Bene, la settimana si preannuncia gravida di tensioni e incognite
e, paradossale, c’è poco da leggere. Iniziamo già questa mattina alle 11 quando
Conte incontrerà Draghi (… quando l’uomo con il partito (!!!) incontra l’uomo
senza partito, uno dei due è un uomo morto”). Sul tavolo ci sono carte pesanti:
la riforma della giustizia, sulla quale difficile scorgere mediazioni possibili,
non c’è verso, uno dei due dovrà fare un passo indietro (una volta si
chiamavano mediazioni); poi il Ddl Zan e pure li sono dolori; poi c’è il Green
Pass (perché chiamarlo all’inglese???) e, infine, l’ondata di licenziamenti che
si preannuncia all’orizzonte. Ce n’è quanto basta. Ma se non fosse sufficiente,
mercoledì alle 8 in Vigilanza si verificherà la cartina di tornasole sulla Rai:
se il mercatino di posti e poltrone, promesse e annunciate, chiuderà le sue
bancarelle e i partiti, tutti, otterranno ciò che chiedono “l’uomo Fuortes al
comando” e la Soldi, potranno iniziare a lavorare, altrimenti… altrimenti…
saranno cavoletti di Bruxelles per tutti. Draghi compreso. Siamo fiduciosi ed
ottimisti, al mercato c’è sempre merce buona per tutti gli appetiti, per oggi e
per domani, e nessuno rimarrà deluso. Vedremo: alle 8 di dopodomani, caffè e
cornetto per tutti.
Oggi segnaliamo un articolo di Angelo de Mattia sul Tempo
con il titolo: “Il decisionismo di SuperMario sta mutando la forma di governo.
Se si decide di lasciare tutte e nomine al premier servono criteri oggettivi e
trasparenti”. Condividiamo il ragionamento pienamente e infatti riprende pari
pari il nostro post di sabato scorso (https://bloggorai.blogspot.com/2021/07/rai-luomo-fuortes-al-comando-la-genesi.html
). Continuiamo, forse ingenuamente, a chiederci perché PD, Leu e M5S su questo
argomento mostrano un ostinato e imbarazzante silenzio.
Allora, visto che non abbiamo alcuna speranza di sapere come e perché sono stati scelti questi due nomi, sulla falsa riga di questo
ragionamento ieri pomeriggio ci siamo divertiti a sottoporre ad alcuni nostri
lettori un quesito: se Fuortes e la Soldi fossero stati chiamati di fronte ad
una commissione di esame per valutare programmaticamente le loro candidature,
quali domande bisognava porgli? Sono arrivate risposte interessanti e una comune
a molti si riferisce alla Bibbia di chi opera in questo ambiente, il Contratto di
Servizio: sono a conoscenza del suo senso generale, dello spirito, dei vincoli
e obblighi che esso impone alla RAI? I più severi sono andati oltre: cosa sanno
dell’architettura normativa, nazionale internazionale, che regola il Servizio
Pubblico? Cosa si intende esattamente con questo termine, cosa significa e come
intende declinarlo nel corso del suo mandato? Altri aggiungono: con quali risorse
intende far fronte ai crescenti impegni in termini di prodotti e di innovazione
tecnologica? Quale è la vostra opinione sul canone: ridurlo, aumentarlo,
mantenerlo stabile? Reti e testate: sono troppe, oppure poche? Il numero dei
dipendenti? Andrebbe ridotto? Investimenti: quali e in che direzione? A questo
proposito: siete a conoscenza che dal prossimo 1° settembre avrà inizio la mutazione
strategica del sistema radiotelevisivo con l’avvio del refarming delle frequenze
tv, come intende affrontarla? E già che siamo in tema, anche noi di Bloggorai ne
poniamo una: sapete cosa è una CDN? Cosa ne pensate del fatto che Rai non ne
possiede una e che deve pagare un cospicuo canone di noleggio annuo? Andiamo avanti
e su questi temi alcuni Professori/Lettori sono saliti in cattedra: “Per cortesia,
gentile Dott. Fuortes e e gentilissima Dott.sa Soldi, potete riferire a codesta Commissione quale lo stato delle vostre conoscenze sui seguenti temi:
integrazione Broadcast/Broadband; specificare dettagliatamente il vostro proponimento
operativo in termini di “cloud ed edge computing in content production”; infine,
sarebbe gradito, da parte vostra, darci compiuta spiegazione sulla differenza
tra “technolgy driven” e “data driven”. In una fantascientifica commissione di
esame del genere, sarebbe immaginabile ascoltare le possibili risposte: Fuortes
“Io, veramente, risolvo problemi... non so... risano Enti lirici, promovo spettacoli teatrali, chiamo Bolle
oppure Odevaine… insomma... vedremo… studierò…bdatemi tempo”.
La Soldi, invece, viste le sue importanti esperienze a Discovery, potrebbe aver
risposto in modo più compito e forse anche stizzito: “Se, se, tutto va bene (e
non è detto), dovrei fare la Presidente e su tanti di questi argomenti non dovrei
mettere bocca e saranno di competenza del mio collega (tiè!!!). Io, se tutto va
bene, dovrei occuparmi di fare la Presidente di Garanzia (di cosa, per chi?),
di rappresentare la Rai all’estero, tagliare nastri di inaugurazioni e convocare
il Cda”.
Fantascienza? In un paese “normale” e civile questo avrebbe potuto
essere un “metodo” necessario che la legge non prevede ma nemmeno vieta. Chi o
cosa avrebbe impedito di svolgere una qualsiasi forma di consultazione pubblica
preventiva, sia sui due nomi indicati dal Governo, sia su quelli espressi dal Parlamento?
È stata scelta la via
opposta: quella delle trattative occulte, segrete, opache cioè esattamente usato
quel “metodo” antico e consolidato che molti faticano ad ascrivere a Draghi: la
TRATTATIVA POLITICA. Speriamo che ci possa essere risparmiata la stanca litania
che recita “lasciamoli lavorare e speriamo che si sottraggano al ricatto dei
partiti”. Ancora abbiamo bene negli occhi alcuni incontri in un bar di Ponte
Milvio, tre anni addietro, quando l’abbiamo ascoltata la prima volta a proposito
di Foa e Salini.
Intanto però, ieri, “sono Carlo e risolvo problemi” ha avuto
un piccolo assaggio del Vietnam che lo aspetta: la cinquantaquattresima replica
di 'Domenica in' con la Venier è stata mandata in onda con un albero di Natale alle
spalle della conduttrice. Ottimo tempismo, non c’è che dire. Quisquillie,
polemichette di bassa lega.
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Ps: ci è rimasta in canna una riflessione su una frase di Giorgetti (MISE): "Le nomine? Decide Draghi". Cosa avrà voluto dire???
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