Così è la vita anche per i dirigenti RAI: ogni mattina, alle
7 e qualche minuto, arriva nelle loro mail la Rassegna Stampa e, due ore dopo, i
dati di ascolto Auditel. Da tempo immemore succede che la giornata vada di
traverso a tanti di loro, ma da alcuni mesi a questa parte la situazione è
notevolmente peggiorata. Ogni giorno, a Viale Mazzini, quando sorge il sole, gli
tocca leggere aggiornamenti su “Se ne va o no … se ne va si o no” con Dolores
de Pancia e Spezzame er Trench. Ogni giorno, quando il sole è già alto, ai dirigenti RAI gli
tocca leggere i dati dove, spesso e volentieri gli tocca dover constatare che Mediaset batte
la RAI. E’ dura la vita del dirigente RAI: mai una gioia! Sanno che "dovrebbero correre" ma non sanno da che parte dirigersi e, per di più, non sanno bene se essere leoni o gazzelle.
Non è stato sufficiente il Report di AgCom sul primo
trimestre 2023 (da tanti beatamente ignorato) dove si leggono dati impietosi
sulla scomparsa di milioni di telespettatori dagli schermi della televisione, lo
stranguglione di questa mattina arriva con il Fatto Quotidiano, a firma di Gianluca
Roselli, che titola: “Televisione, il lungo inverno degli ascolti RAI”. L’articolo
dipinge un vasto e dettagliato quadretto che basterebbe la metà per far
bocciare non solo il bilancio, recentemente approvato con viva e vibrante
partecipazione da parte di tutto il CDA, ma tutto il cucuzzaro che direttamente
o indirettamente ne è responsabile, del tutto o in quota parte. Eppure, non si
batte ciglio e si attende fiduciosi lo sciopero del 26 maggio.
Bene, cerchiamo allora di rimettere un paio di cose a loro
posto evidenziando due campi di battaglia che meritano di essere tenuti d’occhio,
uno esterno e l’altro interno. Alcuni analisti hanno osservato che durante la
degenza di Berlusconi le azioni di Mfe (Mediaset) sono salite. La spiegazione è
stata trovata nelle ipotesi che stanno affiorando nella loro sede sociale.
Calcio e Finanza scrive: “Le alternative sono tre: proseguire con la seconda
generazione; vendere e incassare; o crescere, molto
spesso con il sostegno del private equity, ma con un cambio di governance”. Ognuna delle tre ipotesi è destinata ad impattare notevolmente sul futuro della RAI
per quanto riguarda la competizione sul mercato pubblicitario che, insieme alle
incertezze sul canone, segneranno fortemente il suo scenario prossimo venturo.
Il campo di battaglia interno a Viale Mazzini del quale si
parla poco è quello di nomine di settori strategici che dovranno essere fatte e
anche con urgenza. Si tratta rispettivamente di: capo staff di Fuortes (in
uscita Pasciucco verso Rai Way); la Direzione Infrastrutture Immobiliari e Sedi
Locali (in uscita Cecatto, sempre verso Rai Way); Direzione Marketing (prossimo
alla pensione Nepote) e Direzione Approfondimento (prossimo alla pensione Di
Bella). Checché se ne dica, in queste quattro direzioni risiede il “potere”
forte, quello dove si allocano i budget, dove si decidono le grandi scelte strategiche.
Potrebbe essere su questo campo che si decide il futuro di Fuortes, forse molto
più che un suo improbabile “dimissionamento” oggi sempre più lontano.
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