Care lettrici, cari lettori, volete la notizia del giorno? Che sia uno scoop o meno lo vedremo nelle prossime ore. Eccola: si racconta che ieri, intorno alle 17.45, al settimo piano di Viale Mazzini, nel corridoio che separa l'ala dell’AD da quella del Presidente, sia stato visto camminare pensoso e ondulante un alto dirigente Rai che mormorava tra se e se: “siiiii …Carlo ha visto la Luce … Carlo ha visto la Luce …siiiii”. Si racconta inoltre, ma non abbiamo potuto avere conferma granitica, che un suo collega abbia avuto l’ardore di fermarlo e chiedergli spiegazione: “Che succede?” ed egli a lui “Carlo ha un piano, devastante… ha un piano… vuole tagliare, ridurre, accorpare, risparmiare, cacciare… un Vietnam”.
Fin qui la probabile fantasia, ora la realtà: a partire da
quell’ora il nostro cellulare ha preso vita propria. Parlava da solo, chiamava
e rispondeva motu proprio. La vibrazione era diventata fissa e poco mancava che
diventasse rosso per il surriscaldamento della batteria. Si stavano sovrapponendo
tante cose importanti ma la notizia del Piano de “l’Uomo Fuortes al comando” (©Bloggorai)
stava prendendo posizione rilevante. Abbiamo cercato di capire se si trattava di
un semplice “boatos” come si chiamava una volta, oppure un ballon d’essai per
veder di nascosto l’effetto che fa. Entro breve ne abbiamo avuto relativa (relativa)
certezza: Fuortes ha in tasca un piano di interventi finanziari immediato del valore
di circa 50/60 milioni con tagli articolati, alcuni lineari per direzioni e altri
asincroni, finalizzato a riportare in pari il bilancio 2021. Alla faccia del
Kilimangiaro!!! Un genio che nessuno conosceva: appena pochi giorni dopo il suo
arrivo è stato già in grado di sapere dove, come e quando intervenire sull’Azienda?
Se lo è sognato la notte, gli è apparsa la Luce che gli ha dettato le
indicazioni operative oppure, come molti sospettano (e noi ci associamo) il presunto
Piano era già pronto nelle tasche di qualcuno che glielo ha consegnato al
momento del suo insediamento? In questo caso, la faccenda si potrebbe complicare assai.
Facciamo fatica a credere che A) sia stato possibile
elaborare un Piano del genere in così breve tempo senza sapere/conoscere
pressoché nulla dell’Azienda nella quale si è trovato ad operare B) non sia
stato coinvolto attivamente e preventivamene il Cda (previsto per oggi alle 15).
Facciamo grande fatica. Vorremmo non credere a tutta questa storia ma la
simultaneità e la molteplicità delle nostre fonti ci inducono a ritenere che la
notizia sia vera e fondata. Pronti a smentire qualora non fosse così.
Ora si tratta di capire cosa significa e che portata può
avere. Lasciamo perdere le sofisticate alchimie finanziarie tipiche da CFO e cerchiamo
di leggere la sostanza. Vera o meno che sia la notizia, appare chiaro che la
pentola Rai ribolle e tutti sono convinti che qualcosa bisognerà pur fare e
anche presto. La contemporanea presenza di altre notizie importanti delle quali
vi abbiamo anticipato per secondi, dopo il Messaggero dell’8 maggio, sul canone
in bolletta, la relazione della Corte dei Conti sulla Rai che prende a sportellate
la gestione precedente, il rinvio del refarming e la relazione Agcom sul
settore audiovisivo compongono un quadro potenzialmente a dir poco impegnativo.
E, in tale contesto, è del tutto verosimile che Mario e il suo uomo in Rai
intendano dare un segnale “forte” subito. Ed è del tutto verosimile che lo intendano
proprio dare attaccando il nervo scoperto dell’Azienda: i conti in rosso e la
possibilità che pure l’anno in corso si possa presentare con buchi rilevanti. Su
questo tema possiamo scrivere pagine di Blog ma lo spazio e il tempo dei nostri
lettori è limitato. Pe ora ci limitiamo a riportare quanto sappiamo, da oggi in
poi vedremo e valuteremo quello che potrà avvenire.
Nel merito delle altre notizie. Sul refarming, c’è poco da
dire oltre: il tema è la mancata comunicazione per tempo dovuto agli utenti che
è incorso la transizione al DVB-T2. Chi più, chi meno, tutti colpevoli: si
poteva e si doveva fare di più e meglio e non legare la comunicazione al solo
incentivo economico. La Rai, in particolare, ottusamente, si è sempre voluta
trincerare dietro l’inazione del MISE, non applicando invece quanto dettagliatamente
previsto e prescritto dal Contratto di Servizio.
Più importante la vicenda del canone in bolletta. Solo questa
mattina tutta la stampa nazionale si è resa conto del problema e lo stesso
Corriere (fatto molto significativo) ha dovuto ammettere che la fonte della
notizia è stata il Messaggero (magari potevano pure aggiungere poi seguito da
Bloggorai) mentre tutti gli altri dormivano da piedi. Ora il tema è una notizia
di agenzia Ansa delle 15 con il titolo “Concorrenza verso slittamento, nel
testo non entra canone Rai. Fonti governo, nessun riferimento ad esclusione da
bolletta luce”. Si legge poi “Non sarebbe invece prevista nella bozza del testo
all'esame la norma che toglierebbe il pagamento del canone Rai dalle bollette
elettriche, si spiega sempre in ambienti di governo, anche se l'idea circola
nella maggioranza”. Ora, siamo andati a rivedere il corpaccione del PNRR e, in
particolare i famosi allegati alquanto misteriosi dove, a pagina 345 si trova
la frase incriminata “Remove the requirment for suppliers to collect chargers unrelated
to the energy sector”. Ora, delle due l’una: o il PNNR è stato consegnato a
Bruxelles, nelle mani delle Von Der Leyen, bello e chiuso oppure al contrario aperto
e “work in progress” del tipo... “Cara Ursula, ti faremo sapere se e quanto interverremo
con qualche modifica o aggiustamento in corso d’opera...vedremo …”. Ora, sarà
necessario pure essere chiari: potrebbe anche essere una manovra sulla quale è
necessario aprire un dibattito profondo e strategico sulla natura e valore del
canone e sulla sua destinazione ma di una cosa possiamo essere certi: se si mette
in conto il possibile ritorno ad una sacca di evasione stimata in oltre 200 mln
di euro, sarà pure necessario che già da ora si debba pensare a dove trovarli per
sostenere le casse Rai già traballanti per conto loro. Sarà stato questo il fantasma minaccioso che
potrebbe aver indotto Draghi&Co a cercare una timida ed impacciata
retromarcia su questo argomento?
Abbiamo tanto altro ancora da scrivere, c’è molto tempo a
disposizione. Abbiamo la forte impressione che il nuovo Vietnam di Viale
Mazzini sia solo alle prime scaramucce.
bloggorai@gmail.com
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