martedì 13 aprile 2021

Il carattere degli italiani e la Rai (una lezione per il Marziano)

Marziano, beccate 'sta citazione: 

"Quando la politica abdica al suo ruolo di levatrice dei valori per farsi puro strumento del consenso, sulla vita pubblica scende il sonno della ragione" (M. Riva, La Repubblica 11/2/94) 

Da qualche parte ne conservo ancora l'originale. Un pensiero del genere su Marte ve lo sognate. E lui a me: "Caro terrestre, mettiti l'anima in pace: anche per voi, oggi, è troppo sofisticato. Accontentatevi di meno, qualcosa di più basso... tipo... non ci pensare... ha da passà a 'nuttata!".

Già, in effetti, da tempo la politica ha smesso di fare la politica a tal punto da rendere pure difficile distinguere se mai c'è ancora una politica "buona" distinta e distante da una "cattiva". Da anni ormai siamo in mano ai "tecnici" di varia natura e cultura che passano e volano come foglie al vento.

Bene, andiamo al sodo e iniziamo da ieri sera prima con il Tg di La7 e poi sulla stessa rete con il Punto di Paolo Pagliaro. Come al solito, il lunedì Enrico Mentana propone il sondaggio delle settimana dove riporta le intenzioni di voto degli italiani, il gradimento delle azioni di governo etc.. si tratta di un “termometro” di grande interesse, al netto di quanto poi i sondaggi in genere possano risultare attendibili. Fatto sta che si tratta di un appuntamento molto seguito. Ieri sera, in particolare, è stato chiesto agli intervistati quali differenze avvertono tra il precedente Governo Conte2 e l’attuale di Draghi: la maggioranza sostiene che non ce ne sono o, ben che vada, non si avvertono. Bene, come è facile constatare, si tratta di dati “sensibili” che più pubblici di così non potrebbero essere e vengono tranquillamente e doverosamente rivolti e proposti allo stesso pubblico che è soggetto del sondaggio. Cosa succede invece alla Rai? Succede semplicemente che ogni settimana il Consorzio Opinio Italia fornisce al Marketing di Viale Mazzini un Report, un documento analogo del quale vi abbiamo già parlato e che continua a rimanere un oggetto misterioso. Nel Report, “Monitoraggio dell’opinione pubblica” si propone “il Clima della settimana”, “La notizia che ha colpito di più”, “L’operato e le inefficienze del Governo nella campagna vaccinale”,”Gli interventi economici del Governo in particolare al Sud”, “La Rai e il sentiment degli italiani” e infine “Le intenzioni di voto degli italiani”. Ripetiamo le domande, con la speranza che qualcuno possa trovare qualche risposta: queste informazioni si possono considerare “dati sensibili” e/o riservati? A chi viene inoltrato questo documento? Che uso ne viene fatto? Perché non viene reso pubblico (visto che viene pagato profumatamente con oltre 5 mln di Euro) non solo all’interno dell’Azienda ma anche all’esterno, magari con uno spazio di approfondimento interno ad un TG??? Ma ci sono anche altri argomenti che sulle attività del Marketing Rai che meritano attenzione e che, in parte, riguardano gli aggiornamenti degli obblighi da Contratto di Servizio come, ad esempio, Qualitel e Corporate Reputation (realizzate dallo stesso consorzio composto da Mg Research, Noto Sondaggi, EMG Acqua e GPF) i cui dai disponibili risalgono al primo semestre 2020 (raccolti alla fine di luglio dello stesso anno !!!).

Bene, proseguiamo La 7. Durante la trasmissione della Gruber, intorno alle 21, va in onda solitamente “Il Punto di Paolo Pagliaro” che ieri sera è stato dedicato al refarming delle frequenze su 700 mhz del quale abbiamo scritto ormai da anni e non cessiamo di ripetere quanto prospetta gravi problemi per i broadcasters e, segnatamente per Rai, che potrebbe perdere qualche milione di telespettatori. Già il titolo è tutto un programma “La Tv è a rischio” e questo il link : https://www.la7.it/otto-e-mezzo/video/transizione-digitale-la-tv-e-a-rischio-12-04-2021-374921 . Vedere per credere e conservare a futura memoria. Attenzione: già dallo scorso dicembre è iniziata la campagna di rottamazione dei vecchi tv e per l’incentivo all’acquisto di nuovi apparati e decoder. Dietro questa campagna, debole e poco incisiva, si è trincerata la Rai che sostiene di agire in coordinamento con il MISE. Ma abbiamo ricordato spesso e volentieri che la Rai deve, è obbligata a fare di più: il Contratto di Servizio dispone che “Articolo 17 . Informazione al pubblico in relazione al rilascio della banda 700MHz. 1. La Rai garantisce l'informazione al pubblico in ciascuna area tecnica nel corso dell’attuazione della tabella di marcia nazionale per la liberazione della banda 700MHz, utilizzando le emissioni televisive e radiofoniche e il web. Tale informazione dovrà essere fornita senza interruzioni fino a quando le attività non saranno ultimate in tutto il territorio nazionale”. Non ci sono giustificazioni o tentennamenti. Si deve fare e “conviene” farlo presto e bene.

Ora chiudiamo con un passo indietro, al supplemento economia A&F di Repubblica di ieri dove si parla di quanto sta avvenendo in Francia dove è in corso una battaglia sulla ridefinizione del mercato dei media che potrebbe coinvolgere anche il nostro Paese. Si tratta della vendita del canale M6, il secondo gruppo audiovisivo francese, dove tra i tanti interessati all’acquisto ci sarebbe anche il gruppo Mediaset. Già questa sarebbe una notizia di per se (l’ampliamento del raggio di azione europeo che da tempo persegue il Biscione) ma quello che più è interessante è l’impatto che questa operazione riferisce sulle regole Antitrust interne ai singoli paesi e comunitarie: Bruxelles infatti è sempre molto attenta alle concentrazioni e alle dinamiche del mercato che, sostengono i principali interessati all’operazione M6 (Tf1 e Bertelsmann), si dovranno rivedere alla luce delle dinamiche dei nuovi mercati: si legge nell'articolo “…il mondo è cambiato e che il mercato pubblicitario non può più essere analizzato da solo, ma che bisogna includere le nuove modalità di consumo come Internet. Le piattaforme di streaming Amazon Prime, Netflix o Disney sono in concorrenza con i canali tradizionali sui contenuti, ma anche sul mercato pubblicitario”. Ovvio, semplice, quasi banale. Ma abbiamo la forte impressione che a Viale Mazzini non tutti abbiano voglia di intendere questo messaggio. Almeno per ora, poi potrà essere un problema del prossimo Cda. Forse.

bloggorai@gmail.com

 

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