Complice la solita carenza domenicale di notizie di grande interesse, oggi la prendiamo alla leggera, giusto per prendere tempo e preparare i prossimi post che si prospettano ricchi e corposi. Intanto però registriamo una buona notizia: la Traviata su RaiTre ha conseguito un ottimo risultato di ascolti. Buon segno: quando l’offerta è di qualità il pubblico premia.
Ora divaghiamo. Tanti della mia generazione sono cresciuti senza televisione e senza videogiochi, senza piscine, scuole tennis o calcetto. La scuola finiva alle 12.30 e, alle medie e superiori alle 13.30. Il pomeriggio, in genere, un pò di compiti a casa e per il resto via, fuori, in giardino, in cortile, all’oratorio, in giro, per strada con gli amici. Tutto questo già dalla più giovane età: andavo alla Pianciani in piazza Risorgimento e non ho memoria di genitori che mi accompagnavano e tantomeno di altri bambini accompagnati. Il sottoscritto aveva un perimetro ben definito: il fiume, le sponde del Tevere sotto Castel S. Angelo, le strade dei rioni prima di Panico e poi di Borgo Pio, i giardini della Mole Adriana. In particolare, lo spazio più ambito erano i campi di calcio (per modo di dire) tutti intorno: sbilenchi, polverosi, una pietraia dove cadere in terra significava scarnificazioni sanguinose. Facevo il portiere, figuratevi in che condizioni avevo le mie anche e i pali della porta in genere erano maglie sopra un sasso un po’ più grande dove fare grande attenzione a non caderci sopra. La mia adorata mamma mi dovette cucire un paio di calzoncini extra imbottiti e rinforzati alle ginocchia per evitare di vedermi tornare tutto ammaccato. Il grande salto di qualità (sempre per dire) avvenne quando, tramite la parrocchia di S. Maria in Transpontina (su Via della Conciliazione) si formò una squadra vera e ci si iscrisse ad un campionato dove si giocava sui campi dei Cavalieri di Colombo: un lusso!!! La grande differenza era anzitutto che avevamo le maglie poi le docce e, infine, per terra c’era la pozzolana (terriccio rosso a grana grossa di origine vulcanica) dove quando cadevi ti sbucciavi solamente (si fa per dire). Insomma, semplicemente, al primo posto la famiglia e poi la scuola e poi tutto ciò che era fuori casa. La vita nei rioni di Roma di quegli anni era una vita di strada, di “bande di ragazzini”, di un rione contro l’altro, come più o meno è avvenuto e avviene tuttora un po’ dovunque. In strada, in quei contesti, si apprendevano regole di vita, norme di comportamento, linguaggi e modalità di relazione collettiva utili per sempre. Un paio di esempi, forse un po’ rudi ma rendono bene l’idea? “Fidasse è bene , ma nun fidasse è mejo!” oppure “chi mena pe’ primo mena ‘du vorte” e il migliore: “aho’ …famose a capì: patti chiari, amicizia lunga”. Poteva essere sufficiente fare attenzione a queste poche ma essenziali regole del gioco e si poteva essere certi di uscire indenni. Poi, crescendo, ci siamo appassionati ai giochi di varia natura: carte (l’apprendistato con tresette, scopa e briscola) poi con Stoppa, la versione volgare del poker, in parallelo dama e scacchi, poi ancora tanto, tanto poker “all’italiana”, non questa roba moderna dell’Hold’em, e infine tanto, tanto, Risiko.
Perché questa breve introduzione? Semplice: perché quelle stesse regole, moderate e stemperate, adeguate e contestualizzate, si possono applicare tutt’ora alla lettura dei fatti quotidiani dove è necessario, appunto, fidarsi di quanto si legge e si conosce ma fino ad un certo punto, fin quando è necessario porre più punti interrogativi che esclamativi.
Così, quando torna il Marziano e ci scodella fatti, notizie, e ci fa leggere documenti interessanti poniamo sempre un occhio traverso e ci chiediamo perché, a chi giova o chi danneggia, a quali fini escono o si tacciono alcune storie e vicende? Tecnicamente si direbbe: chi detta l’agenda?
Vi proponiamo un memo per i prossimi giorni. Anzitutto un occhio particolare al prossimo Cda del 15 aprile dove si potrebbe parlare ancora di conti e delle polemiche dei giorni scorsi sulle “indiscrezioni di stampa”. Il tema centrale sarà ancora quello del rinnovo del vertice Rai. Poi seguiremo sempre la banda larga. A seguire aggiornamenti su vicende “misteriose” di Viale Mazzini e dintorni: la “circolare” con il divieto di ospitare personaggi della concorrenza nelle trasmissioni Rai, l’acquisto dei diritti sui mondiali di calcio con l’importo pagato da Rai che ancora non si capisce bene se sia adeguato o meno e l’ultimo aggiornamento sul Monitoraggio dell’opinione pubblica, la vicende di La Storia siamo Noi e l'ultimo Report settimanale realizzato da consorzio Opinio Italia per Rai ed altri interessanti studi e ricerche realizzati dal Marketing di Viale Mazzini (tra i quali la rilevazione sulla Corporate Reputation del primo semestre 2020, rilasciata ad ottobre dello stesso anno e con la rilevazione effettuata dal 10 luglio al 3 agosto dello steso anno ed effettuata da MG, EMG, NotoSondaggi e GPF). Insieme alla rilevazione Qualitel (sempre primo semestre 2020) e la News Letter settimanale della Direzione Comunicazione e, infine, del curioso quanto interessante @DigiMind. Si tratta di documenti di grande interesse che meritano di essere studiati attentamente per capire bene il ruolo del Servizio Pubblico.
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