Bloggorai è in difficoltà. Questa sensazione ci è apparsa del tutto chiara quando, lo scorso giovedì, sono andato al cinema (vedi poi quanto scritto sabato sui documentari di Rai Cinema). Lo spettacolo era delle 20 ed è un ora e un giorno che , in altri tempi, era considerato “tranquillo” cioè senza grande pubblico, ideale per gustare il film in santa pace. Il luogo è una multisala importante nel centro di Roma, dove all’ingresso ci sono quattro casse solitamente aperte. Arrivo e non vedo nessuno proprio laddove prima c’era la fila per acquistare i biglietti. Mi guardo intorno smarrito e vedo un cartello con una freccia: “biglietti”- seguo l’indicazione e mi trovo di fronte al banco dove si vendono Pop Corn. Chiedo spiegazioni al mio amico che ci lavora da tanti anni: “Ormai è così … la gente non viene più al cinema ... oggi abbiamo staccato per 6 sale poco meno di 100 biglietti … un po’ per il Covid, un po’ per i prezzi ma anche perchè non c’è quasi nulla da vedere di interessante o divertente per non dire che con quanto costano due biglietti, 20 euro, ci pagano un mese di abbonamento a Netflix…” e mi ricorda gli ultimi film proposti da registi italiani (cronaca di un disastro annunciato con Moretti, Verdone e Sorrentino che non vanno otre il loro ombelico autobiografico). A quel punto, mi stacca con aria rassegnata due biglietti che non sono neanche quelli più gli stessi di una volta: sono due scontrini, come avessi acquistato due chili di patate, tanto che li metto in tasca come fossero quelli del supermercato. Ci sentiamo alquanto smarriti.
Poi entro in una grande sala dove siamo in 12. Una sensazione di tristezza mi assale. Il film è alquanto noioso nella forma quanto interessante nella sostanza: L'arma dell'inganno - Operazione Mincemeat è la vicenda reale (raccontata dagli inglesi che ne furono i protagonisti assoluti) del più grande depistaggio militare avvenuto nella storia militare, quando con una complicatissima operazione di spionaggio vene fatto credere ai tedeschi che lo sbarco nel Mediterraneo previsto dalle truppe alleate non sarebbe avvenuto in Sicilia ma in Grecia per fare in modo che i nazisti spostassero truppe su quel fronte. Mentre scorrevano le immagini del film ovviamente il pensiero era rivolto alla guerra in Ucraina dove l’arma dell’inganno viene usata più della pallottole, da una parte e dall’altra. Lo smarrimento e la confusione si fanno sempre più forti. A quel punto penso alla televisione, alla Rai, e mi viene un certo mal di pancia.
Passiamo al giorno successivo quando, come al solito, vado da uno dei miei edicolanti a comprare i giornali e facciamo un rapido commento sul loro prezzo e la progressiva e inesorabile riduzione del vendite: mi dice Carletto “Oggi comprare un giornale è quasi un lusso e, con i tempi che corrono, due euro al giorno per trenta giorni sono 60 euro cioè 720 euro l’anno, è una bella cifretta”… già … una bella cifretta. Ma la gente, mi dice, ritiene che si potrebbe pure sostenere, ma ne deve valerne la pena e invece non sembra così”. Con i giornali sotto il braccio me ne torno sconsolato verso casa mentre il telefono come pure whatsapp è insolitamente silenzioso. Arrivano solo gli scarni commenti dei lettori che mi segnalano articoli significavi: cioè quasi nulla.
Tutto sommato, è del tutto normale che sia così. Mi chiedo, ci chiediamo: perché occuparsi di Rai, di Servizio Pubblico radiotelevisivo quando il resto del Paese è in ben più gravi difficoltà che nessuno sa bene come affrontare e risolvere? Chissenefrega degli “atti di indirizzo” che la Vigilanza vorrebbe inviare per “controllare” gli ospiti nei Talkshow, chissenefrega dell’ipotesi di pagare il canone Rai in bolletta nei mesi pari e la luce (aumentata a dismisura) nei mesi dispari come vorrebbe qualche astuto onorevole, chissenefrega se la pubblicità Rai diminuisce e quella Mediaset aumenta, chissenefrega se su Rai Uno la domenica pomeriggio va in onda la promozione di Amazon Prime, chissenefrega se il Tg1 continua ad ignorare che oltre la metà degli italiani è preoccupato della crisi economica in corso e che di aumentare le spese per le armi da inviare in Ucraina non ne vorrebbe sentire parlare.… e così via.
Già … chissenefrega … ecco spiegare perché la gente non va al cinema, compra meno giornali e guarda la televisione con altri occhi: ha ben altro a cui pensare. Anche Bloggorai ne dovrà tenere conto.
bloggorai@gmail.com
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