lunedì 19 aprile 2021

La zona d'ombra tra soldi e salute: l'incertezza del Governo e la Rai

Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.

Ognuno sta sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole: ed è subito sera.

...Io era tra color che son sospesi e donna mi chiamò, beata e bella...

Si avverte un certo senso di incertezza, sembra proprio di attraversare un territorio sabbioso  e nebbioso dove non è chiaro l’orizzonte e il percorso che si dovrà ancora compiere. Abbiamo alle spalle un inverno duro e una primavera che stenta a partire. Un milione di posti di lavoro persi e migliaia di vittime di Covid. Draghi e il suo Governo ne sono l’immagine plastica: la campagna di vaccinazioni è partita ma non ancora compiutamente. Si sta per “riaprire” tutto o quasi ma sono molti ancora gli esperti che minacciano rischi. La destra spinge per normalizzare e la sinistra resiste nella barricata della prudenza. Al momento, chi canta vittoria sono Salvini e Meloni mentre Speranza (forse l'ultimo dei "comunisti") è in difficoltà a chiarire come e perché il Piano Pandemico Nazionale non era aggiornato (se lo fosse stato, forse, ci sarebbe stata una gestione della pandemia molto diversa ???). La lega incalza il ministro della Salute, fortemente riconfermato dallo stesso Draghi. E se mai Speranza dovesse vedersi aggravare la sua posizione? Vedremo. Draghi dovrebbe, ma ancora non è certo, “consegnare” al Parlamento il Recovery Plan entro la fine del mese ma non se ne sa nulla o punto. Farà in tempo? I partiti potranno intervenire nel merito? Boh…forse, chissà !!! Corre un atroce sospetto: Draghi potrebbe avere “barattato” il fronte sanitario per quello economico? Troppo facile a dirsi e troppo presto per verificarlo.

Veniamo alle nostre faccende. Il dossier Rai lo sta studiando qualcuno? Boh, forse, chissà. Da qualche parte abbiamo letto che il Governo vorrebbe fare tutta una tornata di nomine nelle consociate e controllate dallo Stato: appunto, salutam’ a fratim e soreta !!! Se poi questa considerazione la leghiamo alle priorità che dovrebbe avere il Governo sui grandi interventi nelle infrastrutture (Alitalia,Ilva, Autostrade, Banda larga etc) peggio mi sento. Il rischio di rimanere appesi, o meglio come color che son sospesi, è forte.

Il capitolo Rai potrebbe non essere prioritario e, sebbene ci siano all’orizzonte importanti scommesse politico elettorali  da gestire televisivamente (semestre bianco e elezioni nei grandi comuni), a qualcuno potrebbe venire bene pensare che, per il momento, meglio lasciar stare: quieta non movere. Il balletto delle candidature suona una musica stantia, nessuno scopre le carte, ammesso che qualcuno ne abbia di buone da giocare (abbiamo forti dubbi). I partiti tacciono, pensosi. Girano i soliti nomi, bufale e farlocchi e nessuno che ci mette la faccia (a parte Minoli, ma quello è un caso a parte) e a parte Laganà che un altro caso a parte. I due nomi di fonte governativa non ci sono e le società di cacciatori di teste incaricate di cercare i sostituti di Salini e Foa anch’esse potrebbero brancolare nel buio, consapevoli che la “cifra tecnica o manageriale” potrebbe valer come il due di coppe quando regna denari se la apolitica prima non decide. Quale potrebbe essere il compromesso tra politica e tecnica? E, a sua volta, quale potrebbe essere il punto di equilibrio tra PD, Lega e M5S che sostengono il Governo e l’opposizione di FdI che comunque potrebbe rivendicare una sua rappresentanza nel Cda Rai, come già avviene con Giampaolo Rossi? Lo schema precedente era AD/”tecnico” Salini al M5S e il Presidente/”politico” Foa alla Lega mentre i quattro conisiglieri più o meno equamente spartiti. Il quadro, il contesto, rispetto al giugno 2018 è molto cambiato ed è verosimile immaginare che questo schema possa non essere più adeguato. E allora??? Boh!!! Intanto, nel mentre che nel Palazzo di Viale Mazzini, si consumano trame e complotti per trovare l’avversario di Laganà, una cosa potrebbe essere certa: dei quatto nomi che dovrebbe eleggere il Parlamento due, necessariamente, saranno di donne. Delle due attuali consigliere, Borioni e Coletti, la prima non potrà essere ricandidata perché al secondo mandato e la seconda c’è la Sciarelli che la sta cercando per i corridoi con “chi l’ha vista”. Gli altri due potrebbero essere riconfermati i due maschietti: De Biasio (Lega) e, appunto, Rossi. Amen. Avviso per i maschietti che intendono candidarsi (fino alla fine del mese): nun c’è trippa ‘pe gatti!!!

Oggi nulla da segnalare sulla stampa. Veniamo allora al racconto di ieri. C’è stato molto interesse e non pochi mi hanno chiesto perché ho proposto una cosa del genere. Ci sono tante risposte: anzitutto perché è una storia che si è svolta intorno a me e, per pura casualità, nel giorno del mio compleanno.  Perché si è evidenziata, subito, come una storia di un omicidio non solo sporco, cattivo e inquinato ma piena di letture “morali”. La prima tra queste è l’ingiustizia e la seconda è l’impunità. Ambedue vanno di pari passo. Attenzione: c’è un inquinamento di fondo dietro l’assassinio di Elisabetta, Betty per chi la conosceva bene. È operato da un “attante”, un protagonista senza volto, che agisce sulla scena del crimine: ha le sembianze della politica, del mondo dello spettacolo, dello spaccio di droga, di servizi più o meno segreti, di genuini rappresentanti del cosiddetto “generone” romano.  Volta per volta questo attante ha cambiato costume ed ha preso in prestito anima e corpo di vari personaggi che a vario titolo erano vicino e intorno a Betty.

Probabile a fine giornata il capitolo n. 2 di questa storia che da ora in poi avrà il titolo  “Cronaca di un omicidio "morale", realmente accaduto a Roma”.


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