Andiamo con ordine. Titolo n. 1 - la rassegna stampa di oggi è inondata da Fiorello &C. “Santo subito” perché senza di lui non si saprebbe con cosa altro cercare di salvare il salvabile di ascolti sempre in declino. La conferenza stampa di Fiorello era un delirio e c’è da crederci. Siamo quasi al fondo del barile: sarà solo su RAIDue ma, ovviamente, si cercherà di allungare il brodo dovunque possibile: costa (relativamente) poco e rende molto. L’importante è crederci e poi lancio lungo e via … Nessuno si chiede se oltre o dopo di lui ci sarà il diluvio: non ci sono idee ma soprattutto non ci sono soldi anche solo per pensare, anche solo per immaginare qualcosa di dignitoso e appetibile. E se pure ci fosse qualche soldo, come abbiamo scritto tante volte, vengono dilapidati in appalti e coproduzioni esterni per prodotti che la Rai potrebbe fare con la mano sinistra, gli occhi bendati e i fagioli dentro le scarpe. Eppure no! Vuoi lasciare gli agenti artistici e le case di produzione (fiction) disoccupati? Ci mancherebbe, hanno famiglia pure loro. Poi succede che a Eurovisioni 2023 vengono premiati giovani giornalisti che producono ottimi documentari e, per tutta riconoscenza della RAI, vengono mandati in onda su RAINews24 che, notoriamente, ha un pubblico di milioni e milioni di telespettatori... Hic sunt Leones! Durano solo pochi minuti: mandateli in onda su RAI Uno, Due o Tre se ne avete coraggio!
Titolo n. 2 - Chissà chi mai sarà stato quel magnifico zuzzurellone che ha avuto la brillante idea di far circolare l’ipotesi di fare innalzare il tetto della raccolta pubblicitaria RAI in compensazione di quanto l’Azienda potrà perdere in conseguenza del taglio del canone da 90 a 70 Euro. In effetti, la trovata era geniale: se RAI è costretta a ridurre il perimetro delle sue risorse da canone da qualche altra parte bisognerà pur trovare i dollari necessari a tirare avanti la baracca e dove altro pescare se non nella pubblicità. Certo che poi Mediaset si “scoccia” e fa sentire il suo Potere tramite i suoi rappresentanti. Ovviamente, ovviamente, a Mazzini “dormono da piedi” e non gli resta che sperare di mettere mano al quel famoso extragettito dei 110 mln come pure non ci pensa nessuno a mettere mano a qual pozzo senza fine di nefandezze, inefficienze, sprechi e malmostio gestionale dove annega il bilancio del Servizio Pubblico. Non ci pensa nessuno a mettere mano a piccole cosette come, ad esempio, programmini dove il format è una telecamera in mano ad una “esterna” che intervista qualcuno e, ovviamente, in coproduzione con una nota Società esterna. Ma per quale dannato motivo si devono spendere soldi per fare benissimo dentro ciò che viene appaltato fuori? Morale della favola: come scritto ieri sui Poteri intorno alla RAI è vietato disturbare un vero Potere Forte, Mediaset, e così il Governo ha mantenuto pari e patto l’art. 8 della Legge di Bilancio del quale vi abbiamo scritto: rimane il taglio del canone e si compenserà, per il solo 2024, con 430mln. Punto, fine delle trasmissioni. A Cologno Monzese tirano un sospiro di sollievo: il zuzzurellone è stato rinchiuso in gabbia (almeno per un anno, poi il Governo deciderà per l’anno successivo, ma sempre il Governo deciderà). Rimane il mistero: chi mai sarà?
Titolo n. 3 – Quando desideri acquistare un oggetto a cui tieni hai poche scelte: o lo acquisti al suo prezzo perché comunque decisamente lo vuoi e se pure lo ritieni caro lo acquisti lo stesso oppure rinunci perché non te lo puoi permettere. Oppure ancora: lo potresti acquistare ma preferisci rinunciare per qualche oscuro motivo. Ieri è uscita la notizia che Mediaset (ancora lei!) si è aggiudicata i diritto sportivi della Coppa Italia di calcio con una offerta di circa 53 mls a fronte di una RAI di 20 mln. Ovvio che alla Lega Calcio non sono fessi ed all’offerta RAI non hanno degnato nemmeno di uno sguardo. A Viale Mazzini, tra i grandi sport, è rimasto il campionato di Bocce, i tornei interregionali di Ping Pong e le gare intersezionali aziendali di Dama e Tris. Scusate se è poco. rimane il solito e banale interrogativo: perché rinunciare alla Coppa Italia, chi avvantaggia?
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