Ragionamento tra le righe e riguarda il PD (partito visto con
simpatia da molti nostri lettori) e proprio uno di loro, molto autorevole, ci
suggerisce: “Enrico ora è in grave difficoltà: sa bene che un consigliere tra i
quattro di fonte parlamentare spetta al M5S e pure che l’AD non potrà essere
nominato se non ci sarà un loro placet. Il problema ora è che il Segretario, e
non solo lui, non sa con chi parlarne. Tu vedrai, ci potranno essere sorprese”.
Non ci resta che piangere, sommessamente, tristemente.
Veniamo a cose serie. Oggi parliamo di calcio e non solo perché
stasera gioca l’Italia ma per un paio di notizie che interessano il futuro
della Rai. Prima però una doverosa domanda: care lettrici, cari lettori, mettiamoci
d’accordo: volete una Rai+Stato oppure una Rai+Mercato???. Se ce la vogliamo
prendere comoda, possiamo pure dire metà e metà, più o meno come succede oggi
con tanto di canone e un X% di pubblicità. La domanda si riferisce alla cronaca
di queste ore: ieri la Lega Calcio ha annunciato di avere assegnato a Mediaset
i diritti di diffusione video della Coppa Italia, storicamente Rai, per l’importo
di circa 48 mln. A Viale Mazzini sono rimasti i diritti radiofonici, al modico prezzo di 400 mila Euro, spiccioli. Dopo di
che, quasi in simultanea, è partita la campagna Tim che, in accordo con DAZN,
trasmetterà pressoché tutto il calcio importante eccetto la Nazionale. Amen.
A questo proposito (sempre il Mercato con la M maiuscola), da non dimenticare che AgCom ha avviato
un’istruttoria (31 marzo 2021, n. 108/21/cons) nel quadro di quanto previsto
dal DL del 7/10/2020, n. 125 dove si legge che “…nel caso in cui
un soggetto operi contemporaneamente nei mercati delle
comunicazioni elettroniche e in un
mercato diverso, ricadente nel
sistema integrato delle comunicazioni (SIC), anche attraverso
partecipazioni in grado
di determinare un'influenza notevole ai
sensi dell'articolo 2359
del Codice civile, l'Autorità per le
garanzie nelle comunicazioni è tenuta ad avviare
un'istruttoria, da concludere entro il
termine di sei mesi dalla data di
avvio del procedimento, volta a verificare
la sussistenza di effetti distorsivi o di posizioni comunque lesive del pluralismo…”. Tutto chiaro?
Appena arrivata l’Ansa di ieri pomeriggio, come al solito,
abbiamo avviato il solito giro di telefonate e What’s Up per sentire opinioni e
commenti. Il primo: “Non ce lo potevamo permettere e poi meglio così: quei papponi
che guadagnano milioni non li avranno da noi”. Bene. Il secondo: “Meglio così,
ci possiamo concentrare su bocce e briscola, veri sport nazional popolari”. Ottimo,
grazie. Avanti un altro: “Mediaset ha preso un “pacco”... non gli conviene … ci
rimetterà”. Dopo aver ascoltato altri pareri, alla fine ci concentriamo su quest’ultima
osservazione: a chi conviene prendere e a chi conviene lasciare? Leggiamo quanto
dichiarato da Vittorio Di Trapani, USIGRAI : “La perdita dei diritti Tv della
Coppa Italia è una sconfitta pesante per la Rai. Gli ascolti di EURO2020
dimostrano i ritorni che garantiscono gli eventi sportivi". Già, come
dargli torto. Ecco quindi il perno della domanda: in questi casi, per questo tipo
di offerta, la Rai deve stare sul mercato e competere con esso o no? chiariamo: la componente "Stato" costa poco, quella "Mercato" no. Se non si risponde compiutamente al quesito
tutto diventa pura accademia, disquisizioni che nemmeno al baretto sotto casa interessano
più di tanto. Come pure mettiamoci d’accordo su un punto: il calcio importante,
quello della Serie A, della Champion’s League ed ora quello della Coppa Italia
appartiene al bouquet dei grandi eventi sportivi di interesse pubblico allo
stesso livello della Formula1 o del Giro d’Italia? Grosso modo, abbiamo la
sensazione che la risposta sia positiva: la Rai non può essere fuori da questo
giro ed è beninteso che per esserci deve avere tanti soldi in portafoglio. E da
dove vengono questi soldi? Dal Canone? Beato chi avrà un occhio nel 2022, quando
si saprà se verrà ancora pagato in bolletta oppure si ornerà al vecchio Conto corrente
come prevede il PNNR? Oppure, come potrebbe essere naturale che sia, con la
pubblicità che però si dovrà rivedere nella sua composizione e redistribuzione
nel “mercato”, appunto come vorrebbe Bruxelles con la revisione del SIC?
Allora, per tornare alla domanda Rai+Stato oppure Rai+Mercato:
abbiamo la vaga sensazione (e vari indizi ci portano in questa direzione, vedi
refarming e banda larga) che si voglia spingere la Rai, lentamente quanto
inesorabilmente verso una Rai+Stato, meno “ingombrante” sul mercato dove le forze
in gioco e gli interessi in ballo non appartengono più alla sfera pubblica. Ci sarà
pure un buon motivo perché Mediaset investe così tanto per la Coppa Italia? Si,
forse, si.
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