Siamo entrati nel cuore, nel vivo della battaglia. Ognuno applica
la sua strategia e anche noi, nel nostro piccolo, applichiamo la nostra. Non
si prevedono prigionieri e nessuno ha proposto una tregua.
E’ molto verosimile che stia per arrivare un telegramma a
Bloggorai con i sentiti ringraziamenti da parte di Draghi, Franco, Colao e Giorgetti
per aver pubblicato il post con il nome di Stefano Ciccotti come candidato AD Rai.
Ci aspettiamo pure che possano arrivare anche da tanti altri soggetti più o meno
interessati: Usigrai, Adrai, CGIL, CISL e UIL e altri sindacati Rai, per non
dire di associazioni varie e amici e conoscenti. Gli abbiamo tolto una bella castagna
dal fuoco: piuttosto che stare a leggere ogni giorno una stanca litania con i
soliti quattro nomi scappati di casa, ognuno con una bella targhetta con sopra
scritto “in quota a…” oppure “parente alla lontana di…” oppure ancora “nelle
simpatie di…” oppure, peggio ancora, “proveniente dal mondo bancario”,
sostenuto da potenti lobby delle TLC (una a caso) e via dicendo… meglio
piuttosto. Provate ad immaginare il giorno successivo al 12 (quando autorevoli colleghi
hanno scritto che loro fonti hanno fatto sapere che Draghi sarebbe intenzionato
a prendere a sportellate i partiti facendo i suoi nomi prima di Camera e
Senato) per poi scoprire che Tizio o Caia non solo sono completamente all’oscuro
di cosa sia la Rai ma che inoltre sono pure sostenuti, in simpatia o in quota a
questa o quella lobby o partito che dir si voglia. Per Draghi una mossa falsa sulla
Rai peserebbe come un macigno sulla strada delle sue ambizioni e su quella della
sua immagine di Supertecnico. Vuole un tecnico? Forse già lo conosceva, noi lo
abbiamo semplicemente ricordato.
Abbiamo scritto chiaro e tondo, in rosso neretto e lo
ribadiamo forte e chiaro: non è una battaglia sulla persona ma per la proposizione
di un principio: dibattito pubblico, aperto e trasparente su criteri che abbiamo
sommariamente scritto, cioè autonomia dalla politica, capacità/esperienza e
immediata operatività. Se c’è qualcuno migliore di Ciccotti, ben venga, qualcuno
lo proponga e si confrontino i loro CV, esperienze, capacità e conoscenze. Se non
ora quando??? Quando i giochi potrebbero essere già chiusi???
Il Post di ieri ha avuto un notevolissimo riscontro: chi doveva sapere ha saputo, chi doveva leggere ha letto. Ma, in verità, sui “tavoli” che decidono il nome di Ciccotti era ed è noto da tempo. Semplicemente è stato messo nel calderone degli altri nomi sostenuti, come abbiamo detto, da altre potentissime lobby, esterne ed interne all’Azienda. Qualcuno tra i nostri lettori ha obiettato: “è stato bruciato”. E perché mai? Posto che dubitiamo fortemente che questo piccolo Blog possa avere la forza per sostenere o bruciare qualcuno: se così fosse ci chiameremo Blog Financial Times, oppure potremo far parte dello Strategy Board di qualche importante operatore TLC che ha tutto l’interesse a portare un proprio nome (uomo o donna che sia) al VII piano di Viale Mazzini. No, come noto, così non è. Allora, semplicemente, era ed è questo il momento esatto per ribadire quanto da tempo scriviamo (basta rileggere i nostri post) e quando abbiamo detto che A: si deve cercare all’interno dell’Azienda perché opportuno e necessario B: il nome lo abbiamo individuato da tempo, semplicemente cercando con la griglia dei tre criteri prima esposti a chi ce lo ha chiesto lo abbiamo detto forte e chiaro.
Evidente che si tratta di
una battaglia dura, aspra, dove le possibilità di affermare i principi sono
complesse, ma ciò non di meno la battaglia merita di essere ingaggiata, proprio
perché anzitutto si mettono al centro i principi e poi le persone. E se ce la vogliamo
dire tutta, abbiamo il fondato sospetto che coloro che osservano maliziosamente
che “il nome si brucia” è forse perché magari hanno in cuore altri
ragionamenti, altre persone. Sacrosanto, ognuno conduce la propria battaglia. Come
pure evidente che nella stessa RAI c’è una parte sostanziosa che potrebbe avere
tutto l’interesse a rimanere legata a questo o quel partito che poi trova
espressione in qualche nome tra quelli dei quali si legge ogni giorno, da mesi,
da quando si doveva cercare un DG che poi Salini ha individuato in Matassino.
Infine, per chi ci ha chiesto perché proprio ora? È sufficiente
andare a rileggere quanto avvenuto tra la fine di maggio e i primi di giugno,
alla vigilia di un Cda Rai quando sembrava che i giochi fossero ormai quasi chiusi
e l’azionista avesse in mano i due nomi di sua competenza. Come noto, i giochi
sono saltati quando proprio sul nome dell’AD, per quanto dato sapere, c’è stata
una “divergenza” in seno al Governo e non di poco conto. Lo abbiamo pure
scritto: la Rai ha scampato un pericolo, quello di trovarsi in casa l’ennesimo
marziano, che poi tanto marziano non era. Quindi, se c’è una pur piccola
possibilità di scompaginare il fronte avversario, quello che vede schierati
predatori di vario genere, è esattamente ora, alla probabile vigilia di un
mutamento di scenario previsto nei prossimi giorni.
Conclusione: ribadiamo, la battaglia non è sul nome ma sui
principi, sui criteri e su quelli che si vince o si perde. Se verrà un altro AD con altri criteri, con altre logiche, non perderà Bloggorai. Fate attenzione e smentiteci
se potete: avete mai letto sul Sole, sulla Stampa, sul Corriere o sul Fatto che
si debba dibattere sui criteri di scelta e che questi debbano essere pubblici e
trasparenti? Avete poi mai letto che un deputato, un senatore, abbia avuto la
forza, la voglia e il coraggio di dire: io sceglierò tra X, Y o Z in base a
questo o quel ragionamento e mi aspetto che altri colleghi facciano lo stesso
per poi poter confrontare i nomi e rispettivi CV? Non ci sembra.
bloggorai@gmail.com
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