Non ci annoieremo, mai!!! In attesa di un possibile successivo Post completo per oggi (dove già abbiamo in preparazione vari argomenti: “La storia siamo noi” con la nuova intervista di Minoli su Repubblica e i vari studi e ricerche del Marketing Rai), suggeriamo anzitutto di rileggerne alcuni dei giorni scorsi e poi di tenere a mente queste righe come anticipo.
Ieri, abbiamo commesso un piccolo errore di lettura: sull’ultimo numero in edicola de L’Espresso ci siamo fermati al contenitore e abbiamo perso di vista un contenuto. Il contenitore è l’ultima di copertina con una pagina pubblicitaria di FiberCop dove si legge: “Costruiamo insieme la rete del futuro. Adesso”. Il contenuto è un articolo, a firma Carlo Tecce, con il titolo “Fine banda mai” dove si riassume in termini sommariamente completi lo stato dell’arte sulla rete unica e i problemi che debbono affrontare i vari soggetti interessati, primi fra tutti TIM e CdP. L’arena dello scontro è sempre lo stesso: Stato e mercato, pubblico e privato, interessi di parte o tutela di beni collettivi? Per chi segue con attenzione questo argomento, sa bene come si è definito un groviglio di interessi politici, economici e finanziari difficilmente risolvibile entro breve tempo e la stessa politica, nonostante gli appelli di Colao a fare presto, non riesce ancora a tirare fuori un ragno dal buco.
Se non ché, alla fine dell’articolo, emerge un aspetto che ci interessa assai e ci riporta direttamente ad uno dei tanti problemi di casa Rai: il calcio. “…Tim e Dazn si sono aggiudicati l’intero campionato. Se non rimedia all’errore, Sky rischia la fuga di un paio di milioni di clienti e tagli ancora più pesanti in azienda” che, una volta indebolita, potrebbe diventare un boccone appetibile per i francesi di Vivendi. Ecco allora che si evidenzia con particolare nettezza il valore dei contenuti, la merce pregiata che viaggia sulla rete e non via digitale terrestre o attraverso il satellite. Quella stessa merce, il calcio, che sta animando un piccolo quanto edificante mistero di Viale Mazzini. Nei giorni scorsi, il Corriere della Sera ha scritto chiaro e tondo che Rai avrebbe pagato i diritti alla FIFA per i mondiali di calcio in Qatar con 180 mln di euro quando l’ultima offerta più alta era di 110 mln da parte di Mediaset. Dopo di che, seguono dichiarazioni di Foa e Salini molto soddisfatti e ieri un comunicato ufficiale: “A seguito di un’asta altamente competitiva la FIFA ha assegnato alla Rai i diritti esclusivi multipiattaforma di tutte le 64 partite dei Campionati del mondo di calcio del 2022 in Qatar con facoltà di sublicenza, da parte della Rai. La Rai – cui sono stati assegnati i diritti multimediali per la televisione, il digitale e la radio – garantirà una piattaforma di trasmissione estremamente valida per il Torneo” e si precisa ulteriormente: “Quanto alle cifre circolate nelle ultime ore, sono prive di fondamento: il costo è nettamente inferiore al prezzo delle edizioni dei Mondiali 2010 e 2014, nonostante la novità del torneo nel periodo invernale, prezioso per la raccolta pubblicitaria”. Allora: mettiamo un punto fermo: qualcuno ha dichiarato qualcosa che non corrisponde o almeno di cui non sappiamo esattamente bene come stanno le cose. Il Corriere che riporta le cifre 180/110 o la Rai senza specificare il “costo nettamente inferiore …”??? la differenza così elevata di prezzo si giustifica con il contratto di sublicenza? Attenzione: merita particolare attenzione un articolo comparso ieri su Libero, a firma Gabriele Fazi, con il titolo “190 milioni per il calcio. Se andrà bene la Rai ne perderà 50. Viale Mazzini ha strapagato i Mondiali 2022 in Qatar, tanto i guai saranno del prossimo Cda” e nell’articolo giù snocciolati dati e numeri che supportano questa tesi. C’è un passaggio nei comunicati ufficiali che ancora non si capisce bene: la sublicenza dei diritti ai quali sarebbe interessata Amazon. Questo contratto già esiste, è stato già stipulato? E quanto vale? In poche parole, la domanda che si pone è se Rai potrebbe aver pagato di più consapevole (di fatto o di promessa) che poi avrebbe potuto rivendere una parte di quanto acquistato. L’entusiasmo dichiarato dai furbetti della FIFA per l’accordo Rai suona sospetto: notoriamente, non è un società caritatevole che destina i profitti alle confraternite del Buon Soccorso. Nei prossimi giorni, cercheremo di sapere come si sono comportati gli altri Servizi Pubblici europei quanto hanno speso per avere un confronto sui “prezzi di mercato” che è quello attuale e non quello a cui fa riferimento il comunicato Rai.
In verità, anche noi quando abbiamo avuto notizia di questa storia, abbiamo cercato di capire e abbiamo chiesto lumi ad autorevoli “esperti” di Viale Mazzini. Le risposte non ci hanno aiutato e, anzi, hanno alimentano i dubbi che qualcosa non viene raccontata nel modo corretto. La sintesi che abbiamo raccolto e che in parte viene condivisa dall’articolo di cui sopra è che sia un’operazione ad incasso immediato di Salini e Foa (il successo etc. etc. ) e a pagamento differito a carico del prossimo Cda, con tutti i rischi connessi che non potranno mai essere addebitati a chi ha condotto questa operazione. Ora, intendiamoci: che la Rai dovesse partecipare alla gara per trasmettere al minimo sindacale le partite della Nazionale è scontato e guai a pensare che per dannata ipotesi fossero state aggiudicate a Mediaset. Sarebbe stata una catastrofe. Da qui però alla poca trasparenza su quanto avvenuto ce ne corre e il comunicato Rai non solo non chiarisce ma accresce ulteriori dubbi. Infine, da non dimenticare la notizia letta nei giorni scorsi relativa all’interesse di Mediaset per i diritti sulla Coppa Italia. il campionato, di calcio e non solo, è appena iniziato.
Rimanete sintonizzati, ci potrebbe essere un secondo post in giornata.
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