lunedì 2 maggio 2022

L'informazione Rai: frutto avvelenato di albero malato

Il caso del direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano, alla Convention di Fratelli d’Italia, con serenità e pacatezza, si può semplicemente considerare il frutto avvelenato di un albero malato. Anzitutto un albero intossicato dalla politica e dai partiti che comunque una bandierina su un Tg quale che sia non la mollano nemmeno con i Carabinieri. Un albero innestato su un tronco vecchio che non ha più linfa vitale. Un albero che non produce più (da tempo) idee, progetti e visioni sul ruolo e le prospettive dell’informazione del Servizio Pubblico. Un albero coltivato da chi si è presentato in Vigilanza lo scorso ottobre per dire che “ovviamente … ovviamente ... prima il Piano e poi  le nomine” (pagina 72 del verbale della seduta del 12 ottobre 2021: Di Nicola chiede e Fuortes riponde) e poi, appunto, ha fatto esattamente il contrario … ovvero ha fatto solo una parte … cioè solo le nomine mentre del Piano (ovvero dei Piani …) nessuna traccia o segnale di fumo se non nelle 9 (nove) paginette di bozza ancora misteriose e fumose.  Un albero che ha dovuto guardare indietro per annaspare verso il presente (non il futuro) con la riforma per “generi” e tirare fuori dal cilindro di Maga Magò la striscia di Damilano a settembre e non fare sbocciare una fogliolina primaverile su un straccio di piano Editoriale sull'informazione. Un albero che non trova chi lo innaffia e anzi gli taglia pure le radici (canone e pubblicità) sperando che se la possa cavare con la teoria del “pareggio di bilancio” e poi tanto chi c’è .. c’è (ci sarà) e tanto, nessuno paga pegno delle nefandezze che si potranno verificare. Il bello dell’Azienda RAI, per come il sottoscritto l’ha conosciuta per quasi 40 anni, è che puoi essere il genio della comunicazione o il peggiore dei mascalzoni più o meno è la stessa cosa. Il genio della comunicazione può essere beatamente ignorato e il più furbo dei mascalzoni, magari con una transazione se la può anche cavare senza tanti danni.

Casca a cecio la questione ascolti del Tg1. “Ovviamente” chiediamo venia a tutti coloro bravi nel maneggiare dati sofisticati e utilizzare Exel in modo corretto. Saremo un pò approssimativi, poco sofisticati, un tanto al chilo ... Noi ci siamo limitati solo e semplicemente a prendere i dati Auditel delle edizioni del Tg1 delle 13.30 e delle 20.00 di aprile 2021 e li abbiamo comparati con quelli di aprile di quest’anno. Nulla di più … nulla di meno, senza se e senza ma, senza contesto e senza altra considerazione: dati semplici e basta.

In sintesi questo è quanto emerge:

Edizione delle 13.30 del 2021 totale ascolti da sabato 3 a venerdì 30 aprile             = 113.994

Edizione delle 13.30 del 2022 totale ascolti da domenica 3 a sabato 30 aprile         =   98.976

Variazione % =  -13,2%

Edizione delle 20.00 del 2021 totale ascolti da sabato 3 a venerdì 30 aprile             = 155.224

Edizione delle 20.00 del 2021 totale ascolti da domenica 3 a sabato 30 aprile         = 135.259

Variazione % = -12,9%

Bene. Tirate voi le conseguenze.

Volete poi affondare il problema informazione del Servizio Pubblico o almeno una piccola parte di esso? Divertitevi a cercare di sapere perché sulla questione di RaiNews24 si è stesa una coltre di cemento armato che nessuno, nessuno, è in grado di sollevare (compreso i componenti del Cda che ignorano l’argomento). Nessuno, nessuno, è in grado di giustificare perché una testata che impiega circa 200 giornalisti non è in grado di superare ascolti da prefisso telefonico e l’unico aspetto per il quale è stata sollevata una puzzetta di attenzione di un criceto in letargo è  stato quando (bontà sua) il senatore a vita Renzo Piano lo scorso 25 gennaio ha gentilmente “regalato” il restyling dello studio di RAiNews24. Grazie Senatore… i telespettatori non aspettavano di meglio che poter contemplare una sua opera d'arte in cambio di una microscopica parte del canone.

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