Come al solito: per comprendere quanto succede oggi è
obbligatorio rivedere quanto successo ieri. Prologo, svolgimento ed epilogo: è
sempre stato così e così sarà sempre, nonostante qualche furbacchione provi a mettere
quanto avviene oggi prima di ieri e dopo di domani (la guerra, tanto per intenderci).
Proseguiamo il racconto sui pozzi avvelenati della Rai.
Succede spesso, nelle chiacchere da bar, al mercato, nelle
case, che si facciano battute su quegli sprovveduti allo sbaraglio come i giovani
pollastri del M5S: “Brave persone ma totalmente incapaci a governare, senza
esperienza, senza cultura di governo... nulla a che vedere con la vecchia
scuola di quei volponi di sacco e di corda della Dc e del PCI …”. Così la pensano alla bocciofila
della Bassa Val Tiberina. Parole sante (forse). Di converso, oggi governano
quelli che la sanno lunga, quelli che la vorrebbero sapere raccontare (la
Storia), quelli che hanno il pelo sullo stomaco erto come tondini di ferro del
16 e, infatti, sono anni, che non riescono ad esprimere un capo del Governo che
abbia assaporato il sapore amaro della scheda elettorale.
È proprio in questa piega del discorso che riprendiamo e
trova senso narrativo la storia del veleno nei pozzi della RAI. Molti lettori
forse non hanno mai sentito parlare di un certo avvocato Roberto Garofoli. Chi
è? Perché può essere interessante sapere qualcosa di lui e del suo Capo. Anzitutto
formalmente oggi è “Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei
Ministri, con le funzioni di Segretario del Consiglio” dell’attuale Governo Draghi.
Ma sostanzialmente da alcuni può essere considerato come il Potere informale allo stato puro. Leggiamo un suo ritratto
de Il Foglio del 30 luglio 2018: “…il grand commis che conosce i segreti
di cinque governi” e nel lungo e dettagliato ritratto che viene fatto nell’articolo
( https://www.ilfoglio.it/economia/2018/07/30/news/cattivissimo-mef-207947/
) spicca questa frase “E proprio per via
dei buoni rapporti con gli ambienti lettiani, dalemiani e montiani (è stato
capo dell’Ufficio legislativo della Farnesina quando D’Alema era ministro degli
Esteri e capo di gabinetto alla Pubblica Amministrazione sotto il governo
Monti), ci fu chi, ai tempi del governo Renzi, ipotizzò un’indiretta
azione tecnica di resistenza al premier rottamatore”. Attenzione a questa nota, può tornare utile.
Chi è Garofoli e cosa c’entra con il Governo e con il M5S? Leggiamo
cosa scrive il sito Startmag nel febbraio 2021 : “Le controversie con il M5S. Nell’autunno
del 2018 Garofoli finisce nel mirino del M5S. Sono i giorni del varo del
Reddito di Cittadinanza e le tensioni tra via XX settembre e Palazzo Chigi
raggiungono il calor bianco. Rocco Casalino, in un audio infuocato, se la
prende con i vertici burocratici del ministero delle Finanze, responsabili, a
suo parere, di nascondere i conti al fine di far fallire il varo del Reddito di
Cittadinanza. Tra questi ci sono anche Garofoli e Daniele Franco, quest’ultimo
ora è divenuto ministro dell’Economia.
Nel novembre del 2018 Garofoli lascia il suo incarico al
Ministero dell’economia. Garofoli si ritrova al centro di una bufera politica e
mediatica per via di un emendamento alla Legge di Bilancio che assegna 28
milioni di euro all’anno per 3 anni alla gestione commissariale della Croce
Rossa. “Luca Carabetta e Francesco Silvestri lo accusarono di conflitto
d’interessi per «i legami con la Croce Rossa», scrive oggi il Corriere della
Sera. Il M5S individua nel magistrato l’autore della norma apparsa alla vigilia
del Decreto fiscale, cogliendo di sorpresa il Premier Conte e i ministri del
suo Governo. La norma, in realtà, era stata scritta in sede di Ragioneria
Generale dello Stato dopo un’interlocuzione con l’ente, versione dei fatti
ribadita anche dal Mef”.
Leggiamo ora alcuni brevi stralci di “Io sono il
Potere. Confessioni di un capo di gabinetto” un prezioso volumetto di autore anonimo pubblicato da
Feltrinelli nel 2020: “Lo sanno tutti: il sottosegretario alla presidenza è
il primo motore immobile. Sin dagli albori della Repubblica, nel 1947, quando
monsignor Montini, futuro papa Paolo VI, segnalò il ventottenne Giulio
Andreotti ad Alcide De Gasperi, che lo collocò proprio in quella posizione. […]
Perché da Andreotti in poi, per settant’anni, il sottosegretario alla
presidenza è sempre stato il più fedele e ascoltato collaboratore del
presidente del Consiglio. Il suo tuttofare” … “Ogni tanto qualcuno mi chiede
che mestiere faccio. Non ho ancora trovato una risposta. La verità è che una
risposta non esiste. Io non faccio qualcosa. Io sono qualcosa. Io sono
il volto invisibile del potere. Io sono il capo di gabinetto. So, vedo,
dispongo, risolvo, accelero e freno, imbroglio e sbroglio. Frequento la
penombra. Della politica, delle istituzioni e di tutti i pianeti orbitanti.
Industria, finanza, Chiesa. Non esterno su Twitter, non pontifico sui
giornali, non battibecco nei talk show. Compaio poche volte e sempre dove
non ci sono occhi indiscreti. Non mi conosce nessuno, a parte chi mi riconosce”
e infine una battuta che ci stuzzica l’appetito “L’importante è allarmare
l’opinione pubblica. Si chiama azzoppamento. Metti in giro la voce che si
studia un aumento dei ticket sanitari, vedrai che il ministero della Salute la
smetterà di occuparsi della tua norma sulle distanze dei videopoker dagli
ospedali. Se il veto proviene dal ministero dell’Istruzione per la vicinanza
alle scuole, fai uscire la notizia che saltano gli aumenti agli insegnanti.
Stai pur certo che scenderà a più miti consigli”. La frase di cui sopra è
interessante se provate a fare un giochetto: sostituite “aumento del ticket
sanitari” con “aumento del canone Rai” e tutto appare chiaro.
Ci stiamo avvicinando lentamente all’incontro di Palazzo
Chigi avvenuto lo scorso mercoledì, poche ore prima dell’Audizione di Fuortes
in Vigilanza e a quanto emerso il giorno successivo su quella che potrebbe
essere “la Nuova Rai” che tanto piace ai Twittaroli “de noantri”.
La formula del veleno da spargere nei pozzi Rai comincia ad
essere nota. Necessario combinare diversi elementi tossici: anzitutto il governo/controllo
dell’informazione (vedi oggi i titoli dei quotidiani sul PD e Cartabianca, che
molti vorrebbero chiusa subito), poi un pizzico di Piano Industriale, una
manciata di Contratto di Servizio, una sostanziosa manciata di “canone
ridotto/evaso/incerto” (scegliete voi.. tanto non cambia nulla) e mescolate
tutto con le mani sapienti chi ha bene in mente cosa ne potrà venire fuori.
Rimanete sintonizzati: il racconto prosegue.
ps: ieri è uscito un bizzarro trafiletto su Il Tempo con il
titolo “Fuortes via dalla Rai. Maggioni e Orfeo vogliono il suo posto”. Anche a
Bloggorai era arrivato da tempo un soffietto del genere e non lo avevamo sdegnato
o sottovalutato. Anzi. Per ora, forse, solo soffietti ma con abbondante dose di
plausibilità.
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