martedì 17 maggio 2022

La televisione tra orrore e torpore


Avvisiamo i lettori: sulla Rai stiamo per esaurire le metafore e fra poco dovremmo ricorrere ai racconti degli anacoreti.

Oggi stiamo attraversando il territorio dove la televisione dell’orrore rischia di confondersi con quella del torpore. La migrazione avviene dalle immagini devastanti delle inviate di guerra del Tg1 e del Tg di LA7 a quelle salvifiche delle canzonette. Il frullatore delle emozioni politiche audiovisive è in costante funzione ed ognuno si sciroppa la dose che preferisce.

La notizia del giorno la leggiamo sul Fatto: ieri pomeriggio l’AD avrebbe incontrato la Berlinguer e gli avrebbe assicurato che Cartabianca non si tocca e che rimarrà nel prossimo palinsesto. Bene, ottima notizia visto che sulle tre reti Rai in prima serata non c’è nulla di meglio e aggiungiamo pure con la speranza che la conduttrice e possa invitare chi crede senza chiedere preventivamente la patente di “autorevolezza e competenza” ai suoi ospiti nonché la loro adesione a priori a chi la pensa in modo diverso dal Governo.

Ieri sera abbiamo intuito cosa hanno in mente i serafici e contemplativi esegeti dell’anti talk show in televisione: abbiamo visto con attenzione la trasmissione dell’ex senatore PD Gianrico Carofiglio su Rai Tre alle 23.30. Una trasmissione colta, serena, pacata, non urlata, con i minuti e secondi preprogrammati come i cicli della lavatrice. Meglio di una tisana al finocchietto, necessaria per prendere sonno come una creatura subito dopo il biberon della buona notte. Già … buona notte. Per capire e sapere invece è necessario rimanere attenti e ben svegli e magari ascoltare pure chi la pensa in modo contrario dal tuo.

Per oggi nulla di più. Siamo alla caccia del “documento segreto” che il Governo avrebbe scritto a riguardo del prossimo Contratto di Servizio (e NON del Piano Industriale che dovrebbe venire a valle).  A Viale Mazzini, come speso succede, molti cascano dal pero e non ne sanno nulla. Ahummmm … ahummmm … chi vuol sapere sa. Per quanto poco è possibile sapere, sarebbe stato consegnato a Fuortes e Soldi lo scorso 4 maggio. Se mai fosse vero, se lo tengono ben stretto … non si sa mai … si dovesse scatenare un dibattito.

Le lettrici e i lettori che ormai ci seguono assiduamente da quasi 5 anni sanno bene che solitamente non diamo molta attenzione alle voci, ai sussurri, alle mezze verità. Però non le ignoriamo del tutto perché è noto che spesso contengono frammenti di verità che altrimenti sfuggono se l’attenzione è rivolta solo all’ufficialità. D’altra parte, è noto che le vicende del mondo sono frutto dell’azione umana ed è quindi sempre alle persone che è necessario guardare per comprendere il loro svolgimento.

Allora: ieri pomeriggio su Dagospia leggiamo una sintesi di quanto abbiamo scritto da tempo (dicembre) e cioè che sembra, pare, dicono, che L’AD Rai non sia più tanto nelle grazie di Draghi. Leggiamo uno spunto: “ … gli addetti ai livori raccontano di un dirigente scatenato, un direttore che prova in gran segreto a fargli le scarpe. Nei giorni scorsi il dirigente ha incontrato un ministro di peso e il suo influente braccio destro, sognando una sostituzione in corsa. Molto attiva anche una dirigente trasversale che negli ultimi tempi ha battagliato con Fuortes”. Ovviamente, questa mattina a Viale Mazzini tutti ad interrogarsi su chi potranno mai essere i personaggi citati. Sarà vero o meno nessuno potrà mai confermarlo o smentirlo e ci si dovrà accontentare di leggere quel poco che gira.

Ad esempio, gira (sempre da dicembre) una storia interessante che si riferisce a movimenti sostanziali nelle direzioni strategiche di Viale Mazzini e, segnatamente, le Risorse Umane e gli Affari Legali. Poco prima di Natale sembrava cosa fatta un giro vorticoso che prevedeva l’uscita di Spatafora dagli ALS e al suo posto era destinato Ventura (direttore di RUO) e rimaneva l’incognita di avrebbe preso il suo posto. Nelle settimane scorse il problema sembrava risolto con l’arrivo di una autorevole direttora dall’esterno (per modo di dire) di Viale Mazzini quando poi invece tutto si sarebbe fermato di nuovo in attesa di capire e sapere meglio come sarebbero andate a finire vicende delicate. Perché? È stata consigliata prudenza: non si sa mai.

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