giovedì 5 maggio 2022

Il Virus della confusione diffuso tra la politica e la Rai

Foto di Steve Buissinne da Pixabay
Ad un certo punto della vita si giunge ad una certa età dove tutto si osserva con altro sguardo e si interpretano i fenomeni con altri pensieri. Spesso succede che ciò che un tempo suscitava attenzione ora invece, bene che vada, stimola un briciolo di rassegnata e assonnata costernazione. Osservate bene la foto di copertina: succede pure che si possano confondere lucciole con lanterne.

Quello che si è visto ed ascoltato ieri sera in Vigilanza Rai con l’audizione dell’AD Fuortes è stata la sintesi perfetta di quanto andiamo scrivendo da settimane e mesi:  stato confusionale ampiamente diffuso peggio del Covid. Si è sprigionato un grave e pericoloso virus di carenza analitica e propositiva in tutti quei politici che annaspano nel buio ai quali fa da contrappeso/contrappasso l’AD che da loro stessi è stato nominato e, tutti insieme, non riescono ad andare avanti un solo passo oltre il loro perimetro personale.

Nota bene: prima dell’incontro di San Macuto, Fuortes e Soldi sono stati a Palazzo Chigi a parlare di Contratto di servizio e Piano industriale sul quale, ovviamente, si sa poco o nulla se non che sembra sia stato presentato una bozza di documento di lavoro.

Proviamo a darvi una sintesi della Vigilanza. Rai Way: l’AD ha detto semplicemente che si potrà dare seguito al DPCM con modalità diverse in relazione e dopo che gli advisor (in corso di scelta) potranno fornire indicazioni adeguate e sufficienti a chiarire le opportunità e convenienze. In ogni caso, la scelta si dovrà compiere nella cornice del nuovo Piano industriale e del prossimo Contratto di servizio. A proposito del Piano industriale, Fuortes è stato chiaro: non ci sono soldi per ipotizzare alcuno scenario di sviluppo. Sul tema Rai Way la perla di saggezza l’ha proposta Gasparri “il DPCM è stato scritto con i piedi” ed ha pienamente ragione (ne sa bene qualcosa avendo lui nella sua legge inchiodato i picchetti normativi che rendono l’operazione difficilmente percorribile). La perla di assoluta saggezza e lungimiranza Fuortes l’ha tirata fuori dal cilindro quando si è poi lanciato in una intemerata avventura dialettica: “Avere il 64% di una società che vale 1,5 miliardi o il 32% di una società che vale 3 miliardi è assolutamente la stessa cosa …” La stessa cosa??? Come dire, il tuo patrimonio è lo stesso ma non lo controlli più. Proprio la stessa cosa, identica. Se non l’avessimo ascoltata dal vivo avremmo faticato a crederci. La proposizione oltre che intemerata sembra pure alquanto spericolata perché svela tutta la fragilità della sua architettura riferita al futuro controllo della società che potrà essere definita attraverso imperscrutabili quanto futuribili e improbabili patti parasociali. Bontà loro, di chi vorrà investire in una società dove potrebbe avere la maggioranza ma non il controllo. Nota finale con Fuortes che ha dichiarato "...tutte le celte servono solo a trovae la migliore soluzione per finanziare il Piano industriale ..." ovvero se non si vende Rai Way il Piano non si potrà impostare. Grazie del pensiero: era tutto già noto da tempo.

Ma la domanda che ha illuminato di immenso tutta la scena l’ha proposta la senatrice Valeria Fedeli del PD che più o meno ha chiesto: alla luce di quanto si prevede possa succedere con la questione del canone, come si pensa di affrontare il tema delle risorse economiche della Rai? La farsa e la tragedia si sono fuse in un solo momento in una fantasmagorica luminescenza di colori e profumi. Fuortes con aria sbigottita, sorpreso da tanta arguzia, risponde semplicemente: non lo sappiamo, ditecelo voi politici, noi siamo solo soggetti passivi delle vostre decisioni. Fedeli Forever …celestiale! Se il futuro dell’Azienda è in queste mani potete dormire sonni tranquilli.

Quando poi, improvvisamente, ieri sera, ci siamo risvegliati dal torpore e dopo aver fatto sobbalzare il gatto che dormicchiava sul divano, di fronte a tanta superba lungimiranza e visione, abbiamo capito la Weltanschauung di Draghi e la sua natura: si tratta dell’ennesima dimostrazione che pure in politica il vuoto non esiste e quando si crea uno spazio libero (la politica) qualcuno lo occupa (il tecnico).

Il combinato disposto di risorse economiche (incerte) di piano industriale e Contratto di servizio ancora nelle buone intenzioni  (che nessuno sa dove far poggiare visto il primo punto precedente sulle risorse) e la possibile riforma della governance (che tutti auspicano ma che nessuno vuole o può realizzare, almeno in questa legislatura) rende tutto il panorama sul futuro della Rai surreale e fantascientifico. Navigazione a vista. Almeno il 40% del tempo ieri sera si è speso su temi di “assoluto valore strategico” come la partecipazione di Sangiuliano alla convention di FdI, all’argomento di “primario interesse nazionale” come i talk show (con annessa nuova fenomenale teorizzazione dell’AD sulla loro inadeguatezza) e, bontà loro, hanno dedicato qualche rimasuglio al tema della fascia informativa della Tgr e all’accordo lenticchioso raggiunto l’altra notte con l’Usigrai. Ovviamente, ovviamente, nessun riferimento all’atto di indirizzo della stessa commissione di Vigilanza completamente disatteso e alla sentenza del Giudice che ha condannato la Rai per comportamento antisindacale. La ciliegina sulla torta, a questo proposito, è stata l’intenzione di spostare l’informazione regionale sul Web. Giunti a questo punto, care lettrici e cari lettori, ci arrendiamo: siamo entrati in un territorio che fatichiamo a decifrare. Informazione regionale sul Web??? Cioè, in soldoni, il “vecchio” telespettatore abituato alle 23.55 a rivedere la ribattuta dell’edizione delle 19.30, dovrebbe sollevarsi dalla poltrona dove si era assopito profondamente, accendere il Pc (tablet o smartphone che sia) per essere aggiornato su cosa succede nella sua regione. Fenomenale! Geniale!

Per chiudere in bellezza sulla questione Damilano a settembre: il suo compenso rientra nella soglia dei 240 mila euro l’anno e tanto ci dovrebbe tranquillizzare. Ovviamente, manco un fiato perché sia stato scelto proprio lui e perché proprio questa iniziativa senza capo ne coda dove non c’è alcun riferimento a nulla che possa anche solo sembrare un o straccio di progetto editoriale. Ma questo, evidentemente non faceva parte dell’accordo con l’Usigrai.

bloggorai@gmail.com

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