mercoledì 18 maggio 2022

SPECIALE: il nuovo Contratto di Servizio

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Dopo la diffusione del documento approvato dal Consiglio dei Ministri sul Contratto di Servizio Rai è difficile comprendere e valutarne correttamente il suo contenuto, la sua natura e dinamica se non si tengono in debito conto l’evoluzione di tre contesti fondamentali saldamente connessi tra loro.

Il primo riguarda le risorse economiche e, segnatamente, si riferisce alla variabile ancora indeterminata su come potrà essere riscosso il canone nei prossimi anni che si accompagna a quella, parimenti indeterminata (e tendenzialmente in ribasso), delle risorse da pubblicità. Il secondo si riferisce al modello di governance sul quale pressoché tutti i partiti convergono nel sostenere la sua riforma rivolta al superamento delle Legge 220 del 2015. Di tale dibattito va ricordato il testo della Vigilanza dove si ipotizza un modello Rai senza pubblicità. Infine, il terzo contesto si riferisce all’evoluzione tecnologica in corso e, segnatamente, alla transizione verso il DVB-T2.

A seguito dell’approvazione in Consiglio dei Ministri dell’Atto di indirizzo per la definizione della linee guida su contenuto del contratto di Servizio 2023-28, al momento i soli documenti sui quali è possibile dibattere sono tre:

a. Bozza di linee guida per il contratto di Servizio 2023-2027 (fonte Rai del 19 novembre 2021)

b. Linee guida sul contenuto degli ulteriori obblighi ..ai sensi dell’art. 59 TUSMAR (definito ma non ancora deliberato da AgCom)

c. Atto di indirizzo della PdCM dello scorso martedì 17 maggio.

I tre documenti hanno il tratto comune di fare riferimento a “… adeguato volume di risorse…” ovvero “…corposo investimento in tecnologia …” ovvero ancora “… ferma restando l’esigenza di garantire la sostenibilità economica, l’efficienza aziendale e la razionalizzazione della spesa”. In altre parole, tutto si regge ad una sola e determinata condizione: certezza di risorse adeguate e sufficienti senza le quali tutto il resto dell’architettura del Contratto si mostra fragile e di difficile realizzazione. 

Occorrono risorse per la gestione ma, più ancora, ne occorrono per lo sviluppo e per gli investimenti in quantità rilevante che, al momento, nessuno è in grado di determinare da dove esse possano provenire. cioè, esattemente il punto cruciale del quale vi abbiamo scritto nei giorni scorsi: la difficoltà a sciogliere il problema canone, proprio nei giorni in cui si viene a sapere che "La Francia abolisce il canone. La promessa elettorale di Emmanuel Macron diventa realtà" (fonte: www.e-duesse.it).

Vediamo, sommariamente, i punti qualificanti dei tre documenti. La Bozza RAI si propone anzitutto di costruire il Contratto di “pari passo” col Piano Industriale e di prevedere “… meccanismi di flessibilità che consentano di rimodulare – nel caso – gli obiettivi previsti”. I contesti ai quali si riferisce in premessa sono  relativi al consumo dei video in rete, ai consumo SVOD, e al segno della pandemia Covid e il  conseguente PNRR. Solo un breve e sommario riferimento ad un contesto di assoluto rilievo come la transizione al DVB-T2. Il testo Rai propone il ruolo del Servizio Pubblico Multimediale centrato su 4 aggettivi: rilevante, inclusivo, sostenibile e credibile.

Il testo AgCom (tre pagine scarne e sintetiche) invece pone come premessa fondamentale la trasformazione da broadcaster a digital media company. Premesso che l’Aziwnda debba essere “ … uno dei motori della digitalizzazione dell’Italia …” … “la Rai dovrà dotarsi, pertanto, di modelli produttivi e di professionalità adeguati al mondo digitale” e quindi “assurgendo al ruolo di driver dei processi di innovazione …”. Ne consegue che “Obiettivo del servizio pubblico deve essere quello di assumere nella rete il ruolo e l’autorevolezza di cui gode nel settore radiotelevisivo”. Per il resto si propongono impegni tanto generici quanto già noti sull’offerta editoriale, l’informazione, la cultura e  formazione, l’alfabetizzazione digitale, l’inclusione sociale e culturale. Il solo elemento utile da tenere in conto è la richiesta di prevedere “… key performance indicators, il Contratto di servizio dovrà sempre vincolare gli obblighi e gli impegni della RAI ad una tempistica di realizzazione esplicitata nonché prevedere una standardizzazione dei sistemi di monitoraggio …”.

Ben più complessa e articolate la lettura del documento della Presidenza del Consiglio che si trova , per la prima volta, ad applicare il nuovo art.  59 del Testo Unico. Si tratta di linee guida che “… per espressa previsione normativa, devono essere  definite avendo riguardo allo sviluppo dei mercati, al progresso tecnologico e alle mutate esigenze culturali nazionali e locali”. I contesto di riferimento, in questo caso, è prioritariamente definiteo dal “crescente affermarsi delle tecnologie emergenti …” ed è in questo quadro che si sta attivando la codifica generalizzata della codifica DVBt/MPEG 4.

Vengono proposti tre indirizzi prioritari sui quali il Governo intende muoversi:  1. Indicare con chiarezza gli impegni gli obblighi del contratto di servizio ferma rimanendo l'esigenza di garantire la sostenibilità economica l'efficienza aziendale e la razionalizzazione della spesa;

2. Ridefinire la missione del servizio pubblico in una prospettiva pluriennale alla luce delle esigenze del cittadino utente secondo i principi della rilevanza inclusività sostenibilità responsabilità e credibilità con particolare riguardo alle sfide della transizione digitale ed ecologica del paese;

3. Assicurare una maggiore  cogenza degli obblighi assunti nel contratto di servizio in particolare attraverso l'introduzione di obiettivi misurabili nonché potenziando le modalità e gli strumenti e gli organi di verifica dell'attuazione del suddetti obiettivi.

 … Si invita il Ministero dello Sviluppo Economico a valorizzare la coincidenza temporale tra la redazione del primo schema di contratto di servizio e il prossimo piano industriale della concessionaria. … Alla luce di quanto indicato in precedenza il perimetro degli obblighi del nuovo contratto di servizio sarà definito in coerenza con le risorse economiche pubbliche complessive derivanti dal canone”.

Vengono poi definiti 10 obiettivi strategici:

1. Uno accelerare la trasformazione della RAI in digital media Company anche attraverso lo sviluppo delle piattaforme digitali.

2. Accrescere la qualità dell'informazione secondo criteri di completezza equilibrio responsabilità imparzialità Indipendenza e pluralismo.

3. Attrarre e fidelizzare il pubblico giovane.

4. Trasmettere promuovere l'Italia nel mondo e diffondere i valori culturali e civili dell'Italia e dell'Unione Europea.

5. Diffondere incoraggiare lo sport gli stili di vita sani.

6. Accrescere le competenze del pubblico relazione nuove sfide della transizione ambientale digitale.

7. Assicurare un rafforzamento degli obblighi di accessibilità e inclusività.

8. Sostenere lo sviluppo dell'industria audiovisiva nazionale.

9. Rafforzare il ruolo è l'evoluzione tecnologica del Servizio Pubblico radiofonico.

10. Ottimizzare la capacità trasmissiva il livello di copertura delle reti Rai.

Infine, la parte più significativa e che però merita un approfondimento che faremo a parte è il punto 4.2 riferito alla qualità dell’informazione laddove si legge: “Il Contratto dovrà essere propedeutico alla riaffermazione della leadership Rai nel settore dell’informazione”. Cioè, esattamente il punto sul quale, al momento, a Viale Mazzini brancolano nel buio più assoluto in assenza di qualsivoglia piano o progetto editoriale sull’offerta informativa Rai.

bloggorai@gmail.com

 

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