Altro che Covid: il carattere nazionale di un Paese si vede di fronte ai grandi problemi e il calcio è indubbiamente tra questi: date un colpo d’occhio ai titoli dei giornali di oggi e la pandemia sembra diventato un tema di serie B, subito dopo il video di Grillo. Formidabili armi di distrazione di massa. Come non ricordare il Giro d’Italia e l’attentato a Togliatti. 16 luglio 1948: al Tour De France vince la tappa Gino Bartali contro Fausto Coppi e gli animi turbolenti degli italiani sull’orlo della guerra civile improvvisamente si placano. I titoli di oggi sono quasi tutti sul calcio e sulla proposta di una Super Coppa Europea ristretta ai club più ricchi. Come poche volte avviene, tutto l’arco costituzionale si unisce e si oppone. Draghi ne fa un problema morale: il Governo “… sostiene con determinazione le posizioni delle autorità calcistiche italiane ed europee per preservare le competizioni nazionali, i valori meritocratici e la funzione sociale dello sport". Come non essere d’accordo.
Le riflessioni prevalenti sono in due ambiti: sportivo e televisivo. Quello sportivo ci interessa molto in quanto tifoso ma non riguarda questo Blog. Invece ci interessa molto la “lettura” televisiva del problema. Anzitutto: la notizia non è nuova perché da tempo se ne parlava. La novità consiste nel farla uscire proprio in questo momento, con i campionati in corso che potrebbero essere a rischio. Un “rischio calcolato”, come direbbe Draghi? Evidente che ci sia una strategia ben definita finalizzata a porre le basi, subito, per il mercato televisivo della prossima stagione. Non c’è tempo da perdere: vanno trovati gli sponsor, pianificate le piattaforme di distribuzione e chiusi i contratti. Il calcio come merce e la televisione il suo mercato: questa la sintesi essenziale del tema di oggi. Del resto, da tempo è noto come lo stadio, la sede naturale, il luogo topico di questo sport, sia diventato secondario, accessorio ai limiti dell’irrilevante nella sua economia generale. I tifosi che affollano le tribune , in Italia, in termini di incassi rappresentano meno di un terzo del valore commerciale di una squadra. Tutto il resto è in primo luogo diritti Tv, merchandising, sponsorizzazioni etc .Evidente che questo mondo si divide in milioni di persone alle quali basta una palla e un campetto sterrato e polveroso per praticare uno sporto bellissimo e appassionante e in altri milioni che si accontentano di vederlo in televisione. Per questi ultimi non c’è problema: aumenta l’offerta, si tratta di una partita in più da vedere comodamente sul proprio divano, pagata tanto al minuto, ma ne potrebbe valere la pena. Per i primi invece, non cambia nulla: ci saranno sempre, in ogni luogo, giovani e meno giovani che continueranno a giocare, a correre e sudare felici e contenti dietro una palla in calzoncini corti, d’estate e d‘inverno.
Poi c’è la lettura geopolitica: questa iniziativa è pienamente nel solco della grande competizione globale in corso tra gli OTT (Sky, DAZN, Netflix, Amazon, Disney etc) che, seppure oggi nel merito specifico non sembrano interessati, ci sarà da vedere come si comporteranno quando l’iniziativa potrebbe prendere piede. Conclusione: allo stesso modo come non si riesce (o non si vuole) regolamentare il WEB, difficilmente si potrà arginare questa deriva sul calcio globalizzato. Le piattaforme per crescere e sostenere costi crescenti hanno fame di contenuti e il calcio, questo tipo calcio, lo è in termini rilevanti.
Infine, c’è il tema “media company”. Visto che i diritti sportivi sono una miniera è evidente che ognuno cerchi di scavare per conto proprio e sfruttarli al massimo. Anche per la Serie A se ne parla da tempo e proprio nei giorni scorsi abbiamo riportato la notizia di un possibile accordo della Lega con Ei Towers in questo senso. Non stupirebbe affatto che i 6 mld di dollari promessi dalla banca americana JP Morgan potranno essere utilizzati anche in questa direzione. Solitamente quando si muovono questi interessi, non lo fanno per beneficienza o per amore dello sport. Forse per questo motivo gli OTT, al momento, sembrano alquanto defilati: per loro si affaccia all’orizzonte un altro agguerrito concorrente.
Ieri vi abbiamo scritto che sta per essere pubblicato il secondo capitolo del racconto “Cronaca di un omicidio "morale", realmente accaduto a Roma”. Abbiate fiducia: è in arrivo.
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