giovedì 29 aprile 2021

tic ..toc ..tic.. toc .. fate presto: salvate il Soldato Rai

Tic toc... tic… toc… incessante, senza tregua, l’orologio cammina, cammina e tanto più si avvicina il momento della sveglia e tanto più sembra voler correre più velocemente. Viene in mente il noto proverbio: “Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, una gazzella si sveglia e sa che dovrà correre più del leone o verrà uccisa. Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, un leone si sveglia e sa che dovrà correre più della gazzella o morirà di fame. Ogni mattina in Africa, come sorge il sole, non importa che tu sia leone o gazzella, l'importante è che cominci a correre”.

Questa mattina ci sarà il Cda Rai dove, formalmente, potrebbe essere approvato il bilancio (forse pure in “quasi pareggio”) in modo da poter fare iniziare le procedure per la nomina del nuovo Consiglio. Il passaggio successivo è la convocazione dell’Assemblea dei soci dove l’Azionista di maggioranza, il MEF, dovrà indicare i suoi due nomi di competenza. Oggi la Rai è in affanno e non sarà un pareggio di bilancio che la rimetterà in sesto o che gli potrà spalancare un radioso avvenire. Occorrono anzitutto tanti soldi, tanti, per metterla all’altezza di produrre in proprio contenuti appetibili e vendibili sul mercato, per dotarsi di una infrastruttura tecnologica adeguata alle prossime sfide (fra 5 minuti, non fra 5 mesi) e, infine, anche per applicare i tanti impegni richiesti dal Contratto di Servizio, attualmente ancora disattesi (due su tutti: i canali inglese e istituzionale).  Questi soldi non si vedono all’orizzonte: non ci saranno dal canone (vedi la riduzione del canone speciale) e tanto meno dalla pubblicità, sempre più attratta dal web. Poi occorrono idee, programmi, visioni. La Rai oggi è in affanno anzitutto perché non ha un progetto, non è più in grado di esprimere una sua ragione d’essere forte autorevole e credibile agli occhi di chi è costretto a pagare il canone. Occorre definire una sua nuova missione, un suo ruolo diverso distinto e distante da quello che è stato il suo fondamento di Servizio Pubblico. Necessario ridefinire il suo perimetro, il suo rapporto tra quanto costa e quanto “rende” in termini di servizio fornito al suo pubblico, i telespettatori. Evidente che tutto questo è un compito della “politica”, quella stessa che ora è chiamata a proporre i nomi dei nuovi amministratori, sempre che non sia il SuperTecnico a decidere. The Economist  di  questa settimana titola: “Too much is being expected of Mario Draghi. The Italian prime minister is not a miracle-worker”.  Ne siamo convinti e, infatti, nutriamo forti dubbi che sarà in grado di fare il miracolo di salvare il Soldato Rai.

Nel frattempo, si dovrebbero completare le procedure per la nomina dei quattro consiglieri di fonte parlamentare e avvenuta l’elezione del rappresentante dei dipendenti. Il totonomine è in pieno svolgimento e, al momento, lo schema che sta prendendo piede è il seguente: tra AD e Presidente, una figura dovrà essere donna; tra i quattro consiglieri di Camera e Senato, due saranno donne e il consigliere eletto dai dipendenti potrebbe essere riconfermato Laganà. Dei due di fonte parlamentare, sembrano riconfermarsi gli attuali De Biasio e Rossi e la partita, su questo fronte, si restringe tutta sul nome delle due donne. La partita principale comunque è in alto mare. Tutti i nomi che girano potrebbero essere fuffa. Ora, con il calendario degli impegni strategici alla mano, la Rai dovrebbe correre, per il banale e semplice motivo determinato dal fatto che tutti gli altri corrono: corre il Paese, corrono i telespettatori, corre il mercato, corrono le tecnologie. Rimanere fermi o  andare piano significa, semplicemente, rimanere indietro e a chi giova una Rai arretrata, debole, confusa e azzoppata? Ricordiamo per l’ennesima volta che settembre è dietro l’angolo (inizio del refarming del DVB-T2) e il continuo silenzio della Rai comincia a rasentare la colpevole negligenza. Perché si vuole, implicitamente, rallentare la Rai?

La risposta c’è ed è nota da tempo. C’è un grande partito in Italia che potrebbe raccogliere un fracasso di voti, è trasversale a tutta la penisola e incrocia ogni appartenenza di schieramento, destra, centro o sinistra, credenti o laici, sportivi e pigroni, agnostici o scienziati. Si tratta del Partito RaiSet, quello che riunisce la maggior parte dei telespettatori di Rai e di Mediaset che, ogni sera li vede tutti riuniti in una grande Assemblea, un Congresso senza fine, dove ne fanno parte un gran numero di milioni di persone che introno all’ora di cena si scatafasciano di fronte alla televisione (ancora, forse per poco, quella tradizionale). Sono i milioni di persone che tra Rai Uno e Canale5 si rinfrescano il pensiero con I Soliti Ignoti e Striscia la Notizia. Se tutti costoro si mettessero d’accordo per scegliere un capo di Governo non ce ne sarebbe per nessuno, i vari SuperTecnici o SuperPolitici verrebbero spazzati via d’un colpo. Si tratta di un potenziale partito che per un verso incute un grande timore e per altro verso è blandito e corteggiato fintanto che non si manifesta e non si presenta alle elezioni. Rai Set è un partito che fa sempre comodo, un po a tutti, arruffianarselo, tirarlo dalla propria parte, metterci dentro qualche amico, parente o conoscente. In fine dei conti, abbiamo tutti famiglia. Necessario precisare che, in questo momento, il Segretario Generale di questo Partito, sembra più propenso ad avvantaggiare Mediaset piuttosto che la Rai.

Sarà forse questa una chiave di lettura per capire quanto avviene oggi e quanto avverrà nel futuro prossimo venturo della Rai, del Servizio Pubblico. Sul passato, su quanto avvenuto finora, lo abbiamo scritto più volte: fintanto che non si leggeranno parole amare su chi l’ha diretta e gestita nei recenti anni passati, non se ne esce dalla moratoria e pacificazione. L’Azienda oggi sta messa male e le colpe non sono tutte dei suo nemici, almeno quelli palesi. C’è n’è una buona parte che ha vissuto e vive tutt’ora la uso interno. La Fortezza Bastiani è assediata anche da dentro e non da oggi.

bloggorai@gmail.com


Ps: è stato pubblicato ieri sera il terzo capitolo della storia 

"Cronaca di un omicidio "morale" realmente accaduto a Roma"

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