giovedì 29 luglio 2021

Il Bilancio Rai: l'odore del Napalm e il fumo negli occhi

Foto di Alexander Stein da Pixabay

 “Adoro l’odore del Napalm al mattino …un odore che sa di vittoria” (Kilgore, Apocalypse Now)

Eravamo giovani, molto giovani, quando seguivamo con attenzione e partecipazione le notizie che provenivano dal Vietnam. Una guerra ingiusta, sporca e cattiva. Un popolo di piccoletti contro i giganti della terra. Gli americani hanno perso sulle rive del Mekong per tanti motivi ma uno lo riteniamo prevalente: non avevano un progetto, una visione, che non fosse quella di sostenere il governo corrotto di Saigon.

Ieri abbiamo scritto che per la Rai si potrebbe aprire una stagione di guerra di guerriglia pericolosa e dannosa, per tutti. Cerchiamo di capire e, come al solito, prima i fatti e poi l’opinione.

Il nuovo Cda di Viale Mazzini si insedia lo scorso 17 luglio e dopo 8 giorni la Vigilanza Rai ratifica la noma della Soldi come Presidente. Ieri si riunisce il Cda e, al termine viene emesso un comunicato dove, tra le altre cose che poi vedremo, si legge: “Il Cda…ha altresì approvato la revisione del budget 2021, proposta dall’AD, con la previsione di un risultato di pareggio rispetto a un budget iniziale che prevedeva un risultato negativo di -57 milioni di euro”. Poco dopo, “l’uomo Fuortes al comando” rilascia all’ANSA una dichiarazione: “'Il Budget dell'anno in corso prevedeva un forte disavanzo di circa 57 milioni di euro. Anche negli anni precedenti i budget erano in perdita. E' una cosa assolutamente inaccettabile per un'azienda che vive grazie al canone versato da milioni di cittadini''. Lo dice l'amministratore delegato Rai Carlo Fuortes, interpellato dall'ANSA al termine del Cda. ''Come amministratori dobbiamo avere il massimo rispetto di questo denaro pubblico. I conti della Rai devono essere sempre in utile, o come minimo, in pareggio''. Ho dunque proposto al CdA una variazione al Budget 2021 che riporta i conti in pareggio''. Eccolo il “piano segreto del quale abbiamo scritto ieri: pala, piccone e martello penumatico. ATTENZIONE: era tutto già noto a molti, anzitutto dentro la Rai.

Questi i punti fermi e solo su questi possiamo possiamo ragionare, al di là delle migliori intenzioni e di ogni possibili dietrologie o fantapolitica. Anzitutto i tempi: dopo soli 9 nove giorni, l’AD ha ascoltato i direttori principali, ha letto i bilanci, ha preso visione degli impegni presi, ha capito tutto del Contratto di Servizio, del Piano Industriale, della situazione del personale ed ha tirato le sue conclusioni. Giù il cappello, nessuno meglio di lui ha capito così tanto di Rai in così poco tempo. Indiscutibile capacità manageriale, non c’è che dire, degna di chi lo ha investito. 

Prima di andare avanti mettiamoci d’accordo su un punto: evidente a tutti, e da molto tempo, che alla Rai occorre una cura di risanamento profonda, radicale e incisiva. Anni, decenni di sperperi, inefficienze, incapacità gestionali (interne ed esterne) ai limiti della colpevolezza, hanno ridotto l’Azienda in ginocchio e sembra quasi un miracolo che il disavanzo sia di “soli” 57 mln. Dunque, ben vengano tutte le misure e tutte le migliori volontà che possano attaccare frontalmente questo problema. Non leggerete mai su questo Blog una frase del tipo “ben altri sono i problemi” perché anche questi SONO i problemi. Leggerete invece quello che scriviamo da quando il Blog è nato: “La Rai prossima ventura”. Abbiamo scritto e continueremo a ripetere che non occorrono picconatori ma i costruttori, non occorrono i salvatori della Patria ma i visionari, i progettisti, gli architetti e gli ingegneri di un nuovo Servizio Pubblico. La manovra di “lacrime e sangue”, indistinta e imprecisata come quella proposta ieri potrebbe avere anche un senso se solo fosse accompagnata ad uno straccio di idea, quale che essa sia, su quale direzione si intende prendere, quali settori si intendono privilegiare e quali invece si intendono tagliare. Va bene tutto, la qualunque, ma per favore un ‘idea, un’idea che non sia l’infelice battuta su conti della Rai in attivo o in pareggio. Sempre per carità di Patria, ci sia risparmiata la litania del "lasciamoli lavorare poi si giudicherà". 

Non c’è bisogno di una laurea alla Sapienza con 110 e lode e successivo MBA all’INSEAD (il nostro consulente familiare) per sapere che è una frase a dir poco “debole” per tanti buoni motivi. Si riferisce in primo luogo ad un concetto di “pareggio di bilancio” che appartiene più agli Enti pubblici e non alla Spa come la Rai. Poi, si tratta di una Azienda atipica, che non produce bulloni e non ha il vincolo della distribuzione degli utili agli azionisti. Questi altri non sono che gli “utenti” ai quale deve solo garantire di poter adempiere a quanto la Legge dispone e farlo nel migliore dei modi. Un intervento a metà esercizio di tale importo è giocoforza connesso ad uno più esteso per tutto il periodo di interesse e quindi di valore superiore. Inoltre, un disavanzo si può presentare pure in presenza di investimenti a medio/lungo termine per i quali è lecito supporre che possa anche essere “strutturale”. Ci viene suggerito da altra fonte qualificata (e concordiamo): “Necessario essere anticiclici. Se noi vuoi crollare devi investire e recuperare con la crescita. Bisogna agire sulle leve che ti impediscono di crescere, anche regolamentari, vedi la revisione del SIC”. Altro suggerimento: “Che rapporto ha definito tra tagli e investimenti? I primi sono potrebbero avere effetti immediati ma conseguenze differite non necessariamente virtuose”. Infine: dove come, quando e perché si dovrà “tagliare” in un settore piuttosto che in un altro.  L’USIGRAI è insorto: “Zero notizie sul mandato. Zero notizie sulla missione. Zero notizie sul progetto” mentre avverte il fiato sul collo per il numero dei giornalisti che potrebbe essere investito da questa manovra.

No, Fuortes non sembra affatto partito bene, anzi, al contrario sembra proprio aver fatto una manovra di “distrazione di massa”, fumo negli occhi per mascherare il nulla progettuale che lo sostiene. Non siamo tra coloro che usano firmare cambiali in bianco senza sapere se il contraente potrà poi pagare l’impegno sottoscritto. E, in questo caso, non sappiamo nemmeno lontanamente quali che siano le sue intenzioni. Checché ne dica il prode Anzaldi.

Da registrare, in tale contesto, la notizia della convocazione della Vigilanza il prossimo 4 agosto al fine di “… far conoscere la loro visione del Servizio Pubblico all’organismo parlamentare che ha il compito di vigilanza e controllo”. Poniamo per pura fantascienza che magari, chissà, un colpo di calore, Fuortes e Soldi espongano qualcosa che ai Parlamentari potrebbe non piacere, che fanno? Li cacciano??? Magari, nei limiti del possibile, sarebbe stato anche utile chiederglielo prima di essere nominati, ci facevano un favore.

Inizia la risalita, lenta e pericolosa del Mekong. Agguati ed imboscate saranno costanti.

Ps: a proposito di “distrazione di massa: siamo giocoforza costretti a rinviare di scrivere sulla Relazione della Corte dei Conti, di quella Agcom, del canone in bolletta e del rinvio del refarming. Robetta da poco sulla quale non si ascolta parola. Fuortes, Soldi &Co sanno di cosa si tratta e di quali conseguenze potrà avere tutta questa roba sul futuro della Rai, sul bilancio non solo dell’anno in corso ma per quelli degli anni a venire?

 bloggorai@gmail.com

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