sabato 7 maggio 2022

Rai: il veleno che viene da lontano

Foto di adege da Pixabay

La giornata comincia male. Non solo il tempo è grigio ma le notizie dei Gr di stamattina non lasciano sperare in nulla di buono. Aggiungiamo pure la lettura dei giornali (dove ci sono spunti di grandissimo interesse e ne parleremo, speriamo, più tardi) e tutto volge per la parte sbagliata. Tutto ciò che può girare storto gira.

Allora, la prendiamo da lontanissimo. Correva l’anno 1988 quando sono arrivato sulla collina della verde valle umbra ed era di maggio. La casa che stavo per acquistare era completamente diroccata e, ovviamente, non c’era acqua. La prima preoccupazione era recuperare un vecchio pozzo artesiano poco distante. Misuro la profondità: circa 20 metri e, sul fondo, circa 1 metro di acqua. Poca. Allora cerco di capire se è possibile trovarne altra. M parlano di un “cercatore” di Terni, una specie di sciamano, stregone, guaritore. Lo contatto: appuntamento al sorgere del sole in alto sulla cresta della collina. Nel mentre che mi preparo per raggiungerlo, lo intravvedo da lontano che si aggirava tra gli olivi con un bastone in mano. Lo raggiungo. Mi dice con tono secco e perentorio: l’acqua c’è!!! Bene. A che profondità? Risposta senza esitazione: 126 metri. A quella profondità scorre la stessa faglia del mio vecchio pozzo. Pago, ringrazio e saluto e capisco che i pozzi sono spesso collegati tra loro.

Torniamo ai pozzi avvelenati della RAI. Quanto vi avevamo proposto ieri deve essere raccontato con calma e precisione. Sappiamo che molti lettori fremono e bussano per sapere ma non possiamo nemmeno correre di mettere a rischio le nostre fonti.

La formula del veleno viene messa a punto tanti anni addietro quando si comincia a parlare della riscossione del canone in bolletta. Correva l’anno 2016 e la Legge di stabilità imponeva la riscossione nella nuova modalità che in cambio della riduzione a 90 Euro avrebbe garantito la pressoché scomparsa dell’evasione, calcolata  intono al 30% (equivalente a circa 500 mln di euro). Ottimo, tutti felici ... a parte qualcuno che già allora storceva il naso. E già allora si avvertivano sinistri rumori di trame e complotti per avversare questa iniziativa nel corso delle riunioni riservate tra i vari soggetti interessati (un protagonista di rilievo era il sottosegretario Giacomelli, ora Commissario Agcom).

Passano gli anni e i figli crescono ma la spina nel fianco è rimasta e a molti quell’”onere improprio” che fa avvertire agli utenti la bolletta più cara rispetto al costo puro dell’energia fornita proprio non va giù. La manovra di attacco comincia a prendere forma a Bruxelles ma non “perché ce lo chiede l’Europa” ma perché è gradito ed auspicato agli esegeti del libero mercato, della sfrenata concorrenza e da potenti lobby che risiedono da quelle parti. 

Infatti, per la prima volta se ne sente parlare ad aprile dello scorso anno e assume la sua prima visibilità con il famoso articolo del Messaggero dell’8 maggio, da noi e da soli prontamente ripreso nell’incredulità e sgomento di Viale Mazzini e dintorni. Ricordo perfettamente di essere stato quasi sbeffeggiato quando sollevai il problema. Autorevolissimi direttori mi dissero: “E’ una bufala e cmq non ne so nulla”. Ma il nervo comincia lentamente a scoprirsi a tal punto che lo stesso Fuortes nella famosa audizione in Vigilanza del 4 agosto ( https://www.repubblica.it/politica/2021/08/04/news/rai_audizione_commissione_vigilanza_fuortes_soldi-312972420/ ) disse che non era intenzione di questo Governo procedere alla revisione della riscossione del canone “… non è all’ordine del giorno” (sostenne pure che non aveva intenzione di tagliare l’edizione notturna della TgR).

Sempre sul tema canone, leggiamo pure che “È assolutamente possibile avere un finanziamento solo canone, ovviamente non è pensabile che 90 euro possano essere " sufficienti "se viene abolita" l'altra fonte di finanziamento, cioè la pubblicità. Lo ha detto l'amministratore delegato della Rai, Carlo Fuortes, in audizione davanti alla commissione Lavori pubblici del Senato. In questo caso il canone "dovrebbe essere senz'altro aumentato", ha spiegato Fuortes che ha spiegato come la scelta di mantenere il sistema duale canone-pubblicità o affidarsi solo al canone è una decisione "politica". "Deve tener conto degli effetti molto rilevanti sull'azienda", ha sottolineato Fuortes” ( https://finanza.lastampa.it/News/2022/01/18/rai-fuortes-senza-pubblicita-servirebbe-un-canone-maggiore-di-90-euro/MTIzXzIwMjItMDEtMThfVExC ). 

Ecco servita la formula del “veleno”: un mix di sostanze tossiche composte da riduzione della quota pubblicitaria (stimata da Giancarlo Leone lo scorso novembre in oltre 120 mln anno) e rendere incerta la quota di canone sulla quale contare per predisporre qualunque piano, industriale o artigianale che possa essere. Però questa formula per essere efficace deve poter contare su un farmaco collaterale “il pareggio di bilancio” cioè le gambe tagliate a qualsivoglia velleità di investire in crescita e sviluppo. Attenzione: Fuortes notoriamente non è un economista e tantomeno un fine interprete di norme e codici del settore audiovisivo. Ha bisogno di aiuto e consulenza e deve anche essere potente e competente. Lo trova a Palazzo Chigi e lo ha incontrato proprio nei giorni scorsi e con lui ha parlato proprio di canone poco prima di recarsi in Vigilanza.

Ecco allora scattare proprio in queste ore, in questi giorni, puntuale l’orologio che regola la gocciolatura del veleno nei pozzi. Il disegno appare chiaro: si mescola Piano Industriale, Contratto di Servizio, il canone e la “nuova Rai” come la vorrebbe il Governo (e il prode Anzaldi plaude con un lapidario Tweet “Le linee guida della prossima Rai. E’ la fine dei Talk show” …  un fenomeno !!! se non ci fosse bisognerebbe inventarlo).

Care lettrici, cari lettori, abbiate pazienza … lentamente ci arriviamo. Rimanete sintonizzati ma non vi aspettate colpi di scena o scoop clamorosi … è tutto già scritto e noto da tempo, a molti ovvero quasi a tutti. Si tratta solo di svelarlo per bene e raccontarlo.

bloggorai@gmail.com


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