Come noto a molti, succede che quando fa caldo, dopo pranzo,
ci si possa appennicare con la speranza di scavallare la contr’ora. Nel frattempo,
però, squilla il telefono e ci tocca fare un aggiornamento sui nomi che girano.
Monica Mondardini, area De Benedetti, editoriale;
Laura Cioli, area Colao, telefonica;
Simona Agnes, figlia d’arte, area Gianni Letta;
Francesca Bria, area PD, si definisce “innovation economist
and digital policy expert”;
Alessandra Perrazzelli, Banca d’Italia, Super Area Draghi.
Questi i nomi che ci stanno pervenendo in un pomeriggio caldo e assolato. Nessuno però è in grado di specificare in quale ruolo: AD o Presidente? Boh! Per non dire che nessuno è in grado di rispondere alla madre di tutte le domande: Draghi ha la forza, la voglia e il coraggio di decidere da solo? Doppio boh!!!
E qui ci fermiamo. Ci sarebbe pure qualche altro illustre
nome e cognome ma, non si sa mai, meglio tacere.
Nei piani inferiori, invece, si gioca un’altra partita, nobile
e rispettabile, di altro spessore rispetto a quella che interessa i nomi di cui
sopra. Certo è che in queste ore
immaginiamo che da qualche parte in un oscuro antro tra Corso Rinascimento e Piazza
Montecitorio, in preparazione del 7 luglio, ci siano due o tre oscuri funzionari
che, come si faceva una volta con le figurine Panini, stanno facendo il gioco “Ce
l’ho…mi manca... Ce l’ho ..mi manca” oppure “Io ti do un PD buono (amico di
Letta) e tu mi dai un verde-azzurro (lato Salvini)???”. Il dialogo e il
mercatino delle figurine prosegue: “Io ti do un renziano DOC ma tu le hai due
donne tecno-progressiste???” e l’altro: “Seeee… te pare.. al massimo ne ho una
tanto progressista ma di tecnologia credo ne sa poco” … “Ah no, mi dispiace, ti
verrei pure incontro ma stiamo sempre a parlà dei quattro consiglieri, mica
dell’AD”. A questo punto interviene il terzo oscurissimo funzionario, quello
che “conosce i dossier” come usano dire i giornalisti solitamente bene
informati: “Ah va beh, se la mettete sul pesante, lasciamo perdere. Vediamo
intanto de portà a casa ‘sti quattro scappati de casa, che poi all’AD ce pensa
Draghi”. “Alt, fermi tutti, il mazzo è grosso e non ci stanno solo le figurine
del Campionato delle Camere, “bigna mettece” pure quelle della Vigilanza (mica
la lasciamo a Barachini)”. A quel punto
gli oscuri funzionari sono presi da una crisi di sconforto e infinita
tristezza, si guardano, muti, e nel loro intimo si interrogano sul senso della
loro esistenza. Li consola un solo pensiero: il loro lavoro non è stato vano. Hanno
scremato da decine e decine di CV il fior da fiore: anzitutto al netto dei requisiti
di legge. Tutti onesti fino a prova contraria, tutti esperti e competenti a
vario modo. Dopo di che? A parità di titoli e merito? Come sono andati avanti? Noi
lo sappiamo e siamo in grado di rivelarvelo: anzitutto Bella presenza (applicato
il principio di Altezza=Mezza bellezza); poi esperienza in comunicazione
pubblica (non si sa mai, dovessero parlare o magari rilasciare un’intervista);
sana e robusta costituzione fisica (le maratone del Cda potrebbero essere
estenuanti); spirito allegro, brillante (una battuta spiritosa ogni tanto non
guasta, anche se non fa ridere nessuno); buona famiglia e frequentazioni
adeguate (prima o poi tornano sempre utili) e, infine, capacità culinarie e
conoscenze enologiche (prima o poi toccherà pure organizzare una cenetta per
socializzare e fare squadra). Ora ci siamo, le Assemblee sono convocate. L’Album
delle figurine sarà quasi completo, forse.
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