Domenica di pausa. Proviamo a distrarci per un momento dai tanti misteri che aleggiano intorno a Viale Mazzini, ai suoi palazzi, ad uno in particolare, la Rai, e proviamo ad entrare in una nuova dimensione, pur tuttavia senza allontanarci di molto dal mondo degli avvenimenti difficilmente spiegabili.
Quella che vi sto per raccontare è una storia vera: un omicidio realmente accaduto a Roma nel 1986. Tutti i fatti e i nomi delle persone corrispondono esattamente a quanto avvenuto e riportato dagli articoli di cronaca, prevalentemente de Il Messaggero di Roma. Lo spunto di questo racconto mi viene dalla lettura del supplemento settimanale del Corriere dove, da tempo, vengono riproposti casi di cronaca nera rimasti irrisolti. L’attacco della vicenda di questa settimana lo avevo già nella mente da tempo : “Il killer è tra noi. Da quasi vent’anni. Impunito”. È stato ed è tutt’ora un pensiero che spesso ritorna nella mia mente: un assassino mi è stato vicino e magari, potrà essere successo, di averlo conosciuto, forse potrei averlo incontrato, gli ho parlato o forse potrei averlo incrociato proprio mentre usciva dal portone del palazzo dove ha compito l’orrendo delitto. Questo fatto avvenne esattamente il giorno del mio compleanno.
Necessario un passo indietro. Chi ricorda “aridatece l’insalata”??? Il 26 aprile di quell’anno esplode il reattore nucleare di Chernobyl liberando una nube tossica sul cielo d’Europa e venne raccomandato di non consumare verdure fresche a foglia larga, la fresca insalatina. C’è stato grande dimore, ansia e paura: nessuno poteva sapere e immaginare cosa era realmente successo in Ucraina e cosa avrebbe potuto significare per milioni di persone, quali rischi si potevano correre. All’inizio della vicenda, sia le autorità sovietiche e poi anche quelle italiane cercarono di minimizzare l’incidente e solo dopo una ventina di giorni, dopo un conferenza stampa di Lega Ambiente e della rivista Nuova Ecologia, vennero diffusi i primi dati sulla reale portata dell’incidente. Il tema del nucleare e del suo utilizzo divenne centrale nel dibattito politico e, infatti, l’anno successivo, il referendum in Italia contro il nucleare civile vinse con una larghissima maggioranza.
Il Governo era nella mani di Bettino Craxi che aveva stabilito il famigerato “patto della staffetta” con Ciriaco De Mita che, proprio nel 1986, entra in crisi. Il 27 giugno di quell’anno il Governo si dimette e poco dopo Craxi subentra a se stesso. Dopo di che inizierà una lunga stagione di governi in mano alla DC.
Un anno non proprio sereno. L’incidente nucleare ha lasciato un segno e alla fine di quel giugno a Roma faceva caldo, molto caldo. Via dei Prefetti è nel pieno centro, a due passi dal Parlamento. Abitavo in Via della Lupa: una curiosa combinazione della mia vita ha voluto che le mie case fossero in strade con nomi di animali predatori. All’inizio Vicolo del Falco, a due passi da S. Pietro, poi Vicolo dell’Orso e infine, appunto, Via della Lupa. Dietro l’angolo, in Piazza della Torretta c’era una piccola latteria, tenuta da una gentile e anziana signora, sempre sorridente. Vendeva poco più del latte eppure era un luogo dove ci si incontrava, si scambiavano due chiacchere sul quartiere (un rione in verità, Campo Marzio) dove ancora c’era la bottega del fabbro, quella del falegname, il corniciaio, l’osteria. Non era propriamente una zona popolare, anzi. Però sopravviveva un popolo di artigiani e commercianti che conviveva con quello della buona, media e alta borghesia, insieme agli abitanti dei palazzi della politica tutti intorno.
Tutto ebbe inizio quando proprio alla fine di quel mese caldo e assolato, intorno ai caseggiati tra Via della Lupa e Via dei Prefetti si diffonde un forte fetore che nessuno era in grado di capire da dove potesse provenire. Passano alcuni giorni prima che il portiere di Via dei Prefetti 46 indicasse una finestra che dava sul cortile interno. Arrivano prima i Vigili del Fuoco e poi la Polizia, sfondano la porta di un appartamento al quarto piano e trovano il cadavere, in stato avanzato di decomposizione, di una giovane donna: Elisabetta Di Leonardo, 26 anni, bella, molto bella, nata a Cagliari.
Da adesso in poi il racconto prosegue lungo tracce sabbiose, misteri e sospetti di palazzi importanti, facoltosi commercianti, ambizioni televisive, politica e dannati spacciatori da quattro soldi. Tutto vero, tutto realmente accaduto. Segue.
bloggorai@gmail.com
ps: a proposito di misteri, abbiamo letto Monitoraggio dell’opinione pubblica - Report settimanale realizzato dal Consorzio Opinio Italia per Rai e continuiamo a chiedere a chi è rivolto e quale uso ne viene fatto.
Nessun commento:
Posta un commento