Ci sono tre scrivanie sulle quali c’è in bella evidenza una
cartellina con sopra scritto “RAI”: anzitutto quella di Franco (MEF), poi
quella di Colao (MIT) e quella di Giorgetti (MISE). Anche questo Blog ha le sue
fonti. Almeno due tra queste dovrebbero contenere un nome che finora è comparso
poco sui giornali. Ne abbiamo parlato e scritto spesso senza mai citarlo e ora
forse è giunto il momento di farlo. Non prima però di ribadire ancora una volta
i criteri fondamentali che lo sostengono e che lo fanno rientrare a pieno titolo
tra i candidati AD Rai: autonomia, capacità e operatività.
La persona è Stefano Ciccotti, attuale CTO Rai.
Per quanto riguarda il primo criterio: sfidiamo chiunque a
trovare una sola riga, un articolo, un commento, un editoriale, un gossip dove
si possa leggere di lui che “è gradito” alla Lega, al PD, al M5S o altri
partiti che dir si voglia di centro, di destra o di sinistra. Non risulta
essere parente, amico o frequentatore di “salotti” più o meno buoni. Non siamo
a conoscenza di “simpatie” con un segretario di partito piuttosto che altro
esponente istituzionale più o meno di rilievo. Non sappiamo se ha dovuto chiedere o
contrattare le sue posizioni e le responsabilità che ha ricoperto con
interlocutori politici di qualche tipo e, per quanto lo abbiamo conosciuto,
abbiamo seri dubbi in proposito.
Per quanto riguarda il secondo criterio, la capacità imprenditoriale, l’esperienza e la conoscenza dei più importanti dossier che interessano la Rai, il suo CV parla da solo: https://www.rai.it/trasparenza/persone/Stefano-Ciccotti-5b93419e-e0e0-41d5-82c1-01dd3e36a6da.html .C’è poco altro da aggiungere se non tenere in debito conto delle obiezioni che si possono sollevare sulla “limitatezza” di queste esperienze. Di questo parleremo più avanti.
Per quanto riguarda il terzo criterio, l’immediata
operatività, è tutto molto semplice e chiaro. La Rai, il Servizio Pubblico non
è nelle condizioni di poter attendere lunghi mesi prima di essere nelle
condizioni di operare nel pieno delle sue possibilità. Già dal prossimo
settembre la prima sfida da fronteggiare è di carattere assolutamente tecnologico,
il refarming delle frequenze, e ci sono poche persone non solo in Rai ma anche
nel resto del Paese che conoscono perfettamente questo dossier come Ciccotti. Chiunque
altro/a, tra i nomi autorevoli venuti dal Nord, dal centro o dal Sud, sarebbe un/una
perfetto/a marziano/a al/alla quale bisognerebbe anzitutto fare un corso accelerato
di Servizio Pubblico che non è e non potrà essere considerato alla stregua di
un’Azienda qualsiasi dove arriva il/la mago/a di turno in grado di fare il
miracolo. Sarebbe necessario predisporre
almeno un Bignami con la sintesi della legge 112 e successivi aggiornamenti, del TUSMAR, della
Concessione, del Contratto di Servizio, dei regolamenti della Vigilanza, delle competenze
di AgCom, dei poteri di vigilanza della Corte dei Conti e delle procedure di svolgimento
dei Consigli di amministrazione e, infine, di come si predispone e si applica
un Piano Industriale. Quanto tempo gli occorre per apprendere i fondamentali di
tutto questo?
Infine, ci sono altre sommarie considerazioni: ha lo standing,
la caratura caratteriale e professionale per essere all’altezza dei suoi interlocutori
e non è cosa da poco. Inoltre, non necessita di costi aggiuntivi per l’Azienda: è già
sul libro paga al tetto dello stipendio e non richiederebbe costosi collaboratori
esterni e non è cosa da poco.
Ci siamo decisi a pubblicare oggi il suo nome perché forse è
giunto il momento di far uscire allo scoperto i vari sostenitori di Tizio, Caia
o Sempronio i cui soli meriti, per quanto ne scrivono o sono noti, riguardano essere
“targati” da qualche partito. Se ci sono nomi che si possono confrontare tra
loro e tra questi qualcuno risulta essere migliore di Ciccotti, ben venga!!! Quello che ci interessa in primo luogo non è tanto sostenere
una persona quanto fare le barricate sulla proposizione di criteri di dibattito
pubblico, aperto e trasparente. Poi, vinca il migliore.
Quando, da tempo, abbiamo cominciato a proporre riservatamente il nome di Ciccotti, da più parti, specie interne all’Azienda, ci siamo sentiti sostenere: “si è bravo e competente ma poco politico” oppure “si è bravo ma gli manca la competenza editoriale, sul prodotto” e infine “si è bravo ma si tratta pur sempre del Partito Rai, ormai vecchio e logoro …occorre aria nuova”. In ordine: sulla mancanza di “capacità politica” potrebbe essere un merito (si farebbe fatica a leggere di Ciccotti di incontri più o meno riservati con un segretario di partito, come sembra avvenuto anche recentemente) ma comunque si potrebbe ovviare facilmente a questo deficit. La seconda obiezione è pure facilmente superabile: ci sono altri suoi colleghi che potrebbero benissimo affiancarlo sui contenuti e prodotti, compresi alcuni tra quelli considerati “in quota”. Infine la terza obiezione è più insidiosa quanto però anch’essa superabile: il Partito Rai è vero che ha una sua parte corposa vecchia e logora quanto è vero che c’è un’altra parte che è sana e vigorosa.
Conclusione: noi scommettiamo su questa parte. Forse, non siamo
i soli.
bloggorai@gmail.com
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