giovedì 1 aprile 2021

La Pasqua, la mazzafionda, TIM e la Rai (ancora)

Oggi voliamo alti. “Grande è la confusione sotto il cielo. Dunque, la situazione è eccellente…” sosteneva prima Confucio poi ripreso con grande successo dal Grande Timoniere Mao Tse Tung. Grosso modo sintetizza bene il momento che stiamo attraversando dove anzitutto la pandemia non vuole mostrare segni di cedimento e il SuperTecnico Draghi deve fare i conti con la politica. Fa quel che può, ma quel che fa non sembra sempre quanto opportuno e necessario. La buccia di banana sui viaggi all’estero degli italiani in vacanza durante la Pasqua non aiuta certo a rendere il clima più accettabile. Vedremo sabato con il prossimo “Quel che passa il Convento” a che punto sarà il suo gradimento.

Non ci possiamo risparmiare una battuta sulla storia dello spione beccato con i 5000 euro in tasca mentre passava informazioni top secret ai russi. Ma che razza di informazioni saranno mai se costano così poco? A meno che non ne passava una decina al mese, con quella cifra ci si paga a malapena la formula per fare le mazzafionde con gli elastichetti. E poi, i russi, possibile mai che vadano a impelagarsi in una storia del genere proprio nel momento in cui cercano di accreditarsi come potenza buona con la vendita del loro vaccino Sputnik? Infine: “Devo pagare il mutuo…” sarebbe il motivo che ha spinto lo spione a divulgare segreti strategici. Se non fosse tragica sarebbe una commedia comica difficile da scrivere per quanto surreale e per quanto pure poco convincente.

A proposito di surreale. Ieri abbiamo scritto di quanto riportato dall’articolo de La Stampa sull’incontro tra Giorgetti e Gubitosi di TIM. Ora, premesso che una regola fondamentale di questo mestiere dice che “una smentita è come una notizia data due volte” è successo che ieri pomeriggio le agenzie hanno diffuso un comunicato stampa di TIM dove si legge: “Rai: TIM, Gubitosi non ha parlato di governance con Governo. TIM smentisce le indiscrezioni che riguardano il suo amministratore delegato. Inoltre… Carlo Nardello non è interessato ad eventuali candidature ai vertici Rai”. Che bellezza! Da scriverci un manuale di comunicazione! Che necessità c’è di precisare una cosa che non sarebbe avvenuta? Invece quello che non si smentisce è la frase riportata nell’articolo relativa al fatto che i due “…hanno parlato anche di Rai ...” e il problema è esattamente questo: la Rai è un argomento che a TIM, a Gubitosi, non dovrebbe riguardare affatto, almeno in una sede istituzionale come quella del MISE. Peraltro, in casa sua ha ben altri problemi da risolvere. Poi, in privato, a casa sua, può dire quello che vuole. Quando si scrive “indiscrezioni” in genere si intendono notizie e/o informazioni che non si vogliono comunicare in modo ufficiale. I colleghi, i giornalisti, spesso eccedono in fantasiose ricostruzioni, ma altrettanto spesso lo fanno sulla base di elementi a loro noti, difficile pensare che “inventano” notizie, fatti o avvenimenti mai avvenuti. Chiudiamo questo breve capitolo con altre due osservazioni: vere o false che siano, le “indiscrezioni” su chi potrebbe essere il futuro AD Rai, intanto forse ne hanno “bruciati” due. Il primo è, appunto, Nardello, che non sarebbe interessato (ci crediamo bene, con lo stipendio che percepisce sarebbe stato arduo sostenere che per il bene della Patria lo avrebbe dovuto considerevolmente ridurre, e questo la dice lunga su quanti si azzardano a fare totonomine senza criterio). Il secondo è Del Brocco che dopo un presunto, vero o falso che sia, endorsement del genere potrebbe avere qualche difficoltà a far sostenere la sua candidatura. La seconda osservazione ce la propongono la nutrita schiera di nostri lettori SuperTecnici veri, con le iniziali maiuscole, quelli che le cose le conoscono veramente dei quali ci fidiamo ciecamente. La pagina del Corriere di martedì scorso con l’annuncio di TIM che pubblicizzava lo studio di Amici (Mediaset) collegato fino a 10 Gigabits al secondo conterebbe un errore tanto marchiano quanto significativo.  Non si scrive Gigabits con la S finale ma solo Gigabit in quanto BIT non prevede il plurale. I nostri lettori sanno bene quanto ci divertiamo a sfrugugliare con i simboli i segni e i significati delle cose e questo è un esempio. Al netto dell’errore del copy e della mancata verifica, evidenzia una sintonia TIM-Mediaset da seguire attentamente, insieme a quell’atteggiamento un tantinello supponente che molti di noi conoscono bene … per usare un eufemismo. Tant’è.

Andiamo avanti e rimaniamo sul terreno del prossimo Cda Rai. Leggiamo su La Stampa, sempre a firma Michela Tamburino che ieri il presidente della Camera, Roberto Fico, ha dichiarato ed è stato lapidario: “…un’Azienda strategica per il futuro del Paese, i cui attuali vertici non sono stati in grado di concretizzare un piano industriale serio mentre la situazione dei conti peggiorava progressivamente e gli ascolti diminuivano”. Detto da lui, esponente del partito M5S che ha espresso l’attuale AD ed una consigliera, Beatrice Coletti, che hanno governato l’Azienda in questi tra anni, c’è da credergli e si capisce pure perché Draghi sarebbe sobbalzato sulla sedia quando ha visionato il dossier Rai.

Torniamo per un momento al totonomine Rai. Ieri i componenti di Forza Italia in Vigilanza, Gasparri e Gallone, hanno dichiarato a proposito del nome della Andreatta che continua a girare con insistenza alla successione di Salini: “Questo movimento di dirigenti può indebolire la Rai, perché chi conosce i programmi degli anni futuri potrebbe in teoria avvantaggiare la concorrenza. La Rai deve introdurre clausole anti concorrenza e ovviamente deve valorizzare le proprie risorse interne, senza aprire in alcun modo le porte a chi vorrebbe andare avanti e indietro con una condotta fuori da ogni etica. Ritengo molto positivo che la Commissione parlamentare di vigilanza abbia approvato la nostra proposta di introdurre una clausola anti concorrenza per la Rai. Casi come quello della Andreatta non si possono ripetere. Si va via dalla Rai per andare in aziende private, portandosi dietro ovviamente la conoscenza di tutti i programmi futuri della Rai in un settore ad alta concorrenza come quello delle produzioni di sceneggiati, o come si dice oggi, di fiction. Settore nel quale Netflix è molto attiva. La Rai si deve dotare di norme per evitare il saccheggio del proprio arsenale di idee”. Nulla da eccepire. Concordiamo pienamente. Troppo facile fare la porta girevole con l’Azienda pubblica, con i soldi di chi paga il canone. Già quando ha lasciato la Rai non ci siamo associati a quanti rimpiangevano l’uscita della Andreatta. Passare armi e bagagli al nemico non ci è mai sembrata una gran bella cosa, specie se il nemico è quello che ti assedia alle porte. Bene, registriamo sul nostro taccuino del totonomine: per Tinny un segno meno, forse non ancora del tutto fuori dai giochi ma poco ci manca, sarebbe sufficiente un bel endorsement politico (e lo avrebbe a portata di mano) e ce la siamo giocata.

Infine, nei giorni scorsi abbiamo dato notizia (tra i pochi, insieme ad Angelo Zaccone Teodosi su Key4Biz) dell’avvio di una indagine conoscitiva della Vigilanza sui sistemi radiotelevisivi in Europa. Non passa un giorno che, zacchete, la sola Ansa pubblica ieri un lancio dove si legge: “Rai servizio pubblico più efficiente tra i 'Big 5'. Emerge da una ricerca della Direzione Marketing Rai”. Come si dice a Roma: che bisogna fa pe’ campa’!!! A questo punto, magari i commissari della Vigilanza potrebbero risparmiarsi il lavoro. E, per finire, molti chiedono a noi: chi prenderà il posto della Mazzola all’Ufficio Stampa Rai ora che stata meravigliosamente nominata nientepopodimenoche Direttore dell’Ufficio Studi Rai (poi qualcuno si lamenta che in Rai non si può fare carriera velocemente…ingrati !)? Non devono chiederlo a noi, anche se conosciamo la risposta.

                                                               bloggorai@gmail.com

 

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