Almeno per questa mattina, ce la caveremo con poche righe. Il rinvio di un settimana per l’elezione dei 4 componenti del Cda che si dovevano eleggere da Camera e Senato consente un paio di riflessioni, dopo comunque aver fissato i punti fermi scritti nel post di ieri pomeriggio che invitiamo caldamente a rileggere.
Premesso che non siamo affatto d’accordo con coloro che gridano allo scandalo e all’offesa. Anzi, al contrario, vediamo in questa situazione un spiraglio sottilissimo per fare e sperare meglio di quanto si stava per fare. Tanto vale utilizzarlo.
Qualche domanda: la prima si riferisce alla possibilità che il Governo intenda mantenere l’appuntamento del 12 luglio con l’Assemblea degli azionisti aperta e, in quella sede, comunicare i suoi due nomi di competenza. Lo può fare? Si! Non c’è una norma che lo vieta. È opportuno che lo faccia? Forse no. Potrebbe essere una mossa molto azzardata: significa di fatto scavalcare la volontà parlamentare, anticiparla per metterla con le spalle al muro, un segnale di sfida, di scontro, tra Draghi e i partiti. Gli conviene? Abbiamo qualche dubbio: sa bene che il nome che ha in mente per il Presidente deve avere comunque un placet preventivo da parte loro e sarebbe ben strano che mentre i partiti, appunto, sono alla ricerca di una quadra al loro interno e tra loro stessi, possano invece trovare in anticipo un accordo sul nome del Presidente. No, questa ipotesi non sembra affatto convincente. A rafforzare questa ipotesi necessario osservare il sottile e perfido gioco di melina che stanno facendo gli ambienti vicini a Draghi, facendo trapelare i nomi dei possibili candidati per il ruolo di AD. Ieri tardo pomeriggio, nelle nostre conversazioni, ha preso consistenza un’accoppiata AD/Presidente verosimile e probabile ma alla pari di altre con le stesse caratteristiche. Fumo negli occhi, distrazione di massa? Vedremo.
Altra domanda: perché solo una settimana? Possibile che tutti i dolori interni al M5S, al PD e al Centro destra possano guarire in soli sette giorni? No, ci sembra assai improbabile. Certo, la politica insegna che tutto si può fare in 5 minuti se lo si vuole ma non si vede alcun presupposto che così possa essere, anzi, i dolori più vasti che interessano tutti coloro che sostengono il governo è ben difficile che possano trovare cura adeguata in così poco tempo. Da notare che la data prevista per la nuova convocazione delle Camere sarebbe due giorni dopo l’Assemblea degli azionisti che si dovrebbe intanto riconvocare a nuova data successiva al 14. Non è un dettaglio irrilevante.
Allora, che scenario si può immaginare? Sgombriamo prima il campo da un tema che riguarda l’approvazione del bilancio. L’Assemblea è considerata aperta e tale potrebbe rimanere anche per settimane e, inoltre, il decreto Mille Proroghe ha ulteriormente derogato i tempi previsti per tale adempimento. Dunque, almeno per ora, non si pone il problema di connessione nomine/bilancio. Rimane solo il problema di decifrare quale potrebbe essere l’esito del braccio di ferro in corso tra Politica e Tecnica, tra Governo e partiti. Al momento, possiamo solo osservare che se Draghi avesse voluto e potuto esercitare lo stesso potere che ha esercitato con le nomine al Copasir, con Figliolo etc, lo avrebbe fatto. Se questo non è avvenuto ci sono molti buoni e credibili motivi. La Rai non è e non potrà mai essere un tema da trattare senza mettere le mani in pasta con la Politica. Dunque, riteniamo che lo stesso Draghi potrebbe trarne vantaggio da questo stallo per ponderare meglio le sue scelte. I nomi che sono stati fatti trapelare, Maggiore e Stock, sono due marziani che impiegherebbero mesi solo per capire dove sono capitati e dovrebbero prima fare un corso accelerato di Servizio Pubblico che prevede lo studio della Legge Gasparri, del TusMar e successivi aggiornamenti Romani, della Concessione e del Contratto di servizio per poi finire con una ripassatina dell’ultimo Piano Industriale e di quello nuovo che si dovrebbe mettere subito in cantiere. Da notare: se ci fosse già un orientamento consolidato, se Draghi avesse una sua idea, il nome sarebbe già uscito, forte e chiaro. Anche lui ha qualcosa da perdere in questa partita. Auguri.
Conclusione: abbiamo il fondato timore che una settimana non possa essere sufficiente e che si possa prorogare ulteriormente. Converrebbe a molti, per tanti buoni motivi. In questo caso, non accettiamo scommesse. Ci accontentiamo, per ora, di quelle che abbiamo riscosso.
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