lunedì 26 luglio 2021

Silenzio: la barca Rai è immobile


Foto di Holger Feulner da Pixabay

Silenzio. Proprio quello che circonda una barca con le vele abbassate e non tira un alito di vento. Il capitano non sa dove dirigersi: attonito e confuso, si guarda intorno e non ascolta rumore, non vede luci all’orizzonte e la sua stessa mappa è ingiallita e consunta.

Andiamo incontro ad un periodo dove si parlerà poco e si penserà meno. Per quanto riguarda il fare, occorrono tante energie e sarà necessario fare prima un intero ciclo di integratori alimentari a base di magnesio, potassio, vitamina C, papaya, semi di lino, sesamo, quinoa e dopo, se arriveranno le risorse ci si potrà accingere all’impresa. Per ora, come i Carabinieri, “Usi obbedir tacendo”.

Lunedì 26 luglio, prime ore del mattino: abbiamo da proporre solo qualche appunto, piccole cose da tenere a mente.  Ieri abbiamo letto una riflessione di Alessandra Comazzi su La Stampa a proposito dei prodotti “seriali”: nella graduatoria di quelli più visti al mondo ci sono gli evergreen “Friends”, “Sopranos” e “Breaking Bad”. Più o meno fa il paio con il nostro “Un posto al sole”. Cosa porta a dire? Che i nuovi contenuti, i nuovi modelli, i nuovi linguaggi faticano a sedimentarsi nel cosiddetto “immaginario collettivo” se, appunto, non c’è veramente quasi nulla di nuovo. Il nuovo di cui parliamo potrebbe anche essere riferito alla capacità che i telespettatori hanno di leggere il tempo in cui vivono, la loro “modernità” rappresentata, sintetizzata e proposta attraverso i racconti più o meno seriali. In altri termini: la televisione è sufficientemente in grado di raccontare il presente quanto più il passato? Si tratta di un tema molto complesso e vasto: merita di essere approfondito.

Come pure merita attenzione un altro appunto: abbiamo letto gli ultimi dati sulla vendita dei quotidiani in Italia riferiti allo scorso maggio: prosegue il trend negativo rispetto all’anno precedente. Si conferma la tendenza inarrestabile: l’informazione viaggia prevalentemente su Internet e la carta diventa un complemento oggetto nel senso fisico del temine: prima leggo una notizia in rete e, il giorno successivo, la ritrovo semmai sulla carta. C'è uno sfasamento temporale incolmabile. Gli interrogativi si infittiscono e le risposte mancano. Per quanto ci riguarda, una risposta, forse parziale, la proponiamo: si sta progressivamente indebolendo la proposta di “prodotti di qualità”, difficile trovare articoli argomentati, studiati, approfonditi. La carta stampata non lo consente. Un giornalista sotto contratto che possa trovare tempo e modo per scrivere un pezzo importante costa caro e gli editori potrebbero preferire la scorciatoia degli spazi in pagina occupati più dalla pubblicità e dai titoli che non dai contenuti. A queste condizioni, si capisce, che i lettori fuggono verso il Web. Dove però, è bene ricordarlo, i giornalisti se sono fortunati vengono o pagati anche 3 euro a pezzo (tre euro).

Bene. Oggi verrà presentata la Relazione annuale AgCom e domani ne parleremo. Andiamo avanti: prosegue il conteggio alla rovescia per la transizione al DVB-T2 e ancora nessuna notizia sul bonus di 100 euro per la rottamazione dei vecchi Tv/decoder. Tutto fermo nei meandri amministrativi e non c’è persona in grado di sapere se e quando il Decreto firmato recentemente da Giorgetti verrà pubblicato in Gazzetta Ufficiale (dopo saranno necessari ulteriori 15 giorni per l’entrata in vigore).

Per quanto riguarda la Rai, il silenzio è più che mai d’obbligo: il solo rumore che si ascolta, è immaginabile, è quello delle fotocopiatrici staranno lavorando a pieno regime per preparare i compiti delle vacanze ai nuovi vertici: Contratto di servizio, Piano industriale, impegni tecnologici, palinsesti, situazione economica. Hai voglia a studiare prima di poter leggere qualche intervista dove poter esporre qualche pensiero programmatico su cosa, come, quando e con quali risorse intendono gestire la Rai per i prossimi 35 mesi.

Un attento lettore ci scrive: “Per favore, risparmiateci la tiritera del risanamento…non ce n’è bisogno. Necessario invece il termine progetto”. Magari si può argomentare che l’uno è il presupposto dell’altro, ma il secondo ha una sua vita propria, forse anche indipendente dal primo. Della Rai del passato e del presente ne abbiamo piena consapevolezza, di quella del futuro no.

Abbiamo già raccolto l'invito: saremo costantemente concentrati sul futuro più che sul passato. Del resto, questo Blog ha come titolo ""La Rai prossima ventura". 

bloggorai@gmail.com

 

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