martedì 31 maggio 2022

L'aria di mare (o altro) che si respira a Viale Mazzini

Foto di Qubes Pictures da Pixabay

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Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.

La Metafora assoluta e perfetta: meglio e più di così non potevamo trovare per descrivere esattamente quanto succede intorno dentro e fuori la Rai. L’articolo de Il Foglio di ieri ( e quello di stamattina de La Verità) lasciano il segno. Ci raccontano che a Viale Mazzini erano già sui nervi per tanti buoni, buonissimi motivi, e che queste spruzzatine di fango non fanno che aumentare la tensione. Intendiamoci, nulla di nuovo, nulla che già non si sapesse. Ma rivederselo sbattuto in faccia con tanto inchiostro  pizzica…urta. Un autorevole ed esperto commentatore ha scritto “acqua di fogna riscaldata” che bene si accompagna alla narrazione della Rai in questo momento storico.

In altre circostanze qualcuno si sarebbe pure chiesto il perché di tanta attenzione, cioè a chi giova, a favore o contro chi è indirizzato. Ma anche questo ormai non è più un esercizio interessante: a noi, ai lettori di Bloggorai, è noto tutto da tempo. Sono anni che scriviamo che la baracca non si regge più e non è in grado di prospettare orizzonti di sviluppo e che i nuovi padroni di casa sono peggio di quelli che li hanno preceduti (come diceva sempre la mia buonanima). In più c’è un’aggravante: il profondo e devastante stato comatoso della politica. 

Ripubblichiamo quanto abbiamo scritto lo scorso 5 maggio all’indomani dell’audizione di Fuortes in Vigilanza: “Ma la domanda che ha illuminato di immenso tutta la scena l’ha proposta la senatrice Valeria Fedeli del PD che più o meno ha chiesto: alla luce di quanto si prevede possa succedere con la questione del canone, come si pensa di affrontare il tema delle risorse economiche della Rai? La farsa e la tragedia si sono fuse in un solo momento in una fantasmagorica luminescenza di colori e profumi. Fuortes con aria sbigottita, sorpreso da tanta arguzia, risponde semplicemente: non lo sappiamo, ditecelo voi politici, noi siamo solo soggetti passivi delle vostre decisioni”. Questo scambio di battute è la rappresentazione plastica della situazione ed è il passaggio fondamentale per comprendere tutto: la politica che chiede all’AD cosa fare e lui gli replica sostenendo di essere un “soggetto passivo” e chiedendo a loro almeno “un atto di indirizzo” che tanto comunque non serve a nulla.  Poi quello vero, pesante, lo detta il Governo sul Contratto di Servizio del 19 maggio.

Uno …due.. al tappeto … la Rai è in ginocchio: il futuro del canone, della pubblicità e del Contratto di Servizio lo scrive il Governo, la fiction è in mano alle società di produzione esterna, gli agenti di spettacolo entrano e escono da Viale Mazzini come al supermercato, lo sport nazionale non si sa più nemmeno cosa sia, di progetti sull’informazione non se ne parla più da anni, Rai Play viene bacchettata da una parte e dall’altra, la “cosiddetta” trasformazione per generi (residuato del vecchio piano industriale frutto di idee ammuffite di almeno 20 anni) si sta prospettando come un pantano fumoso e fangoso.. che altro aggiungere? Qualcuno ha qualcosa da suggerire? Qualcuno ha qualche proposta da fare? Vedi quanto abbiamo scritto ieri: nessuno… tutti scomparsi, tutti complici e tutti colpevoli. In un certo senso, in quota parte, noi pure: ognuno è artefice del proprio destino e quasi quasi agli effluvi maleodoranti preferiamo “il naufragar m’è dolce in questo mare”.

bloggorai@gmail.com

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