Non è ancora ben chiaro se siamo al giorno dopo oppure al
giorno prima di qualcosa che nessuno è in grado di sapere cosa potrà essere. Non
siamo in grado di capire se ciò vediamo è un cumulo di macerie oppure un
sentiero radioso.
Necessario quindi sgombrare subito il campo da gravi ambiguità
e ipocrisie. Fuortes e Soldi sono anzitutto nomine “politiche” e sembrano avere
un mandato da risanatori, da tagliatori, da aggiustatori. Inoltre, su questa
operazione si consuma un’altra tragedia di confusione e disordine che interessa
prevalentemente il PD e LEU. Del dramma in corso nel M5S abbiamo in parte già
scritto e per quanto altro si potrà aggiungere, sarà necessario vedere lo
sviluppo degli eventi, già da oggi pomeriggio.
Come al solito, avevamo la traccia di questo post già in
mente quando un solerte e attento lettore ci ha inviato l’intervista che Foa ha
rilasciato questa mattina a La Verità. In verità avevamo bene in mente un
fondo, pubblicato ieri dal Corriere con la firma di Verderami sui “due Mattei”.
Andiamo con ordine: le nomine politiche. Ragionevolmente, c’è qualcuno in giro che crede ancora che la “tecnica” sia estranea alla “politica”??? Dubito ed è lecito anche dubitare che Draghi consideri l’arena politica di scarso interesse. Il colpo di mano del Governo è squisitamente un “atto politico” con una cifra particolare ma pur sempre di politica si tratta. Abbiamo letto diverse interpretazioni e la più diffusa, appunto, sta a dire che Draghi abbia voluto dare un “segnale forte” ai partiti. E cosa altro è questo se non Politica con la P maiuscola? Da leggere attentamente quanto scriv questa mattina Antonella Baccaro sul Corriere con un articolo dal titolo: "Rai: si tratta sulla direzione dei Tg".
Gli argomenti a favore di questa ipotesi sono molti e, proprio ieri pomeriggio, ci è venuta in supporto una voce che ha circolato con particolare insistenza, diffusa da fonti “relativamente” autorevoli. La forza di questa voce è proprio nella sua intrinseca credibilità politica: il ragionamento è noto e si riferisce alle probabili difficoltà che Draghi potrà incontrare in Vigilanza dove tutto il centro destra ha sollevato dubbi e perplessità sulla nomina di Fuortes e Soldi. La “voce” sosteneva che si stava per chiudere un accordo subordinato per la nomina come DG di Marcello Ciannamea, stimato ed apprezzato dirigente Rai di lungo corso con una piccola area grigia che grava sul suo nome. Da tempo, infatti, si legge il suo nome con allegato “in quota alla Lega” oppure “ben visto da Salvini” e via cantando. In poche parole: è partito il mercatino della “politica” con la p minuscola. Ed è solo l’inizio. Ovviamente, non siamo in grado di confermare o smentire nulla, ma ne teniamo in debito conto.
Veniamo ora al PD e LEU, in estasi per il risultato ottenuto
di avere un uomo di riferimento al vertice di Viale Mazzini. Se ne sono
strafottuti dei principi, del dibattito pubblico, dei criteri trasparenti, del
buon senso e del “garbo” istituzionale e la sola soddisfazione è stata nell’apprezzare
i nomi, in particolare quello riconducibile alla loro "area". Amen. I principi sono noti: si poteva e si doveva scegliere attraverso
una selezione aperta, pubblica e non con il principio dell’uomo solo al comando.
Inoltre, sono perfettamente a conoscenza delle scadenze “pubbliche” che
andavano in qualche modo rispettate, seppure nella loro mera formalità: l’Assemblea
degli azionisti del 12 e Camera e Senato riuniti il 14. Ma ciò che consideriamo
più grave in assoluto è l’incongruenza, l’incoerenza con quanto vorrebbero
sostenere nelle intenzioni verso la Rai. Da un lato si fanno portatori di
proposte di riforma dell’Azienda in particolare sulla Governance e dall’altro,
di fatto, avvallano i nefasti principi ispiratori delle Legge 115 del 220 senza
battere ciglio, come se nulal fosse, come un operazione del tutto fisiologica, “normale”.
Ma c’è di più: alla Rai non servono tanto i risanatori quanto invece
progettisti, i costruttori, i portatori sani di proposizioni, persone che abbiamo
una visione, un progetto, un’idea di cosa potrà e dovrà essere nel suo
prossimo, immediato futuro che non è fra anni, ma fra poche settimane, quando
Fuortes e Soldi staranno ancora a studiare i Bignami del Servizio Pubblico. Qualcuno
ha chiesto loro qualcosa in merito? Gli è stata fatta le sola semplice domanda:
che intenzioni avete di fare a Viale Mazzini? Se così fosse, sarebbe stato utile
e forse necessario sapere le risposte. Del resto, purtroppo, avete mai sentito
Letta o Fornaro parlare, argomentare o riflettere della Rai futuro, della complessa architettura sulla
quale dovrà esser costruita, dei suoi pilastri composti da tecnologie, risorse
e contenuti? Magari qualcosa ci è sfuggita, ma non ci risulta. Ecco perché si
accontentano di quello che passa il Convento Draghi.
Bene, torniamo al fondo del Corriere con i “due Mattei”. Il ragionamento
è noto e suggestivo: i due personaggi hanno un comune sentire e paradossali
convergenze, in particolare sulla partita del prossimo Capo dello Stato. In questa
circostanza invece sembrano divergere: Anzaldi, renziano di ferro della prima ora,
esulta e ne ha buon motivo. Per quanto abbiamo saputo e letto, la Soldi ha
avuto notevoli “sensibilità” per il suo corregionale (video su Firenze, realizzato
in collaborazione con il noto agente Presta: https://www.tvblog.it/post/1692395/documentario-renzi-su-firenze-nove-quanto-e-costato-lucio-presta
) poi ben restituita da quando Renzi l’ha
già candidata come AD Rai nel passato. Sciocchesse, gossip di bassa Lega
(oooppps … abbiamo sbagliato maiuscola). Viceversa, l’altro Matteo ha ben di
che lamentarsi: da questa partita, finora, sembra tagliato fuori. Magari si
potrà rifare in altri modi: ci sono tante reti e testate da sistemare.
Infine: l’intervista di Foa, la dobbiamo leggere con attenzione,
merita e intanto però una cosa la possiamo dire. La mente politica di questi
tre anni trascorsi a Viale Mazzini è stato indubbiamente lui. Si lamenta del
fatto di non avere avuto “la possibilità di incidere direttamente in altri
settori” oltre a quelli di sua competenza. Tradotto in italiano: se le cose
sono andate male, prendetevela con Salini. Elegante. Ci torneremo.
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