sabato 31 dicembre 2022

Rai e Mediaset: 1 a 1 e palla al centro


 

1 a 1 e palla al centro. La “guera” (con una “r” sola) dei bottoni sugli ascolti delle Tv si ferma oggi al pareggio: al comunicato stratosferico megagalattico interstellare di Viale Mazzini rispondono da par loro con un comunicato più moderato nella forma ma non meno pesante nella sostanza gli strateghi della comunicazione di Cologno Monzese: “Mediaset, un anno di record per gli ascolti”.  Leggiamo: “I dati Auditel registrano l'aumento dell'audience delle reti Mediaset in tutte le principali fasce di palinsesto, in controtendenza rispetto alla concorrenza del servizio pubblico che vede un arretramento d'ascolto anche sul pubblico totale…  il distacco sul target 15-64 anni, quello più importante per gli investitori pubblicitari: nel totale giornata, con il 40,1% di share, il vantaggio Mediaset verso il servizio pubblico supera gli 8 punti” e conclude “Infine, guardando solo all'autunno 2022, molto significativa la crescita delle reti Mediaset sia sul pubblico più giovane sia su tutti gli italiani, dove è addirittura avvenuto uno storico sorpasso: dal 4 settembre al 19 novembre Mediaset con il 37,9% di share nelle 24 ore ha superato gli ascolti del servizio pubblico televisivo (37,2%). E nelle prime serate ha mantenuto la leadership su tutti gli italiani fino a fine dicembre (Mondiali compresi) con il 39,5% contro il 36,0%. Mediaset nel 2022 è riuscita ad attrarre anche il pubblico più anziano abituato alla programmazione Rai”. 

Quest’ultima frase può essere particolarmente minacciosa per il Servizio Pubblico: se crolla il fortino di Villa Arzilla dove risiedono quasi l’80% dei suoi telespettatori over 45, la faccenda si può fare molto seria e non si sa proprio dove andare a pescare nuovi utenti in grado pure di pagare il canone oltre che sorbirsi le repliche di Montalbano e il proseguimento a dismisura di Un Posto al sole.

A Mediaset piace vincere facile: se la Rai si concentra nella contrapposizione al suo concorrente e tralascia la sua missione fondamentale di Servizio Pubblico si spiana la strada a chi ha più soldi, a chi ha più potere politico, a chi ha più “mercato”. La competizione si sposta tutta sulla pubblicità, sui consumatori, sugli accordi commerciali e, su questi campi, abbiamo la vaga impressione che non c’è partita e non saranno sufficienti gli strombazzati ascolti dei Mondiali e un Sanremo affumicato o un Fiorello ripassato in padella a salvare il salvabile.      

Adesso ci aspettiamo una pronta risposta degli strateghi CCC: la partita è ancora in corso.

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ps: rimanete molto sintonizzati … 

è in preparazione un lungo post sulla fine dei giganti e la nuova era dei nani in Rai  

 

venerdì 30 dicembre 2022

I soliti furbetti del quartierino Rai



C’è sempre qualche furbacchione del quartierino, qualche astuto volpino che tenta di aggirare la fila, di non rispettare le banali regole del gioco, quando si tratta di giocherellare con i dati di ascolto. Allora, ieri è successo che quasi contemporaneamente venissero pubblicati i dati dell’Osservatorio Agcom (quarto trimestre) e quelli diffusi dall’Ufficio Stampa Rai. Due mondi diversi: i primi raccontano una storia di lento e inesorabile declino della platea televisiva che vale per tutti ma in modo più in particolare per la Rai. I secondi vogliono raccontare una Azienda di successo sul “mercato” dove il focus è concentrato sul diretto concorrente Mediaset. Oggi leggiamo che molti giornali hanno ripreso nei titoli la versione Rai e mettono in secondo piano i dati Agcom. Vediamoli: “Rai da record” … “leader” … “la Rai batte il Biscione” per arrivare a “Fuortes: ascolti straordinari” e così via trotterellando. Nessuno nei titoli scrive che tra il 2021 e il 2022 Rai ha perso per strada oltre 500 mila telespettatori, e in dettaglio (pag. 13):

Prime Time, spett. gen/set (var% ’21 – ’22)    Rai -14,9%   Mediaset -3,6%

Giorno medio,  Rai -13,6%   Mediaset -2,5%

Share medio,    Rai  -2,1%    Mediaset +2,6%

Ancora più in dettaglio, i numeri specifici per le reti e per i Tg Rai vs Mediaset sono ancora più impietosi.

Leggere per credere: https://www.agcom.it/documents/10179/28977374/Documento+generico+22-12-2022/32493656-a4be-4b32-9c3d-02abfb7ade5c?version=1.0

Siamo noi ancora in preda ad un feroce raffreddore e non intendiamo bene i numeri e le tabelle oppure qualcuno se la canta e se la suona come meglio crede? Leggendo questi dati cosa c’è da stare allegri e giustificare i torni trionfalistici usati da Viale Mazzini? Boh!

Commento: qualcuno al VII piano e dintorni continua ostinatamente a confondere pubblico e privato, mercato e interesse collettivo. Si vuole alimentare la credenza, la convinzione che la Rai debba competere solo contro il suo diretto concorrente Mediaset. La Rai non cresce, non aumenta il numero dei suoi telespettatori e, ben che vada, li sposta da una rete all’altra (vedi i vari Fiorello). Laddove non si cresce si è condannati inesorabilmente ad un lento declino. La Rai non è competitiva non tanto sul “mercato” ma non lo è verso il suo pubblico che non viene più attratto dai sui prodotti. Questo stesso pubblico, se proprio deve scegliere, magari preferisce Ballando con le Stelle o l’ennesima replica di Montalbano rispetto ad un prodotto della concorrenza ma rimane sempre lo stesso: in primo luogo prevalentemente “anziano”.

ATTENZIONE: la notizia della scomparsa di Carlo Fuscagni ha sollevato una riflessione sulla storia recente della Rai e sulle responsabilità di chi ha avuto ruoli istituzionali, dentro e fuori l’Azienda, che la stanno conducendo verso un destino che non appare per niente roseo, anzi! Su questo specifico aspetto stiamo preparando un numero speciale di approfondimento. Se non siamo in grado di leggere il passato sarà ben difficile intravvedere il futuro, almeno per l’anno che verrà.

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giovedì 29 dicembre 2022

I Giganti e i nani del Servizio Pubblico


Nani e giganti. La storia della televisione italiana è costellata di questi personaggi. Ieri ci ha lasciato Carlo Fuscagni, un gigante della Rai. Sono rientrato a Viale Mazzini nel 1991 e lui era direttore di Rai Uno e venni subito catapultato nelle grandi produzioni della rete. Ci siamo incontrati pure per un fatto esterno alla Rai: da poco avevo preso la residenza in Umbria e, nonostante mi sento orgogliosamente romano, ero pure onorato di appartenere a questa gente dai modi fermi, forti, cortesi e pacati. È stato promotore dell’Associazione Umbri a Roma e giocoforza, mi sono coinvolto. E, per ultimo, ci siamo ritrovati vicini di quartiere, dove spesso ci si incontrava in piazza. 

Ma di lui parleranno bene e meglio di me coloro che ci hanno lavorato e vissuto professionalmente insieme. Il solo pensiero che mi viene in mente è che Fuscagni ha fatto parte di una generazione di Giganti ai quali però va addebitata una grande responsabilità storica. Lo abbiamo detto a lui ed altri suoi coetanei (un gruppetto li incontro talvolta nel mio “ufficio” sotto casa dove si vedono per un caffè) e lo abbiamo scritto tante volte anche su Bloggorai: i Giganti buoni non hanno lasciato eredità, non hanno fatto crescere e maturare coloro che sarebbero dovuti arrivare dopo di loro, non hanno progettato il futuro dell’Azienda, non hanno fatto maturare un cultura dirigente credibile, forte e autorevole.  Ricordate la figura dei “programmisti registi” di rete? Esattamente in quegli anni hanno cominciato ad estinguersi come i dinosauri. Ne ricordo benissimo una che, disperata, ogni giorno si rifugiava in Biblioteca di Viale Mazzini pur di non perdere la sua dignità culturale e professionale. Possibile mai che nessuno, nessuno, si si mai preso la briga di capire, comprendere, analizzare il perché e il percome siamo giunti a questo punto? Possibile mai che nessuno si sia mai preso la responsabilità di dire semplicemente “HO SBAGLIATO” in modo forte e chiaro? Magari pure "abbiamo"

Gli “anni d’oro” di Fuscagni erano quelli del duopolio DC-PSI che poi aprì, spalanco le porte, prima ai Professori e poi alla Moratti e via trotterellando, per arrivare ai vari Celli ed epigoni DG di varia natura e somiglianza. L’ultimo dei Mohicani del Servizio Pubblico fu Franco Iseppi che, non a caso, venne “esiliato” al Giubileo dove non avrebbe potuto altro che fare bene quello che ha fatto. Dopo di che è iniziato il lento e inesorabile declino dove una delle pietre di fondamento era il principio dell'esternalizzazione e su quella pietra si è costruito l’impero degli agenti e delle società di produzione esterna che ci hanno condotto ai giorni nostri. Lo smantellamento dell'Azienda è iniziato così e nessuno poi lo ha arrestato.

Quelli che lo hanno seguito e che da anni si attovagliano dentro e fuori la RAI sono nani, politicanti e affaristi di mezza tacca. Alcuni ex con il solo pensiero di ottenere un lauto contratto di collaborazione anche una volta usciti dall’Azienda incapaci di progettare, di avere visioni. Altri, ancora in sevizio, animati solo dal far sapere che appartengono ad una “quota” di partito quale che sia, tanto primo o poi torna sempre comoda. Altri ancora, nei partiti, distratti e confusi, sempre pronti a vendersi un pezzo di Rai per opportunità e convenienza. Dai tanti nani che oggi abitano a Viale Mazzini, quali tra loro potrà avere la possibilità di essere ricordato in qualche modo oltre le loro piccole e povere cose?

Grazie Carlo

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mercoledì 28 dicembre 2022

Il prossimo Sanremo e il raffreddore

Foto di Christian Dorn da Pixabay 

Siamo preda di un tremendissimo raffreddore (non influenza che è diversa) di carattere fantozziano. Non garantiamo lucidità e attendibilità. Ogni stranuto tremano i muri della casa agricola e gli animali tutto intorno fuggono intimoriti. Attutito, stordito e confuso leggo le notizie che mi giungono qui in Bassa Val Tiberina. Una ci colpisce come un colpo di maglio: leggiamo su Dagospia (che a sua volta riprende il Giornale) “Chi affiancherà Amadeus sul palco di Sanremo? – mancano poco meno di due mesi e, come sempre, è scattato il totonomi: se Chiara Ferragni e Francesca Fagnani sono una certezza, nelle ultime ore è iniziato a circolare il nome di Silvia Toffanin, la compagna di Piersilvio Berlusconi, che però pare non abbia alcuna intenzione di mettersi alla prova all'Ariston”. Se mai cos’ fosse c’è un retroscena di assoluta rilevanza strategica per il futuro della RAI: leggiamo che “… Non solo la Toffanin si porterebbe dietro un ampio pubblico fedele di ragazze e signore, ma la Rai si assicurerebbe anche una pax televisiva (cioè blanda contro-programmazione) almeno nella serata in cui lei salirebbe sul palco”. Che geni !!! Una notizia del genere sarebbe capace di consentire un salto di specie al batterio del raffreddore e farlo diventare virus dell’influenza. Teniamoci alla larga.

Bene, avremo molti argomenti di riflessione per i prossimi giorni. Per il resto, ca va sans dire, nulla da segnalare. Una sola notazione a margine: il dizionario Collins ha promosso un termine come riassuntivo, iconico e identificativo dell’anno che si sta per concludere: “PermaCrisis”. Il termine si riferisce alla crisi permanente, incombente, costante immanente che riguarda quasi tutti gli aspetti della vita collettiva: crisi economica, crisi geopolitica, sanitaria, ambientale, demografica, alimentare e chi più ne ha più ne metta, mancano solo le cavallette.

Si è accesa una luce, illuminata la scena: è un termine che si conforma perfettamente alla Rai e al Servizio Pubblico. Da anni, infatti, si dibatte in uno stato di crisi permanente dal quale nessuno sembra volerne uscire. Non siamo in condizioni psico fisiche per scrivere molto di più…gli starnuti incalzano… ma la sostanza supponiamo vi sia ben chiara.

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martedì 27 dicembre 2022

I cinghiali a Viale Mazzini tra il Nulla e il Niente e la cicoria avariata.

Foto di 13smok da Pixabay

Ci eravamo lasciati alla vigilia di Natale con il Nulla e ci ritroviamo oggi con il Niente. Torniamo ad una sana e salutare “normalità” di QB, quanto basta, utile e necessaria per galleggiare, andare avanti alla buon’e meglio, senza arte ne parte. Ci eravamo lasciati tra notizie vere o presunte, mezze verità e mezze smentite e oggi nemmeno quelle. L’unica notizia certa che vi possiamo riferire è di aver visto personalmente, me medesimo, io in quanto tale, con i miei stessi occhi, una allegra famigliola di cinghiali fare gli ultimi regalini di Natale nel mercatino di Piazza Mazzini. Anche loro hanno diritto ad un frammento di felicità. Se fosse successo durante l’era Raggi avrebbero chiamato i Marines, il Battaglione San Marco e la Croce Rossa Internazionale. Altri tempi. Altra storia … quanto si stava bene quando si parlava solo della buche!

D’altra parte, è giusto che sia così: certo che in questi giorni non poteva e non doveva succedere nulla che, a proposito di Rai, meritasse una riga sul giornale. Si capisce. È normale.

Ora non ci resta che attendere, pazientemente, che riprendano i giochi. Attendiamo pazientemente che il Governo e i partiti di opposizione possano in primo luogo risolvere il problema della Vigilanza. Per ora, ci potremmo pure accontentare di sapere perché sia in stallo. Letta e Conte tacciono e a Palazzo Chigi se ne guardano bene dal dire una parola, anche perché nessun giornalista chiede qualcosa. Tutti campioni quando si tratta di scrivere su Ballando con le stelle o di Amadeus a Sanremo, ma se gli fai girare sotto il naso qualche tema più impegnativo gli viene l’orticaria. Certo è che questo passaggio è assolutamente determinate per intuire, anche solo lontanamente, quali saranno i destini del Servizio Pubblico.

Questi si trovano, come pure abbiamo scritto, a galleggiare inerti nel triangolo delle Bermude dove i vertici sono comporti da 1. Risorse 2. Contenuti 3. Tecnologie. Le tre componenti si possono variare nella priorità a scelta. Il tutto da ricomprendere dentro la cornice assoluta che determinerà lo sviluppo dei mesi e ani successivi: il Contratto di Servizio. Attenzione: ci è stato fatto notare che nel recente passato è successo pure che sia “saltato” per un triennio senza che sia successo nulla di grave e irreparabile. Il Governo ha messole mani avanti e rinviato la scadenza di quello in vigore al prossimo  giugno …poi … si vedrà e, nel frattempo, coma ha scritto la Soldi, ci sarà “normale interlocuzione” con il ministero.

Alcuni nostri lettori non sono particolarmente entusiasti del tema Contratto di servizio: “Tanto non serve a nulla, se viene rispettato o meno, da una o entrambe le parti, nessuno se ne accorge e nessuno sanziona” ci dice sconsolato un nostro lettore che la sa lunga. Non siamo d’accordo: siamo convinti che questo documento sia e deve essere l’unico testo sacro in grado di dirigere la missione operativa del Servizio Pubblico.

Tanto per intenderci: ci sono tre possibilità. La prima: rimane tutto così com’è, tra un pareggio di bilancio e un Sanremo/Montalbano che fanno tirare su qualche ascolto e si “tira a Campari” con o senza soda. La seconda: rimane tutto così com’è senza altro aggiungere, ovvero, nessuno fa nulla, si prende atto che il destino della Rai è segnato e che prima o poi la barca affonderà e allora tanto vale non sprecare preziose energie, economiche e politiche. Su questa seconda ipotesi gira una variante: la barca non affonderà ma galleggerà tra il fosco e il losco, come abbiamo scritto prima: QB a non dare fastidio a nessuno e comunque garantire qualche amico sistemato. La terza: qualcuno si rifornisce di adeguate sostanze, se le fuma, e immagina una Rai con il canone raddoppiato, la pubblicità garantita così da essere forte, agguerrita e competitiva e in grado di sostenere lo scontro titanico con i vari Netflix, Amazon &C . Si raccomanda la verifica di qualità della sostanze in oggetto: dicono che gira molta cicoria forse pure avariata.

Diciamolo in altri termini. Chi ha interesse ad immaginare un Servizio Pubblico autorevole e credibile? Pochi. Se fossero stati tanti, come lo erano in passato, non sarebbe oggi così.

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lunedì 26 dicembre 2022

Dopo Natale

 


Sarà che il giorno dopo Natale ci si debba riprendere da giorni impegnativi. Sarà che dopo Natale ci si debba rimettere un po in ordine, con il corpo e con la mente. Sarà che sono due giorni che siamo senza carta stampata e, tutto sommato, siamo ancora in grado di sopravvivere. Sarà che ora si entra nel clima di arrivi e partenze di figli, parenti, amici e conoscenti. Sarà che in questi giorni tutto appare tutto alquanto lontano, distinto e distante. Sarà che anche Natale 2022 è ormai alle spalle e che presto entreremo nel nuovo anno e non è chiaro se prevale il rammarico per  tutto quello che è passato o la preoccupazione per tutto quello che verrà.

"...dopotutto, domani è un altro giorno."

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domenica 25 dicembre 2022

AUGURI !!!


Care lettrici, cari lettori di Bloggorai ...
per il quinto anno consecutivo vi facciamo calorosi e affettuosi Auguri !!!

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sabato 24 dicembre 2022

Rai: il Mistero Buffo del Contratto di Servizio tra una festa di Natale e una mezza smentita


Riassunto brevissimo delle puntate precedenti: ieri La Stampa pubblica un articolo con diverse notizie, vere o presunte, sulla Rai e dintorni. Si afferma, tra l’altro, che la presidente Rai avrebbe organizzato una specie di “rave party” nientepopodimenoche nella Sala degli Arazzi. Inganno, bugia, anatema: alle 16 e rotti di ieri pomeriggio viene diffusa una nota dell’Ufficio Stampa Rai a firma Soldi dove si legge che “Nel titolo l’affermazione falsa, denigratoria e fuorviante …” e via trotterellando sulla sua influenza invernale e relativi farmaci antiinfluenzali e saluti di Natale variamente intesi. Ma, in verità l’articolo conteneva una frase ben più interessante rispetto al tema “feste di Natale” e nell’articolo di ieri si leggeva che “Come sulla bozza del nuovo contratto di servizio presentata dalla presidente Rai, Mannella Soldi, che sarebbe stata bocciata dal ministero dell'Economia” e la Soldi ha risposto “Quanto, infine, al nuovo contratto di servizio nessuna “bozza della Presidente” è stata presentata, né, dunque, bocciata; sono invece in corso, da mesi, interlocuzioni tra le parti, come necessario.

Questa mattina, l’autore del pezzo Niccolò Carratelli, risponde e “prende atto” della mancata festa etc etc ma non scrive una riga sulla questione Contratto di Servizio. A dir poco una anomalia, una bizzarria perché si tratta di una notizia, vera o falsa che sia, che non può nascere dal nulla. La Soldi, in buona sostanza, ha scritto che si è trattato di una “bugia” e il giornalista non risponde. Curioso. Poi, non sono tante le persone a conoscenza del complesso e tormentato iter di formazione del nuovo Contratto di Servizio e, tantomeno, a conoscenza dei contenuti delle bozze in lavorazione.

Rimettiamo in ordine alcuni passaggi. A gennaio scorso viene presentato in Cda un documento dove, a pag. 9, si leggono chiaramente le fasi e i soggetti interessati all’argomento. Il passaggio n. 2 prevede che “AGCOM definisce le linee guida (orientamenti) confinati agli indirizzi del MISE” puntualmente avvenuta con delibera n. 266/22/CONS del 19 luglio 2022. Dopo di che si va verso le elezioni di settembre e si ferma tutto mentre però “gli uffici” lavorano o così dicono. Lavorano i tecnici del nuovo MiMi e lavora il gruppo di lavoro della Soldi&C (coordinato dalla Squadrone) che, per quanto a noi è dato sapere da nostre fonti ha elaborato una “bozza” tutt’ora misteriosa anche a molti addetti ai lavori. 

Domanda capziosa: perché stamattina il giornalista non ha puntualizzato e corretto questa notizia dove la Soldi sostiene che la bozza “non è stata presentata e dunque bocciata”? Azzardiamo una ipotesi: sempre la Soldi scrive che “… sono invece in corso, da mesi, interlocuzioni tra le parti, come necessario”. Sorge il sospetto, per carità, solo il sospetto, che una “bozza” esiste e che sia pervenuta al Ministero sia pure in forma di “interlocuzione” tra le parti, come necessario. 

Ci spiega un nostro interlocutore che conosce bene le procedure: “E’ prassi normale che in questi passaggi ci sia uno scambio informale di documenti di lavoro proprio al fine di giungere ad un testo finale condiviso, uno work in progress. Da ricordare che nella precedente occasione sono stati necessari quasi due anni prima di giungere al Contratto finale. Non ci sarebbe nulla di anomalo, se in questa fase, al Ministero possano aver fatto osservazioni ostative”. Ecco forse spiegata in questi termini la frase criptica della Soldi (che non chiede una chiara e netta smentita o rettifica della falsa notizia come avrebbe dovuto e potuto fare ma esprime solo “riserva di valutare ogni iniziativa a tutela della mia persona”) e si potrebbe comprendere la mancata risposta di Carratelli.

In soldoni, probabilmente ha ragione la Soldi quando scrive che la bozza in termini formali non è stata presentata e dunque bocciata, come se questo fosse un passaggio formale con evidenza pubblica, ma in sostanza potrebbe anche essere accaduto che (illazione allo stato puro) la bozza (che, ribadiamo, sappiamo esistere) sia pervenuta al MiMi sia pure in forma di “interlocuzione tra le parti” come ha scritto la Soldi e che dal Ministero siano state fatte, appunto, osservazioni che magari qualcuno potrebbe avere interpretato, stumentalmente, come una “bocciatura”. 

Qualora fosse andata così nessuno al mondo lo potrà mai ammettere nemmeno sotto tortura. E' del tutto evidente che sottolineare o meno questo aspetto può avere una lettura politica significativa. Però, ai nostri occhi, grossolani, disattenti e pensionati, appare alquanto strano che il giornalista scriva una cosa tanto specifica e particolare, con un forte impatto istituzionale, che viene smentita dalla diretta interessata e oggi nella replica sul giornale di tutto questo non c’è traccia.

Come si risolve la questione? Semplice: leggendo questa nuova “bozza” per capire, in buona sostanza, se dietro questa “interlocuzione” tra Rai e MiMi (fase 3 dello schema) ci possa essere un nuovo e diverso “orientamento” del Governo e del suo Ministro su questo argomento rispetto al Governo precedente.

Intanto, l’unico punto fermo è che la scadenza del Contratto e rinviata di altri 6 mesi in attesa della Vigilanza (dicono) e, a tutt’oggi, anche su questo argomento, non ci sono novità: PD e M5S ben che vada sono impantanati in oscure trattative o peggio ancora sono sotto schiaffo della maggioranza e di qualche suo puntello esterno (Renzi/Calenda). Morale della favola: per la Rai c’è tempo, tanto tempo …

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venerdì 23 dicembre 2022

FLASH con smentita


L'Ufficio Stampa Rai ha diffuso pochi munito addietro una nota a firma Marinella Soldi dove si legge, in relazione alla notizia riportata sul quotidiano La Stampa di oggi che " ...Quanto, infine, al nuovo contratto di servizio nessuna “bozza della Presidente” è stata presentata, né, dunque, bocciata; sono invece in corso, da mesi, interlocuzioni tra le parti, come necessario".

Era esattamente ciò che interessava sapere con certezza. Bene, benissimo ... fa piacere sapere che il Gruppo di lavoro da lei diretto e coordinato da una dirigente esterna assunta a contratto al posto di una altro dirigente interno di lunga e comprovata esperienza esattamente in quel settore (si tratta di Cinzia SquadroneResponsabile, Staff Presidente- Attività per il Contratto di servizio e la trasformazione digitale - Competenze: Analisi dei dati · Comunicazioni aziendali · Gestione dei cambiamenti · Comunicazioni istituzionali · Semplificazione) siano ancora all'opera per le "necessarie interlocuzioni"

Ci rimane da capire come mai sia venuto in mente al giornalista che ha scritto il pezzo di scrivere una notizia del genere senza avere gli opportuni riscontri. 
Chissà, è probabile che se lo sia inventato? Attendiamo sviluppi. 
Di questo passo, il Contratto di Servizio si trasformerà in Contratto di "sevizio" pubblico...

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Rai: la stratosferica bufala di Natale, tra minchiate varie e dance party


Altro che regali di Natale come abbiamo scritto ieri, pensando sempre che in giro ci siano persone più attente e qualificate di noi che pensano ai grandi temi: si preparano bufale, balle e minchiate di vario genere assortite impacchettate e infarinate con tanta fuffa.

A Viale Mazzini non si fanno mancare nulla: tra ricchi premi e cotillon, una fetta di panettone al pistacchio e balli di gruppo veniamo a leggere un notiziola che ci ha fatto sobbalzare sul panchetto: La Stampa scrive, a firma Niccolò Carratelli, “Anche perché nell'ultimo periodo non sono mancati motivi di attrito. Come sulla bozza del nuovo contratto di servizio presentata dalla presidente Rai, Marinella Soldi, che sarebbe stata bocciata dal ministero dell'Economia. Tanto che, nel decreto Milleproroghe in preparazione, la scadenza per il rinnovo del contratto viene rinviata al 31 luglio 2023”.

Dopo aver letto le prodi gesta natalizie di Fuortes & Meloni a Via Teulada e i dance party della Presidente nel parterre del Palazzo (con annessi direttori offesi per non essere stati invitati), questa notizia ci appare a dir poco apocalittica e sconcertante. Ci sono solo due e due sole possibilità: o si tratta di clamorosa bufala, inventata di sana pianta dal collega e allora ci attendiamo da un istante all’altro una decisa e ferma smentita da parte del gruppetto dei geni della comunicazione CCC di Viale Mazzini oppure la notizia è vera e allora, si suppone, che qualcuno ne debba rendere conto pubblicamente. Se non è vera il giornalista se ne dovrebbe assumere la responsabilità. Siamo alquanto pratici del mestiere: un collega difficilmente scrive una notizia del genere se non ha un minimo di fondamento. Nel caso fosse vera è molto grave: si tratta di una bozza sulla quale ha lavorato da oltre un anno un apposito gruppo di lavoro, presieduto dalla Soldi,  che ha predisposto ben due documenti a noi noti. Si tratta pur sempre del documento più rilevante che guida la vita, lo sviluppo e la sopravvivenza dell’Azienda, non è un manuale delle Giovani Marmotte. Ne è stato predisposto un terzo per “pochi intimi”? Il Cda ne era informato di questa bozza? Come era strutturata e cosa conteneva di tanto rilevante da essere “bocciata” dal Ministero??? Che rapporto c’è tra questa “presunta” bocciatura e il rinvio disposto dal Governo della scadenza del Contratto al prossimo 30 giugno?

Ci stiamo lavorando, presto ci potrebbero essere notizie. Oggi pomeriggio è previsto un Cda.

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giovedì 22 dicembre 2022

Rai: i Regali di Natale

Foto di Photo Mix da Pixabay

Anche oggi nulla da segnalare sulla carta stampata (e poi dicono che nessuno compra più i giornali ... ci credo !) e allora ne approfittiamo per pensare a fare lo “shopping” per i regalini di Natale per amici , parenti e conoscenti. Picciole cose, tra persone che si vogliono bene, basta il pensiero!

È verosimile, è probabile, è possibile che qualcuno al VII piano di Viale Mazzini stia pensando ai regali di Natale. Gira che ti rigira, pensa che ti penso, aiutati che Dio t’aiuta … a quanto ci dicono, chiacchierando e passeggiando amenamente lungo i verdi viali di Prati, non si sa cosa mettere dentro le scatole di dono da mettere sotto l’albero. Vediamo un pò cosa stanno meditando.

Gli ascolti in crescita? Naaaa….banale… regalo scontato: a parte le scintille dei mondiali che non si sa quanto renderanno in petrodollari, per il resto meglio lasciar perdere. I successo di Fiorello? Pussa via: sono solo telespettatori spostati da una parte all’altra della serie carta vince carta perde ma le carte sono sempre le stesse che, tendenzialmente come sempre avviene, perdono sempre. Marco Damilano? Anche lui pussa via: un regalo riciclato che galleggia tra il poco e il niente: QB ovvero Quanto Basta per far felice i pochi intimi che lo sopportano. Qualcuno ha altre idee in proposito? Forse Malgioglio? Meglio l’usato sicuro: con Montalbano e Sanremo non si sbaglia mai.

Un bel pacchetto con il bilancio di un anno e mezzo di gestione? Ad essere prudenti, si farebbe più bella figura ad evitarlo. Cosa c’è di piacevole a ricevere un resoconto che non sa di cavolo ne di fragola? Un regalo è un regalo cioè “dono del Re” (Treccani). In questo caso cosa potrebbe mai regalare Fuortes oltre la sua famigerata teoria del “pareggio di bilancio”? Non ha potuto nemmeno intestarsi un miserabile Piano Industriale e si è dovuto accontentare di quello rivisto e corretto del precedente Salini. Tutto sommato, fa ancora la sua sporca figura (sporca). Miserello e con poca passione. Il Bilancio Rai? un regalo miserello perchè non da speranza, non concede fiducia, non apre gli orizzonti. Anzi, li chiude, li soffoca, li annega nella gestione più o meno ordinaria ma proprio più o meno con più meno che più. E poca passione perché quella poca che si avverte è stata tutta spesa e impacchettata a dotarsi di ammennicoli tipo un suo personale “assistente per le attività di comunicazione e relazioni esterne” perché, notoriamente, in Rai tra quasi 2000 giornalisti non c’era nessuno in grado di svolgere quel lavoro. Si tratta di un certo Maurizio Caprara, noto e stimato professionista.

Programmi e prodotti? Ufffaaaa che noia. Solita minestrina riscaldata con l’addetto alla cucina che non sa più cosa inventarsi alla presa coni soldi che mancano e i produttori esterni che imperversano. Tra fiction stracotte, un giornalista che intervista un altro giornalista, un inchiesta sul disagio giovanile realizzata a mezzoservizio con il noto Ballandi, una direzione creativa che non sa ancora ben cosa ha creato e un Gruppo di Lavoro Giovani che se non si sbrigano ad inventarsi qualcosa diventano più vecchi di quanto già non lo siano (età media oltre 50 anni) quelle brave persone al Coordinamento palinsesto non sanno più cosa e come smistare quel poco che avanza. Lasciamo perdere.

Un bel gadget tecnologico? O Madonnina mia! Che spavento. Magari lo si vorrebbe pure fare: tipo un bel decoder DVB-T2 con allegato un carillon che suona i gingle Rai ma, dicono, “nun se po’ fa’” costa troppo per quanti ne sarebbero necessari e poi può essere sconveniente e financo maledeucato. Lasciamo perdere. Un bel “polo delle torri” a forma di presepe napoletano? uhhhmmmmm…  problematico assai: magari potrebbe essere pure sgradito e poco conveniente per le casse Rai. Una graziosa CDN? E che è? Che ci facciamo? Quanto costa? Conviene? Ma L’AD ne sa qualcosa di questa roba? Boooh! Lasciamo perdere. Idea geniale: un mini Tv ultra HD a 5 pollici, tascabile, già predisposta per Netflix e Amazon (previo accordo commerciale gestito da Rai Com): un figurone! Tanto, come si dice, quando hai un nemico di fronte hai due possibilità: o sei capace di batterlo o stringi un’alleanza. Esclusa la prima possibilità, buona la seconda.

Cosa rimane per i poveri telespettatori? Lo ammettiamo: siamo a corto di idee. L’intervista con il Papa è andata su Canale 5, quella con la Meloni da Porta a porta non fa notizia. Può interessare un pacchetto omaggio con il direttore di Rai News24 che va alle manifestazioni di Fratelli d’Italia e vuole fare la rivoluzione culturale del suo giornale del quale nessuno si accorge e che galleggia con una formidabile media di ascolti da prefisso telefonico pur contando su quasi 200 giornalisti? Abbiamo dato una controllata per essere sicuri: ieri ha fatto lo 0,56% di share. Se si sparge la voce qualcuno chiama la Corte dei Conti. Lasciamo perdere.

Si proprio lasciamo perdere e speriamo che nessuno se ne possa accorgere che ‘mo vene Natale … domani, il 2023 è altro, lontano e forse diverso.

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mercoledì 21 dicembre 2022

Rai: il solstizio d'inverno

Foto di gdemoiyogurt da Pixabay

21 dicembre 2022: c’è qualcosa in sospeso che galleggia nell’aria fredda di questo solstizio d’inverno. Oggi è il giorno che da inizio ad una stagione lunga e complicata. I grandi temi e problemi che ci sono intorno sembrano entrati in una fase indefinita e confusa. La pandemia sembra finita eppure tanta gente ancora viene colpita. La guerra è in pieno svolgimento senza prospettive di soluzione. La crisi energetica è alle porte e quasi nessuno ancora l’avverte nelle sue conseguenze. Il divario tra ricchi e poveri aumenta sempre più. La società è in bilico tra voglia di sviluppo e impossibilità a crescere: per il Censis il Paese è “malinconico” e cerca di riprendersi “tra difficoltà e incertezze” (ISTAT, ultimo rapporto) . Abbiamo ascoltato una frase che ci ha colpito: “Siamo perfettamente in grado di sopravvivere alle crisi ma totalmente incapaci a prevederle e gestirle … abilissimi a galleggiare e sprovveduti a navigare”.

Pari pari succede pure per la Rai. Finita la sbornia dei galleggiamenti Mondiali ora si torna alla normalità che è fatta di attesa, di confusione, di preoccupazione e di difficoltà a trovare una rotta, un percorso, una via di navigazione. C’è un punto focale preciso che segna e fotografa questo momento: lo stallo della Vigilanza. A bloccare tutto, dopo due mesi dall’esito elettorale, si faceva credere che ci fosse sottotraccia una trattativa, uno scambio merce, tra maggioranza e opposizione, e tra opposizione e opposizione per la nomina del/della Presidente.  Come noto, questo ruolo spetta all’opposizione e quindi o al PD o al 5S. il primo è stato soddisfatto con il Copasir e il secondo, per ora resta a guardare e non si capisce ancora bene perché. Nel frattempo, nella partita si è inserito il duo delle meraviglie Renzi/Calenda che vorrebbero candidare la loro preferita Elena Boschi. Ma… ma, così non è, o meglio, così potrebbe non apparire.

Sicchè, oggi veniamo a sapere che nella manovra in corso di dibattito parlamentare, risulta rinviato a giugno prossimo la scadenza dell’attuale contratto di servizio perché, giocoforza, non sarebbe possibile farlo avere sei mesi prima in visione alla Vigilanza che ancora non è costituita. Il problema quindi non è tra i partiti di opposizione vera o presunta ma è del Governo che potrebbe avanzare una fiche virtuale sul tavolo bloccando tutto per fare pressione sul tavolo Rai. In altre parole: si tratta di una specie di ricatto dove Meloni&C ritengono che la Rai sia già abbondantemente “infiltrata da loschi sinistri” e consentire il filotto concedendogli pure la Vigilanza sarebbe troppo. Ecco allora che tramano e complottano per trovare una soluzione che, al momento, non si palesa all’orizzonte. Si è parlato di Patuanelli ma senza riscontri concreti, solo voci e soffietti.

Come abbiamo scritto più volte, Fuortes si appresta preparare la cena di Natale, mangiare il panettone e giocare a tombola e, con questi chiari di luna, potrà ordinare in pasticceria anche la colomba di Pasqua. Poi, si vedrà.

Ps: oggi è il solstizio pure perle televisioni di vecchia generazione: vedremo cosa succederà.

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martedì 20 dicembre 2022

Regalo di Natale alle lettrici e ai lettori di Bloggorai


Regalo di Natale per i lettori di Bloggorai! 

Vi proponiamo e vi regaliamo la natura, l’essenza, il fondamento di questi cinque anni di pubblicazione quotidiana che ha superato cifre di visualizzazioni inimmaginabili.

Avendo applicato l’animo mio alla politica, non ho inteso narrare alcunché di nuovo e di mirabile, ma soltanto di dimo­strare con un ragionamento preciso e sicuro e di dedurre dalla stessa condizione della natura umana quello che meglio si con­viene alla pratica: e per trattare di questa scienza con la stessa libertà d’animo, con cui ci accostiamo alle ricerche matema­tiche, mi occupai con diligenza di non deridere, di non pian­gere, di non condannare, ma solo di comprendere (non ridere, non lugere neque detestari, sed intelligere) le azioni umane: e così considerai le passioni umane come l’amore, l’odio, l’ira, l’invidia, l’orgoglio, la pietà e le altre commozioni dell’animo, non come vizi della natura umana, ma come proprietà che le appartengono, come alla natura dell’aria il freddo, il caldo, il temporale, il tuono e simili; che sebbene molesti, sono tuttavia cose necessarie ed hanno cause determinate per cui cerchiamo di comprenderne la natura; e la mente gode della loro con­templazione vera allo stesso modo che della conoscenza dì quelle cose che sono grate ai sensi. 

(Baruch Spinoza, Tratt. polit., I, 4).

Oggi, bon gré mal gré, non c’è nulla segnalare e, come spesso abbiamo scritto, non è un buon segno. Può segnalare due cose: la prima è che nessuno ha niente da dire o da proporre e la seconda che seppure qualcuno dice o propone qualcosa nessuno poi è in grado di scriverla ed altri di leggerla. Non ci sono notizie e scarseggiano le opinioni, le interpretazioni.

Ieri abbiamo ascoltato  Giuseppe De Rita che ha riproposto un tema interessante già scritto in un suo articolo pubblicato sul Corriere a maggio scorso: “Ormai non ci sono verità che non possano essere messe in dubbio: domina il primato del parere personale ma non è dato sapere tale dinamica dove ci porterà. La potenza dell'opinione e inarrestabile e preoccupante”. Ecco la notizia di oggi strombazzata in lungo e largo sono gli ascolti televisivi per la finale dei mondiali. È indubbiamente una notizia certa, rigorosa e scientificamente dimostrata. Ma nessuno la spiega, ci fornisce un’opinione sul suo intrinseco significato. In questo caso due più due non fa quattro.  Ma nessuno scrive una riga su ciò che questi Mondiali hanno significato in termini “morali” e politici. Nessuno ci dice quanto rendono questi ascolti in termini pubblicitari rispetto a quanto sono costati, seppure era doveroso riprenderli e diffonderli.

Tutto qui. Non molto di più, non molto di meno. E, credete, non è cosa da poco. 

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lunedì 19 dicembre 2022

La Rai tra Big Bang e bolle di sapone

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Ci stiamo avvicinando ad una specie di Big Bang della televisione digitale terrestre o sarà solo un palloncino  di sapone che svanisce nell’aria leggera? Questa mattina la Gazzetta del Mezzogiorno ha titolato “Da domani 17 milioni di televisori al buio” . Se fosse vero sarebbe un colpo durissimo per le televisioni generaliste: provate ad immaginare quanti milioni di telespettatori dovrebbero correre ad un centro commerciale ad acquistare un nuovo apparato tv. Invece no: come abbiamo scritto saranno interessati solo i televisori che già da tempo non ricevevano il segnale in HD che, secondo l’ultima rilevazione della Fondazione Bordoni (settembre 2022), sono esattamente in questi termini:
Ma il vero tema della giornata che in qualche modo si collega a quanto scritto sopra lo riporta il Quinto Rapporto Auditel Censis (il testo integrale lo trovate su www.tvmediaweb.it) pubblicato questa mattina. Il titolo è La transizione digitale degli italiani -  Dal boom degli schermi connessi alla banda larga il Paese, grazie alla televisione, corre verso la modernità. Poniamo qualche interrogativo. Anzitutto cosa è la modernità? Come si esprime, come si misura e dove esattamente? L’altra domanda che poniamo: è vero che il Paese corre verso la modernità grazie alla televisione come il titolo suggerisce? Abbiamo qualche dubbio. È un eterno dilemma: la televisione anticipa o segue i mutamenti sociali, politici e culturali che avvengono nel Paese?

Allora, con  ordine: provate ad interrogarvi sul concetto di “modernità” e vedete cosa ne viene fuori. Bene che vada si entra in confusione con due concetti analoghi: modernizzazione e modernismo che non sono proprio la stessa cosa. Ma, senza addentrarci in meandri semantici e filosofici tanto interessanti quanto complessi, ci limitiamo solo ad una riflessione sul versante del tema proposto: televisione e modernità. Il Rapporto Auditel Censis, come peraltro anche l’ISTAT ha certificato, fotografa un Paese a velocità variabili e mutabili a seconda delle fasce sociali e delle aree di riferimento. Non viaggiamo tutti alla stessa velocità e nella stessa direzione verso la modernità: sappiamo benissimo che, ad esempio, la Rai si rivolge ad un pubblico “adulto” prevalentemente over 50 per quasi l’80% dei telespettatori (vedi Total Digital Audience) che, con la “modernità” nella sua eccezione più ampia ha poco a che vedere. Questi telespettatori, questa mattina sono stati definiti “Anziani, soli e periferici” privi di connessione alla rete e poco avvezzi a smanettare con i device di moda come Tablet e Smarphone. Se poi andiamo a scandagliare nei dettagli, il cosiddetto “digital divide” si acuisce sempre più tra le generazioni, le fasce sociali e le regioni del Paese. Il Report scrive di “Famiglie italiane con fragilità crescenti” ovvero “Sempre meno famiglie. Famiglie sempre più vecchie e famiglie sempre più povere”.

Ecco allora che i due termini “modernità e televisione” si dovrebbero o vorrebbero coniugare tra loro e invece sembrano correre ognuno lungo una loro traiettoria. La “modernità” si vorrebbe riferire alla tecnologia mentre la televisione alla società.  Sembra che siamo ancora lontano dal “Piano Italia a 1 GBps” (peraltro parte organica del PNRR) che vedrebbe equamente distribuita tra Nord e Sud, tra grandi centri e piccole località la velocità e la stabilità di connessione alla Rete (un capitolo a parte il tema rete Unica). La televisione, almeno quella generalista e, segnatamente, quella del Servizio Pubblico, arranca tra gli archivi e le Teche Rai con la Nonna del Corsaro nero o le repliche di Montalbano e le speranze di gloria che vengono dagli ascolti stratosferici del calcio (ieri oltre 16 mln)  in attesa del prossimo Sanremo.

Ci sorge il sospetto che la “modernità” sia rivolta a pochi ma buoni e che la Rai, il Servizio Pubblico, se pure volesse, non è in grado di sostenere lo sforzo ideativo, progettuale e produttivo in grado di estendere  questa dimensione a tutto il suo pubblico, indifferenziato per età, condizione sociale e regione di riferimento.  Ad essere generosi si potrebbe pure sostenere che avviene suo malgrado, almeno per la sola parte economica: non ci sono soldi in cassa e quelli che ci sono, bene che vada, arrivano a “pareggiare il bilancio” come piace tanto sostenere a qualcuno del VII piano di Viale Mazzini.  

Bene. Ora veniamo a quanto vi ho accennato ieri che non c’entra nulla con i nostri soliti temi ma che ci ha colpito assai: abbiamo incontrato una persona molto, molto particolare. Avete mai incrociato gli occhi con un killer, con un professionista “istituzionale” dell’omicidio? Parliamo di un “cecchino” o per meglio definirlo un “tiratore scelto” cioè di una persona addestrata, curata e formata per uccidere con “un colpo solo” perché, come ci ha detto “… solitamente non c’è tempo per un secondo colpo”. È stata un’esperienza, una conoscenza alquanto inquietante, e non era un film, era davanti a me un “giovane” semplice e garbato, quasi sereno e pacato, sottotono, ma pronto ad obbedire quando gli è stato chiesto di “colpire con un colpo solo”.  Meriterebbe un blog a parte.

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coming soon

 il Post di oggi arriverà più tardi: importante convegno del quale vi parleremo


Bloggorai

domenica 18 dicembre 2022

Oggi passeggiata!

 

Foto di chulmin park da Pixabay

Oggi gran bella giornata di fine autunno e merita una bela passeggiata. Non c'è nulla da commentare: la sola notizia interessante la riporta La Stampa e si riferisce alla storia tra Rai e Vaticano di cui vi abbiamo scritto ieri. Ormai è cronaca.

Però rimanete sintonizzati: nel pomeriggio, se tutto va bene, dovrei incontrare una persona con una storia che potrebbe valere la pena raccontare...molto...molto interessante.

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sabato 17 dicembre 2022

Vaticano e Rai: sulla stessa sponda del Tevere?

Foto di Nimrod Oren da Pixabay

Il mondo di sopra e il mondo di sotto. Il Sacro e il profano. Il bianco e il nero, l’acqua e il fuoco. Lo Ying e o Yang. Mettetela come volete ma la sensazione che la Rai sia da una parte e il resto del mondo dall’altra, talvolta è molto forte. Magari ci sbagliamo e ci viene rimproverato che non ci accorgiamo di quanto invece il Servizio Pubblico sia in sintonia con i Paese reale e magari si argomentano i 12 milioni di telespettatori che hanno visto la semifinale di Marocco Francia. Ci torna in mente quando si venne a sapere che oltre la metà degli italiani era e forse è tuttora contrario all’aumento delle spese militari e se se ne sono strafottuti dal riferirlo. Magari però succede pure che si viene a sapere che, ancora una volta, il Papa ha preferito Canale 5 a RaiUno e allora qualcosa viene in mente.

La prima cosa che ci viene in mente è di chiedere a qualche ex collega di verificare se sulla Rassegna Stampa Rai c’è qualcosa su questo argomento: “Pronto.. . buongiorno, scusa il disturbo di prima mattina … hai ricevuto la RS?”… e lui a me “Ma non me rompe li c…i a quest’ora (eufemismo da Orsoline) .. che minchia vuoi ???” .. ed io a lui “Scusami tanto il disturbo ... sai.. purtroppo dormo poco la notte e non avendo altro da pensare, mi sono chiesto se tante volte… sai … magari… qualche acuto lettore o autorevole collega sa nulla di questa vicenda Rai e Vaticano …” …. Tu …tu… tuuu….. si ode la cornetta cadere giù come dal terrazzo del V piano, come succede ancora con il telefono della linea fissa (ahhh bei tempi !!!). Poco dopo arriva un messaggio su What’s Up: “Nulla, niente, nada, nisba …”. Ahhh eccooooo ..capito tutto.

Bene: riassumiamo in due parole. Ieri si viene a sapere che il Santo Padre concederà anche per questo Natale l’intervista esclusiva di Natale a Canale 5 con grande scorno per la Rai. Amen. Papa Francesco penserà che a Mediaset sono più simpatici oppure avrà valutato che RaiUno e il suo Tg siano in preda e ostaggio di qualche potere forte e occulto (e  ne avrebbe buon dire, forse ci sono ... ci sono ...) che rema contro il suo Magistero. Boh … non lo sapremo mai ...misteri della Fede... e come si dice: se un problema è risolvibile non è un problema e se, viceversa, è risolvibile ancora non è un problema. Dunque non ci resta che lo spazio esiguo e miserello delle illazioni e delle supposizioni.

Allora: prima considerazione. Da che parte stanno gli autorevoli colleghi giornalisti che quando si tratta di spendere paginate su qualche programmuccio si sperticano in lodi e commenti e quando si tratta di scrivere due righe due su temi più rilevanti presi a caso come l’andamento degli ascolti, il Contratto di Servizio, la crisi della pubblicità o uno come questo dei rapporti tra Rai e Vaticano non sanno emettere un fiato? Va beh, possiamo comprendere, non si può sapere tutto di tutti. Pazienza.

Seconda considerazione. Ma questo tema non è proprio una bazzecola, sta a significare il Papa dialoga con il suo pubblico nel momento della sua celebrazione forse più importante dell’anno attraverso la televisione che non è la Rai. Di chi è la responsabilità e perché avviene? Escludiamo a priori quella del Papa, al di fuori e al di sopra di ogni cosa e bega terrena (per quanto …), ed escludiamo pure quella di Mediaset che è direttamente interessata e dunque chi rimane? Il vertice di viale Mazzini. Punto. E siccome è la seconda volta che ci ricascano c’è pure il dolo della continuità colposa. Forse, chissà, sarà una scelta di “cultura” editoriale sempre più laica, equilibrata con le diverse correnti spirituali che animano la religiosità del Paese? Sarà forse questo il vero “pluralismo” al quale talvolta qualcuno fa riferimento?  Forse, può darsi.

Terza considerazione. Quando si entra in zona “morale, religione e cultura” siamo consapevoli di poggiare i piedi su terreni paludosi e mobili. Tutto è fluido, etereo ed opinabile e poco si presta ad interpretazioni ferree e razionali. È del tutto naturale che anche su questo tema ci possa essere qualche “difficoltà” anche da parte dei più acuti analisti di Viale Mazzini ad interpretare i voleri e i pensieri di Papa Francesco. Si può comprendere che ci sono dinamiche ed equilibri che possono sfuggire alla comprensione. Vedi pure la “questione morale” della Rai e il mondo corrotto e criminale del calcio nutrito di petrodollari.  

Ciò che invece non sfugge alla comprensione è la “lettura” fattuale della messa in onda, del prodotto, della linea editoriale del Servizio Pubblico. Basta dedicare qualche minuto su qualche trasmissione a scelta, tra le 30a riedizione di Montalbano  o tra Uno Mattina e Mi casa es tu casa con prossima ospite in studio Ilona Staller il 21 dicembre.  Va benissimo, tutta soia e gioia … ci mancherebbe … questo è il pluralismo bellezza!!!  Amen.

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venerdì 16 dicembre 2022

La Rai e la Morale appesa al filo sporco del denaro

Foto di Steve Buissinne da Pixabay

Una singolare, stupefacente e drammatica combinazione di elementi ci permette di assistere ad un inedito fenomeno epocale e globale. Nello stesso momento in cui il calcio, lo sport forse più bello e iconico del mondo, vive in questi giorni il suo massimo “splendore” almeno in termini di telespettatori in Italia (la scorsa partita ha visto incollati sul teleschermo Rai quasi 12 mln) si assiste al più grande fenomeno corruttivo, di malaffare, di intrigo internazionale e di perdita di credibilità della principale istituzione politica comunitaria. Abbiamo la vaga sensazione, molto vaga per carità, che la Rai non se ne sia molto avveduta di questa particolare coincidenza.

I Mondiali in Qatar sono l’emblema, il simbolo, il segno e il significato, la sintesi perfetta di un mondo malato e perverso, ottuso e drogato da miliardi di petrodollari. Nascono e si costruiscono su fondamenta inquinate sulla pelle e sulla morte di migliaia di persone. Come ha detto la direttrice di Rai Sport De Stefano “Questo Mondiale non si sarebbe dovuto giocare, o meglio non si sarebbe dovuto assegnare al Qatar, al quale si è dato lo sport più bello del mondo calpestando i diritti umani, corrompendo, imbrogliando, grazie alla complicità dei signori del football, che glielo hanno venduto nel 2010”. 

Tutto dimenticato. Ora si pensa solo al numero di telespettatori che hanno visto e vedranno le prossime partite e a quanta pubblicità verrà raccolta. Altro che doppia morale: è tripla, è quadrupla, è quintupla, è a geometria variabile a seconda delle opportunità  e necessità. Ci si scandalizza a convenienza senza nemmeno far finta di turarsi il naso per sopportare la puzza di fogna che emana. 

Eppure oggi, di tutto questo, si sposta solo l’asse di osservazione: dagli stadi nel deserto alle aule del Parlamento del Bruxelles dove nulla, anche in questo caso, avviene per fortuita combinazione. I vari servizi segreti (forse compreso il nostro) che hanno stanato le borse cariche di soldi hanno lavorato da tempo sulla trama criminale e, zacchete, escono fuori, solo quando il momento è più favorevole a chi se ne avvantaggia della crisi energetica internazionale. Chi sono i principali produttori/fornitori/distributori  di gas al mondo? A seconda delle fonti i magnifici quattro sono: Stati Uniti, Russia, Qatar e Iran. E del tutto evidente che dietro lo scandalo di Bruxelles ci sia una guerra più o meno sotterranea finalizzata a conquistare o rafforzare le proprie posizioni su questo scacchiere geopolitico/economico nel momento di maggiore e particolarissima importanza. Alla faccia del calcio e della morale.

Bene. Andiamo avanti. In genere non ci occupiamo di piccole o grandi tragedie televisive  altrui ma quando sono tanto significative, difficile ignorarle. Allora, quando succede che un/una persona commette una minchiata, in genere si pone una domanda: c’è o ci fa? Nel senso che è cresciuto/a proprio così con una tara interna oppure è stato/a allevato da piccolo/a, docilmente istruita?  Ma sarebbe poi doveroso aggiungere un'altra domanda:  ma è stata fatta da solo/a o in compagnia, nel senso che la persona ci è arrivata di sua sponte  o ce l’hanno mandata? Allora, ieri Dagospia ha riportato un flash dove si segnalava un servizio andato in onda su Rai Uno, nello spazio del Tg, dove due simpatici conduttori hanno mandato in onda un servizio su Licia Ronzulli, senatrice di Forza Italia, tessendone lodi sperticate. Se non ci credete vedete questo video: https://twitter.com/LiciaRonzulli/status/1603299541457014785?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1603303344310730752%7Ctwgr%5E500f16537ebe456c056d5ca8221f5d2a6aa2c86f%7Ctwcon%5Es3_&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.dagospia.com%2Frubrica-2%2Fmedia_e_tv%2Fvideo-flash-ndash-che-cazzo-ma-cosi-39-39-indecente-hanno-335831.htm .

E’ proprio vero che la lingua batte dove il dente duole. Allora, l’altro giorno in coda o a margine del Cda, da qualche parte qualcuno ha sostenuto che ora il Tg1 deve fare accanita concorrenza alTg5. Non è necessario. Il Tg Mediaset è autosufficiente a se stesso e non ha bisogno di aiutini. Distinguiamo il grano dall’oglio: se qualcuno commette minchiate non è detto che tutti lo facciano allo stesso modo. Ma se questa minchiata avviene direttamente o indirettamente su “commissione” oppure, peggio ancora per “omissione” colposa di controllo editoriale  la faccenda può essere più grave. Qualcuno se ne sarà accorto tra Viale Mazzini e Saxa Rubra? Qualcuno dirà o farà qualcosa? Boh !!! … tanto ‘mo viene Natale…

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