mano e cantar Fiorin fiorello… l’amore è bello… sui verdi campi. Il tema dunque, ci riporta pari pari nel giardinetto non del tutto chiaro dove passeggia amenamente il Supertecnico Draghi. Necessario un passaggio su Colao e le sue recenti prese di posizione sul tema banda larga e società unica che non hanno fatto fare salti di gioia in casa TIM quando, di fatto, è stato affossato il MoA di fine agosto scorso. Ipotesi Berbabè in chiave anti …qualcuno o anti qualcosa ??? Forse, ma anche no. Forse è solo un semplice depistaggio o forse anche un segnale trasversale che i “Poteri Forti” sanno usare molto bene.  Allora la domandina semplice semplice torna ad essere la stessa che poniamo da tempo: con quale visione ci si approccia al tema Rai, cosa si immagina per il futuro di questa Azienda?

Stasera gioca l’Italia … in attesa, forse, nel pomeriggio altro aggiornamento sui “Poteri Forti” intorno alla Rai. Rimanete sempre sintonizzati, non si sa mai.

bloggorai@gmail.com
 

Giochi proibiti

 

Foto di Gerd Altmann da Pixabay 
Care lettrici, cari lettori,

Come potete bene immaginare è tutto molto, molto complicato. E' in corso un gioco ad incastro di estrema difficoltà. Del resto, nulla di nuovo, come sempre. Cerchiamo di seguire e di interpretare con attenzione quanto succede e quanto potrà avvenire nei prossimi giorni. Per paradossale che possa apparire, l'unica cosa certa è che è tutto incerto. 

Rimanete sintonizzati: forse anche in giornata un nuovo Post.

In lavorazione una riflessione sui "poteri forti" fuori e dentro la Rai.

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venerdì 25 giugno 2021

La Rai, Salini e i suoi generali: l'ultima battaglia


Condizionale futuro probabile, incerto, dipende, chissà, vedremo... boh!!! Questo per dire che il 7 luglio dovrebbe, potrebbe avvenire la votazione tra Camera e Senato per nominare i quattro consiglieri di loro competenza. A questo punto, siamo costretti a chiedere ai lettori di questo Blog un piccolo obolo di sostegno necessario a pagare le scommesse che si perderanno per aver scritto che si potrebbe andare ad una proroga dell’attuale Cda. Intendiamoci, nella vita, come nella politica tutto è possibile. Come faranno i partiti a mettersi d’accordo su questo passaggio, sarà frutto di un miracolo dell’estate. Litigano su tutto e tra tutti: al loro interno si scannano tra correnti, bande e fazioni, nelle aree di competenza (centro, centro destra e centro centro (ripetuto due volte) sinistra (sinistra ??? quale???) come pure a destra (destra ???) o centro centro destra (ripetuto due volte) e così via. Litigano su ogni argomento: sui licenziamenti, sul decreto Zan, sulla riforma della giustizia, su Alitalia, sull’Ilva e via dicendo però… però... sulla Rai trovano fatalmente un accordo. Miracolo... Miracolo!!! Ci sarà pure un buon motivo??? Si, c’è! Sulla Rai si gioca quel poco che rimane del primato della politica: Draghi non può fare a meno di passare le forche caudine degli intrallazzi dei partiti, la Rai non è la BCE, non è la Banca d’Italia, non è Cdp. Il capo del Governo potrà anche trovare un uomo o una donna di suo pari livello che poi però si dovrà però sporcare le mani con gli agenti artistici, con le case di produzione esterne, con i parenti, gli amici e i conoscenti che si dovranno nominare in una rete o in una testata senza alcun criterio trasparente, solo appartenenza ad una “quota” piuttosto che un’altra. È la politica… bellezza!!!

Detto questo, vedremo. Anche questo Blog può sbagliare, altrimenti sarebbe Il WSJ, il FT o più semplicemente un Big Influencer. Comunque, però, non sarebbe un Blog... aggratisse, magari con un pizzico di pubblicità... tanto per pagare un caffè a qualche direttore di Viale Mazzini.

A proposito di Direttori, vi avevamo promesso una breve e sommaria riflessione sui “generali” e ci riferiamo ovviamente a quelli di Viale Mazzini e ci siamo interrogati su quanto le loro capacità, la loro credibilità, la loro professionalità abbiano contributo in termini di qualità e quantità a chiudere questo triennio. Salini non è stato solo: una parte dei suoi “generali” se li è trovati in casa, altra piccola parte se li è scelti e portati da fuori (due in particolare, Matassino e Giannotti). Come vi è noto, siamo appassionati di cultura napoleonica e, su questo argomento vi è una ricca e interessante letteratura, sviluppata in particolare nell’analisi della sconfitta ferale di Waterloo. Fu tutta colpa di Napoleone o degli eventi atmosferici (la notte prima della battaglia aveva piovuto molto e il terreno era fangoso)?  No, decisamente no. Gli storici concordano e un nostro affezionato lettore ci suggerisce: “Napoleone ha sbagliato la scelta dei suoi generali nella campagna di Waterloo: a coordinare le operazioni come capo di stato maggiore c'era Soult, ottimo maresciallo ma meno competente del fido Bertier che aveva accompagnato tutte le precedenti campagne. Anche la scelta di Ney, a comandare l'ala sinistra il primo giorno dello scontro e la cavalleria durante le celebri cariche ai quadrati inglesi, e di Grouchy, che comandò l'inseguimento dell'armata prussiana in fuga, non hanno dato i risultati sperati. Come si sa, Napoleone sceglieva i suoi generali anche in base alla loro fortuna, che mancò durante la campagna finale. Si dice anche che il giorno di Waterloo Napoleone stesse male (ulcera?), e la mattina a colazione aveva parlato poco con i suoi generali, limitando la discussione sulla strategia da tenere e la sua comprensione delle vere condizioni sul campo”. E pensare che fino a tarda mattinata Napoleone era convinto di vincere e se la battaglia di Waterloo si fosse risolta in modo diverso? Forse l'Europa attuale non sarebbe la stessa.

Fatte le debite proporzioni, poste le necessarie distanze, lontano da paragoni indebiti, e senza voler assegnare glorie immeritate a nessuno, se invece qualcuno volesse cimentarsi nell’analisi dei “generali” di Salini e di come questi hanno interagito con lui si capirebbe molto del perché e del per come l’Azienda oggi si trova più o meno laddove era qualche anno addietro, con una sola differenza: il mondo è cambiato e cambierà ancora con un velocità incrementale e la Rai non ha la forza, non ha le risorse, per stare al passo. Tutta colpa sua, del “napoleone” di turno e dei suoi generali? No, certamente no: la politica ci ha messo tanto del suo e tanto pure. Ma questa non è una giustificazione: di fronte ad un giudice questa considerazione potrebbe essere pure essere un aggravante piuttosto che una attenuante. Salini e i suoi generali avevano tutte le armi a disposizione per gestire il confronto e, laddove non le avevano, potevano usare l’arma totale: le dimissioni anticipate. Invece, a nostra memoria, si ricordano le processioni a Palazzo Chigi, gli incontri riservati con qualche segretario di partito (tutte notizie mai smentite) e via dicendo.  Amen. Se tutto va bene, a metà luglio si cambia e speriamo che vada bene (non è detto).

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giovedì 24 giugno 2021

Rai: imbarazzanti silenzi e omertose verità


                                                                                                         Foto di Gino Crescoli da Pixabay

«Fa giorno con un cielo tutto rosso, sembra di fuoco, eppure il vento è fresco e umido e l'orizzonte una foschia grigia. I due uomini sono saliti in coperta e sono due facce ben diverse quelle che guardano verso la costa, celata dalla nebbia”...

In oltre tre anni di vita di questo Blog raramente ci siamo trovati in difficoltà quanto oggi. Stanchi, leggermente avviliti, tristi e mortificati. Siamo in un vicolo cieco: la situazione interna ed esterna a Viale Mazzini non sembra proprio essere delle migliori. Continuiamo a ripeterci stancamente le stesse cose da tempo, senza alcuna speranza di vedere la luce (Blues Brothers). Non c’è luce all’interno da dove ci giungono notizie non proprio esaltanti e tantomeno dall’esterno per le note difficoltà a trovare il tanto ricercato “accordo politico” per la scelta dei nomi del prossimo Cda. Non c’è luce intorno: a leggere i giornali sembrano solo “canzonette” o  Montalbano alla 25° replica… nulla che possa aiutare a comprendere non solo il presente ma anche il futuro dietro l’angolo… e ce ne sarebbe da scrivere.

Prima di scendere in cantina, nei bassifondi della cucina, vi proponiamo due aggiornamenti. Il primo ci riporta al tema del canone che potrebbe tornare ad essere riscosso in bolletta, per quanto “suggerito” da Bruxelles e del quale vi abbiamo scritto (da soli !!!). Vi proponiamo di leggere quanto scritto oggi dal Quotidiano Energia: “stop alla riscossione degli oneri non collegati all’energia… questi alcuni degli impegni che l’Italia si è prefissata in materia di concorrenza e inseriti nel PNRR…”. A Viale Mazzini continuano a non saperne nulla, brancolano nel buio, e qualcuno si interroga come sia possibile tutto questo, chi sia l’ispiratore di questa “oscura manovra”.

Proseguiamo: ieri vi abbiamo parlato dello spot sul refarming: il problema sembra essere (in parte) al MISE. Infatti da quella parte è avvenuto l’affidamento della campagna di comunicazione che ha portato all’acquisto dei pubblicità tabellare a Rai Pubblicità. Se non che, lo spot, come si può ben vedere (https://www.youtube.com/watch?v=3tulUEiMGR4 ) porta la firma del MISE stesso ed è mai possibile che un soggetto istituzionale compra uno spazio sulla Tv pubblica e nessuno ne sa nulla? Nessuno si pone la briga di verificare, controllare, obiettare alcunché???  

Martedì scorso, come in parte vi abbiamo scritto, si sono svolti due eventi sincroni: il primo al mattino con la presentazione dei palinsesti (meriterebbe il silenzio ma invece sarà necessario occuparcene) e il secondo nel pomeriggio con l’audizione di Nicola Sinisi, Ddi Canone e Beni artistici Rai, che ha riferito sulla brutta storia del patrimonio aziendale depredato nel corso degli anni. ad un certo punto del suo intervento, Sinisi ha dichiarato, scandendo e pesando bene le parole: “ …c’è una cosa per me insopportabile… le bugie ci stanno... ma rispondere ad una interrogazione parlamentare con un chiaro falso… una roba per me inammissibile”. Messaggio forte, chiaro e tondo: qualcuno è accusato indirettamente di falso in atto pubblico. Verso chi sia indirizzato il dito accusatorio non è ben chiaro (o forse anche si). Certo è che, a memoria, non ci tornano in mente precedenti di queste genere. 

O meglio, ci torna sempre in mente un altre grande ”pasticciaccio”  che però rimane ancora avvolto nelle nebbie e nella palude più fangosa e maleodorante: la storia della tentata truffa alla Rai per un milione di euro. Su questo argomento c’è stata un audizione in Vigilanza (per la prima volta nella sua storia è stata “secretata”) e successivamente gli atti inviati alla Procura della Repubblica per chiarire le eventuali responsabilità. A che punto siamo? Anche in quel caso ci sono state bugie ed omissioni? Chi ha mentito a chi?

Ma torniamo alle opere d’arte trafugate in oltre 30 anni senza che nessuno se ne accorgesse perché dietro ci sono tanti misteri ancora tutti da scoprire. Sinisi è stato duro: c'era un "basista" interno alla Rai. Già .. che bella scoperta. In apertura del suo intervento ha fatto un cenno al presepe dello scorso Natale, comparso a Viale Mazzini solo per poche ore, realizzato da Marco Lodola (notoriamente in scuderia di Lucio Presta). Già... per tante opere che escono furtivamente una ne entrava che però, evidentemente non è stata "compresa" e infatti ora è agli Uffizi. Raiotici ignoranti!!! 

Ci giunge notizia  che qualcuno ha in mente di mobilitare stuoli di avvocati. Un finale di stagione degno di Triste, solitario y final

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mercoledì 23 giugno 2021

Aggiornamento

Vedi post precedente.

Aggiornamento doveroso a proposito della presentazione dei palinsesti di ieri: tra le domande finali, una merita di essere riportata e l'ha fatta Angelo Zaccone Teodosi.

Perché non è stato fatto alcun cenno alla creazione della Direzione Rai per il sociale? 

Chissà... troppo di "servizio pubblico" ???

L'anno zero della Rai


                                                                                                       Foto di Ulrike Leone da Pixabay

Per quanto ci riguarda, personalmente, oggi è una bella giornata e ci prendiamo il lusso di farci un regalo con una sineddoche. Ieri a Viale Mazzini sono stati presentati i palinsesti tv (uno spettacolino stucchevole con passerella di direttori di rete, altro che generi; noioso per la modalità alla faccia della creatività;  ai limiti dell’imbarazzante per un lunghezza protratta oltre l’inverosimile) del quale vi risparmiamo anche la sintesi per carità di patria (è stata financo evocata Raffaella Carrà per sottolineare le novità in arrivo). Ma, appunto, prendiamo solo un passaggio, la parte delle conclusioni dell’AD Salini, e lo consideriamo per il tutto quando ha detto “Abbiamo condiviso una visione”.  

Da ieri pomeriggio ci stiamo ancora interrogando: quale visione ha visto e condiviso?  Chissà , forse ha avuto qualche “visione” che noi non abbiamo avuto ??? Ricordate la scena dei Blues Brothers: “Tu hai visto la Luce?” Utilizziamo sostanze diverse? Ha visto cose che noi umani non conosciamo?

Mettiamo le cose in ordine: Salini è stato il primo Amministratore Delegato dell’Azienda nominato con i criteri della legge 220 del 2015, con poteri notevolmente superiori a quelli del precedente Direttore Generale. Nelle sue mani vi  erano i poteri di rigirare l’Azienda come un calzino, avrebbe potuto (e dovuto) fare un rivoluzione copernicana nelle reti, nelle testate, nelle strutture. Avrebbe potuto e dovuto prendere il Contratto di Servizio e con un calepino in mano, fare una lista di quanto era previsto e dettagliato e semplicemente metterlo in pratica. Ha avuto la fortuna, il  privilegio, di trovarsi tra le mani un piano industriale che, seppure monco, era pur sempre un progetto che invece è ancora nel congelatore, pronto per essere tirato fuori e gettato nel biotrituratore in attesa che ne venga compilato uno nuovo (sia detto per inciso, forse, era un suo compito specifico, visto che questo piano scade appunto nel 2021???). Era nei suoi poteri intervenire pesantemente nella riorganizzazione, efficienza e razionalizzazione di sistemi, processi e procedure a partire dalla trasparenza nei criteri di nomina nelle posizioni di vertice. Questo, forse ancora non del tutto completo, il quadro della “missione condivisa”? Qualcosa non torna. Nella brevità del suo intervento, abbiamo la vaga impressione, che Salini forse, ha avuto qualche dimenticanza. Chissà!

Alla fine di questa giornata accaldata, ci siamo posti un interrogativo sull’AD e i suoi “generali”: ne parleremo.

Aggiornamenti: ieri abbiamo scritto che poteva essere probabile, possibile, auspicabile, che il prossimo 6 luglio Camera e Senato si sarebbero riunite per nominare i quattro consiglieri di sua competenza. Le cose stano così: il prossimo 30 giugno è previsto l’incontro dei capigruppo alla Camera che dovrà compilare il calendario dei lavori per le settimane successive. Se, e solo se, si troverà un accordo con il Senato, si potrà calendarizzare una riunione simultanea delle due Camere che, solo ipoteticamente, potrebbe svolgersi il 6 luglio. Sottolineato “ipoteticamente” perché presuppone un accordo tra i partiti che, al momento, per quanto ci risulta, è in “altissimo mare” secondo una nostra autorevole fonte.

Dunque, il calendario per Viale Mazzini è così composto: il prossimo 30 giugno si riunisce il Cda per approvare il bilancio a termine di Codice Civile (dopo 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio al 31 dicembre) e in quella sede l’azionista di maggioranza NON presenterà i suoi due nomi e l’Assemblea degli azionisti dunque rimarrà aperta. La seconda convocazione  prevista del 12 luglio era buona solo in caso in cui la prima andasse deserta ma, come abbiamo scritto, non sarà possibile in via del bilancio. A questo punto si apre una sola possibilità: prima le Camere dovranno votare i nomi e dopo il Governo uscirà allo scoperto con i suoi candidati per AD e Presidente, successivamente si convocherà l’Assemblea formale dei soci e si formerà il nuovo Cda. Non ci sono altre possibilità, salvo che improvvisamente, ci possa essere un blitz imprevisto e imprevedibile. Quando questo potrà avvenire, per ora, è un incognita totale. Ricordate sempre il nostro ragionamento sulla proroga di questo Cda, non del tutto improbabile.

Infine: ieri abbiamo scritto dello spot inopportuno e sbagliato sul refarming andato in onda sulle reti Rai. Ebbene, si è saputo che si è trattato di “pubblicità tabellare” seppure “firmata” dal MISE. No comment. Fa caldo, molto caldo e chissà se ai piani alti di Viale Mazzini funziona bene l’aria condizionata. Qui, in riva al Tevere, tira un bel venticello.

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martedì 22 giugno 2021

SOS Rai ...Houston, abbiamo vari problemi

 

                                                                                       Foto di Jean-Louis SERVAIS da Pixabay

“Houston … abbiamo un problema … anzi .. ne abbiamo talmente tanti che quasi quasi conviene tornare sulla terra”. Dall’Astronave di Viale Mazzini si leva un grido di dolore e si lanciano messaggini nel vuoto spaziale. Cosa è successo? È successo che ieri pomeriggio, al volgere della calura, veniamo avvisati che sulle reti Rai è andato in onda uno spot sul tema refarming frequenze, spesso e volentieri affrontato da questo Blog. Con una certa sorpresa, guardare e farsi prendere uno stranguglione è un fiato. Si vede la Hunziker, notissimo personaggio Mediaset, che annuncia “ …l’arrivo della nuova Tv digitale … immagini belle, nitide …vai ai canali 100 e 200 … e scopri se hai diritto a un bonus per acquistare una nuova tv o un decoder …”. Una boiata stratosferica, col botto, da chiamare la Croce Rossa per soccorrere qualcuno che ha avuto un colpo di calore. Un nostro attento lettore ha commentato: “Sembra uno spot RaiScoglio di Pinuccio su Striscia la notizia”.  

Ci sono almeno tre buone osservazioni che dovrebbero suggerire di bloccare subito la messa in onda: 1) il contenuto dello spot è fuorviante e genera confusione. Non c’è nulla da scoprire sul bonus: con il nuovo provvedimento recentemente varato dal Governo ne hanno diritto tutti per il valore di 100 euro e senza limiti ISEE (nel precedente provvedimento erano 50 euro con un limite ISEE di 20 mila). Manca totalmente la “call to action”:  “sbrigatevi a comprare subito un nuovo Tv e decoder”.  2) Sballato totalmente nella tempistica: lo stesso provvedimento ancora non è operativo in quanto non ancora definiti i provvedimenti attuativi di assegnazione nelle rispettive ragionerie. Chi segue le indicazioni indicate sullo spot e va a cercare il relativo sito nuovatvdigiale.mise. gov.it  troverà solo indicazioni relative al vecchio bonus tv. Significa, in soldoni, che si verrebbe indotti a ritenere che non appartenendo alla categoria ISEE con soglia a 20mila euro non si avrebbe diritto al bonus. Inoltre, non c’è alcun riferimento alla scadenza del prossimo settembre, quando chi non avrà provveduto ad acquistare un nuovo tv o decoder potrebbe trovarsi lo schermo nero.  3) Nella forma, la Hunziker è un noto personaggio del diretto concorrente Rai: ma possibile che nessuno a Viale Mazzini abbia sollevato questo piccolo dettaglio e abbia provato a suggerire un personaggio più neutro? Ben, anzi male. Ci siamo chiesti: ma a Viale Mazzini qualcuno si è preso la briga di “partecipare” attivamente e preventivamente alla realizzazione dello spot ed eventualmente concordare almeno quando metterlo in onda? La Rai ha un "peso", un ruolo in questo ambito o no? Poniamo pure che al MISE non ti fanno toccare palla, e questo … Houston… è un problema vero, successivamente qualcuno si è preso la briga di guardarlo attentamente e di sollevare obiezioni di contenuto, forma e tempo? Per quanto abbiamo potuto capire …boh!!! . “Non è colpa nostra, è il MISE ad avere sbagliato e sono loro ad non avere il sito aggiornato”: qualcuno ha risposto. Che significa? Che se il MISE commette un errore e tu ne sei consapevole  lo avvalli e lo sostieni? Facciamo fatica a comprendere la logica di questo ragionamento. 

Come abbiamo scritto tante volte, a qualcuno tra il VII piano e dintorni non sembra del tutto chiaro quali dovrebbero essere gli obblighi di Viale Mazzini  espressamente previsti dal Contratto di servizio, art. 17, ma anche il contesto generale di tali iniziative. Per essere “gentili” è uno spot inopportuno nel tempo e confusionario nel contenuto che fa danno a tutto il sistema e, segnatamente, alla Rai che da ogni disfunzione in questo processo sarà quella che ne potrebbe pagare pegno maggiore. O forse no?

Bene, anzi bene. Questa mattina alle 12 è prevista la presentazione dei palinsesti. È probabile un post nel pomeriggio di aggiornamento.

Per quanto abbiamo potuto sapere, preparate paletta e secchiello: se, forse, pare, dicono, che il prossimo 6 luglio si potrebbero convocare Camera e Senato per l’elezione dei quatto rappresentanti in Cda Rai di loro competenza. Staremo a vedere se la notizia verrà confermata.

Per tutto il resto, consigliamo di non leggere frasi del tipo “ … Draghi ha un’idea di cosa è meglio per la Rai … c’è la volontà di nominare sicuramente una figura esterna a Viale Mazzini come AD …”. Che fortuna che hanno molti colleghi per essere illuminati da tanta luce! Ricordate Blues Brothers ???

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lunedì 21 giugno 2021

Colpi di calore nella giungla Rai

Foto di cocoparisienne da Pixabay

Ieri ci siamo presi una giornata totalmente libera per festeggiare adeguatamente i tre anni di questo Blog. Abbiamo pure cercato di non informarci più di tanto, per tenerci leggeri, come si usa fare con la calura. Se non che, ad un certo punto, non potevamo ignorare un articolo de La Stampa, a firma di Federico Capurso, con il titolo “Rai, i partiti litigano sul Cda. Draghi pronto a fare da solo”. Di fronte ad un titolo del genere viene di default una reazione immediata: prurito diffuso, sudorazione fredda, senso di nausea e uno si preoccupa e pensa subito ad una congestione, un colpo di calore. Invece, tranquilli, potrebbe essere solo fuffa, acqua fresca ripassata in padella. Comunque, vi riportiamo una sintesi perché sempre utile per il prossimo futuro, non si sa mai.

Si parla di nomi in corsa e questo il quadro:

PdD (Partito di Dragi): Alessandra Perrazzelli (tanto per rimanere sul seminato … bancario)

PD (Partito di Enrico Letta): forse, non si sa, dicono che insiste su Andreatta (non gli sono chiari i problemi che si porta appresso)

PdG (Partito di Gubitosi): Monica Maggioni (tanto per rimanere sul seminato …telefonico)

PdC (Partito di Colao): Laura Cioli (tanto per rimanere sul seminato…telefonico)

Il PdGG (Partito di Giancarlo Giorgetti) dopo la probabile declinazione del suo candidato, per ora, non da segnali di vita.

Poi un paio di nomi, molto gettonati:

Del Brocco: sondato come alternativa a Ciannamea, in buona compagnia di FdI e M5S. Provate a digitare il suo nome su Google “…quota PD” (… già … ma quale  PD ???)

Ciannamea: sondato come alternativa a Del Brocco. Il suo nome gira da almeno tre anni. Provate a digitare su Google il suo nome “…quota Lega”.

Bene, se qualcuno avesse ancora qualche dubbio su quali criteri si dovrebbero usare per individuare il prossimo AD Rai, con articoli del genere passano subito. Con tutto il rispetto, la simpatia e l’apprezzamento professionale per le persone in oggetto, viene chiara e forte che siamo ancora a “checchennina”. Fuori i partiti dalla Rai ??? … Americà facce tarzan … diceva il pupo biondo sulle sponde della marana dove Alberto Sordi faceva il bagno.

Bene ancora, anzi … male. Oggi da segnalare un filone di riflessione ancora aperto sul quale anche noi abbiamo  posto attenzione. Che tipo di presenza dello Stato nell’economia, nella cultura, ha in mente il SuperTecnico Draghi e, di conseguenza, che tipo di Rai ha in mente? Repubblica A&F propone un titolo: “Roma e il lungo addio dell’economia. Il pubblico fa crac i privati in fuga”. Il teso fa riferimento allo spostamento di una parte delle produzioni Rai da Roma a Milano e il sottofondo è noto da tempo: le aziende pubbliche non funzionano. Le recenti nomine a Cdp e Alitalia hanno dato un chiaro segnale: tra pubblico e privato, tra Stato e mercato, il Governo sembra avere le idee chiare su quale parte sostenere. E, se tanto mi da tanto, un filino di preoccupazione per Rai è lecito averla. Che poi, sia detto per inciso, affrontare compiutamente il ruolo dell’Azienda pubblica radiotelevisiva  in termini di efficienza economica potrà anche essere un bene. In fin dei conti, per tutti gli aspetti derivati, si tratta pur sempre di tutelare gli interessi pubblici, collettivi, declinati poi nelle singole specificità.

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venerdì 18 giugno 2021

Tre anni di Bloggorai



Correva l’anno 2018, addì mercoledì 20 giugno alle ore 11.42, nasceva Bloggorai. Ridendo e scherzando sono passati tre lunghi anni. Auguri e Grazie a tutti voi !!! È iniziato tutto per gioco, tanto per capire come funziona un metodo di comunicazione di questo tipo e per capire dall’interno come funzionava un altro gioco, quello della nomina dei quattro componenti del Cda Rai di fonte parlamentare. I primi giorni, a leggere quei post c’erano proprio quattro amici al bar, qualche parente solidale, sfaccendati e nullafacenti di varia natura, cultura e provenienza. Nei giorni successivi è stata fatta la prima scoperta fenomenale: si poteva sapere esattamente quante persone leggevano il post. I numeri crescevano, lentamente, ma crescevano per diventare decine di migliaia. Tanti, tantissimi lettori. Nel nostro piccolo abbiamo scritto e raccontato in oltre 1000 pagine una piccola parte di storia della Rai.  Potevano fare di più, di meglio? forse si. Abbiamo ancora tempo.

In quel periodo eravamo nel pieno delle campagne per la nomina del primo Cda Rai con i criteri della nefasta Legge 220 del 2015. Eravamo nel pieno del governo Conte 1 con Lega e M5S al governo del Paese. Diciamo pure che c’era molta attesa e curiosità di vedere all’opera il partito (il movimento) del cambiamento, di quelli che avrebbero aperto i palazzi come sardine. Il PD stava a guardare, all’opposizione. Sappiamo come è andata finire: chi hanno nominato e cosa hanno fatto. Hanno impiegato almeno sei mesi solo per capire dove erano capitati, da che parte erano gli ascensori, cosa era il Contratto di Servizio, che differenza c’era tra un “tricamere” e un appartamento di tre stanze, bagno e cucina. Sappiamo che dopo tre anni ci troviamo ancora con Lega e M5S al governo con l’aggiunta del PD. Sappiamo che dopo tre anni non siamo in grado di dire se la Rai di oggi è meglio o peggio di prima e già porsi questo interrogativo la dice lunga: teoricamente, ma solo teoricamente, dovrebbe essere migliore. Ma, purtroppo, nessuno è in grado di dirlo con granitica certezza, in un senso oppure nell’altro. Gli italiani, gli utenti che pagano il canone, cosa ne pensano? Boh! Il Marketing Rai sostiene che “Le ricerche Qualitel e Corporate Reputation mostrano, nel 2020, una forte crescita del gradimento dell’offerta e della reputazione Rai” se non che, lo stesso Marketing paga profumatamente un report settimanale dove si misura il Trend della fiducia degli italiani verso la Rai e, misteriosamente, viene tenuto segreto (nel 2020, si legge in questo Report, i dati dicono che ad inizio Covid era al 29% per salire a dicembre al 39%, cioè oltre la metà degli italiani non ha mostrato fiducia).   

Certo, c’è stata di mezzo la tragedia globale del Covid che ha mescolato e di brutto le carte in tavola. Ma questa non può essere considerata una attenuante: tutto ha avuto inizio a fine febbraio 2020 quando già da allora le cose non è che andassero granchè bene: nomine di direttori senza criterio, altri direttori accompagnati alla porta senza ragione, lo strapotere degli agenti (Sanremo e dintorni), i conti che traballavano, il Piano industriale che veniva ricercato da Chi l’ha visto? E, per finire, misteri gloriosi che ancora attendono di essere chiariti (intervista ad Assad e la tentata truffa di 1 mln di euro finita in Tribunale dopo aver secretato gli atti della Vigilanza per capire chi ha mentito al VII piano di Viale Mazzini). Da allora in poi un lento e inesorabile declino tra un Gualtieri che ammonisce e un Anzaldi che infierisce un giorno si e l’altro pure (con grave disagio di qualcuno ai piani alti di Viale Mazzini che comincia ad avvertire i sintomi della sindrome).

Bene, eccoci qui: durante questi tre anni Bloggorai è cresciuto molto, moltissimo, ed è stata esattamente questa la molla che ci ha indotto a proseguire, ogni giorno, inesorabilmente (curiosità: abbiamo lettori, pochi, ma in ogni parte del mondo, dalla Nuova Zelanza alla profonda Africa). Abbiamo conquistato tante simpatie e anche qualche dissenso, con alcuni abbiamo anche interrotto una lunga amicizia mentre ne abbiamo avviate di nuove. Fa parte del gioco ed è il prezzo che è necessario pagare quando ci si prende la libertà di scrivere “… tranquillamente, serenamente, pacatamente …” e lo paghiamo volentieri. Non ci sottraiamo al duro confronto, anzi lo cerchiamo.

Ora ci troviamo punto e accapo con molte aggravanti rispetto a tre anni addietro. Aggravante n. 1: mancano i soldi, non ci sono certezze sulle risorse sulle quali puntare (canone in primo luogo e pubblicità). Aggravante n.2: già tra anni fa abbiamo cominciato martellare sulla transizione al DVB-T2 ed ora ci siamo, è dietro l’angolo con una “sub aggravante” della incombente banda larga che minaccia ulteriormente il DVB. Aggravante n. 3: contenuti editoriali e informazione, cioè poco o nulla di nuovo, repliche che imperversano, social e OTT dirompenti, giochetti in prima serata inamovibili, RaiNews24 con ascolti da prefisso telefonico, vecchi canali che annaspano e i nuovi che dovrebbero nascere e che invece sono ancora in gestazione (forse). Aggravante n.4: tre anni sprecati sul fronte dell’efficienza, della razionalizzazione delle procedure, dei sistemi, dei costi, dell’organizzazione delle risorse umane. Come si dice a Roma: … de che stamo a parlà ???

Aggiungiamo una SuperAggravante: sono trascorsi tre anni invano, senza che nessuno, sottolineato nessuno, abbia avuto la forza, la voglia o il coraggio di affrontare a muso duro il cuore del problema. Che si vuole fare della Rai, del Servizio Pubblico radiotelevisivo, nel prossimo futuro? Ridurre il numero dei canali, dell’offerta complessiva e, di conseguenza, il numero delle persone che ci lavorano? Tra le tante cazzate (perdonate il francesismo) che girano e che si leggono sulle intenzioni del Governo sulla Rai, solo questa sembra meritevole di attenzione. Nel bene e nel male.

Il Blog prosegue, almeno fino a settembre, poi si vedrà, forse, in altra forma, in altro modo. 

Sono graditi suggerimenti.

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Ps: sembra confermato: l’Assemblea degli Azionisti del 30 si limiterà ad approvare il bilancio per poi andare in seconda convocazione il 12 luglio. Secondo alcuni, quella data potrebbe essere la volta buona. Noi non ne siamo affatto sicuri. Vedremo. 

Rai: Ultima Notizia !!!

                                                                                           Foto di OpenClipart-Vectors da Pixabay


 

Oggi poche parole ma sufficienti. Siamo i soli a riportare la sola notizia "buona" della giornata. Buona tra virgolette perché è chiaro ed evidente quanto invece sia drammatica per il futuro della RAI. Ogni giorno che passa è un grave danno e una minaccia per il suo futuro. Prima però, al solito, necessaria brevissima  premessa e preambolo, tanto per girarci intorno.

Chi è abituato a mangiare pane e politica sin dalla più tenera età conosce bene quanto si tratta di cibo complesso da digerire. Allo stesso tempo, sa bene che si tratta di cibo possibile e non sempre necessario. In altre e più semplici parole: la politica realizza ciò che ragionevolmente si può fare non sempre ciò che si vorrebbe. La "politica" in questo momento sembra in stato confusionale tutta, sia sul versante partiti sia sul versante Governo. Vediamo in ordine di priorità: fra poco più di un mese Mattarella entrerà nel semestre bianco e già da ora si sarebbe dovuto iniziare un dibattito sul suo successore. Attenzione, non solo in termini di nome ma anche in termini di "procedura" perché ci troviamo di fronte ad un Parlamento "anomalo", cioè potenzialmente azzoppato dal recente referendum. Non è argomento da poco conto. E così via discorrendo. 

La notizia è questa: da fonte autorevolissima e qualificata abbiamo appena saputo che le trattative per i quattro nomi da eleggere da Camera e Senato sono ben lontane da un accordo e quindi anche i nomi dei due rappresentanti del Governo non potranno essere presentati alla prossima Assemblea degli azionisti Rai del 30 giugno. 

Ci fidiamo della nostra fonte che pure in passato si è dimostrata attendibile. Del resto, combacia perfettamente con quanto abbiamo scritto ieri e che abbiamo ventilato come timore già da molti mesi: un possibile rinvio del Cda in attesa di … bho!!!

La domanda sorge spontanea: se ne parlerà per la seconda convocazione del 12? Difficile dirlo, però ci viene correttamente ricordato che il Governo e dunque i partiti che lo sorreggono hanno ben altre e più rilevanti grane da pelare: Alitalia, Ilva, licenziamenti, fine dell’emergenza e quant’altro ancora. Il Cda Rai può bene attendere, non è la priorità del Paese in questo momento. Chissà, forse è anche vero.

By the way: si è concluso l’inutile e costoso Premio Italia dove la Rai ha fatto la sua “sporca figura”: non ha vinto nulla però si è meritata una “menzione” nella sezione Web Fiction. Amen.

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ps: consigliamo rileggere i post dei giorni scorsi

giovedì 17 giugno 2021

Rai: suggestione fantapolitica


                                                                                                 Foto di Mariana Anatoneag da Pixabay

Non sono pochi coloro che da giorni si interrogano sul perché il decisionista, il SuperTecnico Draghi, abbia passato la prima mano sulla nomina dei nuovi amministratori Rai. Per parte nostra, lo abbiamo scritto in epoca non sospetta: finchè si tratta di nominare CdP può anche passare, finchè si tratta di nominare un generale pure transeat, ma quando si mette mano alla Rai la faccenda si complica alquanto. Non foss’altro perché, gli piaccia o meno, deve avere a che fare con il Parlamento, Camera, Senato e relativa Commissione di Vigilanza. Se non ché, tra i soliti quattro amici al bar, tra una partita di briscola e una di tresette, ieri tardo pomeriggio, uno dei presenti, considerato un attentissimo e qualificato analista politico, nonché lettore di questo Blog, ha buttato lì un ragionamento che cerchiamo di riproporvi in sintesi.

Intendiamoci in premessa: si può trattare di pura fantapolitica, di elucubrate riflessioni frutto della prima calura estiva, senza alcun riscontro concreto, nessuno mai potrà confermare o smentire nulla. Però, dobbiamo ammettere, nel mentre e nel quando ascoltavamo le sue forbite riflessioni, qualche suggestione ci è venuta e, in parte, può essere una possibile risposta alla domanda di apertura: perché tutto questo ritardo apparentemente ingiustificabile? Premessa in subordine. Prima di scrivere questa nota, abbiamo fatto un rapido giro di telefonate e inviato messaggi per sapere "Vuolsi così colà dove si puote / ciò che si vuole, e più non dimandare" e ci hanno tutti confermato che, al momento, di accordi in Parlamento sui quattro nomi e dunque, a seguire, sui due nomi di competenza Governo, siamo in alto mare e tutto ciò che vi viene proposto nelle minestrine quotidiane è solo acqua calda ripassata in padella. La variante incognita è che qualcuno stia lavorando talmente sotto traccia a tal punto che nessuno, o quasi, ne è a conoscenza.

Allora, questo il pensiero del nostro autorevole amico e rivolto a me “Caro bloggatore, devi tenere in debito conto quanto tu stesso hai scritto. La partita Rai è una delle tante che si combatteranno nelle prossime settimane e mesi e non è nemmeno la più rilevante.  È noto a tutti che Draghi, seppure non lo affermerà nemmeno sotto tortura, potrebbe non disdegnare una sua candidatura al Colle. Perché allora, si potrebbe chiedere, impelagarsi in una bega dove non ha la necessaria forza per imporre le sue volontà e dove magari corre il rischio di fare errori clamorosi che in un prossimo futuro gli potrebbero essere addebitati qualora scegliesse le persone sbagliate? Un ragionamento analogo, parallelo e concomitante, potrebbe interessare i partiti. Anzitutto, non si può sottovalutare le divisioni tra loro e al loro stesso interno. Chi tra loro è disposto a perdere una posizione in questo campo? Chi lascia libera una poltrona di tale peso? Vedi le divisioni interne al centro destra: ci sono due posti per tre partiti. Per non dire poi del “centro sinistra”.  Nell’incertezza, meglio prendere tempo e attendere un quadro più favorevole. Il corollario di questa “convergenza” di posizione tra Draghi e i partiti che da tempo abbiamo paventato (dall’anno scorso) è la presenza di ben 6 proposte di riforma della governance Rai. 

Allora, a qualcuno potrebbe essere venuto in mente di provare a forzare la mano in questa direzione: trovare un accordo e rinnovare il Cda con una nuova legge. La domanda è: si può fare? Forse che si …forse che no. Forse che si perché potrebbe essere utile, vantaggioso e conveniente per molti, Draghi per primo. Forse che no perché richiederebbe un percorso parlamentare complesso, lungo e tortuoso. Non c’è il clima da accordi politici e dunque, un possibile rinvio delle nomine potrebbe rivelarsi un boomerang inaccettabile, anche in termini di immagine per il Governo”.

In mancanza di meglio, anche la suggestione proposta dal SuperLettore può essere meno fantapolitica di quanto sembra. Chissà, forse era in preda del primo caldo estivo. Chissà …

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