domenica 4 luglio 2021

I Prolegomeni della Rai



Domenica d’estate, caldo ma non troppo. Sulla stampa e in rete poco o nulla da leggere. Gli amici non chiamano, alcuni sono in vacanza mentre i nemici tramano e complottano. Aleggia la solita aria di attesa della quale abbiamo parlato più volte. Ci stiamo abituando: si tratta quasi di un rito consumato e consolidato, come il caffettino al bar sotto casa che comunque è sempre più buono di quello dalla tradizionale Moka ormai quasi consunta.

Ne approfittiamo per fare un paio di ragionamenti, tanto per tenerci allenati per quando i giochi si faranno seri e richiederanno comunque grande attenzione e concentrazione. Avviso per i lettori più affezionati: quanto stiamo per scrivere è frutto di un lungo, complesso e macchinoso lavoro di confronto (e scontro) con chi “conosce i dossier”, cioè con quanti sono direttamente o indirettamente coinvolti e interessati a partecipare e alimentare il dibattito in corso sul futuro della Rai. Inoltre, sappiate in anticipo che vi stiamo per proporre una “sfida” dove i fini analisti, le menti bene allenate, i piedini “educati” (come si dice nelle cronache calcistiche) troveranno di che divertirsi. Citeremo qualcuno, e sarà beninteso che di ognuno di loro riporteremo solo virgolettati DOC, garantiti e autentici pur se coperti dal ferreo e reciproco accordo di riservatezza e tutela delle fonti sottoscritto già da anni. Alcune tra queste sono “molto” qualificate, altre meno. Il lavoro del Blog, di questo Blog, è cercare esattamente di ricucire, di tessere un quadro, una tela, un affresco dal quale poi trarre la veduta d’insieme e fare emergere possibili evidenze e prospettive.

Lo abbiamo già scritto: quando ci si pone di fronte ad un’opera d’arte è necessario fare come i gamberi: un passo avanti e due indietro. Con quello avanti ci si avvicina ai dettagli (indispensabili per cogliere poi l’insieme) e con quelli indietro è possibile raccogliere e rimettere in ordine quanto visto prima. Recentemente, se ricordiamo bene, anche Roberto Saviano sul Corriere della Sera, ha scritto qualcosa del genere e si riferiva alla menzogna: quanto più si è vicini ai fatti, alle circostanze, agli avvenimenti, e quanto più ci si avvicina alla verità. La frase forse suonava così: “la distanza segna la menzogna”. Dunque, con questo metro di misura, anche noi abbiamo cercato di avvicinarci ai “dossier” con la segreta speranza che anche questo piccolo Bloggorai (nemmeno poi tanto piccolo in verità, dall’alto dei numeri dei lettori che ogni giorno che il Buon Dio manda in terra si collegano) possa essere considerato “vicino ai dossier” e magari citato come un ritornello a proposito dei tanti nomi che girano a proposito delle prossime nomina del Cda di Viale Mazzini. Forse non ci riusciremo, ma ci proviamo lo stesso.

Come vi suggeriamo spesso, mettetevi comodi e se lo ritenete opportuno, munitevi di carta e penna. Anzitutto necessaria e doverosa una premessa: ci addentriamo nel campo della “Politica” con la P maiuscola (quella minuscola ce la teniamo per affrontare altro genere di problemi) pur sempre attinenti e relativi al futuro del Servizio Pubblico radiotelevisivo. E già su questo punto sono sorti i primi problemi con i nostri interlocutori: si sono creati due schieramenti. Da un lato la squadra della ”p” minuscola, cioè coloro che ne hanno le scatole piene di quelli con la “P” maiuscola, di quelli che per ogni questione dicono che “il problema è politico” anche quando magari è semplicemente sociale, culturale, tutto sommato semplicemente umano: qualcuno tra loro si azzarda a sostenere che spesso si tratta anche di casi clinici: persone con disturbi bipolari e/o caratteriali, distonia della personalità o errate percezioni del loro ambiente. Dal lato opposto la squadra della “P” maiuscola, di quelli che vedi sempre seriosi, appuntiti, quasi minacciosi, con il ditino sempre alzato e la frase pronta in canna: "non hai studiato, non capisci una mazza delle dinamiche degli accordi politici”. Il corollario di questa frase è che “la Politica (con la P maiuscola) è cosa troppo seria per essere lasciata agli sprovveduti. Sicché, chiarito il contesto in cui si svolge il dibattito, andiamo avanti e cerchiamo di chiarire alcuni punti fermi su quali ambedue le squadre concordano.

Il primo e più rilevante ragionamento deve, giocoforza, prendere avvio dalle prossime scadenze istituzionali, ravvicinate (vedi le assemblee delle Camere convocate per il 7 luglio)  e di più largo respiro (vedi amministrative di autunno e elezione del Capo dello Stato), tutte comunque strettamente concatenate tra loro. Si tratta comunque di un approccio molto “sensibile” e pure molto sofisticato, ai limiti degli orizzonti di consapevolezza e di capacità percettiva, sia per quanto attiene alle specifiche caratteristiche intrinseche al proprio ed esclusivo bagaglio culturale personale, sia per quanto attiene alla storia, ai pregressi esperenziali collettivi, vissuti direttamente e indirettamente. Nel proseguimento del ragionamento useremo molto le “ ..” virgolette e sarà necessario fare bene attenzione perché dal loro uso e posizionamento se ne potrebbe trarre la fonte che ha ispirato i concetti espressi.

Attenzione, e qui entriamo nel “cuore” del problema, ci fanno notare che ad agosto le Camere potrebbero chiudere “per ferie” e quindi è necessario tener contro dei possibili slittamenti di importanti provvedimenti previsti dal PNNR. Doppia attenzione: anche oggi il Corriere riporta che “dovrebbero” (condizionale d’obbligo) essere stati firmati i decreti attuativi dal MISE e dal MEF per la rottamazione dei vecchi televisori (come vi abbiamo anticipato ieri). Il ragionamento prosegue sul filo del dibattito sempre più acceso tra ruolo del Governo e ruolo dei partiti. Chi sostiene chi? Questa la domanda centrale alla quale necessario dare una risposta convincente prima di proseguire. Evidente che rispondere compiutamente a questo interrogativo consente di mettere meglio a fuoco il “metodo “Draghi”. La squadra della “p” minuscola, sostiene che il capo del Governo se ne potrebbe fregare beatamente dei partiti e fare di capocchia sua, mentre la squadra della ”P” maiuscola (quella della sovranità della politica rispetto alla tecnica) sostiene il contrario: logico, altrimenti perché ci dovrebbero essere due squadre diverse, tanto vale farne una sola.

Giunti a questo punto, anche Bloggorai, si deve arrendere e prendere una pausa: il ragionamento è troppo sofisticato e forse abbiamo perso il filo anche se qualche concetto è stato espresso in modo chiaro e forte. Siamo però solo al primo ragionamento: non osiamo immaginare la difficoltà del secondo che comunque, ne potete stare sicuri, verrà intrapreso. Abbiate pazienza, tanto fino al 7 luglio (fra soli tre giorni 3), di acqua fresca ne scorrerà tanta dalle fontanelle di Roma.

Fin qui tutto chiaro? Avete capito bene dove stiamo andando a parare?

bloggorai@gmail.com

ps: prolegomeni, sostantivo maschile pluraleEsposizione preliminare delle proposizioni fondamentali di una dottrina.




 

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